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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Marzo 2004 |
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E-GOVERNMENT: PROGRAMMA IDABC |
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Strasburgo, 15 marzo 2004 - Il piano d'azione «eEurope» 2005, approvato dal Consiglio europeo di Siviglia del giugno 2002 sottolinea l'importanza del programma di scambio di dati tra le amministrazioni (Ida) nel promuovere l'istituzione di servizi paneuropei di "e-government" a sostegno di attività transfrontaliere, che completano e inquadrano le iniziative di "e-goverment" prese a livello nazionale, regionale e locale. La Commissione propone ora di dare un seguito a questo programma istituendo un nuovo programma designato con la sigla Idabc (Interoperable Delivery of pan-European eGovernment Services to Administrations, Businesses and Citizens, erogazione interoperabile di servizi paneuropei di "e-government" alle pubbliche amministrazioni, alle imprese e ai cittadini) che dovrà assicurarne la continuità. Il Parlamento, in prima lettura, aveva approvato le grandi linee della proposta della Commissione e presentato taluni emendamenti. Successivamente, il Consiglio, nella sua posizione comune adottata all'unanimità, ha ripreso l'obiettivo globale della proposta e i mezzi ipotizzati per raggiungerlo. Gli emendamenti del Parlamento, in principio, sono stati accettati, tuttavia il testo della proposta è stato ampiamente rimaneggiato, mentre la struttura di taluni articoli è stata rivista. La Commissione ha poi sostenuto la posizione comune. La commissione per l'industria ha adottato la relazione di Imelda Read (Pse, Uk) che prevede alcuni emendamenti tecnici alla posizione comune. |
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INTESA TRA I MINISTRI FRATTINI E STANCA FARNESINA: L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA TRA GLI OBIETTIVI DI POLITICA ESTERA IL DEBUTTO CON UN PROGRAMMA DI INTERVENTI PER L’E-GOVERNMENT IN IRAQ |
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Roma, 15 marzo 2004 - Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) e l’e-Government per lo sviluppo diventano strumenti di punta della politica estera italiana soprattutto nei paesi terzi, a partire dall’Iraq. E’ quanto é emerso dall’incontro svoltosi alla Farnesina tra il ministro degli Esteri Franco Frattini e il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca. I ministri hanno esaminato le iniziative avviate dall’Italia nel settore della collaborazione tecnologica con vari paesi tra i quali Mozambico, Giordania, Albania, Tunisia, Algeria, Nigeria, dopo il successo della Conferenza internazionale di Palermo dell’aprile 2002 presieduta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Si tratta di progetti finalizzati al sostegno della democrazia, della trasparenza e del buon governo delle pubbliche amministrazioni dei paesi in via di sviluppo, finanziati attraverso interventi italiani di cooperazione d’intesa con le Nazioni unite e la Banca mondiale, che danno attuazione ai piani d’azione sull’e-Government varati dalle riunioni dei paesi del G8 di Genova, Kananaskis ed Evian. I paesi beneficiari stanno dimostrando un forte impegno politico per attuare i progetti in corso e molti altri hanno richiesto di aderire all’iniziativa. Nel quadro del processo di trasferimento della responsabilità alla pubblica amministrazione irachena, i due Ministri hanno concordato le linee direttrici di un progetto italiano, integrabile con le iniziative internazionali di ricostruzione in corso in Iraq, volte alla realizzazione di una rete Intranet per il governo iracheno e dei servizi applicativi di base per contribuire alla operatività degli uffici del Governo centrale di Baghdad e di quello locale di Nassiriya. I progetti italiani di cooperazione allo sviluppo nel settore dell’e-Government realizzati sinergicamente dai ministeri degli Esteri e dell’Innovazione e delle Tecnologie costituiscono un esempio di collaborazione internazionale per ridurre il “divario digitale”. E’ stato infine affrontato anche il tema della Società dell’Informazione e del governo di Internet in relazione al recente vertice Onu di Ginevra, dove l’azione italiana è stata determinante per il successo dei lavori, e al prossimo vertice che si terrà a Tunisi nel novembre 2005. |
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TECNOLOGIA, TALENTO E TOLLERANZA SONO INDISPENSABILI PER AGGIUDICARSI DEI CERVELLI, PROCLAMA UN RAPPORTO |
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Bruxelles, 15 marzo 2004 - La competitività è guidata dall'esistenza di una 'classe creativa'. È quanto afferma un documento di Richard Florida e Irene Tinagli, pubblicato dall'agenzia inglese di indagini demoscopiche Demos. Ma lo sviluppo di una classe creativa dipende dalle così dette '3 T dello sviluppo economico', tecnologia, talento e tolleranza. La tolleranza, secondo il documento intitolato 'Europe in the creative age', è il fattore cruciale destinato a colmare il divario di competitività tra Unione europea e Stati Uniti. Per classe creativa si intende quella di coloro che lavorano nella scienza e nella tecnica, nella ricerca e sviluppo, nelle industrie basate sulla tecnologia, nelle arti, nella musica, nella cultura, nelle industrie dell'estetica e della progettazione, e nelle professioni basate sulla conoscenza dei settori medico, finanziario e giuridico. Attualmente lavorano in questi campi tra il 25 e il 30% delle persone attive nelle nazioni industriali. Il documento afferma che le società, invece di aspettare che le persone adatte vadano dove si concentrano gli investimenti e le tecnologie, preferiscono sempre più mettersi alla ricerca di talenti. E le 'persone adatte', quelle che fanno parte della classe creativa, sono attirate dai luoghi in cui le comunità sono aperte e miste, dove la differenza è accolta con entusiasmo ed è facile accedere alla creatività culturale. Gli autori notano che l'attuale clima politico degli Stati Uniti, che ha reso più difficile l'ottenimento di visti per gli scienziati stranieri, sta indebolendo il vantaggio competitivo di quel paese. Alcuni paesi europei, specie quelli del nord, si trovano in ottima posizione per avvantaggiarsi di questa tendenza in America. 'Finlandia, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Belgio sembrano avere valori distintivi con cui competere', scrivono il Prof. Florida e la Sig.ra Tinagli. 'Questi paesi hanno considerevoli capacità tecnologiche, hanno investito e continuano ad investire nello sviluppo del talento creativo e si direbbe quasi che possiedano quei valori e quelle mentalità che vengono associate alla capacità di attirare talenti creativi dall'estero'. Anche l'Irlanda viene evidenziata come 'nazione promettente', poiché ha sperimentato una crescita significativa della sua classe creativa dal 1995 in poi. Riunendo tutti gli indicatori, la 'matrice dell'euro-creatività' creata da Florida e Tinagli suddivide gli Stati membri dell'Unione europea in quattro categorie: i leader, i promettenti, quelli che perdono terreno e i ritardatari. I risultati dimostrano che i paesi tradizionalmente considerati come i motori dell'economia europea, specie il Regno Unito e la Germania, non possono più rivendicare questa qualifica avendo ceduto il passo ai paesi 'leader' Finlandia, Svezia e Danimarca, oltre ai Paesi Bassi e al Belgio che li seguono a ruota. Regno Unito e Germania sono descritti come paesi che 'perdono terreno'. La categoria 'ritardatari' annovera Spagna, Austria, Portogallo, Grecia e Francia. Gli autori concludono che, nell''era creativa', la competitività è tuttora una partita aperta, e che gli Stati Uniti non resteranno obbligatoriamente l'epicentro dell'economia creativa. 'I leader economici tradizionali possono perdere la loro posizione in un'economia creativa nascente, basta che emergano nuovi centri creativi e attivi. Ci troviamo in un affascinante punto di flessione. Gli Stati Uniti, che per anni hanno goduto di un'indiscussa superiorità nell'attirare i migliori e i più brillanti cervelli [...] sembrano sul punto di cedere il primato. I nostri studi indicano che il vantaggio degli Stati Uniti sembra subire un mutamento, in parte a causa delle politiche d'immigrazione liberalizzate di molti paesi europei, del Canada e dell'Australia, che permettono a questi paesi di esercitare una forte attrazione sui talenti mondiali e li invogliano a restare'. Per leggere il rapporto 'Europe in the creative age': http://www.Demos.co.uk/catalogue/creativeeurope_page370.aspx |
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SVELATI I MISTERI DELLA GESTIONE DEI PROGETTI NEL 6PQ |
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Bruxelles, 15 marzo 2004 - Il 22 aprile si svolgerà a Bruxelles, Belgio, una giornata d'istruzione intitolata 'unlock the mysteries of project management for Sixth Framework projects'. La giornata rivestirà particolare interesse per le organizzazioni che stanno attualmente sviluppando proposte per il 6Pq, ma anche per i professionisti che stanno conducendo progetti e desiderano sottoporre ad esame i loro processi e strutture di gestione. Il workshop farà ricorso a studi di casi e ad esempi pratici, e riguarderà i temi seguenti: costruzione di reti di ricerca dinamiche; migliori pratiche e fattori critici di successo per la gestione di grandi progetti collaborativi di R&s (ricerca e sviluppo); principali processi, problemi strutturali e di gestione legati all'attuazione dei progetti di ricerca del 6Pq; partenariato e gestione di consorzi; rapporti con la Commissione; suggerimenti pratici e questioni di carattere generale. Per informazioni : Berkley Associates E-mail: berkleyassociates@skynet.Be Tel.: +32 2 219 0532 Fax: +32 2 219 0498 La data di chiusura delle iscrizioni è il 15 aprile. |
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INVITO A MANIFESTAZIONI D'INTERESSE PER L'ADESIONE A COMITATI SCIENTIFICI NON ALIMENTARI |
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Bruxelles, 15 marzo 2004 - La Dg della Commissione europea Salute e tutela dei consumatori ha pubblicato un invito a manifestare interesse per l'adesione ai nuovi comitati scientifici della Commissione in settori diversi da quello alimentare. I comitati si occupano di sicurezza dei consumatori, sanità pubblica e ambiente, e la Commissione sta cercando esperti scientifici indipendenti d'alto livello, con esperienza attuale in un'ampia gamma di discipline scientifiche in questi campi. I nuovi comitati sono: - Il Comitato scientifico sui prodotti di consumo, che si occuperà di questioni inerenti alla sicurezza ed alle proprietà allergiche degli ingredienti e dei prodotti cosmetici e di altri prodotti di consumo, per quanto riguarda la loro incidenza sulla salute dei consumatori; - Il Comitato scientifico sulla Salute e i rischi ambientali, che si occuperà delle questioni relative all'esame della tossicità e dell'ecotossicità di composti chimici, biochimici e biologici il cui uso potrebbe avere conseguenze nocive sulla salute umana e sull'ambiente; - Il Comitato scientifico sui Rischi per la salute recentemente identificati ed emergenti, che si occuperà delle questioni relative ai rischi emergenti o recentemente identificati, oltre che di temi più ampi che richiedono una valutazione esaustiva dei rischi per la salute dei consumatori o per la sanità pubblica, e delle questioni correlate non coperte da altri organi comunitari di valutazione dei rischi. L'invito si rivolge agli scienziati sia europei che di altri paesi. Le candidature di scienziati appartenenti ai paesi aderenti all'Ue sono particolarmente bene accolte. Oltre alla selezione dei membri per questi tre comitati, sarà compilata una lista di riserva di scienziati da usare in caso di dimissioni, per identificare membri associati o per perizie supplementari su base puntuale. Per leggere l'invito nella sua forma completa: http://ted.Publications.eu.int/static/doccur/en/en/42473-2004.htm La data di scadenza per la presentazione dei documenti è il 14.4.2004. |
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LA COMMISSIONE PREPARA UN INVITO PER L'ANALISI DEI PROGETTI CE DI RST NEL SETTORE DELL'ENERGIA NON NUCLEARE NEL CONTESTO GLOBALE DELL'UE |
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Bruxelles, 15 marzo 2004 - La Commissione europea ha diffuso un avviso indicativo della sua intenzione di pubblicare un invito a presentare offerte per un'analisi del portafoglio di progetti Ce di Rst nel settore dell'energia non nucleare nel contesto globale dell'Ue. I principali obiettivi del bando di gara sono: - L'analisi dettagliata del portafoglio di progetti Ce di Rst finanziati nell'ambito del quinto e sesto programma quadro entro la data della firma del contratto relativo alla presente gara nei settori di riferimento pertinenti [(i) pile a combustibile, compresa la loro applicazione, (ii) nuove tecnologie per il trasporto e lo stoccaggio di energia, in particolare l'idrogeno, (iii) concetti nuovi e avanzati nel settore delle tecnologie di energia rinnovabile, (iv) cattura e sequestro di Co2, associati a impianti a combustibile fossile più puliti e (v) strumenti socio-economici e concetti relativi alla strategia energetica]. L'analisi dovrà descrivere e delucidare, per ogni settore di riferimento pertinente, le principali caratteristiche sintetiche e strategiche del portafoglio Ce, e porle a raffronto con quelle di attività simili condotte negli Stati membri, negli Stati associati e in principali paesi terzi. - Proporre una serie di raccomandazioni operative e di azioni mirate al miglioramento di collegamenti e sinergie tra le attività di Rst nel settore energetico non nucleare in Europa e contribuire a puntualizzare meglio gli sforzi europei nelle attività comuni. I risultati dello studio dovranno consentire di ottimizzare la gestione ed il monitoraggio del programma comunitario per l'energia non nucleare, lo scambio di informazioni ed il rafforzamento della cooperazione fra i vari organismi coinvolti nel processo dello Spazio europeo per la ricerca (Ser). Il bilancio totale indicativo previsto per l'analisi è di 150.000 euro. Per leggere l'invito nella sua forma completa: http://ted.Publications.eu.int/static/doccur/en/en/42470-2004.htm |
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SERVIZIO CORDIS 7PQ PER SEGUIRE DA VICINO IL DIBATTITO SULLA RICERCA |
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Bruxelles, 15 marzo 2004 - Cordis, il servizio informazioni dell'Unione europea per la ricerca e lo sviluppo, ha messo a punto un nuovo servizio per seguire le discussioni sul Settimo programma quadro (7Pq). Il dibattito sul 7Pq ha avuto inizio nel mese di settembre 2003, quando il Consiglio Competitività invitò la Commissione e gli Stati membri a usare in maniera più efficiente gli strumenti finanziari, inclusi i Fondi strutturali dell'Ue, per la ricerca e sviluppo (R&s). Da allora molti diretti interessati hanno contribuito al dibattito. Gli interventi più importanti possono essere consultati nella sezione notizie sul 7Pq del nuovo servizio. Il servizio Cordis 7Pq intende consentire agli utilizzatori di mantenersi informati sugli sviluppi importanti del dibattito sul 7Pq; quando necessario, vengono anche forniti link verso altri siti. Il servizio rappresenta una piattaforma d'informazione completa sull'argomento. Http://www.cordis.lu/fp7 |
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EUROPOL: MANCA UN CONTROLLO DEMOCRATICO |
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Strasburgo, 15 marzo 2004 - La commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni, respinge le tre proposte della Presidenza irlandese in merito allo statuto del personale Europol e ai suoi stipendi. La relazione di Maurizio Turco (Ni, I) intende in questo modo manifestare il proprio dissenso rispetto al Protocollo di modifica della convenzione Europol, il quale risolve solo in minima parte i problemi e le richieste che il Parlamento ha ripetutamente sollevato. In particolare il Parlamento rimane privato di poteri decisionali, di controllo e di bilancio reali, rimanendo solo virtualmente capace di esercitare un controllo diretto su Europol. Tra l'altro, una proposta sulla creazione di una commissione mista Parlamento europeo-parlamenti nazionali che la Commissione europea aveva ripreso nella Comunicazione sul controllo democratico di Europol, é stata rigettata dal Consiglio in occasione dell'approvazione del Protocollo, apparentemente per motivi giuridici. L'organo parlamentare si esprime duramente nelle sue conclusioni: «Gli appelli del Pe e dei parlamenti nazionali non sono stati evidentemente ascoltati dal Consiglio. L'approvazione del Protocollo e dei suoi mediocri contenuti non sono altro che uno schiaffo ai parlamenti nazionali ed al Parlamento europeo, come ai cittadini che questi rappresentano. Europol continua ad accumulare poteri e capacità operative sfuggendo al controllo democratico e giurisdizionale, sia nazionale che Europeo». |
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LAZIO QUARTA REGIONE ITALIANA PER ATTRATTIVITÀ DEGLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN RICERCA E SVILUPPO. |
