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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Gennaio 2009
 
   
  LA MEZZALUNA E LA SVASTICA I SEGRETI DELL´ALLEANZA FRA IL NAZISMO E L´ISLAM RADICALE

 
   
  Torino, 22 gennaio 2009 - La sconfitta dell’Impero ottomano durante la prima guerra mondiale segnò la fine del Califfato. Dopo secoli di trionfi e conquiste, l’Islam usciva sconfitto sul piano politico e militare. La Palestina era sotto mandato britannico. Gli ebrei di tutto il mondo vennero incoraggiati a raggiungere la loro «Terra promessa» in vista del futuro Stato ebraico. Gerusalemme, sette secoli dopo le Crociate, non era più «Dar al-Islam». In questo contesto, nel 1921, Hag Amin al-Husayni venne nominato mufti di Gerusalemme e divenne il più importante leader islamico del Medio Oriente. Ma chi era questo personaggio, così poco conosciuto in Occidente? A giudizio di Dalin e Rothmann, al-Husayni fu l’assoluto protagonista della nascita del moderno fondamentalismo islamico e della lotta armata (Intifada) contro gli ebrei condotta oggi da numerose organizzazioni terroristiche islamiche. Personalità insieme affascinante e spaventosa, oratore incendiario, rampollo di una delle più notabili famiglie arabe della Palestina (ma dal curioso aspetto «occidentale»: aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri), al-Husayni fu un visionario crudele che in nome del nazionalismo arabo e dell’antisemitismo strinse un’alleanza tattica con il nazismo in forza della quale 100. 000 musulmani combatterono come volontari nelle divisioni tedesche. Tra i più accesi sostenitori della Soluzione Finale, si macchiò direttamente di atti feroci quale il sabotaggio dei negoziati tra i nazisti e gli Alleati per la liberazione di prigionieri tedeschi in cambio della fuga verso la Palestina di 4000 bambini ebrei destinati alle camere a gas. Dopo la guerra, scampato a Norimberga, al-Husayni si divise tra l’Egitto, dove rinsaldò i rapporti con Sayyid Quøb e Hassan al-Bannah, rispettivamente il teorico e il fondatore dei Fratelli musulmani, e Beirut, dove pose sotto la sua ala protettiva un giovane che negli anni successivi diventerà un protagonista della politica mediorientale: Yasser Arafat. Sulla base di una documentazione vasta e rigorosa e di eccezionali documenti inediti (il primo, una lettera del mufti a Hitler, datata 20 gennaio 1941), Dalin e Rothmann offrono il ritratto definitivo del «Führer del mondo arabo», ricostruiscono nei minimi dettagli la sua partecipazione alla guerra al fianco di Hitler e forniscono un importante contributo alla comprensione del passato e del presente del fondamentalismo islamico. Gli autori - David G. Dalin è docente di storia americana presso la Stanford University. Autore di numerosi volumi, collabora regolarmente con le riviste «Commentary», «First Things» e «The Weekly Standard». John F. Rothmann insegna alla University of San Francisco. Autore di numerosi volumi, svolge un’intensa attività di conferenziere sui temi della politica estera americana. Edizioni Lindau pag. 272 / euro 24 .  
   
 

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