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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Settembre 2006
 
   
  ARMI ITALIANE IN MEDIO ORIENTE: UN’INCHIESTA DI MICROFINANZA MENTRE I FONDI PENSIONE USA DISINVESTONO DALLE IMPRESE IN AFFARI COL SUDAN O CON L’IRAN, TRA IL 2001 E IL 2004 TEHERAN E KHARTOUM INSIEME A LIBIA, SIRIA E LIBANO, IN QUEL PERIODO CONTROLLATO DA DAMASCO, HANNO RICEVUTO ARMI DALL’ESTERO PER 327 MILIONI DI DOLLARI. NEGLI STESSI ANNI L’IRAN HA COMPRATO MATERIALE PER REATTORI NUCLEARI PER 286 MILIONI DI DOLLARI. IN TESTA AI FORNITORI, RUSSIA, CINA E ITALIA

 
   
   Vicenza, Trento 19 settembre 2006 - Mentre i fondi pensione dei dipendenti pubblici statunitensi scelgono di disinvestire dalle imprese in affari col Sudan per protesta contro il genocidio nel Darfur o da quelle coinvolte nella proliferazione nucleare in Iran, il database del commercio estero delle Nazioni Unite rivela che tra il 2001 e il 2004 Iran, Sudan, Libia, Siria e il Libano, in quel periodo controllato da Damasco, hanno ricevuto armi, munizioni e sistemi di puntamento dall’estero, inclusi paesi occidentali, per oltre 327 milioni di dollari. L’iran, inoltre, ha importato nello stesso periodo materiale per reattori nucleari per 286 milioni di dollari. In testa ai fornitori dei sistemi d’arma, e anche del nucleare, la Russia con 86 milioni di dollari di materiali, in gran parte destinati a Teheran, ma anche alla Siria, al Libano e alla Libia. Al secondo posto la Cina con 73,8 milioni, divisi tra Iran e Sudan. Al terzo posto c’è l’Italia con 34,1 milioni di dollari. Il nostro paese, secondo quanto Microfinanza ha trovato nei dati Onu, ha rifornito la Siria per oltre 20 milioni di dollari e il Libano per 13,8 milioni. Una piccola fornitura da 42 mila dollari di 7 tonnellate di «armi non militari» è arrivata anche in Iran nel 2004. Tra i venditori - soprattutto all’Iran che da solo ha concentrato 196,4 milioni di importazioni complessive - ci sono anche Francia (12,8 milioni), Svizzera (11,6 milioni), Cipro (7,5 milioni), che però riesporta materiale proveniente da altri paesi, Turchia (4,5 milioni), Slovacchia (4 milioni), Stati Uniti (3,7 milioni), Germania (3,6 milioni). In particolare dagli Usa sono state esportate in Iran nel 2004 «altre armi da guerra» per 106 mila dollari sui 115 mila totali del periodo. Il grosso delle forniture di armi all’Iran arriva nel 2002 ed è costituito soprattutto da carri armati e veicoli blindati (77,4 milioni) e da munizionamento (86,9 milioni). Mezzi blindati arrivano dalla Russia (63,3 milioni), dalla Cina (4,2 milioni), dalla Slovenia (2,8 milioni), dalla Germania (2 milioni), dalla Bielorussia (1,5 milioni), dalla Gran Bretagna (quasi 1 milione). Nello stesso anno Teheran vende veicoli blindati al Sudan per 5,9 milioni di dollari. Le munizioni provengono in gran parte dalla Cina (52,6 milioni) e dalla Siria (33,5 milioni). A Damasco vendono soprattutto Italia e Russia. Le esportazioni italiane rientrano in quelle autorizzate dal governo e sono state descritte anche nelle annuali relazioni governative. Si tratta di commesse pluriennali da quasi 220 milioni di euro complessivi per apparati di controllo del tiro prodotti dalla Galileo Avionica, oggi controllata dalla Selex Sensors and Airborne Systems (Finmeccanica 75%, Bae Systems 25%), e destinati a carri armati. Nella classificazione Onu sono «parti e accessori di mirini telescopici per armi», ceduti per 11 milioni nel 2002, 7,6 milioni nel 2003 e 1,6 milioni nel 2004. Anche da Mosca arrivano «mirini telescopici» - del resto i mezzi corazzati che la Siria sta ammodernando con tecnologia occidentale sono di produzione sovietica – per un totale di 11,5 milioni di dollari. L’italia è inoltre la prima fornitrice di armi al Libano sotto tutela siriana, per un totale di 13,8 milioni in quattro anni. In questo caso le vendite riguardano