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Notiziario Marketpress di Lunedì 24 Novembre 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: UNA "CARTA BLU" PER I MIGRANTI ALTAMENTE QUALIFICATI

 
   
  Strasburgo, 24 novembre 2008 - Il Parlamento accoglie con favore le due proposte legislative sul rilascio della "carta blu", un permesso di soggiorno per lavoratori extra-Ue altamente qualificati, e sui relativi diritti sociali. Tuttavia, chiede che la priorità sia data ai lavoratori comunitari. Insiste poi sulla necessità di garantire ai migranti un salario pari a quello percepito dai cittadini Ue per lo stesso lavoro e chiede di evitare la fuga di cervelli dai paesi terzi in settori quali la sanità e l´istruzione. Una prima proposta di direttiva mira a stabilire condizioni d´ingresso e di soggiorno per periodi superiori a tre mesi di cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati e dei loro familiari nonché a garantire lo status giuridico dei lavoratori provenienti da paesi terzi già ammessi e semplificare le procedure di domanda. L´idea è di rendere l’Ue più capace di attrarre e, laddove necessario, trattenere lavoratori altamente qualificati provenienti da paesi terzi, in modo che l’immigrazione legale contribuisca maggiormente alla competitività dell’economia comunitaria. Approvando con 388 voti favorevoli, 56 contrari e 124 astensioni la relazione di Ewa Klamt (Ppe/de, De), il Parlamento ricorda anzitutto che l´Unione europea deve garantire «l´equo trattamento» dei cittadini dei paesi terzi che vi soggiornano legalmente e che una politica d´integrazione «più incisiva» dovrebbe mirare a garantire loro «diritti e obblighi analoghi a quelli dei cittadini dell´Unione europea». La direttiva si applica ai cittadini di paesi terzi che chiedono di essere ammessi nel territorio di uno Stato membro per svolgere un lavoro altamente qualificato. Un emendamento ne estende la portata ai cittadini di paesi terzi che già soggiornano legalmente in uno Stato membro dell´Ue in virtù di altri regimi. Non possono invece fare domanda i cittadini richiedenti protezione internazionale o lo status di rifugiati, i ricercatori, quelli che beneficiano dello status di soggiornante di lungo periodo in uno Stato membro, né coloro che entrano nell´Ue in base a un accordo internazionale - come i lavoratori oggetto di un trasferimento nell´ambito di una società multinazionale. Neanche i familiari di cittadini dell´Ue che hanno esercitato o esercitano il loro diritto alla libera circolazione nella Comunità possono beneficare di questo sistema. I deputati escludono inoltre le persone ammesse in uno Stato membro in qualità di lavoratori stagionali. La "Carta blu Ue" è l´autorizzazione che consente al suo titolare di soggiornare e lavorare legalmente nel territorio di uno Stato membro e di spostarsi in un altro Stato membro per svolgervi un lavoro altamente qualificato. La sua validità, per i deputati, deve essere inizialmente di tre anni (contro i due proposti dalla Commissione) e deve poter essere rinnovata per almeno due anni. Se il contratto di lavoro copre un periodo inferiore, può essere rilasciata per la durata del contratto più sei mesi (contro i tre della proposta). Durante il periodo di validità, la Carta blu autorizza il titolare ad entrare, rientrare e soggiornare nel territorio dello Stato membro che l´ha rilasciata e a passare attraverso il territorio di altri Stati membri. Con "lavoro altamente qualificato", s´intende l´esercizio di un «lavoro reale ed effettivo», sotto la direzione di un´altra persona, per il quale un individuo è retribuito e per il quale sono richiesti titoli di istruzione superiore. I deputati precisano che si deve trattare di un lavoro «in qualità di dipendente» oppure, sopprimendo la proposta della Commissione di includere in questa definizione anche coloro che hanno un´esperienza professionale equivalente almeno triennale, per il quale è richiesta una «qualifica professionale superiore». Diversi emendamenti specificano altre definizioni, come quella di "titolo di istruzione superiore", indicando che la laurea o il diploma ottenuto in un paese terzo deve essere riconosciuto dall´autorità competente dello Stato membro. Un altro aumenta da tre a cinque anni il periodo di esperienza oggetto della "qualifica professionale superiore". E´ anche inserita la definizione di "attività professionale regolamentata". Priorità ai lavoratori comunitari - Prima di decidere in merito a una domanda di Carta blu, gli Stati membri possono esaminare la situazione del loro mercato del lavoro e applicare procedure relative ai requisiti per la copertura di posti vacanti. Il Parlamento precisa che tali procedure dovrebbero essere comunitarie, oltre che nazionali, e aggiunge che, nel contesto delle rispettive facoltà discrezionali, «gli Stati membri possono tenere in conto il fabbisogno di manodopera a livello nazionale e regionale». Approvando