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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Novembre 2008
 
   
  AFFIDABILITA’, INTEGRAZIONE, INNOVAZIONE, INTERNAZIONALIZZAZIONE: COSI’ LEGACOOP AGROALIMENTARE AFFRONTA LE SFIDE DEL MERCATO

 
   
  Bologna – 243 cooperative aderenti, 72. 000 soci, 4,8 miliardi di euro di fatturato e un numero di occupati, fissi e stagionali, che supera le 13. 000 unità: sono questi i numeri principali della presenza di Legacoop Agroalimentare in Emilia Romagna, illustrati dal Presidente Giovanni Luppi nel corso dell’Assemblea Regionale dei Delegati tenutasi il 31 ottobre a Bologna. Presenti tutti i vertici della cooperazione agroalimentare regionale: Granlatte-granarolo, Granterre, Unibon-grandi Salumifici Italiani, Italcarni, Apofruit, Cantine Riunite & Civ, Fruttagel, Terremerse, Cevico, Progeo…. “La nostra presenza imprenditoriale sul territorio è straordinariamente ricca – ha illustrato nella sua relazione Giovanni Luppi - copre quasi tutte le filiere agroalimentari e annovera un aggregato molto vario in termini di dimensioni, attività sviluppate e servizi forniti al settore primario: dalle grandi cooperative di trasformazione con marchi che si posizionano fra i principali del mercato - come Granterre, Unipeg , Granarolo, Grandi Salumifici Italiani, Italcarni ecc. - alle molte cooperative di base, cooperative di conduzione, caseifici, stalle sociali, cantine sociali, cooperative di servizio all’agricoltura, forestali, di commercializzazione. Per questa tornata congressuale abbiamo coniato lo slogan “affidabilità competitiva” perché è questa, a nostro avviso, la strada che la cooperazione deve intraprendere di fronte alla crisi globale : oggi l’economia ha bisogno di recuperare proprio quelli che sono i valori fondanti dell’impresa cooperativa, che si pone come un’impresa affidabile e trasparente nella sua gestione, affidabile nella destinazione della ricchezza prodotta, affidabile nell’innervare processi di coesione sociale. Ma questa affidabilità – ha proseguito Luppi – deve anche essere competitiva, se vogliamo crescere sul mercato e contribuire in modo determinante, come crediamo di poter fare, al rilancio del comparto agroalimentare nazionale. E se vogliamo essere competitivi dobbiamo deve compiere due passi fondamentali: avviare processi di integrazione aziendale e di aggregazione, e recuperare efficienza nei cicli produttivi e nella funzione commerciale. In entrambi i casi l’obiettivo che ci dobbiamo prefiggere è liberare risorse per investire in innovazione, internazionalizzazione , diversificazione. ” “La crisi attuale – ha convenuto l’Assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, intervenuto all’incontro – impone scelte nuove, e anche coraggiose. E’ indispensabile lavorare per superare la frammentazione tipica dell’agricoltura regionale e nazionale; per fare crescere il modello cooperativo e per favorire l’unitarietà del mondo cooperativo. I consumi sono drammaticamente in calo, i margini in compressione. La nostra attuale situazione di mercato vede il crollo della domanda interna e una ridotta capacità di competere sui mercati internazionali, che costituirebbero invece uno sbocco con potenzialità straordinarie per i nostri prodotti: fuori Europa i consumi alimentari continuano a crescere, e anche i nostri più recenti dati sull’export ci segnalano una crescita a doppia cifra. Per la Regione, nel settore agricolo sono queste le scelte prioritarie: crescere in internazionalizzazione - il che significa però assumere dimensioni commerciali di respiro nazionale e internazionale, anche con il sostegno delle Istituzioni-, crescere in qualità, affidabilità, originalità dei nostri prodotti e diversificazione dell’offerta e dei canali; modernizzare le nostre filiere, per ridurre i costi aumentando l’efficienza, e per ridare centralità al mondo agricolo. La crisi del Parmigiano-reggiano, per richiamare una delle criticità all’ordine del giorno, trae origine da un’eccessiva frammentazione della filiera, che – in questi termini - non regge più sul mercato, e sconta un totale squilibrio fra costi e ricavi : è indispensabile dare vita a grandi Organizzazione di Prodotto, spostando una maggiore gestione del prodotto sui caseifici. E