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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Settembre 2006 |
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COSÌ IL TRENTINO AFFRONTA LA SFIDA DEL “BENE ACQUA” E DELLE RISORSE RINNOVABILI
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Trento, 25 settembre 2006 - Non mancano certo i motivi di interesse e curiosità attorno all’iniziativa organizzata – per festeggiare cinque anni di presenza sulla rete internet – da ambientetrentino. It, il portale del Trentino sostenibile. Questo 23 settembre pomeriggio, attorno al tema del convegno: “Acqua ed energia: facciamo luce su due grandi risorse del Trentino”, una tavola rotonda (con gli interventi di due assessori provinciali, Mauro Gilmozzi ed Ottorino Bressanini), una mostra sullo stato dei corsi d’acqua trentini ed un punto informativo sul risparmio energetico. Grande curiosità, poi, per una iniziativa che non ha precedenti in Italia: una degustazione di acque potabili del Trentino. Così come si fa con vini e spumanti degli esperti degustano otto acque potabili di diverse zone del Trentino. “Tra necessità e tutela: per un uso sostenibile della risorsa acqua”, il tema della tavola rotonda, che ha richiamato amministratori, tecnici ed esperti. L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Ambiente Trentino, gli assessorati provinciali all´energia e all´ambiente, il Bim Sarca Mincio Garda e Trentino Servizi. Unendo “acqua ed Energia” si è voluto appunto affrontare in un solo tema due grandi risorse, il cui destino si incrocia nelle vallate alpine, producendo sviluppo e segnando fortemente il territorio. In questo senso l’intervento di Mauro Gilmozzi, assessore all’urbanistica e all’ambiente della Provincia autonoma di Trento, intende proprio fare “lo stato dell’arte” riguardo agli strumenti – prima di tutto legislativi – che ci si è dati in Trentino a tutela delle risorse idriche. “Mi pare infatti importante – dice Gilmozzi – che a fronte di legittime preoccupazioni, ci sia anche la consapevolezza che si è lavorato, e molto, in questi anni, per far sì che il bene acqua trovi difesa, valorizzazione, crescita”. L’assessore Gilmozzi ha fatto puntuale e preciso riferimento a tutta una serie di interventi, ricordando come la struttura provinciale nel suo complesso sia fortemente impegnata su questo fronte. Il riferimento in particolare è al Piano generale per l’Utilizzazione delle acque pubbliche che è lo strumento di governo delle risorse idriche che la Provincia ha adottato d’intesa con lo Stato sulla base del progetto elaborato da un Comitato paritetico composto da rappresentanti di entrambi gli enti. Equivale ad un vero e proprio Piano di Bacino di rilievo nazionale e pertanto le sue previsioni e prescrizioni costituiscono direttive nei confronti degli strumenti di pianificazione territoriale come il Piano Urbanistico Provinciale ed i Piani Regolatori Generali dei Comuni. Il piano è stato reso esecutivo dal decreto del Presidente della Repubblica del 15 febbraio 2006 ed è quindi pienamente in vigore. Raccoglie al suo interno le più aggiornate conoscenze sulla disponibilità e utilizzazione della risorsa idrica e evidenzia le dinamiche e le interrelazioni esistenti fra essa, i bisogni della popolazione, la qualità dell’ ambiente e del paesaggio. Delinea infine precisi e moderni indirizzi rivolti ai cittadini, alle strutture tecniche e amministrative della Provincia e degli Enti locali, affinché vengano adottati criteri più sostenibili nell’utilizzo di questo importante patrimonio. Infatti le Norme di attuazione del piano hanno il concreto obbiettivo di armonizzare il ciclo artificiale con il ciclo naturale delle acque, di contemperare le disponibilità e l’uso delle risorse idriche con la qualità ecologica e paesaggistica degli ambienti acquatici, di potenziare la difesa del suolo, la funzionalità idrologica e la sicurezza idraulica del territorio e di rispondere alle nuove esigenze economiche e di qualità della vita delle popolazioni trentine; il tutto secondo i principi dello sviluppo sostenibile. All’assessore all’energia e alle riforme istituzionali, Ottorino Bressanini, il compito invece di affrontare il tema dell’acqua e delle altre fonti energetiche rinnovabili. Bressanini ricorda come nel Trentino la produzione di energia idroelettrica sia una pratica diffusa, sia nel tempo (molte delle centrali presenti hanno già festeggiato il secolo dalla loro fondazione), sia sul territorio. Esistono 286 impianti di produzione idroelettrica nella nostra Provincia, 206 inferiori ai 220 Kw (con una potenza nominale complessiva di 5,2 Mw) e 80 superiori ai 220 Kw (con potenza nominale complessiva di 730 Mw). Le centrali più rilevanti sono circa 37, di cui ben 24 dell’Enel. Altri soggetti degni di nota nella produzione sono Edison, Primiero Energia e Acsm Primiero. La producibilità media degli impianti si aggira circa sui 4. 000 Gwh. Il consumo energetico complessivo dell’intera provincia di Trento è pari a circa 3/4 di quanto prodotto dai nostri impianti idroelettrici e quindi noi siamo esportatori di energia, per molto di più di ¼ residuo, in quanto utilizziamo massicciamente anche il gas metano per le nostre esigenze energetiche. Per quanto riguarda le altre fonti rinnovabili, Bressanini aggiunge che il Trentino, contando su una buona disponibilità di irradiazione, dovuta alla limpidezza dell’aria, vede molto sviluppata la risorsa solare (insieme a Bolzano siamo stati, fino a poco tempo fa, fra i territori italiani più dotati di questi sistemi). Fino al 2005 la Provincia autonoma di Trento ha finanziato circa 11. 