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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Febbraio 2004
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ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA UN'ALLEANZA PIÙ FORTE IN UN MONDO CHE CAMBIA ISPI MILANO  
 
Milano, 23 febbraio 2004 – Di seguito la relazione di Romano Prodi Presidente della Commissione europea tenuta venerdì 20 febbraio a Molano presso l’ Ispi : “Signore e signori, Mi fa molto piacere essere con voi oggi, non solo perché sentimenti e ricordi speciali mi legano alla città di Milano, dove ho frequentato l'università, ma anche perché si celebrano i 70 anni di uno degli istituti più prestigiosi d'Europa. Non è facile trovare un luogo altrettanto pieno di energia intellettuale, un luogo in cui centinaia di persone di tutte le età assistono a conferenze pubbliche e tavole rotonde, un luogo in cui si sente l'eco della storia. L'ispi è un centro di eccellenza e, in questi tempi di grandi sfide internazionali, deve continuare a impegnarsi per l'eccellenza, soprattutto nel settore della ricerca. Sarà così una risorsa ancora più grande per l'Italia e per l'Europa. Credo che la conferenza di oggi arrivi al momento giusto e che sia necessaria. Tutti, europei e americani, dobbiamo moltiplicare le occasioni di dialogo franco e di discussione per aprire nuove opportunità e rinnovare la cooperazione. Mi sembra che le cose stiano cambiando e oggi siano possibili nuovi sviluppi: la situazione è certamente molto diversa rispetto a un anno fa. Nei primi mesi del 2003 si guardava alle prospettive delle relazioni transatlantiche con preoccupazione. In effetti, non mancavano certo i punti di divergenza. Alcuni di essi, pur importanti, facevano parte del normale rapporto tra partner e alleati. Penso ad esempio a certi aspetti delle relazioni economiche e commerciali, o ai nuovi prodotti alimentari e alle biotecnologie. Altre erano più serie. Mi riferisco alla disputa su come affrontare il degrado dell'ambiente a livello mondiale (il cambiamento climatico) o a quella sulla Corte Penale Internazionale. A questa situazione si è aggiunta la crisi irachena che ha davvero scosso le nostre consolidate relazioni e ha avuto un impatto notevole anche sugli affari interni europei. Quella crisi si è sviluppata su vecchi stereotipi, senza tener conto dei grandi progressi compiuti negli ultimi anni da entrambe le parti, né delle sfide aperte davanti a noi. Stereotipi raramente corretti, e mai utili nelle relazioni internazionali, soprattutto innanzi a questioni importanti come la crisi e il conflitto in Iraq. Tale controversia ha inciso su stati d'animo particolari in entrambe le parti dell'Atlantico. Gli Stati Uniti stavano e stanno ancora cercando di adattarsi a un mondo che dopo l'11 settembre del 2001 è diventato più pericoloso. Da parte nostra, noi europei abbiamo forse sottovalutato le preoccupazioni americane sulla possibile connessione tra terrorismo, minaccia delle armi di distruzione di massa e Stati fuorilegge. Allo stesso tempo la crisi ha inciso sui sentimenti e sulla percezione dell'opinione pubblica europea. Tra il settembre 2001 e l'inizio del 2003, l'orientamento della maggioranza dell'opinione pubblica in Europa si è spostato dall'espressione "Siamo tutti americani" a un diffuso rifiuto della guerra, mentre i governi restavano divisi. Allo stesso modo, mentre l'Ue era impegnata in un allargamento senza precedenti e in una riflessione indispensabile sul suo futuro in seno alla Conferenza intergovernativa, i tentativi americani di giocare su presunte divisioni tra una "nuova" e una "vecchia" Europa non hanno certo contribuito ad allentare le tensioni e a favorire il ravvicinamento tra le due sponde dell'Atlantico. Vi era una sensazione diffusa tra gli europei che l'amministrazione statunitense vedesse un'Europa integrata come una minaccia alla supremazia americana. Questa posizione ha destato sorpresa e delusione, soprattutto perché, con l'allargamento, gli europei si stanno unendo pacificamente dopo tutta la violenza della prima metà del Xx secolo, e sono ormai un esempio di stabilità e di prosperità condivisa unico al mondo. Quest'unità è sempre stata anche un obiettivo americano al quale gli Usa hanno dato un grande contributo dopo la Seconda guerra mondiale. Come ha detto il vicepresidente Cheney recentemente a Davos, il successo dell'Europa moderna "è anche la storia di una grande e duratura alleanza fra i popoli liberi delle due sponde dell'Atlantico... Gli Stati Uniti e l'Europa hanno affrontato insieme sfide fuori dal comune e le hanno superate insieme...". Oggi dobbiamo superare le polemiche dell'anno scorso. Nel rapporto transatlantico dobbiamo concentrarci esclusivamente sulla realtà, non sulla retorica, e sui tre pilastri che lo sostengono: la cooperazione economica, la cooperazione politica e quella di sicurezza. La realtà è un'economia transatlantica che rappresenta circa il 50% del Pil e il 40% del commercio del mondo. Quest'economia transatlantica è più integrata che mai. Per quanto riguarda gli scambi, gli Usa sono di gran lunga il principale partner commerciale dell'Ue, come l'Ue è il primo partner dell'economia nordamericana (Usa + Canada). Le stesse relazioni privilegiate caratterizzano gli investimenti diretti dall'estero. Un comune patrimonio politico sta alla base di questi legami economici. I principi fondamentali della democrazia liberale - le libertà d'espressione, di coscienza e di religione e una stampa libera - sono così solidi che li diamo ormai per scontati. Essi consentono un livello di dialogo e di comprensione reciproca tra Europa e Stati Uniti che non ha pari al mondo. I valori di libertà, giustizia e democrazia sono i nostri valori comuni. Eppure, questi stessi valori vengono negati in altre parti del pianeta e ci sono forze che li minacciano. Nella seconda metà del Xx secolo, l'Europa e gli Usa hanno lavorato insieme per sostenere e diffondere la democrazia nel nostro continente. Oggi, americani ed europei stanno lavorando insieme per sostenere le neonate democrazie dei Balcani e dell'Afghanistan. Anche in Iraq, l'Unione si sta progressivamente impegnando per agevolare il processo di ricostruzione e di normalizzazione. Proprio la situazione in Iraq ha dimostrato la nostra capacità di offrire una soluzione ai vecchi disaccordi. Grazie ai nostri sforzi comuni abbiamo creato un'atmosfera positiva e costruttiva e speriamo in un dialogo più intenso nei prossimi mesi. Apprezzo in particolar modo gli sforzi americani per garantire un rapido passaggio dei poteri agli iracheni e voglio salutare con soddisfazione i colloqui che si stanno svolgendo col governo provvisorio e le Nazioni Unite in questa prospettiva. Più in generale, dobbiamo agire rapidamente per limitare i pericoli del terrorismo in Iraq. I responsabili dei recenti attacchi terroristici sanno che la loro sola possibilità di successo consiste nel distruggere la speranza degli iracheni. Ma solo una prospettiva politica di lungo termine, oltre che un livello più alto di sicurezza, consentiranno di costruire il nuovo Iraq su fondamenta solide e durature. Per queste ragioni, dobbiamo continuare la lotta al terrorismo rafforzando la nostra cooperazione, in particolare in tutta l'area mediorientale. Dobbiamo lanciare nuove azioni specifiche nella regione per affermare e rafforzare principi e valori fondamentali. Pensiamo ad esempio ai problemi dell'istruzione, della parità uomo-donna e a come colmare i tanti vuoti di democrazia. Sulla base del processo di Barcellona e grazie alle nuove opportunità offerte dalla politica di prossimità, dobbiamo moltiplicare le sedi e gli strumenti di dialogo e dobbiamo lanciare nuove iniziative in un'area cruciale per la stabilità mondiale. Naturalmente, questa strategia di ampio respiro non deve farci sottovalutare l'importanza della questione israelo-palestinese, da cui dipende in larga misura il successo di ogni nuova strategia nella regione. Certamente però oggi possiamo lanciare un'iniziativa politica nuova che prenda esempio dalle esperienze che abbiamo fatto insieme in Europa centrale e orientale. I nostri successi recenti, del resto, come l'ottima cooperazione nei Balcani occidentali, e soprattutto in Bosnia, ci devono spingere a cercare nuove forme di cooperazione anche in Medio Oriente. Stiamo collaborando anche in settori meno appariscenti ma altrettanto importanti. Si pensi alla tutela della sicurezza dei trasporti aerei e marittimi, alla lotta contro il traffico di materiali destinati alla produzione di armi di distruzione di massa e contro il flusso dei finanziamenti ai gruppi terroristici. Il vertice Ue-usa del giugno 2003 ha dimostrato la validità del nostro approccio equilibrato e pratico. Quel vertice si è svolto all'insegna di una saggia combinazione di accordi concreti e di progetti congiunti di lungo termine. Allo stesso modo, credo che in futuro potremo fare passi in avanti in altri settori, come l'accordo finale sulla cooperazione tra i sistemi satellitari Galileo e Gps, il futuro spazio aereo senza frontiere e una nuova cooperazione per promuovere la crescita economica. Sono sicuro che anche nel campo commerciale potremo lavorare insieme per arrivare ad una conclusione positiva del "development round" di Doha. Dobbiamo però anche imparare la lezione del fallimento dei negoziati di Cancún, lo scorso dicembre. Cancún ci insegna che, per raccogliere le sfide del Xxi secolo, un buon rapporto fra l'Ue e gli Usa è necessario ma non sufficiente. Non basta dichiarare nei nostri contatti bilaterali che dobbiamo fare di più per capire e interpretare i bisogni e gli interessi reali di tutta la comunità internazionale. Nonostante le voci di crisi che circolavano l'anno scorso, non c'è mai stata comunque una vera rottura nel rapporto transatlantico. Piuttosto, le nostre relazioni e i meccanismi che le sostengono sono così forti che hanno dato prova della loro tenuta anche in un anno difficile. Ciò detto, non possiamo neppure indulgere nell'autocompiacimento. Le tensioni dell'anno scorso non sono solo il risultato di una polemica esagerata da parte della politica o della stampa. Dobbiamo riflettere sulle reali divergenze di punti di vista tra europei e americani. Queste divergenze riguardano in particolare l'approccio nei confronti della guerra e dell'uso della forza nelle relazioni internazionali. Ci sono opinioni diverse su come regolare il rapporto tra le libertà individuali e la riservatezza della vita privata da una parte e la sicurezza dall'altro. La sfida più difficile è armonizzare le necessarie misure di sicurezza con lo sviluppo di una società aperta. Alcuni osservatori hanno persino messo in dubbio che si possa ancora parlare di una comunità di valori fra le due rive dell'Atlantico e si sono chiesti se, nella ricerca di un nuovo modello di governance mondiale, non stiamo in realtà prendendo strade diverse. Si tratta di differenze importanti, che non si possono cancellare a comando o risolvere con dichiarazioni aggressive o altisonanti come quelle dei primi mesi del 2003. Abbiamo bisogno di un dialogo sereno e strutturato e dobbiamo riconoscere la legittimità delle opinioni altrui anche quando non siamo d'accordo. In questo dibattito, l'elemento chiave è il ruolo del "multilateralismo efficace" come principio guida delle relazioni internazionali e fonte di legittimità degli interventi. Nonostante le obiezioni di qualcuno, il multilateralismo non è mai stato uno slogan o, peggio, un espediente per rimandare le decisioni e l'azione. In Europa, grazie al multilateralismo abbiamo posto fine a conflitti secolari sul nostro continente e abbiamo aperto una nuova era di cooperazione politica ed economica. Andiamo orgogliosi del nostro modello e siamo convinti che esso sia un modello valido anche per le altre regioni del pianeta. Non deve sorprendere quindi la fiducia che riponiamo nelle Nazioni Unite come cardine di un nuovo sistema multilaterale. Per noi, multilateralismo significa: prendere sul serio le regole della politica internazionale; aiutare tutti i paesi ad attuare e a rispettare queste regole; impegnarsi attivamente negli organi multilaterali vecchi e nuovi e promuovere un'agenda di pace e di stabilità che vada oltre la semplice difesa degli interessi nazionali. Tutto questo fa ormai parte del patrimonio genetico dell'Europa. Dobbiamo anche garantire che i nostri interessi siano correttamente rappresentati nei vari organi decisionali internazionali, in particolar modo nell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Per rafforzare l'Onu, del resto, occorre anche rafforzare l'azione comune dell'Europa al suo interno, soprattutto dopo l'allargamento, con paesi membri delle Nazioni Unite che entrano nell'Unione europea e altri che, dai Balcani, li seguiranno fra pochi anni. Soprattutto se, come spero, la nuova governance mondiale dovrà essere organizzata attorno ad alcuni poli regionali, dovremo pensare a come questi poli potranno coesistere e cooperare. Per questo, occorrono organizzazioni e trattati internazionali efficaci e occorrono azioni multilaterali decise contro ogni minaccia della sicurezza internazionale. Nel dire questo, penso anche allo sviluppo e all'allargamento delle organizzazioni internazionali. Basti pensare all'importanza della presenza della Cina e della Russia nell'Organizzazione mondiale per il commercio. In questo nuovo contesto, la questione della legittimità dell'azione internazionale diventa centrale. Si tratta di una legittimità politica e morale che la crisi irachena ha messo in discussione come mai prima. E questo è un elemento che gli Stati Uniti non possono ignorare. *** Con la crisi irachena, poi, si è creata per la prima volta una spaccatura profonda all'interno della Nato. È quindi dalla Nato che dobbiamo ripartire per creare la partnership necessaria e per favorire un consenso internazionale più ampio. La legittimità dipende soprattutto da questo consenso e dal rispetto delle regole internazionali. Ne deriva la necessità di un nuovo concetto di alleanza atlantica, organizzata su due pilastri solidi, alla quale gli europei dovranno apportare un contributo più attivo e più concreto. Dal punto di vista europeo, infatti, è solo grazie a una integrazione politica più forte che potremo fare la nostra parte in questo nuovo quadro. Se prendiamo le decisioni insieme possiamo avere un ruolo maggiore e dare più legittimità ai suoi risultati pratici. Questo sarebbe un grande contributo per relazioni internazionali più solide e più affidabili. Ma voglio essere chiaro: l'Ue non si considera in concorrenza con la Nato, né desidera creare un doppione delle sue strutture e delle sue funzioni. La nostra politica di difesa vuole che l'Europa contribuisca di più alla propria difesa. Con 25 Stati membri dobbiamo prendere con più decisione l'iniziativa e dobbiamo promuovere azioni più coerenti e più efficaci. La nuova Strategia di sicurezza europea va incontro alle preoccupazioni degli Stati Uniti e condivide con loro la stessa percezione di minaccia riconoscendo che la nostra sicurezza è qualcosa che si pone a livello globale e non si limita alla difesa di uno spazio geografico limitato. Abbiamo anche accettato l'idea che, in certi casi, la forza può essere una risposta appropriata. Inoltre siamo coscienti che se si assumono certi impegni occorre essere conseguenti nel preparare la strategia per raggiungerli. In cambio ci aspettiamo che gli Stati Uniti riconoscano alcune delle nostre priorità e dimostrino il loro impegno nei confronti del sistema internazionale e delle istituzioni multilaterali che essi stessi hanno contribuito a creare nel corso dei decenni. Dobbiamo affrontare insieme le nuove minacce comuni, dal terrorismo e dalla criminalità organizzata alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, dai conflitti regionali al fallimento degli Stati. Non credo però che la sicurezza sia solo o soprattutto una questione di imporre soluzioni militari a chi potrebbe minacciarci. Non credo che si possano proteggere i nostri cittadini solo moltiplicando i controlli alle frontiere e negli aeroporti, o con un controllo sempre più invadente dei dati personali. Per questo, continuo a battermi per rafforzare l'impegno dell'Unione europea verso la cosiddetta "soft security". Si tratta di una sicurezza dalla mano leggera che diffonde le regole del buon governo, favorisce lo sviluppo economico e combatte la povertà. Una sicurezza che promuove il dialogo interculturale, combatte le epidemie e affronta le conseguenze del cambiamento climatico. Intervenendo in tutti questi campi investiamo in realtà nella nostra sicurezza di lungo termine. Il contributo dei paesi europei alla cooperazione allo sviluppo è il triplo di quello degli Stati Uniti e quello al bilancio delle Nazioni Unite è il doppio. Ci viene spesso ricordato il divario che separa le capacità militari dell'Europa e degli Stati Uniti. Ma perché non ricordare il divario dei fondi per lo sviluppo del terzo mondo? In conclusione, solo una discussione aperta e sincera potrà risolvere le divergenze transatlantiche. Sono sicuro che ciascuno di noi continuerà a fare la propria parte per risolvere i problemi e promuovere un'agenda transatlantica costruttiva. E resto ottimista. È chiaro ormai che gli europei non si troveranno mai a scegliere tra una vocazione europea e una transatlantica, perché queste marciano di pari passo. Un'europa forte e integrata è ovviamente anche nell'interesse degli Stati Uniti. Ne sono così convinto che non mi sorprende affatto leggere nelle conclusioni di un sondaggio, sia pure non recentissimo, che "la maggioranza degli americani vuole che l'Unione europea diventi una superpotenza capace di condividere le responsabilità globali con gli Stati Uniti" (Sondaggio sulle tendenze transatlantiche del German Marshall Fund, settembre 2003). Un'europa più forte darà un contributo maggiore alle battaglie che portiamo avanti insieme da 50 anni: contro il totalitarismo e per la democrazia, per lo Stato di diritto, per l'economia di mercato e per nuove istituzioni internazionali. La nostra collaborazione si fonda su valori comuni, sull'interdipendenza e sull'interesse reciproco. La nostra collaborazione è indispensabile. Su questa base dobbiamo affrontare insieme le grandi sfide che figurano, oggi, tra le priorità dell'agenda internazionale.”  
   
