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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 06 Settembre 2004 |
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LA COMMISSIONE CHIEDE PIÙ COORDINAMENTO FRA LE POLITICHE ECONOMICHE E DI BILANCIO |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - In una comunicazione adottata oggi, la Commissione europea sollecita un migliore coordinamento degli strumenti di governance economica dell'Ue affinché aumenti il contributo della politica di bilancio alla crescita economica. Secondo la Commissione, anche il patto di stabilità e di crescita trarrà beneficio da una maggiore attenzione alla sostenibilità delle finanze pubbliche e dal riconoscimento della diversità delle situazioni economiche in un’Unione allargata di 25 membri. Il presidente della Commissione Romano Prodi ha dichiarato: “È mio intimo convincimento che queste proposte renderanno il patto più forte e credibile. Sono felice di constatare che i lavori di questa Commissione hanno dato frutti in un programma di proposte che contribuirà a promuovere la crescita in Europa”. Il commissario per gli affari economici e monetari Joaquín Almunia ha aggiunto: “La Commissione intende condurre questo dibattito in modo aperto e trasparente, in stretta collaborazione con gli Stati membri. Le proposte introducono una logica più economica nell’attuazione del patto di stabilità e di crescita rafforzando insieme la sorveglianza e l’applicazione. L’obiettivo è assecondare la stabilità macroeconomica e garantire finanze pubbliche sostenibili, contribuendo a migliorare il potenziale di crescita dell'Ue e a attuare la strategia di Lisbona”. La comunicazione è una risposta al Consiglio europeo di giugno che chiedeva alla Commissione proposte intese a rafforzare e chiarire l’attuazione del Psc, e si ispira alle idee formulate nella comunicazione Le finanze pubbliche nell'Uem - 2004 del 24 giugno 2004. La Commissione ritiene che il coordinamento delle politiche economiche andrebbe rafforzato con un’applicazione più diffusa degli indirizzi di massima per le politiche economiche. E che si potrebbe fare più ampio ricorso alla pressione reciproca e agli avvertimenti preventivi nel quadro della sorveglianza. Sul fronte del coordinamento e della sorveglianza di bilancio, l’obiettivo è consolidare le basi economiche del patto per rafforzarne la credibilità e l’applicazione effettiva. Gli elementi principali per chiarire e migliorare l'attuazione del Psc sono: i) porre l’accento sulla sostenibilità del debito nella sorveglianza dell’evoluzione dei bilanci. Una maggiore attenzione al debito e alla sostenibilità a medio e lungo termine implica una sorveglianza accresciuta sia delle tendenze attuali del debito sia dei fattori che potrebbero condizionarne le dinamiche sul medio e lungo periodo; ii) tener conto, in misura maggiore, della situazione specifica di ciascun paese nel definire gli obiettivi a medio termine di posizioni di bilancio “prossime al pareggio o in attivo”; iii) considerare circostanze e sviluppi economici quando si applica la procedura per i disavanzi eccessivi. Nel constatare un “disavanzo eccessivo” e formulare raccomandazioni e termini per la sua correzione, potrebbe essere utile tenere maggiormente conto dell’impatto sul bilancio dei periodi di crescita economica eccezionalmente fiacca; iv) adottare azioni preventive per correggere le evoluzioni inadeguate. La sorveglianza di bilancio dovrebbe permettere di realizzare avanzi nei momenti favorevoli per far fronte ai problemi dell’invecchiamento demografico, creare un margine sufficiente per i periodi di rallentamento economico, consentire un policy mix adeguato sull'insieme del ciclo. La Commissione sottolinea con vigore la necessità di una forte coerenza fra gli obiettivi delle politiche economiche e di bilancio dell’Unione e quindi di un buon coordinamento fra gli indirizzi di massima e il patto di stabilità. |
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LA COMMISSIONE CHIEDE PIÙ COORDINAMENTO FRA LE POLITICHE ECONOMICHE E DI BILANCIO |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - In una comunicazione adottata oggi, la Commissione europea sollecita un migliore coordinamento degli strumenti di governance economica dell'Ue affinché aumenti il contributo della politica di bilancio alla crescita economica. Secondo la Commissione, anche il patto di stabilità e di crescita trarrà beneficio da una maggiore attenzione alla sostenibilità delle finanze pubbliche e dal riconoscimento della diversità delle situazioni economiche in un’Unione allargata di 25 membri. Il presidente della Commissione Romano Prodi ha dichiarato: “È mio intimo convincimento che queste proposte renderanno il patto più forte e credibile. Sono felice di constatare che i lavori di questa Commissione hanno dato frutti in un programma di proposte che contribuirà a promuovere la crescita in Europa”. Il commissario per gli affari economici e monetari Joaquín Almunia ha aggiunto: “La Commissione intende condurre questo dibattito in modo aperto e trasparente, in stretta collaborazione con gli Stati membri. Le proposte introducono una logica più economica nell’attuazione del patto di stabilità e di crescita rafforzando insieme la sorveglianza e l’applicazione. L’obiettivo è assecondare la stabilità macroeconomica e garantire finanze pubbliche sostenibili, contribuendo a migliorare il potenziale di crescita dell'Ue e a attuare la strategia di Lisbona”. La comunicazione è una risposta al Consiglio europeo di giugno che chiedeva alla Commissione proposte intese a rafforzare e chiarire l’attuazione del Psc, e si ispira alle idee formulate nella comunicazione Le finanze pubbliche nell'Uem - 2004 del 24 giugno 2004. La Commissione ritiene che il coordinamento delle politiche economiche andrebbe rafforzato con un’applicazione più diffusa degli indirizzi di massima per le politiche economiche. E che si potrebbe fare più ampio ricorso alla pressione reciproca e agli avvertimenti preventivi nel quadro della sorveglianza. Sul fronte del coordinamento e della sorveglianza di bilancio, l’obiettivo è consolidare le basi economiche del patto per rafforzarne la credibilità e l’applicazione effettiva. Gli elementi principali per chiarire e migliorare l'attuazione del Psc sono: i) porre l’accento sulla sostenibilità del debito nella sorveglianza dell’evoluzione dei bilanci. Una maggiore attenzione al debito e alla sostenibilità a medio e lungo termine implica una sorveglianza accresciuta sia delle tendenze attuali del debito sia dei fattori che potrebbero condizionarne le dinamiche sul medio e lungo periodo; ii) tener conto, in misura maggiore, della situazione specifica di ciascun paese nel definire gli obiettivi a medio termine di posizioni di bilancio “prossime al pareggio o in attivo”; iii) considerare circostanze e sviluppi economici quando si applica la procedura per i disavanzi eccessivi. Nel constatare un “disavanzo eccessivo” e formulare raccomandazioni e termini per la sua correzione, potrebbe essere utile tenere maggiormente conto dell’impatto sul bilancio dei periodi di crescita economica eccezionalmente fiacca; iv) adottare azioni preventive per correggere le evoluzioni inadeguate. La sorveglianza di bilancio dovrebbe permettere di realizzare avanzi nei momenti favorevoli per far fronte ai problemi dell’invecchiamento demografico, creare un margine sufficiente per i periodi di rallentamento economico, consentire un policy mix adeguato sull'insieme del ciclo. La Commissione sottolinea con vigore la necessità di una forte coerenza fra gli obiettivi delle politiche economiche e di bilancio dell’Unione e quindi di un buon coordinamento fra gli indirizzi di massima e il patto di stabilità. |
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PUBBLICATA DALLA COMMISSIONE LA RELAZIONE ANNUALE 2003 SULLE ATTIVITÀ DI RICERCA |
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Bruxelles, 6 settembre 2003 - La Commissione europea ha pubblicato la sua Relazione annuale sulle attività europee di ricerca e sviluppo tecnologico nel 2003. La relazione copre il periodo da gennaio 2002 a marzo 2003, e presenta quindi i risultati dell'ultimo anno di attuazione del Quinto programma quadro (5Pq), dei negoziati per il Sesto programma quadro (6Pq), e delle sue prime tappe di attuazione. Il documento discute tutti gli aspetti della politica di ricerca dell'Ue, dal coordinamento delle politiche di ricerca e la mobilità dei ricercatori alle infrastrutture di ricerca e ai crescenti investimenti nel settore. Alcune attività di cui si parla nella relazione sono già state ampiamente pubblicizzate, altre sono passate quasi inosservate, o non sono mai state valutate prima. Ad esempio pochi sanno che nel 2002 la cooperazione tra Ue e Eureka ha fatto un balzo in avanti. Il Segretariato ha partecipato a numerose riunioni della Commissione, e se da un lato Eureka ha fornito una lista di un centinaio di esperti in innovazione che potrebbero partecipare ai comitati di valutazione delle proposte del 6Pq, dall'altro la Commissione ha adottato le buone prassi di Eureka per la valutazione ex-ante dei progetti e la valutazione ex-post del loro impatto. La relazione è completata da alcune tabelle che illustrano il numero e il tipo di proposte e contratti esaminati tra gennaio 2002 e marzo 2003. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/research/reports/2003/pdf/report-working-doc-2004_en.pdf |
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PUBBLICATA DALLA COMMISSIONE LA RELAZIONE ANNUALE 2003 SULLE ATTIVITÀ DI RICERCA |
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Bruxelles, 6 settembre 2003 - La Commissione europea ha pubblicato la sua Relazione annuale sulle attività europee di ricerca e sviluppo tecnologico nel 2003. La relazione copre il periodo da gennaio 2002 a marzo 2003, e presenta quindi i risultati dell'ultimo anno di attuazione del Quinto programma quadro (5Pq), dei negoziati per il Sesto programma quadro (6Pq), e delle sue prime tappe di attuazione. Il documento discute tutti gli aspetti della politica di ricerca dell'Ue, dal coordinamento delle politiche di ricerca e la mobilità dei ricercatori alle infrastrutture di ricerca e ai crescenti investimenti nel settore. Alcune attività di cui si parla nella relazione sono già state ampiamente pubblicizzate, altre sono passate quasi inosservate, o non sono mai state valutate prima. Ad esempio pochi sanno che nel 2002 la cooperazione tra Ue e Eureka ha fatto un balzo in avanti. Il Segretariato ha partecipato a numerose riunioni della Commissione, e se da un lato Eureka ha fornito una lista di un centinaio di esperti in innovazione che potrebbero partecipare ai comitati di valutazione delle proposte del 6Pq, dall'altro la Commissione ha adottato le buone prassi di Eureka per la valutazione ex-ante dei progetti e la valutazione ex-post del loro impatto. La relazione è completata da alcune tabelle che illustrano il numero e il tipo di proposte e contratti esaminati tra gennaio 2002 e marzo 2003. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/research/reports/2003/pdf/report-working-doc-2004_en.pdf |
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ACCOMIATANDOSI DALLA COMMISSIONE EUROPEA, BUSQUIN RIFLETTE SUI PROGRESSI E SULLE SFIDE |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Mentre si prepara a lasciare quello che definisce 'il miglior lavoro della mia vita fino ad ora', Philippe Busquin riflette sui suoi ultimi cinque anni come commissario per la Ricerca nell'Ue, e parla al Notiziario Cordis di quelli che considera i suoi maggiori successi e dei suoi programmi per il futuro in qualità di nuovo membro del Parlamento europeo. Curiosamente, Busquin concluderà il suo incarico nello stesso modo in cui lo aveva cominciato, parlando di donne e scienza. Il 10 settembre sarà infatti a Tallinn, per presenziare ad un incontro Enwise (enlarge women in science to the East). A partire dal 13 settembre, Busquin rappresenterà il partito socialista belga al Parlamento europeo. Questo terreno non sarà del tutto sconosciuto al commissario, che era già stato brevemente europarlamentare da giugno a settembre del 1999, incarico che aveva dovuto lasciare bruscamente dopo la sua nomina a commissario da parte del governo belga. Alla domanda su quali siano stati suoi maggiori successi come commissario per la Ricerca dell'Ue, Busquin risponde menzionando immediatamente tre fatti: lo Spazio europeo della ricerca (Ser), l'impegno da parte di tutti i capi di Stato e di governo dell'Ue di portare la spesa per la ricerca quanto più prossima possibile al 3% del Pil entro il 2010, e l'emergere di una politica europea per la ricerca. 'Il concetto di Spazio europeo della ricerca che avevo lanciato è divenuto una realtà. È veramente diventato un punto di riferimento in tutti gli Stati membri, in seno alla comunità scientifica e nell'industria. Niente male come inizio!', ha detto Busquin, ed ha aggiunto che anche il programma del 3% è diventato un punto di riferimento, oltre che un modello di paragone e uno stimolo per incrementare ricerca e innovazione negli Stati membri dell'Ue. La conseguenza di quanto ricordato è che adesso la ricerca e l'innovazione figurano nell'agenda politica, ha detto Busquin, sia al livello europeo che in molti Stati membri. 'Al mio arrivo, la Commissione aveva un programma quadro. Ora ha una politica di ricerca, e il programma quadro è lo strumento per realizzarla. E, naturalmente, la politica di ricerca abbraccia uno spazio molto più ampio del programma quadro'. Busquin non ha dubbi che il concetto di Ser sopravviverà al suo mandato di commissario. Le rinomate istituzioni scientifiche dell'Europa hanno riconosciuto il bisogno di una dimensione europea della ricerca, ha detto, e si sta creando la necessaria struttura. 'Va da sé che dovremo continuare a sostenerla. Il Settimo programma quadro [7Pq] continuerà a contribuire alla sua edificazione', ha aggiunto. L'impressione è che il commissario sia contrariato di doversene andare in un momento così interessante dell'evoluzione della ricerca europea, e di fatto Busquin ammette di non avere potuto portare a termine tutto quello che avrebbe voluto. In particolare, avrebbe voluto contribuire di più alla creazione del Cer, il Consiglio europeo per la ricerca, e delle piattaforme tecnologiche. Egli ammette che avrebbe anche voluto 'chiudere la questione' di Iter, il reattore termonucleare sperimentale internazionale. Tuttavia sembra che si stia profilando una soluzione. Dopo mesi di furiose discussioni sul luogo di installazione, in Europa o in Giappone, vi sarebbe secondo Busquin un qualche accomodamento dalla parte giapponese. Pare che il reattore sarà situato in Francia, mentre la ricerca sui materiali sarà svolta in Giappone. L'8 settembre Busquin presenterà ai suoi colleghi della Commissione un documento che farà il punto della situazione. Ma Busquin non smetterà di contribuire alla ricerca europea, solo che d'ora innanzi lo farà dal suo seggio nel Parlamento europeo. 'È la mia passione', ha detto, apparentemente sorpreso che qualcuno possa mettere in questione le sue priorità come europarlamentare. Sarà membro del comitato Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo e userà la sua posizione per esercitare pressioni affinché venga raddoppiato il bilancio per la ricerca dell'Ue, come delineato nella proposta delle Prospettive finanziarie della Commissione. Inoltre spera che il comitato Stoa (Scientific Technology Options Assessment) del Parlamento possa svolgere un ruolo di cardine. Anche se la sua principale attività sarà dunque quella di sostenere la ricerca europea, egli intende non di meno contribuire ai dibattiti sull'economia della sanità. Quello che gli interessa soprattutto è il modo in cui l'Europa potrebbe creare un mercato per i servizi, in particolare quello sanitario, pur conservando una filosofia tipicamente europea. Un mercato europeo della salute darebbe maggiore spazio alla solidarietà in Europa, ritiene Busquin. Pur se dispiaciuto di lasciare la Commissione, Busquin si dice impaziente di 'continuare in una nuova posizione', in un edificio che può già scorgere dalla finestra del suo ufficio attuale. |
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ACCOMIATANDOSI DALLA COMMISSIONE EUROPEA, BUSQUIN RIFLETTE SUI PROGRESSI E SULLE SFIDE |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Mentre si prepara a lasciare quello che definisce 'il miglior lavoro della mia vita fino ad ora', Philippe Busquin riflette sui suoi ultimi cinque anni come commissario per la Ricerca nell'Ue, e parla al Notiziario Cordis di quelli che considera i suoi maggiori successi e dei suoi programmi per il futuro in qualità di nuovo membro del Parlamento europeo. Curiosamente, Busquin concluderà il suo incarico nello stesso modo in cui lo aveva cominciato, parlando di donne e scienza. Il 10 settembre sarà infatti a Tallinn, per presenziare ad un incontro Enwise (enlarge women in science to the East). A partire dal 13 settembre, Busquin rappresenterà il partito socialista belga al Parlamento europeo. Questo terreno non sarà del tutto sconosciuto al commissario, che era già stato brevemente europarlamentare da giugno a settembre del 1999, incarico che aveva dovuto lasciare bruscamente dopo la sua nomina a commissario da parte del governo belga. Alla domanda su quali siano stati suoi maggiori successi come commissario per la Ricerca dell'Ue, Busquin risponde menzionando immediatamente tre fatti: lo Spazio europeo della ricerca (Ser), l'impegno da parte di tutti i capi di Stato e di governo dell'Ue di portare la spesa per la ricerca quanto più prossima possibile al 3% del Pil entro il 2010, e l'emergere di una politica europea per la ricerca. 'Il concetto di Spazio europeo della ricerca che avevo lanciato è divenuto una realtà. È veramente diventato un punto di riferimento in tutti gli Stati membri, in seno alla comunità scientifica e nell'industria. Niente male come inizio!', ha detto Busquin, ed ha aggiunto che anche il programma del 3% è diventato un punto di riferimento, oltre che un modello di paragone e uno stimolo per incrementare ricerca e innovazione negli Stati membri dell'Ue. La conseguenza di quanto ricordato è che adesso la ricerca e l'innovazione figurano nell'agenda politica, ha detto Busquin, sia al livello europeo che in molti Stati membri. 'Al mio arrivo, la Commissione aveva un programma quadro. Ora ha una politica di ricerca, e il programma quadro è lo strumento per realizzarla. E, naturalmente, la politica di ricerca abbraccia uno spazio molto più ampio del programma quadro'. Busquin non ha dubbi che il concetto di Ser sopravviverà al suo mandato di commissario. Le rinomate istituzioni scientifiche dell'Europa hanno riconosciuto il bisogno di una dimensione europea della ricerca, ha detto, e si sta creando la necessaria struttura. 'Va da sé che dovremo continuare a sostenerla. Il Settimo programma quadro [7Pq] continuerà a contribuire alla sua edificazione', ha aggiunto. L'impressione è che il commissario sia contrariato di doversene andare in un momento così interessante dell'evoluzione della ricerca europea, e di fatto Busquin ammette di non avere potuto portare a termine tutto quello che avrebbe voluto. In particolare, avrebbe voluto contribuire di più alla creazione del Cer, il Consiglio europeo per la ricerca, e delle piattaforme tecnologiche. Egli ammette che avrebbe anche voluto 'chiudere la questione' di Iter, il reattore termonucleare sperimentale internazionale. Tuttavia sembra che si stia profilando una soluzione. Dopo mesi di furiose discussioni sul luogo di installazione, in Europa o in Giappone, vi sarebbe secondo Busquin un qualche accomodamento dalla parte giapponese. Pare che il reattore sarà situato in Francia, mentre la ricerca sui materiali sarà svolta in Giappone. L'8 settembre Busquin presenterà ai suoi colleghi della Commissione un documento che farà il punto della situazione. Ma Busquin non smetterà di contribuire alla ricerca europea, solo che d'ora innanzi lo farà dal suo seggio nel Parlamento europeo. 'È la mia passione', ha detto, apparentemente sorpreso che qualcuno possa mettere in questione le sue priorità come europarlamentare. Sarà membro del comitato Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo e userà la sua posizione per esercitare pressioni affinché venga raddoppiato il bilancio per la ricerca dell'Ue, come delineato nella proposta delle Prospettive finanziarie della Commissione. Inoltre spera che il comitato Stoa (Scientific Technology Options Assessment) del Parlamento possa svolgere un ruolo di cardine. Anche se la sua principale attività sarà dunque quella di sostenere la ricerca europea, egli intende non di meno contribuire ai dibattiti sull'economia della sanità. Quello che gli interessa soprattutto è il modo in cui l'Europa potrebbe creare un mercato per i servizi, in particolare quello sanitario, pur conservando una filosofia tipicamente europea. Un mercato europeo della salute darebbe maggiore spazio alla solidarietà in Europa, ritiene Busquin. Pur se dispiaciuto di lasciare la Commissione, Busquin si dice impaziente di 'continuare in una nuova posizione', in un edificio che può già scorgere dalla finestra del suo ufficio attuale. |
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UN CEO FRANCESE CHIEDE CHE VENGANO CREATI ALTRI POLI DI ECCELLENZA PER LA RICERCA |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Se la Francia e l'Europa vogliono svolgere un ruolo di peso nell'economia mondiale, è assolutamente necessario dar vita a poli di eccellenza per la ricerca a livello europeo; lo ha affermato Philippe Camus, Ceo dell'Eads (European Aeronautic Defence and Space company). In un'intervista rilasciata al quotidiano francese Le Figaro, Camus ha avvertito che il futuro dei paesi europei esige un più alto livello di specializzazione e formazione, e che quindi è indispensabile una decisa azione dei governi per dare impulso alla collaborazione tra università e istituti di ricerca. 'I nostri concorrenti industriali americani e giapponesi possono contare su una ampia base universitaria e scientifica. L'india ha migliorato la formazione per diventare un gigante nei settori software e computer, e la Cina ha grosse ambizioni nei settori aeronautico e spaziale', ha detto Camus, sottolineando che il finanziamento per la ricerca complessivamente stanziato da Cina, Corea, Giappone e Taiwan supera quello stanziato dall'Ue allargata. In una economia globale e sempre più basata sulla conoscenza, le nazioni non possono più fare tutto da sole, ha spiegato Camus. 'È dunque indispensabile creare poli universitari di eccellenza per la ricerca a livello francese, europeo e anche mondiale', ha aggiunto. 'Quel che bisogna fare', ha affermato Camus a Le Figaro, 'è raggruppare le competenze di università, grandes écoles [istituti superiori] e settore industriale delle stesse comunità geografiche e culturali'. Secondo Camus, il sistema funziona bene, e lo dimostrano il caso di Tolosa, diventata uno dei massimi centri intellettuali a livello mondiale nel settore aeronautico, e di Grenoble, che eccelle nel settore della microelettronica. 'È necessario moltiplicare questi due esempi', ha ribadito. Camus ha sottolineato la necessità di una forte volontà politica e di un finanziamento pubblico che la assecondi, ed ha citato l'esempio americano di solida collaborazione tra Pentagono e Nasa. 'Se non ci diamo da fare, le competenze scientifiche lasceranno l'Europa per spostarsi in altre zone geografiche. E le aziende andranno là dove possono trovare le risorse di cui hanno bisogno', ha concluso Camus. |
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UN CEO FRANCESE CHIEDE CHE VENGANO CREATI ALTRI POLI DI ECCELLENZA PER LA RICERCA |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Se la Francia e l'Europa vogliono svolgere un ruolo di peso nell'economia mondiale, è assolutamente necessario dar vita a poli di eccellenza per la ricerca a livello europeo; lo ha affermato Philippe Camus, Ceo dell'Eads (European Aeronautic Defence and Space company). In un'intervista rilasciata al quotidiano francese Le Figaro, Camus ha avvertito che il futuro dei paesi europei esige un più alto livello di specializzazione e formazione, e che quindi è indispensabile una decisa azione dei governi per dare impulso alla collaborazione tra università e istituti di ricerca. 'I nostri concorrenti industriali americani e giapponesi possono contare su una ampia base universitaria e scientifica. L'india ha migliorato la formazione per diventare un gigante nei settori software e computer, e la Cina ha grosse ambizioni nei settori aeronautico e spaziale', ha detto Camus, sottolineando che il finanziamento per la ricerca complessivamente stanziato da Cina, Corea, Giappone e Taiwan supera quello stanziato dall'Ue allargata. In una economia globale e sempre più basata sulla conoscenza, le nazioni non possono più fare tutto da sole, ha spiegato Camus. 'È dunque indispensabile creare poli universitari di eccellenza per la ricerca a livello francese, europeo e anche mondiale', ha aggiunto. 'Quel che bisogna fare', ha affermato Camus a Le Figaro, 'è raggruppare le competenze di università, grandes écoles [istituti superiori] e settore industriale delle stesse comunità geografiche e culturali'. Secondo Camus, il sistema funziona bene, e lo dimostrano il caso di Tolosa, diventata uno dei massimi centri intellettuali a livello mondiale nel settore aeronautico, e di Grenoble, che eccelle nel settore della microelettronica. 'È necessario moltiplicare questi due esempi', ha ribadito. Camus ha sottolineato la necessità di una forte volontà politica e di un finanziamento pubblico che la assecondi, ed ha citato l'esempio americano di solida collaborazione tra Pentagono e Nasa. 'Se non ci diamo da fare, le competenze scientifiche lasceranno l'Europa per spostarsi in altre zone geografiche. E le aziende andranno là dove possono trovare le risorse di cui hanno bisogno', ha concluso Camus. |
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“IL FEDERALISMO DALL’EUROPA AL MONDO”. AL VIA A VENTOTENE IL XXIII SEMINARIO DI FORMAZIONE DELL’ISTITUTO ALTIERO SPINELLI |