un emendamento del Ppe/de, inoltre, l´Aula sostiene che, per ragioni di politica del mercato del lavoro, gli Stati membri «devono considerare in via prioritaria i cittadini dell´Unione europea» e possono dare la preferenza a cittadini di paesi terzi nei casi previsti dalla legislazione comunitaria. Precisa inoltre che gli Stati membri devono rifiutare la Carta blu in quei settori del mercato del lavoro per i quali l´accesso ai lavoratori provenienti dai nuovi membri dell´Ue è soggetto a restrizioni in base alle disposizioni transitorie sancite dagli atti di adesione. Pari salario per pari lavoro - Il cittadino di un paese terzo che chiede di essere ammesso deve presentare un contratto di lavoro valido o un´offerta vincolante di lavoro - altamente qualificato, precisano i deputati - nello Stato membro interessato, avente durata di almeno un anno. Deve rispettare i requisiti nazionali per l’esercizio, da parte dei cittadini dell’Ue, di una professione regolamentata. Deve inoltre esibire un documento di viaggio valido e dimostrare di disporre di un´assicurazione contro le malattie che copra il richiedente stesso e i suoi familiari. Non deve invece rappresentare - per motivi oggettivamente comprovati, chiede un emendamento - «una minaccia per l´ordine pubblico, la pubblica sicurezza o la sanità pubblica». La proposta pone anche la condizione che la retribuzione del lavoratore non deve essere inferiore a una "soglia salariale nazionale" e deve corrispondere ad almeno tre volte il salario minimo fissato dalla legislazione nazionale. Per il Parlamento, invece, occorre applicare il principio della "parità di retribuzione per pari lavoro" al fine di garantire ai cittadini di paesi terzi lo stesso trattamento di cui godono i cittadini nazionali. Chiedono quindi che il salario non debba essere inferiore a quello «che percepisce o che percepirebbe un lavoratore comparabile nel paese ospitante». Inoltre, ritiene che il salario deve corrispondere ad almeno 1,7 volte il salario medio nello Stato membro in questione. Ai governi è lasciata la facoltà di determinare quote di ammissione. Evitare la "fuga di cervelli" dai paesi terzi - Un emendamento chiede agli Stati membri di non cercare in modo attivo di attirare i lavoratori altamente qualificati in settori che sono già, o si prevede che saranno, soggetti a una carenza di personale nei paesi terzi, con particolare riferimento al settore sanitario e al settore dell´istruzione. I deputati, inoltre, inseriscono tra i motivi che possono giustificare il rifiuto di concedere la Carta blu quello di evitare una fuga di cervelli dai settori che risentono di una carenza di personale qualificato nei paesi d´origine. A loro parere, poi, gli Stati membri dovrebbero offrire un sostegno concreto alla formazione di figure professionale in settori chiave indeboliti dalla fuga di cervelli. E occorre definire meccanismi, orientamenti e altri strumenti destinati ad agevolare la migrazione circolare, «che consentano ai lavoratori altamente qualificati di tornare nel proprio paese d´origine». La direttiva prevede anche i casi in cui è possibile revocare o rifiutare il rinnovo della Carta blu, in particolare se questa è stata ottenuta in maniera fraudolenta, o è stata falsificata o manomessa. I deputati precisano inoltre che tale decisione può essere presa «unicamente se sussiste una minaccia oggettivamente comprovata per l´ordine pubblico, la pubblica sicurezza o la sanità pubblica». D´altro canto, «la disoccupazione non costituisce di per sé un motivo per revocare o non rinnovare una Carta blu Ue, a meno che il periodo di disoccupazione superi i sei mesi consecutivi» (contro tre mesi proposti dalla Commissione). Inoltre, i deputati ritengono che Il titolare della Carta blu debba avere il diritto di rimanere nell´Ue «fintanto che partecipa ad attività di formazione finalizzate all´accrescimento delle sue competenze professionali o alla sua riqualificazione professionale». Il Parlamento è anche consultato su una proposta di direttiva relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e che prevede anche un insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano legalmente nell´Ue. Approvando con 442 voti favorevoli, 77 contrari e 42 astensioni la relazione di Patrick Gaubert (Ppe/de, Fr), il Parlamento chiede che il periodo di validità di tali permessi sia stabilito da ciascuno Stato membro ed esclude dal campo di applicazione della direttiva i lavoratori stagionali, che dovranno essere oggetto di un provvedimento specifico. Per i deputati, inoltre, i lavoratori dei paesi terzi devono poter beneficiare di servizi d´informazione e consulenza offerti dai centri per l´impiego. Infine, accolgono la proposta della Commissione che dà la possibilità di esigere una prova del possesso di adeguate conoscenze linguistiche per l´accesso all´istruzione e alla formazione. .  
   
 

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