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Notiziario Marketpress di
Venerdì 03 Aprile 2009 |
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PIU´ GRANDE IL TERRITORIO DEL PARCO ALTA VALLE PESIO E TANARO
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Nella sede di Chiusa Pesio è stata presentata l’ 1 aprile la proposta di ampliamento dei confini del Parco Naturale dell’Alta Valle Pesio e Tanaro, alla presenza di amministratori locali, dell’Ente di Gestione del Parco, del consilgiere regionale Giorgio Ferraris e dell’Assessore regionale all’Ambiente e alle Aree protette Nicola de Ruggiero. L’ipotesi di ampliamento interessa un territorio di circa 800 ettari, comprendente due Sic - Siti di Importanza Comunitaria - riguardanti i Comuni di Ormea, Briga Alta e Frabosa Soprana. In quest’ultimo Comune si ipotizza l’istituzione di una Riserva Naturale. Nel 1999 le Alpi Liguri sono state proposte tra i dieci “hotspot” del bacino del Mediterraneo . Gli “hotspot” (25 su tutta la Terra) sono i “punti caldi della biodiversità”, stabiliti in base al numero di specie vegetali endemiche presenti su di un territorio e alla percentuale di habitat che in esso si stanno riducendo, luoghi da conservare ed in cui sperimentare una giusta convivenza tra uomini e ambiente naturale. Ricerche condotte in collaborazione con l’Ipla sugli habitat presenti nelle Alpi Liguri del versante piemontese,assegnano a questo settore più di 450 tipologie d’habitat, un´elevatissima biodiversità che vede rappresentate tutte le principali formazioni vegetali d’Europa. Per l’assessore de Ruggiero “si tratta di una scelta che, con grande saggezza, tutela la zona del patrimonio naturale alpino della provincia di Cuneo, assolutamente in linea con la filosofia che ha ispirato il nuovo Testo Unico per la tutela della biodiversità all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale. Aldilà della valenza ecologica dell’atto, sarà anche uno sprone indiscutibilmente importante perché l’area diventi un polo sostenibile di attrazione turistica, compatibile con la presenza di amanti della natura, rispettosi di una risorsa di valore naturalistico che si aggiunge alla grande ricchezza regionale rappresentata dalle aree protette piemontesi”. Breve Scheda Che Descrive Le Aree Interessate Dall’ampliamento. 1. Le Grotte di Bossea, in Valle Corsaglia, fanno parte del Sic “Faggete di Pamparato, Tana del Forno, Grotta delle Turbiglie e Grotte di Bossea”. Dall´inizio degli anni ´70, il bacino carsico di Bossea è stato studiato attraverso l´installazione di un laboratorio all´interno della cavità. Il laboratorio, gestito dalla Stazione Scientifica del Cai di Cuneo in collaborazione con il Politecnico di Torino, l´Arpa di Cuneo e l´Arpa Valle d´Aosta, è stato progressivamente attrezzato con strumentazioni, quasi completamente automatizzate, specificamente realizzate per il monitoraggio dei principali parametri idrodinamici, idrogeochimici e meteorologici del sistema: 2. Gli altri territori, ovvero il Bosco delle Navette nel comune di Briga Alta e la Zona carsica delle Vene in quello di Ormea, fanno invece parte del Sic “Alte Valli Pesio e Tanaro”. Sistema delle Vene. La grotta può essere divisa in cinque parti, di cui le prime due visitabili con la normale attrezzatura da speleologia, mentre per le altre occorre l´attrezzatura da speleo-sub in quanto si devono superare tre sifoni. La Grotta delle Vene è il più importante roost di chirotteri svernanti del Piemonte (7 specie segnalate negli ultimi 15 anni). Bosco delle Navette. Habitat alpino con boschi di conifere, ambienti rupestri, aree arbustive e ridotte estensioni di praterie alpine. Un tempo bosco pressoché puro di larice il Bosco delle Navette sta evolvendo naturalmente in un bosco misto di larice e abete bianco, favorito quest´ultimo da recenti interventi di rimboschimento e dalla riduzione dell’attività pastorale. Il larice cresce nel bosco delle Navette dai 1200 m fino oltre i 2000 m. Alle quote più basse è misto ad abete bianco e faggio, più in alto si consocia con i sorbi fino a restare l’unica specie arborea presente. La chioma rada del bosco di larici ha permesso lo sviluppo del sottobosco arbustivo a rododendro spesso associato a mirtillo, ed erbaceo. Per questo è stato in passato favorito dall’uomo, consentendo lo sviluppo della pastorizia e l’approvvigionamento di legname da opera. Costituisce inoltre ricchezza di risorse trofiche ed habitat ideale per le molte specie faunistiche che lo popolano. Il Gallo forcello è presente con buone densità su tutto il territorio e la Pernice Bianca si osserva in prossimità delle cime Bertrand e Missun. Tra le specie particolarmente protette di uccelli nidificanti sono segnalate: il Crociere , lo Zigolo Giallo, il Sordone, il Merlo dal collare. Da segnalare inoltre la presenza di alcune specie stanziali prioritarie di conservazione quali il Picchio nero, osservato dal fondovalle fino al limite del bosco e, strettamente correlata a quest’ultimo in quanto ne utilizza le cavità lasciate libere, la rara Civetta Capogrosso. Particolarmente numerosi poi sono i camosci e i caprioli ed è da segnalare la presenza di un branco di lupi che gravita nel territorio delle Navette e nelle zone limitrofe (alta Valle Roya, zona Saccarello, provincia di Imperia). Composto in media da 3-4 lupi. Il branco è stabile ed è presente dal 1999, e difende il territorio in modo esclusivo. Il Bosco delle Navette è oggi un importante centro di biodiversità, espresso da un elevata presenza di specie e di endemismi vegetazionali. . |
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