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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Dicembre 2008
 
   
  BANCHE: PRESENTATO IL RAPPORTO ABI 2008: NESSUNA CONTRAZIONE DEL PERSONALE ANCHE DI FRONTE ALLA DIFFICILE SITUAZIONE DELL’ECONOMIA E DEI MERCATI INTERNAZIONALI.

 
   
  Roma, 17 dicembre 2008 - Le banche italiane mantengono la capacità di favorire una tenuta dei livelli occupazionali anche a fronte dell’andamento difficile dell’economia e dei mercati internazionali: nel 2007 si conferma un trend di crescita occupazionale dello 0,5%, rispetto al 2006, con i lavoratori che salgono a circa 345. 000. Accanto a ciò, con una percentuale del totale occupati a tempo indeterminato pari al 96%, il settore non presenta in alcun modo una “questione precariato”. Sotto questo aspetto, infatti, lo strumento dell’apprendistato (+2% nel 2007), ulteriormente migliorato nell’ultimo rinnovo contrattuale, continua a rappresentare una giusta soluzione prevista dalla legge per equilibrare esigenze di flessibilità nella gestione delle risorse umane con la possibilità di favorire l’accesso dei giovani nel mondo del lavoro. Si tratta, peraltro, di un importante investimento a cui nella sostanziale totalità dei casi fa seguito l’assunzione a tempo indeterminato alla fine del percorso formativo. Resta alta la qualità professionale con il 31,2% di laureati sul totale dei dipendenti (nel 2005 erano il 25%), mentre prosegue la “corsa” del personale femminile (41,1% del totale occupati a fine 2007, con un aumento dell’1,1% sul 2006 e di 10 punti percentuali dal 1997). Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla sedicesima edizione del Rapporto Abi 2008 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria, presentato oggi a Roma dal Presidente dell’Abi, Corrado Faissola. Alla luce di un anno difficile viene fornito un ampio quadro della posizione competitiva delle banche italiane, anche attraverso numerose informazioni riferite alle risorse umane, alla loro gestione ed al loro costo. Sul fronte della sfida competitiva internazionale, restano criticità per gli intermediari italiani sulla gestione del fattore lavoro: si deve continuare ad agire, quindi, sul divario che permane con i maggiori concorrenti europei a livello dei principali indicatori di costo. Per quanto riguarda la dinamica del costo unitario del lavoro, alla fine dell’anno il dato per i principali gruppi bancari italiani è pari a 70. 000 euro, ma risulta ancora superiore di circa 10. 000 euro rispetto alla media dei Paesi della Ue a 25. Il rapporto del costo del lavoro sul margine di intermediazione vede le banche italiane ancora distanti dalla media europea con un valore pari al 37% rispetto al 34%. Allo stesso tempo il peso del costo del lavoro sui costi operativi complessivi è pari in Italia al 61,3%, rispetto alla media Ue del 53%. Per Corrado Faissola “di fronte alla congiuntura in corso è fondamentale continuare a conciliare le esigenze di competitività delle imprese bancarie con quelle dei lavoratori. Si tratta di un equilibrio più che mai necessario per un settore chiamato a confrontarsi a livello internazionale in termini di sviluppo costante del grado di efficienza e di crescita. Riuscire a farlo creando ‘buona occupazione’ senza alcuna ‘questione precariato’ al nostro interno è una spinta in più”. Faissola ha ricordato anche che “in uno scenario in cui vengono rimessi in discussione modelli di business che, estranei al nostro settore, hanno condotto alla attuale situazione globale, l’industria bancaria italiana è fortemente impegnata ad attenuare gli effetti della crisi sulla produzione e sulle imprese, quindi sulle famiglie. Decisiva, soprattutto in questa fase, si è rivelata la capacità di valorizzare il legame tradizionale con i clienti e il territorio”. Alla presentazione del Rapporto Abi da parte di Giancarlo Durante, Direttore Centrale Abi – Responsabile Area Sindacale e del Lavoro e Luigi Prosperetti, Ordinario di Politica Economica all’Università degli Studi di Milano, hanno fatto seguito gli interventi di Giancarlo Forestieri, Ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università “L. Bocconi”, e di Arturo Maresca, Ordinario di Diritto del lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma. .  
   
 

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