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Roma, 15 marzo 2004 - Il Lazio è la quarta regione italiana per capacità di attrarre capitali stranieri: è quanto emerge da un’analisi approfondita effettuata a livello locale dello studio Siemens-ambrosetti presentata nel corso di un incontro svoltosi oggi. Considerando il periodo 1998-2001, l’incidenza degli investimenti diretti esteri sul Pil regionale è stata dello 0,89%, valore superiore rispetto alla media delle regioni italiane (0,47%) e che consente al Lazio di piazzarsi solamente alle spalle di Lombardia, Piemonte e Veneto. Per colmare il divario rispetto a queste regioni e compiere un “salto di qualità” in termini di attrattività e di competitività del territorio, il Lazio, a tutti i suoi livelli territoriali, dovrebbe dotarsi di una missione (la raison d’être); di una visione di lungo periodo (che cosa si vuole diventare e dove si vuole arrivare); di obiettivi chiari da raggiungere, concreti, distintivi del territorio e misurabili e di un sistema di controllo del raggiungimento dei risultati. Se questo “salto di qualità” riuscisse, avrebbe un fortissimo impatto sull’economia regionale. Per fare un esempio, se il Lazio fosse efficace come la Lombardia, beneficerebbe di un flusso annuo aggiuntivo di Investimenti Diretti Esteri di 1.427 milioni di euro e genererebbe un Pil aggiuntivo di circa 7.136 milioni di euro. Tra le Province, un’attrattività di Ide in percentuale sul Pil pari a quella di Milano porterebbe a Roma un flusso annuo aggiuntivo di Investimenti Diretti Esteri di 1.892 milioni di euro e genererebbe un Pil aggiuntivo di circa 9.461 milioni di euro. L’analisi dei fattori-chiave che più incidono sulla capacità di attrarre gli investimenti consente di elaborare un quadro più approfondito: considerando gli indicatori relativi al capitale tecnologico innovativo, alle infrastrutture di base ed al sistema finanziario, l’area laziale raggiunge risultati migliori rispetto alla media delle regioni italiane mentre per le infrastrutture tecnologiche avanzate, il valore fatto segnare dal Lazio è inferiore rispetto alla media. |
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FUSIONI: RIDURRE ABUSI E FRODI |
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Strasburgo, 15 marzo 2004 - La Commissione propone di modificare la direttiva "Fusioni" (90/434/Cee) in modo tale da estendere l'ambito di applicazione dell'armonizzazione prevista nel testo attuale e migliorare i metodi volti a garantire la neutralità fiscale, pur salvaguardando gli interessi finanziari degli Stati membri, quando le imprese effettuano operazioni di ristrutturazione. L'esecutivo, inoltre, introduce disposizioni che regolano il trasferimento della sede legale delle società cooperative europee. La commissione per i problemi economici ha adottato una relazione di Othmar Karas (Ppe/de, A) che, tra l'altro, introduce taluni emendamenti alla proposta volti a ridurre le probabilità di abusi e frodi connessi al rapido scambio di azioni, stabilendo un periodo minimo di un anno di proprietà delle stesse. Inoltre, in omaggio al principio di sussidiarietà, i deputati suggeriscono di consentire agli Stati membri di scegliere di trattare il problema della duplice imposizione ricorrendo a soluzioni alternative ed equivalenti alle disposizioni della direttiva. |
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UNICREDIT: CON LA CREAZIONE DELLE TRE NUOVE BANCHE DI SEGMENTO, UTILI IN CRESCITA E SERVIZI DI QUALITÀ PER I CLIENTI UTILE NETTO A 1.961 MLN (+8,9% A/A) E ROE IN CRESCITA AL 17,7% RISULTATO DI GESTIONE + 2% A/A, (+4,1% A CAMBI COSTANTI) |
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Milano, 15 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Unicredito Italiano ha approvato il 12 marzo il progetto di bilancio consolidato 2003 di Gruppo 1 . Il 2003 per Unicredit è stato l’anno della creazione di tre grandi banche specializzate per segmenti di clientela: famiglie e piccole imprese, medie e grandi aziende, private banking. Una soluzione innovativa anche a livello internazionale che ha cominciato a dare i suoi frutti fin dall’avvio. Nonostante il difficile periodo congiunturale – segnato da debolezza del ciclo economico e da crisi industriali, come quelle di Cirio e Parmalat, che hanno minato la fiducia dei risparmiatori – Unicredit nel 2003 ha migliorato le performances dell’anno precedente. La nuova struttura peraltro ha garantito al Gruppo un vantaggio competitivo non solo sul fronte operativo, ma anche su quelli della gestione dei conflitti di interesse e dell’attenzione al cliente. La rigida separazione fra le varie 1 Le variazioni più significative nel perimetro del Gruppo rispetto al 2002 sono rappresentate dall’ingresso del Gruppo Koc, consolidato proporzionalmente, di Zivnostenska Banka, consolidata integralmente. A fine dicembre è stato inoltre perfezionato l’acquisto di Ing Sviluppo Finanziaria e del ramo d’azienda mutui della Abbey National Bank Italia. Funzioni bancarie garantisce una risposta puntuale alle esigenze di trasparenza sempre più sentite sul mercato mentre la divisionalizzazione per segmenti di clientela permette di offrire servizi sempre efficienti e calibrati sulle esigenze del cliente. Nel 2003 il Gruppo Unicredit ha realizzato un utile netto di 1.961 milioni, che si confronta con i 1.801 milioni del 2002, pari ad una crescita dell’8,9%. Il quarto trimestre del 2003, pur risentendo dell’impatto negativo dei casi Cirio e Parmalat, costati in accantonamenti e rettifiche 192 milioni, ha confermato un profilo in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+8%). Il Roe si porta al 17,7%, rispetto al 17,2% dell’esercizio 2002, mentre al netto delle rettifiche su avviamenti si attesta al 20,1% (19,6% nel 2002). L’utile per azione si attesta a 31 centesimi rispetto ai 29 del precedente esercizio (+6,9%). Il risultato di gestione raggiunge i 4.762 milioni, in sviluppo del 2%, l’incremento si porta al 4,1% se depurato dall’effetto cambio. Nel 2003 infatti sui risultati economici hanno influito le svalutazioni rispetto all’euro sia dello zloty polacco (-14,5% a/a) sia del dollaro (-17% a/a). L’evoluzione del risultato di gestione è determinata da una crescita del margine d’intermediazione, (+1,8% a/a, +3,9% a/a a cambi costanti) e da un contenuto incremento dei costi operativi, (+1,6% a/a, +3,7% a/a a cambi costanti). Il cost/income si mantiene su ottimi livelli attestandosi al 54,5% rispetto al 54,6% dell’anno precedente. Il margine d’interesse raggiunge i 5.088 milioni (-3,8% a/a, –1,8% a/a a cambi costanti). La flessione di questa voce di conto economico è riconducibile principalmente agli effetti della sensibile riduzione dei tassi di mercato a breve nel corso dell’anno (Euribor 1m da 3,36% di dicembre 2002 al 2,38% di dicembre 2003, -98 p.B.) Il quarto trimestre evidenzia, comunque, un recupero rispetto al terzo trimestre del 2003 con un aumento del 3,1%. I crediti a clientela hanno raggiunto i 126,7 miliardi, dei quali 4,5 miliardi provenienti da Abbey National Bank Italia (Anbi), società specializzata nel settore dei mutui, la cui acquisizione è stata perfezionata a fine anno. La crescita dei crediti, calcolata su basi omogenee, al netto quindi del contributo di Abbey, si colloca al 5,9% rispetto al dicembre 2002, con una accelerazione nel quarto trimestre rispetto al terzo (+3,8%). La componente degli impieghi più dinamica è risultata quella a lungo termine (+10,7% a/a per i mutui, +14,2% per i contratti di leasing) Il complesso dei crediti dubbi netti con clientela si è attestato a 4,7 miliardi registrando una crescita dell’8,2% a/a. Tale dinamica, principalmente riconducibile alla estrema debolezza del ciclo economico in Italia, non ha deteriorato il rapporto tra crediti dubbi netti e totale dei crediti che si è collocato al 3,72% (3,73% nel 2003). Anche il rapporto sofferenze nette su impieghi ha mantenuto gli stessi livelli dell’anno precedente (1,87%). Il rapporto di copertura sul totale dei crediti dubbi risulta pari al 47,1% e quello sulle sofferenze si attesta al 59,7%. La raccolta diretta si è portata a 135 miliardi in aumento del 4,5% su dicembre 2002 e dell’8,4% nell’ultimo trimestre. La raccolta indiretta, pari a 236,9 miliardi mostra una crescita del 10,6% a/a, a perimetro comparabile escludendo il contributo di Ing che conferisce al Gruppo 2,7 miliardi di raccolta gestita. All’interno del comparto la componente amministrata registra un incremento dell’11,4% a/a (122,8 miliardi a fine 2003), mentre la crescita del gestito, penalizzata dal deprezzamento del dollaro, si attesta al 9,7% (114 miliardi a dicembre). I proventi di intermediazione e diversi, sono pari a 5.377 milioni, in crescita del 7,7% a/a sostenuti principalmente da un aumento dei proventi da operazioni finanziarie (+21,9% a/a), grazie soprattutto all’attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate. Le commissioni nette, pari a 3.316 milioni, hanno mostrato un profilo trimestrale in crescita nel corso dell’anno, registrando un incremento a fine anno del 2,8% (4,8% a cambi costanti). Il recupero rispetto all’anno precedente è stato sostenuto dalle commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio che registrano una crescita del 3,1%, anche grazie al più2 funzioni bancarie garantisce una risposta puntuale alle esigenze di trasparenza sempre più sentite sul mercato mentre la divisionalizzazione per segmenti di clientela permette di offrire servizi sempre efficienti e calibrati sulle esigenze del cliente. Nel 2003 il Gruppo Unicredit ha realizzato un utile netto di 1.961 milioni, che si confronta con i 1.801 milioni del 2002, pari ad una crescita dell’8,9%. Il quarto trimestre del 2003, pur risentendo dell’impatto negativo dei casi Cirio e Parmalat, costati in accantonamenti e rettifiche 192 milioni, ha confermato un profilo in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+8%). Il Roe si porta al 17,7%, rispetto al 17,2% dell’esercizio 2002, mentre al netto delle rettifiche su avviamenti si attesta al 20,1% (19,6% nel 2002). L’utile per azione si attesta a 31 centesimi rispetto ai 29 del precedente esercizio (+6,9%). Il risultato di gestione raggiunge i 4.762 milioni, in sviluppo del 2%, l’incremento si porta al 4,1% se depurato dall’effetto cambio. Nel 2003 infatti sui risultati economici hanno influito le svalutazioni rispetto all’euro sia dello zloty polacco (-14,5% a/a) sia del dollaro (-17% a/a). L’evoluzione del risultato di gestione è determinata da una crescita del margine d’intermediazione, (+1,8% a/a, +3,9% a/a a cambi costanti) e da un contenuto incremento dei costi operativi, (+1,6% a/a, +3,7% a/a a cambi costanti). Il cost/income si mantiene su ottimi livelli attestandosi al 54,5% rispetto al 54,6% dell’anno precedente. Il margine d’interesse raggiunge i 5.088 milioni (-3,8% a/a, –1,8% a/a a cambi costanti). La flessione di questa voce di conto economico è riconducibile principalmente agli effetti della sensibile riduzione dei tassi di mercato a breve nel corso dell’anno (Euribor 1m da 3,36% di dicembre 2002 al 2,38% di dicembre 2003, -98 p.B.) Il quarto trimestre evidenzia, comunque, un recupero rispetto al terzo trimestre del 2003 con un aumento del 3,1%. I crediti a clientela hanno raggiunto i 126,7 miliardi, dei quali 4,5 miliardi provenienti da Abbey National Bank Italia (Anbi), società specializzata nel settore dei mutui, la cui acquisizione è stata perfezionata a fine anno. La crescita dei crediti, calcolata su basi omogenee, al netto quindi del contributo di Abbey, si colloca al 5,9% rispetto al dicembre 2002, con una accelerazione nel quarto trimestre rispetto al terzo (+3,8%). La componente degli impieghi più dinamica è risultata quella a lungo termine (+10,7% a/a per i mutui, +14,2% per i contratti di leasing) Il complesso dei crediti dubbi netti con clientela si è attestato a 4,7 miliardi registrando una crescita dell’8,2% a/a. Tale dinamica, principalmente riconducibile alla estrema debolezza del ciclo economico in Italia, non ha deteriorato il rapporto tra crediti dubbi netti e totale dei crediti che si è collocato al 3,72% (3,73% nel 2003). Anche il rapporto sofferenze nette su impieghi ha mantenuto gli stessi livelli dell’anno precedente (1,87%). Il rapporto di copertura sul totale dei crediti dubbi risulta pari al 47,1% e quello sulle sofferenze si attesta al 59,7%. La raccolta diretta si è portata a 135 miliardi in aumento del 4,5% su dicembre 2002 e dell’8,4% nell’ultimo trimestre. La raccolta indiretta, pari a 236,9 miliardi mostra una crescita del 10,6% a/a, a perimetro comparabile escludendo il contributo di Ing che conferisce al Gruppo 2,7 miliardi di raccolta gestita. All’interno del comparto la componente amministrata registra un incremento dell’11,4% a/a (122,8 miliardi a fine 2003), mentre la crescita del gestito, penalizzata dal deprezzamento del dollaro, si attesta al 9,7% (114 miliardi a dicembre). I proventi di intermediazione e diversi, sono pari a 5.377 milioni, in crescita del 7,7% a/a sostenuti principalmente da un aumento dei proventi da operazioni finanziarie (+21,9% a/a), grazie soprattutto all’attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate. Le commissioni nette, pari a 3.316 milioni, hanno mostrato un profilo trimestrale in crescita nel corso dell’anno, registrando un incremento a fine anno del 2,8% (4,8% a cambi costanti). Il recupero rispetto all’anno precedente è stato sostenuto dalle commissioni sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio che registrano una crescita del 3,1%, anche grazie al più favorevole andamento dei mercati azionari. All’interno del comparto la dinamica più sostenuta è registrata dalle commissioni sul collocamento di prodotti assicurativi (+30,8%) e da quelle sulla negoziazione e collocamento titoli (+42,2%). L’apporto al flusso di commissioni dei settori di attività diversi dai servizi di gestione e amministrazione del risparmio registra un incremento complessivo rispetto al 2002 del 2,3%. Tale dinamica è sostenuta dalle commissioni sui crediti di firma e finanziamenti (+9,4%), anche grazie all’attività di organizzazione finanziamenti svolta da Ubm, e dalle commissioni sull’attività esattoriale. I profitti da operazioni finanziarie raggiungono 1.288 milioni, con un incremento del 21,9% a/a, sostenuti dall’attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate, sviluppata soprattutto nella prima metà dell’anno. I costi operativi, pari a 5.703 milioni, registrano un incremento dell’ 1,6% sul 2002 (+3,7% a/a a cambi costanti), per effetto di un aumento dell’1,6% a/a delle spese amministrative e dell’1,3% a/a delle rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali (esclusi gli avviamenti). All’interno delle spese amministrative quelle relative al personale crescono del 2,9% a/a, mentre le altre spese sono rimaste sostanzialmente stabili. Le rettifiche di valore su avviamento e su differenze di consolidamento sono pari a 264 milioni, delle quali 98 milioni relative al gruppo Pioneer, 69 milioni al Gruppo Pekao, la restante parte relativa alle più recenti acquisizioni (in particolare Zivnostenska, Momentum, Koc e le nuove quote di Banca dell’Umbria e Cassa di Carpi). Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono pari a 230 milioni (164 milioni nel 2002), comprendenti uno stanziamento di 39 milioni relativo alla stima sui possibili indennizzi ai clienti del Gruppo detentori di obbligazioni Cirio. Le rettifiche nette di valore su crediti e su accantonamenti per garanzie e impegni, si attestano a 957 milioni contro i 1.017 milioni del 2002 (-5,9%). Tale riduzione è spiegata dalla marcata contrazione della Divisione New Europe (minori rettifiche nette per 276 milioni, pari al 66%), per la presenza nell’esercizio 2002 di rettifiche a carattere straordinario nelle valutazioni dei crediti del Gruppo Pekao, in parte compensata da maggiori rettifiche delle componenti italiane del Gruppo per 216 milioni. Queste ultime sono prevalentemente riconducibili a svalutazioni per 153 milioni apportate ai crediti verso il gruppo Parmalat (pari all’ 80,5% dell’esposizione totale lorda). Rileva peraltro che lo stock di rettifiche per rischio fisiologico insito nei crediti vivi si è incrementato di 239 milioni rispetto a dicembre 2002 in seguito ad accantonamenti in buona parte apportati a fronte di esposizioni nei confronti di settori industriali, tra cui quello automobilistico, che più stanno risentendo dell’attuale debolezza ciclica. La copertura del Gruppo sul totale dei crediti in bonis si porta a fine anno allo 0,97%. Le rettifiche di valore sulle immobilizzazioni finanziarie, al netto delle riprese, sono pari a soli 10 milioni (contro i 295 dell’anno precedente) risultanti da rettifiche su partecipazioni di importo unitariamente contenuto. L’apporto della componente straordinaria è stato pari a 215 milioni rispetto ai 365 milioni del 2002. Tra gli importi più significativi che incidono su tale saldo si segnalano 42 milioni di realizzi da cessione di partecipazioni (in particolare Polcard, Kataweb, Intesa Holding), 94 milioni da cessioni di immobili, 97 milioni da eccedenze su precedenti accantonamenti e, tra gli oneri, 31 milioni per incentivi all’esodo. Le imposte sul reddito sono pari a 1.386 milioni, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente. L’incidenza delle imposte sull’utile lordo scende al 39,9%, dal 40,4% del bilancio 2002, grazie alla riduzione dell’aliquota Irpeg. L’utile di periodo si porta così a 2.090 milioni, in crescita del 6,3% sul 2002. La quota di terzi di tale utile, pari a 129 milioni, registra una diminuzione di 37 milioni spiegata dalla presenza nei terzi dell’anno precedente degli utili non ancora di pertinenza del Gruppo (Koc, Zivnostenska, quote di Banca dell’Umbria e di Cassa di Carpi acquisite quest’anno e Gruppo Zagrebacka per il periodo precedente l’acquisizione). L’utile netto di pertinenza del Gruppo si attesta pertanto a 1.961 milioni, in aumento dell’8,9% rispetto ai 1.801 milioni dell’esercizio precedente. Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo si attesta al 31 dicembre 2003 a 13.013 milioni (12.261 milioni a fine 2002). Il Core Tier 1 si attesta al 7,0% da 7,2% nel 2002, il Total Capital Ratio raggiunge l’11,1% (da 11,9% nel 2002). La struttura del Gruppo 2 a fine dicembre era composta da un organico di 70.851 dipendenti, in riduzione di 72 unità nei dodici mesi, da una rete di 4.637 sportelli (+ 29 unità su dicembre 2002). Il Consiglio di Amministrazione ha altresì approvato il progetto di bilancio della Capogruppo Unicredito Italiano che ha riportato un risultato netto di 1.793 milioni, rispetto ai 1.398 milioni dell’esercizio precedente. Grazie a tale risultato viene proposta all’Assemblea ordinaria degli azionisti la distribuzione di un dividendo unitario di euro 0,171 per le azioni ordinarie e di euro 0,186 per le risparmio, entrambi superiori rispettivamente dell’ 8,2% e del 7,5% ai livelli dell’anno precedente con un rendimento complessivo (Dividend Yield 3 ) del 4,32%. Il dividendo, nell’ammontare deliberato dall’Assemblea medesima, sarà messo in pagamento il giorno 27 maggio 2004 con data stacco cedola il 24 maggio 2004. Contestualmente, il Consiglio di Amministrazione sottopone all’autorizzazione dell’Assemblea ordinaria degli azionisti l’acquisto di un massimo di nr. 190 milioni di azioni ordinarie Unicredit, del valore nominale di Euro 0,5, corrispondenti al 3% del capitale sociale e comunque entro il limite di legge. L’operazione in oggetto sarà realizzata nel rispetto dei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio approvato. L’importo stimato sarà di 1 miliardo di Euro, in modo da garantire la distribuzione del capitale in eccesso agli azionisti come previsto dal piano industriale 2003-2006, nel totale rispetto degli obiettivi di patrimonializzazione del Gruppo (Core Tier1 ratio minimo di 6,8%). L’acquisto potrà avvenire in una o più volte e per un periodo di diciotto mesi dalla data di decorrenza stabilita dalla deliberazione assembleare. Al termine del piano descritto, sarà valutata l’opportunità di una eventuale riduzione del capitale sociale, da sottoporre all’Assemblea straordinaria, mediante l’annullamento delle azioni acquistate. La nuova struttura organizzativa per Divisione è pienamente operativa dall’inizio del 2003 con l’avvio delle tre nuove banche di segmento. Di seguito, un commento dei principali risultati economici e patrimoniali delle quattro divisioni (Retail, Corporate, Private & Asset Management, New Europe) che hanno contribuito alla performance di Gruppo 4 . La Divisione Retail La Divisione Retail ha riportato a fine 2003 un utile netto di 698 milioni. Più in dettaglio, il margine di interesse complessivo raggiunge 2.381 milioni, in flessione del 5,8% a/a. Tale dinamica è stata determinata da una crescita dei dividendi e altri proventi su 2 Kfs è stata considerata al 100% 3 Calcolato sulla media del corso azionario del 2003. 4 Il confronto con il 2002 può essere effettuato in modo puntuale solo per la New Europe, non essendo disponibili per tale periodo le risultanze economiche delle tre banche di segmento, per cui si è provveduto a ricostruire il conto economico fino al risultato di gestione a partire dai dati gestionali, in modo da ottenere un significativo confronto per tutte le divisioni. Partecipazioni legata all’attività di Tradinglab (101 milioni, +16,1% a/a) e da una contrazione degli interessi netti del 6,6% (2.280 milioni a fine 2003) imputabile alla sensibile riduzione dei tassi. I crediti a clientela, pari a oltre 48,8 miliardi, registrano un aumento del 7% a/a, grazie ad una crescita significativa dei mutui (ca. 30 miliardi, +12% a/a al netto dei volumi derivanti da Anbi) distribuiti sia dalla rete delle filiali, sia dalle reti alleate. Il peso dei mutui sul totale impieghi a clientela sale da un 64,7% ad un 70,8%. I proventi da intermediazione e diversi si attestano a 2.225 milioni, in crescita del 5% a/a grazie ad una tenuta delle commissioni nette (1.388 milioni, -0,4% a/a), ad un sensibile aumento dei profitti da operazioni finanziarie (219 milioni, +70% a/a, in parte legato al business di Tradinglab) e ad un lieve incremento dei proventi di gestione (618 milioni, +3,5% a/a). In particolare, l’andamento delle commissioni nette è legato alla crescita dei volumi lordi di nuova produzione dei prodotti assicurativi (5,4 miliardi) e al collocamento di prestiti obbligazionari per conto terzi (8,1 miliardi) che hanno compensato la riduzione nelle gestioni patrimoniali (7,4 miliardi, -28,2% a/a). La massa amministrata della clientela ammonta a circa 180 miliardi (+6,4% a/a), al suo interno la raccolta diretta si attesta a 60,2 miliardi, (+1,3% a/a) e la raccolta indiretta raggiunge i 119,8 miliardi, in crescita del 9,2% a/a. Nell’ambito della raccolta indiretta, la componente amministrata mostra un andamento particolarmente dinamico (67,5 miliardi, +14% a/a) sostenuta dai collocamenti obbligazionari e dalla ripresa delle quotazioni sui principali mercati azionari. Il risparmio gestito, pari a 52,3 miliardi, cresce del 3,5% a/a, dinamica spiegata da una tenuta dei fondi di investimento (28,8 miliardi, +0,2% a/a) e da un forte aumento dei prodotti di bancassicurazione (16 miliardi, +40,6% a/a). I costi operativi (2.966 milioni) mostrano una flessione dello 0,9% a/a, principalmente imputabile alla riduzione delle spese del personale (1.552 milioni, -1,4% a/a) dovuta ad una ridimensionamento dell’organico (-331 dipendenti, -1,3% a/a) che ha più che assorbito gli aumenti contrattuali (+1%). Le altre spese amministrative sono pressoché stabili a 1.277 milioni, +0,4% a/a, mentre le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali (137 milioni) si riducono del 7,4% a/a. Il Cost/income a fine 2003 si attesta al 64,4%, stabile rispetto al 2002. Il risultato di gestione, pari a 1.640 milioni, è in lieve flessione sull’anno precedente (-0,8% a/a). Il totale delle rettifiche e accantonamenti ammonta a 319 milioni, tra cui 73 milioni relativi ad accantonamenti per rischi ed oneri (27 milioni accantonati per il rimborso dei detentori di obbligazioni Cirio) e 244 milioni per rettifiche nette di valore su crediti. Per quanto riguarda la qualità dell’attivo, il totale dei crediti dubbi ammontano a 1.997 milioni (+ 23,9% a/a) con un rapporto del 4,09% sul totale degli impieghi (3,89% a dicembre 2002). Il rapporto di copertura dei crediti dubbi si mantiene al 37,8%, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (37,7%). Le sofferenze sono pari a 960 milioni (+16,5% a/a) e si attestano all’1,97% dell’ammontare complessivo dei crediti a clientela, (1,99% a inizio anno). Nel novembre del 2003 Unicredit Banca ha avviato un’importante iniziativa nei confronti delle imprese con fatturato inferiore ai 3 milioni di euro, offrendo a 430.000 piccole imprese non clienti, diffuse su tutto il territorio nazionale, fidi preapprovati per un totale di 13 miliardi di euro, senza ulteriori garanzie e quantificando l’ammontare degli affidamenti sulla base di un sistema avanzato di credit scoring e accettazione allineati ai parametri di Basilea 2. I fidi potenziali sono stati ripartiti come segue: 7 mld per un totale di 227.603 imprese nel Nord Italia, 3 mld per 104.675 imprese distribuite tra il Centro Italia e la Sardegna, altri 3 mld per 98.653 imprese del Sud Italia e della Sicilia. Nel 2003 gli sportelli della Divisione Retail ammontano a 2.898, in crescita di 20 unità sul 2002. Il numero dei dipendenti raggiunge 25.877 unità (- 331 rispetto al 2002). La Divisione Corporate La Divisione Corporate ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 868 milioni. Il margine di intermediazione si attesta a 3.053 milioni, in crescita del 13,3% a/a: a tale risultato si perviene grazie al positivo contributo sia del margine d’interesse (1.512 milioni, +2,6% a/a), sia dei proventi di intermediazione e diversi (1.541 milioni, +26,1% a/a), di cui 903 derivanti da profitti da operazioni finanziarie (+35,6% a/a) e 574 milioni da commissioni nette (+13,9% a/a). Anche gli altri proventi netti hanno evidenziato un trend in crescita (64 milioni, +23,1%). La dinamica del margine d’interesse è spiegata dall’incremento degli impieghi a clientela della divisione (al netto dei pronti contro termine), che raggiungono i 62,8 miliardi in crescita del 12,2% a/a, principalmente grazie all’evoluzione dei crediti di Unicredit Banca d’Impresa (47,6 miliardi, +16,3% a/a) e di Locat (7,4 miliardi, +14% a/a). In uno scenario di debolezza ciclica, Unicredit Banca d’Impresa è stata in grado di proseguire nella ricomposizione del suo portafoglio verso le classi di rating migliori riuscendo a migliorare il rating medio da 5,39 a 5,31. Allo stesso tempo lo share of wallet sulla clientela (società non finanziarie) è passato dal 10,5% del 2002 all’11,6% a fine 2003. I debiti verso clientela della Divisione Corporate, al netto dei pronti contro termine, sono pari a quasi 11 miliardi, in riduzione dell’8,7% sull’anno precedente. I costi operativi (incluse rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali per 27 milioni, +3,8% a/a) ammontano a 941 milioni (+6% a/a). Le spese per il personale, pari a 515 milioni, registrano un aumento del 10,8% legato all’incremento di organico nella divisione (292 unità) e alla componente variabile delle retribuzioni sui buoni risultati del 2002. Le altre spese amministrative, invece, sono sostanzialmente stabili (399 milioni, +0,5%), grazie al forte impegno del gruppo nel contenimento dei costi. Il Cost/income migliora sensibilmente passando dal 32,9% del 2002 al 30,8%. Il risultato di gestione raggiunge 2.112 milioni, in crescita del 16,9% a/a. Le rettifiche nette su crediti si attestano a 580 milioni, con un quarto trimestre (265 milioni) più elevato rispetto ai primi tre trimestri, su cui impattano le rettifiche relative all’esposizione verso il Gruppo Parmalat (145 milioni). I crediti dubbi della Divisione ammontano a 1.594 milioni (+13,7% sul 2002) con un’incidenza del 2,51% sul totale crediti. Il rapporto di copertura dei crediti dubbi è sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (40,4% vs. 40,6% nel 2002). Per facilitare l’accesso al credito delle Pmi, Unicredit Banca d’Impresa ha avviato una serie di campagne di erogazione prestiti a medio termine (cinque anni) non assistiti da garanzie, con tagli da 250.000 a 1 milione di euro. Le prime due iniziative sono state indirizzate a favore delle Pmi italiane di due aree produttive del Nord-est e del Nord Ovest del Paese. L’iniziativa si concretizzerà con l’emissione di “bond di distretto” il cui merito di credito è rappresentato da quello complessivo delle aziende che beneficiano del finanziamento. I bond saranno soggetti a rating da parte delle maggiori agenzie specializzate. Per il distretto Nord-est l’emissione del bond è prevista entro la metà di aprile 2004, mentre per il distretto Nord-ovest la campagna di erogazione terminerà il 31 marzo 2004 e il collocamento del bond è previsto per fine giugno dello stesso anno. L’importo complessivo dei crediti concessi è di 247 mln per l’area Nord-est (con oltre 500 Pmi). Per l’area Nord-ovest sono stati fino ad oggi concessi 360 mln a circa 800 Pmi. Nel 2003 gli sportelli della Divisione Corporate ammontano a 214, in linea con il 2002. I dipendenti sono 6.148 (+292 unità). La Divisione Private & Asset Management 5 chiude l’esercizio 2003 con un utile netto di 247 milioni. Il risultato di gestione si attesta a 389 milioni, lievemente in riduzione sull’anno precedente (-3,7%). Più in dettaglio, il margine d’intermediazione raggiunge 1.040 milioni (+1,3% a/a), grazie alla crescita del margine d’interesse (+9,2% a/a) e ad un lieve incremento dei ricavi da servizi (+0,6% a/a). Più in dettaglio, questi ultimi sono stati influenzati positivamente da un aumento delle masse medie in gestione di Pioneer (+2,6% a/a) e da una più elevata produttività dei promotori finanziari (Aum pro capite da 2,8 a 4,5 milioni, +60%). Hanno, invece, impattato negativamente l’asset mix (con una riduzione della componente azionaria) e la svalutazione del dollaro (-17% nell’anno). I costi operativi (inclusi ammortamenti per 29 milioni) si attestano a 651 milioni, in crescita del 4,5% a/a. Tale andamento è riconducibile al lancio di nuove iniziative commerciali e progettuali e al costo di integrazione dei promotori Ing. Il Cost/income è pari a 62,6% (60,7% nel 2002). Il risultato dell’esercizio è stato impattato in misura significativa da accantonamenti prudenziali effettuati da Unicredit Private Banking (pari a 22 milioni, di cui 12 accantonati per il rimborso dei detentori di obbligazioni Cirio) per rischi operativi ed a fronte di potenziali oneri futuri derivanti dall’indennizzo di obbligazioni Cirio alla clientela, a seguito di specifica valutazione da parte dell’apposita commissione istituita dal Gruppo. La Divisione Private & Asset Management gestisce ed amministra circa 150 miliardi di attività finanziarie, avvalendosi di circa 2.500 gestori di clientela tra dipendenti e promotori finanziari mandatari (a cui si aggiungono 700 promotori finanziari dopo l’acquisizione Ing). Di rilievo sono i risultati conseguiti dalle società di asset management e asset gathering (Xelion). Pioneer Investments, infatti, ha chiuso il 2003 con vendite nette pari a 9 miliardi (6,1 miliardi nel 2002), in crescita del 46,1% a/a con un andamento positivo in tutte le sue divisioni (Italia, Usa, International e Nuova Europa). Il patrimonio gestito ha raggiunto i 115,9 miliardi, +11,8% a/a, di cui 8,6% a/a relativo alla raccolta netta e 3,2% a/a alla performance di mercato, quest’ultima parzialmente penalizzata dal deprezzamento del dollaro rispetto all’euro. Xelion ha realizzato una raccolta netta totale in crescita dell’84,6% a/a (1,9 miliardi) con una quota di mercato del 14%, che ha portato la società al primo posto nella classifica del settore delle reti di vendita (fonte: Assoreti). La Divisione Nuova Europa Nel corso del 2003 la Divisione Nuova Europa ha ulteriormente rafforzato la propria posizione di leadership nella regione (oltre 174 milioni di abitanti) e con prospettive di forte crescita e riduzione del costo del capitale, grazie al processo di convergenza e all’entrata di alcuni paesi nella Ue, già dal maggio 2004. 5 Il perimetro della Divisione si è allargato con le Sgr lussemburghesi (ad agosto) e di Unicredit Fondi Sgr (a dicembre). I primi tre trimestri ed il 2002 sono stati ricalcolati conformemente al nuovo perimetro. Di seguito un’analisi delle principali componenti economico-patrimoniali della Divisione, valorizzate a cambi costanti. L’utile netto del periodo della Divisione si è attestato a 427 milioni, di cui 307 milioni di pertinenza del Gruppo, mostrando, quest’ultimo, un aumento del 45,5% a/a. Il margine di intermediazione è pari a 1.619 milioni, in flessione del 3,2% sull’anno precedente. Tale andamento è fortemente condizionato dal margine d’interesse (1.042 milioni, -3,3% a/a) e dai profitti da operazioni finanziarie (110 milioni, -43,3%), questi ultimi in significativa flessione per la presenza di ricavi non ripetibili nei risultati dell’anno precedente. La caduta del margine d’interesse è principalmente legata alla forte riduzione in Bank Pekao (511,2 milioni, -18,7% a/a) riconducibile sia alla diminuzione dei tassi di mercato (il tasso di riferimento è sceso dal 6,75% al 5,25%) con conseguente contrazione del margine dei depositi, sia alla riduzione dei volumi intermediati. I crediti verso la clientela 6 della divisione si attestano a 11,8 miliardi, in crescita del 3,5% a/a (-5,7% a/a a cambi storici). I debiti verso clientela 7 raggiungono i 20,1 miliardi (+0,2%) rimanendo sostanzialmente stabili (-8,6% a cambi storici). Il calo del margine d’interesse è stato parzialmente arginato con la forte crescita delle commissioni nette (418 milioni, +26,7% a/a), legata allo sviluppo nella distribuzione di prodotti di risparmio gestito. La severa politica di controllo delle spese adottata dalle banche della Nuova Europa si è tradotta in un limitato aumento dei costi operativi (904 milioni, +3,6% a/a). Più in dettaglio, le spese per il personale, pari a 446 milioni, aumentano del 7,5% a/a a causa di un incremento della parte variabile delle retribuzioni bilanciato da una diminuzione delle altre spese amministrative (336 milioni, -4% a/a). Le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali (122 milioni) crescono del 13% sul 2002 principalmente per gli investimenti legati ai sistemi informativi (soprattutto in Pekao). Il Cost/income si attesta al 55,8%, in aumento sull’anno precedente (52,2%, ai cambi di fine 2003). Nel 2003 sono stati implementati numerosi progetti e interventi volti a migliorare l’intero processo del credito (erogazione, scoring/rating, monitoraggio e recupero crediti). Questi ultimi, insieme all’introduzione di più stringenti politiche creditizie, specialmente in Pekao (5,2 miliardi di crediti a clientela, -12,6 a/a), hanno portato ad una notevole diminuzione delle rettifiche nette su crediti (139 milioni, -61,5% a/a), accompagnata da un miglioramento del coverage ratio sulle sofferenze (da 80% a 81,3%) e sui crediti dubbi (da 62,6% a 64,1%). I crediti dubbi raggiungono 1.022 milioni (+1% a/a a cambi costanti, in flessione del 9,7% a/a a cambi storici), le sofferenze sono pari a 395 milioni (+0,2% a/a a cambi costanti, -9,4% a/a a cambi storici). Il risultato di gestione si attesta a 715 milioni (-10,6% a/a). A fine 2003 il numero totale dei dipendenti della divisione è pari a 29.869 unità 8 (rispetto a 30.941 del 2002, -1.072 unità), gli sportelli ammontano a 1.355 (1.347 nel 2002). Il Cda ha altresì approvato un nuovo Piano di incentivazione triennale finalizzato a favorire lo sviluppo ed il consolidamento dei risultati nel medio termine attraverso l’assegnazione di stock 6 Al netto dei pronti contro termine 7 Al netto dei pronti contro termine 8 Comprensivo di Kfs al 100% option e performance share al top management, di restricted share al middle management e di azioni gratuite alla generalità dei dipendenti. Verrà richiesto all’Assemblea Straordinaria il conferimento delle necessarie deleghe al Cda. |