   
ELECTION DAY: IL COMPUTER ENTRA NEL SEGGIO ELETTORALE PER IL CONTEGGIO ELETTRONICO DEI VOTI E L'INOLTRO DEI RISULTATI DECOLLA LA SPERIMENTAZIONE DELLO SCRUTINIO ELETTRONICO  
 
Roma, 23 febbraio 2004 - Il computer entra nel seggio elettorale. In occasione del prossimo election day, il conteggio dei voti in circa 2.500 sezioni e l'inoltro dei risultati delle sole elezioni Europee avverranno in via sperimentale in forma elettronica. L'iniziativa, denominata "scrutinio elettronico", è stata resa nota dal Ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, e dal Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca. Fermo restando che i risultati ufficiali delle prossime elezioni europee, nei seggi individuati per la sperimentazione dello scrutinio elettronico, saranno comunque quelli che emergeranno dallo scrutinio tradizionale, si è deciso di avviare questa sperimentazione nell'ambito delle iniziative del Governo per promuovere la diffusione delle tecnologie volte alla modernizzazione del Paese. Gli obiettivi che questa sperimentazione intende perseguire sono: Semplificare ed accelerare le operazioni di scrutinio Facilitare i conteggi ed eliminare gli errori di trascrizione Rendere più veloce e sicura la trasmissione dei risultati elettorali Migliorare l'efficienza delle consultazioni elettorali Il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu ha tenuto a precisare che in questo modo non si vuole "assolutamente toccare l'espressione del voto dei cittadini, sovvertire le loro abitudini ed intervenire con nuove procedure tecnologiche nel momento più delicato della partecipazione democratica, ma vogliamo invece cominciare a modernizzare il conteggio dei voti e la successiva trasmissione dei risultati alle sedi istituzionali". Il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ha spiegato che "si è deciso di intervenire su un'operazione come il conteggio dei voti, che ha un alto contenuto di manualità, attraverso la cui automazione si ottengono significativi benefici dovuti al fatto che a valle di tale operazione ogni attività verrà effettuata per via elettronica e senza ulteriori interventi manuali di trascrizione e quadratura dei totali, garantendo così la correttezza dei dati finali, con grossi benefici per quanto riguarda l'efficienza ed i tempi di queste operazioni". Per quanto riguarda il conteggio ufficiale e la trasmissione dei voti, pur restando invariate le attuali procedure, la fase sperimentale prevede, in particolare, che una volta che i componenti del seggio abbiano concluso l'analisi della scheda un operatore acquisisca i dati di voto e li immetta nel computer. Contestualmente, gli stessi dati di voto vengono visualizzati su un altro schermo a disposizione di tutti i componenti del seggio in modo che essi possano verificarne la correttezza. Tutte le successive fasi di totalizzazione, quadratura, verbalizzazione e trasmissione dati avverranno in maniera automatica e, quindi, in modo veloce e sicuro. L'operazione di "interpretazione della volontà dell'elettore" resta prerogativa del Presidente del seggio. Ulteriore vantaggio è offerto dalla possibilità di trasmettere per via telematica i risultati alle sedi istituzionali entro pochi minuti dalla conclusione dello scrutinio rispetto ai tempi assai più lunghi attualmente impiegati Il provvedimento prevede, tra l'altro, la costituzione di una Commissione di valutazione dei risultati di questa sperimentazione allo scopo di accertarne il grado di efficienza e le eventuali problematicità al fine di preordinare gli aggiustamenti necessari in vista di un allargamento della sperimentazione ad un numero superiore di seggi nelle successive tornate elettorali.  
   
   
BANCA INTESA: RAGGIUNTO L’ACCORDO CON LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI SULLA PROCEDURA DI CONCILIAZIONE PER I CORPORATE BOND ANDATI IN DEFAULT CONCILIAZIONE PER PARMALAT,CIRIO, GIACOMELLI  
 
Roma, 23 febbraio 2004 - Banca Intesa e Acu, Adoc, Adiconsum, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Cittadinanza Attiva, Codacons, Confconsumatori, Ctcu, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa Del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori, hanno raggiunto l’accordo sulla procedura di conciliazione per i corporate bond andati in default. L’accordo prevede l’istituzione di una procedura di conciliazione per i clienti che possiedono obbligazioni societarie andate insolute e che reputino di aver subito da parte dall’azienda un comportamento non conforme ai propri doveri. L’accordo raggiunto oggi permetterà di avviare già da fine mese un tavolo tecnico che darà l’avvio alla fase operativa. La conciliazione, che sarà per il cliente non onerosa, si basa su procedure semplici e criteri concordati: si tratta di un accordo che riguarda tutte le obbligazioni societarie andate insolute (Parmalat, Cirio e Giacomelli); i rimborsi saranno valutati, caso per caso, da 5 Commissioni di Conciliazione paritetiche tra la banca e le associazioni dei consumatori, istituite per aree di competenza geografica così suddivise: Nord-est, Nord-ovest, Lombardia, Sud, Centro.la scelta di valutare caso per caso deriva dal fatto che i clienti che hanno acquistato titoli di società coinvolte nei default hanno caratteristiche e comportamenti molto differenti: dal piccolo risparmiatore inesperto all’ investitore sofisticato, che effettua gli investimenti in tutta consapevolezza. Anche i diversi titoli andati in default hanno caratteristiche differenziate, come pure il ruolo svolto dalla banca nei diversi casi può essere stato molto diverso. Le valutazioni saranno basate su criteri condivisi (competenza e abitudine di investimento del cliente, coerenza tra il profilo di rischio e l’ammontare dell’investimento, ruolo svolto dalla banca, rating/non rating, informazione fornita). Ogni criterio ha un suo peso e concorrerà all’eventuale indennizzo; di norma, al verificarsi di tutti i criteri si potrà arrivare ad un indennizzo del 60%, che si aggiungerà ovviamente al valore residuo del titolo, che rimane nelle mani del risparmiatore, e alle cedole già incassate; nei casi in cui il default del titolo abbia creato al cliente disagi economici rilevanti e dimostrati, l’indennizzo potrà arrivare al 100% (in questo caso il titolo passa di proprietà alla banca); la banca si è pure impegnata a fornire assistenza amministrativa gratuita ai clienti che volessero insinuarsi nelle procedure fallimentari in corso. L’accordo raggiunto è anche frutto di un rapporto ormai duraturo e consolidato tra la banca e le Associazioni dei Consumatori che insieme hanno già avviato da alcuni mesi un tavolo di lavoro permanente che si sta occupando di numerosi temi tra i quali: trasparenza della comunicazione alla clientela; adeguatezza dei processi di investimento; contrattualistica dei nuovi prodotti; assistenza ai clienti  
   
   
GLOBAL BOND IN DOLLARI USA  
 
Roma, 23 febbraio 2004 - Il Mef comunica che la Repubblica Italiana (rating Aa2/aa) ha conferito a Credit Suisse First Boston, Jp Morgan e Lehman Brothers il mandato per guidare l'emissione di un titolo di Stato benchmark quinquennale in dollari Usa. L’operazione sarà effettuata nel corso dei prossimi giorni in relazione alle condizioni del mercato.  
   
