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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Novembre 2008
 
   
  SÌ DELL´EUROPA ALLE SANZIONI PER I DATORI DI LAVORO DI IMMIGRATI ILLEGALI SÌ AL LAVORO, NO ALLO SFRUTTAMENTO DEGLI IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI

 
   
  Bruxelles, 6 novembre 2008 - L´europa si sta muovendo verso l´adozione di un sistema di sanzioni al datore di lavoro per lo sfruttamento di lavoratori illegali extracomunitari, verso una maggiore protezione dei diritti degli immigrati illegali e verso l´introduzione della carta blu, simile alla carta verde americana, con la quale autorizzerà l´ingresso nel mercato del lavoro europeo di migranti altamente qualificati. L´europa è la luce per molti che cercano una vita migliore a tutti i costi, rischiando spesso la propria vita pur di arrivarci: ci sono oltre otto milioni di immigrati illegali all´interno del suo territorio e quasi ogni giorno sbarchi fortunati avvengono sulle sue coste. Come noi siamo salpati decenni fa in cerca di fortuna adesso sono loro a trovarsi in terra straniera, spesso costretti ad accettare lavori di manovalanza sottopagato con orari al limite dello sfruttamento pur di sopravvivere o di non finire arruolati nelle file della malavita locale. Un´europa che ogni giorno si sveglia più vecchia ha bisogno di braccia e di menti, sta cercando, con queste proposte a voto della Commissione libertà civili, il modo di aprire consapevolmente le proprie frontiere all´immigrazione legale. Sarà forse lo strumento della carta blu ad attirare i cervelli all´interno del mercato del lavoro europeo, certamente una misura come le sanzioni ai datori di lavoro di extracomunitari illegali sarà una svolta nel cercare di regolamentarlo, ed il tentativo di proteggere i diritti fondamentali degli immigrati sarà un passo avanti verso un tenore di vita migliore. Se da un lato alcuni Stati Membri hanno bisogno di lavoratori (costruzione, agricoltura, pulizia e catering sono i settori più bisognosi), dall´altro si trovano alle prese con problemi interni di integrazione e di disoccupazione in un´economia sempre più stagnante. Lavoratori non dichiarati dal datore di lavoro, causa di una distorsione della concorrenza, non beneficiano o contribuiscono al sistema sanitario nazionale ed al sistema pensionistico vivendo all´ombra della società col rischio ogni giorno di essere scoperti e rimpatriati. Nel 2007, solo dal territorio Francese sono stati rimpatriati 25. 000 persone. Secondo il relatore, l´italiano Claudio Fava, "una delle conseguenze sociali di questo fenomeno è che gli immigranti lavorano in condizioni di vero e proprio sfruttamento, spesso adibiti a lavori poco qualificati e sottopagati". In che cosa consiste questa proposta di politica europea: multe, diritti e accesso. Nel Maggio 2007 la Commissione Europea ha proposto una direttiva in materia dove si richiedeva agli Stati Membri dell´Unione di proibire il lavoro illegale extracomunitario, stabilendo le eventuali sanzioni ai datori di lavoro - tenuti a misure preventive quale l´ attento esame del permesso di soggiorno prima dell´assunzione e la corretta redazione del registro dei lavoratori. Ogni Stato Membro sarebbe tenuto a ispezionare i registri di almeno il 10% delle aziende registrate e dunque a sanzionare le non in regola. La multa comprenderebbe il costo per il rimpatrio del lavoratore illegale, il rimborso degli stipendi, delle tasse e dei contributi previdenziali non versati, ed altre misure amministrative del caso, quali la perdita di sgravi fiscali o sussidi nazionali o europei sino a 5 anni. Per creare un deterrente adeguato, gli Stati Membri dovrebbero inoltre prevedere sanzioni penali in quattro specifici casi: ripetute infrazioni (3 volte in 2 anni); un elevato numero di lavoratori extracomunitari illegali; condizioni lavorative di particolare sfruttamento; se il datore era a conoscenza di trovarsi dinanzi ad una vittima del traffico di persone o ad un minorenne. Fava nella sua relazione, chiede una riduzione della pena se il datore di lavoro è una persona fisica, e non giuridica, che ha assunto un dipendente, le cui condizioni lavorative non siano di sfruttamento, per faccende domestiche. Fava inoltre auspica una riduzione delle formalità per la messa in regola del lavoratore da parte di un cittadino europeo. Nella relazione si fa presente che le sanzioni al datore di lavoro debbano sussistere in caso di non controllo o di manifesta falsità dei documenti di soggiorno presentati al momento dell´assunzione, sono gli Stati a dover fornire ai datori delle linee guida da seguire al momento dell´assunzione per valutarne la correttezza. Inoltre la relazione richiede un abbassamento dell´obbligo di controllo dei registri dello Stato Membro al 5%. La lista dei datori di lavoro che sono stati sanzionati dovrebbe essere resa pubblica dallo Stato Membro. Secondo la Ce gli Stati Membri sono tenuti a stabilire meccanismi che permettano ai lavoratori extracomunitari sfruttati (anche attraverso la denuncia di terzi) di reclamare contro il proprio principale denunciando lo sfruttamento perpetrato nei loro confronti. Immigrati illegali che cooperino negli atti potrebbero beneficiare di un permesso di soggiorno temporaneo, come nel caso di vittime del traffico di persone. Gli Stati devono anche prevedere meccanismi per assicurare che l´extracomunitario, anche in caso di rimpatrio, riceva automaticamente i dovuti pagamenti, compresi gli straordinari. Sempre secondo Fava, "lo scopo principale di questa direttiva è quello di fermare lo sfruttamento degli immigrati illegali e non di causare l´effetto secondario di ridurre le possibilità di un extracomunitario di trovare lavoro". .  
   
 

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