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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Aprile 2009
 
   
  AL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI IL 16 E 17 APRILE WAYNE MCGREGOR | RANDOM DANCE IN ENTITY

 
   
  Milano, 14 aprile 2009 - In occasione delle Girnate della Danza 2009 – promosse dal Comune di Milano, Settore Spettacolo - il Teatro degli Arcimboldi (viale dell’Innovazione, 20 – Milano) presenta Entity, uno dei maggiori successi della Biennale Danza di Venezia 2008, nuova creazione dell’”Iconic Choreographer” Wayne Mcgregor. Entity è uno spettacolo denso di poesia, potente e superbo, che coniuga bellezza e matematica, arte e scienza. Negli ultimi 17 anni, Wayne Mcgregor|random Dance, compagnia residente al Sadler’s Wells di Londra, ha rappresentato in tutto il mondo creazioni fuori dell’ordinario. Fanatico di computer fin da ragazzo, Mcgregor ha mostrato gli esiti delle sue sperimentazioni fin da Sulphur 16 in cui i suoi ballerini si muovevano circondati da figure generate dal computer come in un gioco di scacchi a grandezza umana, e in Nemesis, ispirato dal comportamento degli insetti, dove i danzatori indossavano protesi metalliche imbracciate come armi in un ambiente sonoro che comprendeva delle conversazioni al cellulare. Se per Ataxia, sui disordini appunto della coordinazione, e Amu, sugli effetti fisici delle emozioni, Mcgregor si era rivolto a neuroscienziati e specialisti delle patologie del cuore, per Entity, parte integrante del suo Entity Research Project, ha chiesto collaborazione agli scienziati cognitivisti sul tema dell’identificazione dell’intelligenza cinestetica ‘smontandola’ e usando le informazioni ricevute per costruire artificialmente degli ‘agenti coreografici intelligenti’, capaci di risolvere problemi, senza danzare le soluzioni ma generando un’architettura o una serie di numeri. La sfida è del massimo interesse: Quel che mi preme, dichiara Mcgregor, è il modo in cui il lavoro del cervello ha un impatto sulla coreografia. Quali processi involve, in termini di organizzazione geometrica, matematica e di tempo? E ancora: Possiamo usare il corpo per capire chi siamo? Ma queste domande non si traducono in una trattazione didascalica, in termini di danza, delle ipotesi di ricerca scientifica che suscitano, perché la coreografia si sviluppa poi autonomamente, istintivamente, visceralmente, con un taglio lirico - nevrotico, seguendo le ragioni dell’arte e quelle di una danza ad alta velocità, con una scrittura calligrafica, d’acciaio per le gambe, di smontaggio per torso, braccia e mente. Ne nasce una danza - visionaria, iperrealistica, di matematica precisione - che appare improntata alla più "sfrontata" improvvisazione, ma scaturisce invece da sofisticata riflessione e approfondito studio. Il movimento, che palpita del vero e del digitale ed è pervaso di elettrizzante musica (di Hopkins e Talbot), è frenetico, adrenalinico. Implode nei corpi ulcerando lo spirito. Una gestualità, questa di Mcgregor, dai ritmi sincopati e convulsi. Anche violenti, capaci così di abbattere la gabbia del visivo abitudinario che spesso imprigiona il pubblico. Su pannelli semoventi le proiezioni video digitali (di Ravi Deepres) creano l´illusione di un universo virtuale del quale vive, poeticamente, anche l´azione scenica. Creature vere e palpitanti di animalità o cyborg, quelle che la scena propone? Ma il vero miracolo che Mcgregor compie con Entity è quello di saper creare una poetica sintesi partendo da una sfida intellettuale, di riuscire a illuminare quella zona liminare che la scienza condivide con l’arte, la matematica con la bellezza. .  
   
 

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