   
AL VIA IL NUOVO AUMENTO DI CAPITALE DEL CREDITO VALTELLINESE  
 
Sondrio, 23 febbraio 2004 - Avrà inizio il prossimo 1° marzo 2004 l’offerta in opzione agli azionisti del Credito Valtellinese di azioni ordinarie e obbligazioni convertibili deliberata dall’Assemblea Straordinaria del 15 novembre 2003. Consob ha infatti rilasciato il nulla osta alla pubblicazione del Prospetto Informativo relativo all’operazione in oggetto relativa all’offerta di: - massime n. 7.341.643 nuove Azioni da nominali euro 3 cadauna, con godimento 1° gennaio 2004, da offrire in opzione ai portatori di azioni ordinarie Credito Valtellinese in ragione di 1 (una) nuova Azione ogni 8 (otto) azioni possedute, al prezzo di euro 6,90. Per ogni Azione emessa verrà inoltre richiesto il versamento di un rimborso spese commisurato in ragione di euro 0,10 per ogni Azione sottoscritta fino ad un massimo di euro 150; - un prestito obbligazionario costituito da massimo n. 293.665 obbligazioni del valore nominale di euro 1.000 convertibili in azioni ordinarie del Credito Valtellinese, da offrire in opzione agli azionisti in ragione di una obbligazione ogni 200 azioni ordinarie della Banca possedute; Al riguardo si ricorda che nei giorni scorsi i competenti organi del Credito Valtellinese hanno fissato al 2,8% il tasso nominale annuo lordo di remunerazione dell'emittendo prestito obbligazionario "Credito Valtellinese 2,8% 2004-2007 convertibile". Il ricavato dell’offerta sarà destinato all'ulteriore rafforzamento patrimoniale della Banca con l’obiettivo, tra l’altro, di apportare un flusso pluriennale di risorse a titolo di mezzi propri in grado di assicurare lo sviluppo della rete territoriale e delle dimensioni operative sulla base delle linee strategiche di sviluppo della Banca e del Gruppo per i prossimi anni. Il calendario dell’offerta in opzione è il seguente: Periodo di sottoscrizione 1 marzo 2004 - 16 aprile 2004; Periodo di negoziazione dei diritti di opzione 1 marzo 2004 - 6 aprile 2004; Comunicazione risultati dell’Offerta in Opzione entro il 21 aprile 2004. I diritti di opzione dovranno essere esercitati, a pena di decadenza, dal 1 marzo 2004 al 16 aprile 2004 compresi, presso gli intermediari autorizzati aderenti al sistema di gestione accentrata di Monte Titoli S.p.a., nonché presso gli sportelli delle banche del Gruppo. Previsioni sui risultati del Credito Valtellinese e del Gruppo L'utile dell'esercizio chiuso al 31 dicembre 2003 è previsto in notevole crescita a livello individuale ed in linea con l'anno precedente a livello consolidato. A livello individuale i dati evidenziano un incremento degli impieghi a clienti di circa + 9% rispetto al dato di fine 2002 ed una crescita della raccolta diretta di circa il +11% rispetto al dato di fine esercizio precedente. Per quanto attiene il bilancio consolidato, quest’ultimo ha beneficiato sia del marcato incremento degli impieghi a clienti (circa + 11%) e della raccolta diretta (circa + 10%), sia della crescita delle commissioni nette (circa + 11%) che hanno più che compensato la modesta flessione dello spread. Le previsioni per l’esercizio 2004 in corso, formulate sulla base dei budget commerciali assegnati e del continuo processo di ottimizzazione dei costi, vedono un risultato economico d’esercizio sia a livello individuale che a livello consolidato in crescita rispetto al 2003. In particolare, si prevede una dinamica sostenuta degli impieghi a clienti, in linea con l'andamento registrato nel 2003, e una crescita della raccolta al di sopra del dato medio di sistema. Lo spread è previsto sostanzialmente stabile, mentre per le commissioni nette è attesa una crescita superiore a quella dell'esercizio precedente.  
   
   
PRECISAZIONI DI BANCA POPOLARE DI LODI  
 
 Lodi, 23 febbraio 2004 - In merito alle notizie diffuse dai media circa l’iscrizione nel registro degli indagati del dott. Giovanni Benevento e del dott. Gianpiero Fiorani, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di Banca Popolare di Lodi, nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Roma sul caso Cirio, Banca Popolare di Lodi è certa della bontà dell’operato dei propri Amministratori e dunque dell’assoluta estraneità ai fatti di reato per i quali la procura di Roma sta procedendo. Pertanto confida che la correttezza dell’attività svolta verrà accertata dalle indagini della magistratura, nella quale la Banca ripone la massima fiducia.  
   
   
FINMATICA: PRECISAZIONE  
 
Milano, 23 febbraio 2004 - In merito all’articolo pubblicato in data 18 febbraio 2004 da Mf, dal titolo “Durante la bufera Crudele&co. Giocavano in borsa” e alla tabella correlata, Finmatica S.p.a. Precisa che: le uniche operazioni di trading ascrivibili all’azionista di Finmatica Pier Luigi Crudele in nome proprio o attraverso la da lui controllata Rodenham Partecipations B.v. Sono le seguenti: acquisto di 2.000 azioni effettuato il giorno 7 gennaio; acquisto di 50.000 azioni effettuato il giorno 12 gennaio. Tali operazioni sono state comunicate al mercato ai sensi della normativa sull’ internal dealing (art. 2.6.3., 2.6.4., 2.6.4.Bis del Regolamento del Nuovo Mercato). Le restanti operazioni attribuite erroneamente a Rodenham Partecipations B.v. Nella tabella pubblicata dal quotidiano sono invece state effettuate da Banca Intermobiliare quale “soggetto incaricato” e rientrano nel contratto di stabilizzazione del titolo sottoscritto da Finmatica S.p.a. Con l’istituto bancario. Le operazioni effettuate da Finmatica S.p.a. Dal 5 al 19 gennaio rientrano nel piano di acquisto e vendita di azioni proprie deliberato dall’assemblea del 23 aprile 2003. Entrambe le operazioni vanno quindi inquadrate nell’ambito della legittima attività di stabilizzazione del titolo e sono state poste in essere in nome e per conto di Finmatica S.p.a.  
   
   
PIRELLI RE: LA CONTROLLATA PROGETTO GRANDE BICOCCA DELIBERA L’ACQUISTO DI AZIONI DELLA CAPOGRUPPO  
 
Milano, 23 febbraio 2004 – Pirelli Re rende noto che si è svolta il 20 febbraio l’Assemblea di Progetto Grande Bicocca Srl, società controllata al 100%, nel corso della quale è stata deliberata l’autorizzazione – per un periodo di 18 mesi – all’acquisto di azioni di Pirelli Re. Gli acquisti, che potranno essere effettuati entro il limite massimo di legge del 10% del capitale sociale della controllante, dovranno tenere conto delle azioni proprie in portafoglio a Pirelli Re che, alla data del 19 febbraio 2004, risultano pari a 2.285.125, corrispondenti al 5,6% del capitale sociale.  
   
   
PIRELLI & C. SPAQ: RISULTATI PRELIMINARI DEL 2003: COMPLETATA LA SEMPLIFICAZIONE SOCIETARIA SI RIDUCE L'INDEBITAMENTO NETTO E AUMENTA LA REDDITIVITA' DEI SETTORI INDUSTRIALI RISULTATO OPERATIVO A 264 MILIONI DI EURO, IN CRESCITA DEL 63% IL ROS SALE AL 4,4% DAL 2,6%  
 
 Milano, 23 febbraio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Pirelli & C. Spa , riunitosi il 19 febbraio , ha esaminato i risultati preliminari e non auditati della gestione relativa al 2003 . Il 2003 per il gruppo Pirelli segna il sostanziale completamento di un ampio processo finalizzato alla semplificazione e al rafforzamento finanziario del Gruppo e al drastico adeguamento della struttura produttiva industriale alle condizioni di mercato, radicalmente mutate, dei Settori Cavi e Sistemi Energia e Cavi e Sistemi Telecom. I risultati delle azioni di efficienza realizzate sono già ampiamente visibili nella perfomance di questi settori. Trova conferma la continua crescita del Settore Pneumatici , in termini di redditività e di quote di mercato, con opportunità di espansione in mercati dalle dimensioni di rilievo e con prospettive di crescita quali gli Stati Uniti e la Cina. Le attività immobiliari chiudono il 2003 con risultati in forte crescita , raggiungendo gli obiettivi massimi previsti per il primo anno dal Piano triennale 2003-2005. L'attività di ricerca e sviluppo raggiunge significativi successi nei diversi settori . In particolare, sono stati lanciati sul mercato prodotti integralmente concepiti e realizzati dai Pirelli Labs e dalla struttura Pirelli Telecom Systems, validati da operatori internazionali quali British Telecom, Fastweb, Telecom Italia e Alcatel. L'opera di riduzione e razionalizzazione realizzata nel 2003, con efficienze pari a circa 170 milioni di euro, pone Pirelli nella condizione di poter massimizzare i benefici derivanti da una ripresa nei settori dell'energia e delle infrastrutture per telecomunicazioni e di poter raggiungere nuovi significativi traguardi in termini di redditività, quote di mercato, e lancio di nuovi prodotti, confermandosi leader nella tecnologia e nell'innovazione. § I dati di seguito riportati includono gli effetti contabili della fusione per incorporazione di Pirelli Spa e di Pirelli & C. Luxembourg Spa in Pirelli & C. Spa, con efficacia dal 4 agosto e retroattività contabile dal primo gennaio 2003, che sono stati pari a circa 29 milioni di euro. Il Gruppo Pirelli & C. Spa Nel 2003 i ricavi a livello consolidato del Gruppo Pirelli & C. Spa ammontano a circa 6.679 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto ai 6.718 milioni del 2002. Su base omogenea il valore è in crescita del 7,2% . Il risultato operativo consolidato si attesta a circa 266 milioni di euro, più che raddoppiando il valore del 2002, pari a 118 milioni di euro. La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2003 è negativa per circa 1.755 milioni di euro contro i 2.050 milioni di fine 2002, con una riduzione di circa 300 milioni di euro. A questo risultato ha contribuito un flusso di cassa netto positivo della attività gestionale per circa 260 milioni di euro. La variazione contiene inoltre gli effetti netti legati all'aumento di capitale effettuato da Pirelli & C. E quantificabili in 649 milioni di euro, la sottoscrizione dell'aumento di capitale in Olimpia per 388 milioni di euro e il pagamento di dividendi per 64 milioni di euro, a cui si sono sommati eventi non ricorrenti quali l'iscrizione del debito per l'esercizio della put da parte di Cisco sulle attività Submarine Telecom (esercitata nel gennaio 2004) per 61 milioni di euro e un saldo netto tra acquisizioni e cessioni di partecipazioni per circa 50 milioni di euro. Le attività industriali del Gruppo L' andamento delle attività industriali del Gruppo nel 2003 mostra un significativo incremento del risultato operativo , pur in un contesto influenzato negativamente dall'andamento della congiuntura economica. La domanda nelle infrastrutture per telecomunicazioni è rimasta con volumi bassi, con ulteriori spinte di riduzione dei prezzi, mentre nel Settore Energia permangono la stagnazione degli investimenti delle utilities, specialmente in Europa nei segmenti della Bassa e Media Tensione, e una pressione sui prezzi sul mercato generale. Il miglioramento del risultato operativo mostra i positivi effetti delle azioni per il recupero di efficienza tempestivamente varate dal management del Gruppo e concentrate nei Settori Cavi e Sistemi Energia e Cavi e Sistemi per Telecomunicazioni, con un valore delle efficienze realizzate nel 2003 che supera i 170 milioni di euro, cui vanno sommate quelle realizzate nel 2002 per 199 milioni di euro. In particolare il risultato operativo del Settore Cavi e Sistemi Energia segna una crescita del 51% . Il Settore Pneumatici conferma la continua crescita della redditività, che aumenta del 15% . Nel 2003 le vendite ammontano a circa 6.030 milioni di euro, con una riduzione del 5,0% . Su base omogenea (al netto degli effetti dovuti ai cambi, prezzo metalli e variazione di perimetro di consolidamento), i ricavi crescono del 2,9% . Il margine operativo lordo cresce del 14% e si porta a circa 570 milioni di euro con un rapporto con il fatturato pari al 9,5% (7,9% nel 2002) Il risultato operativo (Ebit) si attesta a circa 264 milioni di euro, con una crescita del 63% rispetto al 2002; il Ros (ritorno sulle vendite) sale al 4,4% dal 2,6% del 2002. Al netto degli effetti derivanti dall'attribuzione del già citato avanzo di fusione il risultato operativo è di circa 240 milioni di euro e il Ros pari al 4,0% . Nel 2002 il risultato operativo è stato di 162 milioni di euro. Il risultato operativo del quarto trimestre è stato di circa 70 milioni di euro contro i 35 milioni di euro dello stesso periodo del 2002. Il free cash flow è positivo per circa 450 milioni di euro, dopo aver registrato un valore di 538 milioni del 2002, frutto della attenta gestione degli investimenti e del capitale circolante, dove l'indice di rotazione è in miglioramento per il secondo anno consecutivo nei tre settori di attività. Il personale al 31 dicembre 2003 è formato da 33.401 unità , contro le 35.247 di fine 2002. Andamento dei singoli settori industriali Le vendite nel settore Pneumatici sono state pari a circa 2.965 milioni di euro con un incremento su base omogenea pari all' 11,4% che per il 7% è dovuto ai maggiori volumi e per la parte rimanente dovuto a prezzo/mix, a conferma della continua focalizzazione sui segmenti di alta gamma. Il risultato operativo è di circa 220 milioni di euro con un Ros pari al 7,4% , in crescita del 15% sui 191 milioni di euro del 2002. Le vendite nel Settore Cavi e Sistemi Energia sono state pari a circa 2.640 milioni di euro, con un contrazione su base omogenea del 4,3% (con una componente prezzi/mix leggermente superiore a quella volumi). Il risultato operativo è stato di circa 83 milioni di euro contro 55 milioni di euro del 2002 con un Ros che cresce dal 1,8% al 3,1%. Alle riduzioni dovute alle difficoltà di mercato si sono contrapposti i benefici risultanti dalle azioni razionalizzazione ed efficienza intraprese negli ultimi due anni. Nel settore Cavi e Sistemi Telecom la diminuzione delle vendite su base omogenea è stata pari al 3,6% considerata la citata pressione su prezzo/mix (-18%), con un incremento di volume legato essenzialmente alla fatturazione di un contratto Submarine; tale valore si è quindi attestato a circa 425 milioni di euro. Il risultato operativo è negativo per 39 milioni di euro, in miglioramento rispetto al dato negativo di 84 milioni di euro del 2002. Le attività immobiliari del Gruppo Nel passare alla descrizione dei dati si ricorda che Pirelli Re è una management company che gestisce attività immobiliari (e non performing loans) nelle quali investe tramite quote di minoranza qualificata (attività di asset management e di fund management) ed alle quali fornisce, così come ad altri clienti, un'ampia gamma di servizi immobiliari (attività di service provider). Pertanto il valore aggregato della produzione al netto delle acquisizioni e il risultato operativo comprensivo del risultato pro-quota da partecipazioni sono da considerarsi gli indicatori più significativi nell'esprimere rispettivamente il volume d'affari gestito e l'andamento dei risultati a livello operativo. Il valore aggregato della produzione (somma dei ricavi e della variazione delle rimanenze, che comprende la componente delle partecipazioni di minoranza gestite) nel 2003 è risultato, al netto delle acquisizioni, pari a circa 1.525 milioni di euro, in crescita del 18% rispetto ai 1.297,3 milioni di euro del 2002. Il risultato operativo comprensivo dei proventi pro quota da partecipazioni ammonta a circa 128 milioni di euro, rispetto ai 102,2 milioni di euro del 2002, in crescita del 25% . Per quanto riguarda i principali settori del comparto immobiliare, l'attività di Asset Management - aree escluse - a livello aggregato ha registrato un valore della produzione , al netto delle acquisizioni, pari a circa 1.147 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto ai 1.020 milioni di euro del 2002. L'opera di valorizzazione del patrimonio in gestione ha permesso di generare vendite per circa 2.040 milioni di euro (1.600 milioni a valore di libro) e acquisizioni per circa 1.590 milioni di euro. Le attività di Service Provider, interamente consolidate, hanno generato ricavi per circa 322 milioni di euro, con un incremento del 61% rispetto ai 199,8 milioni del 2002. Il risultato operativo di tali attività è di circa 51 milioni di euro, con un incremento del 75% sul 2002 . Per ulteriori informazioni sull'andamento delle attività immobiliari si rimanda al comunicato stampa diffuso da Pirelli & C. Real Estate lo scorso 12 febbraio. Olimpia Nel 2003 si è proceduto al rafforzamento della struttura patrimoniale di Olimpia, con un impegno per Pirelli, come già anticipato, di 388 milioni di euro. A partire dal 2004, a seguito della fusione per incorporazione di Telecom Italia in Olivetti, Olimpia potrà beneficiare del flusso di dividendi per cassa, garantendosi un equilibrio economico. L'andamento economico di Olimpia, che non ha effetti sui dati preliminari del Gruppo Pirelli qui riportati, sarà, come consuetudine, rappresentato in occasione della pubblicazione del progetto di bilancio. Il Consiglio di Amministrazione ha proceduto alla cooptazione di Carlo Secchi, Rettore dell'Università Bocconi, nominandolo altresì componente del Comitato per il Controllo Interno e per la Corporate Governance.  
   
