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Notiziario Marketpress di
Giovedì 04 Dicembre 2008 |
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RICERCATORE POLARE SOTTOLINEA CHE OCCORRONO URGENTEMENTE NUOVI DATI
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Bruxelles, 4 dicembre 2008 - Nonostante i rapidi cambiamenti climatici nell´Artico e l´importanza della calotta polare nel regolare il clima, sappiamo ancora relativamente poco sui processi che stanno dietro alla formazione del ghiaccio del Polo Nord. Tra i ricercatori che tentano di approfondire la nostra conoscenza sull´estremo nord, c´è la professoressa Nalân Koç. Originaria della Turchia, la professoressa Koç ha passato la maggior parte della sua vita lavorativa dall´altra parte dell´Europa, dove attualmente guida il Programma sul clima polare presso l´Istituto polare norvegese (Npi) a Tromsø. In un intervista con il Notiziario Cordis, la professoressa Koç ha spiegato cosa lei e i suoi colleghi in tutto il mondo stanno facendo per migliorare la nostra conoscenza sul clima polare e affrontare alcune delle più urgenti questioni affrontate oggi dai ricercatori polari. La professoressa Koç ha posto l´attenzione sul fatto che l´Artico si sta riscaldando molto più in fretta del resto del mondo e che questo avviene in modo sempre più veloce. Una ragione è il circolo positivo di ritorno innescato dalla riduzione della calotta polare. La bianca superficie del ghiaccio riflette gran parte dell´energia solare verso lo spazio. Con lo sciogliersi del ghiaccio, la superficie scura dell´oceano prende il suo posto e assorbe gran parte dell´energia solare in arrivo, causando così un maggiore riscaldamento dei mari e un ulteriore scioglimento dei ghiacci. Più ghiaccio si scioglie, più energia viene assorbita. Nel suo ultimo rapporto, redatto nel 2007, l´Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change - Panel intergovernativo dei cambiamenti climatici) ha previsto la sparizione del ghiaccio artico entro l´estate del 2008. Da allora, sia l´estensione che lo spessore dello strato di ghiaccio polare si sono ridotti drasticamente, costringendo gli scienziati a rivedere le loro previsioni; alcuni ritengono che lo strato di ghiaccio potrebbe sparire in soltanto cinque anni se il tasso di scioglimento continua. Questo solleva la questione su perché i modelli informatici sul clima non sono riusciti a prevedere questo rapido declino. Infatti, i modelli climatici sono relativamente carenti nel prevedere il clima polare; mentre gran parte dei modelli sono daccordo su quello che succederà oltre i 60 gradi nord (a livello della Scandinavia meridionale), non c´è lo stesso accordo su ciò che succederà più vicino al polo. "Questo perché i processi del clima artico non sono studiati o capiti allo stesso modo," ha spiegato la professoressa Koç. La distanza dell´Artico e le condizioni ambientali estreme rendono l´esecuzione di ricerche difficile logisticamente e costose. L´npi è coinvolto in una serie di iniziative che raccolgono informazioni sull´Artico, incluso il progetto Damocles ("Developing Arctic modelling and observing capabilities for long-term environmental studies"), finanziato dall´Ue, che sta raccogliendo dati preziosi sull´ambiente artico e sui processi che avvengono sulla superficie oceanica dove il mare, il ghiaccio e l´atmosfera interagiscono tra di loro. "L´npi sta lavorando sui processi di superficie ad alte latitudini per potere offrire ai modellatori le formule giuste affinché i loro modelli possano funzionare meglio," ha detto la professoressa. Tra le altre cose, ha aggiunto, bisogna migliorare la nostra classificazione dei diversi tipi di ghiaccio e neve, e indagare su come essi influiscono sulla riflettività della calotta di ghiaccio. Occorre anche aumentare la conoscenza su come esattamente inizi a crescere il ghiaccio marino e cosa causa il suo sciogliersi. Quali sono quindi le più urgenti questioni che gli scienziati devono affrontare? In cima alla lista della professoressa Koç c´è l´approfondimento della conoscenza sui processi dei ghiacci e della neve; questo ci aiuterà a migliorare l´accuratezza dei parametri inseriti nei modelli climatici. Al secondo posto c´è il bisogno di ulteriori informazioni sulle dinamiche dei ghiacciai: i ghiacciai dell´Artico si stanno sciogliendo in fretta, mentre quelli dei modelli climatici tendono ad essere statici perché gli scienziati non dispongono dei dati necessari per modellarli adeguatamente. Un´altra questione importante sul programma della ricercatrice è la Corrente del golfo. I dati indicano che la salinità dell´Oceano Atlantico sta diminuendo e che i fiumi siberiani in futuro scaricheranno sempre più acqua dolce nelle acque polari. Questo cambiamento della salinità probabilmente produrrà degli effetti sulla Corrente del golfo, ma non sappiamo ancora come o quale sarà la soglia. Tuttavia, mentre i ricercatori raccolgono i dati, l´Artico continua a cambiare. Insieme all´Istituto Alfred Wegener in germania, l´Npi sta studiando i cambiamenti nello stretto di Fram, attraverso cui l´acqua più calda dell´Atlantico fluisce nell´Artico, e l´acqua fredda ne defluisce. "Dal 1984 la temperatura dell´acqua che fluisce nell´Artico è aumentata di 2°C," ha fatto notare la professoressa Koç, aggiungendo che la temperatura dell´acqua che defluisce dall´Artico è aumentata più o meno allo stesso modo. Inoltre, durante gli ultimi tre inverni i fiordi dell´arcipelago norvegese Svalbard sono rimasti privi di ghiaccio. Questo cambiamento è avvenuto improvvisamente; negli anni precedenti i fiordi contenevano una buona quantità di ghiaccio. Secondo la professoressa Koç il fenomeno è dovuto ai cambiamenti nella circolazione atmosferica che spinge acqua più calda dall´Atlantico verso i fiordi per tutto l´anno. La sfida è ora di determinare se questo cambiamento è dovuto ai cambiamenti climatici. I nuclei di ghiaccio e di sedimento possono aiutarci a capire come il clima cambiava in passato. "È necessario effettuare molti monitoraggi per estendere le nostre registrazioni nel futuro," ha concluso la professoressa Koç. Per ulteriori informazioni, visitare: Norwegian Polar Institute: http://npweb. Npolar. No/english Progetto Damocles: http://www. Damocles-eu. Org/ Istituto Alfred Wegener: http://www. Awi. De/en/home/ . |
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