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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 12 Novembre 2008 |
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NEL PASSAGGIO GENERAZIONALE LE ISTITUZIONI DEVONO SOSTENERE E FACILITARE LE IMPRESE. E’ CHIARO TUTTAVIA CHE SI DEVE CAMBIARE IL PILOTA CON LA MACCHINA ANCORA IN CORSA
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Vicenza, 12 novembre 2008 - Il trasferimento d’impresa e il passaggio generazionale costituiscono un momento di frattura e di discontinuità rispetto al passato. Anche il passaggio di testimone più naturale e prevedibile nasconde, infatti, cambiamenti, riposizionamenti sul mercato, riorganizzazioni aziendali, ristrutturazioni di carattere finanziario importanti. Sono momenti in cui deve essere rimessa in gioco la volontà di fare impresa, soprattutto per le piccole e medie imprese venete. Di ricambio generazionale, un tema che negli ultimi anni ha assunto sempre maggiore rilievo nel sistema economico regionale, si è parlato ieri pomeriggio alla Camera di commercio di Vicenza, in occasione di un convegno Continuità competitiva. Continuità d’iniziativa. Lo stato dell’arte sul tema e le nuove sfide da affrontare, con conclusione dei lavori da parte dell’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor. “La Regione del Veneto - ha spiegato l’assessore - ha cercato di favorire attraverso le sue politiche e le sue azioni la cultura d’impresa per permettere ai cittadini, e in particolare ai giovani, di far fruttare capacità e competenze in un mondo più competitivo che in passato. La complessa congiuntura finanziaria che oggi stiamo vivendo e le crescita rapida del sistema socio economico veneto fanno in modo che la trasmissione d’impresa sia tanto più problematica quanto più necessaria. Per questo si deve cambiare il pilota mentre la macchina è ancora in corsa e si devono mettere in rete sinergica tutti gli attori, pubblici e privati. ” Diverse ricerche confermano che il 30 per cento delle aziende venete sopravvive alla seconda generazione, tra esse un ulteriore 50 per cento muore entro la terza generazione: insomma, 15 nipoti su 100 riescono a gestire l’impresa fondata dai nonni. Attualmente, oltre il 50 per cento degli imprenditori ha più di 55 anni: 118 mila delle 445 mila piccole e medie imprese venete, entro cinque anni, dovranno affrontare il nodo del passaggio generazionale che in genere richiede sette, otto anni. “Un altro dato interessante - ha ricordato l’assessore - è che il 36 per cento dei titolari o dei fondatori delle aziende venete ha più di 60 anni e che solamente l’8 per cento ha già attivato un preciso processo di pianificazione. ” Trasferire da una generazione all’altra il know how, il sapere e le competenze manageriali acquisite in anni di esperienza è indubbiamente un processo complesso. “Le piccole e medie imprese venete - ha detto inoltre Vendemiano Sartor - si sono sviluppate nella maggior parte dei casi per iniziativa personale dell’imprenditore e ora hanno bisogno di strumenti adeguati a garantire la continuità, a sviluppare le specificità, a pianificare le strategie future attraverso il trasferimento tecnologico, i servizi per l’innovazione, mirate strategie commerciali, le politiche di internazionalizzazione. ” L’unione europea è intervenuta per la prima volta a livello normativo nel 1994 per sollecitare gli stati membri a favorire la trasmissione dell’impresa, anche perché il trasferimento d’azienda ben preparato conserva in media più posti di lavoro di quanti ne crei l’avvio di una nuova. Quale deve essere allora il ruolo della Regione del Veneto ? Per l’assessore la Regione del Veneto sta mettendo in pista un intervento pilota che, accanto a altri più generali previsti dalla normativa regionale e dalla programmazione comunitaria, può contribuire alla risoluzione del problema della continuità aziendale: cioè, allestire una rete di servizi di consulenza esterna a sostegno delle piccole e delle medie imprese finalizzati al processo evolutivo aziendale e alla continuità di impresa e fare in modo sistematico attività di “coaching” per il ricambio generazionale. . |
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