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Notiziario Marketpress di
Martedì 03 Ottobre 2006 |
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16° RAPPORTO ANNUALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO …ED É RIPRESA BOOM DELL’EXPORT (+7,7%), SOPRATTUTTO DI QUALITÀ, CRESCONO LE IMPRESE, L’OCCUPAZIONE (+2,5%; DONNE: +3,5%), E L’INNOVAZIONE (+27% DI BREVETTI EUROPEI) BENE ANCHE LA PRODUZIONE DELL’INDUSTRIA E LE VENDITE DEL COMMERCIO
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Milano, 3 ottobre 2006 - Tra il 2005 e il 2006 la tanto sospirata ripresa sembra finalmente essere arrivata. E così prosegue la crescita del tessuto imprenditoriale milanese: +1,6% nel numero di imprese attive nel corso del 2005 (superiore al +1,1% a livello nazionale). Crescita che tra il secondo trimestre 2005 e 2006 arriva a +1,9%. In particolare si rafforza la presenza delle imprese femminili (+3,5%; dato superiore a quello lombardo: +2,8% e nazionale: +2%) e di quelle extracomunitarie (+12,4%). Riprendono a correre le esportazioni: +7,7%, soprattutto ad elevato contenuto tecnologico (+21% rispetto a una media italiana del +7%), mentre le importazioni crescono del 3% (e a fare la voce grossa ci pensa l’area asiatica, Cina in testa). Leggero aumento anche per gli Ide sia in entrata (+0,4%) che in uscita (+0,2%), mentre decisamente bene va il mercato del lavoro: l’occupazione cresce del 2,5% (soprattutto donne: +3,5%), la disoccupazione scende al 4,2%. Tra le forme di contratti di lavoro grande balzo in avanti delle assunzioni a tempo determinato (+47,7%). Positiva anche la dinamica congiunturale per la produzione industriale (+0,4%) che sale al +1,6% nel primo trimestre 2006, e per le vendite delle imprese commerciali (+0,6%). Milano si conferma hub direzionale dell’economia italiana: le imprese a diffusione nazionale aventi sede nell’area milanese concentrano infatti quasi il 29% del totale degli addetti di tutte le imprese nazionali operanti in Italia; così come centro dell’innovazione: il numero di domande per brevetto europeo provenienti dall’area milanese cresce del 27%, passando da 791 a 1. 004 unità (pari al 26% del tot. Nazionale). E questo anche grazie a un sistema universitario la cui offerta formativa dal 1991 a oggi è triplicata, inducendo l’aumento del tasso di partecipazione delle giovani generazioni (il 50% dei quali prosegue ormai negli studi universitari, un’incidenza pari soltanto dieci anni fa al 34%). Da sottolineare la significativa ripresa delle immatricolazioni alle facoltà scientifiche (+40% di iscritti tra il 2001 e il 2005). Infine, aumenta anche la ricchezza prodotta da Milano: +2,1% (il 10% del valore aggiunto italiano é così prodotto a Milano). Con quasi 31 mila euro pro-capite, mantiene Milano il primo posto in Italia per valore aggiunto pro-capite, ma non mancano le disuguaglianze. Il reddito imponibile medio delle donne é infatti inferiore di quasi il 50% a quello degli uomini (16. 197 euro a fronte di 31. 346 euro), quello di un italiano a Milano é quasi 3 volte quello di un cittadino africano (24. 219 euro rispetto a 9. 505 euro). C’é anche una disuguaglianza abitativa: il reddito medio dei residenti della zona più “ricca” di Milano (la zona 1) supera di oltre tre volte quello dei residenti della zona più “povera” (la zona 9: corrispondente ad Affori, Bruzzano, Comasina e Bovisasca): 54. 478 euro di reddito imponibile individuale rispetto a 17. 