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Ventotene, 6 settembre 2004 - Aperto ufficiale domenica 5 sono intervenuti il Ministro per le Politiche Comunitarie nonché prossimo Vice Presidente della Commissione Europea Rocco Bottiglione. La Costituzione europea, che sarà firmata a Roma il 29 ottobre, apre un nuovo importante capitolo nel processo di unificazione. Delle implicazioni e delle prospettive legate allo storico appuntamento si dibatterà nel corso del Xxiii seminario di formazione federalista in programma a Ventotene dal 4 al 9 settembre. L’iniziativa è promossa dall’Istituto di studi federalisti “Altiero Spinelli” in collaborazione con la Regione Lazio e il Comune di Ventotene. All’apertura ufficiale di ieri domenica 5 alle 11.00, dopo il saluto di Vito Biondo, Sindaco di Ventotene, sono intervenuti i parlamentari europei Pasqualina Napoletano, Riccardo Ventre e Stefano Zappalà, i parlamentari italiani Filadelfio Basile e Valdo Spini, già membri della Convenzione che ha elaborato la Costituzione, il presidente del Consiglio regionale Claudio Fazzone, il presidente della provincia di Latina Armando Cusani, Pier Virgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Gabriele Panizzi, Vicepresidente dell'Istituto "Altiero Spinelli". Le conclusioni saranno affidate a Rocco Buttiglione, attuale Ministro per le politiche comunitarie e futuro Vicepresidente della Commissione europea. “Il seminario si intitola “Il federalismo dall’Europa al mondo - dichiara Giorgio Anselmi, direttore dell’Istituto Altiero Spinelli - perché intende offrire spunti di riflessione non solo per il processo di integrazione europea, ma anche per la soluzione dei grandi problemi mondiali del nostro tempo. Al seminario italiano, proseguendo su una linea tracciata fin dal 1984, si affianca un seminario internazionale in lingua inglese, cui partecipano giovani europei dei 25 paesi dell’Unione e di paesi che aspirano a farne parte, come la Bulgaria e la Turchia”. “Al seminario italiano - continua Anselmi - parteciperanno quest’anno ben 150 ragazzi, in parte selezionati dalle 5 province del Lazio ed in parte provenienti dalle altre regioni italiane su iniziativa di numerosi enti, istituzioni, associazioni: il Movimento federalista europeo, la regione Emilia Romagna, le province di Cagliari e Pisa, la Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo, la Fondazione Calamandrei.” Il seminario si concluderà giovedì 9 settembre alle 9 e 30 con la tavola rotonda “Le regioni e l’Europa: unità e diversità”, alla quale parteciperanno Alfonso Iozzo, presidente del Movimento federalista europeo, Antonio La Forgia, presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-romagna, Paolo Ponzano, dirigente della Commissione europea e Donato Robilotta, assessore della Regione Lazio. Ufficio stampa: Roberto Race 333 9064533 Francesca Santoro 339 8921520 Di seguito il programma aggiornato del seminario: Sabato 04.09: Mattina Arrivo Dei Partecipanti, Accoglienza E Sistemazione; 17,00 - 17,30 Presentazione Del Seminario - Olivier La Rocca, Vicedirettore dell'Istituto Altiero Spinelli; 17,30 - 18,15 Dal Manifesto Di Ventotene All'unione Europea - Giorgio Anselmi, Direttore dell'Istituto Altiero Spinelli; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Domenica 05.09: 9,00 - 9,45 L'unione Allargata E La Costituzione Europea - Domenico Moro, Vicesegretario Generale del Mfe; 10,00 – 11,00 Dibattito In Plenaria; 11,00 - 13,00 Cerimonia Di Apertura Ufficiale Del Seminario - Filadelfio Basile, Senato della Repubblica, Vito Biondo, Sindaco di Ventotene, Armando Cusani, Presidente della Provincia di Latina, Pier Virgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Claudio Fazzone, Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Pasqualina Napoletano, Parlamento europeo, Gabriele Panizzi, Vicepresidente dell'Istituto "Altiero Spinelli", Valdo Spini, Camera dei Deputati, Riccardo Ventre, Parlamento europeo, Stefano Zappalà, Parlamento europeo. Conclusioni di Rocco Buttiglione, Vicepresidente della Commissione europea; 17,30 - 18,15 Il Federalismo E La Pace - Lucio Levi, Direzione nazionale Mfe, Nicola Vallinoto, Direzione nazionale Mfe; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Lunedi' 06.09: 9,30 - 10,15 Lo Stato Federale - Antonio Padoa Schioppa, Direzione nazionale Mfe; 10,30 - 11,30 Gruppi Di Lavoro; 11,45 - 13,15 Dibattito In Plenaria; 17,30 - 18,15 Europa E Nuovo Ordine Mondiale - Sergio Pistone, Direzione nazionale Mfe, Matteo Roncarà, Direzione Gfe; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Martedi' 07.09: 9,30 - 10,15 Modello Di Sviluppo Europeo E Governo Della Globalizzazione - Alberto Majocchi, Comitato Centrale Mfe; 10,30 - 11,30 Gruppi Di Lavoro; 11,45 - 13,15 Dibattito In Plenaria; 16,30 - 17,15 Commemorazione Di Altiero Spinelli - Edmondo Paolini, biografo di Spinelli; 17,30 - 18,15 Il Federalismo E Le Ideologie Tradizionali - Roberto Castaldi, Direzione nazionale Mfe, Samuele Pii, Presidente della Gfe; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Mercoledi' 08.09: 9,30 - 10,15 La Strategia Del Mfe In Sessant'anni Di Lotta - Guido Montani, Segretario Generale del Mfe; 10,30 - 11,30 Gruppi Di Lavoro; 11,45 – 13,15 Dibattito In Plenaria; 17,30 - 18,15 Il Federalismo Come Nuovo Modo Di Fare Politica: Il Militante - Gastone Bonzagni, Vicepresidente del Mfe, Alberto Frascà, Direzione Gfe; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Giovedi' 09.09: 9,30 - 11,30 Le Regioni E L'europa: Unita' E Diversita' - Alfonso Iozzo, Presidente del Mfe, Antonio La Forgia, Presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-romagna, Paolo Ponzano, Commissione europea, Donato Robilotta, Assessore della Regione Lazio. |
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“IL FEDERALISMO DALL’EUROPA AL MONDO”. AL VIA A VENTOTENE IL XXIII SEMINARIO DI FORMAZIONE DELL’ISTITUTO ALTIERO SPINELLI |
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Ventotene, 6 settembre 2004 - Aperto ufficiale domenica 5 sono intervenuti il Ministro per le Politiche Comunitarie nonché prossimo Vice Presidente della Commissione Europea Rocco Bottiglione. La Costituzione europea, che sarà firmata a Roma il 29 ottobre, apre un nuovo importante capitolo nel processo di unificazione. Delle implicazioni e delle prospettive legate allo storico appuntamento si dibatterà nel corso del Xxiii seminario di formazione federalista in programma a Ventotene dal 4 al 9 settembre. L’iniziativa è promossa dall’Istituto di studi federalisti “Altiero Spinelli” in collaborazione con la Regione Lazio e il Comune di Ventotene. All’apertura ufficiale di ieri domenica 5 alle 11.00, dopo il saluto di Vito Biondo, Sindaco di Ventotene, sono intervenuti i parlamentari europei Pasqualina Napoletano, Riccardo Ventre e Stefano Zappalà, i parlamentari italiani Filadelfio Basile e Valdo Spini, già membri della Convenzione che ha elaborato la Costituzione, il presidente del Consiglio regionale Claudio Fazzone, il presidente della provincia di Latina Armando Cusani, Pier Virgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Gabriele Panizzi, Vicepresidente dell'Istituto "Altiero Spinelli". Le conclusioni saranno affidate a Rocco Buttiglione, attuale Ministro per le politiche comunitarie e futuro Vicepresidente della Commissione europea. “Il seminario si intitola “Il federalismo dall’Europa al mondo - dichiara Giorgio Anselmi, direttore dell’Istituto Altiero Spinelli - perché intende offrire spunti di riflessione non solo per il processo di integrazione europea, ma anche per la soluzione dei grandi problemi mondiali del nostro tempo. Al seminario italiano, proseguendo su una linea tracciata fin dal 1984, si affianca un seminario internazionale in lingua inglese, cui partecipano giovani europei dei 25 paesi dell’Unione e di paesi che aspirano a farne parte, come la Bulgaria e la Turchia”. “Al seminario italiano - continua Anselmi - parteciperanno quest’anno ben 150 ragazzi, in parte selezionati dalle 5 province del Lazio ed in parte provenienti dalle altre regioni italiane su iniziativa di numerosi enti, istituzioni, associazioni: il Movimento federalista europeo, la regione Emilia Romagna, le province di Cagliari e Pisa, la Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo, la Fondazione Calamandrei.” Il seminario si concluderà giovedì 9 settembre alle 9 e 30 con la tavola rotonda “Le regioni e l’Europa: unità e diversità”, alla quale parteciperanno Alfonso Iozzo, presidente del Movimento federalista europeo, Antonio La Forgia, presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-romagna, Paolo Ponzano, dirigente della Commissione europea e Donato Robilotta, assessore della Regione Lazio. Ufficio stampa: Roberto Race 333 9064533 Francesca Santoro 339 8921520 Di seguito il programma aggiornato del seminario: Sabato 04.09: Mattina Arrivo Dei Partecipanti, Accoglienza E Sistemazione; 17,00 - 17,30 Presentazione Del Seminario - Olivier La Rocca, Vicedirettore dell'Istituto Altiero Spinelli; 17,30 - 18,15 Dal Manifesto Di Ventotene All'unione Europea - Giorgio Anselmi, Direttore dell'Istituto Altiero Spinelli; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Domenica 05.09: 9,00 - 9,45 L'unione Allargata E La Costituzione Europea - Domenico Moro, Vicesegretario Generale del Mfe; 10,00 – 11,00 Dibattito In Plenaria; 11,00 - 13,00 Cerimonia Di Apertura Ufficiale Del Seminario - Filadelfio Basile, Senato della Repubblica, Vito Biondo, Sindaco di Ventotene, Armando Cusani, Presidente della Provincia di Latina, Pier Virgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Claudio Fazzone, Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Pasqualina Napoletano, Parlamento europeo, Gabriele Panizzi, Vicepresidente dell'Istituto "Altiero Spinelli", Valdo Spini, Camera dei Deputati, Riccardo Ventre, Parlamento europeo, Stefano Zappalà, Parlamento europeo. Conclusioni di Rocco Buttiglione, Vicepresidente della Commissione europea; 17,30 - 18,15 Il Federalismo E La Pace - Lucio Levi, Direzione nazionale Mfe, Nicola Vallinoto, Direzione nazionale Mfe; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Lunedi' 06.09: 9,30 - 10,15 Lo Stato Federale - Antonio Padoa Schioppa, Direzione nazionale Mfe; 10,30 - 11,30 Gruppi Di Lavoro; 11,45 - 13,15 Dibattito In Plenaria; 17,30 - 18,15 Europa E Nuovo Ordine Mondiale - Sergio Pistone, Direzione nazionale Mfe, Matteo Roncarà, Direzione Gfe; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Martedi' 07.09: 9,30 - 10,15 Modello Di Sviluppo Europeo E Governo Della Globalizzazione - Alberto Majocchi, Comitato Centrale Mfe; 10,30 - 11,30 Gruppi Di Lavoro; 11,45 - 13,15 Dibattito In Plenaria; 16,30 - 17,15 Commemorazione Di Altiero Spinelli - Edmondo Paolini, biografo di Spinelli; 17,30 - 18,15 Il Federalismo E Le Ideologie Tradizionali - Roberto Castaldi, Direzione nazionale Mfe, Samuele Pii, Presidente della Gfe; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Mercoledi' 08.09: 9,30 - 10,15 La Strategia Del Mfe In Sessant'anni Di Lotta - Guido Montani, Segretario Generale del Mfe; 10,30 - 11,30 Gruppi Di Lavoro; 11,45 – 13,15 Dibattito In Plenaria; 17,30 - 18,15 Il Federalismo Come Nuovo Modo Di Fare Politica: Il Militante - Gastone Bonzagni, Vicepresidente del Mfe, Alberto Frascà, Direzione Gfe; 18,30 - 19,30 Dibattito In Plenaria. Giovedi' 09.09: 9,30 - 11,30 Le Regioni E L'europa: Unita' E Diversita' - Alfonso Iozzo, Presidente del Mfe, Antonio La Forgia, Presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-romagna, Paolo Ponzano, Commissione europea, Donato Robilotta, Assessore della Regione Lazio. |
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SEMINARIO SUL DIRITTO DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE E SULLA SUA APPLICAZIONE NEL SESTO PROGRAMMA QUADRO, TURCHIA |
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Istambul, 6 settembre 2004 - Il 17 settembre si svolgerà a Istanbul un seminario su 'Il diritto di proprietà intellettuale e la sua applicazione nel Sesto programma quadro [6Pq]', organizzato dalla Tusmes (Turkey's Universities, Smes and Science Centres' Integration to Europe). Il seminario spiegherà gli aspetti fondamentali del diritto di proprietà intellettuale - brevetti, marchi di fabbrica, progetti e copyright - e della sua applicazione nell'ambito del 6Pq. Infolink: Oya Guven Tel.: +90 212 347 62 55 E-mail: tusmes@mkistanbul.Com |
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SEMINARIO SUL DIRITTO DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE E SULLA SUA APPLICAZIONE NEL SESTO PROGRAMMA QUADRO, TURCHIA |
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Istambul, 6 settembre 2004 - Il 17 settembre si svolgerà a Istanbul un seminario su 'Il diritto di proprietà intellettuale e la sua applicazione nel Sesto programma quadro [6Pq]', organizzato dalla Tusmes (Turkey's Universities, Smes and Science Centres' Integration to Europe). Il seminario spiegherà gli aspetti fondamentali del diritto di proprietà intellettuale - brevetti, marchi di fabbrica, progetti e copyright - e della sua applicazione nell'ambito del 6Pq. Infolink: Oya Guven Tel.: +90 212 347 62 55 E-mail: tusmes@mkistanbul.Com |
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CONFERENZA EIC SUI CONTATTI TRA IMPRESE IN EUROPA |
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Bucarest, 6 settembre 2004 - Dal 20 al 22 ottobre si svolgerà a Bucarest la conferenza annuale Euro Info Centre, che si occuperà in particolare dei rapporti tra Ue e Pmi (Piccole e medie imprese) e del ruolo in evoluzione degli Eic nel 'creare contatti tra le imprese in Europa'. Tra gli argomenti discussi la cooperazione industriale, lo sviluppo dei marchi, le Pmi nel processo legislativo dell'Ue, come fornire servizi alle aziende europee. E-mail: eic2004@fcis.Cec.eu.int |
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CONFERENZA EIC SUI CONTATTI TRA IMPRESE IN EUROPA |
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Bucarest, 6 settembre 2004 - Dal 20 al 22 ottobre si svolgerà a Bucarest la conferenza annuale Euro Info Centre, che si occuperà in particolare dei rapporti tra Ue e Pmi (Piccole e medie imprese) e del ruolo in evoluzione degli Eic nel 'creare contatti tra le imprese in Europa'. Tra gli argomenti discussi la cooperazione industriale, lo sviluppo dei marchi, le Pmi nel processo legislativo dell'Ue, come fornire servizi alle aziende europee. E-mail: eic2004@fcis.Cec.eu.int |
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BANCA INTESA : INTESA MEDIOCREDITO (GRUPPO INTESA): POSITIVI I DATI SEMESTRALI, +3% I CREDITI ALLA CLIENTELA PARI A 13,6 MILIARDI E +24% L'UTILE NETTO PARI A 36,4 |
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Milioni Milano, 6 settembre 2004 Il Consiglio di amministrazione di Intesa Mediocredito (Gruppo Intesa), riunitosi il 2 settembre a Milano sotto la presidenza di Mario Zanone Poma, ha approvato la relazione semestrale al 30 giugno 2004. La Banca ha ottenuto risultati positivi in termini sia di volumi operativi sia di redditività ; l'attività è stata sostenuta dall'offerta di soluzioni personalizzate per le esigenze finanziarie a medio termine delle imprese e dall'efficace raccordo con le reti distributive del Gruppo Intesa. La Banca ha registrato un margine di intermediazione di E 98,3 milioni, con un incremento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2003, e un utile netto di E 36,4 milioni (+24%). I mezzi patrimoniali ammontano a oltre 850 milioni di euro. I flussi operativi al 30 giugno 2004 confermano il posizionamento di Intesa Mediocredito quale maggiore banca a livello nazionale specializzata nel finanziamento dello sviluppo delle medie e piccole imprese: il portafoglio crediti supera i 13,6 miliardi di euro (+3%) a favore di oltre 20.000 imprese clienti; i finanziamenti erogati nel semestre hanno raggiunto 1,5 miliardi di euro. Intesa Mediocredito, operativa dal 2001, continua l'attività di Mediocredito Lombardo, fondato nel 1953, ed è la banca specializzata del Gruppo Intesa nel credito a medio termine per le imprese. |
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BANCA INTESA : INTESA MEDIOCREDITO (GRUPPO INTESA): POSITIVI I DATI SEMESTRALI, +3% I CREDITI ALLA CLIENTELA PARI A 13,6 MILIARDI E +24% L'UTILE NETTO PARI A 36,4 |
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Milioni Milano, 6 settembre 2004 Il Consiglio di amministrazione di Intesa Mediocredito (Gruppo Intesa), riunitosi il 2 settembre a Milano sotto la presidenza di Mario Zanone Poma, ha approvato la relazione semestrale al 30 giugno 2004. La Banca ha ottenuto risultati positivi in termini sia di volumi operativi sia di redditività ; l'attività è stata sostenuta dall'offerta di soluzioni personalizzate per le esigenze finanziarie a medio termine delle imprese e dall'efficace raccordo con le reti distributive del Gruppo Intesa. La Banca ha registrato un margine di intermediazione di E 98,3 milioni, con un incremento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2003, e un utile netto di E 36,4 milioni (+24%). I mezzi patrimoniali ammontano a oltre 850 milioni di euro. I flussi operativi al 30 giugno 2004 confermano il posizionamento di Intesa Mediocredito quale maggiore banca a livello nazionale specializzata nel finanziamento dello sviluppo delle medie e piccole imprese: il portafoglio crediti supera i 13,6 miliardi di euro (+3%) a favore di oltre 20.000 imprese clienti; i finanziamenti erogati nel semestre hanno raggiunto 1,5 miliardi di euro. Intesa Mediocredito, operativa dal 2001, continua l'attività di Mediocredito Lombardo, fondato nel 1953, ed è la banca specializzata del Gruppo Intesa nel credito a medio termine per le imprese. |
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BANCA INTESA : BANCA DI TRENTO E BOLZANO (GRUPPO INTESA): IMPIEGHI E RACCOLTA IN CRESCITA |
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Milano, 6 settembre 2004 - Il Consiglio di amministrazione della Banca di Trento e Bolzano (Gruppo Intesa), riunitosi il 2 settembre a Trento sotto la presidenza di Mario Calamati, ha approvato il consuntivo del primo semestre 2004 e l'andamento della gestione. I risultati conseguiti nel primo semestre 2004 confermano la crescita registrata nello stesso periodo del 2003 consolidando i risultati economico-patrimoniali, che nei precedenti esercizi avevano segnato considerevoli e progressivi incrementi. Sotto il profilo patrimoniale gli impieghi verso clientela sono aumentati del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente raggiungendo i 1.630,7 milioni di euro, con un rapporto sofferenze/impieghi ancora migliorato dall'1,7% all'1,5%. La raccolta da clientela, sia in forma diretta che indiretta, ha registrato un andamento soddisfacente, raggiungendo rispettivamente 1.558,5 e 1.884,9 milioni, con una crescita del 7,3% per entrambe le voci. La massa amministrata è risultata quindi pari a 3.443,4 milioni (+ 7,3%). Nel corso del primo semestre 2004 la Banca ha conseguito un risultato netto di 7,5 milioni di euro, superiore dell'1,4% rispetto allo stesso periodo del 2003, ottenuto grazie ai seguenti andamenti: il margine degli interessi si è attestato sui 23,3 milioni di euro con un accrescimento del 1,7%, mentre il margine dei servizi, nel suo complesso, conferma sostanzialmente con 17,0 milioni il valore dell'anno scorso; il totale dei costi operativi è di 27,4 milioni pari a quello del 2003. I dati sopra evidenziati hanno determinato un risultato lordo di gestione pari a 12,9 milioni di euro (+ 1,6%). A fine giugno 2004, la banca si componeva di 69 filiali, di cui 32 in provincia di Trento, 30 in quella di Bolzano e 7 in Lombardia e Veneto. Entro il mese di settembre verranno avviati i nuovi punti operativi di Besenello e di Rovereto in via Abetone 26, il terzo nella Città della Quercia. Entro fine anno troverà compimento il progetto di sviluppo aziendale 2004 che, nel suo complesso, porterà il numero delle filali da 69 a 76, oltre all'Ufficio di Rappresentanza di Innsbruck. |
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BANCA INTESA : BANCA DI TRENTO E BOLZANO (GRUPPO INTESA): IMPIEGHI E RACCOLTA IN CRESCITA |
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Milano, 6 settembre 2004 - Il Consiglio di amministrazione della Banca di Trento e Bolzano (Gruppo Intesa), riunitosi il 2 settembre a Trento sotto la presidenza di Mario Calamati, ha approvato il consuntivo del primo semestre 2004 e l'andamento della gestione. I risultati conseguiti nel primo semestre 2004 confermano la crescita registrata nello stesso periodo del 2003 consolidando i risultati economico-patrimoniali, che nei precedenti esercizi avevano segnato considerevoli e progressivi incrementi. Sotto il profilo patrimoniale gli impieghi verso clientela sono aumentati del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente raggiungendo i 1.630,7 milioni di euro, con un rapporto sofferenze/impieghi ancora migliorato dall'1,7% all'1,5%. La raccolta da clientela, sia in forma diretta che indiretta, ha registrato un andamento soddisfacente, raggiungendo rispettivamente 1.558,5 e 1.884,9 milioni, con una crescita del 7,3% per entrambe le voci. La massa amministrata è risultata quindi pari a 3.443,4 milioni (+ 7,3%). Nel corso del primo semestre 2004 la Banca ha conseguito un risultato netto di 7,5 milioni di euro, superiore dell'1,4% rispetto allo stesso periodo del 2003, ottenuto grazie ai seguenti andamenti: il margine degli interessi si è attestato sui 23,3 milioni di euro con un accrescimento del 1,7%, mentre il margine dei servizi, nel suo complesso, conferma sostanzialmente con 17,0 milioni il valore dell'anno scorso; il totale dei costi operativi è di 27,4 milioni pari a quello del 2003. I dati sopra evidenziati hanno determinato un risultato lordo di gestione pari a 12,9 milioni di euro (+ 1,6%). A fine giugno 2004, la banca si componeva di 69 filiali, di cui 32 in provincia di Trento, 30 in quella di Bolzano e 7 in Lombardia e Veneto. Entro il mese di settembre verranno avviati i nuovi punti operativi di Besenello e di Rovereto in via Abetone 26, il terzo nella Città della Quercia. Entro fine anno troverà compimento il progetto di sviluppo aziendale 2004 che, nel suo complesso, porterà il numero delle filali da 69 a 76, oltre all'Ufficio di Rappresentanza di Innsbruck. |
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INTERBANCA SPA RISULTATI DEL 1° SEMESTRE 2004 |
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Milano, 6 settembre 2004 - Queste le principali risultanze esaminate dal Consiglio di Amministrazione di Interbanca (Gruppo Banca Antonveneta) riunitosi il 2 settembre per approvare i risultati individuali e consolidati al 30 Giugno 2004. Risultati Economici
(Milioni di Euro) | Totale al 30.06.04 Consolidato | Margine d'Interesse | _ 58 | Ricavi Netti da Servizi e Capital Gains | 35 | Margine d'Intermediazione | 93 | Risultato di Gestione | _ 63 | Utile netto del Periodo | 28 | In relazione ai dati economici, comprensivi di Interbanca International Holding e di Interbanca Gestioni Investimenti Sgr, si evidenzia quanto segue: il risultato positivo del margine d’interesse (+ 2,6 % rispetto al 30.06.2003) beneficia dell’apporto della voce “dividendi” che risulta essere in crescita del 66,9%, grazie soprattutto alla distribuzione degli utili da parte delle partecipate di merchant banking. La diminuzione dei costi operativi, in confronto al primo semestre 2003 (- 4,7%). L’utile netto del periodo si attesta a 28 milioni di euro in flessione del – 26%, rispetto al primo semestre 2003. Principali Attivita’ Del Primo Semestre 2004 Corporate - L’attività ha risentito nel primo semestre 2004 del clima d’incertezza economica che ha pesato sulla capacità d’investimento delle aziende. Le consistenze dei crediti verso clientela risultano in leggera flessione dello 0,6% rispetto al 30.06.2003. L’attività di Portafoglio Sconto, pur risultando in flessione rispetto al periodo precedente, mantiene la Banca ai vertici di tale attività in ambito nazionale. L’attività di Credito Agevolato ha condotto alla valutazione di complessive 603 domande e le commissioni relative sono risultate pari a 2,6 milioni di euro. Le partecipazioni di merchant banking - Ammontano a 300 milioni di euro, di cui 29 milioni di Interbanca International Holding. L’attività di assunzione di partecipazioni è continuata nel corso del primo semestre 2004 con l’effettuazione di 1 investimento e incrementi di capitale in partecipazioni già in portafoglio. Si è proceduto inoltre a 3 dismissioni di Interbanca e ad una dismissione di Interbanca International Holding che hanno generato plusvalenze per 13,6 milioni di euro. Investment Banking Nonostante il continuo trend negativo nazionale ed internazionale del settore delle fusioni ed acquisizioni societarie il comparto M&a, nel corso del primo semestre 2004, ha acquisito 12 nuovi incarichi e portato a termine con successo 5 operazioni. Nel settore Equity Capital Market Interbanca ha agito in qualità di Global Coordinator e Lead Manager dell’Offerta Istituzionale nell’Ipo di Procomac S.p.a. E ha acquisito il mandato nel progetto di Ipo di Panaria in qualità di advisor. Interbanca Gestione Investimenti Sgr Controllata al 100% da Interbanca, gestisce con soddisfacenti performance tre Fondi Chiusi; al 30.06.2004 ha registrato un utile netto di 488 mila euro (+ 14% rispetto al 30.06.2003). Copia dei prospetti di Stato Patrimoniale e Conto Economico, nonché di Conto Economico Riclassificato consolidato sono disponibili sul sito www.Interbanca.it . Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato – con decorrenza 10 settembre 2004 - la nomina del Condirettore Generale Paolo Braghieri, quale Direttore Generale dell’Istituto in sostituzione di Mauro Gambaro, al quale ha espresso unanime ringraziamento per il grande impegno e l’elevata professionalità profusi nell’interesse di Interbanca e del Gruppo Banca Antonveneta. Mauro Gambaro, Direttore Generale di Interbanca dal 1998 lascia l’incarico dopo aver contribuito in modo determinante al cambiamento della strategia e del profilo operativo della Banca. Paolo Braghieri In Interbanca dal 10 Giugno u.S. Quale Condirettore Generale; in precedenza ricopriva la carica di responsabile della divisione Corporate e Investment Banking di Abn Amro per l’Italia. Proviene da Credit Suisse First Boston di Londra, dove ha lavorato per 10 anni, ricoprendo vari incarichi nella divisione Investment Banking. Precedentemente Paolo Braghieri ha lavorato per Chase Manhattan Bank (ora J.p. Morgan) e al Politecnico di Milano. Braghieri è laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano. |
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INTERBANCA SPA RISULTATI DEL 1° SEMESTRE 2004 |
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Milano, 6 settembre 2004 - Queste le principali risultanze esaminate dal Consiglio di Amministrazione di Interbanca (Gruppo Banca Antonveneta) riunitosi il 2 settembre per approvare i risultati individuali e consolidati al 30 Giugno 2004. Risultati Economici
(Milioni di Euro) | Totale al 30.06.04 Consolidato | Margine d'Interesse | _ 58 | Ricavi Netti da Servizi e Capital Gains | 35 | Margine d'Intermediazione | 93 | Risultato di Gestione | _ 63 | Utile netto del Periodo | 28 | In relazione ai dati economici, comprensivi di Interbanca International Holding e di Interbanca Gestioni Investimenti Sgr, si evidenzia quanto segue: il risultato positivo del margine d’interesse (+ 2,6 % rispetto al 30.06.2003) beneficia dell’apporto della voce “dividendi” che risulta essere in crescita del 66,9%, grazie soprattutto alla distribuzione degli utili da parte delle partecipate di merchant banking. La diminuzione dei costi operativi, in confronto al primo semestre 2003 (- 4,7%). L’utile netto del periodo si attesta a 28 milioni di euro in flessione del – 26%, rispetto al primo semestre 2003. Principali Attivita’ Del Primo Semestre 2004 Corporate - L’attività ha risentito nel primo semestre 2004 del clima d’incertezza economica che ha pesato sulla capacità d’investimento delle aziende. Le consistenze dei crediti verso clientela risultano in leggera flessione dello 0,6% rispetto al 30.06.2003. L’attività di Portafoglio Sconto, pur risultando in flessione rispetto al periodo precedente, mantiene la Banca ai vertici di tale attività in ambito nazionale. L’attività di Credito Agevolato ha condotto alla valutazione di complessive 603 domande e le commissioni relative sono risultate pari a 2,6 milioni di euro. Le partecipazioni di merchant banking - Ammontano a 300 milioni di euro, di cui 29 milioni di Interbanca International Holding. L’attività di assunzione di partecipazioni è continuata nel corso del primo semestre 2004 con l’effettuazione di 1 investimento e incrementi di capitale in partecipazioni già in portafoglio. Si è proceduto inoltre a 3 dismissioni di Interbanca e ad una dismissione di Interbanca International Holding che hanno generato plusvalenze per 13,6 milioni di euro. Investment Banking Nonostante il continuo trend negativo nazionale ed internazionale del settore delle fusioni ed acquisizioni societarie il comparto M&a, nel corso del primo semestre 2004, ha acquisito 12 nuovi incarichi e portato a termine con successo 5 operazioni. Nel settore Equity Capital Market Interbanca ha agito in qualità di Global Coordinator e Lead Manager dell’Offerta Istituzionale nell’Ipo di Procomac S.p.a. E ha acquisito il mandato nel progetto di Ipo di Panaria in qualità di advisor. Interbanca Gestione Investimenti Sgr Controllata al 100% da Interbanca, gestisce con soddisfacenti performance tre Fondi Chiusi; al 30.06.2004 ha registrato un utile netto di 488 mila euro (+ 14% rispetto al 30.06.2003). Copia dei prospetti di Stato Patrimoniale e Conto Economico, nonché di Conto Economico Riclassificato consolidato sono disponibili sul sito www.Interbanca.it . Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato – con decorrenza 10 settembre 2004 - la nomina del Condirettore Generale Paolo Braghieri, quale Direttore Generale dell’Istituto in sostituzione di Mauro Gambaro, al quale ha espresso unanime ringraziamento per il grande impegno e l’elevata professionalità profusi nell’interesse di Interbanca e del Gruppo Banca Antonveneta. Mauro Gambaro, Direttore Generale di Interbanca dal 1998 lascia l’incarico dopo aver contribuito in modo determinante al cambiamento della strategia e del profilo operativo della Banca. Paolo Braghieri In Interbanca dal 10 Giugno u.S. Quale Condirettore Generale; in precedenza ricopriva la carica di responsabile della divisione Corporate e Investment Banking di Abn Amro per l’Italia. Proviene da Credit Suisse First Boston di Londra, dove ha lavorato per 10 anni, ricoprendo vari incarichi nella divisione Investment Banking. Precedentemente Paolo Braghieri ha lavorato per Chase Manhattan Bank (ora J.p. Morgan) e al Politecnico di Milano. Braghieri è laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano. |