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DEXIA CREDIOP: MOLTO POSITIVO IL BILANCIO 2003 CON OLTRE 21 MILIARDI DI EURO (+15%). IN CRESCITA DEL 109% L’UTILE NETTO CONSOLIDATO A 177,2 MILIONI DI EURO. FINANZIAMENTI PER OLTRE 4,5 MILIARDI DI EURO (+26% RISPETTO AL 2002). |
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Roma, 15 marzo 2004 - Molto positivo il bilancio approvato dal Consiglio di Amministrazione di Dexia Crediop, la banca d’affari leader nella finanza pubblica e di progetto e dedicata allo sviluppo sostenibile, che ha chiuso l’esercizio 2003 con bilancio di 21 miliardi di Euro (+15% rispetto al 2002). Nel corso dell’anno l’Istituto ha proseguito il proprio percorso di crescita nel campo dei servizi finanziari al settore pubblico in cui ricopre, insieme al Gruppo Dexia di cui fa parte, il ruolo di interlocutore finanziario naturale in tema di sviluppo sostenibile. Al tempo stesso, è stata data particolare attenzione all’evoluzione dell’attività di creazione e sviluppo di prodotti e servizi innovativi con un approccio responsabile, particolarmente adatto ai rapporti con gli Enti Locali (che, per le loro finalità pubbliche, non devono esercitare scelte dettate da motivi speculativi o da valutazioni di breve periodo) ed in linea con la cultura dei controlli propria del Gruppo Dexia. L’ampliamento della gamma d’offerta, reso possibile anche grazie alle sinergie di Gruppo, ha consentito inoltre di estendere l’operatività in campi complementari a quelli in cui la banca è tradizionalmente leader di mercato. Tali elementi hanno consentito di realizzare un bilancio estremamente positivo per l’anno appena concluso e che, al tempo stesso, pone le basi per uno sviluppo ancor più profondo nei prossimi anni. Risultati economici consolidati A livello di Gruppo Dexia Crediop, il conto economico presenta un margine di interesse pari a 158,7 milioni di Euro, su cui hanno contribuito una ridefinizione dei margini commerciali ed un decremento dei tassi attivi medi, i quali hanno a loro volta influito sul rendimento dei mezzi patrimoniali e sui margini di trasformazione. Il dato relativo al 2002 era stato, infatti, pari a 175,1 milioni di Euro. Il margine di intermediazione, sempre a livello consolidato, è risultato pari a 186 milioni di Euro ed ha beneficiato dell’incremento di oltre l’80% dei proventi netti da operazioni finanziarie, che ha consentito di contenere la flessione del margine stesso a meno del 2% rispetto al dato relativo all’esercizio 2002. In crescita del 6% l’utile ordinario consolidato che ha raggiunto i 141,3 milioni di Euro rispetto ai 133,2 milioni di Euro del precedente anno, anche in virtù di una riduzione sia degli accantonamenti per rischi ed oneri che delle rettifiche di valore. Infine, l’utile netto consolidato - sempre al termine dell’esercizio in esame - è sensibilmente incrementato (+109%) raggiungendo i 177,2 milioni di Euro rispetto agli 84,7 milioni di Euro del precedente anno, anche grazie all’utilizzo di parte del Fondo rischi bancari generali. Risultati economici della capogruppo Dexia Crediop S.p.a. La Capogruppo Dexia Crediop S.p.a. Fa segnare un 2003 marcato da una forte crescita delle attività, soprattutto nei nuovi flussi creditizi indirizzati al sostegno degli investimenti, con un utile netto che ha raggiunto i 132 milioni di Euro in crescita del 205,8% rispetto ai 43,2 milioni di Euro al termine dell’esercizio 2002. Con riferimento all’utile d’esercizio, il Consiglio di Amministrazione ha proposto la distribuzione di dividendi per una quota del 95% del totale, provvedendo ad una sensibile remunerazione del capitale; la banca si appresta infatti a riconoscere ai propri azionisti un dividendo di 0,71 Euro per azione pari ad un rendimento, al netto delle ritenute di legge, di oltre il 27% rispetto al valore nominale di 2,58 Euro. Si ricorda che gli azionisti di Dexia Crediop sono Dexia Crédit Local (Gruppo Dexia) con il 70% del capitale sociale e la Banca Popolare di Milano, il Banco Popolare di Verona e Novara e la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, ciascuna con una quota del 10%. Con tali Istituti Dexia Crediop continua a conseguire importanti sinergie volte allo sviluppo di progetti ed iniziative. Con più dettaglio sui risultati di Dexia Crediop S.p.a., il margine d’interesse ha raggiunto i 155,5 milioni di Euro mentre il margine di intermediazione si è attestato a 186,3 milioni di Euro, quest’ultimo positivamente influenzato dal sensibile incremento dei proventi netti da operazioni finanziarie, i quali sono aumentati del 53,6% rispetto al 2002. L’utile ordinario è risultato pari a 73,9 milioni di Euro in crescita del 12% anche per effetto dei minori accantonamenti per rischi ed oneri e di rettifiche di valore. Elementi caratteristici della gestione L’attività del 2003 in termini di flussi di erogazioni si è attestata ad oltre 4,5 miliardi di Euro su livelli decisamente superiori (+27%) rispetto ai risultati dello scorso anno e facendo registrare una crescita del 19% nel triennio 2001-2003. Nel campo del “funding”, Dexia Crediop si conferma tra gli emittenti italiani più attivi sul mercato dei capitali con una raccolta che ha raggiunto i 3,8 miliardi di Euro (+34% rispetto al 2002) con una più marcata quota di prestiti assegnati da realtà sovranazionali. Nel segmento dei mutui e dei prestiti obbligazionari la quota di mercato Enti Territoriali e Amministrazione Pubblica di Dexia Crediop è stata pari al 17% del mercato totale (circa 24 miliardi di Euro). Nell’ambito dei prestiti obbligazionari (domestici ed internazionali) l’Istituto ha avuto un ruolo significativo nell’arranging e nel collocamento delle operazioni lanciate da Regioni , Comuni e Province, sul mercato nazionale ed internazionale. Nel 2003 si è avviato compiutamente il mercato delle cartolarizzazioni originate da enti territoriali locali con il lancio di alcune importanti operazioni da parte di Regioni per circa 1,9 miliardi di Euro. Il ruolo di Dexia Crediop in tale comparto è stato di rilievo assoluto. Anche nell’esercizio in esame l’Istituto ha continuato ad assistere la propria clientela nell’ottenimento e nell’aggiornamento del “rating” di controparte svolgendo nuovi incarichi a testimonianza delle elevate competenze che esso vanta in questo comparto e dell’attenzione che gli Enti territoriali italiani ripongono nella trasparenza della propria gestione finanziaria. Nel settore del “debt management” Dexia Crediop ha continuato a mantenere, anche nel 2003, un ruolo di leadership attraverso operazioni di rinegoziazione di mutui ed il ricorso a strumenti derivati, per valori comparabili a quelli dell’esercizio precedente. Sul fronte delle grandi infrastrutture - si ricorda che nel 2003 sono state avviate le prime opere selezionate dal Cipe a valere sulla cosiddetta “legge obiettivo” - Dexia Crediop ha svolto un ruolo preminente per il finanziamento di opere collegate alle Olimpiadi Invernali Torino 2006, alla ristrutturazione delle Grandi Stazioni ferroviarie, all’ampliamento dell’autostrada Salerno-reggio Calabria ed alla realizzazione del sistema Mose per limitare il fenomeno dell’acqua alta a Venezia. Nell’ambito della finanza strutturata, è proseguito il trend storico di crescita dell’attività tradizionale che, oltre al settore del project finance, ha riguardato anche la partecipazione ad importanti operazioni di “acquisition finance” con ruoli di rilievo. Da sottolineare, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile del Gruppo Dexia, l’impegno crescente nei settori dell’energia rinnovabile e dell’ambiente. I nuovi impegni hanno superato del 200% i valori registrati nel 2002. Per quanto riguarda le attività di consulenza finanziaria, infine, è proseguita l’attività di advisory a favore di Enti Locali e loro imprese, soprattutto nel segmento delle utilities e dei trasporti pubblici locali. Il rating “doppia A” e la qualità del credito Dexia Crediop si conferma tra le banche italiane con il più alto rating con una valutazione “doppia A” da parte delle tre Agenzie internazionali. Ieri Standard & Poors ha aumentato da Aa- a Aa il rating della Banca; l’upgrading riflette i risultati di leadership raggiunti sul mercato della finanza pubblica e il ruolo sempre più importante a livello di sinergie e di integrazione con il Gruppo Dexia; l’outlook negativo e’ legato al processo di credit watch cui e’ attualmente sottoposta la Repubblica Italiana. Nel giugno 2003 Moody’s ha innalzato da Aa3 ad Aa2 il merito di credito dell’Istituto (allo stesso livello della Repubblica Italiana), mentre Fitch Ratings ha confermato il proprio giudizio sul debito a medio-lungo termine, pari a Aa. L’outlook è “stabile” per queste due Agenzie. A testimonianza dell’eccellente qualità del credito, la Banca ha sofferenze irrilevanti. |
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EDISON: IL CDA CONVOCA L’ASSEMBLEA |
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Milano, 15 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Edison S.p.a. Riunitosi l’11 marzo ha, tra l'altro, convocato l'Assemblea in sede ordinaria per l'approvazione del bilancio 2003 e la nomina di amministratori. L'assemblea è stata convocata anche in sede straordinaria per modificare lo statuto anche in adeguamento alla nuova disciplina dettata per le società per azioni dalla riforma del diritto societario. La prima e la seconda convocazione sono previste rispettivamente per i giorni 28 e 29 aprile 2004 alle ore 10,30 presso la sede in Milano Foro Buonaparte, 31. Il Consiglio ha inoltre preso atto delle dimissioni del consigliere Massimo Mattera, al quale esprime un sentito ringraziamento per l'attività svolta. Si ricorda che come già comunicato al mercato, il Consiglio di Amministrazione per l'approvazione del Bilancio 2003 è previsto per il 25 marzo 2004. |
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ENEL IN MERITO AL COLLOCAMENTO DI TERNA |
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Roma, 15 marzo 2004 - Il prospetto informativo depositato il 12 marzo in Consob contiene un’indicazione sulla quota di collocamento minimo di Terna del 25%, come da procedura. Nella seduta del 2 marzo scorso il Consiglio di Amministrazione di Enel ha confermato l’orientamento a collocare sul mercato una quota di circa il 50% del capitale di Terna. La decisione sulla definizione esatta di tale quota verrà presa dal Consiglio stesso in prossimità del collocamento. |
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GRUPPO CIR: RESI NOTI I RISULTATI 2003 RISULTATO DELLA GESTIONE ORDINARIA IN FORTE CRESCITA UTILE NETTO DI 62,8 MILIONI DI EURO |
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Milano, 15 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Cir, riunitosi il 12 marzo a Milano sotto la presidenza dell’ing. Carlo De Benedetti, ha approvato la proposta di bilancio civilistico e il bilancio consolidato del Gruppo per l’esercizio 2003, che verranno sottoposti all’Assemblea degli Azionisti convocata per il prossimo 29 aprile in prima convocazione e per il 30 aprile in seconda convocazione. L’esercizio 2003 si è chiuso con un utile netto consolidato di 62,8 milioni di euro, rispetto a 68,2 milioni del 2002. Il risultato è particolarmente significativo perché realizzato in presenza di un rilevante incremento del tasso medio di fiscalità per la Capogruppo Cir Spa rispetto all’esercizio precedente, essendosi esaurito il beneficio derivante dall’utilizzo di perdite fiscali riportabili. L’utile consolidato della gestione ordinaria è risultato in forte crescita, passando da 207,8 milioni di euro del 2002 a 255,1 milioni del 2003 (+22,8%). Il fatturato consolidato è stato di 2.839 milioni di euro, rispetto a 2.582 milioni nel 2002 (+10%). A parità di perimetro di consolidamento e di cambi, il fatturato consolidato del 2003 sarebbe stato di 2.867,2 milioni di euro, con un incremento del 13,4%. I risultati conseguiti dal Gruppo Cir nel 2003 sono da considerarsi molto positivi, alla luce delle incertezze che ancora caratterizzano il quadro macroeconomico, degli eventi geopolitici e dello sfavorevole andamento congiunturale di alcuni settori in cui il Gruppo opera: la debolezza del mercato pubblicitario per il Gruppo Espresso; l’indebolimento della domanda sui mercati veicolistici e la significativa svalutazione della sterlina inglese, del real brasiliano e del peso argentino sull’euro, per il Gruppo Sogefi. Il Gruppo Cir ha potuto contrastare queste situazioni negative intensificando le azioni di sviluppo dei propri business e realizzando programmi di contenimento dei costi operativi. Media Il Gruppo Espresso ha registrato nel 2003 un significativo miglioramento dei propri risultati rispetto all’anno precedente. In presenza di una crescita del fatturato consolidato attestatosi a 1.051,1 milioni di euro (+9,1%), rispetto a 963,7 milioni nel 2002, con un rilevante incremento dei ricavi diffusionali e una marginale ripresa di quelli pubblicitari, il Gruppo Espresso ha realizzato nel 2003 un utile netto consolidato di 67,8 milioni di euro, rispetto a 46,1 milioni nel 2002 (+47,2%). Il sensibile miglioramento è stato conseguito grazie al buon andamento delle diffusioni delle testate nazionali e locali, al successo dei prodotti editoriali veicolati con la Repubblica e L’espresso, al contenimento dei costi operativi, alla diminuzione del prezzo della carta e all’efficacia delle azioni di risanamento dell’area Internet. Anche alla luce degli ottimi risultati conseguiti in termini di cash flow e del contenuto livello di indebitamento, il 4 dicembre 2003 l’Assemblea degli Azionisti di Gruppo Editoriale l’Espresso ha deliberato la distribuzione di un dividendo straordinario di 0,23 euro per azione, per complessivi 98,4 milioni. Utilities Nel 2003 il Gruppo Energia ha continuato a registrare un forte sviluppo del proprio business, con un aumento del fatturato di oltre il 40% rispetto al 2002 (808 milioni di euro contro 574 milioni) e realizzando ancora una volta significativi incrementi dei volumi di vendita sia di energia elettrica che di gas naturale. L’esercizio 2003, il primo nel quale il Gruppo Energia ha redatto una situazione economico-patrimoniale consolidata, ha fatto regisitrare un utile netto consolidato di 16,1 milioni di euro, una performance particolarmente significativa tenuto conto degli effetti derivanti dall’acquisizione del 50% di Tirreno Power, avvenuta nel corso dell’esercizio da parte della controllata Energia Italiana. Con l’acquisizione di Tirreno Power (quarta società di produzione elettrica italiana con una capacità installata netta di 2.611 Mw) il Gruppo Energia si colloca tra i primi operatori nazionali. Parallelamente, la società è impegnata a sviluppare un proprio programma di investimenti in centrali termoelettriche “green field” da 760 Mw ciascuna. In particolare, è stata avviata la costruzione della centrale di Termoli. Componentistica Per Autoveicoli Il Gruppo Sogefi, tra i leader mondiali nei sistemi di filtrazione e nei componenti per sospensioni per autoveicoli, ha raggiunto nel 2003 i principali obiettivi economici e strategici fissati per l’esercizio, migliorando la propria redditività netta e le quote di mercato, in un contesto reso difficile sia dal permanere di un ciclo negativo a livello internazionale, sia dalla significativa svalutazione sull’euro di sterlina inglese, real brasiliano e peso argentino. Nel 2003 Sogefi ha realizzato un fatturato