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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Novembre 2008 |
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L’AZIENDA VARASCHIN DI VALDOBBIADENE
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Il Territorio La zona di produzione si estende lungo la fascia collinare della provincia di Treviso, tra le cittadine di Conegliano e Valdobbiadene. Un insieme di catene collinari, con direzione est-ovest, che dalla pianura si susseguono fino alle Prealpi, ad uguale distanza dalle Dolomiti - da cui rimangono protette a nord - e l’Adriatico, che influenza positivamente il clima e la natura del paesaggio. Conegliano è la città delle istituzioni del vino e Valdobbiadene è il cuore produttivo. La zona di produzione comprende il territorio di 15 comuni e si estende su un’area di circa 18. 000 ettari di superficie agricola. La vite è coltivata solo nella parte più soleggiata dei colli, ad un’altitudine compresa tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare. Le colline del Prosecco Doc si presentano al visitatore come un ritmato susseguirsi di declivi ricamati di vigneti, un alternarsi di versanti ripidi e dolci pendii. In queste terre la gente ama le proprie radici e si assapora ancora il gusto delle tradizioni e il piacere dell’ospitalità. E’ un territorio ricco di fascino, di attrattive storiche ed artistiche, che riserva molte sorprese custodite nelle proprie vallate, dai piccoli borghi medioevali agli imponenti castelli fino alle testimonianze della presenza millenaria dell’uomo. Protagonisti assoluti restano i vigneti che, con pazienza secolare, assistono al passare delle stagioni, degli anni, dei secoli. L’azienda L’azienda Varaschin viene fondata a S. Pietro di Barbozza intorno al 1930 da Matteo Varaschin, uno dei “patriarchi” della viticoltura di Valdobbiadene, il quale ha trasmesso la propria “arte” enologica ai figli Renzo, Luigi e al nipote Orfeo. L’azienda è ubicata tra i vigneti nella tipica zona del prosecco e del prestigioso Cartizze, che viene prodotto esclusivamente in questi luoghi. Nella piazza di S. Pietro di Barbozza, in un antico palazzo, hanno invece sede le cantine Varaschin, in cui si riunisce inoltre la Confraternita del Prosecco di Valdobbiadene, motivo d’orgoglio per la famiglia Varaschin che vuole essere testimone e partecipe di questa associazione sorta per la tutela della qualità del prodotto e del territorio. I fasti di Valdobbiadene, città della vite e del vino, regina del Prosecco, vengono celebrati annualmente in settembre con la Mostra Nazionale dello Spumante e sono il frutto di una naturale vocazione alla coltivazione della vite, che diventa l’elemento fondamentale per tutti gli aspetti della vita locale, incarnato in tradizioni più che millenarie, come testimonia S. Venanzio Fortunato, poeta del Vi secolo e vescovo di Poitiers, il più illustre figlio di Valdobbiadene, i cui versi salutavano la patria come terra “quo vineta vernantur”: il luogo dove verdeggiano i vigneti. Questo “beato” dalle virtù poetiche-gastronomiche, cantore delle gioie del palato e del buon vino, è il protettore della Confraternita del Prosecco di Valdobbiadene. Invocando l’ispirazione e il consiglio di San Venanzio Fortunato, nel contesto di una cerimonia spettacolare che si svolge annualmente in occasione della festività delle Nozze di Cana, nella cella vinaria di S. Pietro di Barbozza (Mostra dei vini Prosecco e Cartizze, sabato di Pasqua), in cui vengono eletti i Cavalieri del Prosecco. La Confraternita, autentica Università del Prosecco, è nata il 14 agosto 1945 tra gli enotecnici della zona di Valdobbiadene, come stimolo alla ripresa economica del settore vitivinicolo. La Storia del Prosecco La viticoltura nelle colline di Conegliano-valdobbiadene è così antica che il lavoro dell’uomo ha scolpito, nei secoli, i versanti più soleggiati dei colli. Il Prosecco è presente in queste colline da più di due secoli. A partire dal Xix secolo, con la fondazione a Conegliano della Scuola di Viticoltura ed Enologia e della Stazione Sperimentale per la Viticoltura, gli studi sul prosecco si sono molto sviluppati, promuovendone la diffusione in tutta l’area. L’origine di questo vitigno è misteriosa: per alcuni era addirittura già conosciuto ai tempi dell’Impero Romano con il nome di Pucino, da cui si otteneva un vino particolarmente apprezzato dall’imperatrice Livia Augusta. Quel che è certo è che da oltre due secoli questo vitigno ha trovato sulle colline di Conegliano-valdobbiadene l’habitat ideale per la coltivazione, dove si sono diffusi diversi biotipi di cui uno viene coltivato ancora oggi; quest’opera di selezione è stata fatta nella seconda metà del secolo scorso dal conte Balbi Valier: da qui l’origine del Prosecco Balbi. A questa selezione, la prima di cui si abbia notizia, è seguito negli ultimi 30 anni un grande lavoro dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura, finalizzato alla salvaguardia della tipicità di un prodotto che deve adattarsi alle diverse condizioni di queso territorio. Quando il vino ha il colore del topazio, un profumo inebriante ed una sapidità maliziosa ed indimenticabile già al primo assaggio, ecco che si sta parlando di un vino storico: il Prosecco di Conegliano-valdobbiadene. Tecnica Enologica Vendemmia: è un momento molto importante seguito dal Consorzio di Tutela, che controlla la maturazione dell’uva, impartisce gli ultimi consigli ai produttori e, nel corso di una riunione con i viticoltori, dà il via alle operazioni di raccolta nelle diverse zone. Pressatura: dopo la raccolta a mano nei diversi vigneti, l’uva viene portata in cantina. La pressatura è effettuata con macchine che agiscono sugli acini in modo soffice, così da estrarre solo il mosto fiore che proviene dal cuore dell’acino. Il Disciplinare di produzione prevede che da 100 kg di uva si possano ottenere al massimo 70 litri di vino. Decantazione: dopo la pressatura il mosto torbido viene lasciato riposare a freddo (5-10° C) in vasche di acciaio. Trascorse circa 10-12 ore, la parte limpida del mosto viene separata dal deposito e avviata alla fermentazione. Vinificazione: avviene grazie all’azione dei lieviti che provocano la fermentazione alcoolica. La vinificazione si compie in vasche di acciaio ad una temperatura costante di 18-20° C e si protrae per circa 15-20 giorni. Presa di spuma: avviene quando il vino-base si è illimpidito. Solo allora si procede alla spumantizzazione, operazione in cui lo stile, il gusto e l’esperienza dell’enologo svolgono un ruolo decisivo. Le diverse partite di vino-base presenti in cantina, dopo un attento assaggio, vengono assemblate e riunite in proporzioni precise, tali da raggiungere un perfetto equilibrio fra tutte le componenti. Solo qualche rara partita (cru), che già in vigneto era apparsa dotata di un particolare stile o di un equilibrio perfetto, viene spumantizzata in purezza. Imbottigliamento: vengono usate bottiglie diverse a seconda della tipologia di vino, tutte di colore verde, per proteggere il vino dalla luce. Dopo 30-40 giorni di sosta in bottiglia il vino è pronto per essere commercializzato. Per ulteriori informazioni: www. Varaschin. Com . |
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