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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Febbraio 2009
 
   
  UOMINI E CARNE – IN VENETO LE BISTECCHE PIÙ BUONE DEL MONDO

 
   
  Le bistecche più buone del mondo si producono in Veneto, da bovini di razze specializzate da carne, nutriti con un’alimentazione a base di cereali, allevati secondo tecniche consolidate che garantiscono tracciabilità, salubrità e sicurezza degli animali e del prodotto lungo tutta la filiera. “E’ una certezza produttiva che dobbiamo salvaguardare, valorizzare e rendere riconoscibile ai consumatori”, ha ribadito questa mattina il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato, presentando il volume dal titolo “Uomini e Carne” dedicato alle vicende delle aziende e degli uomini che hanno fatto del Veneto uno dei punti di riferimento mondiale nel comparto. Il libro è stato scritto dai giovani giornalisti Andrea Guolo e Gian Omar Bison, è edito da Franco Angeli ed è stato realizzata in collaborazione Unicarve(associazione Produttori Carni Bovine del Triveneto). Alla sua presentazione sono intervenuti gli autori, il presidente di Unicarve Fabiano Barbisan, il giornalista e macellaio Fabrizio Nonis conduttore del format televisivo “Sconfinando”, il prof. Ulderico Bernardi sociologo dei processi culturali e Accademico della Cucina Italiana, Igino Andrighetto direttore dell’istituto Zooprofilattico delle Venezie e i protagonisti: gli allevatori uomini e donne che hanno creduto e sviluppate questo vero e proprio patrimonio alimentare, costituitosi anche in distretto. “Pur in un’Italia che importa ben oltre la metà della carne bovina che consuma – ha fatto presente Barbisan – il nostro prodotto è conosciuto più dagli addetti ai lavori che dai consumatori”. “Con l’effetto – ha aggiunto il prof. Andrighetto – che il valore aggiunto non resta nel Veneto, ma si scarica in altri territori e su altri segmenti della filiera”. Anche per questo “il settore è in crisi – ha aggiunto Barbisan – e nel 2008 sono stati ingrassati 300 mila capi in meno che nel 2007, mentre la Francia esporta il 18 per cento in più verso l’Italia. Il Paese rallenta, soprattutto il Veneto: se prima portavamo al macello il 42 per cento dei capi italiani, ora è nemmeno il 30 per cento”. “Reagire si può e valorizzare è doveroso – ha affermato Manzato – e sicuramente il prodotto veneto certificato rientra a pieno titolo nel contesto del “logo ombrello” della stella a sette punte affiancata dal Leone alato di San Marco, con il quale la Regione promuove da un paio d’anni l’economia dell’ospitalità e che da quest’anno renderà più facilmente individuabili le sue migliori produzioni agroalimentari. Come Regione – ha concluso – stiamo attivando forme di sostegno all’allevamento, ma soprattutto puntiamo con i produttori ad una politica di riconoscibilità che giunga fino alla ristorazione, dove finora la tracciabilità è lasciata alla discrezionalità”. Sul rilancio del settore e sulle proposte per una nuova “meat economy” del prodotto italiano, i produttori incontreranno a breve anche il ministro delle politiche agricole Luca Zaia. .  
   
 

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