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Notiziario Marketpress di
Giovedì 13 Novembre 2008 |
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PRESENTATO MODELLO SAN DANIELE PER CURE PRIMARIE
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Cernobbio, 11 novembre 2008 - La sperimentazione nel distretto socio-sanitario di San Daniele del Friuli di "Centri di assistenza primaria" quale soluzione ideale per ottimizzare la presa in carico di pazienti che non necessitano di ricovero ospedaliero ma di percorsi terapeutici ed assistenziali multidisciplinari. E´ questo l´elemento principale di un progetto pilota su possibili percorsi di innovazione nel campo delle cure primarie, illustrato a Cernobbio, sul lago di Como, da Andrea Beretta Zanoni, professore di Economia aziendale all´Università di Verona, nel corso del terzo Forum "Meridiano sanità", incentrato sul tema "Le sfide per la sanità nel prossimo decennio: innovazione, qualità e sostenibilità". Meridiano sanità è un´iniziativa di Ambrosetti-the European House, avviata nel 2005 allo scopo di portare all´attenzione di istituzioni ed operatori riflessioni di alto livello per valorizzare il sistema sanitario italiano, quale patrimonio fondamentale dei cittadini. Lo studio di fattibilità di un nuovo modello organizzativo da sperimentare a San Daniele - formulata alla presenza dell´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale Vladimir Kosic - è il frutto di una collaborazione tra Regione Friuli Venezia Giulia e Ambrosetti, con il sostegno di Pharma (Pharmaceutical Research and Manufactures of America), associazione che rappresenta le principali imprese farmaceutiche e biotecnologiche degli Stati Uniti. Per un anno un tavolo tecnico composto dai principali esperti del distretto (14 Comuni, poco meno di 50 mila abitanti) ha analizzato le attuali caratteristiche dell´assistenza primaria, ricostruendo il modo in cui sono affrontati cinque diversi percorsi clinici: in presenza di diabete, di malattie oncologiche, di necessità di terapia anticoagulante orale, di anziani fragili, o nel caso più semplice di "codici bianchi", riservati a chi richiede prestazioni sanitarie non urgenti e che si rivolge inappropriatamente all´ospedale. "Pur essendo stati riscontrati numerosi punti di forza ed eccellenze organizzative e professionali - ha evidenziato Beretta Zanoni, che del progetto è il responsabile - sono comunque emerse alcune criticità e debolezze". Esse consistono in "incertezze nella presa in carico del paziente e mancanza di attribuzione formale di ruoli e responsabilità; sovrapposizioni tra assistenza primaria (medici di famiglia) e secondaria (ospedali), con un certo numero di prestazioni non appropriate e conseguente allungamento delle liste di attesa; carenza di comunicazione tra i diversi attori del sistema socio-sanitario; ridotto utilizzo di tecnologie informatiche". Secondo Beretta Zanoni sono inoltre ampie le possibilità di accrescere l´empowerment (presa di coscienza) del paziente e migliorare le informazioni sulle terapie. Da queste considerazioni la formulazione di una serie di proposte per i diversi percorsi terapeutici e, più in generale, l´ipotesi di un nuovo assetto organizzativo che parta da un "protocollo di presa in carico a seconda della complessità e del bisogno e da un sistema informatizzato condiviso per la gestione dei dati sanitari" (cartelle cliniche, referti,. ), per arrivare all´istituzione di "presidi medici innovativi, ove operi un team multiprofessionale (medici, infermieri, specialisti, fisioterapisti, dietisti), coordinati da un "case manager" (il responsabile della presa in carico di pazienti cronici o multiproblematici) e con una buona dotazione di attrezzature (mini-laboratorio per esami di routine, elettrocardiografo, ecografo, ecc. ). Quattro, secondo lo studio di Ambrosetti, sarebbero i "centri per le cure primarie" di cui avrebbe bisogno San Daniele. Strutture che, rileva ancora il professor Beretta Zanoni, a fronte di un´iniziale "minima richiesta di risorse aggiuntive", farebbero migliorare le risposte alle esigenze di salute, accrescendo la qualità della vita del paziente. Non solo. "Con il potenziamento delle cure primarie è destinato a ridursi l´accesso alle prestazioni, ad aumentare il numero di quelle più appropriate, a calare il ricorso all´ospedale". Con, in definitiva, "la possibilità di avere nel tempo un impatto positivo sui fabbisogni finanziari". In sostanza un modello applicativo d´integrazione organizzativa con forte propensione all´innovazione, cui la platea di Cernobbio (ministri ed ex ministri, parlamentari, amministratori pubblici, dirigenti della sanità, operatori del settore) guarda con interesse. . |
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