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Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Novembre 2008
 
   
  20 ANNI DI PREMIO SACHAROV: PER LA DEMOCRAZIA, CONTRO L´OPPRESSIONE

 
   
   Bruxelles, 27novembre 2008 - Una fede nella democrazia e diritti umani universali può essere una lama a doppio taglio. Gli attivisti a difesa di questi diritti subiscono spesso discriminazioni, intimidazioni e persino attacchi fisici. Tra i vincitori del Premio molti sono simbolo vivente della lotta contro l´oppressione, il fondamentalismo religioso o il lavoro forzato ed in schiavitù. 1988: Anatoli Marchenko - La dedizione a favore dei diritti umani e la democrazia può essere una questione di vita o di morte. Il dissidente sovietico Anatoli Marchenko di origine ucraina ha lasciato una vita da dipendente per dedicarsi attivamente ai diritti umani. Per questo motivo, ha speso 20 anni in prigione ed in campi di lavoro forzato, le cui condizioni crudeli ha descritto nei suoi libri. Per richiamare l´attenzione sul rispetto dei diritti umani in Unione Sovietica è arrivato a ricorrere a vari scioperi della fame. Quello che ha iniziato nel 1986 gli è però costato la vita. In carcere, dopo aver rifiutato di nutrirsi per tre lunghi mesi chiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici in Urss, è morto a 48 anni. È stato l´unico vincitore del Premio Sacharov postumo. 1989: Alexander Dubček - Il politico slovacco Alexander Dubcek divenne la figura di punta del movimento riformista in Cecoslovacchia del 1968. Il suo obiettivo era quello di cambiare il modello sovietico, voleva fornire un "volto umano" al socialismo. Il Parlamento europeo lo ha premiato immediatamente dopo la rivoluzione di velluto del 1989 1990: Aung San Suu Kyi - Il partito politico Lega nazionale per la democrazia ha vinto le elezioni generali del 1990 in Myanmar. Il suo leader, Aung San Suu Kyi, invece di assumere la carica di Primo Ministro, è stata arrestata dalla giunta militare al potere per tacitare la sua richiesta democrazia. Da allora, Aung San Suu Kyi ha speso più di 13 anni agli arresti domiciliari. Immaginate la sua vita di questi anni: non poter viaggiare, non poter comunicare con il mondo esterno, venire separati dai propri affetti, compreso suo marito, morto in Gran Bretagna, ed i suoi figli. Il Parlamento europeo le ha assegnato il premio per il suo coraggio e dedizione ai valori della democrazia e della pace 1994: Taslima Nasreen - "Chi non lotta quotidianamente per la propria vita e libertà non le meritano". Taslima Nasreen, citando le parole di Goethe, ha accettato il premio Sacharov nel 1994. Talisma ha dedicato la sua vita alla lotta contro la repressione delle donne ed il fondamentalismo religioso in Bangladesh. Fautrice di numerosi articoli che le hanno portato aspre critiche e minacce di morte da parte di gruppi religiosi fondamentalisti. Dopo molti anni di minacce, Taslima Nasreen, ha chiesto aiuto al Parlamento europeo, che ha invitato, in una risoluzione, il governo del Bangladesh a fare tutto il possibile per garantirne la sicurezza. Continuato tuttavia in pericolo, è stata costretta a lasciare il paese nel 1999, oggi vive in esilio in India. 1996: Wei Jingsheng - La crudele condizioni in carcere sono state sofferte anche da un altro vincitore del Premio, il dissidente cinese Wei Jingsheng. Anche se inizialmente sostenitore della rivoluzione culturale maoisti, si è poi scoperto deluso e dunque sostenitore della causa della democrazia e dei diritti umani. Nel 1978, ha appeso un poster sul "muro della democrazia" a Pechino chiedendo la democratizzazione della Cina. Dopo questa ed altre iniziative, è stato accusato di cospirazione per rovesciare il governo e condannato a 15 anni di carcere. Ha respirato l´aria di libertà per solo due anni non avendo mai smesso di criticare il regime. A causa del peggioramento del suo stato di salute e grazie alla forte pressione internazionale, il governo cinese lo ha rilasciato nel 1997. Wei vive attualmente negli Stati Uniti. 2002: Oswaldo Payá - È possibile sconfiggere una dittatura con mezzi legali? Oswaldo José Payá Sardiñas lo ha fatto. Quest´attivista cubano non ha creato un esercito di ribelli per la lottare contro il regime di Fidel Castro, ma ha continuato la sua battaglia per riformarne il sistema giuridico. Dal 1990, ha cercato di diventare membro del Parlamento cubano per due volte. Data la risposta negativa del governo, ha co-fondato il progetto "Varela", che mira a garantire la libertà di espressione, la pluralità nelle elezioni e la liberazione di tutti i prigionieri politici. Circa 25. 000 cubani hanno sostenuto le sue idee firmandone il progetto. Il governo di L´avana non solo ha ignorato la richiesta di un referendum, ma nel Marzo 2003 ha mandato in galera due terzi degli attivisti (75 persone). 2005: Hauwa Ibrahim - L´amputazione di una mano per punire un furto? Morte per lapidazione in caso di adulterio? Queste pratiche sono appartenute al Medio Evo, e si pensano estinte ma non lo sono. Restano una realtà in Nigeria settentrionale, dove si applica ancora una forma radicale di sharia islamica. Hauwa Ibrahim è uno dei pochi avvocati che lotta per i diritti umani e contro il fondamentalismo religioso nel paese. Come avvocato difensore, ha patrocinato diversi casi che comportano la pena di morte e crudeli punizioni. Hauwa crede fermamente nell´importanza dell´istruzione quale mezzo di emancipazione delle donne e migliore difesa per coloro che sono costretti ad affrontare le maggiori privazioni. 2006: Aliaksandr Milinkevich - Per diversi anni la Bielorussia è stata considerata l´ultima dittatura in Europa. Il vincitore del Premio Sacharov del 2006, Alexander Milinkevich, ha dedicato la sua vita a trasformare il suo paese in uno Stato democratico nel pieno rispetto dei diritti umani. Candidandosi, Opposizione democratica Unita, per le presidenziali in Bielorussia, Alexander Milinkevich, è venuto a rappresentare un´alternativa al regime imposto da Alexander Lukashenko. Tuttavia Lukashenko ha vinto le elezioni nel 2006, sebbene l´Unione europea e gran parte del mondo hanno considerato il risultato fraudolento. Alexander Milinkevich ha ottenuto il sostegno di oltre il 6% della popolazione. Da quel momento è stato più volte arrestato con vari pretesti. 2007: Salih Mahmoud Osman - Il Sudan è diventato sinonimo di instabilità e sofferenza. Nonostante il costante pericolo, ci sono ancora persone coraggiose che aiutano le vittime della guerra civile. Una di queste è Salih Mahmoud Osman. Offrendo assistenza legale e medica alle persone i cui diritti sono stati violati, ha pagato a caro prezzo. È stato incarcerato dal governo sudanese per più di sette mesi, e membri della sua famiglia sono stati uccisi o espulsi dalle loro case. Non sconfitto né abbattuto ha continuato la sua lotta ed oltre ad aver ricevuto per questo il Premio è attualmente membro del Parlamento nazionale sudanese. .  
   
 

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