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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Aprile 2009
 
   
  CEREALICOLTURA, CIA: CROLLA IN BASILICATA QUOTAZIONE GRANO

 
   
  “In Basilicata produrre grano è sempre meno redditizio”. A sottolinearlo è Antonio Nisi, dirigente della Cia lucana e coordinatore nazionale Gie (Gruppi di interesse economici) per la cerealicoltura. “Un´azienda cerealicola con 20 ettari di terreno – afferma Nisi - sviluppa un valore alla produzione di circa 30 mila euro l´anno, compresi gli aiuti comunitari pari a 350 euro a ettaro. Per arrivare alla raccolta del grano occorre aver investito almeno un 25 per cento di questo valore in sementi, fertilizzanti, macchinari. Quindi, anche nell´ipotesi di una stagione climatica favorevole, il coltivatore avrà a fine anno un capitale di 20 mila euro, da cui deve ricavare reddito per sé e per i braccianti. I nostri agricoltori – evidenzia Nisi - fanno i conti con aumenti vertiginosi dei costi dei fattori di produzione e con i prezzi di mercato in caduta libera. A questo si aggiunge che le semine sono ai minimi storici. Per il grano si registra un calo di oltre il 20 per cento rispetto allo scorso anno, mentre si assiste ad un vera e propria invasione di prodotti stranieri con quotazioni molto basse, ma anche di qualità assai scarsa. Il maltempo e l’ingresso in Italia di notevoli quantità di produzioni (grano, sia duro che tenero, e mais) da parte di paesi come l’Ungheria, la Russia e il Messico a prezzi stracciati hanno reso la situazione sempre più precaria”. Antonio Nisi ricorda le proposte della Cia: “individuare nel Mezzogiorno, in Basilicata e nelle strutture ivi esistenti e operanti, un punto di riferimento dal quale far ripartire una nuova politica cerealicola nel mezzogiorno e nel nostro paese; allargare alle altre realtà regionali del Mezzogiorno il progetto cerealicolo Cia a partire dalla Puglia e dalla regione Molise in sinergia e d’intesa con strutture Cooperative e Aa. Pp. Che vi operano e che intendono condividere progetti e investimenti; accrescere l’attenzione sulle opportunità provenienti dal Piano cerealicolo nazionale e costruire contratti di filiera cerealicoli; avviare in Basilicata una puntuale verifica sulla possibilità concreta di predisporre e candidare un progetto di filiera cerealicolo all’interno del Psr Basilicata, che deve colmare principalmente gap e deficienze nel sistema, partire dalle strutture molitorie nella nostra regione; sostenere in misura aggiuntiva le produzioni per l’alimentazione umana e le produzioni tipiche legati al nostri prodotti tipica (pane Matera – biscotti ) oltre alla linea filiera biologica”. .  
   
 

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