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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Dicembre 2008
 
   
  IMMIGRAZIONE - VIA LIBERA DALL´ASSEMBLEA LEGISLATIVA AL PROGRAMMA TRIENNALE 2009-2011 PER L´INTEGRAZIONE SOCIALE DEI CITTADINI STRANIERI. LE LINEE GUIDA SONO ALFABETIZZAZIONE, MEDIAZIONE E ANTIDISCRIMINAZIONE. IN EMILIA-ROMAGNA OLTRE 100 MILA PERSONE CON PERMESSI DI SOGGIORNO DI LUNGA DURATA, 40 MILA FIGLI DI GENITORI STRANIERI NATI IN REGIONE.

 
   
   Bologna, 17 dicembre 2008 – Alfabetizzazione, mediazione, antidiscriminazione. Sono le tre linee d’indirizzo del Programma triennale 2009-2011 per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri, che ha ottenuto oggi il via libera dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-romagna. Uno strumento di programmazione “trasversale”, previsto dalla legge regionale 5 del 2004 sull’immigrazione, che pone al centro delle programmazioni di settore – in base a un approccio complesso e unitario – il tema della crescente presenza di migranti sul territorio. Qualche dato: negli ultimi anni in tutta l’Emilia-romagna sono aumentate le persone titolari di permessi di soggiorno di lunga durata (che si ottiene dopo cinque anni e non necessita del rinnovo annuale). Dalle 41. 228 del 2004 sono diventate infatti 65. 817 del 2005, 82. 679 del 2006 e 100. 393 del 2007, collocando l’Emilia-romagna ai primi posti tra le regioni italiane. Ancora: sono 40 mila i figli di genitori stranieri, nati tra Piacenza e Rimini. Bambini e ragazzi dalla famiglia d’origine straniera, la cui esistenza però è cominciata e si sta sviluppando a tutti gli effetti in Emilia-romagna. “Giovedì 18 dicembre è la Giornata internazionale dei migranti – ha ricordato oggi l’assessore alle Politiche sociali Anna Maria Dapporto – ; l’approvazione del Programma triennale mi sembra un contributo importante da parte della Regione a questa data così significativa. Il cambiamento in senso interculturale della società regionale è già in essere; le proiezioni demografiche prevedono che nei prossimi vent’anni ci sarà un raddoppio della presenze di stranieri. Questa crescita rappresenta uno dei più importanti processi di cambiamento, ma al tempo stesso, come spesso succede di fronte a forti mutamenti sociali, innesca in parte della popolazione sentimenti di diffidenza e chiusura. Voglio però ricordare che la percezione secondo cui prevarrebbero i ‘costi dell’integrazione’ rispetto ai ‘benefici per l’economia’ non corrisponde affatto alla realtà”. Gli immigrati e l’economia regionale Operai, assistenti familiari, infermieri, piccoli imprenditori: l’apporto dei lavoratori immigrati alla “creazione” di ricchezza in Emilia-romagna (Pil) è stato nel 2006 pari al 11,3% del totale (Fonte Unioncamere), mentre nel 2005 era del 10,8%. A livello nazionale, il gettito contributivo Inps 2007 dei lavoratori stranieri pesa per oltre il 10% sul totale. In Emilia-romagna si stima che i contributi previdenziali Inps derivanti dai lavoratori dipendenti stranieri si attestino su circa un miliardo di euro (anno 2007). Viceversa, sul versante delle prestazioni pensionistiche erogate a persone straniere, risulta che non superano l’1% della spesa pensionistica totale (anno 2006). Rispetto all’apporto in termini di gettito fiscale che deriva da lavoratori dipendenti e autonomi, una recente ricerca del Dossier statistico Immigrazione della Caritas 2008 stima un totale – a livello nazionale – di imposte generate dalla presenza di immigrati di circa 3,7 miliardi di euro, e dunque una ricaduta a livello regionale superiore ai 400 milioni di euro. Il Programma triennale Tre gli obiettivi strategici triennali previsti dal Programma. Primo, la promozione dell’apprendimento e dell’alfabetizzazione della lingua italiana per favorire i processi di integrazione e consentire ai cittadini una piena cittadinanza. Il percorso di apprendimento alla lingua va considerato nell’ambito di un processo più complessivo di conoscenza dei principi di educazione civica italiana; occorre inoltre dedicare un’attenzione specifica alle donne straniere, per rispondere a eventuali situazioni di isolamento. Secondo obiettivo, la promozione di una piena coesione sociale attraverso processi di conoscenza, formazione e mediazione da parte dei cittadini stranieri immigrati e italiani. Terzo, la promozione di attività di contrasto al razzismo e alle discriminazioni, lavorando su più aspetti: prevenzione ed educazione, sostegno a progetti e azioni per eliminare alla base le situazioni di svantaggio, opportunità di orientamento, assistenza e consulenza legale, e un lavoro costante di osservazione del fenomeno nel territorio regionale, con particolare attenzione al ruolo dei mezzi di informazione. .  
   
 

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