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CREDITO ARTIGIANO: APPROVATI I RISULTATI SEMESTRALI AL 30 GIUGNO 2004 RACCOLTA DIRETTA: + 9,2% SU BASE ANNUA, + 6% DA INIZIO ANNO |
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Milano, 6 settembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Artigiano, riunitosi il 3 settembre sotto la presidenza del prof. Angelo Palma, ha approvato la Relazione semestrale al 30 giugno 2004, che evidenzia uno sviluppo equilibrato degli aggregati patrimoniali accompagnato da un sensibile incremento dei principali indicatori reddituali, in linea con gli obiettivi prefissati. La raccolta diretta si attesta a 3.513 milioni di euro, in crescita del 9,2% rispetto a giugno dello scorso anno e del 6% rispetto a dicembre 2003, mentre la raccolta indiretta raggiunge 3.966 milioni di euro, con un incremento rispettivamente del 5,8% e del 3,9%. Il risparmio gestito, compreso il comparto assicurativo, ammonta a 1.854 milioni di euro, con un aumento del 6,3% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno e del 5% rispetto a fine anno 2003. Complessivamente, la raccolta globale è pari a 7.479 milioni di euro, con una crescita del 7,4% rispetto a 6.966 milioni del giugno scorso e del 4,9% su 7.130 milioni di dicembre 2003. Gli impieghi alla clientela si attestano a 3.095 milioni di euro, con un incremento superiore al 17% su base annua e del 9,7% rispetto alla chiusura dell'anno precedente. Ancora sostenuta la dinamica della componente a medio lungo termine che, esprimendosi in 878 milioni di euro, registra una progressione del 21,4% nei dodici mesi. Il rapporto sofferenze nette/impieghi si attesta a 0,55% contro 0,34% a dicembre dello scorso anno. Positiva anche la dinamica dei principali indicatori reddituali. Il margine di interesse raggiunge 46,1 milioni di euro, con un incremento dell'8,3% su base annua sostenuto dalla crescita delle masse intermediate in presenza di un'ulteriore erosione degli spread. Tra i ricavi da servizi, segnano una positiva evoluzione soprattutto le commissioni nette, che assommano a 24,2 milioni di euro con un incremento del 22,3%. Il margine di intermediazione è di 75,6 milioni di euro, in crescita del 10%. I costi di gestione, di complessivi 50,3 milioni di euro, presentano un aumento del 2% su base annua, il risultato lordo di gestione è di 25,3 milioni di euro, in incremento del 30,3%, rispetto a 19,4 milioni del giugno 2003; il risultato dell'attività ordinaria, dopo aver effettuato significativi accantonamenti ai fondi rischi, si stabilisce in 15,7 milioni di euro, in crescita del 16,1% rispetto all'analogo periodo dello scorso anno. Il risultato dell'attività straordinaria (+ 0,6 milioni) e gli accantonamenti per oneri fiscali pari a 7,3 milioni di euro determinano il risultato netto di periodo di 9 milioni di euro, che evidenzia un incremento del 13,3% rispetto a giugno 2003. |
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CREDITO ARTIGIANO: APPROVATI I RISULTATI SEMESTRALI AL 30 GIUGNO 2004 RACCOLTA DIRETTA: + 9,2% SU BASE ANNUA, + 6% DA INIZIO ANNO |
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Milano, 6 settembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Artigiano, riunitosi il 3 settembre sotto la presidenza del prof. Angelo Palma, ha approvato la Relazione semestrale al 30 giugno 2004, che evidenzia uno sviluppo equilibrato degli aggregati patrimoniali accompagnato da un sensibile incremento dei principali indicatori reddituali, in linea con gli obiettivi prefissati. La raccolta diretta si attesta a 3.513 milioni di euro, in crescita del 9,2% rispetto a giugno dello scorso anno e del 6% rispetto a dicembre 2003, mentre la raccolta indiretta raggiunge 3.966 milioni di euro, con un incremento rispettivamente del 5,8% e del 3,9%. Il risparmio gestito, compreso il comparto assicurativo, ammonta a 1.854 milioni di euro, con un aumento del 6,3% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno e del 5% rispetto a fine anno 2003. Complessivamente, la raccolta globale è pari a 7.479 milioni di euro, con una crescita del 7,4% rispetto a 6.966 milioni del giugno scorso e del 4,9% su 7.130 milioni di dicembre 2003. Gli impieghi alla clientela si attestano a 3.095 milioni di euro, con un incremento superiore al 17% su base annua e del 9,7% rispetto alla chiusura dell'anno precedente. Ancora sostenuta la dinamica della componente a medio lungo termine che, esprimendosi in 878 milioni di euro, registra una progressione del 21,4% nei dodici mesi. Il rapporto sofferenze nette/impieghi si attesta a 0,55% contro 0,34% a dicembre dello scorso anno. Positiva anche la dinamica dei principali indicatori reddituali. Il margine di interesse raggiunge 46,1 milioni di euro, con un incremento dell'8,3% su base annua sostenuto dalla crescita delle masse intermediate in presenza di un'ulteriore erosione degli spread. Tra i ricavi da servizi, segnano una positiva evoluzione soprattutto le commissioni nette, che assommano a 24,2 milioni di euro con un incremento del 22,3%. Il margine di intermediazione è di 75,6 milioni di euro, in crescita del 10%. I costi di gestione, di complessivi 50,3 milioni di euro, presentano un aumento del 2% su base annua, il risultato lordo di gestione è di 25,3 milioni di euro, in incremento del 30,3%, rispetto a 19,4 milioni del giugno 2003; il risultato dell'attività ordinaria, dopo aver effettuato significativi accantonamenti ai fondi rischi, si stabilisce in 15,7 milioni di euro, in crescita del 16,1% rispetto all'analogo periodo dello scorso anno. Il risultato dell'attività straordinaria (+ 0,6 milioni) e gli accantonamenti per oneri fiscali pari a 7,3 milioni di euro determinano il risultato netto di periodo di 9 milioni di euro, che evidenzia un incremento del 13,3% rispetto a giugno 2003. |
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UNICREDITO ITALIANO SPA : BOND SUBORDINATO UNICREDIT SOTTOSCRITTO IN 3 ORE; RICHIESTE SUPERIORI A 3 VOLTE L'IMPORTO PREVISTO |
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Milano, 6 Settembre 2004 - Pieno riscontro per il prestito obbligazionario subordinato emesso da Unicredito Italiano lanciato il 2 settembre sull'Euromercato. L'emissione (della categoria "Lower tier 2") di ammontare pari a 500 mln/E, prevede una struttura a tasso fisso, con scadenza 15 anni e possibilità di rimborso anticipato a partire dalla scadenza del decimo anno (previo nulla osta di Banca d'Italia). L'offerta, che mirava al collocamento di un' emissione benchmark, definirà un nuovo punto di riferimento sulla curva di credito della banca, ha interessato diverse categorie di investitori, approfittando dell'eccellente momento del mercato obbligazionario in Europa. Il processo di book building, curato da Lehman Brothers, Sociàtà Gànàrale ed Ubm, in sole tre ore ha visto concretizzarsi una domanda pari a quasi quattro volte l'ammontare offerto. Tali richieste sono pervenute esclusivamente da investitori istituzionali (banche 16%; asset managers 45%; assicurazioni e fondi pensione: 34%; altri: 5%) con la seguente ripartizione geografica: Italia 26%; Germania 6%; Regno Unito 25%; Francia 23%; Benelux 15%. Il titolo è stato prezzato con una cedola annua del 4,50% ed un prezzo di emissione pari a 99,739%, per offrire un rendimento al mercato del 4,533% (equivalente a 35 punti base sopra tasso swap a 10 anni). In caso di mancato richiamo alla scadenza del decimo anno, il titolo diverrà a tasso variabile con un rendimento indicizzato al tasso Euribor maggiorato di 95 punti base. Il titolo, sarà emesso nell'ambito del Programma di Euro Medium Term Notes di Unicredit e verrà quotato presso la Borsa di Lussemburgo; sarà fatta inoltre richiesta di quotazione presso la Borsa Italiana (Euromot). Il rating atteso per l'emissione è Aa3(moody's)/a+(s |
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UNICREDITO ITALIANO SPA : BOND SUBORDINATO UNICREDIT SOTTOSCRITTO IN 3 ORE; RICHIESTE SUPERIORI A 3 VOLTE L'IMPORTO PREVISTO |
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Milano, 6 Settembre 2004 - Pieno riscontro per il prestito obbligazionario subordinato emesso da Unicredito Italiano lanciato il 2 settembre sull'Euromercato. L'emissione (della categoria "Lower tier 2") di ammontare pari a 500 mln/E, prevede una struttura a tasso fisso, con scadenza 15 anni e possibilità di rimborso anticipato a partire dalla scadenza del decimo anno (previo nulla osta di Banca d'Italia). L'offerta, che mirava al collocamento di un' emissione benchmark, definirà un nuovo punto di riferimento sulla curva di credito della banca, ha interessato diverse categorie di investitori, approfittando dell'eccellente momento del mercato obbligazionario in Europa. Il processo di book building, curato da Lehman Brothers, Sociàtà Gànàrale ed Ubm, in sole tre ore ha visto concretizzarsi una domanda pari a quasi quattro volte l'ammontare offerto. Tali richieste sono pervenute esclusivamente da investitori istituzionali (banche 16%; asset managers 45%; assicurazioni e fondi pensione: 34%; altri: 5%) con la seguente ripartizione geografica: Italia 26%; Germania 6%; Regno Unito 25%; Francia 23%; Benelux 15%. Il titolo è stato prezzato con una cedola annua del 4,50% ed un prezzo di emissione pari a 99,739%, per offrire un rendimento al mercato del 4,533% (equivalente a 35 punti base sopra tasso swap a 10 anni). In caso di mancato richiamo alla scadenza del decimo anno, il titolo diverrà a tasso variabile con un rendimento indicizzato al tasso Euribor maggiorato di 95 punti base. Il titolo, sarà emesso nell'ambito del Programma di Euro Medium Term Notes di Unicredit e verrà quotato presso la Borsa di Lussemburgo; sarà fatta inoltre richiesta di quotazione presso la Borsa Italiana (Euromot). Il rating atteso per l'emissione è Aa3(moody's)/a+(s |
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SPOSTATO A NOVEMBRE IL PAGAMENTO DEL DIVIDENDO AGGIUNTIVO DI 0,33 EURO AGLI AZIONISTI ENEL |
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Roma, 6 agosto 2004 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato l’intenzione di avviare un’Offerta pubblica di vendita (Opv) per il collocamento sul mercato, entro la prima metà di novembre 2004, di un’ulteriore tranche di azioni Enel. La Società ne prende atto e informa che l’ulteriore dividendo di 33 centesimi di euro per azione, del quale è già stata annunciata la distribuzione a titolo di acconto sul dividendo dell’esercizio 2004, verrà messo in pagamento in data 25 novembre 2004 – anziché in data 21 ottobre 2004 – con stacco della cedola previsto per il 22 novembre 2004. |
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SPOSTATO A NOVEMBRE IL PAGAMENTO DEL DIVIDENDO AGGIUNTIVO DI 0,33 EURO AGLI AZIONISTI ENEL |
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Roma, 6 agosto 2004 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato l’intenzione di avviare un’Offerta pubblica di vendita (Opv) per il collocamento sul mercato, entro la prima metà di novembre 2004, di un’ulteriore tranche di azioni Enel. La Società ne prende atto e informa che l’ulteriore dividendo di 33 centesimi di euro per azione, del quale è già stata annunciata la distribuzione a titolo di acconto sul dividendo dell’esercizio 2004, verrà messo in pagamento in data 25 novembre 2004 – anziché in data 21 ottobre 2004 – con stacco della cedola previsto per il 22 novembre 2004. |
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BANK OF AMERICA DETERMINA IL PREZZO DEI TITOLI DI PRIMO GRADO A 5 ANNI PER UN VALORE PARI A 750 MILIONI DI DOLLARI USA |
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Londra, 6 settembre 2004 - Bank of America Corporation ha annunciato, il 2 settembre di aver determinato il prezzo di un’ offerta di titoli di primo grado, a tasso variabile, del valore di 750 milioni di Euro (pari a 915 milioni di dollari Usa), la cui distribuzione avverrà principalmente in Europa. I titoli di primo grado producono un interesse annuo Euribor di 3 mesi del + .15 per cento, pagabile trimestralmente il 9 marzo, giugno, settembre e dicembre di ogni anno, con la prima data di pagamento degli interessi fissata per il 9 dicembre 2004. I titoli scadranno il 9 settembre 2009. I titoli saranno venduti tramite manager guidati da Banc of America Securities Limited e comprendono anche Hvb Corporates & Markets, Ing Financial Markets e Rabobank International. La chiusura è fissata in data 9 settembre 2004. L’emissione non è stata registrata presso la Sec statunitense (Securities and Exchange Commission) in base al Securities Act del 1933 e l’ offerta è rivolta esclusivamente agli investitori non residenti negli Stati Uniti. I titoli non potranno essere offerti o venduti negli Stati Uniti, o a un soggetto americano in assenza di registrazione, o che non possiede una idonea esenzione di registrazione. Bank of America prevede di quotare i titoli presso la borsa del Lussemburgo (Luxembourg Stock Exchange). I proventi dall’emissione saranno utilizzati per scopi aziendali generali. Banc of America Securities Limited fungerà da agente della stabilizzazione. Il processo di stabilizzazione sarà esercitato in conformità alle norme vigenti tra cui le Financial Services Authority/international Primary Market Association. Le azioni della Bank of America (sigla: Bac) sono quotate presso le Borse di New York, del Pacifico e di Londra e alcuni titoli sono altresì quotati presso la Borsa di Tokyo. Infolink: http://www.Bankofamerica.com |
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BANK OF AMERICA DETERMINA IL PREZZO DEI TITOLI DI PRIMO GRADO A 5 ANNI PER UN VALORE PARI A 750 MILIONI DI DOLLARI USA |
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Londra, 6 settembre 2004 - Bank of America Corporation ha annunciato, il 2 settembre di aver determinato il prezzo di un’ offerta di titoli di primo grado, a tasso variabile, del valore di 750 milioni di Euro (pari a 915 milioni di dollari Usa), la cui distribuzione avverrà principalmente in Europa. I titoli di primo grado producono un interesse annuo Euribor di 3 mesi del + .15 per cento, pagabile trimestralmente il 9 marzo, giugno, settembre e dicembre di ogni anno, con la prima data di pagamento degli interessi fissata per il 9 dicembre 2004. I titoli scadranno il 9 settembre 2009. I titoli saranno venduti tramite manager guidati da Banc of America Securities Limited e comprendono anche Hvb Corporates & Markets, Ing Financial Markets e Rabobank International. La chiusura è fissata in data 9 settembre 2004. L’emissione non è stata registrata presso la Sec statunitense (Securities and Exchange Commission) in base al Securities Act del 1933 e l’ offerta è rivolta esclusivamente agli investitori non residenti negli Stati Uniti. I titoli non potranno essere offerti o venduti negli Stati Uniti, o a un soggetto americano in assenza di registrazione, o che non possiede una idonea esenzione di registrazione. Bank of America prevede di quotare i titoli presso la borsa del Lussemburgo (Luxembourg Stock Exchange). I proventi dall’emissione saranno utilizzati per scopi aziendali generali. Banc of America Securities Limited fungerà da agente della stabilizzazione. Il processo di stabilizzazione sarà esercitato in conformità alle norme vigenti tra cui le Financial Services Authority/international Primary Market Association. Le azioni della Bank of America (sigla: Bac) sono quotate presso le Borse di New York, del Pacifico e di Londra e alcuni titoli sono altresì quotati presso la Borsa di Tokyo. Infolink: http://www.Bankofamerica.com |
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FIAT: NUOVA STRUTTURA ORGANIZZATIVA |
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Torino, 5 settembre 2004 - A poco più di un mese dall’annuncio effettuato il 26 luglio nell’incontro con la comunità finanziaria dall’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, incomincia a lavorare la squadra che dovrà gestire il cambiamento culturale e operativo dell’azienda. Il nuovo team, guidato dall’Amministratore Delegato di Fiat Auto Herbert Demel, garantirà una gestione efficace attraverso processi rapidi e snelli molto incentrati sul lavoro di squadra. Sono già stati definiti 24 responsabili delle 28 funzioni che riportano direttamente all’Amministratore Delegato. Gli altri quattro sono già stati identificati e i loro nominativi saranno comunicati nelle prossime settimane. L’organizzazione annunciata oggi sarà caratterizzata dall’attribuzione di sempre maggiore responsabilità alle persone, dal superamento della precedente struttura e dalla velocità di azione. Questa la nuova struttura organizzativa di Fiat Auto: Amministratore Delegato e Direttore Generale: Herbert Demel Brand & Commercial Fiat: Herbert Demel (ad interim); Brand & Commercial Alfa Romeo: Daniele Bandiera; Brand & Commercial Lancia: Luca De Meo; Brand & Commercial Lcv: Pier Luigi Zanframundo; After Sales: Benito De Filippis; Product Initiatives Segm A: Mauro Pierallini; Product Initiatives Segm B/lo: Stefano Monaco; Product Initiatives Segm C/l1: Fabio Mingrino; Product Initiatives Segm D/e: Carlo Mario Fugazza; Product Initiatives Segm Lcv: Angioletta Boero; Engineering & Design: Walter Mortara; Manufacturing: Antonio Bene; Supply Chain: da designare; Network Development and Coordination: Johann Wohlfarter (dal 1° ottobre); Fleet Management: da designare; Quality: Stefan Ketter; Financial Services: Giulio Salomone; Purchasing: Gianni Coda; Powertrain: Alfredo Altavilla; Brand Promotion: Lapo Elkann; Finance: Diego Pistone; Human Resources: Mario Mairano; Product Portfolio Management: da designare; Business Development: Alfredo Altavilla; Communication & Institutional Relations: Roberto Zuccato; Information Systems: Massimo Spada;- General Affairs: Giorgio Fossati; Compliance Officer: Gian Luca Forneron. |
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FIAT: NUOVA STRUTTURA ORGANIZZATIVA |
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Torino, 5 settembre 2004 - A poco più di un mese dall’annuncio effettuato il 26 luglio nell’incontro con la comunità finanziaria dall’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, incomincia a lavorare la squadra che dovrà gestire il cambiamento culturale e operativo dell’azienda. Il nuovo team, guidato dall’Amministratore Delegato di Fiat Auto Herbert Demel, garantirà una gestione efficace attraverso processi rapidi e snelli molto incentrati sul lavoro di squadra. Sono già stati definiti 24 responsabili delle 28 funzioni che riportano direttamente all’Amministratore Delegato. Gli altri quattro sono già stati identificati e i loro nominativi saranno comunicati nelle prossime settimane. L’organizzazione annunciata oggi sarà caratterizzata dall’attribuzione di sempre maggiore responsabilità alle persone, dal superamento della precedente struttura e dalla velocità di azione. Questa la nuova struttura organizzativa di Fiat Auto: Amministratore Delegato e Direttore Generale: Herbert Demel Brand & Commercial Fiat: Herbert Demel (ad interim); Brand & Commercial Alfa Romeo: Daniele Bandiera; Brand & Commercial Lancia: Luca De Meo; Brand & Commercial Lcv: Pier Luigi Zanframundo; After Sales: Benito De Filippis; Product Initiatives Segm A: Mauro Pierallini; Product Initiatives Segm B/lo: Stefano Monaco; Product Initiatives Segm C/l1: Fabio Mingrino; Product Initiatives Segm D/e: Carlo Mario Fugazza; Product Initiatives Segm Lcv: Angioletta Boero; Engineering & Design: Walter Mortara; Manufacturing: Antonio Bene; Supply Chain: da designare; Network Development and Coordination: Johann Wohlfarter (dal 1° ottobre); Fleet Management: da designare; Quality: Stefan Ketter; Financial Services: Giulio Salomone; Purchasing: Gianni Coda; Powertrain: Alfredo Altavilla; Brand Promotion: Lapo Elkann; Finance: Diego Pistone; Human Resources: Mario Mairano; Product Portfolio Management: da designare; Business Development: Alfredo Altavilla; Communication & Institutional Relations: Roberto Zuccato; Information Systems: Massimo Spada;- General Affairs: Giorgio Fossati; Compliance Officer: Gian Luca Forneron. |
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MERLONI: IL TASSO DI CRESCITA DEL FATTURATO DEL MESE DI AGOSTO 2004 E' STATO DELL'8,7% |
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Fabriano, 6 settembre 2004 Nel corso del convegno sul tema "Etica ed Economia" Vittorio Merloni, Presidente di Merloni Elettrodomestici, ha dichiarato che il tasso di crescita del fatturato del mese di agosto 2004 e' stato dell'8,7% rispetto ad agosto 2003. La Societa' precisa anche che la crescita media del fatturato per i mesi di luglio e agosto 2004 e' stata del 5,6% rispetto agli stessi mesi |
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MERLONI: IL TASSO DI CRESCITA DEL FATTURATO DEL MESE DI AGOSTO 2004 E' STATO DELL'8,7% |
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Fabriano, 6 settembre 2004 Nel corso del convegno sul tema "Etica ed Economia" Vittorio Merloni, Presidente di Merloni Elettrodomestici, ha dichiarato che il tasso di crescita del fatturato del mese di agosto 2004 e' stato dell'8,7% rispetto ad agosto 2003. La Societa' precisa anche che la crescita media del fatturato per i mesi di luglio e agosto 2004 e' stata del 5,6% rispetto agli stessi mesi |
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LA COMMISSIONE EUROPEA INFLIGGE AMMENDE AD ALCUNE IMPRESE PER UN CARTELLO NEL SETTORE DEI TUBI IDROTERMOSANITARI IN RAME |
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Bruxelles, 3 settembre 2004 - La Commissione europea ha deciso di infliggere ammende a un gruppo di imprese per un totale di 222,3 milioni di euro per avere attuato, per un periodo che ha raggiunto i 12 anni, un cartello nel mercato europeo dei tubi idrotermosanitari per acqua, gasolio e gas. Le imprese in questione sono il gruppo svedese Boliden, la greca Halcor S.a., Hme Nederland Bv, il gruppo Imi (Regno Unito), il gruppo Kme (Germania, Italia e Francia), Mueller Industries, Inc. (Stati Uniti, Regno Unito e Francia), la finlandese Outokumpu e la tedesca Wieland Werke Ag. Con la decisione odierna sale a € 4,55 miliardi l'importo totale delle ammende imposte dall'attuale Commissione per violazioni della normativa antitrust nell'Unione europea da quando essa ha assunto il mandato nell'ottobre 1999. “A causa del comportamento illecito delle imprese, il prezzo che i consumatori europei hanno pagato per effettuare lavori di sostituzione delle tubature o per acquistare un’abitazione è stato più elevato di quello che avrebbero pagato se il gioco della concorrenza avesse funzionato liberamente. La decisione odierna è un altro esempio della lotta senza tregua che questa Commissione ha condotto nei confronti dei cartelli” ha dichiarato il commissario per la concorrenza Mario Monti. La Commissione ha concluso che i principali produttori dei tubi idrotermosanitari in rame utilizzati nelle abitazioni e in altri edifici hanno attuato un cartello tra il giugno 1988 e il marzo 2001 nella maggior parte dello Spazio economico europeo in flagrante violazione delle disposizioni del trattato Ce e dell'accordo See che vietano le pratiche commerciali abusive (rispettivamente gli articoli 81 e 53). Nel 2000, l’ultimo anno in cui il cartello ha funzionato per l’intero anno, il mercato in questione aveva un valore di circa 1,15 miliardi di euro. La Commissione è stata informata del comportamento illegale nel gennaio 2001 quando Mueller Industries l’ha contattata in applicazione della comunicazione del 1996 sulla non imposizione o riduzione delle ammende che prevede la non imposizione di ammende all'impresa che per prima rivela l'esistenza di un cartello. Dall’indagine svolta dalla Commissione è emerso che le imprese avevano costituito un classico cartello ben strutturato che prevedeva l'utilizzo di nomi in codice e lo svolgimento di riunioni in sale anonime di aeroporti con il chiaro obiettivo di evitare la concorrenza mediante la ripartizione di volumi di produzione e di quote di mercato, la fissazione di prezzi obiettivo nonché l'imposizione di aumenti e di altre condizione commerciali relativamente ai tubi idrotermosanitari in rame nudo (e per quanto riguarda i gruppi Kme e Wieland i tubi idrotermosanitari in rame isolati in plastica). “L’obiettivo è mantenere alti i prezzi nei paesi con livello di prezzi elevato: se possibile aumentarli ulteriormente” scrisse uno dei rappresentanti delle imprese negli appunti presi durante la prima riunione a livello europeo che si svolse il 29 settembre 1989 a Zurigo nell’Airport Forum in cui i partecipanti fissarono anche l'incontro successivo che avrebbe avuto luogo meno di un mese dopo nella sala delle negoziazioni dell’aeroporto di Amsterdam. Nel corso delle riunioni essi verificavano inoltre l’applicazione degli accordi illeciti scambiandosi informazioni sulle vendite, sugli ordini, sulle quote di mercato e sui prezzi. Il cartello è stato organizzato su tre livelli: il primo e il più vecchio era il cosiddetto Sanco club (Sanco è il marchio di un tubo idrotermosanitario in rame nudo) cui partecipavano inizialmente Kme e Boliden e a cui si sono uniti successivamente Tréfimétaux, Europa Metalli e Wieland. Outokumpu e Imi si sono uniti un anno dopo, nel settembre 1989, e Mueller nel 1997, creando il cosiddetto “gruppo dei cinque” maggiori produttori europei: i tre più Wieland e Kme (comprese le controllate Tréfimétaux e Europa Metalli). In considerazione della gravità dei fatti, della durata delle violazioni, della dimensione relativa delle imprese e del loro relativo grado di cooperazione nelle indagini, la Commissione ha inflitto le seguenti ammende: - Boliden Ab, Boliden Fabrication Ab e Boliden Cuivre & Zinc S.a.: € 32,6 million - Halcor S.a.: € 9,16 million - Hme Nederland Bv: € 4,49 million - Imi plc, Imi Kynoch Ltd. E Yorkshire Copper Tube Ltd.: € 44,98 million - Km Europa Metal Ag, Tréfimétaux Sa e Europa Metalli Spa: € 67,08 million - Mueller Industries, Inc., Wtc Holding Company, Inc., Mueller Europe Ltd., Deno Holding Company, Inc. E Deno Acquisition Eurl: € 0 - Outokumpu Oyj e Outokumpu Copper Products Oy: € 36,14 million - Wieland Werke Ag, Austria Buntmetall Ag e Buntmetall Amstetten Ges.m.b.h.: € 27,8411 million |
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LA COMMISSIONE EUROPEA INFLIGGE AMMENDE AD ALCUNE IMPRESE PER UN CARTELLO NEL SETTORE DEI TUBI IDROTERMOSANITARI IN RAME |