consolidato di 902,4 milioni di euro, rispetto a 905,6 milioni del 2002 (a parità di perimetro e di cambi il fatturato sarebbe aumentato del 4,4%). L’utile netto del gruppo Sogefi è stato nel 2003 di 28,5 milioni di euro, contro 23,5 milioni nel 2002 (+21,2%). Nel corso dell’esercizio 2003, Cir ha ceduto al Gruppo Molins la partecipazione Sasib, operante nel settore delle macchine per l’industria del tabacco. Il prezzo di cessione è stato di 8,7 milioni di euro, di poco superiore al patrimonio netto consolidato di Sasib al 30 giugno 2003. L’acquirente si è assunto inoltre i debiti finanziari netti del Gruppo, che al 30 giugno 2003 ammontavano a 6,3 milioni di euro. L’operazione si inserisce nel processo, in atto da tempo, di focalizzazione sui propri core business. Si segnala infine che il 12 maggio 2003 Cir ha ottenuto da Standard & Poors il rating di credito a lungo termine “Bbb-“ e quello di “A3” sul debito a breve. L’assegnazione è avvenuta in concomitanza con l’emissione da parte di Cir International di un prestito obbligazionario, garantito da Cir, dell’importo di 300 milioni di euro con scadenza 2011. Scopo dell’operazione è stato il rifinanziamento dei prestiti obbligazionari in scadenza nell’anno, regolarmente rimborsati per un importo totale di 267,1 milioni di euro. I risultati economici dell’esercizio Nel 2003 Cir ha realizzato un fatturato consolidato di 2.839 milioni di euro, rispetto a 2.582 milioni del 2002 (+10%). A parità di perimetro di consolidamento e di cambi, il fatturato consolidato del 2003 sarebbe stato di 2.867,2 milioni, in crescita del 13,4% rispetto all’anno precedente. Il risultato consolidato della gestione ordinaria è stato positivo per 255,1 milioni di euro (8,8% del valore della produzione), rispetto a 207,8 milioni del 2002 (7,9% del valore della produzione), con un significativo incremento del 22,8%. Il risultato ante imposte e quota terzi prima dei proventi e oneri straordinari nel 2003 è stato positivo per 223,7 milioni di euro, rispetto a 186,7 milioni del 2002 (+19,8%). Su tale risultato hanno, tra l’altro, inciso maggiori oneri finanziari netti sostenuti nell’esercizio in relazione al più elevato indebitamento consolidato e minori proventi da negoziazione e valutazione titoli realizzati rispetto al 2002. L’ utile netto consolidato è stato nel 2003 di 62,8 milioni di euro, contro 68,2 milioni nel 2002. Come già sottolineato, il risultato è particolarmente significativo perché risente dell’incremento del tasso medio di fiscalità per la capogruppo Cir Spa rispetto all’esercizio precedente, essendosi esaurito il beneficio derivante dall’utilizzo di perdite fiscali riportabili. Il patrimonio netto consolidato del Gruppo passa da 848,8 milioni di euro al 31 dicembre 2002 a 874,7 milioni al 31 dicembre 2003, con un incremento netto di 25,9 milioni di euro, dopo aver pagato dividendi per 31,4 milioni. Il patrimonio netto totale al 31 dicembre 2003 ammonta a 1.244,6 milioni di euro, rispetto a 1.146,1 milioni al 31 dicembre 2002, con un incremento di 98,5 milioni dopo la distribuzione di 31,4 milioni di euro di dividendi da parte di Cir e di complessivi 77,1 milioni da parte delle controllate ai propri azionisti terzi. All’incremento del patrimonio netto totale concorrono, in particolare, gli aumenti di capitale e i finanziamenti soci non rimborsabili in quanto vincolati alla conversione in capitale sociale, effettuati dagli azionisti terzi nelle società del Gruppo Energia, finalizzati all’acquisizione di Tirreno Power, per un importo complessivo di circa 94 milioni di euro. La posizione finanziaria netta consolidata del Gruppo al 31 dicembre 2003 presentava un indebitamento di 552,4 milioni di euro, contro 466,9 milioni al 31 dicembre 2002. L’indebitamento finanziario netto aggregato al 31 dicembre 2003 era pari a 96,9 milioni di euro, contro 90,1 milioni al 31 dicembre 2002. Al 31 dicembre 2003 il Gruppo Cir impiegava 10.160 dipendenti. Per quanto riguarda la Capogruppo Cir Spa, l’esercizio 2003 chiude con un utile netto di 62,8 milioni di euro. Questo risultato, per effetto dell’applicazione del metodo del patrimonio netto, coincide con l’utile netto consolidato e si confronta quindi con 68,2 milioni di utile del 2002. A fine 2003 il patrimonio netto della Capogruppo era di 874,7 milioni di euro e la posizione finanziaria netta presentava un saldo positivo per 138,2 milioni di euro (contro 848,8 milioni di patrimonio netto e una posizione finanziaria netta positiva per 122,4 milioni al 31 dicembre 2002). Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti un dividendo di 0,0460 euro per azione (contro 0,0413 nel 2002). L’ammontare complessivo dei dividendi 2003 è pari a 35 milioni di euro. Il dividendo verrà messo in pagamento il 13 maggio 2004, contro stacco della cedola il 10 maggio 2004. Il Consiglio di Amministrazione, utilizzando la delega concessa dall’assemblea del 12 maggio 2000, ha deliberato di aumentare il capitale sociale per complessivi 1.272.500 euro, mediante emissione di n. 2.545.000 azioni, al prezzo unitario di 1,60 euro. Tale aumento di capitale è al servizio di un piano di stock options a favore dei dirigenti di Cir e della controllante Cofide. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre proceduto all’approvazione della relazione annuale sulla Corporate Governance. Il Consiglio di Amministrazione sottoporrà infine all’approvazione della prossima Assemblea degli Azionisti in sede ordinaria: · la proposta di revoca e rinnovo della delega al Consiglio stesso per l’acquisto di massime n. 25.000.000 di azioni proprie; · la proposta di aumento del numero dei Consiglieri di Amministrazione; e in sede straordinaria: · le modifiche statutarie volte anche a recepire le nuove disposizioni introdotte dal decreto legislativo 6/2003. |
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DADA CONFERMA INTERESSE AL TECHSTAR |
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Firenze 12 marzo 2004 - Dada Spa conferma il suo interesse all’iscrizione al Techstar, così come deliberato dal suo Consiglio di Amministrazione in occasione della riunione di approvazione del progetto di bilancio dello scorso venerdì 27 febbraio. La società sta quindi completando in questi giorni la rielaborazione, secondo i criteri indicati da Borsa Italiana, di tutti i dati economici rilevanti, a partire dai dati civilistici contenuti nella tabella già presente nel comunicato relativo al progetto di bilancio, al fine di valutare la possibilità di una iscrizione immediata al nuovo segmento del Nuovo Mercato, ovvero un rinvio della stessa alla approvazione della prossima semestrale del Gruppo Dada, in attesa del consolidamento degli incoraggianti segnali finora pervenuti circa l’andamento dell’attività nei mesi di gennaio e febbraio 2004. |
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RISPARMIO:DA ABI, ANIA,CONFINDUSTRIA E ASSONIME PROPOSTE SU DDL |
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Roma, 15 marzo 2004 - I Presidenti di Abi, Ania, Assonime e Confindustria hanno trasmesso oggi al Governo e ai Presidenti delle Camere e delle Commissioni parlamentari competenti un documento comune, predisposto in collaborazione con Borsa Italiana, contenente impegni e proposte per il miglioramento della fiducia. Nella lettera di trasmissione i Presidenti sottolineano anzitutto nuovi impegni assunti dalle associazioni stesse e delle imprese associate. Accanto a tali impegni, i Presidenti esprimono il loro sostegno alle iniziative del Governo e del Parlamento per il miglioramento della fiducia, e formulano suggerimenti su specifiche soluzioni. Infine, il documento approfondisce il tema dei rapporti tra le banche e le imprese, allo scopo di assicurare un dialogo costruttivo tra tali soggetti. |
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NUOVA VITTORIA A STRASBURGO PER L'ACQUA BENE COMUNE RIBALTATA LA PROPOSTA, CONTENUTA NEL RAPPORTO MILLER, DI LIBERALIZZARE LA GESTIONE DELL’ACQUA |
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Milano, 15 marzo 2004 - Si è concluso con successo, l’azione di pressione organizzata dal Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale sull’acqua, con il supporto del Comitati italiano, francese e belga, nella giornata di martedì 9 marzo a Strasburgo, per modificare il testo del rapporto Miller sulle “Strategie per il mercato interno- priorità 2003-2006” sottoposto oggi all' approvazione del Parlamento europeo, sulla base della Comunicazione redatta dalla Commissione Giuridica per il mercato interno. Nel corso della votazione uninominale, che ha avuto luogo giovedì 11 marzo a Strasburgo, il Comitato per il contratto Mondiale dell’acqua ha infatti raggiunto due significative risultati : l’approvazione di un emendamento sostenuto dal Gruppo Gue che chiedeva di “escludere l’assoggettamento della gestione delle risorse idriche dalle norme del mercato interno” e l’approvazione di un secondo emendamento che ha rigettato la richiesta della Commissione di “accogliere con favore le proposte di continuare la liberalizzazione segnatamente al settore dell’acqua e dei servizi postali” ( art.10). Con 201 voti a favore e 116 contrari, è stata infatti accolta dal Parlamento la richiesta espressa con una lettera aperta-emendamento, inviata nella giornata di ieri da Danielle Mitterrand- p.Alex Zanotelli e Riccardo Petrella a tutti i parlamentari europei, di sostenere , durante le votazioni, la prima parte dell’emendamento all’art. 16 cioè “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, si ritiene che la gestione delle risorse idriche non debba essere assoggettata alle norme del mercato interno, privatizzato e liberalizzato". L’azione di sensibilizzazione e di riflessione stimolata dal Comitato italiano con i contributi e le motivazioni esposte nel corso della audizione “aperta” , realizzata nella giornata di martedì 9 febbraio presso il Parlamento europeo, con gli interventi ed i contributi di Alex Zanotelli - Danielle Mitterrand - Mario Soares e Riccardo Petrella sulla "debolezza dei principi politici espressi" e "il basso livello di difesa del carattere di bene pubblico dell’umanità dell’acqua" , ha determinato un secondo importante risultato a livello di votazione : la soppressione della seconda parte dell’art. 10 con cui la Commissione Giuridica chiedeva al Parlamento di “ accogliere con favore le proposte di continuare la liberalizzazione e l’apertura dei mercati in altro settori e segnatamente l’acqua ed i servizi idrici , nel rispetto sempre degli obblighi del servizio universale”. "Entrambe queste assunzioni di responsabilità del Parlamento europeo dimostrano - ha dichiarato Rosario Lembo, Segretario del Comitato Italiano per il Contatto Mondiale sull’acqua che ha organizzato l’audizione del Contratto Mondiale sull’acqua a Strasburgo, - che se la società civile, i movimenti sono capaci di inserirsi negli spazi di democrazia e di partecipazione che esistono all’interno delle istituzioni, con precise proposte politiche, è possibile condizionare la “P"olitica, anche quella espressa dagli interessi forti delle multinazionali". E’ la seconda volta, dopo la sconfitta di Cancun, che la Commissione Europea , nonostante la forte lobby esercitata dalle principali imprese multinazionali europee, è costretta da un voto del Parlamento, a cambiare la propria strategia rispetto alla tendenze da tempo in atto di affermare i principi della privatizzazione della gestione delle risorse idriche e di sancire la mercificazione dell’acqua. Ll successo raggiunto con questa iniziativa costituisce uno stimolo ed un forte segnale di incoraggiamento per continuare , a partire dal territorio, l’impegno per sollecitare il “riconoscimento dell’acqua come un diritto umano universale per tutti” e la gestione delle risorse idriche come un “servizio pubblico europeo”. Infolink: www.Contrattoacqua.it |
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GRUPPO STEFANEL: APPROVATO IL BILANCIO 2003 DI 10 MESI CRESCE IL FATTURATO E MIGLIORA LA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA RISULTATO NEGATIVO IN LINEA CON LE PREVISIONI PROPOSTO UN DIVIDENDO INVARIATO A 0,03 EURO |
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Ponte di Piave, 15 marzo 2004 – Si è riunito il 12 marzo , sotto la Presidenza di Giuseppe Stefanel, il Consiglio di Amministrazione di Stefanel S.p.a. Che ha approvato i progetti di bilancio relativi all’esercizio 1/03/2003 – 31/12/2003 della Società e del Gruppo. L’esercizio in esame, recependo la decisione dell’Assemblea degli Azionisti di anticipare la data di chiusura dall’ultimo giorno del mese di febbraio al 31 dicembre, conta solo dieci mesi fatto questo che rende poco significativo un raffronto diretto con i risultati dell’anno precedente. Al tempo stesso, anche l’analisi dei dati di natura patrimoniale risulta condizionata dallo spostamento della data di chiusura da febbraio a dicembre a causa della stagionalità dei business. L’esercizio 2003 evidenzia, comunque, un incremento del 8,8% dei ricavi netti che si sono attestati a euro 649,0 milioni contro i 596,2 milioni registrati lo scorso esercizio. L’esposizione finanziaria netta registra un importante miglioramento pari ad euro 34,4 milioni e si attesta a euro 181,5 milioni (2002: 215,9 mln) con un rapporto tra Pfn/pn a livello consolidato che scende a 1,76 contro il valore di 1,87 registrato ad inizio periodo. Il cambiamento della data di chiusura risulta fortemente penalizzante per il settore abbigliamento che registra un fatturato pari ad euro 176,1 milioni e non beneficia degli effetti economici positivi derivanti dalla vendita a terzi della collezione P/e 2004. Inoltre, nell’esercizio appena concluso si sconta l’effetto della cessione del business Interpool che nell’esercizio 2002 aveva registrato un fatturato di euro 15 milioni. Relativamente al settore dell’airport retailing (Nuance) che nei dieci mesi registra un fatturato pari ad euro 472,9 milioni occorre invece ricordare l’impatto negativo generato dall’epidemia di Sars nella prima metà dell’esercizio in esame, impatto che il Gruppo è stato comunque in grado di contenere efficacemente. Nella seconda parte dell’esercizio 2003 si è registrato un costante incremento dei volumi di passeggeri sostanzialmente ritornati ai livelli registrati nell’anno precedente. Contemporaneamente è proseguita la politica di crescita per vie interne che ha visto il Gruppo aggiudicarsi nuove attività in Danimarca, a Roma Fiumicino, a Toronto e, soprattutto, confermarsi come principale operatore nell’aeroporto di Hong Kong. Nel corso dei dieci mesi che compongono l’esercizio 2003, il Gruppo Stefanel ha registrato i seguenti risultati. Migliora il margine industriale lordo che sale a euro 359,2 milioni dai 326,6 milioni dello scorso esercizio. L’ebitda si attesta a euro 33,9 milioni (2002: 39,8 mln) mentre l’Ebit è pari a euro 8,1 milioni (2002: 13,1 mln). Il risultato netto scontando (i) l’effetto combinato di oneri finanziari consolidati pari ad euro 7,9 milioni (2002: 10,8), (ii) un saldo tra oneri e proventi straordinari netti negativo per euro 2,0 milioni (2002: positivo per euro 10,7 milioni), (iii) l’attribuzione delle spettanze alle minoranze per euro 3,4 milioni (2002: 1,3 milioni), è negativo per euro 10,9 milioni (2002Fy: positivo per 0,2 milioni). Le imposte di competenza dell’esercizio sono pari ad euro 5,7 milioni (2002: euro 11,5 milioni). Gli investimenti lordi effettuati dal Gruppo nei dieci mesi dell’esercizio 2003 ammontano ad euro 33,8 milioni e si riferiscono principalmente all’ammodernamento della rete commerciale e all’ultima tranche del processo di riammodernamento degli impianti per la produzione di maglieria e all’acquisto di nuovi hardware e software. Il business Nuance ha registrato nel periodo considerato e per la quota di pertinenza del Gruppo Stefanel investimenti per euro 13,6 milioni. Il capitale circolante operativo del Gruppo 1 per l’effetto combinato sui dati 2003 derivante dal cambiamento della data di chiusura, dal deconsolidamento della business unit Interpool e dal miglioramento della gestione diminuisce di euro 28,8 milioni rispetto al valore registrato al 28.02.2003 di cui 13,5 mln riferibili al settore airport retailing Nuance e 15,3 mln al settore abbigliamento. La Capogruppo Stefanel Spa, che svolge oltre alla tradizionale funzione di società operativa, seppur per il solo business Stefanel, anche la funzione di holding del Gruppo, ha registrato un fatturato netto, pari a euro 80,3 milioni (115,8 mln nel 2002) valore su cui incide in maniera sostanziale l’effetto del cambiamento della data di chiusura d’esercizio. L’ebitda ammonta a 5 milioni di euro (2002: 7,2 mln) mentre l’Ebit, scontando ammortamenti per 9,4 milioni di euro risulta negativo per 4,4 milioni di euro (2002: -3,6 mln). Il risultato netto registra una perdita pari ad euro 8,3 milioni (2002: perdita di 1,7 mln) pur beneficiando di minori rettifiche su partecipazioni per euro 2,4 milioni (-10,1 mln vs 2002: - 12,5 mln), di minori oneri finanziari netti per euro 3,4 milioni (5,1 mln vs 2002: 8,5 mln), di minori imposte pari ad euro 5,6 (0,8 mln vs 2002: 6,4) che non riescono a compensare la riduzione di 17,2 milioni nel saldo netto positivo delle componenti straordinarie (+ 12,1 mln vs 2002: + 29,3 mln). Tuttavia, volendo analizzare tale dato al netto delle componenti straordinarie e non ricorrenti (effetto negativo per 17,2 milioni) e del minore impatto della fiscalità (effetto positivo per 5,6 milioni), il risultato della sola gestione ordinaria registra un miglioramento pari ad euro 5,0 milioni nonostante l’impatto negativo derivante al cambio di data. L’esposizione finanziaria netta, pari a euro 105,5 milioni, è aumentata di 2,1 milioni di euro rispetto al 28.2.2003, per l’effetto sia del normale ciclo finanziario aziendale che per le azioni di supporto finanziario svolte a favore delle società del gruppo ed operanti nel settore abbigliamento. 