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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Settembre 2006
 
   
  I DIRIGENTI SCOLASTICI ALLE PRESE CON IL DISAGIO MENTALE PROFESSIONALE NEGLI INSEGNANTI

 
   
   Milano, 18 settembre 2006 - Alcune migliaia di pubblicazioni della letteratura psicologica internazionale (per la precisione ne sono state contate più di 8. 000) hanno dimostrato che le helping profession – tra cui quella degli insegnanti – risultano a rischio di burnout. Al contrario, ed inspiegabilmente, è pressoché inesplorata dal punto di vista medico-scientifico la correlazione tra la malattia psichiatrica e la professione docente, come se il disagio mentale si arrestasse allo stato di burnout, senza scivolare, - spesso irreversibilmente - in patologia mentale conclamata. Con la pubblicazione, sulla rivista de “La Medicina del Lavoro” (N° 5/2004), dello studio comparativo “Quale rischio di patologia psichiatrica per la categoria professionale degli insegnanti?” si arriva tuttavia a porre la questione del disagio mentale a 360°. Fondazione Iard analizza in quale misura i dirigenti scolastici (ex direttori e/o presidi) abbiano effettivamente tale consapevolezza e posseggano le necessarie competenze per far fronte e gestire il fenomeno del disagio mentale professionale (Dmp) negli insegnanti: Con quale frequenza i dirigenti scolastici sono venuti a diretto contatto con il Dmp? A quali rischi essi vanno incontro se trattano tale problema in modo inadeguato, ovvero lo ignorano? Sono attualmente a conoscenza delle corrette procedure da seguire? Si sentono supportati dalle istituzioni preposte? Hanno fiducia nei medici della Commissione Medica di Verifica (Cmv) ? Avvertono un fabbisogno formativo esplicito in materia?”. Il campione esaminato - L’indagine si basa su un campione di 265 dirigenti scolastici - la popolazione target oggetto di studio - intervistato mediante la somministrazione di un questionario cartaceo consistente in 20 domande sul tema del disagio mentale professionale (Dmp) degli insegnanti. Il questionario è stato somministrato principalmente a dirigenti scolastici delle regioni Veneto (62,6% delle interviste) e Friuli Venezia Giulia (34,3% delle interviste); vi è infine una minima quota di questionari somministrati alla regione Lombardia (3,1%). Esito della ricerca Riassumendo per punti i risultati evidenziati dall’analisi dei questionari compilati dai 265 dirigenti scolastici facenti parte del campione, questi sono i principali elementi emersi: il 67% dei dirigenti scolastici ha dovuto affrontare, almeno una volta in prima persona, il Dmp e la percentuale sale al 71% se il Dirigente è in servizio da più di 10 anni. I risultati emersi nella ricerca sono verosimilmente sottostimati poiché si riferiscono quasi esclusivamente ad istituti scolastici di centri provinciali. Nelle grandi città e/o metropoli infatti il fenomeno del Dmp è notoriamente più frequente, come dimostrato dalla letteratura internazionale; meno di 1 dirigente scolastico su 5 è a conoscenza dei rischi di salute di origine professionale negli insegnanti. La gran parte del campione si limita a riconoscere un “malessere” (burnout), ma rifugge dal pensare che lo stesso possa gradualmente evolvere in patologia psichiatrica conclamata. Inoltre vi è assoluta ignoranza rispetto al rischio di sviluppare patologie neoplastiche: condizione verosimilmente legata all’abbassamento delle difese immunitarie, che notoriamente accompagna gli stati ansioso-depressivi; dalle domande conoscitive sulla gestione del Dmp è emersa una significativa impreparazione dei dirigenti scolastici: mediamente hanno risposto correttamente a meno della metà delle domande. I dirigenti che non hanno mai affrontato in prima persona casi di Dmp tendono a sottovalutare i rischi di incolumità dell’utenza derivanti da queste situazioni (il 60,8% ritiene che il Dmp possa portare solamente a disservizi). La maggior parte dei dirigenti non si ritiene opportunamente appoggiata dal Csa Provinciale e dalla Direzione Regionale nella gestione del Dmp (lo hanno dichiarato 2 dirigenti su 3 che hanno già fronteggiato situazioni di Dmp); · meno della metà dei dirigenti ha fiducia nei medici della Cmv e il credito nell’operato dei sanitari tende a diminuire laddove il collegio medico ha riammesso il docente - affetto da Dmp - al proprio lavoro. Resta aperta e tutta da definire la spinosa questione della conoscenza del Dmp dei docenti da parte della classe medica; il campione si è dichiarato favorevole – praticamente all’unanimità - all’idea che la formazione di un dirigente scolastico (aspirante, in carica o vicario) debba comprendere - tra gli altri temi - anche la trattazione del Dmp negli insegnanti; quasi ¾ del campione ritiene inoltre utile, “anche a costo di sacrificio”, proporre interventi e/o corsi di informazione relativi al Dmp rivolti ai docenti, favorendo così la prevenzione del rischio professionale, la condivisione dello stress nonché il reinserimento lavorativo protetto dagli insegnanti in difficoltà. Ne emerge una classe dirigente, per lo più impreparata e inadeguata di fronte alla delicata questione del Dmp, che chiede consapevolmente e all’unanimità di essere al più presto adeguatamente formata dalle istituzioni preposte. Per poter garantire a docenti e discenti un ambiente scolastico sereno e sicuro, non resta che prestare seria attenzione e ascolto alla richiesta di coloro che gestiscono e coordinano quotidianamente la scuola. Commento da parte di Vittorio Lodolo D’oria, autore e responsabile della ricerca: “Preso atto degli importanti rischi di salute di origine professionale degli insegnanti, e dopo aver constatato la precaria e complessa gestione del Dmp attuata dai Dirigenti Scolastici, diviene priorità indifferibile affrontare i temi riguardanti tale gestione, la prevenzione e la cura del disagio mentale. L’auspicio è che i vertici del Miur, oggi peraltro rappresentati da un medico, trovino la sensibilità necessaria per predisporre azioni efficaci, affrontando adeguatamente un tema che, se ignorato, tenderà sempre più ad avere ricadute negative sul corpo docente e sull’utenza. .  
   
 

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