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Bruxelles, 3 settembre 2004 - La Commissione europea ha deciso di infliggere ammende a un gruppo di imprese per un totale di 222,3 milioni di euro per avere attuato, per un periodo che ha raggiunto i 12 anni, un cartello nel mercato europeo dei tubi idrotermosanitari per acqua, gasolio e gas. Le imprese in questione sono il gruppo svedese Boliden, la greca Halcor S.a., Hme Nederland Bv, il gruppo Imi (Regno Unito), il gruppo Kme (Germania, Italia e Francia), Mueller Industries, Inc. (Stati Uniti, Regno Unito e Francia), la finlandese Outokumpu e la tedesca Wieland Werke Ag. Con la decisione odierna sale a € 4,55 miliardi l'importo totale delle ammende imposte dall'attuale Commissione per violazioni della normativa antitrust nell'Unione europea da quando essa ha assunto il mandato nell'ottobre 1999. “A causa del comportamento illecito delle imprese, il prezzo che i consumatori europei hanno pagato per effettuare lavori di sostituzione delle tubature o per acquistare un’abitazione è stato più elevato di quello che avrebbero pagato se il gioco della concorrenza avesse funzionato liberamente. La decisione odierna è un altro esempio della lotta senza tregua che questa Commissione ha condotto nei confronti dei cartelli” ha dichiarato il commissario per la concorrenza Mario Monti. La Commissione ha concluso che i principali produttori dei tubi idrotermosanitari in rame utilizzati nelle abitazioni e in altri edifici hanno attuato un cartello tra il giugno 1988 e il marzo 2001 nella maggior parte dello Spazio economico europeo in flagrante violazione delle disposizioni del trattato Ce e dell'accordo See che vietano le pratiche commerciali abusive (rispettivamente gli articoli 81 e 53). Nel 2000, l’ultimo anno in cui il cartello ha funzionato per l’intero anno, il mercato in questione aveva un valore di circa 1,15 miliardi di euro. La Commissione è stata informata del comportamento illegale nel gennaio 2001 quando Mueller Industries l’ha contattata in applicazione della comunicazione del 1996 sulla non imposizione o riduzione delle ammende che prevede la non imposizione di ammende all'impresa che per prima rivela l'esistenza di un cartello. Dall’indagine svolta dalla Commissione è emerso che le imprese avevano costituito un classico cartello ben strutturato che prevedeva l'utilizzo di nomi in codice e lo svolgimento di riunioni in sale anonime di aeroporti con il chiaro obiettivo di evitare la concorrenza mediante la ripartizione di volumi di produzione e di quote di mercato, la fissazione di prezzi obiettivo nonché l'imposizione di aumenti e di altre condizione commerciali relativamente ai tubi idrotermosanitari in rame nudo (e per quanto riguarda i gruppi Kme e Wieland i tubi idrotermosanitari in rame isolati in plastica). “L’obiettivo è mantenere alti i prezzi nei paesi con livello di prezzi elevato: se possibile aumentarli ulteriormente” scrisse uno dei rappresentanti delle imprese negli appunti presi durante la prima riunione a livello europeo che si svolse il 29 settembre 1989 a Zurigo nell’Airport Forum in cui i partecipanti fissarono anche l'incontro successivo che avrebbe avuto luogo meno di un mese dopo nella sala delle negoziazioni dell’aeroporto di Amsterdam. Nel corso delle riunioni essi verificavano inoltre l’applicazione degli accordi illeciti scambiandosi informazioni sulle vendite, sugli ordini, sulle quote di mercato e sui prezzi. Il cartello è stato organizzato su tre livelli: il primo e il più vecchio era il cosiddetto Sanco club (Sanco è il marchio di un tubo idrotermosanitario in rame nudo) cui partecipavano inizialmente Kme e Boliden e a cui si sono uniti successivamente Tréfimétaux, Europa Metalli e Wieland. Outokumpu e Imi si sono uniti un anno dopo, nel settembre 1989, e Mueller nel 1997, creando il cosiddetto “gruppo dei cinque” maggiori produttori europei: i tre più Wieland e Kme (comprese le controllate Tréfimétaux e Europa Metalli). In considerazione della gravità dei fatti, della durata delle violazioni, della dimensione relativa delle imprese e del loro relativo grado di cooperazione nelle indagini, la Commissione ha inflitto le seguenti ammende: - Boliden Ab, Boliden Fabrication Ab e Boliden Cuivre & Zinc S.a.: € 32,6 million - Halcor S.a.: € 9,16 million - Hme Nederland Bv: € 4,49 million - Imi plc, Imi Kynoch Ltd. E Yorkshire Copper Tube Ltd.: € 44,98 million - Km Europa Metal Ag, Tréfimétaux Sa e Europa Metalli Spa: € 67,08 million - Mueller Industries, Inc., Wtc Holding Company, Inc., Mueller Europe Ltd., Deno Holding Company, Inc. E Deno Acquisition Eurl: € 0 - Outokumpu Oyj e Outokumpu Copper Products Oy: € 36,14 million - Wieland Werke Ag, Austria Buntmetall Ag e Buntmetall Amstetten Ges.m.b.h.: € 27,8411 million |
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BASILEA 2: ARRIVA IL “QUICK TEST” DELLA SALUTE FINANZIARIA DELL’IMPRESA SU MI.CAMCOM.IT UN ESAME GRATUITO SUI DATI DI BILANCIO. |
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Milano, 6 settembre 2004 - Quanto è affidabile la mia impresa dal punto di vista finanziario? Come risponde ai parametri di Basilea 2? Arriva “Quick test”, un facile ed efficace strumento di valutazione dello “stato di salute” dell’impresa. Gratuito, sul sito www.Mi.camcom.it . Lo propone la Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Acf- Agenzia del Credito e della Finanza - e Consorzio Camerale per i mercati locali e l’innovazione finanziaria. Alla fine dell’elaborazione, che richiederà pochi secondi, il Quick Test fornirà un’indicazione complessiva relativa alla situazione finanziaria, sintetizzata in tre aree colore che riportano idealmente alla figura del “tachimetro”: area rossa, area del rischio; gialla, della criticità; verde, della sicurezza. “Il credito per le piccole imprese deve essere sempre di più un fattore di sviluppo e non una criticità, - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano - anche in vista del nuovo Accordo di Basilea. E su questo la Camera di commercio si impegna attraverso l’Osservatorio sul credito con iniziative di finanziamento per ridurre il costo del credito per le imprese, ed ora con questo strumento di autovalutazione per aiutare le imprese a monitorare la propria “salute finanziaria”. Che dati occorre fornire? Voci di bilancio (patrimonio netto, totale passivo), voci sui debiti finanziari (obbligazioni, obbligazioni convertibili, debiti verso altri finanziatori, debiti totali verso banche), voci sul passivo corrente (obbligazioni a breve, obbligazioni convertibili a breve, debiti verso altri finanziatori a breve, acconti, debiti verso fornitori, debiti verso banche a breve, debiti rappresentati da titoli di credito, debiti tributari, altri debiti verso istituti previdenziali, ratei e risconti passivi), voci dell'attivo (immobilizzazioni, attivo circolante), voci del conto economico (differenza tra valore e costi della produzione, reddito netto, interessi ed altri oneri finanziari, ammortamenti e svalutazioni). Uno strumento di autovalutazione. Attraverso l’utilizzo dei dati di bilancio Quick Test consente di “misurare” il grado di affidabilità finanziaria dell’impresa valutata secondo i parametri di Basilea 2. Il Quick Test non è un rating e non si sostituisce a più attente e dettagliate analisi di valutazione della stabilità finanziaria e reddituale dell’impresa. Il Quick Test serve a verificare con ragionevole certezza qual è lo stato di salute dell’impresa ricavabile dai dati di bilancio, gli stessi dati su cui le banche in virtù dei nuovi accordi di Basilea 2 procedono alla valutazione della rischiosità dell’impresa e, quindi, alla decisione di affidamento e alla decisione del relativo prezzo del credito. Avere un’indicazione di massima, attraverso il Quick Test, consente all’imprenditore sia di indagare meglio eventuali segnali di criticità sia di approntare misure in grado di superare eventuali situazioni di rischio della propria impresa. Come fare il Quick Test ? Si accede dal sito www.Mi.camcom.it. Collegarsi dal logo Quick Test. Quindi “Accedi a Quick Test”. Da qui è sufficiente registrarsi e riempire correttamente nelle caselle indicate i dati richiesti relativi all’ultimo bilancio e premere il tasto Calcola. Quali sono e come interpretare i risultati del Quick Test ? Alla fine della elaborazione, che richiederà pochi secondi, il Quick Test fornirà un’indicazione complessiva relativa alla situazione finanziaria sintetizzata in tre aree colore che riportano idealmente alla figura del “tachimetro”: Area rossa, area del rischio: l’impresa soffre di una forte criticità complessiva. E’ opportuno, magari con l’aiuto di un professionista o di un’analisi più dettagliata e puntuale, individuare la causa della sofferenza e intervenire al più presto. Area gialla, area della criticità: l’impresa collocata in quest’area, pur avendo uno stato di salute complessivamente buono, segnala alcuni squilibri che, se non registrati e presi in tempo, potrebbero nel breve termine portare a situazioni di crisi più pesante. Area verde, area della sicurezza: l’impresa collocata in quest’area registra una situazione di sostanziale benessere, tanto maggiore quanto più è sicuro il posizionamento nell’area. Una maggior attenzione va posta, al contrario, per l’impresa che si colloca in questo segmento, appena al di sopra della fascia gialla di criticità. Per informazioni: Camera di commercio di Milano - Servizio Promozione dell’Innovazione e del Credito, e-mail contributialleimprese@mi.Camcom.it ; per informazioni e approfondimenti su “Basilea2” Consorzio Camerale per i mercati locali e l’innovazione finanziaria, www.Pmibasilea.it ; per informazioni e approfondimenti sul rating Agenzia del Credito e della Finanza Spa, www.Acfspa.com , tel. 02 58370.270-275, e-mail: acf@acfspa.Com |
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BASILEA 2: ARRIVA IL “QUICK TEST” DELLA SALUTE FINANZIARIA DELL’IMPRESA SU MI.CAMCOM.IT UN ESAME GRATUITO SUI DATI DI BILANCIO. |
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Milano, 6 settembre 2004 - Quanto è affidabile la mia impresa dal punto di vista finanziario? Come risponde ai parametri di Basilea 2? Arriva “Quick test”, un facile ed efficace strumento di valutazione dello “stato di salute” dell’impresa. Gratuito, sul sito www.Mi.camcom.it . Lo propone la Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Acf- Agenzia del Credito e della Finanza - e Consorzio Camerale per i mercati locali e l’innovazione finanziaria. Alla fine dell’elaborazione, che richiederà pochi secondi, il Quick Test fornirà un’indicazione complessiva relativa alla situazione finanziaria, sintetizzata in tre aree colore che riportano idealmente alla figura del “tachimetro”: area rossa, area del rischio; gialla, della criticità; verde, della sicurezza. “Il credito per le piccole imprese deve essere sempre di più un fattore di sviluppo e non una criticità, - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano - anche in vista del nuovo Accordo di Basilea. E su questo la Camera di commercio si impegna attraverso l’Osservatorio sul credito con iniziative di finanziamento per ridurre il costo del credito per le imprese, ed ora con questo strumento di autovalutazione per aiutare le imprese a monitorare la propria “salute finanziaria”. Che dati occorre fornire? Voci di bilancio (patrimonio netto, totale passivo), voci sui debiti finanziari (obbligazioni, obbligazioni convertibili, debiti verso altri finanziatori, debiti totali verso banche), voci sul passivo corrente (obbligazioni a breve, obbligazioni convertibili a breve, debiti verso altri finanziatori a breve, acconti, debiti verso fornitori, debiti verso banche a breve, debiti rappresentati da titoli di credito, debiti tributari, altri debiti verso istituti previdenziali, ratei e risconti passivi), voci dell'attivo (immobilizzazioni, attivo circolante), voci del conto economico (differenza tra valore e costi della produzione, reddito netto, interessi ed altri oneri finanziari, ammortamenti e svalutazioni). Uno strumento di autovalutazione. Attraverso l’utilizzo dei dati di bilancio Quick Test consente di “misurare” il grado di affidabilità finanziaria dell’impresa valutata secondo i parametri di Basilea 2. Il Quick Test non è un rating e non si sostituisce a più attente e dettagliate analisi di valutazione della stabilità finanziaria e reddituale dell’impresa. Il Quick Test serve a verificare con ragionevole certezza qual è lo stato di salute dell’impresa ricavabile dai dati di bilancio, gli stessi dati su cui le banche in virtù dei nuovi accordi di Basilea 2 procedono alla valutazione della rischiosità dell’impresa e, quindi, alla decisione di affidamento e alla decisione del relativo prezzo del credito. Avere un’indicazione di massima, attraverso il Quick Test, consente all’imprenditore sia di indagare meglio eventuali segnali di criticità sia di approntare misure in grado di superare eventuali situazioni di rischio della propria impresa. Come fare il Quick Test ? Si accede dal sito www.Mi.camcom.it. Collegarsi dal logo Quick Test. Quindi “Accedi a Quick Test”. Da qui è sufficiente registrarsi e riempire correttamente nelle caselle indicate i dati richiesti relativi all’ultimo bilancio e premere il tasto Calcola. Quali sono e come interpretare i risultati del Quick Test ? Alla fine della elaborazione, che richiederà pochi secondi, il Quick Test fornirà un’indicazione complessiva relativa alla situazione finanziaria sintetizzata in tre aree colore che riportano idealmente alla figura del “tachimetro”: Area rossa, area del rischio: l’impresa soffre di una forte criticità complessiva. E’ opportuno, magari con l’aiuto di un professionista o di un’analisi più dettagliata e puntuale, individuare la causa della sofferenza e intervenire al più presto. Area gialla, area della criticità: l’impresa collocata in quest’area, pur avendo uno stato di salute complessivamente buono, segnala alcuni squilibri che, se non registrati e presi in tempo, potrebbero nel breve termine portare a situazioni di crisi più pesante. Area verde, area della sicurezza: l’impresa collocata in quest’area registra una situazione di sostanziale benessere, tanto maggiore quanto più è sicuro il posizionamento nell’area. Una maggior attenzione va posta, al contrario, per l’impresa che si colloca in questo segmento, appena al di sopra della fascia gialla di criticità. Per informazioni: Camera di commercio di Milano - Servizio Promozione dell’Innovazione e del Credito, e-mail contributialleimprese@mi.Camcom.it ; per informazioni e approfondimenti su “Basilea2” Consorzio Camerale per i mercati locali e l’innovazione finanziaria, www.Pmibasilea.it ; per informazioni e approfondimenti sul rating Agenzia del Credito e della Finanza Spa, www.Acfspa.com , tel. 02 58370.270-275, e-mail: acf@acfspa.Com |
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VOGLIA DI IMPRESA DOPO - VACANZE? ARRIVANO IN AIUTO I CORSI FORMAPER PROPONE CORSI E SEMINARI PER GLI IMPRENDITORI "IN ERBA" |
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Milano, 6 settembre 2004 - “Come fare un business plan”, "Mettersi in proprio: imparare a vendere", "Promuovere spettacoli ed eventi culturali", "Creare impresa nei servizi sociali: infanzia, giovani, terza età”, "Gestire e sviluppare la piccola impresa": sono alcuni dei seminari e dei corsi organizzati da Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, da settembre a dicembre. I temi-novità sono: sociale, ambiente che si affiancano a quelli tradizionali sulle principali funzioni aziendali - marketing, personale, bilancio. “L’attività della Camera di Commercio, per quel che riguarda la nascita di nuove imprese, - ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano - dal 1987 ha coinvolto 48.000 persone tra aspiranti e piccoli imprenditori. E fare impresa, sono convinto, rappresenta il modo più creativo di creare nuova occupazione, contribuendo così "da protagonisti" allo sviluppo di Milano e del Paese”. Seminari e corsi Orientamento all'imprenditorialità e al lavoro autonomo. Il seminario “Mettersi in proprio” (30 settembre – 11 novembre), fornisce agli aspiranti imprenditori i primi elementi per orientarsi in un mercato sempre più dinamico e competitivo. Ma per chi volesse acquisire le competenze necessarie per svolgere anche la funzione di vendita c’è il seminario “Mettersi in proprio: imparare a vendere” (21 ottobre). Per chi invece apprendere gli elementi per comprendere il franchising come una forma di distribuzione moderna e saper leggere vincoli e vantaggi della relazione di partnership tipica del rapporto di franchising può iscriversi al seminario “Mettersi in proprio nel franchising” (26 novembre). La creazione d'impresa ed il lavoro autonomo: cosa fare per conoscere il mercato, prevedere prezzi e costi, scegliere la forma giuridica e trovare finanziamenti? Per avviare un’impresa su solide basi, il primo passo è quello di elaborare e realizzare il business plan. Ed ecco i seminari: “Come fare un business plan” (11/12/13 novembre) e “Promuovere spettacoli ed eventi culturali. Come fare un piano d’impresa” (5/6 novembre) aiuta a identificare gli strumenti fondamentali per definire ed elaborare un piano di fattibilità. Nuovo sul fronte delle attività imprenditoriali, esso si prefigge di dare gli elementi di orientamento nel panorama della domanda e dell'offerta di spettacolo. E poi i seminari: “Creare impresa nei servizi sociali: infanzia, giovani, terza età” (15/16 ottobre), settore in forte espansione che risponde ad una crescente domanda sociale di nuovi bisogni e maggior attenzione ai diritti personali, “Diventare consulente nei servizi ambientali” (22/23 ottobre) che offrirà elementi utili a conoscere il settore dell’ambiente, valutandone i vincoli e cogliendone l’opportunità. Tutto il sapere manageriale si è sviluppato considerando le grandi organizzazioni. Le piccole imprese funzionano in modo diverso e originale. Per saper gestire una piccola impresa occorre disporre di conoscenze, metodologie e tecniche adeguate e specifiche. Tra i corsi organizzati da Formaper per aiutare i piccoli imprenditori troviamo: “Gestire e sviluppare la piccola impresa” (inizio corso il 18 ottobre), un programma innovativo progettato appositamente per sviluppare la professionalità del piccolo imprenditore e “Costruire autonomamente un sistema qualità certificabile” (inizio corso 20 ottobre). Ci sono poi i corsi e seminari su marketing e vendite: “La rete di vendita” (5/6 ottobre), “La trattativa commerciale” (20/21/28 ottobre), “Gestire le risorse umane della rete di vendita” (23/24 novembre) e quelli sull'Amministrazione sulla finanza e sul controllo, quale "Il bilancio per non specialisti" (12/13 ottobre) che affronta le tematiche della gestione aziendale attraverso l'analisi dei processi. Spesso imprenditori e manager sperimentano situazioni di utilizzo non ottimale del proprio tempo di lavoro e di vita, disorganizzazione e improduttività, insoddisfazione, ansia e stress. Diviene quindi fondamentale sviluppare abilità manageriali. A questo proposito sono stati organizzati i corsi: “Migliorare se stessi per gestire gli altri” (inizio corso 5 ottobre) e “Comunicare in pubblico” (1/2 dicembre). Per informazioni e iscrizioni : Formaper, Segreteria Corsi, Via Camperio 1 - 20123 Milano. Tel. 028515.5385 - Fax 02/8515.5331 - E-mail: formaper.Mkt@mi.camcom.it - Sito Internet http://www.Formaper.it |
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VOGLIA DI IMPRESA DOPO - VACANZE? ARRIVANO IN AIUTO I CORSI FORMAPER PROPONE CORSI E SEMINARI PER GLI IMPRENDITORI "IN ERBA" |
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Milano, 6 settembre 2004 - “Come fare un business plan”, "Mettersi in proprio: imparare a vendere", "Promuovere spettacoli ed eventi culturali", "Creare impresa nei servizi sociali: infanzia, giovani, terza età”, "Gestire e sviluppare la piccola impresa": sono alcuni dei seminari e dei corsi organizzati da Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, da settembre a dicembre. I temi-novità sono: sociale, ambiente che si affiancano a quelli tradizionali sulle principali funzioni aziendali - marketing, personale, bilancio. “L’attività della Camera di Commercio, per quel che riguarda la nascita di nuove imprese, - ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano - dal 1987 ha coinvolto 48.000 persone tra aspiranti e piccoli imprenditori. E fare impresa, sono convinto, rappresenta il modo più creativo di creare nuova occupazione, contribuendo così "da protagonisti" allo sviluppo di Milano e del Paese”. Seminari e corsi Orientamento all'imprenditorialità e al lavoro autonomo. Il seminario “Mettersi in proprio” (30 settembre – 11 novembre), fornisce agli aspiranti imprenditori i primi elementi per orientarsi in un mercato sempre più dinamico e competitivo. Ma per chi volesse acquisire le competenze necessarie per svolgere anche la funzione di vendita c’è il seminario “Mettersi in proprio: imparare a vendere” (21 ottobre). Per chi invece apprendere gli elementi per comprendere il franchising come una forma di distribuzione moderna e saper leggere vincoli e vantaggi della relazione di partnership tipica del rapporto di franchising può iscriversi al seminario “Mettersi in proprio nel franchising” (26 novembre). La creazione d'impresa ed il lavoro autonomo: cosa fare per conoscere il mercato, prevedere prezzi e costi, scegliere la forma giuridica e trovare finanziamenti? Per avviare un’impresa su solide basi, il primo passo è quello di elaborare e realizzare il business plan. Ed ecco i seminari: “Come fare un business plan” (11/12/13 novembre) e “Promuovere spettacoli ed eventi culturali. Come fare un piano d’impresa” (5/6 novembre) aiuta a identificare gli strumenti fondamentali per definire ed elaborare un piano di fattibilità. Nuovo sul fronte delle attività imprenditoriali, esso si prefigge di dare gli elementi di orientamento nel panorama della domanda e dell'offerta di spettacolo. E poi i seminari: “Creare impresa nei servizi sociali: infanzia, giovani, terza età” (15/16 ottobre), settore in forte espansione che risponde ad una crescente domanda sociale di nuovi bisogni e maggior attenzione ai diritti personali, “Diventare consulente nei servizi ambientali” (22/23 ottobre) che offrirà elementi utili a conoscere il settore dell’ambiente, valutandone i vincoli e cogliendone l’opportunità. Tutto il sapere manageriale si è sviluppato considerando le grandi organizzazioni. Le piccole imprese funzionano in modo diverso e originale. Per saper gestire una piccola impresa occorre disporre di conoscenze, metodologie e tecniche adeguate e specifiche. Tra i corsi organizzati da Formaper per aiutare i piccoli imprenditori troviamo: “Gestire e sviluppare la piccola impresa” (inizio corso il 18 ottobre), un programma innovativo progettato appositamente per sviluppare la professionalità del piccolo imprenditore e “Costruire autonomamente un sistema qualità certificabile” (inizio corso 20 ottobre). Ci sono poi i corsi e seminari su marketing e vendite: “La rete di vendita” (5/6 ottobre), “La trattativa commerciale” (20/21/28 ottobre), “Gestire le risorse umane della rete di vendita” (23/24 novembre) e quelli sull'Amministrazione sulla finanza e sul controllo, quale "Il bilancio per non specialisti" (12/13 ottobre) che affronta le tematiche della gestione aziendale attraverso l'analisi dei processi. Spesso imprenditori e manager sperimentano situazioni di utilizzo non ottimale del proprio tempo di lavoro e di vita, disorganizzazione e improduttività, insoddisfazione, ansia e stress. Diviene quindi fondamentale sviluppare abilità manageriali. A questo proposito sono stati organizzati i corsi: “Migliorare se stessi per gestire gli altri” (inizio corso 5 ottobre) e “Comunicare in pubblico” (1/2 dicembre). Per informazioni e iscrizioni : Formaper, Segreteria Corsi, Via Camperio 1 - 20123 Milano. Tel. 028515.5385 - Fax 02/8515.5331 - E-mail: formaper.Mkt@mi.camcom.it - Sito Internet http://www.Formaper.it |
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DIRITTO E IMPRESE: LA CONCILIAZIONE SI APRE ALLE SOCIETÀ IN LOMBARDIA, TOSCANA E VENETO LE IMPRESE PIÙ “CONCILIANTI” NEL 2003 |
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Roma, 6 settembre 2004 – Estensione della procedura di conciliazione dalle sole controversie tra imprese e consumatori anche alle liti commerciali, riguardanti i rapporti tra società, banche e intermediari finanziari. Istituzione di un Registro degli enti di conciliazione pubblici e privati, al cui interno le Camere di Commercio verranno iscritte di diritto. Adozione dell’autoregolamentazione tariffaria adottata dal sistema camerale quale parametro di riferimento per i costi della conciliazione praticata dagli enti pubblici. Riconoscimento e valorizzazione dell’attività di formazione dei conciliatori realizzata dalle Camere di Commercio con l’adozione del modello definito a livello nazionale dall’Unioncamere. Questi alcuni degli aspetti innovativi contenuti nei regolamenti sul processo commerciale, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 23 agosto, messi in evidenza dal presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli che, nell’occasione, ha reso noti i dati sulle attività di conciliazione svolte dalle Camere di Commercio nel 2003. “Dare certezza di tempi e costi alla giustizia commerciale – ha osservato il Presidente di Unioncamere - è un fattore di competitività per le nostre imprese. Con questo iniziativa il Legislatore mostra di credere, e di credere fortemente, nei benefici derivanti dalla diffusione della conciliazione, riconoscendo l’esperienza acquisita in quest’ambito dalle Camere di Commercio. Nel 2003 – ha detto Carlo Sangalli - le Camere hanno amministrato 2.218 procedure di conciliazione, l’87% in più dell’anno precedente: è un segnale importante di quanto i cittadini siano alla ricerca di regole e procedure rapide, economiche e ‘dedicate’ a garantire i loro rapporti economici. Negli ultimi anni – ha concluso Sangalli - l’impiego di questo strumento è cresciuto soprattutto nei rapporti tra imprese e consumatori. Con la partenza della riforma ci attendiamo una spinta decisiva al suo utilizzo anche da parte delle imprese, che potrà contribuire in modo significativo ad alleggerire il lavoro della giustizia ordinaria”. I due regolamenti pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 23 agosto scorso, danno attuazione agli articoli 38 e 39 del decreto legislativo 5/2003 sulla riforma del diritto societario (“Definizione dei procedimenti in materia di diritto societario e di intermediazione finanziaria, nonché in materia bancaria e creditizia, in attuazione dell’articolo 12 della legge 366/2001”). Le nuove norme, rese operative dalla pubblicazione dei regolamenti, introducono per la prima volta nell’ordinamento societario regole per l’utilizzo della conciliazione nei rapporti tra imprese. Grazie a queste, società di capitali e società cooperative potranno inserire nei propri statuti e contratti la clausola di conciliazione per la risoluzione di controversie insorgenti tra soci della stessa impresa, con altre imprese, con le banche e con gli intermediari finanziari1, con la certezza di operare entro un sistema codificato di specifiche procedure. Di questa opportunità potranno avvalersi 1.034.832 società di capitali e 147.754 società cooperative, adeguando (le prime entro il 30 settembre, le seconde entro il 31 dicembre 2004) i propri statuti alle nuove norme introdotte dalla riforma dei diritto societario. Scegliendo la via della giustizia alternativa l’impresa si assicura che il primo tentativo di risoluzione delle liti in materia commerciale dovrà avvenire dinanzi ad una Commissione di conciliazione il cui verbale – per la prima volta - assume efficacia di titolo esecutivo per l’espropriazione forzata e l’iscrizione di ipoteca giudiziale (previa omologazione del Tribunale). Solo nel caso in cui il tentativo di conciliazione fallisse si potrà fare ricorso alla giustizia ordinaria. L’altra grande novità riguarda la disciplina degli organismi di conciliazione. La riforma del diritto societario, infatti, prevede l’istituzione di un Registro presso il Ministero della Giustizia, cui devono accreditarsi i centri pubblici e privati che intendano gestire procedure di conciliazione in materia di contratti. Il Ministero conferirà l’accreditamento a coloro che, sulla base dei regolamenti e delle tariffe, offriranno garanzie di serietà ed efficienza. Le Camere di Commercio sono gli unici enti pubblici che verranno iscritti di diritto nel Registro, previa presentazione di una semplice domanda. Le attività di conciliazione delle Camere di Commercio nel 2003 Nel 2003 le domande di conciliazione ricevute e gestite dalle Camere di Commercio sono risultate 2.128: 343 relative a controversie nascenti da rapporti tra imprese e 1.785 relative a rapporti tra imprese e consumatori. Complessivamente, il valore medio delle conciliazioni è risultato pari a 53.164 euro mentre la durata media è stata di 38 giorni. Per quanto riguarda le sole controversie relative a rapporti tra imprese, il valore medio è stato di 102.487 euro e la durata media di 40 giorni. Di queste, circa un terzo (100) hanno riguardato la materia della subfornitura, con una durata media dei casi di 36 giorni ed un valore medio di 430.765 euro. Nel 70% dei casi, chi ricorre alla conciliazione ha dichiarato di aver scelto questa soluzione principalmente per l’economicità del servizio e la rapidità delle procedure, nel restante 30% per l’affidabilità del servizio. Dal punto di vista settoriale, nel 30% dei casi le vertenze tra imprese risolte attraverso la conciliazione hanno riguardato il comparto delle telecomunicazioni. A distanza seguono le controversie nel commercio (10% del totale delle procedure) e dell’edilizia (9%). Artigianato e industria manifatturiera si sono attestate al 7% del totale, mentre solo il 3% delle vertenze ha riguardato il turismo. A livello territoriale Puglia (573 procedure), Toscana (467) e Lombardia (265) sono le regioni in cui nel 2003 si è concentrato il 61,3% del totale delle procedure di conciliazione svolte dalle Camere di Commercio. La graduatoria delle conciliazioni tra sole imprese vede invece al comando la Lombardia (100 procedure), seguita dalla Toscana (59) e dal Veneto (40). Anche in questo caso, le prime tre regioni insieme considerate superano abbondantemente (58%) la metà di tutte le conciliazioni gestite dalle Camere. 1 Il ricorso alla conciliazione si applica ad un’ampia fattispecie di controversie riguardanti i rapporti societari, il trasferimento delle partecipazioni sociali, i patti parasociali, i rapporti in materia di intermediazione mobiliare, servizi e contratti di investimento, fondi di investimento, gestione collettiva del risparmio e gestione accentrata di strumenti finanziari, vendita di prodotti finanziari (tra cui la cartolarizzazione dei crediti), offerte pubbliche di acquisto e di scambio, contratti di borsa; controversie promosse da una banca nei confronti di un’altra banca, ovvero da o contro un’associazione di consumatori o Camere di Commercio. |