000 impianti di solare termico, per una superficie complessiva di 65. 000 metri quadrati (pari a 15 metri quadrati ogni 100 abitanti) con un risparmio stimato di circa 8. 500. 000 litri di gasolio/anno. Per il fotovoltaico (il cui sistema è stato profondamente modificato con l’introduzione del “conto energia”, dalla fine del 2005) si sono finanziati impianti fino ad una potenza di picco pari a 1. 700 Kw (equivalente ad una piccola centrale idroelettrica). Infine le Biomasse: sono stati finanziati numerosi impianti di teleriscaldamento (ad oggi 7 sono già funzionanti) utilizzando una risorsa, la ripresa di legname annuo (circa 500. 000 mc/anno), che oltre a caratterizzare il nostro territorio (coperto di boschi per più del 50%) ben può considerarsi “pulita”, in quanto trae la propria energia dal sole e pareggia – con la fotosintesi – il bilancio di Co2 della combustione. In questo senso gli interventi degli assessori hanno confermato come nel Trentino, in particolare nei prossimi anni vedremo crescere il significato del binomio Acqua-energia, dal momento che nuove disposizioni costituzionali e di legge determineranno un aumento di responsabilità da parte della Provincia autonoma di Trento nel settore della produzione di energia idroelettrica. L’esperienza regionale, e alpina in genere, dimostra che la sostenibilità è un obiettivo ancora da raggiungere. Solo il 10% del reticolo idrografico alpino è allo stato naturale e sono per lo più i segmenti che si sviluppano a quota più elevata. Se da un lato si impone di migliorare la gestione di questa attività economica per alleggerire la pressione ambientale, da un altro lato è opportuno diffondere la consapevolezza che sono i comportamenti di tutti gli attori in gioco a svolgere un ruolo determinante nel cercare di garantire la sostenibilità del settore. Il significato della giornata di oggi, nella splendida cornice di Castel Toblino, sta dunque proprio nel tentativo di cercare punti di equilibrio in una questione complessa, offrendo uno spaccato degli approcci possibili: il valore culturale ed economico della risorsa idrica, le possibili alternative, la maestria tecnica dispiegata nella realizzazione delle centrali, lo stato dei corsi d’acqua trentini, la bontà e salubrità ecologica delle acque potabili delle nostre valli. La tavola rotonda, moderata da Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino, non ha visto presente, come annunciato, Luciano Barra (segreteria tecnica Direzione Energia del Ministero Attività Produttive). Ma il suo intervento, “ Strategie nazionali ed europee per lo sviluppo e la sostenibilità del settore Energia” è stato comunque diffuso. Quindi, dopo gli interventi degli assessori Gilmozzi e Bressanini, quelli di Lorenzo Cattani (responsabile Enel Unità Business Trentino-alto Adige), Enel e il territorio trentino; di Andrea Leonardi (Università degli Studi di Trento), Energia e sviluppo in Trentino; di Fulvio Forrer (urbanista), Dal degrado del reticolo idrografico alpino ai casi di innovazione; di Michele Bortoli (architetto), Il caso della Valle dei Laghi e Gianfranco Pederzolli (presidente B. I. M. Sarca Mincio Garda), Compensazione tra danni ambientali e produzione di energia. Tra gli interventi quelli di Nicola Dell’acqua (segretario Autorità di Bacino dell’Adige), Eddo Tasin (sindaco di Vezzano), Maurizio Siligardi (ecologo fluviale), Maddalena Di Tolla (presidente Legambiente Trento), Roberto Pinter (consigliere provinciale), Lorenzo Betti (presidente Unione Pescatori del Trentino), Stefano Cavagna (Associazione Italiana Naturalisti), Paolo Negri (Wwf Trentino Alto Adige), Luigi Olivieri (responsabile Ulivo politiche della montagna), Gabriele Venturini (architetto), Giuseppe Gorfer (architetto), Flavio Corradini, Gino Tomasi- Come detto, momento curioso, quello della degustazione di acque potabili del Trentino (in collaborazione con Trentino Servizi e Strada del Vino e dei Sapori “dal Lago di Garda alle Dolomiti di Brenta”). La migliore acqua da bere, è stato detto, non si trova necessariamente in una bottiglia: può scendere dal rubinetto di casa nostra. Sono molte le ragioni che dovrebbero farci preferire l’acqua dei nostri acquedotti rispetto a quella comprata in bottiglia nei supermercati. Innanzitutto l’acqua minerale non è né più pura né più sana della potabile ed è certamente molto più cara. Si pensi che un litro di acqua minerale “griffata” costa più di 1000 litri di acqua di rubinetto. Inoltre, più dell’80% delle acque minerali sono imbottigliate in contenitori di plastica (in Pet), i cui costi di smaltimento ricadono sulla comunità e sulle amministrazioni locali. L’acqua del rubinetto, dati e analisi alla mano, è buona. Tutto diventa allora solo una questione di gusto. È in quest’ottica che si è voluto organizzare una degustazione di acque potabili, la prima in Trentino, ma anche la prima in assoluto in Italia, per incoraggiare i consumatori a bere l´acqua pubblica e a "scoprirne” il gusto. Un evento del tutto inedito. La degustazione di otto diverse acque potabili trentine, per imparare a conoscerne segreti, sapori, specificità e storia. E per diffondere un messaggio naturale ed ecologico. Ricordiamo infine che nelle sale di Castel Toblino sono stati allestiti una mostra sui fiumi trentini (con il contributo del Consorzio Bim Sarca Mincio Garda) ed un punto informativo sul risparmio energetico. . |
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