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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Dicembre 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: SARKOZY STILA IL BILANCIO DELLA PRESIDENZA FRANCESE

 
   
  Strasburgo, 17 dicembre 2008 - Nicolas Sarkozy ha illustrato all´Aula il bilancio della sua presidenza dell´Ue e i risultati dell´ultimo Vertice. Ha in particolare sottolineato i successi ottenuti nell´affrontare il conflitto in Georgia, la crisi economica e il pacchetto climatico. Ha ribadito la necessità di un´Europa forte, unità e più ambiziosa, che poggi sulle nazioni. Molti deputati hanno apprezzato i risultati ottenuti, ma altri hanno criticato il compromesso sul clima e sul trattato di Lisbona. Aprendo il dibattito, il Presidente Pöttering ha sottolineato che Nicolas Sarkozy ha assunto la Presidenza dell´Ue in un momento in cui erano necessarie azioni e negoziazioni e «lei ha raccolto le sfide in Georgia, sulla crisi finanziaria e su altri problemi». Dichiarazione della Presidenza in carica - Nicolas Sarkozy ha anzitutto ricordato che quando la Francia ha assunto la Presidenza la situazione dell´Ue era caratterizzata dall´interruzione del processo di ratifica del trattato di Lisbona a seguito del referendum irlandese. Allora, ha aggiunto, non si immaginava che sarebbe scoppiata una guerra in Georgia e che vi sarebbe stata una violenta crisi finanziaria ed economica. La Presidenza, ha quindi spiegato, ha organizzato la sua azione sulla base di due presupposti: il mondo ha bisogno di un´Europa forte e lo può essere solo se resta unita. Un´europa forte, ha spiegato, non si contenta di seguire la linea di altri, ma ha proprie idee e non evita i problemi. Dopo aver descritto quanto realizzato dalla Presidenza per porre fine al conflitto georgiano, ha sottolineato che l´Europa si è assunta le sue responsabilità, contrariamente a quanto aveva fatto in Bosnia dove si è limitata a seguire l´iniziativa Usa. Riguardo alla crisi finanziaria, ha rilevato che non è nata nell´agosto 2007, bensì nel settembre 2008 quando gli americani hanno deciso di lasciare fallire Lehman Brothers. Ha quindi ricordato le iniziative della Presidenza per ottenere un consenso di tutti gli Stati membri su un piano di salvataggio delle banche coordinato a livello Ue, ripreso poi dagli Usa, e che ha evitato «la distruzione del sistema bancario europeo». Sarkozy ha anche ricordato le iniziative europee volte a definire un piano globale per il rilancio dell´economia, come il G20 e il Vertice di Washington. Il Presidente ha voluto sottolineare il ruolo importante che deve svolgere l´Europa per la pace in Medio Oriente promuovendo il dialogo e non limitandosi a fornire solo assistenza finanziaria. In proposito, ha ricordato che tra i cinque vice segretari dell´Unione per il Mediterraneo figurano un israeliano e un palestinese. Riguardo al clima, il Presidente ha osservato che per alcuni si chiede troppo all´industria, mentre per altri troppo poco, ma ha sottolineato l´obiettivo 20/20/20 è stato mantenuto. In proposito ha affermato che sarebbe stato insensato e irresponsabile rinunciarvi, soprattutto se l´Ue intende convincere gli altri partner a fare uno sforzo sul fronte ambientale. Il compromesso, che evita anche i problemi sociali che avrebbero potuto porsi in alcuni Stati membri orientali, è stato approvato all´unanimità perché «la scelta ambientale non deve essere subita, ma rivendicata» e ciò conferisce maggiori garanzie circa la sua attuazione e più credibilità all´Europa. In proposito, ha sottolineato che la presenza vigile del Parlamento europeo ha rappresentato un fattore di convincimento per gli Stati membri più reticenti. In merito all´immigrazione, il Presidente ha rilevato che non è ipotizzabile che 27 Stati membri che hanno abolito le frontiere interne non si dotino di una politica comune, le cui prime basi sono state poste durante questo semestre. Sulla difesa, ha sottolineato che la politica europea deve essere complementare a quella della Nato. Riguardo al trattato di Lisbona, il Presidente ha invece insistito sul fatto che l´unica soluzione consiste nel ripetere il referendum in Irlanda, come poi si è deciso. Per ottenere un compromesso, ha spiegato, è stato necessario garantire a ogni Stato membro che avrebbe mantenuto un commissario. Inoltre è