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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Maggio 2009
 
   
  LA TRACCIABILITA’ DEL MADE IN ITALY E’ UNO STRUMENTO STRATEGICO PER VINCERE LA CRISI CHE COLPISCE ANCHE IL VENETO. UNA SFIDA PER 7400 IMPRESE CON 30500 ADDETTI

 
   
  Vicenza 15 maggio 2009 - La Confartigianato veneta è impegnata in prima linea insieme alle Camere di commercio della nostra regione per la tracciabilità del Made in Italy. Uno strumento prezioso e necessario sia per garantire la qualità del prodotto sia per assicurare la tutela della salute come credono le 7400 imprese del tessile e dell’abbigliamento delle sette province venete. Del sistema moda si è discusso stamattina nell’Associazione artigiani di Vicenza in occasione di un incontro promosso insieme alle istituzioni per valutare le misure necessarie per sostenere e supportare il comparto. I lavori della giornata sono stati introdotti dall’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor, che ha illustrato l’impegno della Giunta regionale per le aziende che intendono adottare il marchio di certificazione. “La mia attenzione – ha detto l’assessore – per tutte le imprese artigiane è forte. Credo si debba lavorare oggi più che in passato per fare rete e per fare sinergia. Serve cioè un’azione coordinata e unitaria per affrontare le sfide di un mercato ormai globalizzato: operare in ordine sparso non può più garantire i successi che sono stati raggiunti negli ultimi dieci anni. ” Per l’assessore le istituzioni sono chiamate insieme alle associazioni di categoria a progettare e pianificare le attività e soprattutto devono cercare di fare pressioni al Parlamento europeo per salvaguardare le specificità e potenzialità del Made in Italy. Il sistema moda regionale impiega 30500 lavoratori con una percentuale elevatissima (80%) di personale femminile. L’assessore si è detto disponibile a attivare un tavolo regionale della filiera della moda, si è dichiarato pronto a mettere mano alla legge regionale che regola e disciplina l’iscrizione delle imprese artigiane agli albi di settore, ha confermato la disponibilità a depositare e a promuovere un marchio regionale della moda come sinonimo di eccellenza e con adesione volontaria. “Nonostante la difficile congiuntura economica – ha ribadito l’assessore – il modello veneto resiste perché ha puntato sul manifatturiero e non ha ascoltato le sirene della finanza creativa. Dobbiamo però essere vigili e continuare a investire su ricerca e innovazione: si deve inoltre puntare di più sull’internazionalizzazione. Occorre poi ritrovare un po’ di ottimismo perché alla fine del tunnel il sistema socioeconomico veneto sia più forte di prima. ” Infine, l’assessore Sartor ha ipotizzato l’utilizzo dei fondi di rotazione regionali anche per la liquidità di cassa e non soltanto per gli investimenti. .  
   
 

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