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Notiziario Marketpress di
Venerdì 21 Novembre 2008 |
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ALLE CINQUE TERRE È DI SCENA IL VESTIRE ETICO
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Il Parco Nazionale sostiene il vestire e le merci etiche, proponendo nei punti vendita filati e tessuti eco-compatibili, simbolo di un nuovo sviluppo economico e sociale che vuole tutelare ambienti e saperi secolari per difendere le differenti identità culturali. Alle Cinque Terre cresce l’interesse per il “vestire etico” e per tutte quelle forme di produzione che si ispirano allo sviluppo sostenibile. Il Parco Nazionale propone nei suoi punti vendita, filati e tessuti da agricoltura biologica, prodotti di cosmesi tutti al naturale, ma anche accessori da arredamento e personali per interessare un tipo di consumatore che si rivolge sempre di più a merci che abbiano, appunto, un valore aggiunto ambientale e sociale. Per consolidare questa filosofia, abbracciata già a partire dal 2004, il Parco acquista e rivende prodotti provenienti da Bolivia, Perù, Equador, India, Bangladesh e da altri paesi poveri del sud del mondo, impegnandosi così nella promozione del commercio equo e solidale, una forma di produzione e commercializzazione artigianale e alternativa alle multinazionali, che permette ai paesi arretrati di migliorare le condizioni economiche immettendo sul mercato i propri prodotti. Nei punti vendita delle Cinque Terre si possono acquistare quaderni e agende in carta di canapa, maglie di alpaca provenienti dal Perù, sapone prodotto e confezionato in Palestina, ceramiche e pupazzi realizzati in Cina, borse di juta e magliette prodotte in India, Equador e Bangladesh, dove operano artigiani e cooperative indipendenti nelle quali lavorano più di 30. 000 persone di cui l’85% sono donne. Per finire sono molti i capi di abbigliamento, costumi da bagno, ma sopratutto magliette e felpe realizzati a Biella e certificati dal Raggio Verde, società piemontese che garantisce la provenienza del cotone e le condizioni in cui lavorano le persone che lo raccolgono, ma propone anche una distribuzione diversa, dove, con i punti vendita si insatura un’autentica partnership, non un rapporto di forza. Perchè vestire etico? Il Parco Nazionale Cinque Terre in collaborazione con il consorzio Ctm Altromercato, Zucchero Amaro per un commercio equo e solidale di Chiavari, ma anche con la Coop Ecolab - Gatti Galeotti di Roma, per il recupero sociale dei detenuti, rilanciano la moda etica, un settore in espansione da 10-15 anni, che ha conosciuto una discreta crescita negli ultimi cinque anni e vede in testa sul mercato della moda etica il Regno Unito. A sostenere maggiormente il vestire e le merci etiche sono consumatori “consolidati” che hanno tra i 35 e i 40 anni, disposti a spendere qualcosa in più sebbene non siano amanti di prodotti griffati. Emergente invece, secondo i dati registrati dagli istituti internazionali di ricerca, il mercato dei giovani consumatori tra i 20 e i 40 anni, amanti delle tendenze. L’identikit del cliente che compra capi etici? Secondo una ricerca dell’International Trade Centre condotta nel gennaio 2008, sono donne, professionisti con reddito disponibile, gente consapevole dell’aspetto etico-sociale della moda o con un alto grado di fedeltà verso marchi e rivenditori. «Questa tendenza a voler offrire capi e prodotti etici, nasce da un progetto di collaborazione che vuole tutelare ambienti e saperi secolari, per difendere l’identità culturale e mantenere i costumi e le tradizioni espresse nel lavoro quotidiano, nel Nord come nel Sud del mondo, - spiega Luca Natale, responsabile Ufficio Comunicazione Parco Nazionale Cinque Terre - sia che si tratti di lavorare in modo biologico juta e cotone o che si tratti di costruire muretti a secco. E aiutando le popolazioni del sud del mondo ad ottenere un salario giusto, il parco promuove un modello di sviluppo in cui le comunità locali vivono attivamente il proprio territorio». Nei punti vendita del Parco nazionale per le feste natalizie 2008, è possibile acquistare cestini e confezioni regalo personalizzate, a partire da una spesa minima di 30 euro . |
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