LA TRACCIABILITA’ DEL MADE IN ITALY E’ UNO STRUMENTO STRATEGICO PER VINCERE LA CRISI CHE COLPISCE ANCHE IL VENETO. UNA SFIDA PER 7400 IMPRESE CON 30500 ADDETTI
Vicenza 15 maggio 2009 - La Confartigianato veneta è impegnata in prima linea insieme alle Camere di commercio della nostra regione per la tracciabilità del Made in Italy. Uno strumento prezioso e necessario sia per garantire la qualità del prodotto sia per assicurare la tutela della salute come credono le 7400 imprese del tessile e dell’abbigliamento delle sette province venete. Del sistema moda si è discusso stamattina nell’Associazione artigiani di Vicenza in occasione di un incontro promosso insieme alle istituzioni per valutare le misure necessarie per sostenere e supportare il comparto. I lavori della giornata sono stati introdotti dall’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor, che ha illustrato l’impegno della Giunta regionale per le aziende che intendono adottare il marchio di certificazione. “La mia attenzione – ha detto l’assessore – per tutte le imprese artigiane è forte. Credo si debba lavorare oggi più che in passato per fare rete e per fare sinergia. Serve cioè un’azione coordinata e unitaria per affrontare le sfide di un mercato ormai globalizzato: operare in ordine sparso non può più garantire i successi che sono stati raggiunti negli ultimi dieci anni. ” Per l’assessore le istituzioni sono chiamate insieme alle associazioni di categoria a progettare e pianificare le attività e soprattutto devono cercare di fare pressioni al Parlamento europeo per salvaguardare le specificità e potenzialità del Made in Italy. Il sistema moda regionale impiega 30500 lavoratori con una percentuale elevatissima (80%) di personale femminile. L’assessore si è detto disponibile a attivare un tavolo regionale della filiera della moda, si è dichiarato pronto a mettere mano alla legge regionale che regola e disciplina l’iscrizione delle imprese artigiane agli albi di settore, ha confermato la disponibilità a depositare e a promuovere un marchio regionale della moda come sinonimo di eccellenza e con adesione volontaria. “Nonostante la difficile congiuntura economica – ha ribadito l’assessore – il modello veneto resiste perché ha puntato sul manifatturiero e non ha ascoltato le sirene della finanza creativa. Dobbiamo però essere vigili e continuare a investire su ricerca e innovazione: si deve inoltre puntare di più sull’internazionalizzazione. Occorre poi ritrovare un po’ di ottimismo perché alla fine del tunnel il sistema socioeconomico veneto sia più forte di prima. ” Infine, l’assessore Sartor ha ipotizzato l’utilizzo dei fondi di rotazione regionali anche per la liquidità di cassa e non soltanto per gli investimenti. .