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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Novembre 2008
 
   
  SICUREZZA STRADALE ZONE 30: UN PASSAPORTO PER LE SCUOLE

 
   
  Roma, 13 Novembre 2008 - La Regione Piemonte ha avviato un progetto di sensibilizzazione alla sicurezza stradale in ambito urbano rivolto ai bambini di terza, quarta e quinta elementare. 25 mila passaporti che saranno distribuiti a partire da domani nelle scuole primarie comprese entro il perimetro di una zona 30, o in seconda battuta in quelle vicine. Dieci i comuni coinvolti dal progetto sperimentale: Torino, Fossano, Savigliano, Alessandria, Tortona, Valenza, Asti, Settimo, Avigliana, Carmagnola. Queste amministrazioni fanno parte delle 20 che si sono aggiudicate i finanziamenti per realizzare le cosiddette zone 30: aree della città in cui tutto l’assetto della viabilità è configurato su una velocità che non deve superare i 30 km orari e in cui tutti i soggetti delle strada (pedoni, auto, biciclette) sono considerati in modo paritario. Il passaporto della zona 30 è concepito per un pubblico scolastico del secondo ciclo di scuola primaria, cioè per i bambini tra gli 8 e i 10 anni. I destinatari non sono però i bambini singolarmente, ma le classi che si impegnano a seguire un percorso di coinvolgimento nella comunicazione della zona 30, in progetto o in fase di realizzazione, nel quartiere della loro scuola. Si tratta di una forma di partecipazione attiva in cui le classi sono chiamate a comprendere e osservare i cambiamenti in atto sulla viabilità e sullo spazio urbano del loro quartiere, misurare le reazioni degli utenti e documentarle secondo una precisa metodologia di valutazione “a portata di bambino”. Il passaporto è organizzato su tre livelli di lavoro, che sono anche tre possibili gradi di coinvolgimento: l’osservazione (passi 1-3), la misurazione (passi 4-6) o un lavoro più complessivo di coinvolgimento delle famiglie e delle comunità locali in una riflessione sui comportamenti alla guida (passo 7 e ciclo Ii). Il primo livello può essere affrontato come un’informazione data ai bambini sulle caratteristiche della zona 30 e può essere gestito dagli insegnanti, con l’aiuto dei tecnici progettisti: richiede almeno un sopralluogo da parte della classe, ma può essere affrontato senza particolari impegni di tempo (circa 12 ore in totale). Il secondo livello richiede la formulazione di un piccolo progetto didattico, che prevede l’adozione del passaporto nelle attività di educazione alla sicurezza stradale dell’anno scolastico in corso: gli allievi devono essere istruiti con nozioni minime di natura interdisciplinare (raccolta e classificazione dei dati, uso di strumenti di misura come il metro e il cronometro, uso della calcolatrice, presentazione grafica delle elaborazioni) e accompagnati nelle uscite di misurazione. Il terzo livello è un’attività più impegnativa, in cui le classi diventano protagoniste di una piccola campagna di comunicazione locale, rivolta alle loro famiglie e alle comunità presenti sul territorio, attività per cui è richiesta una certa continuità nel tempo (prima e dopo la realizzazione della zona 30, quindi due periodi didattici con gli stessi allievi, eventualmente distribuiti su anni scolastici diversi, nel caso in cui i lavori si concludano in estate). “Quella verso le scuole è una delle iniziative che abbiamo avviato all’interno del progetto zone 30 – spiega l’assessore ai Trasporti, Daniele Borioli. Abbiamo stanziato oltre 3 milioni di euro e molti Comuni hanno risposto cofinanziando i progetti, nella convinzione che una radicale innovazione della viabilità in ambito urbano possa davvero rappresentare quel salto di qualità di cui le politiche italiane in materia di sicurezza stradale hanno bisogno. Quella della mobilità sicura è soprattutto una questione culturale. Per questa abbiamo deciso di lavorare sui bambini e con i bambini chiedendo a loro di accompagnare famiglie e abitanti del quartiere alla scoperta delle zone 30 e della nuova configurazione urbana delle strade sotto casa e sul percorso strada-scuola”. “Creare nella nostra città delle Zone30 e quindi delle “strade di casa” da percorrere senza il timore di incrociare macchine ad alta velocità - sottolinea l’assessore all’Istruzione, Gianna Pentenero - assume un’importante valenza educativa: vuol dire restituire ai bambini la possibilità di sentirsi autonomi e responsabili al di fuori della propria casa permettendogli di percorrere il tragitto casa-scuola a piedi; utilizzare, o limitare i mezzi di trasporto privato preferendo modalità di spostamento sostenibili: a piedi, in bicicletta o in autobus, riducendo il traffico automobilistico e l’inquinamento, vuol dire infine favorire la conoscenza del quartiere e le regole per muoversi in sicurezza. Diventa quindi un progetto educativo oltre che stradale, anche ambientale e civico. L’obiettivo è inoltre quello di promuovere un altro aspetto fondamentali nella vita dei bambini: la loro partecipazione, lavorando insieme sull’approfondimento delle caratteristiche della propria zona30 e con sopraluoghi e simulazioni in classe. Il progetto – ha concluso Pentenero – ha raccolto anche la soddisfazione dell’Ufficio scolastico regionale che ci ha assicurato pieno sostegno a un’iniziativa di educazione alla socialità e al rispetto dell’ambiente”. .  
   
 

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