   
FATTURATO, CSC: DATI CONFERMANO STASI CONGIUNTURALE ORDINATIVI, IL CANALE ESTERO STIMOLA LA RIPRESA, RESTA L'HANDICAP DELL'EURO FORTE  
 
 Roma, 22 febbraio 2004 – "La caduta del fatturato rilevata dall'Istat nel mese di dicembre deve essere valutata come una correzione tecnica dopo il forte balzo fatto segnare da questo indicatore nel mese di novembre". E' questo il commento del Centro studi di Confindustria sui dati diffusi oggi dall'Istat. "La diminuzione riscontrata dall'Istat (-2,6% la variazione congiunturale) - afferma il Csc - che segue gli aumenti di ottobre e novembre (+0,7% e +2,9% rispettivamente), porta la variazione complessiva delle vendite del quarto trimestre al +1,3%. Opportunamente deflazionati - continua - questi dati appaiono coerenti con la stazionarietà dell'andamento congiunturale del quarto trimestre, rilevato dalla stima preliminare del Pil (stabile sui livelli raggiunti nel terzo trimestre). In chiave previsiva, indicazioni positive provengono dall'andamento degli ordinativi che a dicembre sono aumentati per il quarto mese consecutivo. Nel complesso del quarto trimestre gli ordinativi sono saliti del 2% rispetto al trimestre precedente, trainati, in particolare, dalla componente estera (+5%; +0,8% la crescita degli ordini interni). " "Il dato degli ordini di dicembre – commenta il Csc - indica che il canale estero dovrebbe nei prossimi mesi stimolare la ripresa dell'economia italiana. E tuttavia, il nuovo apprezzamento dell'euro intervenuto all'inizio dell'anno in corso, rischia di depotenziare o, addirittura, di annullare gli effetti positivi provenienti dalla ripresa internazionale. Nel complesso, quindi, i segnali congiunturali continuano ad alternarsi in direzioni diverse prospettando un quadro di forte incertezza."  
   
   
LLOYD ADRIATICO LANCIA “MYLIFE INDICE PROTETTO”, TRA I VANTAGGI: PROTEZIONE DEL CAPITALE, PRIME DUE CEDOLE GARANTITE ALMENO AL 2%.  
 
Trieste, 23 febbraio 2004 - Il Lloyd Adriatico, compagnia da anni ai vertici delle classifiche dei rendimenti per i prodotti assicurativi-finanziari, presenta al mercato Mylife Indice Protetto, la soluzione che abbina alle esigenze di sicurezza dell’investitore la possibilità di un rendimento finanziario superiore alla media. Infatti, si tratta di una polizza che presenta ottime prospettive di rendimento, in grado di cogliere tutti i vantaggi delle fasi positive dei principali mercati borsistici mondiali pur garantendo l’assoluta protezione del capitale investito. Pertanto, risulta particolarmente indicata per chi cerca una remunerazione più elevata rispetto a quelle oggi reperibili senza sottostare alle turbolenze dei mercati finanziari. Mylife Indice Protetto è la nuova polizza index linked a premio unico, che permette di investire il proprio capitale puntando sulla ripresa dei mercati finanziari con la certezza di rimborso del premio netto versato alla scadenza dei cinque anni previsti dal contratto. Inoltre, per i primi due anni è garantito il pagamento di due cedole minime del 2% del premio netto versato. Mylife Indice Protetto riconosce il pagamento di 5 cedole annuali variabili, collegate agli indici azionari dei principali listini mondiali: Eurostoxx50, S&p500 e Nikkei225. La polizza è al momento sottoscrivibile presso gli oltre 1.500 punti vendita Lloyd Adriatico presenti su tutto il territorio italiano. Data l’esclusività dei contenuti della polizza sarà possibile aderire a Mylife Indice Protetto in un arco di tempo molto limitato. Mylife Indice Protetto gode di tutti i vantaggi delle polizze vita: non pignorabilità e non sequestrabilità del capitale.  
   
   
EUROP.A. 2004: IL MINISTRO LUCIO STANCA INAUGURA LA QUARTA EDIZIONE DEL SALONE DELLE AUTONOMIE LOCALI  
 
Roma, 23 febbraio 2004 - “Il futuro dell’Unione Europea è anche quello delle sue Pubbliche Amministrazioni. Europ.a. È un centro di progettazione dell’Europa che vogliamo “essere”, perché le Amministrazioni Pubbliche sono fra i protagonisti di questa nuova fase di crescita”, ha dichiarato Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca che mercoledì 24 marzo inaugurerà a Rimini, presso il nuovo Quartiere Fieristico, la quarta edizione del Salone nazionale delle Autonomie Locali Europ.a.. La presenza, anche quest’anno, del Ministro per L’innovazione e le Tecnologie, rappresenta un significativo e rinnovato riconoscimento a quell’Italia dei territori impegnata nel rinnovamento della Pubblica Amministrazione che si riunisce intorno ad Euro P.a, punto di riferimento consolidato, ormai da quattro anni, dei protagonisti, pubblici e privati, dell’innovazione. La “nuova Europa” che si profila con la Carta Costituzionale Europea, l’ampio tema delle riforme istituzionali, insieme a quello dello stato di attuazione dell’E-government nel nostro Paese in rapporto con gli altri Paesi Ue, saranno i nuclei principali di riflessione intorno ai quali si svolgeranno le quattro giornate di convegni e seminari di Europ.a 2004. “L’e-government è una politica di riforma dell’amministrazione che nel nostro Paese oggi si interseca con il processo di attuazione del federalismo una riforma istituzionale che rappresenta il più profondo processo di riorganizzazione delle P.a. - sottolinea il Ministro Stanca. “Le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione consentono di risolvere in modo profondamente nuovo il problema del coordinamento tra amministrazioni locali e centrali, una condizione necessaria e abilitante per realizzare la nuova architettura istituzionale ed un federalismo efficiente. Euro P.a – afferma il Ministro – rappresenta un punto di incontro importante per tutti gli attori coinvolti in questo processo di innovazione nella Pubblica Amministrazione che vede negli Enti Locali il raccordo fondamentale tra cittadini, imprese e Stato. Oggi ancor più significativo nella costruzione di un’Europa a misura di cittadino”.  
   