stato deciso che gli Stati membri che hanno già ratificato il trattato non dovranno ripetere l´operazione e che, prima del prossimo allargamento dell´Ue, sarà necessario aggiungere al trattato di adesione il "protocollo irlandese" e la questione del numero dei deputati europei, visto che le prossime elezioni si svolgeranno sulla base del trattato di Nizza e alcuni Stati membri hanno ottenuto un aumento della loro rappresentanza da quello di Lisbona. Tirando le somme, il Presidente ha affermato che se non si è capaci di raggiungere un compromesso in 27, «non vale la pena avere un ideale europeo», che significa ascoltare gli altri e cercare di trovare assieme una via comune per superare i problemi. In proposito, ha voluto ringraziare il Parlamento europeo, con il quale è stato «molto facile, gradevole e utile intrattenere numerosi contatti». Tutti, ha aggiunto, «avete dimostrato la volontà di fare progredire, ognuno alla vostra maniera, l´Europa». Il Parlamento, ha ribadito, «è stato un elemento decisivo per ottenere dei risultati». Al riguardo, ha osservato, sorridendo, che «è stato più facile discutere, lavorare e negoziare con il Parlamento europeo che con taluni altri interlocutori». Ha poi ringraziato il Presidente della Commissione, «poiché non sarebbe stato possibile raggiungere i risultati ottenuti dalla Presidenza senza il nostro lavoro mano nella mano con Barroso». Il Presidente ha poi voluto ringraziare i capi di Stato e di governo, spiegando che «non si può costruire l´Europa contro gli Stati». In proposito, ha aggiunto che «l´Europa non è nemica delle nazioni e le nazioni non sono nemiche dell´Europa». Sottolineando che se non avesse cercato di capire i problemi di ogni governo non ce l´avrebbe fatta, ha osservato che è un errore «voler passare sulla testa di coloro che sono eletti nel proprio paese» perché ciò non corrisponde a un ideale europeo, bensì all´«integralismo. Voler costruire l´Europa contro le nazioni, ha insistito, «sarebbe un errore storico». Infine, il Presidente Sarkozy ha voluto fare un´osservazione personale: «durante i sei mesi di presidenza ho imparato molto e ho apprezzato tanto questo lavoro . Perché quando si ha la fortuna di dover risolvere problemi di 27 paesi per sei mesi, si guadagna in tolleranza e i apertura di spirito e si capisce che l´Europa è senza dubbio la più bella idea inventata nel Xx secolo». «Ho cercato di fare muovere l´Europa - ha proseguito - ma è l´Europa che mi ha cambiato». Ha poi affermato di credere fermamente che ogni capo di Stato e di governo dovrebbe avere questa responsabilità, così capirebbe che i problemi che affronta nel proprio paese, spesso non possono essere risolti che in accordo con i vicini, capirebbe che, aldilà delle differenze, ci sono tante cose che ci riavvicinano e, infine, capirebbe la cosa più importante: è più facile per l´Europa avere grandi ambizioni invece di ambizioni piccole piccole». Allora, ha concluso, «che l´Europa resti ambiziosa e capisca che il mondo ha bisogno che prenda decisioni!», poiché i problemi bisogna risolverli subito. I deputati gli hanno tributato un lungo applauso. Dichiarazione della Commissione - José Manuel Barroso ha sottolineato che raramente l´Europa si è potuta fregiare di risultati così positivi e anche di un triplo successo. «In una situazione difficile, di crisi e d´urgenza - ha aggiunto - si sono ottenuti progressi notevoli per il futuro dell´Europa e degli europei». Aldilà delle conclusioni importanti nel campo della sicurezza e della difesa, dell´Unione del Mediterraneo e del nuovo partenariato orientale, il Presidente della Commissione si è soffermato sul trattato di Lisbona, sul rilancio economico e sul pacchetto clima/energia. In proposito, rendendo omaggio alla Presidenza e al Parlamento europeo, ha rivendicato il ruolo svolto dalla Commissione in questi successi, dimostrando di «essere una leva indispensabile per trasformare aspirazioni politiche in azioni concrete». Interventi in nome dei gruppi politici - Joseph Daul (Ppe/de, Fr) Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha salutato gli sforzi della presidenza francese che, a suo parere, hanno aiutato a conquistare il rispetto mondiale per le politiche europee in materia di cambiamenti climatici e immigrazione, nonché la sua risposta coordinata alla crisi finanziaria. Il