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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 25 Marzo 2009 |
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PARLAMENTO EUROPEO: RIMUOVERE GLI OSTACOLI A UNA POLITICA DI COESIONE EFFICACE
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Strasburgo, 25 marzo 2009 - Eccessiva burocrazia, regolamentazioni complesse, insufficiente capacità amministrativa e coordinamento inadeguato. Sono questi i principali ostacoli presi di mira dal Parlamento poiché impediscono alle politiche di coesione di superare le sfide che devono affrontare le regioni europee, escludendo o demotivando i potenziali beneficiari dei fondi Ue. Propone quindi dettagliate raccomandazioni volte a superare questi ostacoli, individuare le buone prassi e condividerle. Approvando con 585 voti favorevoli, 35 contrari e 42X astensioni la relazione di Constanze Krehl (Pse, De), il Parlamento sottolinea che la politica di coesione costituisce «un pilastro fondamentale nel processo d’integrazione europea», dato il suo ruolo nel promuovere la coesione sociale, economica e territoriale dell´Ue e lo sviluppo delle sue 268 regioni, attraverso la riduzione dei deficit, delle disparità di sviluppo e il miglioramento della vita dei cittadini dell´Ue. Nell´osservare che le regioni dell´Unione devono affrontare sfide molto simili, il Parlamento rileva che la politica di coesione non è in grado di sviluppare appieno il proprio potenziale per superarle poiché gli eventuali richiedenti, per accedere al sostegno dei Fondi strutturali dell’Ue, «si trovano di fronte a grossi ostacoli». Tra questi, cita l´eccessiva burocrazia, le regolamentazioni troppo numerose e complesse, le frequenti modifiche dei criteri di ammissibilità e della documentazione richiesta dagli Stati membri, la mancanza di trasparenza dei processi decisionali e dei regimi di cofinanziamento e ritardi nei pagamenti. Inoltre, i potenziali beneficiari devono confrontarsi con un´amministrazione centrale «lenta e macchinosa» negli Stati membri, l´insufficiente capacità amministrativa decentrata e la diversità dei modelli di amministrazione regionale, l´inadeguatezza dei meccanismi di coordinamento interregionale e, infine, l´assenza di un sistema funzionante di cooperazione fra autorità nazionali, regionali e locali. Il Parlamento rileva quindi la necessità di semplificare le procedure per l´attuazione di progetti e programmi nel quadro dei Fondi strutturali, specialmente per quanto riguarda i sistemi di gestione e di controllo, e formula dettagliate raccomandazioni per eliminare gli ostacoli succitati e individuare e condividere le migliori prassi. Eliminare gli ostacoli - Allo scopo di eliminare gli ostacoli citati, il Parlamento esorta la Commissione ad assumere una serie di iniziative, come l´impostazione a lungo termine di criteri di valutazione dei progetti cofinanziati dai Fondi strutturali dell’Unione europea e lo sviluppo di criteri di valutazione specifici per i progetti innovativi, ammettendo un margine di errore più ampio anziché valutarli con gli stessi criteri applicati ad altri tipi di progetti. Per i deputati occorre inoltre ridurre dagli attuali dieci a tre anni la durata massima dell’obbligo di conservare la documentazione relativa a un progetto e semplificare il sistema dei controlli, cercando di introdurre un sistema di controllo unico. E´ anche necessario adattare le norme in materia di appalti pubblici in modo da semplificarle e armonizzarle, nonché coordinare con gli Stati membri le disposizioni sull´ammissibilità delle spese. Il Parlamento chiede poi di assicurare in maggior misura gli anticipi ai beneficiari, rendere più flessibili i programmi di assistenza tecnica, alleviare gli oneri amministrativi creati da questi progetti e limitarli in proporzione alle loro dimensioni, nonché semplificare, chiarire ed accelerare l´iter dei progetti e renderli maggiormente orientati ai risultati. Individuare e condividere le migliori prassi - Il Parlamento suggerisce alla Commissione di definire criteri specifici che permettano di distinguere le buone pratiche nel quadro della politica di coesione. In tale ambito, raccomanda di tenere in conto alcuni elementi, quali la qualità del progetto, il suo carattere innovativo, l´uso efficace delle risorse e il rispetto dei tempi e delle modalità di attuazione prestabilite. Nell´individuare le migliori prassi è anche necessario considerare la sostenibilità della misura in questione, l´approccio integrato fra le politiche settoriali e territoriali dell´Ue, l´impulso significativo per la regione o per l´intera Ue, l´impatto sull´occupazione e i vantaggi per le Pmi, nonché la trasferibilità del progetto in altre regioni e il suo impatto positivo sulla società nel suo complesso. Raccomanda inoltre che si prendano in considerazione una serie di fattori supplementari per identificare le migliori prassi di alcuni settori tra cui Ricerca e Sviluppo, tutela dell´ambiente, sviluppo urbano integrato, capitale umano, creazione di posti di lavoro, apprendimento permanente, partenariato pubblico-privato, ecc. Consapevole tuttavia della difficoltà per un progetto di rispondere contemporaneamente a tutti i criteri elencati, il Parlamento chiede alla Commissione di redigere un elenco di tali parametri in ordine di priorità, «in modo da facilitare la designazione dei programmi più meritevoli come migliori prassi». I deputati affermano che, nonostante la diffusione delle migliori prassi presso la generalità del pubblico sia importante, i tentativi di introdurre tale pratica nella politica regionale dell´Ue dovrebbero rivolgersi «soprattutto alle autorità di gestione, guidandole nell´elaborazione delle norme che disciplinano l´accesso alle risorse strutturali, in modo tale che gli scambi di informazioni e di esperienze possano contribuire a migliorare la qualità dei progetti . Permettendo di scegliere interventi più efficaci e mirati». A tal fine suggeriscono alla Commissione di organizzare e coordinare lo scambio di migliori prassi attraverso una rete di regioni, e creare un sito web pubblico contenente informazioni sui progetti in tutte le lingue della Comunità, per consentire a tutti gli attori che partecipano alla politica di coesione di usufruire delle esperienze altrui. Raccomandano infine di istituire un ufficio specifico nell´ambito della Dg Politica Regionale, che in collaborazione con questa rete, organizzi la valutazione, la raccolta e lo scambio delle buone pratiche. . |
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