964 euro. Emerge dal rapporto annuale “Milano Produttiva”, a cura del servizio studi della Camera di Commercio, giunto alla 16° edizione, con un bilancio dell’economia di Milano e provincia nel 2005. Indagine sulle imprese “Essere imprenditori oggi a Milano”. Famiglia al primo posto (82,7% e 83,6%). Insieme a senso dell’onestà, rispetto per l’ambiente e continuità con la tradizione. Sono i valori principali per i giovani imprenditori. A confronto con gli over 40 che puntano sulla propensione al rischio (73%). Sia giovani che adulti diventano veri e propri amici dei dipendenti (18% per gli under quarantenni e 23% per gli over). Come vedono la Milano del futuro? Al primo posto una paura, la minaccia cinese (71% per giovani e adulti), poi la fiducia nell’Europa (70,3% e 68,9%), solo dopo arrivano gli immigrati come una risorsa (64% per entrambi), per ultima, anche se prevale l’ottimismo, l’aspettativa di una ripresa economica (61% e 52,5%). L’indagine è realizzata dal servizio studi della Camera di Commercio di Milano al 31 luglio 2006 su circa 400 imprese di Milano. “Il rapporto di quest’anno - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - ci consegna una Milano che gode di sana e robusta costituzione. I segnali di ottimismo infatti non mancano, dalla conferma della voglia di fare impresa dei milanesi, che pongono Milano come hub direzionale dell’economia nazionale, all’andamento della produzione, alla crescita dell’occupazione, fino al netto recupero delle esportazioni messo a segno dal sistema produttivo milanese. Un boom, quest’ultimo, che ha interessato la gran parte dei settori di attività e in particolare quelli a maggiore contenuto tecnologico. Un dato importante, il “ritorno” della capacità di esportare tecnologia, in parte rallentata negli ultimi anni,che costituisce una condizione cruciale per rafforzare la competitività internazionale delle imprese milanesi nel contesto di un commercio mondiale sempre più caratterizzato dagli scambi di prodotti basati sulla scienza e sull’innovazione. Le note di cautela ovviamente non mancano. In particolare penso che occorra fare di più, in termini di offerta di opportunità, per ridurre le disuguaglianze presenti a Milano. E proprio a questo riguardo, il sistema educativo e universitario può svolgere un ruolo di primo piano. L’aumento del tasso di partecipazione delle giovani generazioni agli studi universitari é in questo senso un dato importante su cui occorre ancor di più investire”. Tutti i dati della ricerca - La dinamica congiunturale. L’evoluzione congiunturale dell’economia milanese del 2005 mostra tutti segnali positivi. La produzione industriale registra infatti +0,4%, superiore alla media lombarda (+0,2%) e nazionale (-0,8%), il fatturato totale +0,8% e gli ordini totali +6,7%. Chimica (+2,1% nella produzione), mezzi di trasporto (+2,8%) e alimentari (+2%) realizzano le migliori performance produttive. Se consideriamo il solo primo trimestre del 2006, la crescita tendenziale passa a +1,6% (rispetto al primo trimestre del 2005), trainata dalla crescita del fatturato estero (+3% circa). Aumentano anche le vendite delle imprese commerciali (+0,6% rispetto alla contrazione registrata a livello nazionale: -0,7%). Una leggera crescita si registra anche per le imprese dei servizi (+0,1% in termini di volume d’affari rispetto al –0,6% dell’anno precedente). La dinamica dell’internazionalizzazione: import e