armi leggere e munizioni, generalmente fuori dalle autorizzazioni previste dalla legge 185/90 perché classificate come «armi non militari». In Libano esportano anche Cipro, Turchia, Russia e Stati Uniti. Ancora la Russia, ma questa volta insieme alla Francia, sono gli unici venditori registrati di armi alla Libia. In Sudan, invece, esportano, oltre al già citato Iran, la Svizzera, la Cina e la Francia. Inoltre, anche se non è possibile distinguere le forniture civili da quelle militari, come esportatori di apparati radar ai paesi qui considerati troviamo in testa Italia (20,7 milioni di dollari), Francia (13,3 milioni) e Cina (10,4 milioni). L’italia tra il 2001 e il 2004 è la prima esportatrice in Siria (15 milioni) e vende anche al Sudan (4 milioni) e all’Iran (1,6 milioni). Parigi e Pechino in questo campo riforniscono solo Teheran. Per quanto riguarda invece le forniture di materiale nucleare all’Iran, sempre secondo l’Onu nel quadriennio 2001-2004 sono stati venduti reattori nucleari e loro parti per oltre 286 milioni di dollari, quasi solo dalla Russia (285,6 milioni), con cui l’Iran è in rapporti d’affari dalla metà degli anni ’90. Materiali sono arrivati anche dall’Italia per 303 mila dollari, di cui 299 mila per 8,5 tonnellate di merci nel 2001, e dalla Cina per 158 mila dollari. Cifre minori riguardano la Gran Bretagna, la Germania e la Georgia. Ma l’Italia nel periodo considerato ha rifornito di componenti di reattori nucleari in primo luogo la Libia, dove sono state esportate 89 tonnellate di materiale nel 2004 per oltre 1 milione e mezzo di dollari. Del resto il disgelo con Tripoli ha prodotto all’inizio del 2006 una commessa libica da 80 milioni di euro per 10 elicotteri A109 Power Agusta Westland e l’annuncio da parte di Finmeccanica (comunicato stampa del 17 gennaio 2006) della joint venture aeronautica Libyan Italian Advanced Tecnology Company (Liatec), posseduta al 50% dalla Libyan Company for Aviation Industry e al 50% da Finmeccanica e dalla controllata Agusta Westland. Armi, munizioni, sistemi di puntamento Importazioni 2001-2004 di Iran, Libano, Libia, Siria, Sudan (in dollari)
Fornitori Iran Libano Libia Siria Sudan Totale
Russia 66. 667. 514 4. 334. 581 3. 531. 259 11. 484. 238 86. 017. 592
Cina 67. 945. 833 5. 836. 638 73. 782. 471
Italia 42. 834 13. 823. 713 20. 287. 268 34. 153. 815
Siria 33. 723. 018 33. 723. 018
Iran 3. 075. 504 28. 550. 100 31. 625. 604
Francia 4. 191. 420 2. 059. 419 3. 316. 500 2. 257. 733 1. 037. 631 12. 862. 703
Svizzera 11. 576. 874 11. 576. 874
Cipro 7. 547. 642 7. 547. 642
Turchia 4. 480. 545 4. 480. 545
Slovacchia 1. 352. 995 2. 676. 456 4. 029. 451
Stati Uniti 115. 394 3. 532. 139 15. 269 20. 026 3. 682. 828
Germania 3. 588. 263 3. 588. 263
Emirati Arabi Uniti 2. 842. 264 2. 842. 264
Austria 2. 813. 097 2. 813. 097
Slovenia 2. 793. 518 2. 793. 518
Armenia 2. 640. 469 2. 640. 469
Serbia e Montenegro 2. 634. 898 2. 634. 898
Repubblica Ceca 1. 623. 569 1. 623. 569
Bielorussia 1. 556. 842 1. 556. 842
Singapore 1. 058. 010 1. 058. 010
Gran Bretagna 973. 861 973. 861
Uruguay 844. 868 844. 868
Nuova Zelanda 504. 806 504. 806
Albania 122. 359 122. 359
Totale 196. 412. 263 40. 078. 064 6. 863. 028 37. 104. 743 47. 021. 269 327. 479. 367
Fonte: elaborazione Microfinanza su dati Un Statistics Division, database Comtrade. Reattori nucleari e loro parti Importazioni 2001-2004 dell´Iran (in dollari)
Fornitori 2001 2002 2003 2004 Totale
Russia 58. 942. 792 172. 790. 535 34. 425. 104 19. 500. 688 285. 659. 119
Italia 299. 292 3. 740 303. 032
Cina 45. 826 112. 516 158. 342
Gran Bretagna 81. 321 81. 321
Germania 18. 820 18. 820
Georgia 2. 364 2. 364
Totale 59. 242. 084 172. 840. 101 34. 558. 804 19. 582. 009 286. 222. 998
Fonte: elaborazione Microfinanza su dati Un Statistics Division, database Comtrade. .
 
   
 

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