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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Marzo 2009
 
   
  PICASSO, SUITE 347 A CREMONA, MUSEO CIVICO ALA PONZONE

 
   
  Milano, 30 marzo 2009 - La Suite 347 è una delle imprese più colossali del Picasso maturo che in pochi mesi frenetici, tra il marzo e l´agosto del tumultuoso 1968, realizzò oltre trecento incisioni nelle quali confluisce l´intera immaginazione dell´anziano autore. In Italia Suite 347 non è mai stata presentata. Una lacuna che viene ora colmata dalla città di Cremona che - sino al 28 giugno nell´Ala Ponzone del Museo Civico - espone l´intero ciclo di 347 incisioni, in collaborazione con il comune gemellato di Alaquàs, Fondazione Bancaja presieduta da S. A. R l´Infanta Cristina, duchessa di Palma di Maiorca. La Fondazione spagnola è proprietaria di una delle rarissime raccolte complete di questa Suite, che è stata recentemente mostrata al pubblico iberico. Prima di questa di Cremona vi erano state esposizioni parziali, a Parigi e a Chicago, in parte riservate ad un pubblico adulto per l´erotismo di alcune immagini come quelle riguardanti i giochi di Raffaello con la bella Fornarina. La sequenza della Suite 347 è aperta da un´immagine composita, "Picasso la sua opera e il suo pubblico", in cui sulla sinistra appare un mago, dinnanzi a lui è ritratto di profilo lo stesso Picasso che contempla la scena del ratto d´Europa davanti a Ercole; nella parte inferiore una donna sdraiata osserva la scena dal basso. L´ultima immagine è invece intitolata "Serenata al tramonto in un bosco alla Monet"; si tratta di un´acquatinta allo zucchero in cui Picasso riprende importanti opere di Monet e Poussin, fino al paesaggio del "San Giorgio nella foresta" del tedesco Albert Altdorfer, riprodotto su una cartolina che un amico aveva spedito da Monaco all´artista. Sono solo due esempi della fantasmagoria inventiva di questo tardo capolavoro picassiano. Nelle 347 incisioni c´è tutto Picasso: il mondo della corrida e dei cantaores flamenchi; la mitologia greco-romana e, soprattutto, il paesaggio mediterraneo. 66 incisioni sono dedicate al tema prettamente spagnolo della Celestina (la Tragicommedia di Calisto e Melibea, un´opera che nella produzione letteraria castigliana, è seconda per rilevanza solo al Don Chisciotte). Vi si incontrano anche ampi riferimenti alla vita quotidiana e a quel che l´artista poteva vedere alla televisione francese. Picasso utilizza vari procedimenti di incisione e passa, con estrema naturalezza, da una modalità all´altra. A volte inizia da un rapido schizzo sulla lastra di rame e questa prima struttura lineare viene progressivamente modificata fino al completo annullamento dell´immagine originale. Altre volte parte dall´acquatinta, imbrattando completamente la lastra di metallo alla ricerca di specifiche caratteristiche tonali, evidenziate successivamente dall´utilizzo della puntasecca, del brunitoio e dell´acquaforte. Nella stampa 87 ad esempio, descrive un episodio tratto dai "Tre Moschettieri" di Alexandre Dumas - probabilmente visto in televisione -, avvalendosi di due modalità differenti di lavoro. Inizia con la tecnica dell´incisione con acido tramite l´acquatinta e termina con l´incisione a secco, servendosi del raschietto della puntasecca. "Alla Suite 347 - annota in catalogo Brigitte Baer - conviene accostarsi con spirito pronto all´allegria, agli scherzi, alle burle, alla comicità, al buonumore e al piacere: piacere di vedere, di ridere, di divertirsi. Uno striscione con lo slogan "Vietato l´accesso agli scorbutici!" dovrebbe essere appeso all´ingresso della mostra. Nei sette mesi in cui lavorò "scrivendo" - perché di un testo si tratta - ovvero tra l´inizio di marzo e la fine di settembre del 1968, Picasso sembra essersi preso una lunga vacanza, più lunga di quelle scolastiche ma in ugual misura ricca di storie, fantasmi, avventure reali o sognate. Non sembra essersi preoccupato tanto dell´Arte (con la A maiuscola), termine che d´altronde odiava: "lavorava" raccontando tutto ciò che gli passava per la testa e - per una delle rare volte nella vita - senza curarsi delle proprie ansie o di quelle profonde inquietudini che spesso cercava, portandole a galla, di esorcizzare, ma piuttosto aprendosi alla percezione del mondo esterno, quel mondo che a un uomo di quasi 87 anni appariva folle, grottesco. Catalogo edito da Silvana Editoriale museo. Alaponzone@comune. Cremona. It .  
   
 

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