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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Novembre 2008
 
   
  EMILIA ROMAGNA: ERRANI AL CONVEGNO SUI TRENT´ANNI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE: "NELLA GESTIONE DEI PIANI DI RIENTRO NON È SUFFICIENTE FARE UNA CONDUZIONE ´RAGIONIERISTICA´: NON BASTA TAGLIARE LE STRUTTURE INEFFICIENTI, MA OCCORRE RAFFORZARE IN PARALLELO LA RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI"

 
   
  Bologna, 17 novembre 2008 – Un nuovo Patto per la sanità di respiro triennale e nuove sfide su cui lavorare. Sono alcuni dei punti toccati dal presidente della Regione Emilia-romagna Vasco Errani durante la tavola rotonda al termine del convegno sui trent’anni del Servizio sanitario nazionale, che si è tenuto il 14 novembre a Bologna, a cui è intervenuto il sottosegretario di Stato al Lavoro, alla Salute e alle Politiche Sociali Ferruccio Fazio. “Credo – ha detto Errani – che ci siano pochissime riforme portatrici di una profonda innovazione come la legge 833, che ha fondato il Servizio sanitario nazionale cercando di interpretare alcuni diritti di cittadinanza e creando un sistema efficiente e sostenibile a livello economico. Certo – ha aggiunto il presidente – ho ben presente le criticità, a partire dalla disparità tra nord e sud Italia; ma se si vuole riorganizzare e migliorare, occorre prima di tutto rafforzare il sistema e dunque promuovere investimenti”. In particolare “nella gestione dei Piani di rientro delle Regioni in difficoltà – ha sottolineato Errani – non è sufficiente fare una conduzione ‘ragionieristica’: non basta tagliare le strutture inefficienti, ma in parallelo occorre rafforzare la rete dei servizi territoriali, perché i cittadini abbiano risposte concrete”. Da qui il Nuovo patto per la salute 2010-2012, “per cui occorre definire i finanziamenti. Per il 2010 e 2011 – ha ribadito il presidente – le risorse stabilite dalla manovra economica del Governo sono insufficienti. Tutte le Regioni sono d’accordo nel ritenere sottostimate le risorse, che vanno quindi ridiscusse al tavolo fra Regioni e Governo”. Errani ha concluso elencando tre sfide nazionali: prima, l’appropriatezza del servizio, “e cioè recuperare la capacità di costruire un rapporto sulla salute con i cittadini”; seconda, quella tecnologica, per cui “occorre garantire a tutti qualità del servizio ed alte tecnologie”. Terza sfida, l’integrazione socio-sanitaria, per costruire un welfare comunitario. “In Emilia-romagna stiamo lavorando intensamente su questi tre obiettivi – ha concluso il presidente – . Penso, in particolare, all’integrazione socio-sanitaria: la sfida è personalizzare, e fare in modo che l’anziano non autosufficiente o il disabile grave non si sentano mai di peso, ma parte integrante della nostra comunità. Pensiamo di aver raggiunto già dei buoni risultati, anche se si può ancora migliorare. Qui il sistema dimostra di funzionare, e in questo modo si smentisce la tesi di chi sostiene che un impianto universalistico non può reggere”. .  
   
 

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