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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Novembre 2008
 
   
  PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA IL VICEPRESIDENTE DELLA GIUNTA CALABRESE CERSOSIMO DICE CHE LA “POLITICA È ASSENTE, OCCORRE STIMOLARE L’OFFERTA PUBBLICA”

 
   
  Firenze, 17 novembre 2008 - In Calabria la politica pubblica per l’infanzia è in ombra. Nella fascia da zero a tre anni gli asili nido degli Enti locali accolgono soltanto 2. 800 bambini su quasi 73. 000 residenti. “Da noi non c’è una domanda sociale di politica per l’infanzia, non ci sono portatori di interessi organizzati nel settore. Per questo non ci si attiva sufficientemente, ma non è una giustificazione sufficiente per chi amministra, che ha il dovere di assicurare questo diritto universale ai cittadini, in quanto anche da noi esistono i portatori di problemi che spesso non hanno voce per farsi sentire. Se metteremo in campo un’offerta adeguata potrà anche svilupparsi una domanda verso i servizi all’infanzia”. Così il vicepresidente della Regione Domenico Cersosimo ha esordito come relatore al convegno internazionale “Diritti dei bambini e servizi: la programmazione regionale. Regioni d’Europa a confronto”, che si è svolto il 14 novembre a Firenze. Realtà molto diverse, quelle di Catalogna (Spagna), Vastra Gotaland (Svezia), Toscana e Calabria, che comunque hanno dato la propria disponibilità a promuovere una rete di progetti interregionali e di scambio di buone pratiche. “Con la Regione Toscana - ha annunciato Cersosimo - la Calabria procederà a un accordo istituzionale di partnership sulle politiche pubbliche relative all’intera filiera formativa da zero anni fino al dottorato di ricerca”. L’unione Europea chiede che entro il 2010 venga accolto almeno il 33% dei bambini, nella fascia da zero a tre anni, negli asili nido. C’è adesso un’enorme forbice da colmare, come dimostrato a Firenze dall’analisi delle quattro regioni: la svedese Vastra Gotaland assicura il servizio prescolastico al 43% dei bambini fino ad un anno di età e dell’85% tra i due ed i tre anni; negli asili della Catalogna si arriva al 32%; in Toscana si tocca il 29,5% mentre in Calabria a mala pena si arriva al 4%. “Anche in Calabria, comunque, c’è qualche eccellenza, ma ciò non deve giustificare l’assenza di una politica organica per l’infanzia. Da noi - ha evidenziato il vicepresidenza della Giunta - è mancato lo sviluppo economico, con una forte occupazione femminile, determinando così una bassa richiesta di servizi. Ma perché dobbiamo legare il diritto universale del cittadino calabrese alla situazione socio-economica? L’offerta educativa e formativa per i bambini non deve derivare solo da motivazioni di mercato, perché è in sé un motivo di crescita culturale e quindi di innovazione della società. Anche in Calabria la politica si sta faticosamente impegnando a creare le condizioni pedagogiche e di servizio offerte agli svedesi, ai catalani, ai toscani. Il paradigma, in questo caso, deve essere opposto: l’offerta pubblica deve creare la domanda delle famiglie”. “Certamente, con i tagli alla scuola ed agli enti locali, la strada da intraprendere sarà in salita. Però - ha affermato inoltre Cersosimo - dobbiamo attivarci presto, altrimenti rischiano di fallire anche le politiche pubbliche già realizzate, come l’organizzazione dei bonus di 600 euro al mese, indirizzati alle neo-mamme per l’acquisto di servizi per l’infanzia. Infatti, in molti casi esse trovano difficoltà ad impegnare la cifra in quanto non c’è un’adeguata offerta formale di tali servizi neppure dal privato”. “In questo settore - ha concluso il vicepresidente - è necessario impiegare le stesse capacità che la Regione ha dimostrato di disporre per le scuole superiori e per le università. La Calabria ha sperimentato, tra le prime in Italia, gli incentivi ed i premi per studenti, operatori e strutture scolastiche, nel campo dell’educazione di base al fine di superare il gap di conoscenza e di competenza soprattutto nelle materie tecnico-scientifiche. Le nostre proposte formative hanno ottenuto una risposta di massa, molto superiore all’obiettivo che ci eravamo preposti. E nella rete interregionale delle buone pratiche, mentre dobbiamo imparare moltissimo sulle politiche per l’infanzia, sul terreno della correlazione tra incentivi monetari e performance formative potremo essere noi di aiuto alle altre Regioni. Così come abbiamo sperimentato quest’azzeramento formativo per i neo-immatricolati in questo anno accademico, stiamo adesso progettando un’altra iniziativa sui bambini neonati, attraverso un originale programma di sensibilizzazione dei genitori alla lettura per il precoce apprendimento”. .  
   
 

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