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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Maggio 2009
 
   
  MILANO: PRESENTATO RAPPORTO FONDAZIONE ROSSELLI SU PROSPETTIVE SVILUPPO SETTORE ENERGIA

 
   
  Milano, 12 maggio 2009 - Sono stati presentati ieri a Palazzo Marino i risultati del 3° rapporto della Fondazione Rosselli sulle “Priorità nazionali della ricerca industriale nell’area Energia”. Lo studio, patrocinato dall’Assessorato alla Ricerca, Innovazione e Capitale umano del Comune, traccia i potenziali sviluppi, nell’arco dei prossimi dieci anni, delle tecnologie applicate al settore energetico. “L’attività di studio e valutazione della Fondazione Rosselli in settori fondamentali dell’economia lombarda e milanese è una risorsa preziosa che il Comune ha deciso di sostenere – ha detto l’assessore Luigi Rossi Bernardi aprendo i lavori -. Il rapporto sull’energia è focalizzato sull’analisi delle possibilità di sviluppo dell’area milanese, dov’è concentrato il maggior numero di realtà che nel nostro paese si occupano di ricerca e sviluppo”. Il rapporto analizza le prospettive di 18 tecnologie: ottimizzazione delle fonti fossili e non rinnovabili, con particolare attenzione all’energia nucleare, all’uso del carbone e alla cogenerazione, in vista del miglioramento dell’efficienza e della riduzione dell’impatto ambientale; sviluppo delle fonti rinnovabili, soprattutto per quanto riguarda il miglioramento dell’efficienza e la riduzione dei costi; risparmio energetico negli usi finali, principalmente nei settori dell’edilizia e dell’automotive. Le tecnologie innovative sono state valutate da un’ampia schiera di esperti non solo per le loro ricadute positive, ma anche per la capacità del sistema della ricerca e dell’innovazione nazionale di svilupparle nell’arco dei prossimi 10 anni, dalla fase di ricerca a quella di industrializzazione. Il rapporto della Fondazione Rosselli evidenzia alcune aree dove si riscontra un maggiore potenziale di sviluppo a livello industriale: nel campo delle fonti fossili, sono in corso sperimentazioni e studi avanzati da parte di imprese nazionali, università e centri ricerca sulle tecnologie del ‘carbone pulito’ per la riduzione delle emissioni di Co2, le tecnologie del nucleare, in relazione alle possibilità di innovazione legate ai componenti e alla sicurezza degli impianti, al ciclo del combustibile nucleare che sono alla portata del sistema industriale e della ricerca del nostro Paese. Nel campo delle energie rinnovabili, le tecnologie del solare termodinamico e del fotovoltaico a concentrazione che rappresentano una nuova filiera emergente per l’industria italiana, in relazione al ruolo che rivestirà nella costruzione e gestione di grandi centrali nei Paesi del Nord Africa. In tema di riduzione delle emissioni e contenimento dei consumi, le tecnologie della cogenerazione (produzione contemporanea di energia elettrica e calore), in particolare nei settori della micro cogenerazione e delle fuel cells, nei quali la capacità di innovazione nazionale è allineata a quella degli altri stati avanzati, e le tecnologie per la riduzione dei consumi energetici degli edifici. Dall’indagine emergono anche alcune indicazioni importanti: la necessità di azioni di coordinamento e di integrazione delle attività di R&s a livello nazionale per migliorare l’efficacia degli attuali e futuri investimenti e finanziamenti, promuovendo la collaborazione pubblico-privato. Il tema del coordinamento delle attività riveste particolare importanza considerando i forti vincoli di budget per i finanziamenti pubblici e la bassa entità degli investimenti privati per attività di R&s (tradizionalmente limitati in Italia rispetto alle medie internazionali dei Paesi più avanzati, e particolarmente critici in periodi di ciclo economico sfavorevole). • l’evoluzione della normativa e la semplificazione legislativa per l’ingresso e l’affermazione sul mercato di nuove tecnologie. Le complessità legislative e normative risultano spesso insostenibili nei settori delle tecnologie emergenti, per le quali costituiscono un freno e una barriera allo sviluppo.   l’importanza della continuità nel tempo delle politiche di sostegno pubblico, a prescindere dall’entità dei finanziamenti; i tempi di sviluppo e industrializzazione delle nuove tecnologie sono generalmente nell’ordine dei 7-10 anni, durante i quali deve essere garantita la continuità dei finanziamenti. “Esistono in Italia, in particolare in Lombardia, molte Pmi con tecnologie avanzate per la produzione di componenti e apparecchiature energetiche, dal nucleare alle fonti rinnovabili – ha detto Claudio Roveda della Fondazione Rosselli e docente del Politecnico -. Occorre però rafforzare la loro capacità di innovazione tecnologica attraverso una più stretta e intensa collaborazione con la ricerca pubblica e con l’integrazione tra imprese specializzate al fine di realizzare sistemi complessi e competitivi”. Al convegno sono intervenuti Stefano Campanari, Paolo Silva e Marco Ricotti del Politecnico di Milano e Luigi Mazzocchi di Cesi Ricerca. Al dibattito hanno partecipato Aldo Fumagalli Romario di Confindustria, Sergio Garribba del Ministero per lo Sviluppo economico e Ennio Macchi del Politecnico. Il convegno si è concluso con l’intervento del senatore Guido Possa. .  
   
 

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