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DIRITTO E IMPRESE: LA CONCILIAZIONE SI APRE ALLE SOCIETÀ IN LOMBARDIA, TOSCANA E VENETO LE IMPRESE PIÙ “CONCILIANTI” NEL 2003 |
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Roma, 6 settembre 2004 – Estensione della procedura di conciliazione dalle sole controversie tra imprese e consumatori anche alle liti commerciali, riguardanti i rapporti tra società, banche e intermediari finanziari. Istituzione di un Registro degli enti di conciliazione pubblici e privati, al cui interno le Camere di Commercio verranno iscritte di diritto. Adozione dell’autoregolamentazione tariffaria adottata dal sistema camerale quale parametro di riferimento per i costi della conciliazione praticata dagli enti pubblici. Riconoscimento e valorizzazione dell’attività di formazione dei conciliatori realizzata dalle Camere di Commercio con l’adozione del modello definito a livello nazionale dall’Unioncamere. Questi alcuni degli aspetti innovativi contenuti nei regolamenti sul processo commerciale, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 23 agosto, messi in evidenza dal presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli che, nell’occasione, ha reso noti i dati sulle attività di conciliazione svolte dalle Camere di Commercio nel 2003. “Dare certezza di tempi e costi alla giustizia commerciale – ha osservato il Presidente di Unioncamere - è un fattore di competitività per le nostre imprese. Con questo iniziativa il Legislatore mostra di credere, e di credere fortemente, nei benefici derivanti dalla diffusione della conciliazione, riconoscendo l’esperienza acquisita in quest’ambito dalle Camere di Commercio. Nel 2003 – ha detto Carlo Sangalli - le Camere hanno amministrato 2.218 procedure di conciliazione, l’87% in più dell’anno precedente: è un segnale importante di quanto i cittadini siano alla ricerca di regole e procedure rapide, economiche e ‘dedicate’ a garantire i loro rapporti economici. Negli ultimi anni – ha concluso Sangalli - l’impiego di questo strumento è cresciuto soprattutto nei rapporti tra imprese e consumatori. Con la partenza della riforma ci attendiamo una spinta decisiva al suo utilizzo anche da parte delle imprese, che potrà contribuire in modo significativo ad alleggerire il lavoro della giustizia ordinaria”. I due regolamenti pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 23 agosto scorso, danno attuazione agli articoli 38 e 39 del decreto legislativo 5/2003 sulla riforma del diritto societario (“Definizione dei procedimenti in materia di diritto societario e di intermediazione finanziaria, nonché in materia bancaria e creditizia, in attuazione dell’articolo 12 della legge 366/2001”). Le nuove norme, rese operative dalla pubblicazione dei regolamenti, introducono per la prima volta nell’ordinamento societario regole per l’utilizzo della conciliazione nei rapporti tra imprese. Grazie a queste, società di capitali e società cooperative potranno inserire nei propri statuti e contratti la clausola di conciliazione per la risoluzione di controversie insorgenti tra soci della stessa impresa, con altre imprese, con le banche e con gli intermediari finanziari1, con la certezza di operare entro un sistema codificato di specifiche procedure. Di questa opportunità potranno avvalersi 1.034.832 società di capitali e 147.754 società cooperative, adeguando (le prime entro il 30 settembre, le seconde entro il 31 dicembre 2004) i propri statuti alle nuove norme introdotte dalla riforma dei diritto societario. Scegliendo la via della giustizia alternativa l’impresa si assicura che il primo tentativo di risoluzione delle liti in materia commerciale dovrà avvenire dinanzi ad una Commissione di conciliazione il cui verbale – per la prima volta - assume efficacia di titolo esecutivo per l’espropriazione forzata e l’iscrizione di ipoteca giudiziale (previa omologazione del Tribunale). Solo nel caso in cui il tentativo di conciliazione fallisse si potrà fare ricorso alla giustizia ordinaria. L’altra grande novità riguarda la disciplina degli organismi di conciliazione. La riforma del diritto societario, infatti, prevede l’istituzione di un Registro presso il Ministero della Giustizia, cui devono accreditarsi i centri pubblici e privati che intendano gestire procedure di conciliazione in materia di contratti. Il Ministero conferirà l’accreditamento a coloro che, sulla base dei regolamenti e delle tariffe, offriranno garanzie di serietà ed efficienza. Le Camere di Commercio sono gli unici enti pubblici che verranno iscritti di diritto nel Registro, previa presentazione di una semplice domanda. Le attività di conciliazione delle Camere di Commercio nel 2003 Nel 2003 le domande di conciliazione ricevute e gestite dalle Camere di Commercio sono risultate 2.128: 343 relative a controversie nascenti da rapporti tra imprese e 1.785 relative a rapporti tra imprese e consumatori. Complessivamente, il valore medio delle conciliazioni è risultato pari a 53.164 euro mentre la durata media è stata di 38 giorni. Per quanto riguarda le sole controversie relative a rapporti tra imprese, il valore medio è stato di 102.487 euro e la durata media di 40 giorni. Di queste, circa un terzo (100) hanno riguardato la materia della subfornitura, con una durata media dei casi di 36 giorni ed un valore medio di 430.765 euro. Nel 70% dei casi, chi ricorre alla conciliazione ha dichiarato di aver scelto questa soluzione principalmente per l’economicità del servizio e la rapidità delle procedure, nel restante 30% per l’affidabilità del servizio. Dal punto di vista settoriale, nel 30% dei casi le vertenze tra imprese risolte attraverso la conciliazione hanno riguardato il comparto delle telecomunicazioni. A distanza seguono le controversie nel commercio (10% del totale delle procedure) e dell’edilizia (9%). Artigianato e industria manifatturiera si sono attestate al 7% del totale, mentre solo il 3% delle vertenze ha riguardato il turismo. A livello territoriale Puglia (573 procedure), Toscana (467) e Lombardia (265) sono le regioni in cui nel 2003 si è concentrato il 61,3% del totale delle procedure di conciliazione svolte dalle Camere di Commercio. La graduatoria delle conciliazioni tra sole imprese vede invece al comando la Lombardia (100 procedure), seguita dalla Toscana (59) e dal Veneto (40). Anche in questo caso, le prime tre regioni insieme considerate superano abbondantemente (58%) la metà di tutte le conciliazioni gestite dalle Camere. 1 Il ricorso alla conciliazione si applica ad un’ampia fattispecie di controversie riguardanti i rapporti societari, il trasferimento delle partecipazioni sociali, i patti parasociali, i rapporti in materia di intermediazione mobiliare, servizi e contratti di investimento, fondi di investimento, gestione collettiva del risparmio e gestione accentrata di strumenti finanziari, vendita di prodotti finanziari (tra cui la cartolarizzazione dei crediti), offerte pubbliche di acquisto e di scambio, contratti di borsa; controversie promosse da una banca nei confronti di un’altra banca, ovvero da o contro un’associazione di consumatori o Camere di Commercio. |
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INDAGINE UNIONCAMERE-ISTITUTO TAGLIACARNE SUL VALORE AGGIUNTO E SUGLI INVESTIMENTI NELLE REGIONI NEGLI ANNI 1999-2003 ASPETTANDO LA RIPRESA: REGIONI “FORMICHE” O “CICALE”? |
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Roma, 6 settembre 2004 – La fase di ristagno economico iniziata nel 2001 sembra sul punto di esaurirsi e il tessuto produttivo italiano sta muovendosi per cogliere le opportunità della ripresa. Dopo un triennio di sostanziale stagnazione, l’economia è di nuovo a i blocchi di partenza, ma in che ordine si trovano i sistemi economici locali? Come hanno impiegato questi ultimi anni di “traversata del deserto” i sistemi produttivi delle venti regioni italiane? Chi si è rafforzato e chi ha perso terreno? E in quali settori? Per rispondere a queste domande l’Unioncamere e l’Istituto Guglielmo Tagliacarne hanno aggiornato la consueta indagine sul valore aggiunto delle regioni, estendo le osservazioni al periodo 1999-2003 ed includendo per la prima volta nell’analisi l’andamento degli investimenti. “La ricchezza generata dalle imprese – ha commentato il Presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli - deve essere indirizzata ad accrescere la capacità del sistema-Paese di produrre di più. La ripresa dello sviluppo passa necessariamente nella crescita del tasso di accumulazione dei sistemi produttivi locali e nella continua ricerca di una convergenza tra i livelli di reddito delle varie aree del Paese. L’andamento del valore aggiunto e degli investimenti negli ultimi anni – ha aggiunto il presidente Sangalli - conferma che c’è ancora bisogno di una forte attenzione della politica economica verso lo sviluppo del Sud, a partire dagli interventi che si vanno delineando nella legge finanziaria”. L’analisi del contributo dato dal sistema produttivo privato alla crescita della ricchezza nazionale nel periodo 1999-2003 mostra che la crescita media annua del valore aggiunto si è attestato all’1,3%, pari ad una crescita cumulata nel quinquennio del 6,3%. Alla creazione di questa ricchezza, tuttavia, hanno contribuito in maniera molto diversa i vari settori dell’economia. A generare la spinta più consistente è stato prevalentemente il settore delle costruzioni, il cui valore aggiunto è cresciuto in termini aggregati del 12,1% tra il 1999 e il 2003 (il 2,4% in media annua). Significativamente positivo è stato anche l’apporto dei servizi che, nei cinque anni considerati, hanno prodotto l’8,8% di valore aggiunto in più (1,8% il valore medio ripartito per ciascun anno). Di segno negativo, invece, è stato il contributo dell’industria complessivamente considerata. Tra il 1999 e il 2003, il settore manifatturiero ha infatti ridotto del 14,4% il proprio apporto alla ricchezza del paese, ad un ritmo medio del 2,9% all’anno. Osservando i risultati dei sistemi economici regionali, l’indagine rivela come in cinque anni ad avvantaggiarsi in termini di ricchezza prodotta siano state regioni piccole (Molise, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia occupano i primi tre posti nella graduatoria), seguite dalla gran parte delle regioni del Centro e del Mezzogiorno (a partire da Lazio e Sicilia per finire a Marche, Sardegna e Calabria, tutte oltre il valore medio nazionale dell’1,2% all’anno). Hanno invece corso meno le regioni a più alta concentrazione industriale come il Piemonte, il Veneto e la Lombardia, cui vanno aggiunte Basilicata (fanalino di coda nella creazione di valore aggiunto, praticamente invariato in cinque anni) e Puglia. Incrociando i dati territoriale con quelli settoriali si possono ulteriormente qualificare le performance di ogni singola regione. Il cattivo risultato della Basilicata, ad esempio, è legato a deludenti risultati su tutti i fronti: ultima nella classifica negativa dell’industria (-17,3% in cinque anni il valore aggiunto prodotto), penultima in quella (pur positiva a livello nazionale) delle costruzioni (-22,8% nel quinquennio) e in quella dei servizi (solo un +6,1%). Nel caso del Molise, invece, il primato della regione quanto a velocità di crescita del valore aggiunto (complessivamente +9,7% in cinque anni) è legato fortemente allo sviluppo dei servizi (+14,4%) e alla tenuta del settore delle costruzioni (+7,2%) che, insieme, hanno controbilanciato il cattivo risultato dell’industria (con il suo -16,4%, la regione occupa infatti il penultimo posto nella specifica graduatoria, subito prima della Basilicata). Un ulteriore aspetto messo in evidenza dall’indagine Unioncamere-tagliacarne riguarda il processo di riduzione della distanza tra la ricchezza degli italiani. Fatto uguale a 100 il valore aggiunto prodotto in media da ogni italiano, alla fine del periodo considerato, il valore aggiunto per abitante nella regione più ricca d’Italia (il Trentino Alto Adige) risulta ancora più del doppio di quello della regione più povera (la Calabria): 132,1 contro 62,5 punti. Nel confronto con il 2002, la riduzione del divario tra i due estremi si limita 0,9 punti risultanti dalla contrazione del dato del Trentino Alto Adige (nel 2002 era attestato a 132,2 punti) e della crescita di 0,7 punti nel dato della Calabria (che partiva da 61,8 punti). Alla crescita della ricchezza nazionale prodotta dal settore privato ha fatto riscontro, nello stesso periodo, una crescita media annua degli investimenti fissi lordi[1] pari all’1,6% che, tradotta in termini cumulati, segnala una crescita complessiva della capacità delle imprese di creare ulteriore ricchezza del 7,9% in cinque anni. Anche in questo caso il contributo è stato marcatamente differenziato per settore di destinazione dei beni di investimento. La riduzione del valore aggiunto prodotto dall’industria si è infatti riflessa in una minore capacità complessiva di investimento del settore che, anche includendo il più dinamico comparto delle costruzioni, in cinque anni si è limitata ad una crescita cumulata del 4,7%. All’opposto, una dinamica decisamente più positiva si riscontra osservando il settore dei servizi (inclusa la Pubblica amministrazione), i cui investimenti sono cresciuti del 9,8% tra il 1999 e il 2003. La mappa regionale degli investimenti Nel tradurre la ricchezza generata negli ultimi cinque anni in ulteriore capacità di produrne, il primato spetta al Friuli Venezia Giulia: tra il 1999 e il 2003, infatti, la regione ha visto crescere i propri investimenti fissi del 24,6% ovvero del 4,9% in media ogni anno. Al di sopra della soglia del 4% all’anno si collocano anche la Valle d’Aosta e la Sicilia, entrambe con il 4,2% di investimenti fissi in più. Hanno invece visto ridursi o rimanere stazionaria la quota di investimenti fissi un quartetto di regioni composto da Trentino Alto Adige e Sardegna (sostanzialmente stazionarie intorno allo zero), Piemonte (-0,5% in media ogni anno) e Basilicata (-1%). A spiegare la leadership friulana sono in particolare gli investimenti realizzati dal settore dei servizi (+36,7% nei cinque anni), Mentre la Sicilia (unica regione insieme alla Toscana ad avere colto questa combinazione virtuosa), deve il suo secondo posto nella classifica generale ai risultati positivi realizzati in entrambe i macro-settori: +20,4% nei servizi e +11,4% nell’industria. “Formiche” e “cicale” Il raffronto tra investimenti fissi lordi e ricchezza prodotta (il valore aggiunto) fornisce i tassi di accumulazione realizzati dai sistemi economici regionali, ovvero la chiave di lettura per cogliere il percorso compiuto dalle regioni, in questi ultimi cinque anni, in risposta all’evoluzione della congiuntura e nella ricerca di un assetto produttivo più robusto. La palma della migliore attitudine ad accumulare risorse va al Trentino Alto Adige che ha tradotto mediamente ogni anno il 28,6% della ricchezza prodotta in investimenti. A poco più di due lunghezze di distanza, con un tasso di accumulazione medio annuo del 26,4%, segue il Molise, mentre sul terzo gradino del podio si colloca la Valle d’Aosta (25,7%). All’estremo opposto, tra il 1999 e il 2003 hanno fatto più fatica mettere “grano in cascina” la Liguria (ultima con il 16,6% del valore aggiunto reinvestito), il Lazio (18,4%) e la Toscana (19,1%).
Tasso Di Accumulazione (*) | | Valore Aggiunto Per Abitante (Italia=100) | Regioni | media 1999-2003 | | | Regioni | Anno 2003 | | Trentino-alto Adige | 28,6 | | | Trentino Alto Adige | 132,1 | | Molise | 26,4 | | | Lombardia | 128,9 | | Valle d'Aosta | 25,7 | | | Emilia Romagna | 123,8 | | Sardegna | 24,7 | | | Valle d'Aosta | 121,4 | | Calabria | 24,2 | | | Lazio | 116,4 | | Basilicata | 23,8 | | | Piemonte | 114,6 | | Abruzzo | 22,7 | | | Friuli Venezia Giulia | 113,2 | | Veneto | 22,7 | | | Veneto | 112,6 | | Marche | 22,4 | | | Toscana | 110,8 | | Friuli Venezia Giulia | 22,4 | | | Liguria | 109,8 | | Sicilia | 22,1 | | | Marche | 98,8 | | Piemonte | 21,6 | | | Umbria | 97,5 | | Emilia Romagna | 21,5 | | | Abruzzo | 83,0 | | Puglia | 21,3 | | | Molise | 79,4 | | Campania | 20,7 | | | Sardegna | 76,0 | | Umbria | 20,6 | | | Basilicata | 70,2 | | Lombardia | 19,5 | | | Sicilia | 66,5 | | Toscana | 19,1 | | | Puglia | 65,8 | | Lazio | 18,4 | | | Campania | 65,6 | | Liguria | 16,6 | | | Calabria | 62,5 | | | | | | | | | Nord-ovest | 19,8 | | | Nord Ovest | 126,5 | | Nord-est | 22,8 | | | Nord Est | 114,7 | | Centro | 19,3 | | | Centro | 106,7 | | Centro-nord | 20,5 | | | Centro-nord | 118,0 | | Mezzogiorno | 22,2 | | | Mezzogiorno | 67,8 | | | | | | | | | Italia | 20,9 | | | Italia | 100,0 | | (*) (Investimenti fissi lordi/valore aggiunto ai prezzi base)*100 | Fonte: Elaborazioni Unioncamere-ist. Guglielmo Tagliacarne |
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INDAGINE UNIONCAMERE-ISTITUTO TAGLIACARNE SUL VALORE AGGIUNTO E SUGLI INVESTIMENTI NELLE REGIONI NEGLI ANNI 1999-2003 ASPETTANDO LA RIPRESA: REGIONI “FORMICHE” O “CICALE”? |
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Roma, 6 settembre 2004 – La fase di ristagno economico iniziata nel 2001 sembra sul punto di esaurirsi e il tessuto produttivo italiano sta muovendosi per cogliere le opportunità della ripresa. Dopo un triennio di sostanziale stagnazione, l’economia è di nuovo a i blocchi di partenza, ma in che ordine si trovano i sistemi economici locali? Come hanno impiegato questi ultimi anni di “traversata del deserto” i sistemi produttivi delle venti regioni italiane? Chi si è rafforzato e chi ha perso terreno? E in quali settori? Per rispondere a queste domande l’Unioncamere e l’Istituto Guglielmo Tagliacarne hanno aggiornato la consueta indagine sul valore aggiunto delle regioni, estendo le osservazioni al periodo 1999-2003 ed includendo per la prima volta nell’analisi l’andamento degli investimenti. “La ricchezza generata dalle imprese – ha commentato il Presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli - deve essere indirizzata ad accrescere la capacità del sistema-Paese di produrre di più. La ripresa dello sviluppo passa necessariamente nella crescita del tasso di accumulazione dei sistemi produttivi locali e nella continua ricerca di una convergenza tra i livelli di reddito delle varie aree del Paese. L’andamento del valore aggiunto e degli investimenti negli ultimi anni – ha aggiunto il presidente Sangalli - conferma che c’è ancora bisogno di una forte attenzione della politica economica verso lo sviluppo del Sud, a partire dagli interventi che si vanno delineando nella legge finanziaria”. L’analisi del contributo dato dal sistema produttivo privato alla crescita della ricchezza nazionale nel periodo 1999-2003 mostra che la crescita media annua del valore aggiunto si è attestato all’1,3%, pari ad una crescita cumulata nel quinquennio del 6,3%. Alla creazione di questa ricchezza, tuttavia, hanno contribuito in maniera molto diversa i vari settori dell’economia. A generare la spinta più consistente è stato prevalentemente il settore delle costruzioni, il cui valore aggiunto è cresciuto in termini aggregati del 12,1% tra il 1999 e il 2003 (il 2,4% in media annua). Significativamente positivo è stato anche l’apporto dei servizi che, nei cinque anni considerati, hanno prodotto l’8,8% di valore aggiunto in più (1,8% il valore medio ripartito per ciascun anno). Di segno negativo, invece, è stato il contributo dell’industria complessivamente considerata. Tra il 1999 e il 2003, il settore manifatturiero ha infatti ridotto del 14,4% il proprio apporto alla ricchezza del paese, ad un ritmo medio del 2,9% all’anno. Osservando i risultati dei sistemi economici regionali, l’indagine rivela come in cinque anni ad avvantaggiarsi in termini di ricchezza prodotta siano state regioni piccole (Molise, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia occupano i primi tre posti nella graduatoria), seguite dalla gran parte delle regioni del Centro e del Mezzogiorno (a partire da Lazio e Sicilia per finire a Marche, Sardegna e Calabria, tutte oltre il valore medio nazionale dell’1,2% all’anno). Hanno invece corso meno le regioni a più alta concentrazione industriale come il Piemonte, il Veneto e la Lombardia, cui vanno aggiunte Basilicata (fanalino di coda nella creazione di valore aggiunto, praticamente invariato in cinque anni) e Puglia. Incrociando i dati territoriale con quelli settoriali si possono ulteriormente qualificare le performance di ogni singola regione. Il cattivo risultato della Basilicata, ad esempio, è legato a deludenti risultati su tutti i fronti: ultima nella classifica negativa dell’industria (-17,3% in cinque anni il valore aggiunto prodotto), penultima in quella (pur positiva a livello nazionale) delle costruzioni (-22,8% nel quinquennio) e in quella dei servizi (solo un +6,1%). Nel caso del Molise, invece, il primato della regione quanto a velocità di crescita del valore aggiunto (complessivamente +9,7% in cinque anni) è legato fortemente allo sviluppo dei servizi (+14,4%) e alla tenuta del settore delle costruzioni (+7,2%) che, insieme, hanno controbilanciato il cattivo risultato dell’industria (con il suo -16,4%, la regione occupa infatti il penultimo posto nella specifica graduatoria, subito prima della Basilicata). Un ulteriore aspetto messo in evidenza dall’indagine Unioncamere-tagliacarne riguarda il processo di riduzione della distanza tra la ricchezza degli italiani. Fatto uguale a 100 il valore aggiunto prodotto in media da ogni italiano, alla fine del periodo considerato, il valore aggiunto per abitante nella regione più ricca d’Italia (il Trentino Alto Adige) risulta ancora più del doppio di quello della regione più povera (la Calabria): 132,1 contro 62,5 punti. Nel confronto con il 2002, la riduzione del divario tra i due estremi si limita 0,9 punti risultanti dalla contrazione del dato del Trentino Alto Adige (nel 2002 era attestato a 132,2 punti) e della crescita di 0,7 punti nel dato della Calabria (che partiva da 61,8 punti). Alla crescita della ricchezza nazionale prodotta dal settore privato ha fatto riscontro, nello stesso periodo, una crescita media annua degli investimenti fissi lordi[1] pari all’1,6% che, tradotta in termini cumulati, segnala una crescita complessiva della capacità delle imprese di creare ulteriore ricchezza del 7,9% in cinque anni. Anche in questo caso il contributo è stato marcatamente differenziato per settore di destinazione dei beni di investimento. La riduzione del valore aggiunto prodotto dall’industria si è infatti riflessa in una minore capacità complessiva di investimento del settore che, anche includendo il più dinamico comparto delle costruzioni, in cinque anni si è limitata ad una crescita cumulata del 4,7%. All’opposto, una dinamica decisamente più positiva si riscontra osservando il settore dei servizi (inclusa la Pubblica amministrazione), i cui investimenti sono cresciuti del 9,8% tra il 1999 e il 2003. La mappa regionale degli investimenti Nel tradurre la ricchezza generata negli ultimi cinque anni in ulteriore capacità di produrne, il primato spetta al Friuli Venezia Giulia: tra il 1999 e il 2003, infatti, la regione ha visto crescere i propri investimenti fissi del 24,6% ovvero del 4,9% in media ogni anno. Al di sopra della soglia del 4% all’anno si collocano anche la Valle d’Aosta e la Sicilia, entrambe con il 4,2% di investimenti fissi in più. Hanno invece visto ridursi o rimanere stazionaria la quota di investimenti fissi un quartetto di regioni composto da Trentino Alto Adige e Sardegna (sostanzialmente stazionarie intorno allo zero), Piemonte (-0,5% in media ogni anno) e Basilicata (-1%). A spiegare la leadership friulana sono in particolare gli investimenti realizzati dal settore dei servizi (+36,7% nei cinque anni), Mentre la Sicilia (unica regione insieme alla Toscana ad avere colto questa combinazione virtuosa), deve il suo secondo posto nella classifica generale ai risultati positivi realizzati in entrambe i macro-settori: +20,4% nei servizi e +11,4% nell’industria. “Formiche” e “cicale” Il raffronto tra investimenti fissi lordi e ricchezza prodotta (il valore aggiunto) fornisce i tassi di accumulazione realizzati dai sistemi economici regionali, ovvero la chiave di lettura per cogliere il percorso compiuto dalle regioni, in questi ultimi cinque anni, in risposta all’evoluzione della congiuntura e nella ricerca di un assetto produttivo più robusto. La palma della migliore attitudine ad accumulare risorse va al Trentino Alto Adige che ha tradotto mediamente ogni anno il 28,6% della ricchezza prodotta in investimenti. A poco più di due lunghezze di distanza, con un tasso di accumulazione medio annuo del 26,4%, segue il Molise, mentre sul terzo gradino del podio si colloca la Valle d’Aosta (25,7%). All’estremo opposto, tra il 1999 e il 2003 hanno fatto più fatica mettere “grano in cascina” la Liguria (ultima con il 16,6% del valore aggiunto reinvestito), il Lazio (18,4%) e la Toscana (19,1%).