1 (crediti commerciali + rimanenze finali nette - debiti commerciali) Nei dieci mesi di questo esercizio sono stati realizzati investimenti lordi per circa 11,3 milioni di euro indirizzati principalmente all’ammodernamento della rete commerciale (euro 7,6 mln), al rinnovo dei macchinari industriali per la produzione di maglieria (euro 2,7 mln) e all’acquisto di nuovi software (euro 0,6 mln). Il capitale circolante operativo risulta influenzato dal cambiamento di data e diminuisce, rispetto al 28 febbraio 2003, di euro 5,3 milioni sostanzialmente per l’effetto di (i) un aumento delle scorte pari a 5,3 milioni di euro, (ii) una diminuzione dei crediti commerciali pari ad euro 16,2 milioni (iii) una diminuzione dei debiti verso fornitori pari ad euro 5,4 milioni. Il Consiglio di Amministrazione riunitosi lo scorso 11 febbraio 2004 ha approvato le “Linee Guida relative al triennio 2004-2006” che sono state successivamente presentate alla comunità finanziaria attraverso una serie di incontri. Il Piano prevede per il prossimo triennio una crescita cumulata del fatturato del 19% con un target di fatturato per l’esercizio 2006 di 930 milioni di euro. In tutte le business unit si opererà per ridurre i costi ed aumentare l’efficienza operativa sia delle strutture centrali che di quelle periferiche con particolare enfasi in Nuance dove proseguirà l’azione avviata nel quarto trimestre 2003 con la unificazione delle due strutture europee e la riorganizzazione dei processi di acquisto prodotti e della logistica. E’ previsto che le azioni delineate portino al raggiungimento, nel 2006, di obiettivi di redditività sulle vendite del gruppo pari al 7,7% in termini di Ebitda e del 4,0% in termini di Ebit. Per quanto riguarda gli aspetti di natura finanziaria, l’Indebitamento Netto Consolidato è atteso in forte diminuzione permettendo un miglioramento del rapporto tra Posizione Finanziaria Netta/capitale Proprio previsto nel dicembre 2006 ad un livello non superiore a 1,0. Prevedibile evoluzione dell’attività per l’esercizio 2004 Nei primi due mesi del corrente esercizio il mercato dell’abbigliamento conferma le dinamiche poco brillanti registrate negli ultimi due anni. Tuttavia, l’andamento delle gestione registrato dal business Stefanel risulta sostanzialmente in linea con le previsioni formulate e si può, quindi, confermare l’aspettativa di un miglioramento delle performance già dal corrente esercizio. La business unit Hallhuber mostra di risentire delle perduranti difficoltà evidenziate dal mercato tedesco certamente non aiutata dalle pessime condizioni climatiche che hanno caratterizzato i primi due mesi dell’anno anche se conferma la tendenza al miglioramento della marginalità. Interfashion conferma il proprio trend positivo. Il mercato dell’airport retailing mostra segnali di miglioramento nei flussi di passeggeri anche se in alcune aree si registra una minore propensione al consumo. In forza di quanto sopra indicato, si conferma l’attesa per un risultato consolidato per l’esercizio 2004 in miglioramento rispetto a quello ottenuto nel 2003. La posizione finanziaria netta è prevista in miglioramento. Il Consiglio di Amministrazione ha convocato l’Assemblea ordinaria degli Azionisti in prima convocazione per il giorno 23 aprile 2004 alle ore 11.00, presso la sede di Ponte di Piave, e in eventuale seconda convocazione per il giorno 24 aprile 2004, stessi luogo e ora, per l’approvazione del Bilancio al 31.12.2003. All’assemblea sarà proposta la copertura della perdita dell’esercizio di euro 8.302.445 mediante l’utilizzo della riserva “utili a nuovo” e l’assegnazione di un dividendo lordo di euro 0,03 sia alle azioni ordinarie che alle azioni di risparmio in circolazione alla data di stacco della cedola, mediante prelievo dalla riserva “utili a nuovo”, già assoggettata ad imposte, che in base al calendario borsistico avverrà a far data dal 13 maggio 2004, contro stacco cedola il 10 maggio 2004. L’assemblea sarà chiamata, inoltre, a deliberare in merito al conferimento dei nuovi incarichi al Collegio Sindacale e alla Società di Revisione e la nomina di un amministratore a seguito della scadenza del mandato del Consigliere cooptato dal Consiglio di Amministrazione del 15.12.2003. E’ stata convocata inoltre l’Assemblea speciale degli azionisti di risparmio presso la sede sociale in prima convocazione per il giorno 21 aprile 2004 alle ore 9.30 e, occorrendo, in seconda e terza convocazione rispettivamente per i giorni 22 aprile 2004 e 23 aprile 2004, stessi luogo ed ora, per la nomina del rappresentante comune degli azioni di risparmio. Il Consiglio di Amministrazione ha, infine, confermato il permanere dei requisiti di indipendenza dei consiglieri Enrico Cervellera, Candido Fois, Guglielmo Garlato e Pierfrancesco Saviotti. Il Presidente del Gruppo Giuseppe Stefanel, ha così commentato “Nel triennio 2000-2003 il gruppo si è dovuto misurare con un contesto economico e geo-politico difficile e complesso in cui shock esterni come eventi terroristici, Sars e guerre si sono sovrapposti ad una situazione di deciso rallentamento della propensione al consumo amplificandone gli effetti. Nonostante questo, abbiamo avuto il coraggio, e sono convinto, la lungimiranza di portare avanti con coerenza le nostre strategie e diversificare il nostro portafoglio di business creando i presupposti per i successi futuri. L’esercizio 2003 rappresenta la chiusura di questo ciclo. Nel triennio 2004-2006 ci aspettiamo di consolidare il cambiamento effettuato e ottenere quei risultati che i business in cui operiamo sono in grado di dare. Da qualche mese sono ritornato ad occuparmi in prima persona del business Stefanel e sono fiducioso che la mia assoluta risolutezza nell’attività di rilancio di questo brand e la passione e l’entusiasmo che vedo nel team dei miei collaboratori faranno presto emergere i risultati attesi.” |
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PREMIO “BRIANZA PRODUTTIVA”? SÌ, PERCHÉ QUI C’È UNA REALTÀ DI IMPRESE E IMPRENDITORI LONGEVI |
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Milano, 15 marzo 2004 - Imprese e imprenditori brianzoli tenaci e longevi. A dicembre 2003 sono 678 gli imprenditori ultrasettantenni ancora in attività in Brianza. Monza da sola ne conta 137, incidendo oltre il 20% sul totale brianzolo. Presenti ancora in quasi tutti i settori e soprattutto nel commercio in genere (42,3%) e nelle attività manifatturiere (21,2%). E’ quanto emerge dai dati del Registro Imprese della Camera di Commercio di Milano. Dati anch’essi pronti a testimoniare il valore produttivo della Brianza. Oggi rappresentato nella Consulta Brianza, nata dall’iniziativa della Camera di commercio e delle associazioni di categoria locali, quale punto di riferimento per le attività commerciali e istituzionali che in essa operano. Tra le iniziative del programma del 2004 che non resta estraneo alle tematiche produttive del territorio, dalle imprese ai servizi all’artigianato e ai servizi, la Camera di commercio ha proposto, tramite il presidente della Consulta Carlo Edoardo Valli, l'istituzione di un premio, sulla scia dell’importante premio annuale dell’ente milanese “Milano produttiva”, questa volta chiamato “Brianza Produttiva” e rivolto alle imprese locali. Un riconoscimento che si rivolgerà a imprese e dipendenti distintisi per impegno, diligenza e correttezza professionale, oltre che a enti pubblici/privati e personalità che hanno dato un contributo significativo allo sviluppo economico sociale della Brianza. Alcuni casi di imprenditori ultrasettantenni ancora in attività in brianza. Ad Albiate Proserpio Elena (86 anni) ancora attiva nella gestione del suo bar avviato nel 1956, oggi coadiuvata dalla nuora. Tre imprenditrici ottantatreenni: Pezza Maria (classe 1920, quest'anno va per gli 84!), nel '66 aprì da sola un bar nel centro di Varedo e tuttora presenzia e serve in negozio assieme alla figlia; Arienti Polesel Maria (83 anni ad aprile), autodidatta dopo le elementari conduce a Desio fin dagli anni '50 la sua boutique con la figlia. Negli anni '55/60 la signora Maria ha vestito alcuni giocatori del Milan conoscenti del marito che a sua volta era un giocatore di serie A (prima nel Bari, poi nel Venezia); negli anni '70 un noto personaggio dello spettacolo ha presentato per il negozio alcune sfilate ed anche un famoso cantante, pare si sia servito nella sua boutique. Particolare l'arredamento d'epoca con tessuti rossi alle pareti…. ; Domina Concetta nel '65 "apre bottega" a Monza: una drogheria che ancora oggi lei gestisce quotidianamente. La figlia l'aiuta. Nella gelateria di Lissone di Magro Leandro (82 anni) è lui stesso ad occuparsi ancora dell'amministrazione del negozio e dà una mano ai figli che oggi portando avanti l'attività raccontano della necessità della figura del signor Leandro in negozio, sia perché conosciuto ma soprattutto per la notevole esperienza del mestiere. “Le imprese brianzole - ha commentato Carlo Edoardo Valli Presidente della Consulta Brianza della Camera di Commercio di Milano – è risaputo che fan bene la loro parte nel contesto dell’economia lombarda. E le imprese più antiche sono qualcosa di più: pezzi vivi della nostra storia, punti di riferimento “geografici” e soprattutto dei baluardi di’identità. Il ruolo della Brianza come di Monza è testimoniato anche dall’impegno costante dell’imprenditore: molti, anche anziani, ancora oggi sono attivi e in prima linea. E la storia delle attività brianzole e dei suoi imprenditori si intreccia in modo indissolubile con gli eventi, elevando ancor più il significato del futuro premio”Brianza Produttiva“ quale riconoscimento del valore e del contributo che queste forze danno da sempre e tutt’oggi. Imprenditori ultrasettantenni attivi a dicembre 2003: settori di attività
| Brianza (incluso Monza) | peso % del settore sul totale | solo Monza | peso % Monza/brianza | Agricoltura, caccia e silvicoltura | 101 | 14,9% | 8 | 7,9% | Estrazione di minerali | 0 | 0% | 0 | 0% | Attivita' manifatturiere | 143 | 21,1% | 19 | 13,3% | Costruzioni | 40 | 5,9% | 8 | 20% | Comm.ingr.e dett.-rip.Beni pers.E per la casa | 287 | 42,3% | 73 | 25,4% | Alberghi e ristoranti | 32 | 4,7% | 7 | 21,9% | Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. | 19 | 2,8% | 4 | 21,1% | Intermediaz.monetaria e finanziaria | 10 | 1,5% | 5 | 50% | Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca | 29 | 4,3% | 8 | 27,6% | Istruzione | 0 | 0% | 0 | 0% | Sanita' e altri servizi sociali | 0 | 0% | 0 | 0% | Altri servizi pubblici,sociali e personali | 16 | 2,4% | 4 | 25% | Imprese non classificate | 1 | 0,1% | 1 | 100% | Totale | 678 | 100% | 137 | 20,2% | Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Registro Imprese La Consulta Per La Brianza La Consulta per la Brianza, nata dall’iniziativa della Camera di commercio e delle associazioni di categoria locali, rappresenta sempre più un punto di riferimento per la nuova provincia lombarda e le attività commerciali e istituzionali che in essa operano. L'obiettivo della struttura: promuovere un network di strategie e sinergie per lo sviluppo del territorio. E garantire l'incontro e il confronto dei diversi interessi ed esperienze delle parti economico produttive, sociali, istituzionali, accademiche del territorio della Brianza. Attraverso lo studio e il monitoraggio dell'evoluzione del sistema economico. E la Brianza costituisce un tessuto produttivo vitale con importanti potenzialità di sviluppo: 53 comuni, per una superficie complessiva di 388,4 Km2, l’1,6% della Lombardia; 53.354 imprese, il 6,35% della regione e oltre 750 mila abitanti, l’8,4% dei lombardi. Quasi 250 mila addetti (di cui il 21% nelle attività manifatturiere, il 16% nelle costruzioni, il 28% nel commercio, il 32% nei servizi). Premio Brianza Produttiva. Il premio annuale Brianza produttiva, si rivolgerà a imprese e dipendenti distintisi per impegno, diligenza e correttezza professionale, oltre che a enti pubblici/privati e personalità che hanno dato un contributo significativo allo sviluppo economico sociale della Brianza. |
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AUMENTO PREZZI E TARIFFE:MA CHE CENTRA IL CAMBIO IMPERFETTO LIRA-EURO? SONO ALTRE LE CAUSE!!! |
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Roma, 15 marzo 2004 - Per l’Intesa consumatori è insopportabile continuare a vedere questo continuo “scaricabarile” da parte di uomini di governo su chi ha la responsabilità degli aumenti di prezzi e tariffe. Ma quale cambio “imperfetto” delle lire rispetto all’euro voluto da Prodi la causa che ha determinato aumento dei prezzi e delle tariffe!!!!! E’ da un lato l’irresponsabilità del governo che ha completamente ignorato ogni controllo sul cosiddetto change-over favorendo così comportamenti anomali dell’intera filiera produttiva e commerciale e dell’altro una politica economica superficiale e pressappochista basata su condoni e cartoralizzazioni che non ha fatto nulla per modernizzare il paese al fine di abbattere le tariffe italiane tra le più elevate in Europa (elettricità, gas, benzina, cauto ecc.). Bisogna oltretutto finirla con proposte tardive che, come la banconota da un euro o peggio ancora con l’emissione di assegnini , sono solo trovate demagogiche che non servono assolutamente a nulla . L’intesa consumatori ha già più volte proposto una serie di interventi per abbattere prezzi e tariffe e ridare così fiato ai consumi e ad una inversione di tendenza a un paese oggi impoverito e destinato, in assenza di interventi, al declino. |
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IMPRESA SOCIALE: SÌ DI UNIONCAMERE ALLA NUOVA DISCIPLINA TRIPOLI: “IL NON PROFIT COLLANTE TRA CRESCITA ECONOMICA E COESIONE SOCIALE” |
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Roma,15 marzo 2004 – Un parere favorevole sul disegno di legge di delega al Governo per la disciplina dell’impresa sociale. E’ quanto espresso da Unioncamere questo pomeriggio, nel corso dell’audizione tenutasi dinanzi alla Commissione Giustizia del Senato. “Il fenomeno dell’impresa sociale – ha detto Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere - necessita di una definizione e di una disciplina organica. Le Camere di commercio, che da tempo hanno avviato una riflessione ed un impegno in questo ambito, ritengono che lo sviluppo del non profit possa contribuire in maniera determinante anche a rendere compatibile crescita economica ed esigenze di coesione sociale”. Valutando positivamente alcuni contenuti specifici del disegno di legge (tra cui l’esplicita previsione degli organi di controllo interno, fatto che, sino ad ora, pur essendo molto diffuso nella prassi, non era mai stato codificato), Tripoli ha evidenziato la novità introdotta con la previsione dell’iscrizione delle imprese sociali nel Registro delle imprese tenuto dalle Camere di commercio. “Questa norma – ha chiarito - implica una serie di opportunità: permette la conoscenza immediata ed effettiva, su tutto il territorio nazionale, delle imprese che operano in Italia; introduce trasparenza, garanzia e affidabilità delle informazioni per il mondo economico e degli affari.” |
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DALLE MISSIONI DI PACE ALLA VITA D’IMPRESA SIGLATA LA CONVENZIONE MINISTERO DELLA DIFESA-UNIONCAMERE PER AGEVOLARE IL RIENTRO NEL MONDO DEL LAVORO DEI VOLONTARI DELLE FORZE ARMATE |