   
PENSIONI: UNA RIFORMA INUTILE  
 
Roma 23 Febbraio 2004 - “Provocare un clima di fibrillazione continua su argomenti come la riforma previdenziale o alimentare un clima di sfiducia verso la classe politica – proprio quando il fallimento degli imprenditori al governo sollecita l’urgenza di un recupero del primato della politica – sembra oggi far parte di una strategia di comunicazione dell’on. Berlusconi mirata a distrarre artificialmente l’attenzione dai veri problemi che affliggono la società italiana (dal declino di interi settori industriali all’erosione del potere d’acquisto delle retribuzioni) e sui quali questo Governo non sembra in grado di offrire risposte credibili”. Così Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, apre la nota sulla riforma del sistema pensionistico elaborata dal Governo. Secondo i calcoli dell’Eurispes, nel 2050 il 61,3% della popolazione attiva avrà un’ età superiore ai 65 anni, contro una media europea del 40,8%. Nel 2000 il tasso di dipendenza degli anziani in Italia era del 26,6% contro il 24,4% della media europea. Nel 2030 sarà invece pari al 45,6% contro il 37,8% di media europea. Sembra dunque prospettarsi un aggravio dello squilibrio nel rapporto tra ultra sessantacinquenni e popolazione attiva. Invece per quanto riguarda l’incidenza della spesa previdenziale sul Pil, il valore che nel 2000 era pari al 14,2% contro il 10,4% della media Ue, dopo aver raggiunto un picco nel 2030 del 15,9%, scenderà nel 2050 al 13,9%, contro il 13,2% della media Ue. Lo studio dell’Eurispes sul sistema pensionistico dal titolo: “La manovra previdenziale: una riforma inutile”, afferma che in Italia non vi è alcuna “emergenza pensioni”, visto che gli interventi fino ad oggi adottati (1992, 1995, 1997) hanno portato ad una sostanziale stabilità tra spesa per pensioni e Pil. “Oltretutto, l’entità della spesa per le pensioni è valutata al lordo dell’imposizione fiscale – spiega Fara – quindi, dalla spesa destinata alle pensioni deve essere sottratta una quota non inferiore ai 25 miliardi di euro che resta nelle casse dello stato sottoforma di Irpef: ciò, nel sistema a ripartizione, significa che una corrispondente somma della contribuzione previdenziale, anziché essere destinata ai pensionati, sottoforma di pensione, va ad incrementare l’Irpef. L’età di accesso alla pensione da parte dei lavoratori italiani è nella media europea e non meno della metà delle pensioni di anzianità (che abbassano la media dell’età) deriva dai decreti dello stesso Ministro del Lavoro che, accogliendo le richieste delle aziende, concede la mobilità di accompagno al pensionamento”. Non pochi, quindi, sono i pensionamenti di anzianità derivanti da forti incentivazioni alle aziende che desiderano alleggerire l’organico dei lavoratori anziani: se vi fossero adeguati ammortizzatori sociali, la spesa che va sotto la categoria “pensioni” potrebbe essere più contenuta. Non è quindi vero che in Italia si spende per le pensioni più della media europea. Inoltre, anche i dati ufficiali in circolazione relativi al 2002 e alla spesa per pensioni (ottenuta sommando invalidità, vecchiaia, superstiti), pari al 17,2% del Pil, e al 70,6% del totale delle prestazioni per la protezione sociale, non sono veri. “Depurando il dato di spesa per pensioni e rendite a carico delle Amministrazioni pubbliche – prosegue il presidente dell’Eurispes – delle poste di bilancio improprie, meglio classificabile come spesa assistenziale, la “spesa pensionistica pura” scende a 247.424 miliardi di euro, con un’incidenza del 47,3% sul totale della spesa per protezione sociale e dell’11,5% sul Pil. Sommando alla spesa pensionistica pubblica la quota erogata dal settore privato, il costo totale delle pensioni ammonta a 250.038 miliardi di euro, con una incidenza del 47,8% sul totale e dell’11,6% sul Pil”. La spesa per pensioni e rendite, così riclassificata, avrebbe un’incidenza di oltre tre punti percentuali in meno sul Pil rispetto al dato della Relazione generale, mentre quella più complessiva per Ivs (invalidità, vecchiaia, superstiti) passa dal 17,2% al 12,6 del Pil e dal 70,6% al 51,69 della spesa per protezione sociale. Le tre riforme degli anni Novanta hanno già determinato un risparmio di spesa pari a circa 100 milioni di euro e si prevedono ulteriori incrementi nella quota del risparmio, fino all’andata a regime del sistema. Questo significa che l’Italia, pur registrando il maggior livello di invecchiamento demografico tra tutti i paesi europei, nel 2050 sarà, comunque, il paese con il minor incremento di spesa previdenziale. Spesa previdenziale che va, peraltro, correttamente calcolata dal momento che ancora oggi diverse prestazioni di carattere assistenziale continuano ad avere copertura finanziaria dai contributi previdenziali versati all’Inps. Inoltre, sulle casse previdenziali gravano le situazioni deficitarie dei fondi speciali, da ultimo quello dei dirigenti di azienda (per l’intesa tra Governo e Confindustria). Quanti saranno i lavoratori coinvolti nella stretta pensionistica? Quali gli effetti sui conti previdenziali? Le cifre che sono circolate sul numero di lavoratori interessati dalla riforma sembrano il risultato di una cabala. Si oscilla da dieci milioni di lavoratori (quasi tutti i lavoratori dipendenti privati assicurati presso l’Inps) a poche centinaia. E’ noto che l’annuncio di riforme che irrigidiscono l’accesso alle pensioni di anzianità tende a stimolare forti uscite dal lavoro prima che il provvedimento venga attuato. Ad esempio, il blocco delle pensioni di anzianità nel 1993, 1995 e 1997 fu anticipato da un marcato incremento dei flussi verso il pensionamento, tale da vanificare quasi completamente gli effetti del blocco. Ogni anno circa 250mila lavoratori maturano i diritti. Fra questi, circa il 60% (attorno a 150mila) decide di andare in pensione, mentre il rimanente 40% (circa 100mila) continua a lavorare. Dunque, sono circa 700mila i lavoratori che potrebbero essere spinti a lasciare le forze di lavoro proprio a causa delle prospettive di un irrigidimento della normativa nel 2008. Stimando che l’effetto dell’annuncio anticipi mediamente di quattro anni l’andata in pensione (ciò che si ottiene dividendo lo stock con i flussi annuali di aventi diritto e non fruitori delle anzianità), si può calcolare un aggravio del debito delle casse previdenziali di circa 22 miliardi di euro (in valori del 2003). I lavoratori che subirebbero le conseguenze della riforma “senza poter fare nulla”, secondo le stesse stime, sarebbero circa 220mila, di cui il 60% (circa 130 mila) avrebbe fruito della pensione. Questi lavoratori nel 2008 avranno un’anzianità contributiva media di circa 36 anni e 58 anni di età, quindi verranno privati dall’accesso alle anzianità per, mediamente, quattro anni. Le “vittime” del provvedimento saranno quei lavoratori con più di 57 anni (ma meno di 65) che matureranno i 35 anni di contributi proprio nel 2008, e coloro che, avendo già maturato i 35 anni di contributi, compiranno 57 anni nel 2008. Questo effetto si trascinerebbe dal 2008 al 2014, quando le prime generazioni che hanno un trattamento pensionistico ibrido (basato per diciotto anni sul metodo retributivo e per i restanti su quello contributivo), maturerebbero i requisiti per le anzianità. Da allora in poi, non si avrebbero effetti apprezzabili, scaturiti dal rinvio dell’età di pensionamento, sul debito pensionistico. In totale, quindi, sarebbero circa 800mila i lavoratori coinvolti dall’inasprimento delle normative (con punte di circa mezzo milione all’anno), per una riduzione stimata del debito pensionistico di circa 25 miliardi di euro, a valori 2003. “Quindi conclude Fara – un muro troppo alto eretto nel 2008 rischia di scatenare una fuga negli anni immediatamente precedenti, tale da compromettere i risparmi conseguibili con l’inasprimento delle condizioni di anzianità. Un rischio tutt’altro che remoto: basti pensare che nel 2003 le domande per le pensioni di anzianità sono cresciute di un quinto rispetto all’anno precedente. Il solo parlare di tagli alle anzianità sembrerebbe aver portato quest’anno ad un incremento di quasi il 20% dei flussi verso le stesse. In genere, più rigida è la stretta più forte è l’effetto annuncio”. Un intervento più graduale, che spalmasse su più anni l’innalzamento dei requisiti contributivi minimi, provocherebbe meno fughe, ma avrebbe anche effetti molto più limitati sulla dinamica della spesa previdenziale perché interverrebbe quando cominciano a realizzarsi i primi effetti della riforma Dini.  
   
   
PREZZI: MARZANO COPIA IL CODACONS!!! DOPO L'ANNUNCIO PER RADIO DI LUNEDI' SCORSO DEL PRESIDENTE DEL CODACONS ANCHE IL MINISTRO SCOPRE LE RADIO E I GIORNALI LOCALI PER COMBATTERE IL CAROVITA  
 
Roma, 23 febbraio 2004 - Il Ministro Marzano ha annunciato ieri la creazione di un bollettino dei prezzi, attraverso l’utilizzo dei giornali locali, in collaborazione con i Comuni. Esattamente lo stesso progetto di cui l’Avv. Carlo Rienzi, Presidente Codacons, aveva parlato nella trasmissione radiofonica Istruzioni per l’uso (Radiorai1) lunedì scorso. Una soluzione al problema del carovita, e quindi un metodo veloce e capillare per raggiungere tutti i cittadini e aiutarli nella spesa quotidiana, è il progetto che il Codacons ha presentato a 15 Comuni italiani, denominato “Ok Codacons, Il Prezzo E’ Giusto”. L’obiettivo del progetto è la rilevazione e comunicazione in 15 comuni medio piccoli d’Italia dei prezzi dei beni di maggior consumo, raggruppati nelle seguenti categorie: 1. Alimentari; 2. Frutta e verdura; 3. Abbigliamento; 4. Articoli casalinghi (detersivi, piatti di plastica, pentole etc. Etc.); 5. Prodotti da profumeria; 6. Attività ludiche e artistiche (teatro, birreria, discoteca etc.Etc.); 7. Cancelleria. In ogni Comune che aderirà al progetto, uno o due ispettori Codacons provvederanno alla raccolta dei dati e al controllo del rilevamento. Saranno i responsabili dei vari supermercati, mercati e negozi, che dovranno, la sera prima o al massimo la mattina del giorno successivo entro le 8,30, comunicare, tramite una scheda già realizzata dal Codacons, alla radio al giornale locale (entro il tempo necessario per la stampa) alle tv locali nonché al Codacons stesso per il controllo, i prezzi applicati in un particolare punto vendita. Questo permetterà di avere sotto controllo tutta la situazione dei prezzi in quel centro urbano specifico. Quotidianamente, entro le 8,30 o le 9,00, comunque la mattina presto, i dati raccolti verranno comunicati da una o più radio locali e altri mezzi di comunicazione, che dedicheranno uno spazio a questa raccolta dati pubblicizzando prezzi e prodotti. I cittadini, pertanto, potranno, prima di andare a fare la spesa, sintonizzarsi sulle radio partner del progetto, o acquistare il giornale locale che accetterà di pubblicare i dati, e sapranno dove andare ad acquistare ai prezzi migliori, nello stesso tempo potranno controllare che i supermercati abbiano realmente applicato quei prezzi. Alla fine del progetto (che si può prevedere realizzabile in 6 mesi o 9 mesi) il Comune che avrà ottenuto risultati migliori, nell’arco nell’intero progetto, verrà premiato dal Codacons. Il Pubblico destinatario sarà costituito da tutta la popolazione. In particolare il progetto si rivolgerà a: Supermercati e centri commerciali in genere, senza escludere i mercati. Responsabili degli acquisti quotidiani (la madre di famiglia, i single) Anziani e/o pensionati Chiunque voglia sentirsi partecipativo di questo progetto “Lo scopo di questa iniziativa – afferma il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi – è quello di dimostrare che le guerre politiche sull'euro sono sterili e non tutelano nessuno. Ora i partiti si sono accorti del problema carovita e invece di risolverlo litigano su chi è stato il colpevole…basta! La gente non ne può più e forse aspetta un partito solo di consumatori che possa davvero tutelare gli interessi dell’intera categoria”.  
   
   
IL GRUPPO GALGANO RAFFORZA IL TEAM  
 
Milano, 23 febbraio 2004 - Due nuovi consulenti entrano nel Gruppo Galgano, società leader nella consulenza di direzione a capitale interamente italiano, presieduta da Alberto Galgano e nella quale da tempo lavora anche la figlia Mariacristina, presidente della Delegazione Lombardia di Assoconsult. Si rafforza così il team Galgano, con l'arrivo di Matteo Conti nell'area Pubblica Amministrazione e di Valerio Di Giovanni nell'Area Lean Production, Matteo Conti, 32 anni, è laureato in Economia Aziendale presso la Liuc di Castellanza. Ha lavorato come funzionario per la Provincia di Milano presso la Direzione Centrale Patrimonio e Servizi Generali al Settore Provveditorato, presso la Direzione Centrale Ambiente al Servizio Giuridico Amministrativo Tutela Acque Superficiali e presso la Direzione Centrale del Personale al Settore Gestione dei Sistemi di Valutazione, Incentivazione e Organizzativi. È stato, inoltre, consulente esterno all'Assessorato al Bilancio del Comune di Milano. Valerio Di Giovanni, 32 anni, è laureato in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano. Le sue precedenti esperienze professionali sono state in Cnh Italia, come senior project manager, all'Iveco España Heavy Business Unit di Madrid, come junior project manager, e alla Fiat Auto Uk di Slough come sales planning manager. Ha seguito un training sul Management of the Automotive Industry presso Isvor.  
   
   
FINCANTIERI COSTRUIRÀ TRE TRAGHETTI PER FINNLINES  
 
Trieste, 23 febbraio 2004 - Fincantieri e il gruppo armatoriale finlandese Finnlines hanno firmato oggi ad Helsinki un contratto per la costruzione di tre traghetti “ro-pax”, adibiti cioè al trasporto di passeggeri e veicoli. Il contratto ha un valore complessivo di 300 milioni di Euro e prevede anche un’opzione per ulteriori due unità (valore 100 milioni Euro ciascuna). Le tre navi saranno impiegate da Finnlines sulla rotta Helsinki – Travemunde (Germania). Finnlines, uno dei principali armatori europei, opera principalmente nell’area del Nord Europa e del Mar Baltico, e affianca alla tradizionale attività di shipping (svolta con una flotta di 70 navi) quella di offerta di servizi portuali (gestione terminal, movimentazione merci in porto e altro). La prima unità verrà consegnata a fine 2005, la seconda e la terza a metà del 2006. L’innovativo progetto della Direzione navi da trasporto di Fincantieri garantirà un’elevata flessibilità operativa e una grande affidabilità tecnica, permettendo di sfruttare al massimo il volume di carico di questi traghetti, che potranno trasportare 500 passeggeri e 300 tir distribuiti su 4.200 metri lineari: numeri da record per questa tipologia di navi, che saranno le più grandi e le più veloci finora costruite al mondo. Caratteristiche principali delle navi: 42.000 tonnellate di stazza lorda, portata lorda 9.300 tonnellate, lunghezza massima 216 metri, larghezza 30,5 metri, altezza al ponte superiore 16 metri, immersione 7 metri circa, 225 cabine di lusso. Le unità saranno equipaggiate con quattro motori Wartsila 9L46d, capaci di assicurare una potenza complessiva di 48.000 kW e una velocità di servizio di 25 nodi. “Siamo estremamente soddisfatti – ha dichiarato Giuseppe Bono, Amministratore Delegato di Fincantieri – perché con l’ordine di Finnlines confermiamo la nostra presenza sul mercato scandinavo e soprattutto perché con esso aggiungiamo al carnet dei nostri clienti un altro marchio prestigiosissimo. Questo ordine è l’ulteriore riprova che l’industria cantieristica italiana è competitiva anche nel difficile comparto delle navi da trasporto, nel quale la concorrenza è fortissima. Questa commessa inoltre consolida la nostra leadership mondiale nel segmento dei ferries, che si affianca a quella da noi storicamente detenuta nel settore delle navi da crociera e all’importante produzione nel campo militare”. “Ancora una volta – ha concluso Bono - la qualità delle nostre navi, la puntualità che assicuriamo nella loro consegna e la nostra solidità finanziaria sono risultati elementi determinanti nella scelta operata dall'armatore ".  
   
