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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Marzo 2009
 
   
  CONFERENZA NAZIONALE DROGHE. VALDEGAMBERI:”AUMENTANO DIPENDENZE DA GIOCO MA CI SONO PROPOSTE APRIRE CASINO’. IRRESPONSABILE: STATO E ISTITUZIONI NON SOTTOVALUTINO QUESTO PERICOLO SOCIALE PER FARE CASSA”

 
   
  Venezia, 16 marzo 2009 - “In periodi di crisi come quello che stiamo attraversando aumentano le dipendenze provocate dal gioco, dal miraggio di soldi facili e veloci. Infatti i dati che ci forniscono i servizi regionali per le dipendenze confermano l’aumento di queste schiavitù anche se il dato è ancora quasi del tutto sommerso“. Lo ha detto Stefano Valdegamberi, assessore alle politiche sociali della Regione Veneto e coordinatore della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni intervenendo il 12 marzo pomeriggio a Trieste alla sessione pomeridiana della prima giornata della Conferenza nazionale contro le droghe, dedicata appunto alle politiche e alla programmazione delle Regioni nel settore. L’esponente del Governo veneto ha lanciato un affondo ad alcuni enti locali e anche ad alcune ipotesi statali: “La febbre del gioco - ha detto - non sembra dare alla testa solo alle persone in difficoltà economiche o con disagio sociale ma anche a certi enti pubblici e addirittura allo Stato da cui provengono proposte di aprire casinò nelle città per avere maggior gettito economico. Ritengo siano cose che vanno stroncate sul nascere, proposte irricevibili e irresponsabili che non solo sottovalutano il pericolo sociale che la realizzazione di queste idee provocherebbero ma finirebbero per lucrare sulla rovina di tante famiglie che dovrebbero poi essere aiutate dai servizi sociali! Per quanto mi riguarda chiederò ai ministeri competenti che siano ritirate dai bar e dai luoghi deputati tutte le mini slot e le altre macchinette mangiasoldi proprio per impedire il diffondersi di questa nuova piaga sociale”. Sugli altri punti dell’articolata questione relativa alle dipendenze Valdegamberi ha sottolineato, tra l’altro, che “essa è frutto della cultura del nostro tempo, di un vuoto valoriale, di un’emergenza educativa, di mancanza di punti di riferimento per i giovani che con le famiglie in crisi si rifugiano nel mondo artificiale delle sostanze e dell’alcol. La società produce messaggi e modelli contraddittori che mandano in confusione i ragazzi; le agenzie educative, dalla famiglia alla scuola, non fanno più presa su una gioventù bombardata dalle immagini dell’apparire a tutti costi, del facile successo, immagini che allontanano in modo drammatico dalla vita reale con le sue difficoltà, le sue esigenze di responsabilità e di sacrificio“. L’assessore veneto ha ricordato anche la principale caratteristica, quella vincente, del modello veneto nel campo della lotta contro le dipendenze: l’integrazione tra sociale e sanitario che comporta una presa in carico complessiva, sociale e familiare, della persona con problemi di dipendenza. “E’ una strada giusta - ha detto - che va continuata e che deve dedicarsi in modo più pregnante alla presa in carico anche del contesto familiare perché una situazione di droga o di alcolismo non può essere affrontata a compartimenti stagni. Nel Veneto esiste una stretta connessione tra comunità terapeutiche, associazioni di volontariato, servizi pubblici territoriali, famiglie. Proprio perché non basta curare la persona, l’individuo, ma bisogna guardare alla saua famiglia e al contesto relazionale in cui vive. E poi - ha aggiunto Valdegamberi - occorre una maggior coerenza da parte di tutti, a partire dalle istituzioni: non si può dire ai giovani che è sbagliato drogarsi per poi scoprire che tra i parlamentari è diffuso l’uso di sostanze psicotrope. Insomma - ha concluso - non sono più sufficienti gli interventi di tamponamento, di ’pronto soccorso’. Vanno cambiati gli stili di vita e non bastano per questo i convegni o le dichiarazioni, serve che un intero sistema cambi, dando esempi di coerenza ai giovani e premiando tali esempi e serve anche un forte richiamo ai media che devono avere una maggiore responsabilizzazione sui modelli spazzatura che trasmettono“. . .  
   
 

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