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Roma, 15 marzo 2004 – Dal 2005, quando entrerà in vigore la riforma della leva militare e le nostre Forze Armate saranno composte unicamente da professionisti, saranno alcune migliaia i giovani che, dopo uno o quattro anni di servizio come volontari, lasceranno la divisa. Molti troveranno occupazione nella Pubblica Amministrazione o negli altri Corpi Armati dello Stato, altri dovranno cercare un lavoro nel settore privato. Per loro il Ministero della Difesa sta cercando le soluzioni più idonee e soddisfacenti per un rapido rientro nella vita civile, che consenta di valorizzare le competenze e le professionalità acquisite nel corso del servizio militare. Con questo obiettivo, il Ministero della Difesa, nella persona del Sottosegretario Salvatore Cicu, e l’Unioncamere, rappresentato dal Presidente Carlo Sangalli, siglano oggi una apposita Convenzione. Finalità dell’intesa è dotare il Ministero della Difesa di un accesso tempestivo e mirato alle informazioni contenute nel Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, nel quale vengono raccolte ed analizzate le previsioni di assunzione e le figure professionali richieste dalle imprese italiane. La conoscenza di queste informazioni consentirà di facilitare l’individuazione delle opportunità di lavoro offerte dalle imprese sul territorio, avviando i giovani militari destinati a lasciare la divisa ad un periodo di formazione mirata o a stage presso le aziende italiane. Ciò avverrà negli ultimi sei mesi della leva, con reciproco vantaggio da parte dei militari, che avranno modo di tarare le proprie competenze sulle necessità delle imprese, e delle imprese, le quali avranno a disposizione giovani motivati, con un bagaglio di competenze acquisite e professionalità idonee ad essere inseriti nei settori economici dell’industria, dei servizi e del commercio. Oltre a questo scambio di informazioni, Ministero della Difesa ed Unioncamere hanno allo studio ulteriori iniziative che consentiranno di agevolare il rientro nel mercato del lavoro dei volontari. Tra queste, l’inserimento dei militari nel circuito della banca dati Polaris, che raccoglie l’offerta e la domanda di stage presso le imprese. Polaris già oggi, a poco più di 6 mesi dall’avvio, ha raccolto 3.500 curriculum vitae e 300 offerte di stage, potendo contare su un bacino complessivo di 450 imprese interessate e disponibili, subito o in futuro, ad ospitare tirocini. “Dal 2005 – ha spiegato il Sottosegretario Cicu - i giovani italiani sceglieranno volontariamente di fare il militare, una professione di alto valore ma anche di grandi capacità e preparazione, che gli assicurerà una formazione di qualità da poter spendere anche nel mondo del lavoro civile. Scegliere la professione militare significa anche investire su se stessi, sulla propria crescita in un ruolo di fondamentale importanza per il Paese. Dunque strumenti come la convenzione stipulata oggi con la Unioncamere tendono ad assicurare ai giovani che lasceranno la divisa dopo un determinato periodo di tempo ulteriori sbocchi occupazionali, permettendo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro a seconda delle esigenze del territorio e delle professionalità acquisite durante il servizio prestato.” “I nostri militari, che in questi anni si sono distinti in tante missioni di pace, rappresentano un punto d’orgoglio per l’Italia ed una grande risorsa per il Paese”, ha commentato il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli. “E’ dovere di tutte le istituzioni, e tra queste le Camere di Commercio, impegnarsi con i fatti per assicurare un sereno e soddisfacente rientro nella vita civile di questi ragazzi, che hanno messo al servizio della Patria alcuni degli anni migliori della loro vita. L’accordo che oggi sigliamo, quindi, si pone l’obiettivo di valorizzare il patrimonio di esperienze e competenze di questi giovani, a vantaggio delle imprese, che sono sempre più alla ricerca di figure professionali qualificate. L’impegno del sistema camerale sotto questo profilo si pone in continuità con la funzione svolta dalle Camere di Commercio di anello di congiunzione tra mondo della formazione e sistema imprenditoriale. Tale ruolo è stato riconosciuto dalla riforma delle scuola, in base alla quale le Camere figurano tra i soggetti chiamati a collaborare nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, nonché nel decreto attuativo della riforma Biagi, che apre anche agli enti camerali l’attività di intermediazione per l’incontro domanda-offerta di lavoro”. |
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CODICE INTERNAZIONALE DI GESTIONE DELLA SICUREZZA DELLE NAVI |
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Strasburgo, 15 marzo 2004 - Il Codice internazionale di gestione della sicurezza delle navi e di gestione della prevenzione dell'inquinamento (codice internazionale di gestione della sicurezza - Ism) è stato adottato dall'Organizzazione marittima internazionale (Imo) un decennio fa per servire da modello di come le società di navigazione devono gestire e operare le loro flotte e promuovere lo sviluppo di una cultura diffusa della sicurezza e di coscienza ecologica nel settore della navigazione. Nel definire la responsabilità della società di navigazione per la sicurezza e nel garantire una maggior responsabilità legale dei loro principali dirigenti, il codice mira a far sì che la sicurezza sia considerata una priorità essenziale. Adottando la relazione di Paolo Costa (Eldr, I), la commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo approva la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'attuazione nella Comunità del codice internazionale di gestione della sicurezza. Scopo del regolamento proposto dalla Commissione in sostituzione del regolamento (Ce) n. 3051/95, è quello di rafforzare la sicurezza della gestione e dell'esercizio e la prevenzione dell'inquinamento, mantenere in parallelo le disposizioni Ism Ue esistenti applicabili ai traghetti ro-ro, a prescindere dalla bandiera battuta, impiegati in servizi di linea da e per i porti europei. |
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CONVENZIONE SUI TRASPORTI INTERNAZIONALI PER FERROVIA |
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Strasburgo, 15 marzo 2004 - Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del Regolamento del Parlamento La Commissione propone di concludere l'adesione alla Convenzione sui trasporti internazionali per ferrovia (Cotif) per consentire all'Unione europea di favorire il trasporto internazionale su rotaia partecipando allo sviluppo di norme giuridiche uniformi su scala continentale. L'adesione, inoltre, permetterà di estendere al di fuori delle frontiere comunitarie gli sforzi tesi allo sviluppo dell'interoperabilità ferroviaria. Adottando la relazione di Paolo Costa (Eldr, I), la commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo approva la conclusione dell'accordo. |
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IL 15 MARZO APERTURA BUSTE PER TRATTE ONERATE LAMPEDUSA E PANTELLERIA |
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Roma, 15 marzo 2004 - Lunedì 15 marzo, alle ore 17:30, presso la Direzione Generale dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, alla presenza dei rappresentanti delle compagnie aeree che hanno partecipato alla procedura negoziata, si riunirà la Commissione Enac – Regione Sicilia per procedere all’apertura delle buste contenenti le offerte per operare in regime di oneri di servizio pubblico sulle tratte Lampedusa-palermo, Lampedusa-catania, Pantelleria-palermo e viceversa. Il termine per la presentazione delle offerte è scaduto oggi. Hanno partecipato le seguenti compagnie aeree: Airone S.p.a e Meridiana S.p.a. I collegamenti in regime di oneri di servizio pubblico verranno attivati dal 29 marzo p.V.. L’assegnazione del servizio attraverso una procedura negoziata fa seguito a due bandi di gara a livello europeo che non avevano portato esito positivo per l’affidamento dei collegamenti. |
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INTERRUZIONE DI DECOLLO DI UN EXECUTIVE ALL’AEROPORTO DI FIRENZE |
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Roma, 15 marzo 2004 - L’ente Nazionale per l'Aviazione Civile rende noto che oggi, alle ore 13.02, presso l’aeroporto di Firenze Peretola, si è verificata un’interruzione in fase di decollo di un velivolo executive di immatricolazione tedesca diretto a Catania. Il velivolo, per cause da accertare, ha interrotto il decollo. Durante la frenata ha attraversato tutti gli spazi di arresto che sono presenti in pista ed oltre la pista stessa. I passeggeri e l’equipaggio sono scesi incolumi, ad eccezione di un passeggero che ha richiesto assistenza sanitaria. Sono immediatamente scattate le procedure previste in tali casi. Per le necessarie verifiche tecniche e per permettere la rimozione del velivolo, l’aeroporto è momentaneamente chiuso. Sono di seguito riportati gli elementi tecnici relativi all’evento: Bollettino meteorologico: visibilità superiore a 10 km, calma di vento. Velivolo Cessna 525, marche D-immm, di proprietà della società Wdl Aviation. Pista 23, direzione sud. A bordo 5 passeggeri con 1 pilota e 2 membri di equipaggio di nazionalità tedesca. |
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ALITALIA: CONSEGNATO IL PRIMO EMBRAER 170 |
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Roma, 15 marzo 2004 - In un'atmosfera emozionante e suggestiva presso l'hangar di São José, l’11 marzo Alitalia ha preso in consegna il suo primo Embraer 170. Estrema flessibilità, alta tecnologia, bassi consumi e comfort elevato sono le principali caratteristiche dell'ultima generazione di aeromobile prodotto dall'azienda brasiliana, che rappresenta la nuova ammiraglia di Alitalia Express. «Il progetto dell'Embraer 170 è nato nel 1998 grazie anche agli amici di Alitalia, che è stata la prima compagnia a sostenerci e incoraggiarci nell'iniziativa» ha riconosciuto durante la cerimonia Frederico Fleury Curado, Executive Vice President Civil Aircraft di Embraer. La cerimonia di consegna è stata anche l'occasione per l'Amministratore Delegato di Alitalia Express, Massimo Chieli di esprimere in portoghese il suo personale ringraziamento ai colleghi di Embraer per l'intensa collaborazione avviata tra le due aziende. Alitalia Express ha già in flotta quattordici Embraer 145 e, entro metà 2004, disporrà di tutti e sei i nuovi Embraer 170 ordinati. «Siamo felici di abbinare il nome di Alitalia Express a Embraer - ha commentato Chieli. - In pochi anni abbiamo preso in flotta ben venti aeromobili brasiliani un dato che sottolinea il periodo di grande espansione che stiamo attraversando come vettore regionale». La compagnia regional di Alitalia ha inoltre opzionato altri sei velivoli. Chieli si congeda così da Alitalia Express, essendo stato recentemente nominato dal nuovo Amministratore Delegato, Marco Zanichelli, Direttore Centrale Risorse Umane del Gruppo Alitalia. Il nuovo aeromobile, che ha una capienza di 72 posti disposti in due classi (business e economy), è stato battezzato con il nome di "Via Appia". I sei Erj 170 porteranno, infatti, in giro per il mondo il nome delle vie consolari (Via Cassia, Via Aurelia, Via Emilia, Via Flaminia e Via Salaria). Il volo inaugurale del primo Embraer 170 è il Roma - Brindisi programmato per il prossimo 26 aprile. |
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FINANZIAMENTO DEL 6PQ PER UN NUOVO IMPULSO ALL'ASTRONOMIA EUROPEA |
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Bruxelles, 15 marzo 2004 - Radionet, il nuovo progetto europeo di astronomia finanziato nell'ambito del sesto programma quadro (6Pq), creerà contatti e migliorerà lo scambio d'informazioni tra gli astronomi europei. Con questo progetto integrato, che ha ottenuto un finanziamento comunitario di 12 milioni di euro su cinque anni, 20 tra i principali centri di radioastronomia in Europa lavoreranno assieme per sviluppare la collaborazione esistente e migliorare significativamente qualità e quantità dei risultati scientifici oggi ottenuti dagli astronomi europei. 'Radionet rappresenta per la radioastronomia un concetto totalmente nuovo, che permetterà a un ampio gruppo di istituti di collaborare in ricerche coordinate e in attività correlate', ha spiegato il professor Philip Diamond dell'università di Manchester 'Gli astronomi si renderanno rapidamente conto dei suoi vantaggi in termini di un più ampio accesso a telescopi con i quali possono non avere familiarità, di apporti per migliorare la strumentazione dei telescopi, e di un più coerente approccio alle future sfide'. Gli obiettivi di Radionet sono creare una rete radioastronomica integrata che permetta agli scienziati europei di accedere a strutture di livello mondiale e mettere a punto un piano di ricerca e sviluppo che sostenga e sviluppi le suddette strutture; sviluppare una serie di reti che assicuri una stretta collaborazione in ingegneria, software, supporto agli utilizzatori e scienza; formare la prossima generazione di utilizzatori, sia astronomi che ingegneri. Per informazioni sul programma Radionet: http://www.Radionet-eu.org O contattare: Professor Philip Diamond - Radionet Coordinator. Jodrell Bank Observatory. University of Manchester. Tel.: +44 1477 572625 E-mail: pdiamond@jb.Man.ac.uk |
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CNR FA LUCE… SUI BUCHI NERI I RICERCATORI DELL’IRA, ISTITUTO DI RADIOASTRONOMIA DEL CNR DI BOLOGNA, GRAZIE ALLA SCOPERTA DI QUASAR MOLTO LUMINOSE E LONTANE, METTONO IN CRISI LE ATTUALI IPOTESI SULLA FORMAZIONE DEI BUCHI NERI SUPERMASSICCI |
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Bologna, 15 marzo 2004 - I buchi neri giganti del nostro universo si sono formati prima di quanto si pensasse. E’ questo il risultato degli studi condotti da Mario Vigotti, dell’Ira, Istituto di radioastronomia del Cnr di Bologna, con la collaborazione di un gruppo di ricercatori europei. “I buchi neri normali”, spiega lo scienziato del Cnr, “si trovano nei nuclei di gran parte delle galassie del nostro universo, compresa la nostra. Ma per cercare i più massicci si devono studiare le loro manifestazioni più eclatanti: le quasar (sorgenti radio che in ottico sembrano stelle). E tra queste, le più luminose”. Le quasar si sono formate in massa due miliardi di anni dopo il Big Bang, quindi più di dieci miliardi di anni fa (l'universo, infatti ha circa 13 miliardi di anni). I dati dimostrano che prima di questo momento di grande sviluppo, questi oggetti, e soprattutto i più luminosi erano molto meno numerosi. E questo è in armonia con i tempi richiesti per la formazione dei buchi neri che alimentano le quasar: non possiamo vederne molte troppo presto, perché i buchi neri devono avere il tempo di formarsi, dopo la nascita dell'universo. “I nostri studi, invece”, dice Vigotti, “partendo da un campione “completo” di quasar molto luminose in ottico, mostra che queste dopo solo 1 miliardo di anni dal Big Bang (meno del 10% dell'età dell'universo) sono tante quante quelle che si osservano al momento del massimo sviluppo. E non dieci volte meno, come sembrava. E per di più non accennano a diminuire. Dalla luminosità delle nuove quasar scoperte (quasi 100 volte più luminose della nostra Via Lattea)” conclude il responsabile dello studio pubblicato sulla rivista americana Astrophysical journal, “si ricava la massa del buco nero centrale. Si ottengono buchi neri di grossa portata, tra i più massicci dell'universo: mostri giganti che si pensava avessero bisogno di molto tempo per formarsi. E che al contrario si osservano molto presto”. La domanda a cui ora i modelli cosmologici devono dare una risposta è come fanno i buchi neri supermassicci a formarsi così presto e a essere già così tanti dopo poco tempo dal Big Bang. Per informazioni: Mario Vigotti, Istituto di radioastronomia, Bologna, tel. 051/6399378, cell. 328/7554528, vigotti@ira.Cnr.it |
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NUOVI STUDI INDICANO LA POSSIBILITÀ DI RIDURRE ULTERIORMENTE LE EMISSIONI DI CO2 |
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Bruxelles, 15 marzo 2004 - Il 10 marzo è entrata in vigore la decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che rende giuridicamente vincolanti in tutti gli Stati membri dell'Ue gli obiettivi e le restrizioni del protocollo di Kyoto del 1997. Ai sensi dell'accordo internazionale, l'Ue si è impegnata a ridurre l'emissione di gas a effetto serra dell'8% rispetto ai valori del 1990 nel primo 'periodo di impegno' (tra il 2008 e il 2012). Il biossido di carbonio (Co2) è il più comune tra i gas a effetto serra dovuti alle attività umane e responsabili del riscaldamento globale. Margot Wallström, Commissario europeo per l'ambiente, ha accolto con favore la decisione, affermando: 'Adesso abbiamo adottato tutta la legislazione comunitaria necessaria per rispettare gli impegni assunti con il protocollo di Kyoto. Come blocco compatto di ben presto 25 paesi, l'Unione europea ha la specifica responsabilità di assumere la leadership mondiale e spianare la strada agli altri paesi che seguiranno'. Il 4 marzo, nuovi dati resi pubblici da Ecofys, uno dei principali istituti di ricerca europei sull'efficienza energetica, hanno però indicato altre misure che potrebbero migliorare significativamente l'impatto della legislazione comunitaria approvata per ridurre le emissioni di Co2. La direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici, entrata in vigore nel dicembre 2002, prevede miglioramenti nell'isolamento, nei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e nei sistemi di generazione dell'energia, considerati mezzi per ridurre l'emissione di gas a effetto serra. L'uso di energia negli edifici e nel settore edilizio rappresenta oltre il 40% delle emissioni di Co2 in Europa, cioè più di tutte le varie forme di trasporto messe insieme. Nella sua versione attuale la direttiva prevede che tutti gli edifici di nuova costruzione e quelli già esistenti di oltre 1.000 mq sottoposti a ristrutturazioni importanti debbano rispettare severi requisiti di efficienza energetica. Secondo la relazione Ecofys, già nella sua forma attuale la direttiva 'avrà un impatto significativo sulle emissioni di Co2 del parco immobiliare europeo'. Ecofys stima che le emissioni di Co2 degli edifici negli attuali 15 Stati membri diminuiranno di 34 megatonnellate (Mt) all'anno entro il 2010 grazie alla direttiva. La relazione suggerisce tuttavia che se questa venisse modificata per includere tutti gli edifici rinnovati e le singole abitazioni private le emissioni di Co2 potrebbero essere ridotte nello stesso periodo di oltre il doppio. La ragione è che, con il 77% del totale, il settore residenziale costituisce la principale causa di emissioni di Co2 nell'edilizia. E le abitazioni private isolate, che raramente superano i 1.000 mq, vi contribuiscono con oltre il 60%. Ecofys conclude quindi che, 'poiché è prevedibile una notevole pressione sul settore edilizio affinché contribuisca agli obiettivi dell'Ue sul clima al di là di quanto potrà essere ottenuto applicando l'attuale direttiva [...], i legislatori a livello europeo e nazionale sono [...] invitati a intraprendere rapidamente azioni per sfruttare la sensibile riduzione potenziale delle emissioni offerta dal parco immobiliare europeo', in particolare includendo nella direttiva tutti gli edifici ristrutturati. La relazione Ecofys è stata preparata su richiesta di Eurima (European Insulation Manufacturers Association) e di Euroace (European Alliance of Companies for Energy Efficiency in Buildings). Infolink: http://www.Ecofys.com/com.htm |