export…. Nel 2005 le esportazioni milanesi riprendono a correre (+7,7%, un incremento superiore sia alla media lombarda del +6,6% che a quella nazionale del +4%). Aumentano anche le importazioni (+3%). In particolare, le imprese milanesi guardano sempre più nei loro processi di internazionalizzazione commerciale verso l’area extra-Ue 25, il cui peso aumenta in termini sia di export (dal 48,9% del 2004 al 49,7% del 2005: in particolare Federazione russa +30,5%; India: +37,3%; Corea del Sud: +22,3%) che, soprattutto, di import (dal 30,8% al 34,6%, con il protagonismo della Cina +16,5%, e in generale dell’area asiatica, nonché della Federazione Russa: +31,4%). Tra i prodotti, si registra la forte ripresa (dopo tre anni di performance negative) delle esportazioni dei prodotti ad elevato contenuto tecnologico (+21%, ben superiore alla media italiana del +8%), che vedono significativamente aumentare il loro peso sul totale dell’export manifatturiero milanese (dal 20,8% del 2004 al 23,3% del 2005). Il peso di Milano sul totale export nazionale in questo settore cresce dal 29,5% al 33,4% in un anno. …e la Milano multinazionale. I dati sulla internazionalizzazione produttiva del sistema milanese, misurata dall’andamento degli Ide (investimenti diretti esteri), mostrano un leggero incremento del numero delle imprese estere partecipate da imprese milanesi (+0,2%), di poco inferiore all’aumento delle imprese multinazionali operanti in provincia di Milano (+0,4%). Più in dettaglio: le multinazionali milanesi sono 980 (17% del tot. Nazionale), 3. 469 le imprese estere partecipate (20,6% del tot. Italiano), con 237 mila dipendenti e un fatturato di 47,6 miliardi di euro. Sul versante della internazionalizzazione passiva, le imprese a partecipazione estera con sede a Milano sono 2. 996 (pari al 41,7% del tot. Nazionale), con oltre 336 mila dipendenti e un fatturato di circa 153 miliardi di euro. La distribuzione geografica delle relazioni multinazionali intrattenute dall’area milanese evidenzia il netto prevalere delle “regioni forti” Le grandi aree metropolitane dell’Ile de France, di New York e di Londra rappresentano infatti i primi tre “spazi” della globalizzazione milanese, sia sul fronte degli investimenti esteri in uscita che su quello degli investimenti esteri in entrata. Un peso altrettanto significativo rivestono la Westfalia e (ma solo per gli investimenti esteri in entrata) la California, seguite dagli altri “motori” europei, quali Baden-württemberg, Baviera e Catalunya (limitatamente, per quest’ultima, agli investimenti esteri in uscita). La dinamica imprenditoriale. Nel 2005 prosegue la crescita del tessuto imprenditoriale milanese: +1,6% del numero di imprese attive (di poco inferiore al +1,9% del 2004 e superiore al +1,1% a livello nazionale) per un totale di 338. 010 unità. La “voglia” di fare impresa dei milanesi trova nuovo slancio nel primo trimestre del 2006 (+1,9%, contro il +1,6% dello stesso periodo del 2005), collocandosi positivamente nella ripresa congiunturale in atto. Si conferma la tendenza al consolidamento organizzativo delle imprese, che sempre più scelgono la forma giuridica della società di capitale (+4,3%, raggiungendo il 29,4% del tot. Imprese milanesi) così come si rafforza la presenza delle imprese femminili (+3,5%; dato superiore a quello lombardo: +2,8% e nazionale: +2%). Per quanto riguarda l’evoluzione dei più importanti settori produttivi, il comparto manifatturiero registra una nuova flessione (-1,4%), perdita più che compensata dall’ulteriore crescita dei servizi (+3%; in particolare: attività immobiliari +5,5%; ricerca e sviluppo: +6,5%; sanità e altri servizi sociali: +7,2%), delle costruzioni (+3,4%) e del commercio (+0,4%). Sostanzialmente stabile l’artigianato (-0,1%). L’imprenditorialità etnica. Continua, a ritmo sempre elevato, la crescita degli imprenditori immigrati (+12,4%). Si tratta complessivamente di 19. 