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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Novembre 2008
 
   
  CONGIUNTURA PIEMONTESE: LA PRODUZIONE INDUSTRIALE DEL III TRIMESTRE 2008 DIMINUISCE DI 3,2 PUNTI PERCENTUALE DOPO UNDICI TRIMESTRI CONSECUTIVI DI CRESCITA, TUTTI I SETTORI HANNO REGISTRATO FLESSIONI

 
   
  Torino, 26 novembre 2008 - Dopo la serie positiva avviata sul finire del 2005 e proseguita per undici trimestri consecutivi, il risultato del periodo luglio-settembre 2008 segnala un’inversione di tendenza del comparto manifatturiero piemontese, in un panorama caratterizzato dal continuo aggravarsi della crisi dei mercati finanziari internazionali e dei relativi effetti sulle economie reali. Nel Iii trimestre 2008, la variazione tendenziale grezza (ossia confrontata sullo stesso trimestre dell’anno precedente) è stata di -3,2 punti percentuale, risultato in linea con la dinamica complessiva nazionale (-3,5%). L’arretramento produttivo del Iii trimestre giunge in seguito ad un I semestre dell’anno caratterizzato da tendenze crescenti, anche se con un’intensità che è andata progressivamente riducendosi. La deludente performance del tessuto manifatturiero regionale si associa ai risultati negativi concretizzati dagli altri indicatori congiunturali: gli ordinativi interni scontano una battuta d’arresto dell’8,4% rispetto al Ii trimestre dell’anno, mentre sul fronte degli ordinativi dall’estero la flessione è ancora più marcata (-13,1%). Il fatturato delle imprese realizza mediamente una contrazione del -1,2% rispetto al periodo luglio-settembre del 2007. Questi sono alcuni dei risultati emersi dalla 148ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di ottobre e novembre 2008 con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre 2008 e ha coinvolto 1. 058 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 95. 682 addetti e un valore pari a 49 miliardi di euro di fatturato. “La crisi economica che ha investito i mercati internazionali colpisce anche il sistema produttivo piemontese, che dopo undici trimestri consecutivi di crescita subisce una battuta d’arresto. Prendendo atto del delicato momento che stanno vivendo le nostre imprese, crediamo che in un simile contesto risulti di fondamentale importanza che le istituzioni e i vari attori locali operino in maniera sinergica ed efficace per sostenere ed incentivare lo sviluppo e la competitività del tessuto imprenditoriale locale. Le Camere di commercio piemontesi, da sempre attente alle istanze del territorio, hanno deciso di adottare concrete misure per favorire l’accesso al credito attraverso lo strumento dei confidi. Il sistema creditizio, infatti, è un tassello importante dell’economia di una regione poiché rappresenta la base di molte attività economiche e di consumo” commenta Guido Bolatto, direttore di Unioncamere Piemonte. Piemonte. Il Iii Trimestre 2008 In Sintesi - Produzione industriale grezza -3,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente Ordinativi interni -8,4% rispetto al trimestre precedente (aprile-giugno 2008); Ordinativi esteri -13,1% rispetto al trimestre precedente (aprile-giugno 2008); Fatturato -1,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; Grado di utilizzo degli impianti 72,6%. La battuta d’arresto del tessuto manifatturiero regionale trae origine dai deludenti risultati registrati da tutti i principali comparti produttivi, con il tessile-abbigliamento in testa, che subisce una contrazione del proprio output pari al -6,3%, confermando le difficoltà che accompagnano la filiera a partire dall’inizio del 2007. Dopo diversi trimestri di dinamica espansiva, il comparto dei mezzi di trasporto torna a scontare una flessione del -6,2%. L’elettricità ed elettronica subisce un calo del -3,6%; più contenute le contrazioni della meccanica (-2,5%), dei metalli e prodotti in metallo (-2,4%) e della filiera alimentare (-2,0%). La performance negativa del tessuto produttivo regionale trae origine dalle contrazioni produttive di tutte le realtà provinciali, ad eccezione del Verbano Cusio Ossola, che manifesta una sostanziale stabilità del proprio output. Novara (-7,3%) e Vercelli (-6,5%) subiscono le flessioni più marcate, cui fanno seguito le province di Biella (-5,5%) e Asti (-4,2%); Torino lascia sul campo il 2,8%, Cuneo l’1,5%, mentre il tessuto manifatturiero della provincia di Alessandria riesce a contenere le perdite entro il punto percentuale (-0,7%). L’indice Della Produzione Industriale - A partire dal 2006, Unioncamere Piemonte, in conformità con la metodologia adottata dall’Istat, calcola un numero indice della produzione industriale piemontese con base anno 2000=100 al quale è stata applicata una correzione per giorni lavorativi e un procedimento standard di destagionalizzazione (con il software Tramo-seats). Nel Iii trimestre 2008, l’indice grezzo della produzione industriale con base anno 2000=100 è stato pari a 82,3 con una contrazione, come già evidenziato in precedenza, del 3,2% rispetto al Iii trimestre del 2007. L’indice della produzione corretto per giorni lavorativi (82,5) ha registrato una flessione del 3,5% (i giorni lavorativi sono stati 65 contro i 66 del Iii trimestre 2007), mentre l’indice della produzione destagionalizzato è pari a 89,6, riducendosi dell’1,9% rispetto al periodo aprile-giugno 2008. Le Prospettive Future - In un contesto caratterizzato dal continuo aggravarsi della crisi finanziaria internazionale e delle sue ripercussioni sulle economie reali, il quadro economico congiunturale italiano è entrato in una fase recessiva. La stessa percezione dell’andamento economico attuale da parte degli imprenditori è negativa e non lascia spazio, a breve termine, a prospettive ottimistiche per il prossimo futuro. Il quadro previsionale dipinto dagli imprenditori piemontesi per il semestre ottobre 2008-marzo 2009 è orientato, infatti, ad un marcato pessimismo, in peggioramento rispetto alla fine dell’estate. Oltre la metà degli imprenditori intervistati dichiara di aspettarsi una flessione della produzione industriale, mentre solo il 15% ne prospetta una crescita, generando un saldo di opinione negativo per 40 punti percentuale. Ancor più sfavorevoli le previsioni relative alla domanda interna, che si incrementerà solo per 12 imprenditori su 100, mentre subirà una battuta d’arresto per il 57% degli intervistati, con un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti pari a 45 punti percentuale. Il segno negativo domina anche le prospettive relative agli ordinativi esteri, dove il saldo di opinione si attesta al -31%. L’occupazione è prevista stabile dal 68% degli imprenditori, mentre i prezzi di vendita sono previsti in lieve incremento, registrando una saldo ottimisti-pessimisti pari al 3%. .  
   
 

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