sangue freddo della presidenza e il suo pragmatismo, ha aggiunto, hanno permesso la protezione coordinata dei depositi di risparmio e la ricapitalizzazione delle banche, evitando così una reazione a catena dove migliaia di posti di lavoro avrebbero potuto essere persi. Ha quindi evidenziato che è l´economia sociale di mercato che garantisce equità tra l´amministrazione e la forza lavoro. Ha poi ringraziato la presidenza per i risultati dei negoziati sui cambiamenti climatici. Questo complesso accordo tra 27 Stati membri, ha proseguito, proteggerà sia l´ambiente sia i posti di lavoro, e l´Unione europea deve ora guidare la lotta mondiale contro i cambiamenti climatici, incalzare i peggiori inquinatori affinché agiscano e ricercare impegni tangibili presso il Presidente Obama. L´unione necessita di più stabilità politica e di maggior efficacia nella presa di decisioni e, ha quindi concluso, il trattato di Lisbona offre «gli strumenti per portare a termine questo compito». Per Martin Schulz (Pse, De) il bilancio della Presidenza francese «non è niente male» e, al riguardo, ha sottolineato il grande successo ottenuto sul pacchetto clima/energia. Ha poi osservato che nel compromesso sulle emissioni di Co2 delle auto «c´è molto Sacconi e un po´ di Sarkozy» e quest´ultimo ha quindi fatto bene a sottolineare il ruolo del Parlamento. Si tratta di un accordo, ha spiegato, che trova l´equilibrio tra necessità economiche e obblighi ecologici. Ha pertanto annunciato che il suo gruppo voterà a favore del pacchetto, precisando però che l´accordo in prima lettura deve essere considerato un´eccezione. In merito alla crisi finanziaria, ha rilevato che le sperequazioni sociali sono dovute a una sbagliata ridistribuzione degli utili e che ciò rappresenta una vera e propria «bomba a orologeria». Si tratta di una priorità che la Presidenza ha affrontato, «ma forse un po´ troppo tardi». Riguardo al trattato di Lisbona, ha detto di accettare le conclusioni del Consiglio, precisando però che le concessioni non serviranno a niente se in Irlanda non vi è un governo coraggioso che difenda il trattato. In conclusione, osservando le molte cose positive compiute, ha affermato che la Presidenza francesca ha fatto progredire l´Europa. Per Graham Watson (Alde/adle, Uk) la qualità della presidenza francese è «quasi fiabesca»: cavalcando in soccorso della «nostra signora della Georgia» e dando il benvenuto al ballo alla «Cenerentola di Londra». La presidenza non ha scelto le proprie sfide, ha proseguito, ma le ha affrontate con energia, entusiasmo e creatività. Ne ha quindi lodato gli sforzi per ristabilire la fiducia nei mercati ed evitare il protezionismo. Ha poi sollecitato il Consiglio a ridurre l´Iva sui prodotti a basso consumo di energia o che ricorrono a energie rinnovabili al fine di aiutare l´industria e l´ambiente. Si è poi compiaciuto per il rinnovato impegno al sostegno delle finanze pubbliche e ad un rapido ritorno agli obiettivi di bilancio a medio termine. La presidenza sembra aver trovato una risposta fattibile alle preoccupazioni irlandesi sul nuovo trattato, aggiungendo che «Se Parigi valeva una messa, Dublino vale un commissario». Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, pur ritenendo che le deroghe «faranno scendere il prezzo dei carbonio, taglieranno le impennate dei prezzi e sarà più difficile raggiungere gli obiettivi della riduzione di emissioni», ha assicurato il sostegno del suo gruppo al compromesso. Daniel Cohn-bendit (Verdi/ale, De) ha riconosciuto il volontarismo di Sarkozy, ma ha anche osservato che il Presidente non si è attenuto a quanto affermato a luglio in merito all´unanimità «che uccide la democrazia». A suo parere, il Presidente «riduce il Parlamento europeo a un viagra per i governi», quando in realtà «non è il nostro ruolo di essere utilizzati affinché gli altri facciano quanto non vogliono fare». Ha poi sostenuto che «nessuno qui vuole fare l´Europa contro le nazioni». Criticando poi l´atteggiamento della Cancelliera tedesca che ha difeso l´industria tedesca nell´ambito del pacchetto climatico, ha sottolineato che il Presidente «ha dovuto fare dell´egoismo nazionale degli uni e degli altri un compromesso» che il Parlamento dovrà, «in un certo qual modo», giudicare. Ha quindi annunciato il suo voto contrario sostenendo che il voto in prima