   
AUSTRIAN PREVEDE DI CHIUDERE IL 2003 CON UN RISULTATO MIGLIORE RISPETTO AL 2002 L’EBIT È POSITIVO PER 63,4 MILIONI DI EURO, +53,5% RISPETTO ALL’ESERCIZIO PRECEDENTE  
 

Vienna, 23 febbraio 2004 – “Il 2003 è sicuramente stato uno degli anni più difficili per l’industria del trasporto aereo, ed in particolar modo i primi sei mesi dell’anno“, ha dichiarato Vagn Soerensen, Ceo di Autrian Airlines Group. “Ciononostante le misure che abbiamo adottato, l’aggressiva strategia di marketing perseguita, l’attenta gestione dei costi e la capacità di modificare strutture interne consolidate nel tempo ci hanno permesso di ribaltare il trend negativo. La ripresa del mercato nel quarto trimestre 2003 e i tassi di cambio favorevoli tra euro e dollaro ci hanno addirittura permesso di migliorare il risultato del 2002. Da oggi i nostri sforzi saranno rivolti a rafforzare il nostro orientamento al cliente e a migliorare ulteriormente il servizio“. Austrian Airlines annuncia i risultati preliminari del gruppo:
Eur (mln) 2003 2002 +/- abs +/- %
Fatturato 2.040,1 2.204,4 -164,3 -7,5%
Fatturato operativo 2.242,7 2.398,0 -155,3 -6,5%
Ebitdar 420,8 463,2 -42,4 -9,1%
Ebit 63,4 41,4 +22,0 +53,5%
Ebit prima di oneri straordinari 4,2 43,0 -38,8 -
Utile al lordo delle imposte 25,7 4,2 +21,5 -
“Nonostante il programma di continui investimenti che abiamo intrapreso nel corso degli ultimi due anni, siamo riusciti a ridurre il nostro debito di oltre 800 milioni di euro. Questo ci ha permesso di rafforzare la nostra capacità di gestire situazioni di crisi. Siamo pronti ad accogliere le sfide del settore del trasporto aereo!“, ha dichiarato Thomas Kleibl, Chief Financial Offier del gruppo Austrian Airlines. Austrian Airlines prevede che gli utili al lordo di interessi e imposte (Ebit) saranno positivi per 63,4 milioni di euro, un incremento di 22 milioni di euro rispetto al risultato del 2002. Gli utili al lordo di interessi e imposte prima di oneri straordinari saranno positivi per 4,2 miloni di euro. Gli utili al lordo di interessi, imposte, ammortamenti e affitti (Ebitdar) sono stimati positivi per 420,8 milioni di euro, una cifra inferiore di 42,5 milioni di euro rispetto a quelle conseguiti nel 2002. Dopo la detrazione di 37,7 milioni di euro di proventi finanziari e da partecipazioni, la stima di utile al lordo delle tasse è di 25,7 milioni di euro. I risultati finanziari del gruppo Austrian Airlines saranno ufficialmente presentati il 1 aprile 2004.
 
   
   
AIR FRANCE E VIETNAM AIRLINES FIRMANO UN ACCORDO DI CODE SHARE  
 
Parigi, 23 febbraio 2004 - Vietnam Airlines e Air France il 20 febbraio hanno firmato un accordo di code share per i collegamenti tra Parigi / Hanoi e Parigi / Ho Chi Minh-ville. A partire dal 28 marzo prossimo, le due compagnie proporranno congiuntamente 11 voli settimanali diretti (12 a partire dal 27 giugno 2004), andata e ritorno tra la Francia e il Vietnam. I passeggeri in partenza dall'Italia potranno facilmente raggiungere Parigi alla volta di Hanoi o Ho Chi Minh Ville. Air France offre infatti, in collaborazione con Alitalia, più di 100 voli quotidiani tra l'Italia e la Francia in partenza da 12 aeroporti in Italia. I 6 voli settimanali della Vietnam Airlines saranno effettuati con un Boeing 777-200 equipaggiato con la classe Business e Economica. I 5 voli settimanali di Air France saranno effettuati con un Airbus A340-300 equipaggiato con la Prima (l'Espace Première), la Business (l'Espace Affaires) e l'Economica (Tempo). «Questo accordo permetterà di intensificare la collaborazione tra le nostre due compagnie con grandi benefici per i nostri clienti. Riflette la volontà di Vietnam Airlines di integrarsi a livello internazionale e di prendere parte allo sviluppo reciproco delle nostre due compagnie », ha dichiarato Pham Ngoc Minh, Commercial Executive Vice President per Vietnam Airlines. «Questo accordo, razionalizzando i collegamenti aerei tra i nostri due paesi, permetterà di assicurare il miglior servizio ai clienti raddoppiando il numero delle frequenze offerte e proponendo esclusivamente voli diretti » ha sottolineato Dominique Patry, Vice President for International Affairs and Alliances per Air France. L'accordo di code share firmato oggi, entra a far parte della collaborazione bilaterale, già in corso da molti anni, tra Vietnam Airlines e Air France: per esempio, la compagnia vietnamita affida, a Hanoi e a Ho Chi Minh-ville, la manutenzione dei suoi Airbus A320, Boeing 767 e Boeing 777 a Air France Industries. Entrambe le compagnie, Air France e Vietnam Airlines, propongono i loro servizi e prodotti verso tali destinazioni in partenza dal terminal 2C dell'aeroporto di Parigi-cdg. Le due compagnie stanno anche considerando la possibilità di offrire voli in code share sul network di Air France in Europa e in America del Nord e sul network della Vietnam Airlines in Asia. Vietnam Airlines collega 25 destinazioni internazionali in 15 paesi e 16 città sulla rete domestica. Nel 2003, la compagnia ha trasportato 4,05 milioni di passeggeri ed ha realizzato un fatturato di 11 740 miliardi di dongs, vale a dire 757 milioni di dollari Us. La flotta, che conta 35 aeromobili, é tra le più giovani al mondo. Secondo gli accordi di acquisto firmati con Boeing e Airbus, Vietnam Airlines avrà 4 nuovi Boeing 777-200 e 5 Airbus A321-200 entro il 2005. Air France collega 198 destinazioni in 83 paesi. Nel corso dell'esercizio 2002-2003, la Compagnia ha accolto 42,9 milioni di passeggeri e realizzato un fatturato di 12,69 miliardi di euro, per un risultato operativo positivo di 192 milioni di euro ed un risultato netto del gruppo di 120 milioni di euro. Air France é l'unica compagnia europea a collegare regolarmente due metropoli in Vietnam.  
   
   
DAL 3 MAGGIO AL 3 LUGLIO, EASYJET TRASFERISCE I SUOI VOLI PER LONDRA SULL'AEROPORTO FEDERICO FELLINI  
 
Rimini, 23 febbraio 2004 - Dal 3 maggio al 3 luglio, easyJet trasferisce i suoi voli per Londra Stansted sull’Aeroporto “Federico Fellini” Rimini, In concomitanza con la chiusura dell’Aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna – a causa dei lavori di manutenzione alla pista di atterraggio – la compagnia aerea easyJet comunica che durante questo periodo tutti i voli operati dal vettore da e per Bologna saranno trasferiti sull’Aeroporto Internazionale “Federico Fellini”. Questi gli orari: Partenze da Londra Stansted Dal Lunedì al Venerdì – nel periodo 3 maggio – 2 luglio 2004 – decollo alle ore 12.35 e arrivo a Rimini alle 15.45. Il Sabato e la Domenica – nel periodo 8 maggio – 27 giugno 2004 – decollo alle ore 12.55 e arrivo a Rimini alle 16.05. Partenze da Rimini. Dal Lunedì al Venerdi – nel periodo 3 maggio – 2 luglio 2004 – decollo alle ore 16.15 e arrivo a Londra Stansted alle 17.35. Il Sabato e la Domenica – nel periodo 8 maggio – 27 giugno 2004 – decollo alle ore 16.35 e arrivo a Londra Stansted alle 17.55. Infolink: www.Easyjet.com  
   
   
ANCHE LE FERROVIE EUROPEE A PORTATA DELLE AGENZIE SABRE CONNECTED I SERVIZI DEL CONSORZIO ACCESRAIL PRENOTABILI SUBITO, SENZA NESSUN COSTO AGGIUNTIVO E CON LA STESSA FACILITÀ DELLA BIGLIETTERIA AEREA  
 
Milano, 23 febbraio 2004 - Anche il trasporto su rotaia sta vivendo una nuova era di deregulation, dove le alleanze tra i vettori e la forte competizione aprono nuove opportunità di business per gli operatori. Sabre Travel Network, attento a sviluppare soluzioni in grado di facilitare, aumentare e diversificare l’attività delle agenzie di viaggio, annuncia la disponibilità dei servizi del consorzio internazionale Accesrail. Da oggi le agenzie Sabre connected possono quindi emettere biglietteria per tutti i servizi offerti da Accesrail, tra cui Ferrovie Britanniche, Ferrovie Austriache, Ferrovie Norvegesi, Ferrovie Svedesi, Gatwick Express, Heathrow Express, Rail Passes e London Visitor Travelcard. I servizi Accesrail sono disponibili immediatamente a costo zero e senza bisogno di formazione perche’, grazie all’integrazione totale nel sistema Sabre, si prenotano utilizzando le stesse procedure della biglietteria aerea e la stampa dei documenti di viaggio avviene direttamente sulla stampante Atb aerea. Utilizzando il codice identificativo Iata “9B”, tutti i servizi verranno automaticamente integrati nel Pnr Sabre e daranno diritto alle commissioni riconosciute da Accesrail. Infolink: www.Accesrail.com  
   
   
WORLD BANK STUDIA A MILANO LE CARATTERISTICHE DELLO SVILUPPO LOCALE ITALIANO  
 
Sesto San Giovanni, 23 Febbraio 2004 - Grazie al progetto "City-to-city learning platform", una nuova piattaforma d'apprendimento sulle tematiche dello sviluppo locale è stata avviata nei giorni scorsi a Milano da una delegazione di World Bank Institute (Washington Dc) e da Agenzia Sviluppo Nord Milano. La nuova metodologia di lavoro ha preso forma attraverso il confronto di interventi di sviluppo territoriale sudamericani ed europei; buone pratiche milanesi sono state messe a fuoco così come nuove interessanti possibilità di collaborazione tra il territorio lombardo e il Sud America. Al progetto hanno aderito una ventina di tecnici, amministratori ed importanti politici, provenienti da Brasile, Cile, Messico, Perù e Stati Uniti, che stanno studiando le metodologie con cui le aree urbane possono apprendere le une dalle altre in tema di infrastrutture, linee di sviluppo urbano, politiche di pianificazione territoriale così da sensibilizzare all'innovazione chi decide e pianifica scelte strategiche future. Milano è stata prescelta come prima tappa europea di "City-to-city learning platform", che ora continua a Madrid, Londra, Parigi, per come la sua area metropolitana ha saputo vivere le recenti trasformazioni socioeconomiche, per come in questi anni ha accresciuto le proprie capacità di posizionarsi sul mercato internazionale e di attrarre investimenti stranieri, trattenendo nel contempo quelli locali. Durante la tappa italiana la delegazione ha visitato l'area della Bicocca, oggetto in questi anni di una grossa trasformazione urbanistica, e i cantieri della nuova Fiera di Rho Pero, assolutamente innovativa nelle sue metodologie di realizzazione e destinata a divenire uno dei poli fieristici più importanti del mondo. La delegazione si è anche recata a Cinisello Balsamo e a Sesto San Giovanni per approfondire il ruolo giocato dalle agenzie di sviluppo locale della Provincia di Milano nei processi di crescita dell'area metropolitana, l'attenzione si è concentrata soprattutto sul caso dell'Agenzia Sviluppo Nord Milano, referente e organizzatrice della tappa milanese. Camera di Commercio, Promos, Comune di Milano, Comune di Sesto San Giovanni, Regione Lombardia, Centro Ricerche Ied, Fondazione Fiera di Milano ed Eurada sono stati sponsor di "City-to-city learning platform".  
   