548 imprese, delle quali ben 18. 192 (il 93,1%) sono di titolare con nazionalità extracomunitaria. Queste ultime rappresentano l’11,5% del totale delle ditte individuali milanesi (rispetto all’8,5% in Lombardia e al 5,8% in Italia). Le principali nazionalità sono l’egiziana (3. 750 imprese; 19,2% del tot. ), la cinese (13,1% del tot. ), la marocchina (8,3%), la rumena (5,9%) e la peruviana (4,7%). Nel corso del 2005, la crescita più forte si registra per l’Ecuador (+30,6%: 512 imprese in tot. ) e per i paesi dell’ex Urss (+27,7%: 249 imprese in tot. ). Si tratta per la maggior parte di titolari uomini, soprattutto nei casi di etnia araba, mentre tra le donne le più intraprendenti sono le cinesi (38%), le peruviane (28,3%) e, in termini relativi, le nigeriane (53,2%). Il 30,8% delle ditte con titolare extracomunitario esercita un’attività commerciale, il 28,6% é attiva nell’edilizia, l’11,3% opera nei trasporti e nelle telecomunicazioni, l’11,5% svolge un’attività che rientra tra i servizi professionali alle imprese (tra cui rientrano i servizi di pulizia), il 10,9% tra le attività manifatturiere, mentre il 3,1% conduce un’attività nel settore dell’accoglienza o della ristorazione. Milano primo “hub direzionale” dell’economia italiana. Le imprese a diffusione nazionale aventi sede nell’area milanese concentrano quasi il 29% del totale degli addetti di tutte le imprese nazionali operanti in Italia, un peso che scende al 20% per Roma (il secondo grande “hub” nazionale) e a valori molto più distanziati per le altre aree metropolitane. In questo senso, l’occupazione creata dalle unità locali di imprese milanesi localizzate fuori dalla provincia conta più di 570 mila dipendenti, pari al 48,1% dei dipendenti totali impiegati da queste stesse imprese (ultimo dato disponibile: 2003), con un aumento, rispetto al 2001, di quasi 13 punti percentuali (era il 35,2%). Meno rilevante l’occupazione creata sul territorio dalle unità locali di imprese con sede legale fuori dalla provincia: complessivamente Milano attrae infatti il 15,8% dei dipendenti. Il mercato del lavoro. In continuità con i buoni risultati conseguiti nel 2004, il mercato del lavoro milanese presenta anche nel 2005 un’evoluzione positiva. Gli occupati crescono del 2,5% (nettamente superiore alla media regionale: +1,1% e nazionale: +0,7%), grazie soprattutto all’aumento della componente femminile (+3,5%) rispetto a quella maschile (+1,7%). Grazie a questo risultato, il tasso di disoccupazione passa dal 4,6% al 4,2%. Aumentano in particolare gli occupati dipendenti (+3,3%) a fronte della sostanziale stabilità degli occupati indipendenti (+0,2%). Tra i settori, gli occupati nei servizi crescono del 3,5% mentre torna a crescere anche l’occupazione industriale (+0,7% rispetto al –3,4% dell’anno precedente). Per quanto riguarda la tipologia dei contratti, si registra un forte incremento delle assunzioni a tempo determinato (+47,7%), al quale si contrappone il modesto