Tasso Di Accumulazione (*) | | Valore Aggiunto Per Abitante (Italia=100) | Regioni | media 1999-2003 | | | Regioni | Anno 2003 | | Trentino-alto Adige | 28,6 | | | Trentino Alto Adige | 132,1 | | Molise | 26,4 | | | Lombardia | 128,9 | | Valle d'Aosta | 25,7 | | | Emilia Romagna | 123,8 | | Sardegna | 24,7 | | | Valle d'Aosta | 121,4 | | Calabria | 24,2 | | | Lazio | 116,4 | | Basilicata | 23,8 | | | Piemonte | 114,6 | | Abruzzo | 22,7 | | | Friuli Venezia Giulia | 113,2 | | Veneto | 22,7 | | | Veneto | 112,6 | | Marche | 22,4 | | | Toscana | 110,8 | | Friuli Venezia Giulia | 22,4 | | | Liguria | 109,8 | | Sicilia | 22,1 | | | Marche | 98,8 | | Piemonte | 21,6 | | | Umbria | 97,5 | | Emilia Romagna | 21,5 | | | Abruzzo | 83,0 | | Puglia | 21,3 | | | Molise | 79,4 | | Campania | 20,7 | | | Sardegna | 76,0 | | Umbria | 20,6 | | | Basilicata | 70,2 | | Lombardia | 19,5 | | | Sicilia | 66,5 | | Toscana | 19,1 | | | Puglia | 65,8 | | Lazio | 18,4 | | | Campania | 65,6 | | Liguria | 16,6 | | | Calabria | 62,5 | | | | | | | | | Nord-ovest | 19,8 | | | Nord Ovest | 126,5 | | Nord-est | 22,8 | | | Nord Est | 114,7 | | Centro | 19,3 | | | Centro | 106,7 | | Centro-nord | 20,5 | | | Centro-nord | 118,0 | | Mezzogiorno | 22,2 | | | Mezzogiorno | 67,8 | | | | | | | | | Italia | 20,9 | | | Italia | 100,0 | | (*) (Investimenti fissi lordi/valore aggiunto ai prezzi base)*100 | Fonte: Elaborazioni Unioncamere-ist. Guglielmo Tagliacarne |
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PREMIO L'IMPRENDITORE DELL'ANNO 2004: ERNST & YOUNG NOMINA I GIURATI SOTTO LA GUIDA ESPERTA DI PIERO BASSETTI, VALUTERANNO LE CANDIDATURE ECCELLENTI ESPONENTI DELLA COMUNICAZIONE, DELL'ECONOMIA E DELL'IMPRENDITORIA ITALIANA |
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Milano, 6 settembre 2004 – E' stata definita la Giuria dell'ottava edizione del Premio L'imprenditore dell'Anno, il prestigioso riconoscimento dedicato all'imprenditoria italiana istituito da Ernst & Young, leader mondiale nei servizi professionali. Obiettivo del Premio e' riconoscere le figure imprenditoriali che, nel nostro Paese, si sono distinte per abilita' ed eccellenza nel corso del 2003, all'interno delle proprie aziende e nei sistemi socio-economici in cui hanno operato. Come da tradizione, sono chiamati a giudicare le candidature presentate nomi illustri del mondo economico, della comunicazione e alcuni degli imprenditori premiati nelle precedenti edizioni. Al fine di garantire continuita' con il lavoro svolto negli anni scorsi, i giurati saranno capitanati da Piero Bassetti, Presidente della Fondazione Giannino Bassetti. Di seguito i componenti della Giuria del Premio L'imprenditore dell'Anno 2004: Piero Bassetti, Presidente della Fondazione Giannino Bassetti – Presidente della Giuria; Nerio Alessandri, Presidente di Technogym, Vincitore Nazionale del Premio L'imprenditore dell'Anno 2003; Enrico Basso, Amministratore Delegato di Vetroarredo Sediver, Finalista del Premio nel 2003 nella Categoria "Finance"; Maurizio Dallocchio, Professore ordinario di Finanza Aziendale e Direttore della Sda (Scuola di Direzione Aziendale dell'Universita' Bocconi); Gianfranco Fabi, Vice-direttore Vicario del Sole 24 Ore; Wanda Pandoli Ferrero, Presidente Nazionale di Aidda (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda); Roberto Galullo, Caporedattore e coodirettore editoriale dei dorsi regionali del Sole 24 Ore; Linda Gilli, Presidente di Inaz Paghe, Finalista del Premio nel 2002 nella Categoria "Innovation"; Andrea Paolo Milano, Direttore di "L'imprenditore" (Mensile della Piccola Industria di Confindustria) Mario Boselli, Presidente di Aidaf. L'iniziativa ha preso il via nel maggio scorso con l'apertura delle candidature, che sono state chiuse lo scorso 2 luglio. La cerimonia di premiazione e' prevista nel mese di novembre a Milano. La Giuria si riunira' nel mese di ottobre per esaminare i candidati e decidere l'assegnazione dei riconoscimenti previsti per le cinque categorie di Premio istituite: Global, Innovation, Finance, Communication, Quality of Life. Oltre a vincitori e finalisti per ciascuna categoria, la Giuria avra' il compito d'individuare un Vincitore Nazionale, che rappresentera' l'Italia confrontandosi con i Vincitori Nazionali degli altri Paesi, nel contesto del World Entrepreneur of the Year Award, l'edizione internazionale del Premio che si svolgera' nella primavera del 2005. "Anche quest'anno giurati di prestigio analizzeranno e valuteranno le candidature presentate mettendo a disposizione le proprie esperienze maturate in contesti professionali, di associazionismo e di comunicazione", ha commentato Giorgio Mosci, Partner di Ernst & Young, "L'edizione 2004 del Premio testimoniera' il valore di una manifestazione che nel corso degli anni e' cresciuta fino a diventare un appuntamento consolidato, capace di evidenziare la solidita', il valore e la creativita' che l'imprenditoria italiana e' in grado di esprimere in contesti locali, cosi' come in ambito nazionale ed internazionale." |
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PREMIO L'IMPRENDITORE DELL'ANNO 2004: ERNST & YOUNG NOMINA I GIURATI SOTTO LA GUIDA ESPERTA DI PIERO BASSETTI, VALUTERANNO LE CANDIDATURE ECCELLENTI ESPONENTI DELLA COMUNICAZIONE, DELL'ECONOMIA E DELL'IMPRENDITORIA ITALIANA |
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Milano, 6 settembre 2004 – E' stata definita la Giuria dell'ottava edizione del Premio L'imprenditore dell'Anno, il prestigioso riconoscimento dedicato all'imprenditoria italiana istituito da Ernst & Young, leader mondiale nei servizi professionali. Obiettivo del Premio e' riconoscere le figure imprenditoriali che, nel nostro Paese, si sono distinte per abilita' ed eccellenza nel corso del 2003, all'interno delle proprie aziende e nei sistemi socio-economici in cui hanno operato. Come da tradizione, sono chiamati a giudicare le candidature presentate nomi illustri del mondo economico, della comunicazione e alcuni degli imprenditori premiati nelle precedenti edizioni. Al fine di garantire continuita' con il lavoro svolto negli anni scorsi, i giurati saranno capitanati da Piero Bassetti, Presidente della Fondazione Giannino Bassetti. Di seguito i componenti della Giuria del Premio L'imprenditore dell'Anno 2004: Piero Bassetti, Presidente della Fondazione Giannino Bassetti – Presidente della Giuria; Nerio Alessandri, Presidente di Technogym, Vincitore Nazionale del Premio L'imprenditore dell'Anno 2003; Enrico Basso, Amministratore Delegato di Vetroarredo Sediver, Finalista del Premio nel 2003 nella Categoria "Finance"; Maurizio Dallocchio, Professore ordinario di Finanza Aziendale e Direttore della Sda (Scuola di Direzione Aziendale dell'Universita' Bocconi); Gianfranco Fabi, Vice-direttore Vicario del Sole 24 Ore; Wanda Pandoli Ferrero, Presidente Nazionale di Aidda (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda); Roberto Galullo, Caporedattore e coodirettore editoriale dei dorsi regionali del Sole 24 Ore; Linda Gilli, Presidente di Inaz Paghe, Finalista del Premio nel 2002 nella Categoria "Innovation"; Andrea Paolo Milano, Direttore di "L'imprenditore" (Mensile della Piccola Industria di Confindustria) Mario Boselli, Presidente di Aidaf. L'iniziativa ha preso il via nel maggio scorso con l'apertura delle candidature, che sono state chiuse lo scorso 2 luglio. La cerimonia di premiazione e' prevista nel mese di novembre a Milano. La Giuria si riunira' nel mese di ottobre per esaminare i candidati e decidere l'assegnazione dei riconoscimenti previsti per le cinque categorie di Premio istituite: Global, Innovation, Finance, Communication, Quality of Life. Oltre a vincitori e finalisti per ciascuna categoria, la Giuria avra' il compito d'individuare un Vincitore Nazionale, che rappresentera' l'Italia confrontandosi con i Vincitori Nazionali degli altri Paesi, nel contesto del World Entrepreneur of the Year Award, l'edizione internazionale del Premio che si svolgera' nella primavera del 2005. "Anche quest'anno giurati di prestigio analizzeranno e valuteranno le candidature presentate mettendo a disposizione le proprie esperienze maturate in contesti professionali, di associazionismo e di comunicazione", ha commentato Giorgio Mosci, Partner di Ernst & Young, "L'edizione 2004 del Premio testimoniera' il valore di una manifestazione che nel corso degli anni e' cresciuta fino a diventare un appuntamento consolidato, capace di evidenziare la solidita', il valore e la creativita' che l'imprenditoria italiana e' in grado di esprimere in contesti locali, cosi' come in ambito nazionale ed internazionale." |
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E’ LEGATA AL MONDO DELL’AUTOMOTIVE LA PRESENZA DEI COSTRUTTORI ITALIANI DI MACCHINE UTENSILI, ROBOT E AUTOMAZIONE ALLA MOSTRA “MITO E VELOCITÀ” IN PROGRAMMA A SHANGHAI DAL 13 SETTEMBRE AL 10 OTTOBRE 2004
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Cinisello Balsmo, 6 settembre 2004 - Nell’ambito della mostra “Mito e Velocità”, in programma a Shanghai dal 13 settembre al 10 ottobre 2004, Ucimu-sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, sarà presente con uno spazio espositivo destinato a promuovere il “made in Italy” di settore sia attraverso la divulgazione di informazioni istituzionali, sia attraverso la proiezione di un filmato che presenta un esempio concreto di linea produttiva. Ai vertici, da anni, delle classifiche mondiali di settore, anche nel 2003 i costruttori italiani hanno mantenuto il terzo posto sia per produzione - con una quota pari all’11,5% del totale mondiale prodotto – che per esportazioni. Nel corso del 2003, principali mercati di sbocco della produzione italiana sono risultati la Germania, gli Stati Uniti, la Spagna e la Cina, dove i costruttori italiani riportano una crescita a due cifre, ininterrotta, ormai, da tre anni, arrivando a toccare, nel 2003, il valore-record di 143 milioni di euro di esportazioni di macchine utensili. Rileva il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre, Alberto Tacchella: “La Cina ha saputo imporsi, in pochissimi anni, come primo consumatore al mondo di macchine utensili. E’ un Paese che sa cosa vuol dire produrre che conosce la valenza di termini quali tecnologia e qualità e che ha dimostrato di apprezzare la tecnologia made in Italy per la quale i costruttori italiani di macchine utensili e sistemi per produrre sono apprezzati in tutto il mondo”. “In particolare – prosegue Tacchella – abbiamo scelto di riallacciare la nostra presenza all’evento di Shanghai al contesto automobilistico che fa da sfondo alla manifestazione. Infatti, proprio l’automotive è il principale settore di sbocco per le macchine utensili italiane. Principale per volumi, perché assorbe, direttamente o tramite l’estesa rete dei fornitori, oltre il 50% della produzione italiana, e principale per importanza, perché stimola la definizione di soluzioni tecnologiche estremamente sofisticate, cui i costruttori italiani offrono una risposta concreta. Ecco perché abbiamo scelto di proporre, nel video che verrà proiettato in cinese per tutto il periodo della mostra, la linea produttiva di un bilanciere, frutto delle competenze tecnologiche dei costruttori italiani di macchine utensili, idealmente riuniti in una fabbrica di eccellenza”. Proprio in Cina la produzione di autoveicoli sta registrando tassi di crescita elevatissimi. Il paese è infatti, attualmente, il quarto produttore mondiale e, secondo le previsioni, dovrebbe scalare il terzo posto nel 2007. Il bilanciere oggetto del filmato, che sarà anche esposto a Shanghai, è prodotto dalla Streparava - che opera sia nel settore di componenti per l’automotive sia nelle macchine utensili - per Iveco, leader nella produzione di autocarri. Al progetto Shanghai partecipano, oltre alla Streparava, a vario titolo, diverse imprese associate a Ucimu-sistemi Per Produrre, particolarmente attive sul mercato cinese: Ghiringhelli, Gruppo Riello, Innse-berardi, Jobs e Masmec. L’associazione è presente con informazioni istituzionali e con la promozione dell’Ucimu Web, il nuovissimo portale, on line dal 7 settembre, che darà tutte le informazioni e i contatti per conoscere il made in italy di settore. Fra le applicazioni ospitate dal portale, la Fabbrica Virtuale, dedicata al motore dell’automobile. Realizzata a scopo puramente didattico - nell’ambito dei progetti per i giovani - per evidenziare la complessità meccanica di un componente fondamentale dei mezzi di trasporto e per esemplificare le varie tecnologie di produzione necessarie per la sua realizzazione, la Fabbrica Virtuale consente di operare selezioni progressivamente di dettaglio, fino a identificare, all’interno del catalogo delle imprese associate a Ucimu-sistemi Per Produrre, i costruttori che hanno in produzione le macchine adatte. |
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E’ LEGATA AL MONDO DELL’AUTOMOTIVE LA PRESENZA DEI COSTRUTTORI ITALIANI DI MACCHINE UTENSILI, ROBOT E AUTOMAZIONE ALLA MOSTRA “MITO E VELOCITÀ” IN PROGRAMMA A SHANGHAI DAL 13 SETTEMBRE AL 10 OTTOBRE 2004
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Cinisello Balsmo, 6 settembre 2004 - Nell’ambito della mostra “Mito e Velocità”, in programma a Shanghai dal 13 settembre al 10 ottobre 2004, Ucimu-sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, sarà presente con uno spazio espositivo destinato a promuovere il “made in Italy” di settore sia attraverso la divulgazione di informazioni istituzionali, sia attraverso la proiezione di un filmato che presenta un esempio concreto di linea produttiva. Ai vertici, da anni, delle classifiche mondiali di settore, anche nel 2003 i costruttori italiani hanno mantenuto il terzo posto sia per produzione - con una quota pari all’11,5% del totale mondiale prodotto – che per esportazioni. Nel corso del 2003, principali mercati di sbocco della produzione italiana sono risultati la Germania, gli Stati Uniti, la Spagna e la Cina, dove i costruttori italiani riportano una crescita a due cifre, ininterrotta, ormai, da tre anni, arrivando a toccare, nel 2003, il valore-record di 143 milioni di euro di esportazioni di macchine utensili. Rileva il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre, Alberto Tacchella: “La Cina ha saputo imporsi, in pochissimi anni, come primo consumatore al mondo di macchine utensili. E’ un Paese che sa cosa vuol dire produrre che conosce la valenza di termini quali tecnologia e qualità e che ha dimostrato di apprezzare la tecnologia made in Italy per la quale i costruttori italiani di macchine utensili e sistemi per produrre sono apprezzati in tutto il mondo”. “In particolare – prosegue Tacchella – abbiamo scelto di riallacciare la nostra presenza all’evento di Shanghai al contesto automobilistico che fa da sfondo alla manifestazione. Infatti, proprio l’automotive è il principale settore di sbocco per le macchine utensili italiane. Principale per volumi, perché assorbe, direttamente o tramite l’estesa rete dei fornitori, oltre il 50% della produzione italiana, e principale per importanza, perché stimola la definizione di soluzioni tecnologiche estremamente sofisticate, cui i costruttori italiani offrono una risposta concreta. Ecco perché abbiamo scelto di proporre, nel video che verrà proiettato in cinese per tutto il periodo della mostra, la linea produttiva di un bilanciere, frutto delle competenze tecnologiche dei costruttori italiani di macchine utensili, idealmente riuniti in una fabbrica di eccellenza”. Proprio in Cina la produzione di autoveicoli sta registrando tassi di crescita elevatissimi. Il paese è infatti, attualmente, il quarto produttore mondiale e, secondo le previsioni, dovrebbe scalare il terzo posto nel 2007. Il bilanciere oggetto del filmato, che sarà anche esposto a Shanghai, è prodotto dalla Streparava - che opera sia nel settore di componenti per l’automotive sia nelle macchine utensili - per Iveco, leader nella produzione di autocarri. Al progetto Shanghai partecipano, oltre alla Streparava, a vario titolo, diverse imprese associate a Ucimu-sistemi Per Produrre, particolarmente attive sul mercato cinese: Ghiringhelli, Gruppo Riello, Innse-berardi, Jobs e Masmec. L’associazione è presente con informazioni istituzionali e con la promozione dell’Ucimu Web, il nuovissimo portale, on line dal 7 settembre, che darà tutte le informazioni e i contatti per conoscere il made in italy di settore. Fra le applicazioni ospitate dal portale, la Fabbrica Virtuale, dedicata al motore dell’automobile. Realizzata a scopo puramente didattico - nell’ambito dei progetti per i giovani - per evidenziare la complessità meccanica di un componente fondamentale dei mezzi di trasporto e per esemplificare le varie tecnologie di produzione necessarie per la sua realizzazione, la Fabbrica Virtuale consente di operare selezioni progressivamente di dettaglio, fino a identificare, all’interno del catalogo delle imprese associate a Ucimu-sistemi Per Produrre, i costruttori che hanno in produzione le macchine adatte. |
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REACH SOFFOCHERÀ L'INNOVAZIONE, AFFERMA UN COMITATO DEL PARLAMENTO |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Uno studio condotto dal comitato del Parlamento europeo Industria, Ricerca ed Energia ha dichiarato che la nuova politica proposta dalla Commissione per le sostanze chimiche porterà ad una perdita dell'ordine del 2,9% del Pil, una diminuzione del 24,7% della produzione e ad una contrazione della capacità d'innovazione. Il nuovo sistema regolamentare, noto come Reach (registration, evaluation and authorisation of chemicals), affiderebbe all'industria la responsabilità di produrre i dati sulle proprietà delle sostanze chimiche e di valutare i rischi connessi con il loro impiego. La relazione di Arthur D. Little conclude che 'i costi graveranno principalmente sui prodotti più sensibili alle variazioni di prezzo. Le modifiche dei tempi di commercializzazione, l'obbligo dell'autorizzazione e quello della descrizione sono questioni che incidono sulla potenza innovativa dell'industria chimica europea'. Lo studio aveva tuttavia un mandato limitato, che gli chiedeva di valutare solo l'impatto della nuova politica sull'industria chimica europea e non i suoi potenziali vantaggi per la salute e per l'ambiente. La Commissione ha dichiarato che Reach sarà un catalizzatore d'innovazione. Quest'idea è respinta dalla studio a causa della concorrenza dei paesi terzi, dove le regolamentazioni sono meno restrittive: 'L'industria non si attende ad un'immediata spinta dell'innovazione. Perché questo accada, bisognerebbe che prima la politica dell'Ue sulle sostanze chimiche trovasse applicazione a livello mondiale. In quelle condizioni, tutti i prodotti sarebbero fabbricati in condizioni paragonabili e ciascun produttore dovrebbe vedersela con gli effetti della nuova politica sulle sostanze chimiche. [...Il] fabbricante con il prodotto più innovativo godrebbe di un vantaggio competitivo, e questo sarebbe un incentivo per l'innovazione'. La relazione si mostra inoltre cautamente ottimista riguardo a quanto previsto per le sostanze di nuovo sviluppo, risultato diretto dell'innovazione: 'L'agevolazione dei requisiti di registrazione delle nuove sostanze sviluppate tende ad essere considerata di poco conto rispetto agli oneri supplementari. La maggior parte delle innovazioni non sono basate su sostanze chimiche di nuovo sviluppo e il loro impiego, ma sull'impiego in nuove applicazioni di sostanze già note'. Nel dibattito di comitato che ha fatto seguito alla presentazione dei risultati dello studio, vari europarlamentari hanno espresso il loro scontento sia per il mandato dello studio che per la sua metodologia. La Commissione sta ora intervistando i rappresentanti dell'industria a proposito del probabile impatto di Reach, e pubblicherà i risultati prima della fine dell'anno. |
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REACH SOFFOCHERÀ L'INNOVAZIONE, AFFERMA UN COMITATO DEL PARLAMENTO |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Uno studio condotto dal comitato del Parlamento europeo Industria, Ricerca ed Energia ha dichiarato che la nuova politica proposta dalla Commissione per le sostanze chimiche porterà ad una perdita dell'ordine del 2,9% del Pil, una diminuzione del 24,7% della produzione e ad una contrazione della capacità d'innovazione. Il nuovo sistema regolamentare, noto come Reach (registration, evaluation and authorisation of chemicals), affiderebbe all'industria la responsabilità di produrre i dati sulle proprietà delle sostanze chimiche e di valutare i rischi connessi con il loro impiego. La relazione di Arthur D. Little conclude che 'i costi graveranno principalmente sui prodotti più sensibili alle variazioni di prezzo. Le modifiche dei tempi di commercializzazione, l'obbligo dell'autorizzazione e quello della descrizione sono questioni che incidono sulla potenza innovativa dell'industria chimica europea'. Lo studio aveva tuttavia un mandato limitato, che gli chiedeva di valutare solo l'impatto della nuova politica sull'industria chimica europea e non i suoi potenziali vantaggi per la salute e per l'ambiente. La Commissione ha dichiarato che Reach sarà un catalizzatore d'innovazione. Quest'idea è respinta dalla studio a causa della concorrenza dei paesi terzi, dove le regolamentazioni sono meno restrittive: 'L'industria non si attende ad un'immediata spinta dell'innovazione. Perché questo accada, bisognerebbe che prima la politica dell'Ue sulle sostanze chimiche trovasse applicazione a livello mondiale. In quelle condizioni, tutti i prodotti sarebbero fabbricati in condizioni paragonabili e ciascun produttore dovrebbe vedersela con gli effetti della nuova politica sulle sostanze chimiche. [...Il] fabbricante con il prodotto più innovativo godrebbe di un vantaggio competitivo, e questo sarebbe un incentivo per l'innovazione'. La relazione si mostra inoltre cautamente ottimista riguardo a quanto previsto per le sostanze di nuovo sviluppo, risultato diretto dell'innovazione: 'L'agevolazione dei requisiti di registrazione delle nuove sostanze sviluppate tende ad essere considerata di poco conto rispetto agli oneri supplementari. La maggior parte delle innovazioni non sono basate su sostanze chimiche di nuovo sviluppo e il loro impiego, ma sull'impiego in nuove applicazioni di sostanze già note'. Nel dibattito di comitato che ha fatto seguito alla presentazione dei risultati dello studio, vari europarlamentari hanno espresso il loro scontento sia per il mandato dello studio che per la sua metodologia. La Commissione sta ora intervistando i rappresentanti dell'industria a proposito del probabile impatto di Reach, e pubblicherà i risultati prima della fine dell'anno. |
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BANDO DI GARA DEL CCR PER IL SOSTEGNO SCIENTIFICO ALLA RICERCA CHIMICA |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Il Ccr (Centro comune di ricerca) della Commissione ha pubblicato un invito a presentare offerte per l'appalto di servizi di sostegno all'attività scientifica e tecnica nel settore chimico, per la valutazione del rischio ambientale. Il lavoro dovrà essere svolto nella sede del Ccr di Ispra. Per ulteriori dettagli: Commissione europea Centro comune di ricerca Istituto per la salute e la protezione dei consumatori: Att.: Anna Maria Dürr , Tel: +39 0332 78 9462, Fax: +39 0332 785730 E-mail: anna.Maria.duerr@cec.eu.int Per leggere l'invito in forma completa: http://ted.Publications.eu.int/udl?request=seek-deliver&language=en&docid=146658-2004 |
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BANDO DI GARA DEL CCR PER IL SOSTEGNO SCIENTIFICO ALLA RICERCA CHIMICA |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Il Ccr (Centro comune di ricerca) della Commissione ha pubblicato un invito a presentare offerte per l'appalto di servizi di sostegno all'attività scientifica e tecnica nel settore chimico, per la valutazione del rischio ambientale. Il lavoro dovrà essere svolto nella sede del Ccr di Ispra. Per ulteriori dettagli: Commissione europea Centro comune di ricerca Istituto per la salute e la protezione dei consumatori: Att.: Anna Maria Dürr , Tel: +39 0332 78 9462, Fax: +39 0332 785730 E-mail: anna.Maria.duerr@cec.eu.int Per leggere l'invito in forma completa: http://ted.Publications.eu.int/udl?request=seek-deliver&language=en&docid=146658-2004 |
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BANDO DI GARA PER UNO STUDIO SU BREVETTI, CITAZIONI DI PUBBLICAZIONI, RETI DI RICERCA |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - La direzione generale Ricerca della Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare offerte per uno studio sui brevetti e le pubblicazioni con alto indice di citazioni e sulle reti di ricerca. Lo studio - che fa parte delle attività di analisi economiche, statistiche e indicatori su scienza e tecnologia da svolgere nel quadro di Assist - contribuirà alla preparazione delle previsioni europee in materia di scienza e tecnologia e della piattaforma di condivisione della conoscenza. In una società basata sulla conoscenza, la conoscenza scientifica e tecnologica svolge un ruolo fondamentale nell'innovazione e la crescita. Negli ultimi anni, numerose aziende hanno istituito laboratori di ricerca e sviluppo nelle immediate vicinanze di ben note strutture pubbliche che operano nel campo della ricerca, dando per scontato l'impatto positivo della stretta contiguità e contando sulle ripercussioni della ricerca esterna. D'altra parte, i moderni mezzi d'informazione e comunicazione consentono di accedere quasi ovunque a nuove conoscenze. L'interrogativo fondamentale che giustifica questo studio è in che misura i due approcci siano validi e fino a che punto le reti e la vicinanza geografica siano importanti nel processo d'innovazione. Le richieste di brevetto costituiscono una fonte particolarmente ricca per l'analisi delle conoscenze alla base delle invenzioni o innovazioni che si vogliono tutelare. A tale riguardo, i brevetti citati in una richiesta indicano il know-how tecnologico che ha reso possibile sviluppare l'innovazione, ma la "letteratura non brevettuale" elencata è altrettanto interessante. Per informazioni: Commissione europea, Dg Ricerca, Att.: Xabier Goenaga, Sdme 9/77, B-1049 Bruxelles, Tel. +32-2 296 1434, Fax +32-2 296 7026, E-mail: xabier.Goenaga@cec.eu.int Per leggere l'invito in forma completa: http://ted.Publications.eu.int/udl?request=seek-deliver&language=en&docid=145912-2004 |
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BANDO DI GARA PER UNO STUDIO SU BREVETTI, CITAZIONI DI PUBBLICAZIONI, RETI DI RICERCA |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - La direzione generale Ricerca della Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare offerte per uno studio sui brevetti e le pubblicazioni con alto indice di citazioni e sulle reti di ricerca. Lo studio - che fa parte delle attività di analisi economiche, statistiche e indicatori su scienza e tecnologia da svolgere nel quadro di Assist - contribuirà alla preparazione delle previsioni europee in materia di scienza e tecnologia e della piattaforma di condivisione della conoscenza. In una società basata sulla conoscenza, la conoscenza scientifica e tecnologica svolge un ruolo fondamentale nell'innovazione e la crescita. Negli ultimi anni, numerose aziende hanno istituito laboratori di ricerca e sviluppo nelle immediate vicinanze di ben note strutture pubbliche che operano nel campo della ricerca, dando per scontato l'impatto positivo della stretta contiguità e contando sulle ripercussioni della ricerca esterna. D'altra parte, i moderni mezzi d'informazione e comunicazione consentono di accedere quasi ovunque a nuove conoscenze. L'interrogativo fondamentale che giustifica questo studio è in che misura i due approcci siano validi e fino a che punto le reti e la vicinanza geografica siano importanti nel processo d'innovazione. Le richieste di brevetto costituiscono una fonte particolarmente ricca per l'analisi delle conoscenze alla base delle invenzioni o innovazioni che si vogliono tutelare. A tale riguardo, i brevetti citati in una richiesta indicano il know-how tecnologico che ha reso possibile sviluppare l'innovazione, ma la "letteratura non brevettuale" elencata è altrettanto interessante. Per informazioni: Commissione europea, Dg Ricerca, Att.: Xabier Goenaga, Sdme 9/77, B-1049 Bruxelles, Tel. +32-2 296 1434, Fax +32-2 296 7026, E-mail: xabier.Goenaga@cec.eu.int Per leggere l'invito in forma completa: http://ted.Publications.eu.int/udl?request=seek-deliver&language=en&docid=145912-2004 |
