|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 10 Novembre 2008 |
|
|
|
|
|
VOLONTARIATO VENETO: 45,7 MLN EURO 2005-2008 DI RISORSE PUBBLICHE;SETTORE IN EVOLUZIONE CHE DEVE MANTENERE GRATUITA’ E SOLIDARIETA’; NECESSARIE NUOVE LEGGI NAZIONALE E REGIONALE
|
|
|
|
|
|
Padova, 10 ottobre 2008 - “Il volontariato è un valore costituzionale, è la parte più nobile del terzo settore, e deve essere caratterizzato dall’ assoluta gratuità e solidarietà verso gli altri. Nel Veneto, ma anche nel resto del Paese, il volontariato deve essere valore aggiunto per realizzare e sostenere le politiche sociali, in particolare le difficili sfide sociali, sanitarie ed economiche ed assistenziali che ci sono poste, ad esempio, dall’esplosione nei prossimi anni dei problemi legati alla non autosufficienza e al progressivo invecchiamento della popolazione”. Lo ha detto il 6 novembre a Padova, nella Sala Ottagona del Caffè Pedrocchi, l’Assessore regionale alle politiche sociali, al volontariato e non profit Stefano Valdegamberi che, nel quadro di queste considerazioni preliminari, ha presentato i nuovi provvedimenti della Giunta veneta nel settore, regolato dalla legge regionale n. 40 del 1993, e ricapitolato la fotografia del volontariato veneto. Hanno preso parte all’incontro Ivano Spiller, Presidente del Comitato di gestione del Fondo Speciale Regionale per il volontariato del Veneto, Giovanni Busnello, Presidente della Conferenza regionale del volontariato, e i responsabili dei Centri di Servizio per il Volontariato delle sette province. La Giunta veneta ha recentemente approvato una deliberazione che, nell’ambito della collaborazione tra Regione e Centri di Servizio per il Volontariato, ha portato gli uffici regionali a rivedere la modulistica necessaria all’ iscrizione al registro regionale del volontariato, alla redazione dell’atto costituivo e dello statuto, alle rendicontazioni. Le organizzazioni iscritte al registro regionale al 31 agosto sono 2377 di cui 459 nella provincia di Padova, 440 in quella di Verona, 405 nella provincia di Treviso, 352 in quella di Vicenza, 350 in quella di Venezia, 188 nella provincia di Rovigo, 183 in quella di Belluno. Dal 2005 al 2008 le risorse destinate dalla Regione alle organizzazioni di volontariato sono state complessivamente di 4. 450. 00 euro (1,2 milioni di euro nel 2005, 1,1 nel 2006, 1,2 nel 2007, 950 mila euro nel 2008), risorse che si sono aggiunte a quelle assegnate dal Comitato di Gestione del Fondo Speciale Regionale per il volontariato pari a 41. 255. 193 euro dal 2005 al 2008 e destinati ai sette Centri di servizio per il volontariato (11,3 milioni di euro nel 2008;10,9 milioni di euro nel 2007; 10,1 milioni di euro nel 2006; 9,3 milioni di euro nel 2005). “Una somma di contributi pari a 45,7 milioni di euro in un quadriennio – ha spiegato Valdegamberi – per finanziare progettualità e iniziative a sostegno della condizione familiare, di persone disabili, anziani, minori, e altre aree sociali, all’accrescimento della qualità della vita, di potenziamento delle reti di collegamento e di conoscenza tra associazioni di volontariato e tra volontariato e Terzo settore”. Il volontariato è un sistema in grande evoluzione, secondo gli intervenuti, che hanno ricordato i mutamenti legislativi che ne hanno influenzato il ruolo negli ultimi anni: a partire dal decreto legislativo del 1997 che ha introdotto la qualifica di Onlus (valida ai soli fini fiscali); dalla legge 383 che nel 2000 ha introdotto le associazioni di promozione sociale, dalla legge 328 del 2000 che riconosce il Terzo settore come soggetto politico anche in rapporto alla Pubblica Amministrazione, dalla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 con il principio di sussidiarietà; dallo strumento veneto del “Piano di Zona dei Servizi Sociali” per far partecipare il terzo settore alla costruzione dei sistema locale dei servizi sociali. “Siamo di fronte attualmente – ha sottolineato Valdegamberi – a una galassia di nuove realtà del volontariato sociale che rappresenta la componente più significativa dell’impegno civile e della cittadinanza attiva di tutto il Terzo settore. Per regolare al meglio questa sistema è necessario arrivare a una nuova legge nazionale e a una legge regionale” Secondo Valdegamberi è opportuno che il volontariato lavori a fare rete, a fare squadra, rispondendo alla scarsità di risorse con azioni meglio coordinate, con la migliore utilizzazione dei volontari e del loro tempo gratuito. “E bisogna formare i volontari - ha rilevato - non accontentarsi di approssimazioni o dilettantismi ma aggiornare le persone che fanno volontariato secondo le nuove esigenze sociali, i nuovi approcci, le nuove conoscenze”. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|