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Notiziario Marketpress di
Giovedì 23 Aprile 2009 |
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PARLAMENTO EUROPEO: UNA POLITICA COMUNE PER L´IMMIGRAZIONE
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Strasburgo, 23 aprile 2009 - Occorre contrastare efficacemente l´immigrazione clandestina con una gestione integrata delle frontiere, il rafforzamento delle competenze di Frontex e la cooperazione con i paesi terzi. E´ quanto afferma il Parlamento, sostenendo anche la necessità di una politica d´immigrazione legale comune visto che l´Ue ha bisogno del lavoro degli immigrati. E´ poi necessario agevolare la loro integrazione offrendo opportunità di partecipazione democratica, incluso il diritto di voto alle elezioni locali. Approvando con 485 voti favorevoli, 110 contrari e 19 astenuti la relazione di Simon Busuttil (Ppe/de, Mt) il Parlamento nota che «il flusso migratorio verso l´Europa continuerà ad esistere fintantoché vi saranno considerevoli differenze nel benessere e nella qualità della vita tra l´Europa e altre regioni del mondo». Aggiunge inoltre che «un approccio comune sull´immigrazione nell´Ue è divenuto essenziale», dal momento che l´azione o l´inazione di uno Stato membro può avere conseguenze dirette sugli altri. Rilevando che a tutt´oggi troppo poco è stato fatto per attuare una politica d´immigrazione legale comune e che una gestione mal diretta della stessa, «potrebbe ostacolare la coesione sociale dei paesi di destinazione ed essere lesiva sia per i paesi di origine sia per gli stessi migranti», i deputati sostengono con forza l’istituzione di una politica comune europea in materia. La gestione dei flussi migratori deve quindi «basarsi su un approccio coordinato che tenga conto della situazione demografica ed economica dell´Ue e dei suoi Stati membri». Coordinamento in materia di immigrazione e gestione delle frontiere - Il Parlamento si rammarica del fatto che gli Stati membri abbiano dimostrato «un grado di solidarietà insufficiente di fronte alla crescente sfida dell´immigrazione». Invita quindi a riesaminare il programma quadro sulla solidarietà e gestione dei flussi migratori per il periodo 2007-2013 e i suoi quattro strumenti finanziari, così che «possano riflettere le nuove realtà derivanti dalla crescente pressione migratoria ed essere usati per affrontare le necessità stringenti, come nel caso di afflussi massicci». In particolare accoglie con favore l´inclusione di un meccanismo di condivisione degli oneri, «che consenta la ridistribuzione intracomunitaria dei beneficiari di protezione internazionale dagli Stati membri, che si trovano a sostenere pressioni specifiche e sproporzionate sui propri sistemi nazionali di asilo, verso altri Stati membri». Valuta inoltre positivamente la dotazione di 5 milioni di euro nel bilancio Ue del 2009, prevista a tale scopo dal Fondo europeo per i rifugiati. Sottolineando poi la necessità di un piano generale che definisca l’architettura globale della strategia europea in materia di gestione integrata delle frontiere, il Parlamento chiede l´adozione di meccanismi che permettano di ripartire gli oneri derivanti dal controllo delle frontiere e di coordinare le politiche nazionali degli stessi. Un efficace contrasto dell´immigrazione irregolare è, infatti, un elemento cruciale della politica complessiva in materia. Nel ricordare che il flusso illegale di immigrati è spesso gestito da reti criminali responsabili della morte in mare di centinaia di persone ogni anno, ribadisce la responsabilità comune degli Stati membri nel salvataggio delle vite in mare, e invita Commissione e Consiglio a moltiplicare gli sforzi per contrastare il crimine organizzato, la tratta di esseri umani e il contrabbando che si verificano in molte parti dell´Ue. A tale proposito, i Parlamento afferma che «nonostante i mezzi di bilancio siano stati ripetutamente aumentati», l’Agenzia Ue per la cooperazione operativa delle frontiere esterne, Frontex, non è ancora capace di fornire un controllo sufficiente delle frontiere esterne dell´Ue, soprattutto per la mancanza d´impegno da parte dei paesi terzi, in particolare per quanto riguarda le operazioni marittime. Accoglie quindi con favore l’iniziativa della Commissione per una proposta di revisione del mandato di Frontex giudicando urgente un suo rafforzamento. In particolare ritiene importante estenderne la capacità di coordinamento e concederle l’abilitazione per il coordinamento di missioni permanenti in zone che subiscono forti pressioni migratorie su richiesta degli Stati membri interessati. E´ inoltre del parere che occorra dare particolare rilievo alla capacità dell´Agenzia in materia di analisi del rischio e di raccolta di informazioni d´intelligence e sostiene la creazione di uffici specializzati che valutino le situazioni specifiche dei confini particolarmente sensibili, con particolare riguardo alle frontiere terrestri orientali e alle frontiere costiere meridionali. I deputati invitano inoltre la Commissione a condurre uno studio, corredato di valutazioni, sulla possibilità per Frontex di acquistare le proprie attrezzature e sui requisiti per una possibile riqualificazione, nell´ambito delle operazioni marittime, nel ruolo di una guardia costiera dell’Ue senza pregiudicare il controllo degli Stati