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Notiziario Marketpress di Venerdì 07 Novembre 2008
 
   
  PIERRE LELOUP / MYLÈNE BESSON PAS DE DEUX OPERE RECENTI EX CHIESA MADONNA DI LORETO CASTELLO MALATESTIANO DI LONGIANO (FC) 8 NOVEMBRE / 8 DICEMBRE

 
   
  Proseguono gli appuntamenti inseriti nella rassegna di arte, letteratura, poesia e musica Sagge sono le Muse - intermezzo 2008 a cura di Flaminio Balestra e Massimo Balestra. Sabato 8 novembre inaugura nella ex chiesa Madonna di Loreto la mostra di pittura Pierre Leloup / Mylène Besson. Pas de deux. Opere recenti. La mostra si avvale del contributo di: Romagna Acque, Confesercenti Cesenate e Cassa di Risparmio di Cesena oltre al continuo supporto dei soci onorari sostenitori della fondazione (Ceisa Costruzioni, Gruppo Ivas, La Gommaria, Isoltema, Ren,technogym). Il critico Patrick Longuet, nel testo tradotto da Lella Borghesi, spiega quale spirito permea le opere di Leloup in mostra: Si riconosce una pittura dalla sua capacità di presenza: un dipinto differisce da una immagine, sempre più civile, più incline a qualche familiarità parziale, in una parola più loquace. Dipingere la presenza obbliga a ritardare l’immagine. É così che l’autore fa vedere l’intensità del suo desiderio d’immagine. In questa mostra, Pierre Leloup si limita ai dettagli: i frammenti di un corpo particolare oppure pannelli cupi che lasciano intravvedere una striscia di pittura vivace, di motivi troncati, di movimenti che si svolgono dietro questi paraventi. Questi elementi di una scena intravista formano il quadro di una suggestione che mantiene lo sguardo nel tempo del desiderio di vedere. Questo tempo dove il dipinto sposta lo spettatore è il tempo di uno sguardo sul dettaglio. Una spalla, gli ondeggiamenti iridati della pelle, la dolcezza tonale di un ventre provengono dal quadro, da un cambiamento di scala e di una combinazione. Le tele di Mylène Besson sono tutte incentrate su ritratti femminili dai molteplici livelli di lettura. Monumentali nei loro abiti respirano un’aria di impegno e di traccia dove la loro sospensione si compie senza gloria, nel tratto del carboncino, su una carta stropicciata, come ancora spiega Longuet, che aggiunge: la dormigliona, l’esibizionista, la provocatrice, sono trascinate dal gioco grafico di una danza plastica che le distacca dal loro peso. La leggerezza della matita e del filo, le loro delicatezze incrociate, riporta la donna alla sua più misteriosa essenza: la grazia. All’inverso del monumento dove il peso del femminile soffre la divisione, il disegno impegna la donna ad un qualche “pas de deux” in uno spazio sensibile conquistato contro uno spazio mentale. Disormeggiata da una zavorra d’inconscio la danza delle silhouette rende possibile una primavera dell’io. .  
   
 

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