servono strutture consortili per l’export. ” Un tema, quello del Parmigiano-reggiano, su cui è intervenuto anche Eros Valenti, Presidente di Granterre “ Valutiamo positivamente la discussione avviata in merito ai provvedimenti anti-crisi, e concordiamo sul fatto che è indispensabile muoversi nel senso di una riduzione dei costi di filiera, di una maggiore innovazione e valorizzazione della qualità del prodotto, di un’educazione all’aggregazione e alle alleanze, e di un maggiore sostegno alle esportazioni. Stiamo traendo grande beneficio anche dal consolidamento dei rapporti con le altre Dop (Grana Padano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di Modena): è un’ottima strada per una più efficace rappresentatività ministeriale, e per la creazione di sistemi di controllo e confronto comuni . ” Sulla necessità di un cambio di passo e, in certi casi, anche di un cambio di direzione si è trovato d’accordo anche Paolo Cattabiani, presidente di Legacoop Emilia Romagna: “Dopo 30 anni di grande crescita delle realtà cooperative, alcune delle quali hanno raggiunto posizioni di vertice, adesso la cooperazione soffre, come tutti, la recessione globale in corso. Per questo è urgente mettere in pratica azioni e idee nuove per esprimere un valore migliore nella relazione con la società, il mercato, i consumatori. L’utilità distintiva della cooperazione può rappresentare un formidabile vantaggio competitivo, se adeguatamente valorizzata. E’ indispensabile però un intenso lavoro di razionalizzazione, integrazione e concentrazione del settore agroalimentare cooperativo, a tutt’oggi scarsamente praticato. Non possiamo nascondercelo: in alcuni settori, più di altri, nel medio-lungo periodo sarà molto difficile stare da soli sul mercato. ” Su come uscire dalla attuale recessione globale è intervenuto anche Ildo Cigarini, Presidente di Unipeg: “Siamo di fronte ad una crisi generale e strutturale – ha dichiarato – che va ben oltre l’instabilità del momento, e che colpisce il mercato, le famiglie, le imprese, la società. Il primo passo per uscirne è mettere al centro della politica economica nazionale l’economia reale, partendo dal problema della disuguaglianza dei redditi per poi arrivare a politiche pubbliche concrete di rilancio dei consumi e di crescita economica del paese. Questa crisi ci riconsegnerà, alla fine, un mercato cambiato, con un rapporto Stato-mercato ridisegnato, con una riaffermazione del concetto di equità sociale, con nuove regole, con una finanza nuovamente “mezzo” e non “fine”. Per questo, la cooperazione oggi più che mai è parte in causa: perché grazie al suo sistema di valori fondanti, e alla capacità imprenditoriale, è in grado di dare risposte concrete a questa crisi. Risposte economiche, valoriali, etiche. L’affidabilità della cooperazione è sì “competitiva”, ma è anche “sociale”: tuteliamo i soci, tuteliamo i consumatori, esaltiamo la qualità nel nostro modo di produrre, difendiamo la sicurezza alimentare. Questi sono, e devono rimanere, i valori distintivi del nostro stare sul mercato. ” E sulle perduranti difficoltà della filiera zootecnica, Cigarini ha ribadito: “la crisi che tutto il mercato globale sta attraversando produrrà selezione, premiando chi investe in integrazione, innovazione, internazionalizzazione. Ed è quello che dovrà fare anche la nostra zootecnia: per uscire da una situazione di grande difficoltà che si trascina ormai da anni sarà indispensabile ricorrere ad accorpamenti, ad una filiera più corta, ad una diversificazione del portafoglio prodotti. ” Fondamentale, per il bene dell’intero agroalimentare italiano, sarà anche la ricostruzione di intese fra la produzione agroalimentare e la Distribuzione, sulla base di nuovi interessi comuni: “Dobbiamo rendere il rapporto agricoltura-trasformazione-distribuzione più efficiente, meno costoso, più trasparente – ha dichiarato Luciano Sita, Presidente Legacoop Agroalimentare a conclusione dell’incontro -. Dobbiamo porci come interlocutore virtuoso e di valore del mondo della Distribuzione cooperativa, per dare valore aggiunto al rapporto con il consumatore. E proporre insieme progetti su cui le Istituzioni possano investire risorse . Con credibilità. ” .  
   
 

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