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Notiziario Marketpress di
Lunedì 03 Novembre 2008 |
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SARTOR: “FEDERALISMO NON E’ SOLO GESTIRE PIU’ RISORSE, MA E’ SOPRATTUTTO ASSUMERSI PIU’ RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DEI CITTADINI”
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Vicenza, 3 novembre 2008 - “Riformare lo Stato in senso federalista è possibile. Basta volerlo. Dobbiamo, dunque, dopo tanti anni passare dalle parole alle azioni: identifichiamo cioè le risorse disponibili e obblighiamo gli amministratori pubblici ad assumersi concrete responsabilità innanzi ai cittadini. In caso contrario, anche il modello veneto socioeconomico non potrà più guidare il Paese”. Così Vendemiano Sartor, assessore all’Economia, ha introdotto il 31 ottobre al Teatro Nuovo di Vicenza il dibattito Chi ci guadagna, chi ci rimette: il caso veneto promosso dalla rivista Il Mondo. Per l’assessore sono tre le Regioni che oggi finanziano il sistema Paese: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Ciò non è più possibile. “La congiuntura economica globale è attualmente difficile e se lo Stato non si riformerà in senso federalista – ha detto Vendemiano Sartor – lo stesso impianto produttivo veneto non potrà più essere la locomotiva d’Italia”. Al tempo stesso per l’assessore non possono più esserci Regioni a statuto speciale: loro hanno dei privilegi che di fatto sono diritti negati a tutte le altre realtà. Un federalismo che mantenga in vita Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale sarà, insomma, un federalismo incompiuto. Della riforma Calderoni l’assessore apprezza il passaggio dalla spesa storica ai costi standard e ugualmente la funzione di assunzione di responsabilità da parte di chi non governa bene la cosa pubblica. Occorre mettere nero su bianco come si intende finanziare la riforma e soprattutto i tempi di attuazione. Serve, inoltre, intervenire meglio sulla geografia italiana, magari pensando a città metropolitane e a macro regioni. L’invito concreto dell’assessore è, poi, tagliare la spesa centrale per liberare risorse da investire in innovazione. “Il paese che desidero – ha concluso Vendemiano Sartor – deve premiare chi non sfora i bilanci, chi dà attuazione a politiche lungimiranti di sviluppo, chi boccia la finanza creativa e crede nell’impresa vera, chi giudica positivamente avere bilanci virtuosi, chi non sopporta l’assistenzialismo, chi investe nella ricerca, chi riequilibria il rapporto tra pubblico e privato”. . |
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