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AMBIENTE INQUINAMENTO ATMOSFERICO: DEFINIRE I LIMITI |
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Strasburgo, 15 marzo 2004 - Sono necessari dei valori limite e non solo delle norme in materia di sorveglianza per contenere la presenza di cadmio, nickel e idrocarburi aromatici nell'aria ambiente. E' quanto chiede la relazione di Hans Kronberger (Ni, A) adottata con due soli voti di scarto dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori (26 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni). La relazione, esaminata in prima lettura, mira a rafforzare una proposta di direttiva imponendo agli Stati membri delle date e dei valori limiti chiari per ridurre tutta una serie di inquinanti atmosferici. La proposta di direttiva, che fa parte di un pacchetto di misure antinquinamento, così come proposta dalla Commissione, secondo il relatore ignora gli standard da raggiungere in materia di qualità dell'aria, come fissati dalla direttiva quadro. I valori limite proposti dalla relazione si fondano sulle raccomandazioni emesse dai gruppi di lavoro di esperti. In linea di principio, essi dovrebbero essere raggiunti nel 2010, anche se agli Stati membri rimane la possibilità di ritardare tale termine a certe condizioni. I deputati erano piuttosto divisi sulla questione di sapere se la definizione di valori limite fosse la migliore maniera di lottare contro gli inquinanti. La minoranza che ha votato contro l'istituzione di tali valori avrebbe preferito aspettare i risultati di una valutazione dell'incidenza degli emendamenti proposti dal relatore che era stata chiesta in applicazione dell'accordo interistituzionale «legiferare meglio». |
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INCENTIVI ALLE AZIENDE CHE PROMUOVONO IL CAR-POOLING 1,1 MILIONI PER LA RIDUZIONE DEL TRAFFICO CASA-LAVORO E MERCI CONTRO LO SMOG |
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Milano, 15 marzo 2005 - Contributi /B> alle aziende che promuoveranno interventi di "mobilità sostenibile" (di persone ma anche di merci), cioè quegli interventi che consentono di ridurre il traffico e, quindi, le sue ripercussioni negative, dovute a code e intasamenti, sull'ambiente. E' quanto prevede il bando, pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia (Burl) del 1° marzo 2004, a favore di quelle imprese che organizzeranno. Ad esempio, piani di spostamento "casa-lavoro", servizi di car pooling e car sharing, gestione di flotte aziendali e trasporto merci, ecc. Il bando è in attuazione di un protocollo d'intesa stipulato dall'assessore alla Qualità dell'Ambiente, Franco Nicoli Cristiani, e dall'allora presidente di Unioncamere Lombardia, Vico Valassi. I contributi sono destinati a interventi da effettuarsi nelle "zone critiche" (Milano-como-sempione, Bergamo e Brescia) e negli agglomerati a maggior rischio di inquinamento atmosferico da polveri sottili (Pm10). L'importo massimo del contributo che potrà essere assegnato per ciascun intervento è di 100.000 euro. |
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INQUINANTI GASSOSI DEI VEICOLI PESANTI |
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Strsburgo, 15 marzo 2004 - Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento La proposta intende disciplinare una questione lasciata aperta dalla direttiva 1999/96/Ce relativa alle emissioni di inquinanti gassosi da parte di veicoli pesanti. La Commissione avrebbe dovuto presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una proposta per colmare la lacuna esistente entro la fine del 2000. La proposta della Commissione prevede che tutti i nuovi tipi di veicoli vengano dotati di un sistema diagnostico di bordo (Obd) o di un sistema di misurazione di bordo (Obm) per il controllo delle emissioni gassose in condizioni di esercizio. Inoltre, i certificati di omologazione rilasciati ai nuovi tipi di veicoli e motori devono confermare anche la funzionalità dei dispositivi antinquinamento per tutta la normale durata di vita del veicolo o del motore. Il relatore, Bernd Lange (Pse, D), deplora il ritardo accumulatosi e nota come l'unica possibilità di concludere la procedura legislativa in tempo utile per poter attuare, nei termini stabiliti, le disposizioni per Euro Iv, consiste ora in un accordo in prima lettura. La relazione, peraltro, disapprova il fatto che numerosi aspetti relativi alle emissioni siano lasciati al comitato di regolamentazione e propone una serie di miglioramenti tecnici che il Consiglio ha già indicato di poter accogliere. |
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IL BILANCIO DELL'ATTIVITÀ 2003 DELLE GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE: OLTRE 7MILA E 300 VIOLAZIONI CONTESTATE E ACCERTATE, 120 INTERVENTI DIDATTICI NELLE SCUOLE, PER UN TOTALE DI 56MILA ORE DI SERVIZIO |
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Milano, 15 marzo 2004 - Si è svolta il 13 marzo in Sala Alessi, a Palazzo Marino, l’Assemblea annuale delle Guardie Ecologiche Volontarie, coordinate dal Settore Parchi e Giardini comunale, allo scopo di stilare un bilancio e un’analisi delle attività svolte dalle Gev in risposta alle istanze della città. Lo ha comunicato il Vice Sindaco e assessore ai Parchi e Giardini Riccardo De Corato che è intervenuto all’assemblea, commentando i dati delle attività delle Gev nel 2003 e il programma per il 2004. Erano presenti, tra gli altri, Emiliano Bezzon, direttore del Settore operativo della Polizia Municipale e Franco Pedrini, responsabile del Servizio Gev. “Oltre 7 mila e 300 violazioni contestate e accertate, nel 2003, 946 rapporti di servizio stilati, e 2 mila e 50 ordini di servizio per un totale di 56 mila e 690 ore di servizio effettuate da guardie ecologiche volontarie che hanno l’obbligo di fornire 14 ore di servizio al mese come minimo. Sono dati che si commentano da soli – ha dichiarato il Vice Sindaco. Che ha ricordato anche come la Gev sia “una figura di pubblico ufficiale che coniuga mirabilmente il ruolo di controllore del territorio a quello di educatore ambientale. Una figura di volontario – ha aggiunto polemicamente - troppo spesso, a torto, dimenticata dalla stampa. Non a caso quest’anno ho voluto che l’incontro si svolgesse all’interno di Palazzo Marino, in Sala Alessi, e sarà così anche nei prossimi anni. Un modo anche simbolico, per dare visibilità al vostro prezioso operato, spesso nascosto e dimenticato. E per ringraziarvi a nome della città”. “Un lavoro, quello delle Gev, non facile, - ha aggiunto il Vice Sindaco - in una città come Milano, dove è aumentata anche la superficie delle aree verdi. Se, nel ’97, si contavano 11 milioni di metri quadrati, oggi siamo a quota 18 milioni e mezzo, con l’intento di giungere a 20 milioni, entro la fine del mandato. E’ il risultato della politica del verde adottata da questa Giunta che ha una ricaduta anche sul lavoro di controllo del territorio delle Gev”. De Corato ha quindi lodato “l’impegno delle Gev nel controllo del rispetto del Regolamento del Verde da parte dei cittadini, ma anche, del Regolamento del Decoro Urbano che norma, tra l’altro, il comportamento dei proprietari di cani. Il Vice Sindaco, infatti, ha ricordato che “le Gev sono al fianco della squadra di agenti in borgese per il controllo del rispetto del regolamento da parte dei proprietari di cani”, e altresì “il proseguio dell’attività di mappatura delle zone a rischio della città, in collaborazione con i Vigili di quartiere, esempi emblematici dell’impiego di unità appartenenti a sezioni diverse, unite nell’impegno comune”. Il Vice Sindaco, nel suo intervento, richiamandosi al principio di sussidiarietà, ha chiesto alle Gev di “verificare anche l’operato delle imprese dell’appalto a performance incaricate per la manutenzione del verde. Una gestione innovativa, che offre risultati migliori rispetto agli anni precedenti, ma in cui le Gev possono dare il loro contributo di vigilanza, a fianco dei controller comunali”. Le Guardie Ecologiche Volontarie. Le Guardie Ecologiche Volontarie, coordinate dal 1995 dal Settore Parchi e Giardini del Comune di Milano, sono costituite da cittadini volontari impegnati nella tutela e salvaguardia del territorio. Si tratta di pubblici ufficiali dotati di reali poteri di vigilanza ambientale (ex lege regionale 105/80) con anche funzioni di educatori e persuasori. Organizzate in 9 gruppi con competenze nelle varie zone di decentramento territoriale, le G.e.v. Svolgono attività di supporto in materia di vigilanza ambientale, con azioni di controllo e di repressione, di sensibilizzazione, specialmente rivolta ai ragazzi con attività divulgativa presso le scuole, e servizio di informazione sull’applicazione dei regolamenti d’uso del verde e del decoro. Le unità. Le Gev in organico sono: 226 in attività, 14 dimissionate, 6 in attesa del decreto della Prefettura. Le ore di servizio. Nel 2003 le ore di servizio svolte dalle Gev, che hanno l’obbligo di un minimo di 14 ore di servizio al mese, sono state in totale 56.690. E 2.050 gli ordini di servizio emessi. Bilancio dell’attività 2003. Sul fronte dell’attività di vigilanza e controllo del territorio svolta dalle Gev nel 2003 si rileva che sono stati stilati: · 5.871 accertamenti di infrazione · 1.451 verbali di contestazione · 946 rapporti di servizio Pertanto le violazioni contestate e accertate dai volontari in servizio sono state in totale 7.322. Gli accertamenti di infrazione (senza possibilità di risalire al responsabile) e i verbali di contestazione (che, invece, hanno individuato il soggetto responsabile) hanno riguardato ad esempio: · la mancata raccolta delle deiezioni canine da parte dei proprietari di cani; · l’assenza di attrezzature per la raccolta; · l’accesso o la circolazione di veicoli in aree verdi pubbliche vietate; · il danneggiamento di prati, alberi; · la distribuzione in massa di volantini; · l’abbandono o il deposito di rifiuti pericolosi, o non, ingombranti; · l’imbrattamento di muri e manufatti pubblici, di segnaletica; · l’affissione di manifesti abusivi. I rapporti di servizio riguardano perlopiù: abbandono di rifiuti, discarica abusiva, inconvenienti sul verde quali, ad esempio, fontane ostruite, giochi per bambini rotti. Inoltre, segnaletica mancante o abbattuta, abbandono di veicoli. Sul fronte dell’attività di educazione ambientale svolta dalle Gev nel 2003 si segnala a mero titolo esemplificativo: · la conduzione di 63 visite guidate rivolte alle scuole medie, pubbliche e private; · 127 interventi didattici su aria, acqua, rifiuti e verde nelle scuole materne, elementari e medie; · molteplici percorsi botanici nelle scuole. Bilancio comparativo. Rispetto agli anni 2001-2002- 2003, l’anno scorso risulta il più impegnativo per numero di Gev impegnate, ore di servizio effettuate, contesti, accertamenti e rapporti di servizio stilati.
| 2001 | 2002 | 2003 | Gev in attività | 182 | 191 | 236 | Gev in sospensione | 12 | 22 | 23 | Gev dimissionate | 18 | 28 | 14 | | | | | Ore di servizio | 41151 | 31574 | 56690 | Ordini di servizio emessi | 1692 | 1374 | 2050 | Accertamenti d’infrazione | 5156 | 4147 | 5871 | Verbali di contestazione | 827 | 802 | 1451 | Rapporti di servizio | 867 | 862 | 946 | Equipaggiamento. Nel 2003 il Comune ha provveduto all’acquisto della divisa estiva delle Gev, di notebook e proiettori per pc da utilizzare negli incontri di educazione ambientale, per una spesa complessiva di oltre 50 mila euro. E di dotazione antifortunistica per le 9 sedi e i veicoli di servizi; ogni sede è dotata di un’autovettura e di biciclette. “Se le Gev sono naturalmente dotate di competenza, volontà, e spirito di sacrificio, è altrettanto vero che devono essere poste nelle condizioni per operare al meglio” – ha infatti dichiarato il Vice Sindaco nel suo intervento, commentando gli acquisti del 2003. Iniziative e attività per il 2004. Tra le novità del programma per il primo semestre 2004, oltre alle consuete attività tipiche delle Gev di controllo del territorio e del rispetto delle regolamento del verde, si segnalano sul fronte dell’educazione ambientale: · nuovi percorsi botanici nei giardini di Villa Comunale e al Parco Sempione; · visita ai Giardini Montanelli per le scuole medie, nell’ambito dell’iniziativa “Incontro con l’albero”; · verifica della presenza dell’infestante e allergenica ambrosia artemsiifolia; · proseguimento, in collaborazione con i Vigili di Quartiere, della mappatura delle zone a rischio della città. Il corso di formazione, un appuntamento fisso. A partire da quest’anno diventerà un appuntamento fisso il corso di formazione, aperto a 30 candidati, che desiderino diventare guardia ecologica volontaria. Il corso, che finora veniva svolto senza una periodicità predefinita, si svolgerà sempre con avvio nel mese di settembre. La durata è di 4 mesi, per 30 lezioni di 3 ore ciascuna. Tra le materie di insegnamento: nozioni di diritto amministrativo e penale, norme di tutela ambientale, botanica, tutela del paesaggio. Il corso è gratuito. Le Guardie Ecologiche Volontarie Le Guardie Ecologiche Volontarie. Le Guardie Ecologiche Volontarie, coordinate dal 1995 dal Settore Parchi e Giardini del Comune di Milano, sono costituite da cittadini volontari impegnati nella tutela e salvaguardia del territorio. Attività e finalità. Organizzate in 9 gruppi con competenze nelle nove zone di decentramento territoriale, le G.e.v., in qualità di pubblici ufficiali svolgono attività di supporto in materia di vigilanza ambientale, con azioni di controllo, prevenzione e repressione degli illeciti. A titolo esemplificativo: controllo delle discariche abusive, verifica della corretta applicazione dei regolamenti d’uso del verde e del decoro, come le recenti norme per i proprietari di cani. Svolgono anche opera di educazione ambientale nelle scuole su temi quali raccolta differenziata, patrimonio naturale nei Parchi cittadini, fauna ecc. Vengono organizzate delle visite guidate nei parchi milanesi per i bambini con il fine del riconoscimento degli alberi, etichettatura e piantumazioni simboliche di piantine ad opera degli stessi bambini. Da settembre 2004 si svolgerà, sistematicamente ogni anno, il corso di formazione per 30 nuove Guardie Ecologiche Volontarie. Le G.e.v. Devono garantire un minimo di 14 ore di servizio al mese. Logistica. Esistono nove sedi – una per ogni zona di decentramento sul territorio – dotate di arredi, personal computer e stampante, materiale da lavoro per la manutenzione dei locali e gli interventi urgenti sul territorio. Ogni sede, inoltre, ha in dotazione un’autovettura, biciclette tradizionali e biciclette elettriche. Formazione. Per diventare guardia ecologica volontaria, è necessario frequentare un corso gratuito con obbligo di frequenza che ha una durata complessiva di 4 mesi, per 30 lezioni di tre ore ciascuna, e viene organizzato generalmente una volta l’anno. La didattica del corso comprende, fra gli argomenti, il regolamento comunale d’uso del verde, la gestione dei rifiuti e la tutela di igiene e decoro urbano. Agli allievi sono inoltre fornite nozioni di diritto amministrativo e penale, norme di tutela ambientale, aspetti naturalistici ed ecologici, elementi di botanica, tutela del paesaggio, psicologia delle relazioni interpersonali, educazione ed etica ambientale, protezione civile. Idoneità al servizio. I candidati che, al termine del corso di formazione, conseguiranno l’idoneità, verranno riconosciuti pubblici ufficiali e svolgeranno un periodo di tirocinio di almeno 30 ore affiancati da agenti della Polizia Municipale e da volontari già abilitati al servizio. Informazioni. I cittadini interessati al servizio delle Guardie Ecologiche Volontarie possono rivolgersi per informazioni al Servizio Vigilanza Ecologica, con sede in Via Silvio Pellico 8, ai numeri telefonici: 02 88464456 - 4457. Sito web: www.Comune.milano.it/parchiegiardini |
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