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Notiziario Marketpress di
Lunedì 10 Novembre 2008 |
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CRESCE IL BUCO DELL´OZONO MA RIMANE INFERIORE AI LIVELLI RECORD DEL 2006
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Bruxelles, 10 novembre 2008 - Gli scienziati del Centro aerospaziale tedesco (Dlr) hanno scoperto che il buco dell´ozono sopra l´Antartide nel corso di quest´anno è aumentato rispetto al 2007, ma rimane inferiore al 2006. L´ozono è uno strato atmosferico protettivo che ha la funzione di schermare la terra dalle nocive radiazioni ultraviolette. L´indebolimento di questa funzione protettiva può scatenare l´insorgenza di numerosi disturbi della salute negli esseri umani e danneggiare la biodiversità. Sebbene nel 2008 l´estensione del buco dell´ozono abbia raggiunto un´ampiezza di 27 milioni di chilometri quadrati, contro i 25 milioni di chilometri quadrati raggiunti l´anno precedente, questi valori rimangono inferiori al primato negativo di 29 milioni di chilometri quadrati registrato nel 2006, quando l´estensione del buco dell´ozono era pressappoco pari alla superficie dell´America settentrionale. Le temperature estremamente basse ad altitudini elevate e i gas atmosferici come il bromo provocano la distruzione dello strato di ozono. Il persistere del problema è stato fortemente determinato dai prodotti sintetici come i clorofluorocarburi (Cfc), sviluppati negli anni Trenta del Novecento. Secondo gli scienziati, una (1) molecola di clorofluorocarburi può provocare la perdita di 100. 000 molecole di ozono. I clorofluorocarburi, che si trovavano nei solventi e nelle bombolette spray, sono stati messi al bando dal "Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono", adottato nel 1987. Con l´obiettivo di proteggere lo strato di ozono presente nella stratosfera, la firma dell´accordo internazionale è avvenuta 21 anni fa e lo stesso è stato emendato nel 1990 e nel 1992. Gli scienziati affermano che le condizioni meteorologiche incidono sulla dimensione del buco dell´ozono sopra l´Antartide anno dopo anno. Durante la stagione invernale, nell´emisfero meridionale, i vortici polari escludono la possibilità di scambi tra l´atmosfera sopra l´Antartide e l´aria delle medie latitudini. Ne risulta la riduzione del principale strato di ozono, spiegano gli scienziati. Questo vortice, un ciclone di lunga durata, raggiunge il valore massimo durante l´inverno per poi diminuire nel corso dei mesi estivi. Le temperature estremamente basse che caratterizzano il vortice polare determinano la formazione di nuvole stratosferiche polari (Psc), conosciute anche come nubi madreperlacee. Le nuvole stratosferiche polari favoriscono reazioni chimiche che generano cloro attivo che, a sua volta, favorisce il processo di distruzione dell´ozono, affermano gli esperti. "Nel 2007, un flusso di trasporto di calore più debole, proveniente da sud, ha provocato temperature più basse nella stratosfera sopra l´Antartide, portando a una maggiore formazione di nuvole stratosferiche polari nell´atmosfera" afferma il Professor Arnek del Dlr, commentando le condizioni meteorologiche regionali connesse ai tempi e alla dimensione del buco dell´ozono nel confronto tra gli anni 2007 e 2008. "Di conseguenza, abbiamo osservato una rapida formazione del buco dell´ozono all´inizio del settembre 2007. " Lo scienziato del Dlr afferma, inoltre, che i flussi di trasporto di calore più forti del solito determinano temperature più elevate del solito nella stratosfera sopra l´Antartide, riducendo la formazione delle nuvole stratosferiche polari. "Di conseguenza, la conversione di alogeni chimicamente non attivi in sostanze che distruggono l´ozono si è ridotta", afferma. Il risultato è che, sul finire dei mesi estivi, l´ampiezza del buco dell´ozono è inferiore rispetto alla media. Nel frattempo, dice il Professor Meyer-arnek, "Poiché il vortice polare è rimasto a lungo indisturbato, il buco dell´ozono nel 2008 ha raggiunto livelli tra i maggiori mai osservati. " Alla base delle analisi compiute dal Dlr ci sono il sensore spaziale denominato Scanning Imaging Absorption Spectrometer for Atmospheric Chartography (Sciamachy - spettrometro ad assorbimento per scansione di immagini destinato alla cartografia) a bordo della Envisat dell´Agenzia spaziale europea (Esa); il Global Ozone Monitoring Experiment (Gome - esperimento di monitoraggio dell´ozono globale ) a bordo dell´Ers-2 dell´Esa; e lo strumento Gome 2 che si trova a bordo del Metop di Eumetsat. Gli esperti ritengono che mentre gli elementi chiave per la determinazione dei tempi e della dimensione del buco dell´ozono sono le variazioni che intervengono nelle temperature e nelle dinamiche atmosferiche, non è semplice determinare quali sono i segni del recupero dell´ozono. Tuttavia, gli scienziati di Dlr affermano che le modalità con cui sarà possibile il recupero dell´ozono, nonché le dinamiche atmosferiche che influiscono sui buchi dell´ozono, saranno i punti sui quali si concentreranno gli scienziati in futuro. Per ulteriori informazioni, visitare: Centro aerospaziale tedesco (Dlr) http://www. Dlr. De/en/ Esa Envisat http://envisat. Esa. Int/ . . |
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