membri sulle loro frontiere. In riferimento ai soggetti che non hanno diritto alla protezione internazionale o che soggiornano irregolarmente sul territorio degli Stati membri, i deputati sostengono che questi siano tenuti a lasciare il territorio dell´Unione europea. A tale proposito, prendono atto dell´adozione della direttiva sul rimpatrio ed esortano gli Stati membri, nell´ambito della sua trasposizione, a mantenere le disposizioni già previste nel loro diritto nazionale, invitandoli a garantire che i rimpatri siano effettuati con il dovuto rispetto della legge e della dignità delle persone coinvolte, favorendo quelli volontari. Chiedono poi di sostituire gli attuali visti nazionali del sistema Schengen con visti Schengen europei uniformi, per consentire un trattamento paritario di tutti i richiedenti, nonché di migliorare la cooperazione tra i consolati degli Stati membri e di istituire servizi consolari congiunti su base volontaria. Immigrazione legale e integrazione - Diritto di voto alle elezioni locali - Il Parlamento nota che gli immigrati hanno svolto negli ultimi decenni un ruolo fondamentale nello sviluppo dell´Ue, e che è essenziale riconoscere che la Comunità continui ad aver bisogno del loro lavoro. Per tali motivi, «l´Unione europea è e deve rimanere un ambiente accogliente per coloro che ottengono il diritto di restarvi, che siano immigrati per motivi di lavoro, ricongiungimento familiare, studio, o soggetti bisognosi di protezione internazionale». Facendo quindi riferimento ai dati Eurostat, secondo i quali l’invecchiamento demografico dell’Ue sarà una realtà nel medio termine, afferma che «l´immigrazione potrebbe contribuire in modo significativo ad assicurare buoni risultati economici nelle Comunità». In tale prospettiva, i deputati ribadiscono la necessità di rendere più interessante l’Ue per i lavoratori altamente qualificati, tenendo conto delle implicazioni della fuga di cervelli dagli Stati di provenienza. Sostengono infatti che tale «drenaggio di capitale possa essere mitigato attraverso la migrazione temporanea o circolare», offrendo ai paese d´origine un sostegno concreto per la formazione di professionisti nei settori chiave. Riconoscendo che l’integrazione è un processo a doppio senso «che richiede adattamento sia da parte degli immigrati sia da parte della popolazione ospite», il Parlamento appoggia gli sforzi degli Stati membri e dei migranti legali in tale intento. Ricorda che l´inclusione delle organizzazioni di questi ultimi rappresenta un elemento chiave, poiché le stesse, concedendo ai migranti un´opportunità di partecipazione democratica, «rivestono un importante ruolo nel processo d´integrazione». Invita quindi i Paesi membri «a facilitare i sistemi per il sostegno della società civile nell´inserimento, consentendo la presenza di migranti nella vita civile e politica della società ospite, permettendo loro la partecipazione nei partiti politici e nei sindacati e dando loro l´opportunità di votare alle elezioni locali». La proposta del Ppe/de di sostituire questo paragrafo è stata respinta dall´Aula con 262 voti favorevoli, 344 contrari e 23 astensioni. Il Parlamento rivolge particolare attenzione alle donne immigrate. Nota infatti che «per la maggior parte di loro, l´integrazione e l´accesso al mercato del lavoro sono problematici a causa del basso livello d´istruzione e di pratiche e stereotipi negativi importati dai paesi di origine, nonché per effetto delle discriminazioni esistenti in quelli di accoglienza». Chiede quindi agli Stati membri di garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali, «a prescindere dallo status legale o illegale». Li incoraggia inoltre a sostenere campagne d´informazione destinate alle donne migranti per sensibilizzarle sui loro diritti, sulle possibilità d´istruzione, di formazione linguistica e professionale e di accesso al lavoro. Gli Stati membri dovrebbero anche impedire «i matrimoni forzati, la mutilazione genitale femminile e altre forme di coercizione fisica o psichica». Cooperazione con i paesi terzi - Il Parlamento rileva che un´amministrazione efficiente della politica di immigrazione richiede il coinvolgimento delle autorità regionali e locali, e forme di vero partenariato e cooperazione con i paesi terzi di origine e di transito che rispettino le leggi internazionali sui diritti umani e sulla protezione, e che siano inoltre firmatari della Convenzione di Ginevra del 1951 Si dice quindi amareggiato del fatto che ad eccezione della Spagna, che ha stretto legami con il Senegal e con altre Nazioni dell´Africa subsahariana e del nordafrica, la cooperazione con Stati terzi non abbia raggiunto risultati sufficienti. Sollecita poi un sostegno mirato ai paesi terzi di transito e di origine, al fine di aiutarli a sviluppare un sistema efficace di gestione delle frontiere, coinvolgendo Frontex. Chiedono poi alla Commissione di intensificare il suo sostegno a favore dei paesi terzi, «in modo da creare condizioni economiche e sociali tali da scoraggiare l´immigrazione irregolare, le attività connesse alla droga e il crimine organizzato (88). Dovrebbe inoltre promuovere accordi globali europei per compiere progressi nei negoziati con Marocco, Senegal e Libia e con i principali paesi d´origine degli immigrati. . |
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