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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Novembre 2008
 
   
  SPETTACOLO,ZANELLO:IL FONDO UNICO VA REGIONALIZZATO

 
   
   Milano, 11 novembre 2008 - "Il Fondo unico per lo spettacolo? Deve essere regionalizzato. Sappiamo che con la prossima Finanziaria si faranno dei tagli, che le risorse destinate ai diversi settori della cultura non saranno le stesse dell´anno scorso, ma l´auspicio è che si intervenga con intelligenza. Dunque, interventi mirati, pensando a premiare chi lavora, a ridurre gli sprechi e le sperequazioni e non tagli a pioggia, solo perché le difficoltà del momento lo richiedono". Lo ha detto oggi Massimo Zanello, assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, nel corso di un dibattito sul tema dei fondi per lo spettacolo, organizzato nell´ambito delle iniziative di "Oltre il palcoscenico", la rassegna dedicata alle produzioni teatrali lombarde. Al convegno è intervenuto Salvatore Nastasi, capo di gabinetto del Ministero dei Beni culturali. "Sappiamo - ha ribadito Zanello - che per l´anno prossimo le risorse del Fondo unico subiranno riduzioni. Noi vorremmo più soldi e lo chiediamo, nonostante la crisi e pur sapendo che i tagli prospettati sono un male necessario. Questa situazione non deve impedire che si discuta del Fondo unico per lo spettacolo, nell´ottica del rapporto tra quanto lo Stato dà e quanto le Regioni ottengono. Tra iniziative, progetti, nuova legge sullo spettacolo e impegno finanziario, che in Lombardia registrerà quest´anno una crescita degli investimenti del 20%, l´aspettativa tra gli operatori lombardi è che si vedano i frutti di questo sforzo complessivo, da istituzioni e privati insieme". Alcune cifre bastano per chiarire la sperequazione. "Per il Lazio - ha proseguito Zanello - il Fus vale 80 milioni di euro, mentre alla Lombardia vanno 50 milioni: un rapporto di 15 euro per abitante, nel primo caso, rispetto ai 5 destinati a ogni lombardo. Stesso discorso per il teatro: 27 milioni di euro vanno nel Lazio e 11 in Lombardia. Non c´è alcuna ragione perché questo divario continui, neppure la produzione cinematografica può essere una giustificazione". Pur riconoscendo che "il concetto di spesa storica è superato e non può più ispirare la politica dei contributi pubblici per lo spettacolo - ha concluso Zanello - occorre premiare la qualità del lavoro e la stabilità nel tempo, che consente all´artista di lavorare ed esprimersi al meglio. E non c´è bisogno di proclamarsi federalisti per riconoscere che la specificità culturale è il tratto distintivo di ogni territorio, di tutti i territori nel Paese. L´invito è che lo Stato valorizzi questi ambiti, con le sue eccellenze, quando decide a chi vanno i soldi". .  
   
 

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