aumento delle assunzioni a tempo indeterminato (+3%). Aumentano in particolare la domanda di risorse umane a più elevata qualificazione: l’incidenza dei laureati sul totale delle assunzioni previste dalle imprese arriva al 19,1%, (contro il 16,4% del 2004), mentre ancora più elevato è il peso detenuto dall’insieme delle professioni high skills (31%), come dirigenti e direttori, professioni intellettuali, scientifiche e tecniche. La dinamica del valore aggiunto e i redditi dei cittadini milanesi. Il tasso di crescita del valore aggiunto (la ricchezza prodotta) registrato dal sistema economico milanese nel 2004 (ultimo dato disponibile) torna a farsi sostenuto (+2,1%). Con oltre 124 mila milioni di euro, Milano ha così generato quasi la metà della ricchezza della Lombardia (48%) e il 10% di quella nazionale (prima provincia in Italia). In dieci anni (1995-2004) il valore aggiunto prodotto da Milano é cresciuto del 41,7%. Più contenuto é l’aumento del reddito pro-capite (+0,5%), che tuttavia, con quasi 31 mila euro pro-capite, mantiene Milano al primo posto in Italia. Le disuguaglianze a Milano. Nella città di Milano le disuguaglianze non scompaiono. In particolare disuguaglianze di genere: il reddito imponibile medio delle donne é infatti inferiore di quasi il 50% a quello degli uomini: 16. 197 euro a fronte di 31. 346 euro degli uomini, una forbice che si allarga nelle classi centrali e “produttive” d’età: tra i 55 e i 64 anni, una donna mediamente percepisce un reddito imponibile pari a 16. 363 euro, gli uomini di 40. 416 euro. Nonché di contesto abitativo: il reddito medio dei residenti della zona più “ricca” di Milano (la zona 1) supera di oltre tre volte quello dei residenti della zona più “povera” (la zona 9: corrispondente ad Affori, Bruzzano, Comasina e Bovisasca): 54. 478 euro di reddito imponibile individuale rispetto a 17. 964 euro. Emerge inoltre una differenziazione della ricchezza di tipo “etnico”, in base alla quale il reddito medio dei cittadini stranieri provenienti dai paesi poveri a maggiore pressione migratoria è nettamente inferiore al reddito medio dei cittadini italiani: così se un cittadino italiano a Milano ha a disposizione un reddito imponibile medio pari a 24. 219 euro, un cittadino africano ha a disposizione 9. 505 euro, un cittadino dal Centro o Sud America quasi 11 mila euro, un asiatico poco più di 10 mila euro. Tra le principali nazionalità presenti a Milano, chi guadagna in media di meno sono i cinesi (reddito imponibile medio: 6. 869 euro), chi guadagna di più i rumeni (reddito imponibile: 10. 232 euro). Considerando le classi d’età, i redditi più bassi a Milano si registrano negli over 75 (17. 468 euro), nei cittadini sotto i 24 anni (8. 234 euro) e nei cittadini sotto i 29 anni (14. 303 euro). L’innovazione tecnologica. Le imprese lombarde e milanesi continuano a detenere una chiara posizione di preminenza per quanto riguarda gli investimenti in innovazione tecnologica: il 22% della spesa nazionale in ricerca e sviluppo si concentra infatti in Lombardia, peso che sale al 31% considerando la sola spesa delle imprese. Analogo il discorso per l’attività inventiva: il numero di domande per brevetto europeo provenienti dall’area milanese cresce del 27% tra il 2003 e il 2004 contro il +22% della media lombarda e il +15% di quella italiana, passando da 791 a 1. 