Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Novembre 2008
 
   
  48 ORE A SETTIMANA: IL PARLAMENTO EUROPEO SI DIVIDE

 
   
  Bruxelles, 17 novembre 2008 - Sì o no alle 48 ore di lavoro a settimana? Il voto in seconda lettura della direttiva sulla riorganizzazione del tempo di lavoro ha scatenato non poche polemiche all´interno del Parlamento Europeo. La maggior parte dei deputati della commissione parlamentare occupazione ed affari sociali (Empl) ritiene che la durata massima del tempo di lavoro nell´Unione europea dovrebbe limitarsi alle 48 ore settimanali e che ogni tipo di eccezione a questa regola dovrebbe essere vietato. Non é esattamente dello stesso avviso il Consiglio, il quale sostiene che la settimana lavorativa in Europa deve essere limitata alle 48 ore, ma che gli Stati Membri devono conservare il diritto, sotto certe condizioni, di non rispettare questo limite legale (clausola dell´opt-out). La clausola dell´opt-out consentirebbe, a quei lavoratori che lo desiderano, di lavorare di più e di conseguenza di guadagnare di più. "In tempi economicamente difficili come il nostro, fa notare la deputata Lynne (Alde), non si dovrebbe togliere la possibilità a quelle persone che lavorano duro, e che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, di aumentare il loro reddito". I pro e i contro di una direttiva contestata - La Commissione parlamentare Empl, adottando, il 5 novembre scorso, il rapporto di codecisione presentato dall´eurodeputato Alejandro Cercas (Pse), ha voluto sottolineare il suo disaccordo con il Consiglio sulla clausola di non partecipazione (opt-out). Il relatore, Alejandro Cercas , si é opposto con forza a questa clausola: "l´opt-out puó portare ad un dumping sociale nell´intera Unione Europea. I Paesi che dispongono di leggi ingiuste faranno concorrenza ai paesi dotati invece di leggi sociali più giuste ed avanzate". E continua affermando che la competitività dell´Europa non si basa sulle ore di lavoro piuttosto sulla capacità di innovazione, sulla capacità di aumentare la produttività e il valore aggiunto dei lavoratori. Il pericolo di questa clausola é quello di mettere in crisi il già difficile e delicato equilibrio tra lavoro e famiglia. Il rapporto dell´eurodeputato Cercas ha ottenuto 35 voti favorevoli, 13 contro e 2 astensioni. Della fazione del "contro", l´eurodeputata inglese Elisabeth Lynne (Alde), per la quale il mantenimento della clausola dell´out-put é essenziale: "Gli Stati Membri che non utilizzano la clausola di non partecipazione sono quelli che registrano il piú alto tasso di lavoro non dichiarato". Tutti, secondo Lynne, dovremmo avere la possibilità di gestire il nostro tempo di lavoro, purché di tratti di una scelta fatta liberamente e volontariamente. Il voto della direttiva é stato anticipato al 5 novembre per permettere, al Parlamento e al Consiglio, di trovare in via del tutto informale un compromesso prima del voto in sessione plenaria, previsto per il prossimo dicembre a Strasburgo. Affinché gli emendamenti della commissione parlamentare Empl siano definitivamente adottati, é necessario ottenere in plenaria la maggioranza assoluta dei voti. .  
   
 

<<BACK