   
ARTIGIANATO E PMI NUOVI STRUMENTI PER COMPETERE  
 
Milano, 23 febbraio 2004 - Nel 2003, anno di forte ripresa dell’economia mondiale, nel quale però Europa e l’Italia sembrano non essere riuscite a sfruttare la scia della domanda internazionale per uscire dalla fase di stagnazione, le piccole aziende di produzione hanno destinato poche risorse alla formazione: solo l’1,4% del campione di aziende prese in considerazione (dati Ecipar Emilia Romagna) ha destinato almeno l’1% del fatturato alla formazione e l’azienda che ha investito di più in formazione, le ha dedicato l’1,4% del fatturato. Il 27% del campione investe solo in addestramento tecnico e il 36% non sa quantificare il tempo e le risorse dedicate alla formazione. I dati relativi alle poche risorse destinate alla formazione uniti alla situazione economica non particolarmente favorevole per la categoria delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese della provincia di Milano, che denuncia un affaticamento nel mantenimento del ruolo propulsivo finora garantito allo sviluppo del Nord Italia e soffre il proprio cambiamento di ruolo, causato dell’abbandono dei centri urbani da parte della produzione industriale, verificatosi a partire dagli anni Settanta in tutte le città europee, fanno si che le aziende artigiane e le piccole e medie imprese da un lato manifestino la necessità di conoscere lo scenario economico e le prospettive in cui operano e dall’altro sentono il bisogno di ricorrere sempre più spesso a strumenti che le mettano nelle condizioni di intraprendere un percorso che possa garantire loro la sopravvivenza. Strumenti che siano in grado di fronteggiare i mutamenti del mercato, costantemente in evoluzione, e che siano in grado di garantire l’adeguamento e il riposizionamento delle imprese artigiane e Pmi secondo le regole dell’economia moderna. In questo senso il controllo dei costi rappresenta un’opportunità strategica per riuscire ad ottimizzare l’utilizzo delle proprie risorse. Gli ostacoli da superare, per utilizzare al meglio questo strumento, sono costituiti dall’accentramento del controllo; costi “occulti” che ve
Imprese iscritte all'albo delle imprese artigiane in Lombardia - anno 2002
BergamobresciacomocremonaleccoLodi mantovamilanopaviasondriovaresetotalecategoria
1880224497370455236184751951148319169515888parrucchieri
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lombarde
(Elaborazione da archivi infocamere)
ngono poco indagati; la confusione che generalmente si crea tra emergenze e priorità e strumenti di controllo insufficienti. Le prospettive, che l’attuazione del controllo dei costi contribuirebbe ad aprire, sono la crescita dei margini di contribuzione e il recupero di risorse che potrebbero essere meglio riallocate (ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, marketing). Un’altra opportunità strategica è rappresentata dal benchmarking: processo sistematico di confronto tra prodotti, servizi, prassi e caratteristiche di più entità organizzative, che consente ad un’impresa di capire e di gestire i fattori che determinano prestazioni superiori. Le reti cittadine hanno l’obiettivo di integrare lavori e competenze diverse, distribuite nel tessuto metropolitano, aiutando le imprese a fornire servizi di qualità a utilizzatori intermedi o finali sempre più esigenti nella richiesta di professionalità, di prestazioni e di garanzie. Questi strumenti, già considerati utili per reagire all’attuale situazione di stagnazione economica del mercato, uniti alla necessità di consolidare i rapporti con soggetti istituzionali pubblici o privati (Provincia, Ente Bilaterale e Banche), rappresentano il percorso migliore per le imprese artigiane e le Pmi che intendono migliorare la propria competitività nel mercato
 
   
   
UN INCONTRO PER LE IMPRESE SUL TEMA DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE A TORINO IL 27 FEBBRAIO 2004 CENTRO CONGRESSI TORINO INCONTRA  
 
Torino, 23 febbraio 2004 - Riprendono gli incontri sul tema della Responsabilità sociale proposti dall’Associazione Artigianato C.a.s.a. (Confederazione Autonoma Sindacati Artigiani), nell’ambito del progetto “Un modello di responsabilità sociale per Pmi e Imprese Artigiane”. Dopo una prima fase di confronto e raccolta di voci e suggestioni da Istituzioni, operatori del settore della formazione, esponenti del mondo del credito, la parola passa ora alle piccole e medie imprese invitate a riunirsi attorno al tavolo di lavoro. Il primo appuntamento è in programma a Torino venerdì 27 febbraio presso il Centro Congressi Torino Incontra sul tema: “Responsabilità sociale quale conciliazione possibile fra vita ed impresa”. Ai/lle partecipanti sarà proposto di fornire stimoli e suggestioni su cosa significhi oggi per un imprenditore e per una imprenditrice parlare di "responsabilità sociale", su come si possano coniugare globalizzazione e conciliazione, su quali strumenti (bilanci sociali piuttosto che codici etici) siano significativi per la realtà della piccola e media impresa. Oltre alle imprese (non solo artigiane) l’invito alla partecipazione è rivolto alle Associazioni di imprese, ai Consorzi, ai Tavoli dei Patti, ai Giovani Imprenditori, al mondo delle Banche Etiche che potranno fornire un utile contributo sulle realtà imprenditoriali della Provincia di Torino. L’incontro si svilupperà con una prima introduzione generale sulla Responsabilità sociale e sui fattori chiave su cui si basa, condotta dalla dott.Ssa Barbara Chiavarino responsabile del progetto per Artigianato C.a.s.a., e in una successiva suddivisione in laboratori tematici sulle tematiche del credito, della gestione delle risorse umane e della sostenibilità. I laboratori saranno condotti ed animati da persone che hanno formato la loro esperienza a stretto contatto con il mondo delle imprese. L’obiettivo dei laboratori è quello di far emergere le buone pratiche in essere o concretizzabili in materia di Responsabilità sociale e che possano tradursi in un “modello di Responsabilità Sociale” trasferibile ed adattabile alle piccole realtà imprenditoriali, tuttora escluse dalle certificazioni e dai bollini. «Il progetto – spiega la dott.Ssa Barbara Chiavarino – nasce dalla consapevolezza che le procedure di certificazioni previste per la grande impresa sono inadeguate per la realtà della piccola e media impresa e che, d’altro canto, non esistono tuttora in Italia applicazioni concrete di buone prassi riconosciute in termini di responsabilità sociale. Proprio questa matrice di ricerca di condivisione di prassi e visioni imprenditoriali applicabili, rende questo progetto unico in Italia, insieme all’attenzione alla dimensione di genere e alla concreta realizzazione delle pari opportunità: argomenti sui quali abbiamo voluto aprire un confronto diretto con le imprese». Per sviluppare ed approfondire l’attività dei laboratori il progetto prevede la raccolta di storie e voci di conciliazione (o di non conciliazione) in ambito imprenditoriale che saranno utilizzare per l’elaborazione del modello di “responsabilità sociale” ed inserire nella pubblicazione finale realizzata dal progetto e sul sito www.Netimprese.org  Agli interessati, sarà inviato il materiale per la preparazione dei laboratori, con le suggestioni già emerse nei tavoli precedenti. Il progetto “Un modello organizzativo di Responsabilità Sociale per Pmi e Imprese Artigiane” è proposto dall’ associazione Artigianato C.a.s.a., con la partecipazione di Idea Lavoro onlus, ed è finanziato sulla misura E 3.2 del P.o.r. Piemonte 2000-2006. Il progetto si propone d’individuare un modello di “buone prassi” per una Conduzione Socialmente Responsabile della piccola e media impresa, artigiana e non, che, pur riferendosi a livello di spunto e stimoli a normative e codici nazionali ed internazionali, nasca da una riflessione con enti&istituzioni/operatori ed imprese. Adotta il metodo del tavolo di confronto e di lavoro per riflettere sulle tematiche tenendo conto dei cambiamenti in corso, oggi che sono richiesti: alle micro e piccole imprese sforzi sempre maggiori a fronte di un mercato che cambia ed anche di un mondo del credito che muta il proprio modo di presentarsi e rapportarsi, alle persone coinvolgimento e assunzione di responsabilità, flessibilità oraria e capacità gestionale, alle Istituzioni una presenza vigile, capace di creare cultura e incentivare prassi di sviluppo sostenibile, dove la parità di genere, non solo dichiarata ma vissuta, è un elemento essenziale di crescita. Nel tentativo di calare il tema della responsabilità sociale nella nostra realtà lavorativa, il progetto si propone di attingere a quella capacità di comprensione propria del “modo di guardare e di pensare” delle donne e dedica un’attenzione particolare alla loro presenza nelle micro e piccole imprese e al loro duplice ruolo di lavoratrici e madri di famiglia. Il modello finale vuole fornire risposte concrete all’esigenza di conciliare vita e impresa partendo dalle imprese, dalle loro responsabilità sociale e dai modi possibili per concretizzarla. Il percorso è articolato in incontri programmati in tre provincie piemontesi: Torino, Vercelli e Biella in cui sono stati coinvolti nei mesi di novembre e dicembre 2003 i rappresentanti di Istituzioni, Enti ed associazioni e, a partire dal 27 febbraio 2004 le aziende per raccogliere direttamente dagli operatori/trici suggerimenti e informazioni utili per l’elaborazione del modello. Infolink: www.Netimprese.org  
   
   
UNIVERSITÀ: FONDAZIONE "ANGELO AGNELLI"  
 
Bergamo, 23 febbraio 2004 - L’apindustria di Bergamo, il Gruppo Industriale Agnelli e l’Universita' di Bergamo hanno condiviso i loro sforzi per realizzare la Fondazione “Angelo Agnelli”, un’istituzione orientata al supporto della Piccola Media Impresa. I principali obiettivi della fondazione sono l’abilitazione di percorsi formativi verso l’impresa, creando forme e metodi innovativi; la promozione di studi, progetti e iniziative volte all'innovazione e al trasferimento delle tecnologie al sistema delle imprese e della pubblica amministrazione; favorire l’ingresso di profili professionali specializzati nel mondo della Piccola e Media Industria tramite progetti appositamente dedicati; supportare la Piccola e Media Impresa a razionalizzare i propri strumenti organizzativi per poter rispondere in modo adeguato alle nuove esigenze di mercato; agevolare il colloquio con il sistema bancario, anche in previsione dei prossimi adeguamenti normativi; attivare meccanismi di supporto finanziario alle imprese che permettano le trasformazioni strutturali; realizzare, sviluppare e promuovere, sia direttamente che indirettamente, l’utilizzazione delle conoscenze generate dall’attivita' scientifica, al fine di migliorare le informazioni e l! e tecnologie a disposizione degli operatori pubblici e privati; attivare percorsi di ricerca e di consulenza verso il mondo delle Industrie che abbiano come fine il miglioramento strategico ed operativo. La Fondazione, che ha la propria sede presso il Rettorato dell’Universita' in Via Salvecchio 19 Bergamo, iniziera' a vagliare il finanziamento d’iniziative a supporto della Pmi gia' dal prossimo mese di marzo. La linea di finanziamento della Fondazione verra' incontro a chi si propone di analizzare i fattori che ostacolano l’evoluzione fisiologica delle imprese e le condizioni che occorre garantire loro affinche' riescano a mantenere la vitalita' mostrata fino ad ora e possano, anzi, rafforzare il loro grado di competitivita' sui mercati nazionali e internazionali: e' necessario capire i bisogni delle imprese del territorio con un’attenzione particolare al rapporto che intercorre tra l’impresa, la pubblica amministrazione ed il mondo della finanza. Infolink: www.Fondazioneangeloagnelli.it  
   
