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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Novembre 2008
 
   
  LA DEPRESSIONE NEI RAGAZZI: COLPA DEI GENI O DELL´AMBIENTE? RICERCATORI DELL´IRCCS "E. MEDEA" E DELL´UNIVERSITÀ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE MOSTRANO PER LA PRIMA VOLTA L´AZIONE CONGIUNTA DI FATTORI GENETICI E PSICOSOCIALI SUI DISTURBI COMPORTAMENTALI NELL´ETÀ DELLO SVILUPPO.

 
   
  Ponte Lambro (Co), 5 novembre 2008 - E´ ormai ampiamente riconosciuto che molti comportamenti psicopatologici hanno un´eziologia multifattoriale e che sia fattori genetici che fattori psicosociali possono influenzare la suscettibilità alla depressione. Vi è una ragionevole prova di influenze genetiche per sintomi depressivi nei bambini e adolescenti e allo stesso tempo è noto che fattori ambientali possono favorire il rischio di depressione, ancor più fortemente quando colpiscono in una fase precoce dello sviluppo. Finora però gli studi avevano indagato perlopiù effetti genetici e ambientali separatamente. Non era infatti mai stata utilizzata una prospettiva di indagine che analizzasse la possibile interazione tra geni ed ambiente, cioè che considerasse questi due fattori congiuntamente. I ricercatori dell´Istituto Scientifico "E. Medea" e dell´Università Vita-salute San Raffaele hanno per la prima volta preso in esame ambienti familiari ´stressanti´ - in questo caso famiglie in cui fosse presente un solo genitore, per esempio a causa di separazione, divorzio o morte di un coniuge, confrontate con famiglie in cui fossero presenti entrambi i genitori - e alcune varianti geniche, comuni nella popolazione, associate ad un maggiore rischio di depressione. Nello studio, appena pubblicato su The Journal of Child Psychology and Psychiatry, è stato dunque esaminato l´effetto della struttura familiare e di due polimorfismi presenti in due geni del sistema serotoninergico (Tph2 G-703t e 5-Httlpr) sui sintomi depressivi. La ricerca ha coinvolto 607 preadolescenti italiani di età compresa tra i 10 e i 14 anni: ai loro genitori è stata somministrata la Child Behavior Checklist (Cbcl) 6-18, un questionario che indaga diversi sintomi emotivi e comportamentali presenti dall´infanzia all´adolescenza. Le indagini genetiche sono state invece condotte sul Dna estratto dalla saliva dei ragazzi, raccolta dopo il consenso scritto e informato dei genitori. Dalla ricerca è emerso non solo che alcune varianti genetiche e la non-integrità del nucleo familiare sono fattori indipendentemente e significativamente associati ad un aumento dei problemi depressivi in adolescenza, ma anche che la co-presenza di entrambe le componenti di rischio, genetica ed ambientale, interagiscono tra loro, contribuendo ad aumentare ulteriormente queste difficoltà. Si può quindi ipotizzare che un contesto familiare/ambientale più difficile e meno protettivo favorisca e aumenti la rilevanza delle influenze genetiche nel determinare la presenza di problematiche depressive in preadolescenza. "I dati di questa ricerca - affermano i responsabili del progetto Maria Nobile e Marco Battaglia - suggeriscono che fattori di rischio ambientale (come il clima familiare) interagiscono con l´assetto genetico individuale per influenzare la suscettibilità allo sviluppo di sintomi psicopatologici depressivi". Come intervenire per prevenire comportamenti psicopatologici? E´ esplicito a questo proposito Massimo Molteni, responsabile della ricerca in Psicopatologia all´Irccs "E. Medea": "Queste evidenze aprono la possibilità ad interventi preventivi molto più mirati ed efficaci in quanto basati su più fonti di informazione contemporaneamente. A questo punto diventa urgente indirizzare le risorse verso un accurato monitoraggio di quei ragazzi esposti ad un maggior rischio di conseguenze avverse, inclusi, per esempio, interventi volti a ridurre i conflitti oppure ad affrontare il rischio socioambientale in quei ragazzi con una suscettibilità genetica più elevata. " .  
   
 

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