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Notiziario Marketpress di
Martedì 11 Novembre 2008 |
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A LUCCA LA MOSTRA DI POMPEO BATONI PERMETTE DI RECUPERARE LA SUA PALA D’ALTARE SAN GIACOMO CONDOTTO AL MARTIRIO CONSERVATA A CASSIBILE (SIRACUSA)
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Lucca,11 novembre 2008 - La grande antologica che Lucca dedicherà a Pompeo Batoni ha permesso di riportare alla luce un’importante opera di quello che si può considerare uno degli assoluti protagonisti dell’arte europea del Settecento. Si tratta del “San Giacomo condotto al martirio”, una pala d’altare di grandi dimensioni - 612 x 399 cm - eseguita nel 1752 per la Chiesa delle Anime del Purgatorio di Messina - demolita dopo il terremoto del 1908 - e finora custodita nella chiesa dei Marchesi di Cassibile (Siracusa). La tela, che giaceva in un pessimo stato di conservazione, è ora oggetto di un attento restauro, grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e arricchirà il percorso espositivo della mostra che celebrerà il genio lucchese, in programma, dal 6 dicembre 2008 al 29 marzo 2009, a Palazzo Ducale. Le operazioni di restauro sono condotte da Massimo Bonino con la collaborazione di Elena Salotti e sono dirette da Antonia d´Aniello della Soprintendenza di Lucca e da Carmela Vella della Soprintendenza di Siracusa. “Abbiamo preso la decisione di recuperare questa grande pala – spiega Maria Teresa Filieri, Direttore dei Musei Nazionali di Lucca e della Fondazione Ragghianti, nonché coordinatrice del comitato scientifico - perché a Lucca intendiamo presentare Batoni sotto tutti gli aspetti, anche come pittore di scene sacre; in più, quest’opera è praticamente inedita, essendo conosciuta solo dagli specialisti, in quanto è conservata in una chiesa di proprietà privata”. “San Giacomo condotto al martirio”, che si caratterizza per la propria calibrata articolazione compositiva e per l’eloquente enfasi retorica dei gesti, si presenta come un un’opera esemplare per la conoscenza del Batoni autore di soggetti religiosi negli anni tra il 1745 e il 1755. È possibile infatti riconoscervi tutti gli elementi della sua composita cultura – dal gusto per l’antico alle suggestioni raffaellesche, alle citazioni da Guido Reni e da Annibale Carracci – assimilati e riproposti in chiave classicista. Il pathos solenne che anima le figure, la levigata preziosità delle forme, la stesura luminosa e ricca di trasparenze e la scelta cromatica mantenuta su tonalità calde e dorate, suggeriscono puntuali rimandi e strette analogie con altre grandi pale d’altare da lui eseguite in quel giro di anni, come il Martirio di San Bartolomeo del 1749 e soprattutto la Caduta di Simon Mago (Roma, Santa Maria degli Angeli) completata nel 1755. In particolare il volto di San Giacomo, così accentuatamente di scorcio, è quasi sovrapponibile alla ‘mezza figura’ di San Filippo databile al 1740-43 (Basildon Park, The Ilife Collection). Del dipinto di Cassibile si conoscono alcuni finissimi disegni preparatori (Besançon, Musée des Beaux-arts et d’Archéologie; Cambridge, Massachusetts, The Fogg Art Museum; altri in diverse collezioni private), principalmente per le figure del santo, del carnefice e dell’imperatore. . |
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