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L'ENEL APPROFITTA DELLA VACANZE PER GUADAGNARE SOLDI A DANNO DEI CONSUMATORI SIETE IN VACANZA? BENE, ALLORA VI MANDO LA FATTURA GLI ITALIANI SONO TUTTI MOROSI: PAGATE SULLA BOLLETTA IL 5,5% IN PIU' |
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Roma, 6 settembre 2004 - L'enel ha pensato bene di arrotondare i suoi guadagni inviando a milioni di utenti una fattura con il termine di scadenza minimo. La legge prevede, infatti, che il termine di scadenza della bolletta deve essere fissato ad almeno 20 giorni dalla data di emissione. Quindi è facoltà dell'Enel anche inviarla con un più largo anticipo. Questa scelta, ad esempio, è stata fatta da molte compagnie telefoniche, come Wind-infostrada che hanno esteso i tempi a 30 giorni. La Telecom supera addirittura i 30 giorni. E l'Enel? L'enel no! Inviare, o meglio datare una fattura 2 agosto e dare come scadenza il 23 agosto significa voler approfittare delle vacanze degli italiani per guadagnarci gli interessi di mora, pari al Tasso Ufficiale di Riferimento (ora al 2%) + 3,5%, o, per i buoni pagatori, pari, per i primi 10 giorni di ritardo, agli interessi legali. Un bel guadagno, insomma. Bravi!!! Il Codacons ha presentato un esposto all'Autorità Antitrust e a quella per l'Energia. |
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L'ENEL APPROFITTA DELLA VACANZE PER GUADAGNARE SOLDI A DANNO DEI CONSUMATORI SIETE IN VACANZA? BENE, ALLORA VI MANDO LA FATTURA GLI ITALIANI SONO TUTTI MOROSI: PAGATE SULLA BOLLETTA IL 5,5% IN PIU' |
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Roma, 6 settembre 2004 - L'enel ha pensato bene di arrotondare i suoi guadagni inviando a milioni di utenti una fattura con il termine di scadenza minimo. La legge prevede, infatti, che il termine di scadenza della bolletta deve essere fissato ad almeno 20 giorni dalla data di emissione. Quindi è facoltà dell'Enel anche inviarla con un più largo anticipo. Questa scelta, ad esempio, è stata fatta da molte compagnie telefoniche, come Wind-infostrada che hanno esteso i tempi a 30 giorni. La Telecom supera addirittura i 30 giorni. E l'Enel? L'enel no! Inviare, o meglio datare una fattura 2 agosto e dare come scadenza il 23 agosto significa voler approfittare delle vacanze degli italiani per guadagnarci gli interessi di mora, pari al Tasso Ufficiale di Riferimento (ora al 2%) + 3,5%, o, per i buoni pagatori, pari, per i primi 10 giorni di ritardo, agli interessi legali. Un bel guadagno, insomma. Bravi!!! Il Codacons ha presentato un esposto all'Autorità Antitrust e a quella per l'Energia. |
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CSC: SUI PREZZI ALLA PRODUZIONE PESA IL CARO PETROLIO INFLAZIONE STABILE: IL CALO DEGLI ALIMENTARI COMPENSA IL FATTORE ENERGETICO |
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Roma, 6 settembre 2004 - Le anticipazioni delle città campione per il mese di agosto mostrano un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente dell'indice dei prezzi al consumo, dato che, se confermato, terrebbe l'inflazione stabile al 2,3% registrato anche a luglio. La stabilità dell'inflazione – commenta il Centro Studi di Confindustria - sarebbe il risultato della compensazione tra le dinamiche delle due componenti volatili. Da un lato, infatti, sembra essere proseguito ad agosto il rallentamento nei prezzi degli alimentari freschi, già sviluppatosi rapidamente negli ultimi mesi. Dall'altro, si sono sentite le ripercussioni del caro petrolio sulla componente energetica dei prezzi al consumo. Da inizio luglio le quotazioni sono risalite fino al nuovo massimo storico in termini nominali (44,9 dollari al barile a metà agosto) a seguito di un'ondata speculativa basata su timori di carenze d'offerta causate dalle tensioni in Iraq, dalla vicenda Yukos in Russia e dalla crescita sopra le attese della domanda da Usa e Cina. La core inflation (al netto di energetici e alimentari freschi), continuando la fase di moderazione, sarebbe rimasta invece stabile ad agosto. Questo grazie a un lieve rallentamento dei prezzi dei beni industriali non energetici e di alcune tipologie di servizi (servizi assicurativi; alberghi), che avrebbe compensato alcuni rialzi in altre tipologie di servizi (servizi bancari; ristoranti e pizzerie). La fase di moderazione in corso, dalla fine del 2003, della core inflation italiana è stata favorita anche dalla dinamica della componente corrispondente dei prezzi alla produzione. I prezzi alla produzione per i beni finali di consumo (fermi a luglio) continuano, infatti, a mostrare nel nostro Paese un andamento tendenziale molto contenuto (1,0%). La lieve accelerazione mostrata nel luglio 2004 (al 3,3% tendenziale, dal 3,2% di giugno) dall'indice generale dei prezzi alla produzione è stata dovuta invece, soprattutto, alla componente energetica, cresciuta dell'1,0% in un mese a seguito dell'aumento delle quotazioni petrolifere. Tali rialzi vanno profilandosi come un fenomeno strutturale di cambiamento dei prezzi relativi che dovrebbe incidere sulle decisioni degli operatori economici nel senso di un necessario risparmio energetico e delle ricerca di fonti alternative, e non di deleterie rincorse prezzi-prezzi o prezzi-salari. In rialzo anche la componente dei prezzi alla produzione per i beni intermedi (+0,3% congiunturale e 5,8% tendenziale), sulla quale incidono ancora i rialzi dei mesi scorsi nei prezzi delle materie prime. Le quotazioni internazionali in euro delle materie prime non combustibili, pur essendo risultate in calo negli ultimi mesi dal picco di aprile 2004, restano infatti su livelli molto elevati (+8,0% circa sui dodici mesi). |
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CSC: SUI PREZZI ALLA PRODUZIONE PESA IL CARO PETROLIO INFLAZIONE STABILE: IL CALO DEGLI ALIMENTARI COMPENSA IL FATTORE ENERGETICO |
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Roma, 6 settembre 2004 - Le anticipazioni delle città campione per il mese di agosto mostrano un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente dell'indice dei prezzi al consumo, dato che, se confermato, terrebbe l'inflazione stabile al 2,3% registrato anche a luglio. La stabilità dell'inflazione – commenta il Centro Studi di Confindustria - sarebbe il risultato della compensazione tra le dinamiche delle due componenti volatili. Da un lato, infatti, sembra essere proseguito ad agosto il rallentamento nei prezzi degli alimentari freschi, già sviluppatosi rapidamente negli ultimi mesi. Dall'altro, si sono sentite le ripercussioni del caro petrolio sulla componente energetica dei prezzi al consumo. Da inizio luglio le quotazioni sono risalite fino al nuovo massimo storico in termini nominali (44,9 dollari al barile a metà agosto) a seguito di un'ondata speculativa basata su timori di carenze d'offerta causate dalle tensioni in Iraq, dalla vicenda Yukos in Russia e dalla crescita sopra le attese della domanda da Usa e Cina. La core inflation (al netto di energetici e alimentari freschi), continuando la fase di moderazione, sarebbe rimasta invece stabile ad agosto. Questo grazie a un lieve rallentamento dei prezzi dei beni industriali non energetici e di alcune tipologie di servizi (servizi assicurativi; alberghi), che avrebbe compensato alcuni rialzi in altre tipologie di servizi (servizi bancari; ristoranti e pizzerie). La fase di moderazione in corso, dalla fine del 2003, della core inflation italiana è stata favorita anche dalla dinamica della componente corrispondente dei prezzi alla produzione. I prezzi alla produzione per i beni finali di consumo (fermi a luglio) continuano, infatti, a mostrare nel nostro Paese un andamento tendenziale molto contenuto (1,0%). La lieve accelerazione mostrata nel luglio 2004 (al 3,3% tendenziale, dal 3,2% di giugno) dall'indice generale dei prezzi alla produzione è stata dovuta invece, soprattutto, alla componente energetica, cresciuta dell'1,0% in un mese a seguito dell'aumento delle quotazioni petrolifere. Tali rialzi vanno profilandosi come un fenomeno strutturale di cambiamento dei prezzi relativi che dovrebbe incidere sulle decisioni degli operatori economici nel senso di un necessario risparmio energetico e delle ricerca di fonti alternative, e non di deleterie rincorse prezzi-prezzi o prezzi-salari. In rialzo anche la componente dei prezzi alla produzione per i beni intermedi (+0,3% congiunturale e 5,8% tendenziale), sulla quale incidono ancora i rialzi dei mesi scorsi nei prezzi delle materie prime. Le quotazioni internazionali in euro delle materie prime non combustibili, pur essendo risultate in calo negli ultimi mesi dal picco di aprile 2004, restano infatti su livelli molto elevati (+8,0% circa sui dodici mesi). |
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PER LE VENDITE AL DETTAGLIO CONFERMATA LA STAGNAZIONE CONFCOMMERCIO SU CITTA’ CAMPIONE: IL PETROLIO “BLOCCA” LE POSSIBILITA’ DI RIDUZIONE DELL’INFLAZIONE |
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Roma, 6 settembre 2004 - Ferme le componenti interne, soprattutto l’alimentare, e ancora tensioni del caro-petrolio che rischiano di compromettere la diminuzione dell’inflazione: questo il commento del Centro Studi Confcommercio sulle anticipazioni delle città campione relative all’inflazione di agosto. Infatti, la situazione relativa ai prezzi dei prodotti petroliferi rischia non solo di compromettere le possibilità di rientro dell’inflazione, ma anche di “annullare” le possibilità di crescita del sistema, che già sconta una dinamica della domanda per consumi da parte delle famiglie molto debole. Per le vendite al dettaglio di giugno, diffuse dall’Istat, infatti, si tratta solo di un modestissimo recupero dopo la pesante flessione di maggio. In termini reali, cioè al netto della variazione dei prezzi, la crescita di giugno 2004 rispetto allo stesso mese del 2003 è di appena lo 0,5%, sintesi di un –0,6% nell’alimentare e di un +0,7% nel non alimentare. Ma a destare preoccupazione è l’andamento del primo semestre, che evidenzia una flessione delle vendite in quantità di circa l’1% rispetto allo stesso periodo del 2003, con una riduzione doppia (-2,0%) nell’alimentare, che raggiunge il –4,7% nel caso delle piccole superfici di vendita specializzate nel food. Queste dinamiche – conclude il Centro Studi - confermano la forte stagnazione della domanda interna, debolissima proprio nella componente dei consumi di beni delle famiglie, che dovrebbe invece sostenere e alimentare l’indispensabile ripresa senza la quale la crescita italiana rischia di rimanere ben al di sotto dell’1%, attestandosi sui mediocri valori dell’ultimo triennio. |
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PER LE VENDITE AL DETTAGLIO CONFERMATA LA STAGNAZIONE CONFCOMMERCIO SU CITTA’ CAMPIONE: IL PETROLIO “BLOCCA” LE POSSIBILITA’ DI RIDUZIONE DELL’INFLAZIONE |
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Roma, 6 settembre 2004 - Ferme le componenti interne, soprattutto l’alimentare, e ancora tensioni del caro-petrolio che rischiano di compromettere la diminuzione dell’inflazione: questo il commento del Centro Studi Confcommercio sulle anticipazioni delle città campione relative all’inflazione di agosto. Infatti, la situazione relativa ai prezzi dei prodotti petroliferi rischia non solo di compromettere le possibilità di rientro dell’inflazione, ma anche di “annullare” le possibilità di crescita del sistema, che già sconta una dinamica della domanda per consumi da parte delle famiglie molto debole. Per le vendite al dettaglio di giugno, diffuse dall’Istat, infatti, si tratta solo di un modestissimo recupero dopo la pesante flessione di maggio. In termini reali, cioè al netto della variazione dei prezzi, la crescita di giugno 2004 rispetto allo stesso mese del 2003 è di appena lo 0,5%, sintesi di un –0,6% nell’alimentare e di un +0,7% nel non alimentare. Ma a destare preoccupazione è l’andamento del primo semestre, che evidenzia una flessione delle vendite in quantità di circa l’1% rispetto allo stesso periodo del 2003, con una riduzione doppia (-2,0%) nell’alimentare, che raggiunge il –4,7% nel caso delle piccole superfici di vendita specializzate nel food. Queste dinamiche – conclude il Centro Studi - confermano la forte stagnazione della domanda interna, debolissima proprio nella componente dei consumi di beni delle famiglie, che dovrebbe invece sostenere e alimentare l’indispensabile ripresa senza la quale la crescita italiana rischia di rimanere ben al di sotto dell’1%, attestandosi sui mediocri valori dell’ultimo triennio. |
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L'IMPATTO DEI PREZZI PETROLIFERI SULLE TARIFFE DOMESTICHE PER L'ENERGIA ELETTRICA E IL GAS |
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Milano, 6 settembre 2004 - In seguito ai recenti aumenti dei prezzi petroliferi, sono state riprese dalla stampa numerose analisi non corrette circa la prefigurazione di consistenti aumenti tariffari dell'energia elettrica ed il gas per il prossimo trimestre ottobre-dicembre. Si ricorda in proposito che, come d'uso, l'Autorità per l'energia elaborerà i prossimi aggiornamenti trimestrali sulla base di dati consuntivabili fino a settembre e che le tariffe conseguenti saranno fissate alla fine dello stesso mese, con decorrenza dal 1° ottobre prossimo. L'autorità aggiorna le tariffe ogni 3 mesi considerando le variazioni dei costi influenzati dai prezzi del petrolio (gas e combustibili per la produzione elettrica) che sono una quota della tariffa totale, costituita anche da altre componenti regolate ed in continuo contenimento (trasmissione, distribuzione, vendita). Inoltre, vengono presi in considerazione, per il gas, i costi medi registrati nei nove mesi precedenti e, per l'elettricità, i consuntivi e le previsioni fornite alla fine di ogni trimestre dall'Acquirente Unico. Infatti, con particolare riferimento alla tariffa elettrica per l'utenza domestica, dal 1° aprile u.S., in coincidenza dell'avvio della Borsa elettrica, è operativo l'Acquirente Unico, che, per conto dei clienti vincolati, può liberamente acquistare energia elettrica, sia in Borsa che tramite contratti bilaterali, e giovarsi delle assegnazioni ad esso riservate per energia Cip6 e di importazione. L'acquirente Unico ha già acquistato buona parte dell'energia necessaria anche per il periodo ottobre-dicembre, generalmente con prezzi prefissati prima dei più recenti aumenti petroliferi. Questa particolare situazione permetterà, almeno per il resto del corrente anno, un contenimento degli aumenti tariffari. Le tariffe del gas e dell'energia elettrica per l'ultimo trimestre 2004 saranno determinate e pubblicate, come di consueto, alla fine di settembre p.V., con decorrenza dal 1° ottobre. |
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L'IMPATTO DEI PREZZI PETROLIFERI SULLE TARIFFE DOMESTICHE PER L'ENERGIA ELETTRICA E IL GAS |
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Milano, 6 settembre 2004 - In seguito ai recenti aumenti dei prezzi petroliferi, sono state riprese dalla stampa numerose analisi non corrette circa la prefigurazione di consistenti aumenti tariffari dell'energia elettrica ed il gas per il prossimo trimestre ottobre-dicembre. Si ricorda in proposito che, come d'uso, l'Autorità per l'energia elaborerà i prossimi aggiornamenti trimestrali sulla base di dati consuntivabili fino a settembre e che le tariffe conseguenti saranno fissate alla fine dello stesso mese, con decorrenza dal 1° ottobre prossimo. L'autorità aggiorna le tariffe ogni 3 mesi considerando le variazioni dei costi influenzati dai prezzi del petrolio (gas e combustibili per la produzione elettrica) che sono una quota della tariffa totale, costituita anche da altre componenti regolate ed in continuo contenimento (trasmissione, distribuzione, vendita). Inoltre, vengono presi in considerazione, per il gas, i costi medi registrati nei nove mesi precedenti e, per l'elettricità, i consuntivi e le previsioni fornite alla fine di ogni trimestre dall'Acquirente Unico. Infatti, con particolare riferimento alla tariffa elettrica per l'utenza domestica, dal 1° aprile u.S., in coincidenza dell'avvio della Borsa elettrica, è operativo l'Acquirente Unico, che, per conto dei clienti vincolati, può liberamente acquistare energia elettrica, sia in Borsa che tramite contratti bilaterali, e giovarsi delle assegnazioni ad esso riservate per energia Cip6 e di importazione. L'acquirente Unico ha già acquistato buona parte dell'energia necessaria anche per il periodo ottobre-dicembre, generalmente con prezzi prefissati prima dei più recenti aumenti petroliferi. Questa particolare situazione permetterà, almeno per il resto del corrente anno, un contenimento degli aumenti tariffari. Le tariffe del gas e dell'energia elettrica per l'ultimo trimestre 2004 saranno determinate e pubblicate, come di consueto, alla fine di settembre p.V., con decorrenza dal 1° ottobre. |
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E INTANTO IL DIESEL CONTINUA A CRESCERE, ARRIVANDO AL 60,76% DELLE VENDITE DEL MESE IN AGOSTO FLESSIONE (- 4,9%) DELLA DOMANDA DI NUOVE AUTO MA NEGLI OTTO MESI IL MERCATO CONTINUA A TENERE (+1,16%) |
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Roma, 6 settembre 2004 - L’entità delle immatricolazioni di vetture nuove in Italia nel corso del mese di agosto, ha confermato il basso peso che l’ottavo mese ha nel quadro delle immatricolazioni dell’anno. Non è così sfuggito alla regola anche l’agosto del 2004, che ha fatto registrare, secondo le comunicazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 85.300 immatricolazioni, con una flessione del 4,9%, sullo stesso mese del 2003, quando le immatricolazioni furono 89.697. E’, dunque, più significativo rilevare come nell’arco dei primi otto mesi dell’anno, il mercato italiano dell’automobile abbia chiuso in attivo dell’1,16%, frutto della differenza fra le 1.581.316 targhe del 2004 e le 1.563.239 del 2003. Un risultato che pochi si erano sentiti di pronosticare, alla luce del quadro economico generale, della continua spinta verso l’alto del prezzo del petrolio e del perdurante alto costo delle assicurazioni. Quel che può ridimensionare l’andamento tutto sommato positivo dei primi otto mesi dell’anno è il dato, rilevato da Anfia e Unrae, della raccolta ordini che - seppure nel mese di agosto sia risultata lievemente superiore all’anno scorso, con 93.874 unità contro le 92.284 dell’agosto 2003 e una crescita dell’1,72% - nell’intero periodo gennaio-agosto ha avuto un calo del 2,23%, scendendo da 1.550.328 a 1.515.796 unità e determinando un indebolimento del portafoglio ordini, sceso a livelli non abituali per il settore. Ad attenuare questa valutazione c’è, comunque, il fatto che oggi gli ordini tendono ad essere evasi nel corso dello stesso mese, grazie alla ormai evidente disponibilità di prodotto che, specie nel comparto del diesel, aveva creato qualche ritardo nelle consegne al cliente anche nel recente passato. “L’industria dell’auto - sottolinea Gianni Filipponi, Segretario Generale dell’Unrae, l’Associazione delle Case estere - continua a raccogliere, sia pure con notevoli sforzi economici dovuti alle costanti promozioni, i frutti di un forte impegno nel rinnovo dei prodotti, che oggi si manifesta anche con l’ampliamento di tipologie di vetture diverse da quelle più diffuse, con la crescita continua del diesel e beneficiando del costo contenuto del denaro, visto che oltre il 70% delle vendite è effettuato con forme di pagamento differite”. Ribadendo il valore poco rappresentativo delle immatricolazioni del mese in esame, va comunque segnalato che in agosto si sono registrati un ulteriore record di vendite delle auto con motorizzazioni diesel (arrivate al 60,76% del mercato totale) e un buon andamento del mercato dell’usato, con 236.649 passaggi di proprietà, minivolture incluse (+ 15,13% rispetto alle 205.552 dell’agosto 2003). Nei primi otto mesi i passaggi di proprietà sono stati 3.068.631, il 20,46% in più, rispetto ai 2.547.471 del gennaio-agosto 2003. “E’ evidente - conclude Filipponi - che l’attenzione degli operatori è ora tutta concentrata sulla raccolta degli ordini e sulle immatricolazioni del mese di settembre, che dovranno fornire indicazioni precise sulla tendenza conclusiva dell’intero 2004.” |
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E INTANTO IL DIESEL CONTINUA A CRESCERE, ARRIVANDO AL 60,76% DELLE VENDITE DEL MESE IN AGOSTO FLESSIONE (- 4,9%) DELLA DOMANDA DI NUOVE AUTO MA NEGLI OTTO MESI IL MERCATO CONTINUA A TENERE (+1,16%) |
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Roma, 6 settembre 2004 - L’entità delle immatricolazioni di vetture nuove in Italia nel corso del mese di agosto, ha confermato il basso peso che l’ottavo mese ha nel quadro delle immatricolazioni dell’anno. Non è così sfuggito alla regola anche l’agosto del 2004, che ha fatto registrare, secondo le comunicazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 85.300 immatricolazioni, con una flessione del 4,9%, sullo stesso mese del 2003, quando le immatricolazioni furono 89.697. E’, dunque, più significativo rilevare come nell’arco dei primi otto mesi dell’anno, il mercato italiano dell’automobile abbia chiuso in attivo dell’1,16%, frutto della differenza fra le 1.581.316 targhe del 2004 e le 1.563.239 del 2003. Un risultato che pochi si erano sentiti di pronosticare, alla luce del quadro economico generale, della continua spinta verso l’alto del prezzo del petrolio e del perdurante alto costo delle assicurazioni. Quel che può ridimensionare l’andamento tutto sommato positivo dei primi otto mesi dell’anno è il dato, rilevato da Anfia e Unrae, della raccolta ordini che - seppure nel mese di agosto sia risultata lievemente superiore all’anno scorso, con 93.874 unità contro le 92.284 dell’agosto 2003 e una crescita dell’1,72% - nell’intero periodo gennaio-agosto ha avuto un calo del 2,23%, scendendo da 1.550.328 a 1.515.796 unità e determinando un indebolimento del portafoglio ordini, sceso a livelli non abituali per il settore. Ad attenuare questa valutazione c’è, comunque, il fatto che oggi gli ordini tendono ad essere evasi nel corso dello stesso mese, grazie alla ormai evidente disponibilità di prodotto che, specie nel comparto del diesel, aveva creato qualche ritardo nelle consegne al cliente anche nel recente passato. “L’industria dell’auto - sottolinea Gianni Filipponi, Segretario Generale dell’Unrae, l’Associazione delle Case estere - continua a raccogliere, sia pure con notevoli sforzi economici dovuti alle costanti promozioni, i frutti di un forte impegno nel rinnovo dei prodotti, che oggi si manifesta anche con l’ampliamento di tipologie di vetture diverse da quelle più diffuse, con la crescita continua del diesel e beneficiando del costo contenuto del denaro, visto che oltre il 70% delle vendite è effettuato con forme di pagamento differite”. Ribadendo il valore poco rappresentativo delle immatricolazioni del mese in esame, va comunque segnalato che in agosto si sono registrati un ulteriore record di vendite delle auto con motorizzazioni diesel (arrivate al 60,76% del mercato totale) e un buon andamento del mercato dell’usato, con 236.649 passaggi di proprietà, minivolture incluse (+ 15,13% rispetto alle 205.552 dell’agosto 2003). Nei primi otto mesi i passaggi di proprietà sono stati 3.068.631, il 20,46% in più, rispetto ai 2.547.471 del gennaio-agosto 2003. “E’ evidente - conclude Filipponi - che l’attenzione degli operatori è ora tutta concentrata sulla raccolta degli ordini e sulle immatricolazioni del mese di settembre, che dovranno fornire indicazioni precise sulla tendenza conclusiva dell’intero 2004.” |
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GLI ALLIBRATORI RIDUCONO LE QUOTE DELLE SCOMMESSE SUI PROGRESSI SCIENTIFICI |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Gli allibratori inglesi riducono le quote delle scommesse sui progressi scientifici, convinti che le possibilità di nuove sensazionali scoperte prima del 2010 siano ora in aumento. La prima possibile scoperta che ha visto ridursi le sue quote è stato il rilevamento delle onde gravitazionali. Dopo una valanga di puntate sull'evento, l'inglese Ladbrokes ha recentemente ridotto le quote da 500:1 a 10:1. Warren Lush, portavoce della Ladbrokes, ha dichiarato alla Bbc: 'Abbiamo dovuto ridurre le quote a 10:1; ma quando ne ho parlato con i fisici li ho trovati molto, molto divisi, e l'80% di quelli che ho interrogato ritiene che non vi è alcuna possibilità di fare una tale scoperta prima del 2010'. Ecco le attuali quote sulle scoperte in campo scientifico: possibile vita su Titano: 10.000 a 1; costruzione di una centrale a fusione nucleare: 50 a 1; scoperta del bosone Higgs: 6 a 1; comprensione dei raggi cosmici: 4 a 1. Ladbrokes fissa le quote delle scommesse sulle scoperte scientifiche dopo aver consultato gli esperti, ma è stata travolta dall'interesse dei giocatori d'azzardo. |
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GLI ALLIBRATORI RIDUCONO LE QUOTE DELLE SCOMMESSE SUI PROGRESSI SCIENTIFICI |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Gli allibratori inglesi riducono le quote delle scommesse sui progressi scientifici, convinti che le possibilità di nuove sensazionali scoperte prima del 2010 siano ora in aumento. La prima possibile scoperta che ha visto ridursi le sue quote è stato il rilevamento delle onde gravitazionali. Dopo una valanga di puntate sull'evento, l'inglese Ladbrokes ha recentemente ridotto le quote da 500:1 a 10:1. Warren Lush, portavoce della Ladbrokes, ha dichiarato alla Bbc: 'Abbiamo dovuto ridurre le quote a 10:1; ma quando ne ho parlato con i fisici li ho trovati molto, molto divisi, e l'80% di quelli che ho interrogato ritiene che non vi è alcuna possibilità di fare una tale scoperta prima del 2010'. Ecco le attuali quote sulle scoperte in campo scientifico: possibile vita su Titano: 10.000 a 1; costruzione di una centrale a fusione nucleare: 50 a 1; scoperta del bosone Higgs: 6 a 1; comprensione dei raggi cosmici: 4 a 1. Ladbrokes fissa le quote delle scommesse sulle scoperte scientifiche dopo aver consultato gli esperti, ma è stata travolta dall'interesse dei giocatori d'azzardo. |
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LOTTO SPORT ITALIA SPA : INCONTRO POSITIVO SUL TEMA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI |
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Milano, 6 settembre 2004 - Lo scorso luglio Francesco Gesualdi, coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, si è incontrato con Gianni Lorenzato, vice-presidente del Gruppo Lotto. L'incontro aveva lo scopo di avviare uno scambio di vedute sui problemi sollevati dalla campagna e programmare i passi da compiere per risolverli. Lotto ha tenuto a precisare che, da quando è subentrata la nuova proprietà, nel 2000, l'azienda ha sempre posto attenzione al tema dei diritti dei lavoratori, tant'è che ha adottato un codice di condotta che è parte integrante dei contratti di fornitura. Lorenzato ha anche precisato che l'azienda è intervenuta prontamente nel caso della fabbrica indonesiana P.t.busana-prima -Global, produttrice di articoli a marchio Lotto su commissione del licenziatario inglese G.p.s., affinché cessasse l'atteggiamento intimidatorio e discriminatorio verso i dipendenti sindacalizzati. Nonostante tutto questo, Lotto ha riconosciuto il persistere di alcuni problemi presso le realtà produttive delocalizzate e si è dichiarata disponibile a proseguire un confronto con la campagna per la messa a punto di meccanismi che diano maggiori garanzie ai lavoratori. Tuttavia Lorenzato ha precisato che il problema non riguarda solamente Lotto, che in termini numerici (quote di mercato) nel panorama mondiale rappresenta una modesta entità, bensì l'intero settore, con ovvio riferimento ai maggiori protagonisti commerciali, come Nike e Adidas, così come le altre imprese, anche italiane, del comparto sportivo. Per questo si è proposto un confronto di respiro più ampio, che veda come interlocutori da una parte la campagna e dall'altra le associazioni di categoria dei produttori di articoli sportivi a livello italiano ed eventualmente europeo, ossia Assosport e Fesi. Ora la proposta è al vaglio di tutte le parti interessate. |