004 unità (pari al 26% del tot. Nazionale). L’area milanese rappresenta inoltre il cuore del sistema nazionale delle giovani imprese ad alta tecnologia (imprese “indipendenti” nate nel 1980 o successivamente e operanti nei settori basati sulla scienza: nuovi materiali, biotech, chimica avanzata, Ict, ecc. ): delle quasi 2 mila imprese censite all’inizio del 2004, il 30% risulta localizzato in Lombardia e il 20% nella sola provincia di Milano. Il sistema universitario. Cresce l’offerta formativa (corsi di laurea e post-laurea) dei sette atenei sui quali si articola il sistema universitario milanese, che dal 1991 ad oggi si è più che triplicata, inducendo l’aumento del tasso di partecipazione delle giovani generazioni (il 50% dei quali prosegue ormai negli studi universitari, un’incidenza pari soltanto dieci anni fa al 34%). Da sottolineare la significativa ripresa delle immatricolazioni alle facoltà scientifiche (+40% di iscritti tra il 2001 e il 2005), in difficoltà negli anni novanta, che si affiancano alle lauree “forti” maggiormente richieste (economia e commercio, ingegneria, lettere e filosofia). Non molto elevata invece l’apertura internazionale delle università milanesi, ossia la loro propensione ad attrarre i giovani studenti stranieri: gli stranieri immatricolati sul tot. Degli iscritti raggiunge solo lo 0,5% (anno accademico 2003/2004: ultimo dato disponibile), mentre soltanto l’Università Bocconi supera la soglia dell’1%. Indagine sulle imprese “Essere imprenditori oggi a Milano” Su un campione di circa 400 imprenditori, 70% uomini, 30% donne, divisi in due fasce d’età: 18-40 anni e over 40, l’85% è titolare di impresa che in 9 casi su dieci è nel settore servizi. Pmi, oltre il 50% ditte individuali Generazioni di imprenditori a confronto. Imprenditori per passione i milanesi, soprattutto i più giovani, tra 18 e 40 anni, (che nel 46,2% dei casi considerano una vocazione la propria chiamata all’imprenditoria) che gli over 40 (37,8%) per i quali la scelta imprenditoriale è stata obbligata (23,5%) o dettata dal caso (30,1%). La funzione organizzativa più presente nell’azienda milanese è il marketing e vendite (presente in un caso su 4), svolta perlopiù in modo informale (64,1% per i giovani, 57,1% per gli over 40). Il sito internet aziendale, presente in 4 casi aziendali su 10, viene usato soprattutto per presentate i prodotti e le attività. Sono gli over 40 quelli più attivi nel commercio on-line, il 5,8% contro il 3,9% degli under 40. Lingue straniere. Usano le lingue straniere, anche se solo qualche volta (45% e 39,2%), conoscono entrambi inglese (61,7% e 56,9%) e francese (18,2% e 27,7%) ma tra i più giovani lo spagnolo ha preso il posto del tedesco. Imprenditori e società. I più anziani frequentano i dipendenti normalmente anche fuori dal lavoro (23%), ma anche i giovani (17,9%). Ciò che conta sono famiglia ed esperienza per entrambe le classi di età sono per gli over 40 (82,7% e 80,1%) e per gli under 40 (83,6%, 77,4%). Rispetto al passato senso dell’onestà, rispetto per l’ambiente e continuità con la tradizione sono i valori principali per i giovani imprenditori. A confronto con gli over 40 che puntano di più sulla propensione al rischio (73%). Come vedono la Milano del futuro? Al primo posto una paura, la minaccia cinese (71% per giovani e adulti), poi la fiducia nell’Europa (70,3% e 68,9%), solo dopo arrivano gli immigrati come una risorsa (64% per entrambi), per ultima, anche se prevale l’ottimismo, l’aspettativa di una ripresa economica (61% e 52,5%).
