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Notiziario Marketpress di
Venerdì 17 Aprile 2009 |
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VIª CIMICE DI CLAUDIA MAINA CANTIERE SAN BERNARDO PISA. DAL 18 APRILE AL 28 APRILE 2009
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Sabato 18 Aprile Cantiere San Bernardo inaugura la mostra personale di Claudia Maina. Nella suggestiva sede di via Pietro Gori l’artista presenta una nuova installazione dal titolo Viª Cimice, parte di Mondocimice -work in progress- nato nel 2003. Entrando nella sala il nostro sguardo è attratto da alcuni banchi delle scuole elementari. Sono disposti in fila e sopra ad ognuno sono impilate centinaia di bicchieri di vetro. Avvicinandoci vediamo al loro interno piccoli uomini-cimice costruiti in legno. Questi omini sono per l’artista metafora dell’impossibilità di un tessuto di relazioni umane o di un´afasia comunicativa di fredda sospensione atemporale. Nell’insieme Viª Cimice appare come una strana architettura cristallizzata in un accumulo di cellule simili a strutture microabitative. Questi contesti sociali sono connessi ad ansie di natura più intima, dettate dall’ambigua relazione con il ristretto mondo domestico rappresentato dai mobili della vecchia cucina o in questo caso dei banchi di scuola. In mostra anche alcuni disegni e video dell’artista. In contemporanea presso la Vineria Il Ciglieri di Pisa verrà inaugurata un’esposizione di disegni dell’artista. Progetti e piccoli studi che raccontano la nascita delle installazioni e la realizzazione dei video. La mostra di disegni resterà visitabile fino al 15 maggio. Claudia Maina nasce ad Arona (No) il 18 luglio del 1976. Nel 2004 si laurea in Scultura all’Accademia Di Belle Arti di Brera a Milano. Prosegue la formazione laureandosi nel 2008 al Biennio Specialistico in Arti Interattive e Performative a Brera. Nel 2008 frequenta un workshop con Chana Benjamin presso la Parsons The New School for Design in New york. Dal 2000 partecipa a mostre collettive e nel 2006 ha una prima mostra personale presso Nac di Novara. Nello stesso anno vince il Primo Premio al Concorso Opera Prima di Urbania (Ur). Dal 2005 partecipa a rassegne video, tra le quali Invideo 2007. Video dalle Scuole a cura di Luca Mosso e Paolo Rosa presso la Fabbrica del Vapore a Milano. Vive e lavora a Milano. Claudia Maina è un´artista silenziosa. Il suo lavoro procede per accumulazioni, concedendo poco spazio alla parola. A partire dalle prime sculture in terracotta: Azione, Il compatto, Camminano (2001). In questi miniteatri esistenziali, gli uomini avanzano in un´unica direzione. La superficie è piana e uniforme, non ci sono indizi né segnali disposti a guidarli. Ognuno procede da solo, riducendo gli scambi comunicativi a puri gesti, come una stretta di mano o la condivisione casuale di un attimo di riposo. Per la maggior parte del tempo, però, lo stato di solitudine costringe l´uomo a confrontarsi con la propria identità. Anche l´installazione Volo (2004), mette in scena una condizione di (auto)isolamento. La scena è scarna. Ci sono solo un materasso, dell´erba fresca, degli orecchini sospesi nell´aria. Un tappeto di erba delimita i confini dell´opera, focalizzando l´attenzione sull´elemento cardine della scena: un letto candido, con la trapunta appena spostata, proprio come prima di andare a dormire. Riposo, culla, protezione o spazio di indipendenza onirica, il letto rievoca memorie infantili e suggerisce un desiderio. Quello di fermarsi, mettersi sotto le coperte, pensare. Correndo il rischio di non volere/sapere più uscire da quel rifugio sicuro. Nella sua ricerca, Claudia Maina utilizza spesso gli elementi domestici in chiave perturbante. E così, nella serie Mondo Cimice, un tavolo di formica, uno sgabello o delle sedie diventano i sostegni su cui costruire intere città, fatte di uomini-cimice intrappolati dentro a grappoli di bicchieri di cristallo. Nella familiarità e nella quotidianità degli arredi – tratti dalla memoria personale dell´artista - , si insinua una distorsione, un elemento di panico. La condizione di disagio è costruita estremizzando una sensazione di calma apparente. In questa situazione di assoluta immobilità, lo spettatore è costretto a trattenere il fiato per paura di distruggere tutto. Basta un soffio per far crollare il castello di carte. Niente è sicuro all´interno di queste città verticali. La dimensione psicotica dell´abitare è suggerita dall´accumulo di forme identiche, ossessive. La condizione di astenia comunicativa è totalizzante e si innesta su un piano intimo e privato. E così, in Vi Cimice i banchi di scuola evocano un paesaggio interiore, il tempo acerbo di chi si affaccia alla vita, con le sue ansie e fragilità. Le stesse che Claudia Maina fa emergere nelle relazioni impossibili fra individui-cimice. Prigionieri involontari costretti a lottare contro ostacoli trasparenti. In assoluto, sadico, silenzio. . |
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