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Notiziario Marketpress di Lunedì 24 Novembre 2008
 
   
  CONGO: PUNIRE I COLPEVOLI DI VIOLENZE E RAFFORZARE LA MISSIONE ONU

 
   
  Strasburgo, 24 novembre 2008 - Nell´esprimere sdegno per i massacri, i crimini contro l´umanità e le violenze sessuali perpetrati in Congo, il Parlamento chiede di punire i responsabili, incluse le milizie ruandesi, e di fornire i necessari aiuti umanitari. Nell´auspicare una conferenza di pace, sollecita un rafforzamento della missione Onu, compresa la facoltà di ricorrere alle armi per proteggere chi è minacciato. Va anche affrontato il problema dello sfruttamento illegale delle risorse naturali da parte dei gruppi armati. Approvando con 486 voti favorevoli, 30 contrari e 17 astensioni una risoluzione da tutti i gruppi politici (eccetto Gue/ngl e Ind/dem), il Parlamento europeo si dichiara profondamente preoccupato per l´intensificarsi degli scontri nel Nord Kivu e per le conseguenze per la popolazione della parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e di tutta la regione, «in particolare per le ripercussioni umanitarie della recente offensiva» dei ribelli guidati dal generale Laurent Nkunda (Cndp) «che ha provocato un gran numero di sfollati e morti nel Nord Kivu». Il Parlamento esprime «il suo profondo sdegno» per i massacri, i crimini contro l´umanità e le violenze sessuali contro donne e ragazze nelle province orientali del Congo e chiede a tutte le autorità nazionali e internazionali competenti «di perseguire penalmente i loro autori in modo sistematico». Invita inoltre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad adottare con urgenza tutte le misure atte ad evitare concretamente qualsiasi ulteriore attacco contro la popolazione civile delle province orientali del paese. Sollecita poi tutte le parti interessate a ripristinare lo Stato di diritto e a combattere l´impunità, «in particolare per quanto riguarda gli stupri di massa ai danni di donne e ragazze e il reclutamento di bambini soldati». E chiede alle autorità congolesi di porre immediatamente fine ai saccheggi e alle violenze da parte di soldati governativi e di fare tutto il possibile per identificare i responsabili dei crimini di guerra commessi nella regione e tradurli in giudizio. Accogliendo positivamente le decisioni della Commissione e degli Stati membri di aumentare l´assistenza umanitaria alla popolazione civile colpita dalla crisi, il Parlamento invita tutte le parti interessate a garantire l´accesso alle popolazioni vulnerabili e la sicurezza degli operatori umanitari. Chiede poi al Consiglio e alla Commissione di predisporre con effetto immediato un´assistenza medica e umanitaria su vasta scala nonché programmi di reinserimento per la popolazione civile, prestando particolare attenzione all´assistenza alle donne e ragazze vittime di violenza sessuale. Invita inoltre il governo congolese a sviluppare un piano assieme al Ruanda e alla Monuc (missione delle Nazioni Unite in Congo) «per isolare e catturare i leader delle Fdlr responsabili di genocidio» e ad offrire il reinserimento nella Rdc o il rimpatrio in Ruanda a quanti non vi hanno preso parte e desiderano essere smobilitati. Nell´esortare Laurent Nkunda a rispettare la propria dichiarazione a sostegno del processo di pace, il Parlamento ribadisce il proprio appoggio alle autorità congolesi nella ricerca di una soluzione politica alla crisi. Al riguardo valuta positivamente il piano presentato dai parlamentari congolesi, che sollecita una mobilitazione generale a favore del dialogo militare, politico e diplomatico. D´altro canto, ritiene che dovrebbe essere convocata una conferenza internazionale sui Grandi Laghi «per dare al conflitto una soluzione politica praticabile e promuovere una sana integrazione economica regionale, che andrà a beneficio di tutti i paesi della regione». Sottolinea inoltre la necessità di impegnarsi ulteriormente per porre fine all´attività di gruppi armati stranieri e chiede di esercitare pressioni sul Ruanda e l´Uganda affinché si impegnino a porre fine alla libera circolazione e alle operazioni delle truppe di Nkunda sul loro territorio. Nel ribadire il suo appoggio alla Monuc in queste drammatiche circostanze «in cui la sua presenza resta indispensabile, malgrado le debolezze che essa presenta», il Parlamento chiede che sia fatto tutto il possibile per consentirle di svolgere pienamente il proprio mandato e di «ricorrere alla forza delle armi per proteggere le persone minacciate». A questo proposito invita il Consiglio, e più in particolare Belgio, Francia, Italia e Regno Unito, a svolgere un ruolo di primo piano nel garantire che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite «sostenga la Monuc rafforzandone le capacità operative in termini di effettivi ed equipaggiamento adeguati». Insiste peraltro sulla necessità che, qualora si proceda al dispiegamento di forze militari supplementari, il loro mandato riguardi prioritariamente la protezione della popolazione civile. Il Parlamento chiede all´Ue di sollecitare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a dotare la Monuc del mandato e dei mezzi necessari per affrontare il problema dello sfruttamento delle risorse minerarie da parte dei gruppi armati, anche attraverso il monitoraggio e il controllo dei principali posti di frontiera, delle piste di atterraggio, di determinate zone minerarie e delle vie di approvvigionamento. Invita poi gli Stati membri dell´Ue a prevedere sanzioni contro le persone fisiche e le società la cui partecipazione al saccheggio illegale delle risorse naturali sia stata comprovata. Chiede poi alla Commissione e al Consiglio di promuovere sistemi efficaci di tracciabilità e prova delle origini delle risorse naturali - in particolare oro, cassiterite (minerale di stagno), coltan, cobalto, diamanti, pirocloro e legname. Questi sistemi, per i deputati, dovrebbero comprendere anche l´accettazione della presenza sul territorio di controllori con mandato Onu incaricati di vigilare sulle importazioni di risorse naturali provenienti dalla Rdc. Occorre inoltre garantire che le imprese europee non commercino, trattino o importino prodotti derivati da minerali «il cui ottenimento torna a vantaggio di gruppi armati della Rdc e a ritenere responsabili quanti persistono in tali prassi». .  
   
 

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