Ha scelto di fare l’imprenditore per tradizione e continuità familiare? |
18-40 anni |
Over 40 |
Si |
37,4 |
34,2 |
No |
56,4 |
57,7 |
Non so/non risponde |
6,2 |
8,2 |
Totale |
100 |
100 |
|
|
|
|
|
|
Per lei, svolgere attività imprenditoriale è: |
18-40 anni |
Over 40 |
Una scelta obbligata |
19,5 |
23,5 |
Un caso |
25,6 |
30,1 |
Una vocazione |
46,2 |
37,8 |
Non so/non risponde |
8,7 |
8,7 |
Totale |
100 |
100 |
Nella sua sfera personale, quanto costa ciascuno dei seguenti fattori? |
18-40 anni |
Over 40 |
|
Molto |
Abbastanza |
Poco |
Per nulla |
Non so/non risponde |
Molto |
Abbastanza |
Poco |
Per nulla |
Non so/non risponde |
Il lavoro |
72,3 |
25,1 |
2,1 |
0 |
0,5 |
75,5 |
20,9 |
3,6 |
0 |
0 |
Il sacrificio |
64,6 |
32,8 |
1 |
0,5 |
1 |
60,7 |
33,7 |
4,6 |
1 |
0 |
La famiglia |
83,6 |
13,3 |
2,6 |
0 |
0,5 |
82,7 |
14,8 |
2,6 |
0 |
0 |
La formazione |
68,7 |
27,7 |
3,1 |
0 |
0,5 |
71,9 |
25 |
3,1 |
0 |
0 |
L´esperienza |
77,4 |
22,1 |
0 |
0 |
0,5 |
80,1 |
18,4 |
1,5 |
0 |
0 |
L´impegno sociale |
44,6 |
45,6 |
7,7 |
1 |
1 |
53,1 |
35,2 |
11,2 |
0 |
0,5 |
Le amicizie, i viaggi , l´evasione |
62,6 |
29,7 |
6,2 |
0,5 |
1 |
59,2 |
32,1 |
8,2 |
0 |
0,5 |
Quali sono le funzioni organizzative presenti all´interno della Sua azienda? |
18-40 anni |
Over 40 |
Produzione |
13,6 |
13,2 |
Acquisti |
16 |
21,1 |
Vendite e marketing |
25,5 |
24,3 |
Personale/amministrative |
7,8 |
7,6 |
Logistica |
3,1 |
3,2 |
Finanza |
2 |
2,2 |
Ricerca e sviluppo |
4,8 |
3,2 |
Tutte le precedenti |
8,2 |
9,5 |
Altro |
13,9 |
13,6 |
Non so/non risponde |
5,1 |
2,2 |
Totale |
100 |
100 |
Con quale frequenza sono gestite da lei in prima persona le seguenti attività? |
18-40 anni |
Over 40 |
|
Sempre |
Spesso |
Qualche volta |
Mai |
Non so/non risponde |
Sempre |
Spesso |
Qualche volta |
Mai |
Non so/non risponde |
Funzione direttiva |
71,3 |
17,4 |
9,7 |
1,5 |
0 |
73 |
18,9 |
2,6 |
4,1 |
1,5 |
Funzione di coordinamento |
69,2 |
17,9 |
9,7 |
3,1 |
0 |
68,4 |
21,4 |
4,6 |
4,1 |
1,5 |
Funzione di controllo |
68,2 |
14,9 |
13,3 |
3,6 |
0 |
67,9 |
18,4 |
6,6 |
5,6 |
1,5 |
Funzioni operative |
65,6 |
15,4 |
14,4 |
4,6 |
0 |
63,8 |
14,8 |
12,8 |
7,1 |
1,5 |
Nell´ultimo anno, quanti dei Suoi dipendenti hanno partecipato alle seguenti attività? |
18-40 anni |
Over 40 |
|
Nessuno |
Circa la metà |
Più di metà |
Tutti |
Non so/non risponde |
Nessuno |
Circa la metà |
Più di metà |
Tutti |
Non so/non risponde |
Attività di formazione organizzata dalla azienda |
54,4 |
3,1 |
1,5 |
9,7 |
31,3 |
68,9 |
3,1 |
3,1 |
6,6 |
18,4 |
Attività di formazione organizzate da enti terzi ma finanziate dall´azienda |
57,4 |
3,6 |
1 |
7,2 |
30,8 |
71,4 |
4,6 |
2 |
3,6 |
18,4 |
Corsi di formazione auto finanziati |
62,6 |
1,5 |
0,5 |
4,1 |
31,3 |
76,5 |
1,5 |
1 |
2,6 |
18,4 |
A suo parere, quanto conta oggi rispetto al passato: |
18-40 anni |
Over 40 |
|
Di più |
Di meno |
Allo stesso modo |
Non so/non risponde |
Di più |
Di meno |
Allo stesso modo |
Non so/non risponde |
La propensione al rischio |
70,3 |
7,7 |
16,4 |
5,6 |
73 |
7,7 |
16,3 |
3,1 |
Lo spirito di sacrificio |
59,5 |
19,5 |
20 |
1 |
56,1 |
28,1 |
14,8 |
1 |
Il senso di responsabilità |
60 |
11,3 |
28,7 |
0 |
56,6 |
20,9 |
21,4 |
1 |
La ricerca del profitto |
61 |
14,9 |
24,1 |
0 |
49 |
24 |
26 |
1 |
Il fare bene le cose |
67,2 |
12,3 |
20 |
0,5 |
64,3 |
12,2 |
22,4 |
1 |
La continuità con la tradizione |
74,4 |
7,2 |
17,4 |
1 |
65,3 |
16,3 |
17,3 |
1 |