lettura rappresenta un «ricatto». Ha quindi accusato Sarkozy di ridurre la Commissione a segretariato del Consiglio, sostenendo che è a questo che è servita. Ha poi affermato che il ruolo degli eurodeputati «non è di inginocchiarsi ai partiti nazionali ma di difendere l´interesse europeo». Sul piano di rilancio economico, il leader dei Verdi ha sostenuto che il Presidente non ha fatto niente contro il nazioanlismo economico tedesco e ha criticato il fatto che il piano di Obama sia più ambizioso di quello europeo (3-4% contro 1,5% del Pil). Infine, rilevando l´arresto di un dissidente cinese, ha accusato Sarkozy di farsi umiliare dalla Cina per non umiliarla. Cristiana Muscardini (Uen, It) ha esordito affermando che, facendo parte di un gruppo che si chiama Unione per l´Europa delle Nazioni, ha apprezzato in modo particolare le parole del Presidente. La Presidenza, ha proseguito, «ha dimostrato che ci può essere il progetto di un´Europa politica» se si ha «il coraggio che è stato dimostrato nel conflitto tra Russia e Georgia e la capacità di gestire la crisi finanziaria con nuovi metodi di lavoro e interpretazioni aperte contro la rigidità del patto di stabilità». Ha poi apprezzato una Presidenza «che ha riposizionato la politica al centro del dibattito e di conseguenza ha riposizionato l´Europa al centro del dibattito mondiale». Si è inoltre detta convinta che l´indipendenza della Bce «deve significare il suo dovere di confrontarsi più tempestivamente con le istituzioni». Infatti, ha spiegato, «è ormai dimostrato che le crisi non possono essere risolte dalle banche centrali se non c´è a monte una chiara visione politica e una condivisa strategia di sviluppo». La definizione del pacchetto clima-energia, ha poi affermato, «è un grande successo e una speranza per il futuro», insieme all´Unione per il Mediterraneo, «strada maestra per la pace e lo sviluppo». Ha poi osservato che rimangono aperte alcune priorità, augurandosi che possano essere risolte dalla prossima Presidenza. Oltre all´immigrazione, al controllo delle frontiere e al rilancio dell´agricoltura, vi è anche «la reale parità salariale tra uomo e donna». Mentre l´Europa parla di equiparazione tra uomo e donna attraverso l´età pensionabile, ha spiegato, «sarebbe opportuno cominciare a ottenere la parità salariale». In seguito, ha ritenuto che la soluzione di un Commissario per ogni paese è quella «più giusta» e ha quindi ringraziato la Presidenza francese «per aver riportato in vita questa proposta». Infine, sulla crisi finanziaria, ha detto di sostenere il Presidente nella richiesta di una riforma del sistema «che si basi sulla capacità di far prevalere l´economia reale sulla finanza, i beni effettivi rispetto ai beni di carta». Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) ha sostenuto che ricorderemo la Presidenza per la serietà degli avvenimenti che si sono succeduti in questi sei mesi. Tuttavia, vediamo politiche delle quali non abbiamo bisogno, che stanno prendendo piede. Evidenziando l´importanza per l´Ue del compromesso raggiunto sul pacchetto climatico, ha però affermato che non si tratta di un accordo storico. Se questo diventa il modello a cui fare riferimento, ha aggiunto, non raggiungeremo alcuni degli obiettivi fissati dalla comunità scientifica e mondiale. In conclusione ha affermato che il suo gruppo non si congratula per la pressione esercitata dal Consiglio sui cittadini irlandesi: non si possono essere trattati in questo modo, bisogna ascoltarli e capirli. Nigel Farage (Ind/dem, Uk) si è complimentato con la presidenza francese per «la sua energia e il suo dinamismo», pur rammaricandosi che i suoi obiettivi siano stati quelli di «dotare l´Unione di maggiori poteri». Ha quindi reclamato per quello da egli stesso definito «uno sconvolgente attacco al Presidente Klaus», portato avanti dal leder dei Verdi Daniel Cohn-bendit nel corso del recente incontro tenutosi a Praga dei leader dei gruppi politici del Parlamento europeo con il Presidente della Repubblica ceca, in vista della presidenza ceca che avrà inizio a gennaio. Replica della Presidenza - Rivolgendosi al leader del Ppe/de, Nicolas Sarkozy ha affermato di aver apprezzato l´appoggio costante del suo gruppo e il suo sostegno al trattato di Lisbona. A Martin Schulz ha detto che ci vuole coraggio per accettare di parlare