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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Maggio 2009
 
   
  MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI A JESOLO. VALDEGAMBERI A INCONTRO AL MINISTERO INTERNI: “GOVERNO METTERA’ LA SUA PARTE NELLA SPESA PER FARSI CARICO MINORI”

 
   
  Venezia, 29 aprile 2009 - “Il governo farà la sua parte. Per il momento sono moderatamente soddisfatto. Abbiamo raggiunto un accordo che ci consente di affrontare con un minimo di tranquillità la spesa che riguarda i 34 ragazzi stranieri non accompagnati inviati dal governo a Jesolo e che ora saranno smistati in alcune strutture a Marghera, a Preganziol e a Verona. Il governo parteciperà finanziariamente alla spesa complessiva e quest’ obiettivo temporaneo è stato centrato. Resta sul tappeto, e va risolto con urgenza, l’ho sottolineato durante l’incontro, tutto il problema generale dei minori stranieri non accompagnati che sta diventando una vera e propria emergenza per gli enti locali, e di questa emergenza deve farsi carico lo Stato e non certo i piccoli comuni o le Regioni che si sono viste decurtare pesantemente le risorse per il sociale”. Queste le dichiarazioni di Stefano Valdegamberi, assessore regionale alle politiche sociali, dopo la conclusione dell’incontro che ha avuto nel primo pomeriggio a Roma, presso il Ministero degli Interni, con i rappresentanti del dicastero, e con esponenti del Ministero del Welfare, per dirimere la questione dei minori stranieri presenti dall’inizio dell’anno, su richiesta del ministero, nella sede della Croce Rossa di Jesolo. “Non si tratta più di fatti sporadici. L’esigenza di assistere questi minori – fa presente Valdegamberi - di accoglierli in strutture protette e di pagare i servizi che li accolgono non sono più episodi ma stanno diventando emergenze ed evenienze quotidiane che possono mettere in ginocchio il bilancio dei piccoli ma anche dei medi comuni. Ho sostenuto con forza ai rappresentanti dei due Ministeri – ha detto l’Assessore veneto – che serve presto un coordinamento tra Stato, Regioni, Enti Locali per legiferare in modo adeguato in materia e per aggiornare il sistema di protezione e accoglienza e di finanziamento dei servizi che si occupano di questi ragazzi. E’ una questione nazionale, direi anche europea, che non può certo essere fatta ricadere sulle piccole comunità ma deve essere vista in un’ottica generale di Stato italiano e di Unione Europea”. .  
   
 

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