L´orientamento al futuro |
71,8 |
10,8 |
15,4 |
2,1 |
58,7 |
19,4 |
18,9 |
3,1 |
La fiducia nei collaboratori |
57,9 |
11,8 |
16,4 |
13,8 |
55,1 |
15,3 |
15,8 |
13,8 |
L´onestà |
74,4 |
9,7 |
15,4 |
0,5 |
65,8 |
16,8 |
16,3 |
1 |
Il rispetto per l´ambiente |
74,4 |
9,2 |
15,4 |
1 |
69,4 |
13,8 |
15,8 |
1 |
Quanto concorda con le seguenti affermazioni? |
18-40 anni |
Over 40 |
|
Molto |
Abbastanza |
Poco |
Per nulla |
Non so/non risponde |
Molto |
Abbastanza |
Poco |
Per nulla |
Non so/non risponde |
Gli immigrati sono una risorsa per l´economia milanese |
30,8 |
32,8 |
20 |
9,2 |
7,2 |
26 |
37,8 |
16,8 |
8,7 |
10,7 |
L´europa costituisce un´opportunità per la futura crescita dell´economia italiana |
31,3 |
39 |
16,9 |
6,2 |
6,7 |
29,6 |
39,3 |
17,3 |
7,1 |
6,6 |
La Cina è una minaccia crescente per il mercato italiano |
50,3 |
21 |
15,9 |
7,2 |
5,6 |
45,4 |
26 |
7,7 |
14,3 |
6,6 |
L´economia italiana, nei prossimi anni, sarà capace di risollevarsi e di ritrovare un saldo equilibrio |
20,5 |
40,5 |
20,5 |
6,7 |
11,8 |
11,2 |
41,3 |
24,5 |
6,6 |
16,3 |
Quali sono, a Suo parere, i due valori irrinunciabili senza i quali d´impresa perde la propria identità? |
18-40 anni |
Over 40 |
La propensione al rischio |
4 |
4,1 |
Lo spirito di sacrificio |
18 |
16,7 |
Il senso di responsabilità |
15,7 |
18,4 |
La ricerca del profitto |
4,3 |
4,4 |
Il fare bene le cose |
23,7 |
21,6 |
La continuità con la tradizione |
1,4 |
3,2 |
L´orientamento al futuro |
3,4 |
1,8 |
La fiducia nei collaboratori |
4,9 |
3,8 |
L´onestà |
21,7 |
23,7 |
Il rispetto per l´ambiente |
2 |
1,2 |
Non so/non risponde |
0,9 |
1,2 |
Totale |
100 |
100 |
Quale ruolo hanno le attività di marketing nella sua azienda? |
18-40 anni |
Over 40 |
Un ruolo definito e un team creato ad hoc che se ne occupa |
3,1 |
2 |
Attività perlopiù svolte in modo informale |
64,1 |
57,1 |
Attività svolte da società esterne di consulenza |
4,1 |
4,6 |
Altro |
12,3 |
13,8 |
Non so/non risponde |
16,4 |
22,4 |
Totale |
100 |
100 |
|
|
|
La Sua azienda possiede un sito internet? |
18-40 anni |
Over 40 |
Si |
39 |
35,2 |
No |
61 |
64,8 |
Non so/non risponde |
0 |
0 |
Totale |
100 |
100 |
|
|
|
Quali contenuti presenta? |
18-40 anni |
Over 40 |
Presentazione attività e prodotti dell´Azienda |
86,8 |
88,4 |
Acquisto on line |
3,9 |
5,8 |
Altro |
5,3 |
2,9 |
Non so/non risponde |
3,9 |
2,9 |
Totale |
100 |
100 |
|
|
|
Lei conosce le lingue straniere? |
18-40 anni |
Over 40 |
Si |
76,4 |
63,8 |
No |
23,1 |
36,2 |
Non so/non risponde |
0,5 |
0 |
Totale |
100 |
100 |
|
|
|
|
|
|
Quali lingue straniere conosce? |
18-40 anni |
Over 40 |
Inglese |
61,7 |
56,9 |
Francese |
18,2 |
27,7 |
Tedesco |
4,7 |
9,7 |
Spagnolo |
9,3 |
4,6 |
Altro |
6,1 |
1 |
Non so/non risponde |
0 |
0 |
Totale |
100 |
100 |
|
|
|
In che misura usa le lingue straniere nella Sua attività? |
18-40 anni |
Over 40 |
Quotidianamente |
14,1 |
13,6 |
Spesso |
18,1 |
21,6 |
Qualche volta |
45 |
39,2 |
Mai |
22,8 |
25,6 |
Non so/non risponde |
0 |
0 |
Totale |
100 |
100 |
|
|
|
Come sono i suoi rapporti con i dipendenti? |
18-40 anni |
Over 40 |
confinati ai tempi e luoghi di lavoro |
21 |
23,5 |
continuano normalmente anche al di fuori di tempi e luoghi di lavoro |
17,9 |
23 |
continuano anche al di fuori di tempi e luoghi di lavoro ma solo in occasioni predeterminate |
6,2 |
5,1 |
Non so/non risponde |
54,9 |
48,5 |
Totale |
100 |
100 | . |
|
|
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