con qualcuno che non appartiene alla propria famiglia politica e che il suo gruppo è stato «un partner esigente ma responsabile». Assieme a Joseph Daul è stato possibile «fare avanzare l´Europa». Rispondendo a Graham Watson, ha ricordato che l´ultima volta gli aveva parlato di Carla mentre oggi ha fatto riferimento ad Angela: «ha buoni gusti!», ha esclamato. Tornando serio, ha sostenuto che non si capisce per quale motivo se uno Stato membro vuole ridurre l´Iva su tutti i prodotti può farlo da solo, ma se lo vuole fare su singoli prodotti deve aspettare l´unanimità di tutti i partner. Ha quindi affermato che l´Ecofin di marzo dovrebbe esaminare una proposta al riguardo. Ha poi sostenuto che non è ragionevole che i prodotti puliti costino più cari di quelli inquinanti e che deve quindi essere possibile per gli Stati membri ridurre l´Iva sui prodotti "verdi" se lo auspicano. Si è anche chiesto perché il cioccolato nero gode di un´Iva ridotta e quello al latte, che personalmente preferisce, no. Lo stesso vale, rispettivamente, per i libri e i video, o per i servizi che creano occupazione. Sul numero di commissari, Sarkozy ha sottolineato che se sono 24, 27 o 33 non cambia niente, l´importante è che il Presidente sia dotato di maggiori poteri, per dare una dottrina comune all´insieme del collegio. Riguardo a quanto affermato da Cohn-bendit, il Presidente ha sottolineato che il leader dei Verdi è «cortese, tollerante e simpatico quando lo si incontra in privato, ma appena c´è una telecamera diventa come pazzo». Ha quindi invitato i cittadini a «non credere alle immagini, perché Cohn-bendit vale molto di più». Dopo aver ringraziato Cristiana Muscardini per il suo sostegno, il Presidente ha affermato di aver apprezzato l´appoggio dell´Italia, che non era tanto evidente sul pacchetto climatico. Ha infatti spiegato che il governo italiano e Silvio Berlusconi «hanno agevolato il compito» durante l´ultimo Vertice. Ha poi dato ragione alla deputata riguardo al fatto che deve essere data priorità all´economia reale. Rispondendo a Wurtz e a Farage sul trattato di Lisbona, il Presidente ha sottolineato che sarebbe dittatoriale dover subire il rifiuto di un solo paese che frena gli altri 26, piuttosto che riproporre un nuovo referendum. La verità, ha insistito, è che l´Europa ha bisogno dell´Irlanda e viceversa. In proposito ha sostenuto che se l´Irlanda vuole un commissario è con Lisbona che l´avrà, e l´Irlanda ha ben apprezzato l´iniziativa della Commissione per salvare le banche durante la tempesta finanziaria. Riguardo alla polemica con il Presidente ceco, Sarkozy ha detto di aver apprezzato l´atteggiamento coraggioso e ragionevole del Presidente Pöttering: ognuno vuole essere rispettato, «ma per essere rispettato occorre rispettare gli altri», e molti europei si sono sentiti offesi dalla decisione di levare tutte le bandiere europee dagli edifici pubblici in Repubblica Ceca, «non si trattano così il Presidente del Parlamento, i presidenti dei gruppi politici e i simboli dell´Europa». Ha poi concluso sostenendo che i grandi paesi non hanno più diritti dei piccoli in Europa, ma hanno forse maggiori responsabilità». Interventi dei deputati italiani - Mario Mauro (Ppe/de, It) ha voluto rivolgere i complimenti alla Presidenza francese perché «si è respirato in questi sei mesi un´aria del tempo dei padri fondatori, vale a dire profonde convinzioni che ci hanno dimostrato che ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide». Nel ritenere ciò una «lezione importante venuta dalla Presidenza francese che ha anche aperto un orizzonte molto interessante», ha osservato che «ci ha fatto capire che l´integralismo europeo non è un´opportunità». Inoltre, «il modo equilibrato» con cui è stato gestito il "pacchetto clima", insegna che «l´integrazione non è un valore in sé, ma per la visione che è capace di riportarci tutti quanti ad obiettivi comuni». Se questi insegnamenti sono stati così importanti, ha proseguito, «vale la pena seguire la lezione di coraggio e andare fino in fondo». Più in particolare, sul tema della crisi economica e finanziaria, «varrebbe la pena avere più coraggio e, quindi, che le misure adottate finora venissero corredate da iniziative più decise, come ad esempio l´adozione degli eurobond». .  
   
 

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