   
MILAN-INTER: UN DERBY DA 1 MILIONE E MEZZO DI EURO SOLO PER L’INDOTTO  
 
Milano, 23 febbraio 2004 - Un derby da quasi 1 milione e mezzo di euro: questo l’indotto per la partita di sabato. La spesa per mangiare è pari al 58% della spesa complessiva, seguita dal 30% per il bar, dall'8% per l'abbigliamento e dal 3% per i trasporti. E se il milanista spende di più, sia nel mangiare e nel bere, che negli accessori tipici del tifoso (a partire dalle magliette per finire ai cappellini), l’interista è quello che porta più soldi alla città milanese: 20 euro a partita contro i 18 euro del milanista per andare e per mangiare alla partita, per l’oggettistica, ma anche per vedere la squadra al bar. La stima della Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab Mim si basa su dati che emergono da una inchiesta su 1.000 tifosi e dai dati Ced-camera, azienda speciale della Camera di Commercio, sul registro delle imprese. Dove si spende? L’interista e il milanista a confronto. Sia interista che milanista spendono per mangiare in occasione della partita. Ma di più il milanista, che dedica il 66% della sua spesa totale contro il 52% dell’interista. L’altra voce di spesa è la partita vista in tv al bar: qui spende di più l’interista, il 37% del suo budget dedicato al calcio contro il 23% del milanista. Pari l’attenzione agli accessori, intorno all’8% della spesa complessiva. Minor peso alla voce del trasporto, intorno al 3%. “E’ una prova che lo sport fa bene. – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano-. E nel caso di Milano ai tifosi, che attendono con impazienza il derby, ma anche alla città, alla sua economia, alle sue imprese. Un elemento così forte, l’appartenenza alla squadra del cuore, porta anche a stare con gli amici per mangiare, per ingannare l’attesa, solidali e uniti, ad avere segni di riconoscimento comuni, nell’abbigliamento, nei gadget. Con un beneficio nell’indotto di quella macchina che lavora per la buona riuscita di questa importante occasione, anche dal punto di vista di un buon servizio di qualità, di capacità professionali al servizio di un cliente davvero esigente, che partecipa con sentimento e passione a questo giorno.” Le imprese dell’indotto calcio: quante sono. Sono 1.328, considerando l’area in centro città e intorno allo stadio e i settori dell’indotto, tra bar, ristoranti, negozi sportivi. Tra queste ci sono 402 tra ristoranti e gelaterie, 892 tra bar, caffetterie, birrerie, pub e enoteche, 34 negozi di articoli sportivi. Le imprese dell’indotto calcio: l’identikit. Sulle ditte individuali dell’area e del centro il 27,8% ha per titolare una donna, il 72,2% un uomo. Il 6,5% ha un giovane titolare con meno di 30 anni, il 50,5% da 30 a 50 anni, il 43% oltre 50. Il 90% dei titolari è italiano, il 10% di origine extracomunitaria, di questi ben il 44% cinesi e il 18% egiziani. Milanisti, interisti e l’indotto: il mangiare e il bere alla partita. Il 75% degli interisti mangia fuori casa (l’88% se si considerano gli interisti non milanesi): una percentuale identica a quella dei cugini rossoneri. In particolare, il 57% degli interisti mangia un panino (contro il 50% dei milanisti); il 19% una pizza (14% i milanisti); il 4% opta per un ristorante (milanisti: 11%); mentre il 12% porta qualche cosa da casa (15% nel caso dei milanisti). Milanisti, interisti e l’indotto: l’oggettistica. Se si considera l’oggettistica da tifoso, un interista su 5 ha comprato una maglietta nel corso dell’ultimo anno; il 10% delle scarpe; il 10% dei cuscinetti; il 6% dei cappellini; il 3% delle bandiere. Il 20% dei tifosi interisti non ha invece comprato nulla nel corso dell’ultimo anno. Tra i milanisti, è forte la febbre della maglietta (comprata dal 28% dei tifosi nel corso dell’ultimo anno); seguita dalle scarpe (12%); dai cappellini (8%); dai palloni (5%) e dalle bandiere e cuscinetti (entrambe al 3%). Il 23% non ha invece comprato nulla.  
   
   
CACCIA AGLI SPRECHI NEL SETTORE PUBBLICO  
 
Torino, 23 febbraio 2004 - Il Gruppo Galgano, con il patrocinio di Andigel, invita i rappresentanti della Pubblica Amministrazione piemontese e ligure al seminario sul tema : "Caccia agli sprechi nella Pubblica Amministrazione", a Torino, giovedì 26 febbraio (dalle ore 9 alle 13). Il breve seminario è basato soprattutto su esempi concreti e si propone di dimostrare con i fatti la grande efficacia dell'approccio "Organizzazione Snella" finalizzato ad ottenere elevati miglioramenti della produttività anche nel settore pubblico, in tempi rapidi. La partecipazione è gratuita ma le iscrizioni devono essere confermate a mezzo telefono al numero 02.39.60.52.22. Il presidente del Gruppo omonimo, Alberto Galgano, e Bruno Susio, partner e direttore area Pubblica Amministrazione, indicheranno come, attraverso settimane di formazione sul campo denominate "Settimane del Miglioramento Rapido", si possa realizzare la cosiddetta "caccia agli sprechi", che si basa su due nuove e rivoluzionarie guide all'azione: "veloce e rozzo non lento ed elegante" "fare e fare subito". La Settimana del Miglioramento rapido, infatti, si definisce come segue: cinque giorni di lavoro di un piccolo gruppo di persone (da 4 a 8) che, operando in una ristretta area, realizzano miglioramenti rilevanti.  
   
   
CELLE A COMBUSTIBILE AD OSSIDI SOLIDI: SITUAZIONE, SFIDE E OPPORTUNITÀ  
 
Trieste, 23 febbraio 2004 - Il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell'Università di Trieste organizza, in collaborazione con Area Science Park, la conferenza del prof. Subash Singhal “Battelle Fellow and Director, Fuel Cells “ Pacific Northwest National Laboratory , 902 Battelle Boulevard , Richland, Wa 99352, Usa. Seminario – lunedì 23 febbraio 2004 – ore 11:00-13:00 Auditorium del Centro Congressi Area Science Park, Padriciano (Trieste) Per informazioni: prof. Sbaizero, Dipartimento di Ingegneria dei Materiali dell'Università di Trieste.  
   
   
"IL SISTEMA BANCARIO E DEL CREDITO VENETO". CORSI DI FORMAZIONE CON STAGE DEL BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA  
 
Verona, 23 febbraio 2004 - Il Gruppo Banco Popolare di Verona e Novara promuove tre corsi di formazione dal tema “Il sistema bancario e del credito veneto: processi di sviluppo dei servizi alle imprese e al territorio” nelle città di Verona, Venezia e Padova. Il programma formativo si propone di offrire una preparazione in grado di garantire specifiche competenze tecniche nell’area dei servizi bancari, in particolar modo focalizzata sulla realtà regionale veneta. La partecipazione al corso, essendo interamente finanziata dal Fondo Sociale Europeo, è gratuita e prevede anche il riconoscimento di un rimborso spese. I corsi si svolgeranno da marzo ad ottobre 2004 e si articoleranno in 600 ore di lezioni teoriche in aula e in 400 ore di attività di stage, che si terranno presso le strutture del Banco Popolare. “Si tratta evidentemente di un’importante occasione di crescita culturale e personale, destinata a incidere positivamente sulla vita professionale di coloro che decideranno di cogliere questa opportunità”, spiega Giorgio Papa, Vice Direttore Generale e Responsabile delle Risorse Umane del Banco Popolare di Verona e Novara. “Oltre alle lezioni, infatti, i partecipanti potranno crescere professionalmente grazie ad un successivo periodo di pratica che li formerà sul campo. In questo modo saranno aiutati a comprendere meglio le dinamiche aziendali e ad ambientarsi con gradualità in un nuovo contesto lavorativo”. Gli argomenti trattati in aula spaziano dalla finanza al diritto societario, dai rapporti internazionali allo sviluppo delle competenze relazionali e commerciali per finire all’informatica. “Queste lezioni permetteranno di costruire una base culturale di natura economico finanziaria che consentirà, successivamente, un inserimento in aziende che operano in questo settore ” aggiunge Papa. “L’adesione al progetto, comunque, costituirà un elemento qualificante per un possibile eventuale inserimento professionale presso la nostra Banca ”. Si parlerà, in particolare, delle peculiarità della "impresa banca" e del contesto finanziario economico entro cui si muove. Per la parte legata alla finanza si affronterà il tema dell’organizzazione dei mercati finanziari e dei principali strumenti negoziati su tali mercati. Verranno inoltre trattati i criteri per valutare il merito creditizio di una azienda tramite la lettura dei dati contabili. Ogni lezione verrà supportata da un tutor e lungo il percorso formativo i partecipanti verranno coinvolti in un project work a seguito del quale saranno rilasciati i relativi feedback Il programma prevede anche un interessante viaggio-studio in Inghilterra della durata di una settimana che costituirà un’ottima occasione per approfondire le proprie conoscenze linguistiche, sempre più importanti e qualificanti nel mercato del lavoro. Parte integrante del percorso è un esame finale volto ad ottenere una qualifica regionale connessa alla specifica figura professionale oggetto dell'intervento. I partecipanti verranno giudicati, in sede di esame, da una apposita commissione nominata dalla Regione Veneto. Ai corsi di formazione possono accedere persone in stato di disoccupazione o inoccupazione e in particolare coloro che hanno conseguito un diploma di ragioneria, di maturità scientifica o di titoli analoghi fra i 20 e i 25 anni, e laureati in discipline economiche di età non superiore ai 30 anni. I curricula dovranno pervenire a: Studio Pm – Calle Portoni, 6 30172 Mestre (Ve), tel 041 9888435, fax 041 952402, email bpv@studiopm.Org  
   
   
CORSO BREVE DI FORMAZIONE AL POLITECNICO DI MILANO: LA LUCE NELL'AMBIENTE URBANO  
 
Milano, 23 febbraio 2004 - Il 22 - 23 marzo 2004 e il 29 - 30 marzo 2004 i Laboratori Luce & Colore del Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano, terranno, con la partecipazione di e un corso breve di formazione di livello avanzato, il cui obiettivo è quello di acquisire capacità progettuali per dare risposte efficaci alle diverse domande di luce per gli spazi urbani. Il corso infatti si rivolge ai professionisti che operano nella progettazione edilizia, ambientale, urbanistica, agli architetti, ingegneri, designer, che vogliono approfondire gli aspetti legati alla progettazione della luce negli spazi urbani. Verrà rilasciato attestato di partecipazione. Docenti: Mario Bonomo, Cristina Fallica, Gianni Forcolini, Giovanna Piccinno, Maurizio Rossi; Direttore scientifico: Prof. Alberto Seassaro, Preside Facoltà del Design; Curatore: Prof.ssa Giovanna Piccino. Obiettivi e Contenuti: La luce artificiale è strumento utile per la definizione progettuale e la riqualificazione degli spazi urbani esterni e interni. Il suo carattere selettivo la rende mezzo unico e particolarmente efficace, nelle sue infinite possibilità espressive e comunicative, potendo potenzialmente divenire strumento critico di conoscenza della realtà. Un efficace progetto della luce può consentire dunque una migliore fruizione dei luoghi urbani, sia in termini di adeguatezza ai compiti visivi, sia di espressività e comunicazione, sia di sicurezza. Una sapiente gestione della luce artificiale, attraverso la modulazione della radiazione luminosa, il chiaroscuro e l'ombra, la dinamicità, le variabilità cromatiche, ecc., consente di chiarire, mutare o sottolineare le caratteristiche fisiche dello spazio che possono variare rispetto al tempo e all'uso. Obiettivo del corso è quello di acquisire capacità progettuali per affrontare, rispetto alla luce, problemi ambientali, sociali, di rispetto e valorizzazione del territorio abitato, di comunicazione visiva e valorizzazione estetica, di immagine, di contenimento dei consumi energetici, di manutenzione e di gestione degli impianti, di salvaguardia dell'ambiente naturale, di sicurezza. Il corso è articolato secondo i seguenti punti: La natura della luce, grandezze fotometriche e unità di misura, interazione luce materia e il fenomeno della visione; Principi di illuminotecnica e normative di riferimento; Applicazioni: espressioni e forme di luce nel landscape urbano; Il Piano Regolatore Comunale dell'Illuminazione Pubblica: riferimenti normativi e metodologie di intervento;Incontro con le aziende. Materiale didattico: Ai partecipanti verrà consegnata una dispensa con i contenuti del corso. Verrà rilasciato attestato di partecipazione. Struttura: La durata del corso è di 32 ore distribuite su quattro giornate di otto ore ciascuna, comprendenti esercitazioni e casi studio. Sede: Politecnico di Milano - Facoltà del Design Laboratori Luce & Colore del Dipartimento Indaco, via Durando 10, Milano Date: 22-23; 29-30 marzo 2004; Costi: 800 euro (esente Iva) a partecipante Il corso partirà solo al raggiungimento della quota minima di partecipanti. Per informazioni e per richiedere il modulo di iscrizione Dott.ssa Silvia Di Russo, Politecnico di Milano, Relazioni Esterne e Comunicazione Indaco silvia.Dirusso@polimi.it - tel. 02.2399.5829 arch. Cristina Fallica, Laboratorio Luce lab.Luce@polimi.it  - tel. 02.2399.5696  
   
   
LA FORMAZIONE PROFESSIONALE: UN PERCORSO UTILE PER LE IMPRESE E PER L’AMBIENTE  
 
Milano, 23 febbraio 2004 - In attesa della convocazione del Consiglio Regionale sul tema dei Fondi Sociali Europei, il mondo politico si confronta sugli sviluppi della formazione professionale in Lombardia e su quali siano gli strumenti necessari per dare nuovamente credibilità e trasparenza a questo settore. Partecipano: Giuseppe Milan, Sindaco di Cologno Monzese; Camillo Piazza, presidente Amici della Terra Lombardia; Alberto Guglielmo, Assessore regionale alla Formazione Professionale; Giuseppe Marzullo, Assessore provinciale alla Formazione Professionale; Guido Galardi, Presidente regionale Lega delle Cooperative; Fiorello Cortiana, Senatore Commissione Istruzione Senato della Repubblica; Massimo Ferlini, Presidente Compagnia delle Opere di Milano. Interverranno, inoltre, esponenti del mondo delle imprese lombarde. Obiettivo dell’iniziativa è confrontare le diverse esperienze maturate in ambito formativo, in modo da analizzare la realtà della formazione professionale e prevederne la futura evoluzione. Si cercherà di fornire gli strumenti per lo sviluppo di corsi di formazione sempre più competitivi, efficienti e orientati a un concreto inserimento nel mondo del lavoro. L’incontro si terrà lunedì 23 febbraio a Cologno Monzese, presso Villa Casati-municipio, dalle ore 9.30 alle ore 13.00