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LOTTO SPORT ITALIA SPA : INCONTRO POSITIVO SUL TEMA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI |
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Milano, 6 settembre 2004 - Lo scorso luglio Francesco Gesualdi, coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, si è incontrato con Gianni Lorenzato, vice-presidente del Gruppo Lotto. L'incontro aveva lo scopo di avviare uno scambio di vedute sui problemi sollevati dalla campagna e programmare i passi da compiere per risolverli. Lotto ha tenuto a precisare che, da quando è subentrata la nuova proprietà, nel 2000, l'azienda ha sempre posto attenzione al tema dei diritti dei lavoratori, tant'è che ha adottato un codice di condotta che è parte integrante dei contratti di fornitura. Lorenzato ha anche precisato che l'azienda è intervenuta prontamente nel caso della fabbrica indonesiana P.t.busana-prima -Global, produttrice di articoli a marchio Lotto su commissione del licenziatario inglese G.p.s., affinché cessasse l'atteggiamento intimidatorio e discriminatorio verso i dipendenti sindacalizzati. Nonostante tutto questo, Lotto ha riconosciuto il persistere di alcuni problemi presso le realtà produttive delocalizzate e si è dichiarata disponibile a proseguire un confronto con la campagna per la messa a punto di meccanismi che diano maggiori garanzie ai lavoratori. Tuttavia Lorenzato ha precisato che il problema non riguarda solamente Lotto, che in termini numerici (quote di mercato) nel panorama mondiale rappresenta una modesta entità, bensì l'intero settore, con ovvio riferimento ai maggiori protagonisti commerciali, come Nike e Adidas, così come le altre imprese, anche italiane, del comparto sportivo. Per questo si è proposto un confronto di respiro più ampio, che veda come interlocutori da una parte la campagna e dall'altra le associazioni di categoria dei produttori di articoli sportivi a livello italiano ed eventualmente europeo, ossia Assosport e Fesi. Ora la proposta è al vaglio di tutte le parti interessate. |
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SICUREZZA STRADALE: NEL PIANO NAZIONALE CI SONO LE INDICAZIONI PER LA GESTIONE DEI LIMITI DI VELOCITÀ |
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Roma, 6 settembre 2004 - “Nel corso dell’assemblea plenaria della Consulta nazionale sulla sicurezza stradale del 21 luglio scorso - ha dichiarato il coordinatore della Consulta, Mario Sai - la questione dell’aumento dei limiti di velocità sulle autostrade non era all’ordine del giorno. La richiesta del suo inserimento nella lettera da inviare al Ministro Lunardi, relativa alle garanzie di finanziamento del Piano nazionale della sicurezza stradale, non è stata accolta dalla Presidenza. Per la Consulta valgono su questo argomento le indicazioni contenute nel Piano stesso e cioè che “esiste una correlazione diretta (rilevata statisticamente dalle amministrazioni competenti in materia di mobilità e sicurezza stradale di diversi Paesi) tra velocità in assoluto e numero/gravità degli incidenti stradali”, ma che sia anche necessario “individuare ed eliminare condizioni di incoerenza e assicurare una regolamentazione della velocità più omogenea e, soprattutto, più coerente ed efficace”. In questo quadro - ha sottolineato Sai - la Consulta si è dichiarata disponibile, fin dall’annuncio del Ministro sul provvedimento sull’innalzamento dei limiti di velocità in alcuni tratti autostradali, ad operare per migliorare il quadro conoscitivo sugli effetti della velocità nei diversi contesti. Questo è necessario per rafforzare le misure di prevenzione-controllo-repressione e per attuare tutte le azioni previste nel capitolo del Piano relativo alla ‘Gestione dei limiti di velocità’. In particolare, sono importanti l’analisi dettagliata degli incidenti in relazione alla velocità di percorrenza e l’elaborazione di criteri e indirizzi generali per la definizione dei limiti di velocità sui diversi tipi di strada”. |
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SICUREZZA STRADALE: NEL PIANO NAZIONALE CI SONO LE INDICAZIONI PER LA GESTIONE DEI LIMITI DI VELOCITÀ |
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Roma, 6 settembre 2004 - “Nel corso dell’assemblea plenaria della Consulta nazionale sulla sicurezza stradale del 21 luglio scorso - ha dichiarato il coordinatore della Consulta, Mario Sai - la questione dell’aumento dei limiti di velocità sulle autostrade non era all’ordine del giorno. La richiesta del suo inserimento nella lettera da inviare al Ministro Lunardi, relativa alle garanzie di finanziamento del Piano nazionale della sicurezza stradale, non è stata accolta dalla Presidenza. Per la Consulta valgono su questo argomento le indicazioni contenute nel Piano stesso e cioè che “esiste una correlazione diretta (rilevata statisticamente dalle amministrazioni competenti in materia di mobilità e sicurezza stradale di diversi Paesi) tra velocità in assoluto e numero/gravità degli incidenti stradali”, ma che sia anche necessario “individuare ed eliminare condizioni di incoerenza e assicurare una regolamentazione della velocità più omogenea e, soprattutto, più coerente ed efficace”. In questo quadro - ha sottolineato Sai - la Consulta si è dichiarata disponibile, fin dall’annuncio del Ministro sul provvedimento sull’innalzamento dei limiti di velocità in alcuni tratti autostradali, ad operare per migliorare il quadro conoscitivo sugli effetti della velocità nei diversi contesti. Questo è necessario per rafforzare le misure di prevenzione-controllo-repressione e per attuare tutte le azioni previste nel capitolo del Piano relativo alla ‘Gestione dei limiti di velocità’. In particolare, sono importanti l’analisi dettagliata degli incidenti in relazione alla velocità di percorrenza e l’elaborazione di criteri e indirizzi generali per la definizione dei limiti di velocità sui diversi tipi di strada”. |
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SISTEMA AEROPORTUALE DI VENEZIA: CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2004 |
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Venezia, 6 settembre 2004 - Fatturato consolidato per 73.0 milioni di Euro nel primo semestre 2004, in crescita del +28.4% (56.9 milioni di Euro al 30 giugno 2003), e Ebitda per 21,8 milioni di Euro (+ 61,3% rispetto ai 13.5 milioni di Euro al 30/06/03). Utile netto consolidato per 3.1 milioni di Euro (+146.7% rispetto agli 1.3 milioni di Euro dello stesso periodo dell’esercizio precedente). Positivi i risultati relativi al traffico passeggeri del Sistema Aeroportuale di Venezia, comprensivo degli aeroporti di Venezia e Treviso, (3.2 milioni i passeggeri nel primo semestre 2004), in crescita del +19.9%. Il Cda di Save, società di gestione dell’Aeroporto di Venezia, riunitosi per assumere le delibere relative al processo di quotazione in Borsa, ha approvato la relazione semestrale che, per la prima volta, è stata anche certificata dalla società di revisione, secondo la normativa prevista per le società quotate. Il Consiglio ha preso atto con soddisfazione dei brillanti risultati che Save continua a produrre in un quadro generale non facile, a conferma della bontà delle scelte strategiche adottate negli ultimi anni dal Gruppo. In particolare, il fatturato consolidato è stato pari a 73.0 milioni di Euro (in crescita del +28.4% rispetto ai 56.9 milioni di Euro al 30/06/2003), l’Ebitda è stato di 21,8 milioni di euro, in crescita del 61,3% (13.5 milioni di Euro al 30 giugno 2003) e l’utile netto consolidato è cresciuto da 1.3 milioni di Euro nel 1^ semestre 2003 a 3.1 milioni di Euro nello stesso periodo del 2004, con un incremento di +146.7% grazie all’aumento del fatturato e alla minore incidenza dei costi operativi sul totale ricavi, e pure in presenza di un maggior carico fiscale. A livello finanziario, l’indebitamento netto di Gruppo si è attestato a Euro 125.2 milioni al 30 giugno 2004 (Euro 129.0 milioni di Euro al 31 dicembre 2003) e la gestione operativa ha generato cassa per 16.8 milioni di Euro. Positivo l’andamento del traffico passeggeri del Sistema (Venezia + Treviso) che ha fatto registrare 3.2 milioni di passeggeri nel primo semestre 2004, in crescita del +19.9 % rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, dato superiore alla media nazionale. V In particolare, nel primo semestre 2004 all’aeroporto Marco Polo di Venezia sono transitati 2.8 milioni di passeggeri, in crescita del +17.9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita superiore rispetto alla media nazionale nello stesso periodo (+ 8.4%). L’aeroporto di Treviso ha registrato nel semestre 412.142 passeggeri, con un incremento del 35,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Alcuni fattori quali l’ingresso di 11 nuove compagnie nell’operativo estivo e la ripresa del traffico sui mercati di lungo raggio, quali il Nord America, hanno favorito il traffico sull’Aeroporto Marco Polo di Venezia. |
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SISTEMA AEROPORTUALE DI VENEZIA: CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2004 |
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Venezia, 6 settembre 2004 - Fatturato consolidato per 73.0 milioni di Euro nel primo semestre 2004, in crescita del +28.4% (56.9 milioni di Euro al 30 giugno 2003), e Ebitda per 21,8 milioni di Euro (+ 61,3% rispetto ai 13.5 milioni di Euro al 30/06/03). Utile netto consolidato per 3.1 milioni di Euro (+146.7% rispetto agli 1.3 milioni di Euro dello stesso periodo dell’esercizio precedente). Positivi i risultati relativi al traffico passeggeri del Sistema Aeroportuale di Venezia, comprensivo degli aeroporti di Venezia e Treviso, (3.2 milioni i passeggeri nel primo semestre 2004), in crescita del +19.9%. Il Cda di Save, società di gestione dell’Aeroporto di Venezia, riunitosi per assumere le delibere relative al processo di quotazione in Borsa, ha approvato la relazione semestrale che, per la prima volta, è stata anche certificata dalla società di revisione, secondo la normativa prevista per le società quotate. Il Consiglio ha preso atto con soddisfazione dei brillanti risultati che Save continua a produrre in un quadro generale non facile, a conferma della bontà delle scelte strategiche adottate negli ultimi anni dal Gruppo. In particolare, il fatturato consolidato è stato pari a 73.0 milioni di Euro (in crescita del +28.4% rispetto ai 56.9 milioni di Euro al 30/06/2003), l’Ebitda è stato di 21,8 milioni di euro, in crescita del 61,3% (13.5 milioni di Euro al 30 giugno 2003) e l’utile netto consolidato è cresciuto da 1.3 milioni di Euro nel 1^ semestre 2003 a 3.1 milioni di Euro nello stesso periodo del 2004, con un incremento di +146.7% grazie all’aumento del fatturato e alla minore incidenza dei costi operativi sul totale ricavi, e pure in presenza di un maggior carico fiscale. A livello finanziario, l’indebitamento netto di Gruppo si è attestato a Euro 125.2 milioni al 30 giugno 2004 (Euro 129.0 milioni di Euro al 31 dicembre 2003) e la gestione operativa ha generato cassa per 16.8 milioni di Euro. Positivo l’andamento del traffico passeggeri del Sistema (Venezia + Treviso) che ha fatto registrare 3.2 milioni di passeggeri nel primo semestre 2004, in crescita del +19.9 % rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, dato superiore alla media nazionale. V In particolare, nel primo semestre 2004 all’aeroporto Marco Polo di Venezia sono transitati 2.8 milioni di passeggeri, in crescita del +17.9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita superiore rispetto alla media nazionale nello stesso periodo (+ 8.4%). L’aeroporto di Treviso ha registrato nel semestre 412.142 passeggeri, con un incremento del 35,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Alcuni fattori quali l’ingresso di 11 nuove compagnie nell’operativo estivo e la ripresa del traffico sui mercati di lungo raggio, quali il Nord America, hanno favorito il traffico sull’Aeroporto Marco Polo di Venezia. |
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AIR FRANCE – KLM GROUP :FINANCIAL YEAR 2004-05 SUBSTANTIAL IMPROVEMENT IN 2004-05 FIRST QUARTER RESULTS TURNOVER: 4.46 BILLION EUROS (+12.3%) |
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Roissy, Amstelveen, 6 September 2004 - The Board of Directors examined the first quarter results of fiscal 2004-05 at their meeting on 1st September, under the chairmanship of Jean-cyril Spinetta. During the meeting, Mr. Spinetta made the following comments: “I am pleased to present to you today the first consolidated results of the Air France-klm Group. In a context where the sharp increase in oil prices poses a new challenge for our industry in spite of global recovery, we have posted good results thanks notably to the immediate implementation of the necessary measures to obtain synergies”. The Chairman also added: “I would like to underscore the commitment of Air France staff to carry out the flight schedule as planned before the accident at Terminal 2E, thus contributing to the Group's smooth operations during this quarter”. Leo Van Wijk emphasized the close collaboration of the teams of both airlines and the continued implementation of cost-savings programmes. He made the following comments: “We have seen the effectiveness of our commercial measures and particularly combinable fares. Klm has posted an increase in unit revenue and seat load factor thanks to greater access to the French market”. Consolidated figures As the Public Exchange Offer closed on 3 May 2004, the consolidated results for the first quarter of financial year 2004-05 for the Air France-klm Group are presented on the basis of a 3-month consolidation of the Air France Group (April-june 2004) and a 2-month consolidation of the Klm Group (May-june 2004). Moreover, until 31 March 2004, Servair was consolidated with a one-quarter time difference. To cancel this time difference, Servair has been consolidated for six months (January-june 2004) for this first quarter of 2004-05.
| 1st quarter to | Non audited | 30 June 2004 (1) (2) | 30 June 2003 (1) proforma | Change | 30 June 2003 (3) published | Turnover | 4 463 | 3 974 | +12.3% | 3 009 | Ebitdar | 693 | 524 | +32.3% | 406 | Operating income before aircraft disposals | 156 | (1) | nm | (13) | Profit before tax and amortization of goodwill | 95 | 3 | nm | 5 | Group net profit | 95 | 46 | +106.5% | 4 | (1) Consolidation of the Air France Group over three months (April-june) and of the Klm Group over two months (May-june) (2) Consolidation of Servair over a 6-month period in the first quarter of financial 2004-2005. (3) Air France Group As a result of the consolidation, the Klm Group accounts, drawn up under Dutch accounting standards, were restated in accordance with French accounting standards. The purchase price allocation, which will only be finally fixed on 31 March 2005, has also been factored into the accounts. These two restatements had a positive impact amounting to 16 million euros on the operating income figure (33 million as at 30 June 2003) and to 54 million euros on net income (52 million on 30 June 2003), including the amortization of negative goodwill totaling 34 million euros over the two months. Results: 156 million euros operating income before aircraft disposals The Air France-klm Group saw sustained growth in its operations in a business environment that, although improving, remains difficult. Traffic grew by 16.9% during the quarter on a 12.9% increase in capacity, leading to a 2.7-point improvement in load factor to 77.7%. In spite of the increase of the oil price, the cost-control measures implemented by both airlines enabled the Group to post an operating income of 156 millions before aircraft disposals. On a 12.3% increase in turnover to 4.46 billion euros, operating expenses rose by only 8.4% to 4.31 billion euros, despite the sharp increase in the fuel bill. The consolidation of an additional quarter for Servair accounts for approximately 1% of the increase in turnover and for 1.1% of the increase in operating expenses. The main changes in operating expenses are as follows: Fuel costs rose by 19.6% to 544 million euros, compared with 455 million in the quarter to 30 June 2003, due to the combined impact of a +11% volume effect and an increase in the price of jet fuel of 28% and of an 7% fall in the dollar exchange rate. Hedging contracts generated savings of 59 million euros, or 13% of the total fuel charge. Chartering expenses rose by 17.9% to 132 million euros, compared with 112 million in the quarter to 30 June 2003, mainly due to the accounting of the Korean Air code-share operations in revenues and charges whereas the net balance had been posted last year. The sharp, 21.7%, increase in catering expenses is mainly due to the 2-quarter consolidation of Servair and to higher activity levels. Sales and distribution expenses increased by 11.6% to 356 million euros, against 319 million in the period as of 30 June 2003, due to the resumption of the Group’s advertising campaigns. Payroll costs rose by 6% to 1.39 billion euros compared with 1.31 billion euros in the quarter to 30 June 2003. Excluding the impact of the consolidation of Servair, this increase would have been limited to 4.4% including 2.4% in wages and 8.1% in payroll taxes, mainly due to the reform of subsidies linked to the deployment of the 35-hour week in France. The average staff count dropped by 1.8% to 102,412 employees. Unit costs measured in terms of Equivalent Available Seat-km (Eask) fell by 4.8% (down 5.1% at constant exchange rates and fuel costs). Ebitdar (Earnings Before Income Tax, Depreciation, Amortization and Operating Leases) totalled 693 million euros compared with 524 million euros in the year-earlier period – an increase of 32.3%. Operating income before aircraft disposals has gone from a loss of one million euros in the quarter ending 30 June 2003 to a profit of 156 million euros in the three months to 30 June 2004. After aircraft disposals, operating income came in at 157 million euros as against 12 million euros last time. Net interest charges reduced to 50 million euros, compared with 54 million euros in the quarter ending 30 June 2003, but financial result deteriorated (loss of 79 million euros in the quarter to 30 June 2004 compared with a loss of 12 million last year) due to foreign exchange losses of 14 million euros as against a foreign exchange gain of 31 million euros last year and to a provision of 15 million euros (of which 11 million euros relating to Opodo), compared with write-backs of 12 million euros in the quarter to 30 June 2003. After integrating 17 million euros in profits from companies consolidated under the equity method, and 30 million euros in goodwill amortization gains, Group net profit increased by 106.5% to 95 million euros, compared with a 46 million profit in the three months to 30 June 2003. Financial situation Investment over the period totaled 624 million euros. This was entirely financed out of operating cash flow in the amount of 633 million euros and by the proceeds from aircraft disposals, amounting to 25 million euros. On the basis of consolidated net debt of 5.5 billion euros and a shareholder equity of 5.0 billion euros, the Group’s debt/equity ratio comes in at 1.09. As at 30 June 2004 the Group totaled net cash and equivalent of 2.6 billion euros and a credit facility of 1 billion euros. Sector information Passenger business Over the period, passenger activity grew by 16.9% on a 12.9% increase in capacity, taking the seat-load factor 2.7 points higher to 77.7%. Passenger turnover totaled 3.55 billion euros, up 12.2%. Revenue per available seat kilometer was down 0,5% but increased by 1.5% at constant change rates. Unit costs fell by 4,8% and 5,2% at constant change rates and fuel costs. Operating income before aircraft disposals amounted to 121 million, compared with an operating loss of 18 million in the three months to 30 June 2003. Cargo business Cargo operations recovered strongly on an 11.7% increase in traffic. The load factor was down slightly, by 0.7 of a percentage point, at 67.7%, on a 12.8% capacity increase. Turnover came in at 537 million euros. Yield per revenue tonne-km fell by 2.7% and by 0.3% at constant change rates. Unit costs were down by 4,7% and 5,5% at constant change rates and fuel costs. Operating income before aircraft disposals in cargo operations amounted to 10 million euros, as against 3 million a year earlier. Maintenance business Third-party turnover from Mro operations increased by 5.7% to 185 million euros generating an operating profit of 10 million euros, compared with 5 million in the three months to 30 June 2003. Other activities Other activities generated turnover of 193 million euros, of which 44 million euros as a result of the 3-month additional consolidation of Servair. Operating income from other activities, including aircraft disposals, amounted to 16 million, (22 million in the quarter to 30 June 2003), of which 16 million from the Transavia subsidiary. Outlook for the current financial year The current quarter started off with a satisfactory level of activity, bolstered by the advanced bookings for the next few months, as well as a further steep increase in oil prices. Based on an average market price of 40 dollars per barrel of the rest of the 2004-05 financial year, and taking into account the fuel surcharges already implemented, the Air France-klm group confirms its target of a substantial rise in operating income before aircraft disposals. According to this assumption and, given our hedge over the next few months, any change of one dollar in the barrel price will have an estimated impact of 5 million dollars per month. |
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AIR FRANCE – KLM GROUP :FINANCIAL YEAR 2004-05 SUBSTANTIAL IMPROVEMENT IN 2004-05 FIRST QUARTER RESULTS TURNOVER: 4.46 BILLION EUROS (+12.3%) |
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Roissy, Amstelveen, 6 September 2004 - The Board of Directors examined the first quarter results of fiscal 2004-05 at their meeting on 1st September, under the chairmanship of Jean-cyril Spinetta. During the meeting, Mr. Spinetta made the following comments: “I am pleased to present to you today the first consolidated results of the Air France-klm Group. In a context where the sharp increase in oil prices poses a new challenge for our industry in spite of global recovery, we have posted good results thanks notably to the immediate implementation of the necessary measures to obtain synergies”. The Chairman also added: “I would like to underscore the commitment of Air France staff to carry out the flight schedule as planned before the accident at Terminal 2E, thus contributing to the Group's smooth operations during this quarter”. Leo Van Wijk emphasized the close collaboration of the teams of both airlines and the continued implementation of cost-savings programmes. He made the following comments: “We have seen the effectiveness of our commercial measures and particularly combinable fares. Klm has posted an increase in unit revenue and seat load factor thanks to greater access to the French market”. Consolidated figures As the Public Exchange Offer closed on 3 May 2004, the consolidated results for the first quarter of financial year 2004-05 for the Air France-klm Group are presented on the basis of a 3-month consolidation of the Air France Group (April-june 2004) and a 2-month consolidation of the Klm Group (May-june 2004). Moreover, until 31 March 2004, Servair was consolidated with a one-quarter time difference. To cancel this time difference, Servair has been consolidated for six months (January-june 2004) for this first quarter of 2004-05.
| 1st quarter to | Non audited | 30 June 2004 (1) (2) | 30 June 2003 (1) proforma | Change | 30 June 2003 (3) published | Turnover | 4 463 | 3 974 | +12.3% | 3 009 | Ebitdar | 693 | 524 | +32.3% | 406 | Operating income before aircraft disposals | 156 | (1) | nm | (13) | Profit before tax and amortization of goodwill | 95 | 3 | nm | 5 | Group net profit | 95 | 46 | +106.5% | 4 | (1) Consolidation of the Air France Group over three months (April-june) and of the Klm Group over two months (May-june) (2) Consolidation of Servair over a 6-month period in the first quarter of financial 2004-2005. (3) Air France Group As a result of the consolidation, the Klm Group accounts, drawn up under Dutch accounting standards, were restated in accordance with French accounting standards. The purchase price allocation, which will only be finally fixed on 31 March 2005, has also been factored into the accounts. These two restatements had a positive impact amounting to 16 million euros on the operating income figure (33 million as at 30 June 2003) and to 54 million euros on net income (52 million on 30 June 2003), including the amortization of negative goodwill totaling 34 million euros over the two months. Results: 156 million euros operating income before aircraft disposals The Air France-klm Group saw sustained growth in its operations in a business environment that, although improving, remains difficult. Traffic grew by 16.9% during the quarter on a 12.9% increase in capacity, leading to a 2.7-point improvement in load factor to 77.7%. In spite of the increase of the oil price, the cost-control measures implemented by both airlines enabled the Group to post an operating income of 156 millions before aircraft disposals. On a 12.3% increase in turnover to 4.46 billion euros, operating expenses rose by only 8.4% to 4.31 billion euros, despite the sharp increase in the fuel bill. The consolidation of an additional quarter for Servair accounts for approximately 1% of the increase in turnover and for 1.1% of the increase in operating expenses. The main changes in operating expenses are as follows: Fuel costs rose by 19.6% to 544 million euros, compared with 455 million in the quarter to 30 June 2003, due to the combined impact of a +11% volume effect and an increase in the price of jet fuel of 28% and of an 7% fall in the dollar exchange rate. Hedging contracts generated savings of 59 million euros, or 13% of the total fuel charge. Chartering expenses rose by 17.9% to 132 million euros, compared with 112 million in the quarter to 30 June 2003, mainly due to the accounting of the Korean Air code-share operations in revenues and charges whereas the net balance had been posted last year. The sharp, 21.7%, increase in catering expenses is mainly due to the 2-quarter consolidation of Servair and to higher activity levels. Sales and distribution expenses increased by 11.6% to 356 million euros, against 319 million in the period as of 30 June 2003, due to the resumption of the Group’s advertising campaigns. Payroll costs rose by 6% to 1.39 billion euros compared with 1.31 billion euros in the quarter to 30 June 2003. Excluding the impact of the consolidation of Servair, this increase would have been limited to 4.4% including 2.4% in wages and 8.1% in payroll taxes, mainly due to the reform of subsidies linked to the deployment of the 35-hour week in France. The average staff count dropped by 1.8% to 102,412 employees. Unit costs measured in terms of Equivalent Available Seat-km (Eask) fell by 4.8% (down 5.1% at constant exchange rates and fuel costs). Ebitdar (Earnings Before Income Tax, Depreciation, Amortization and Operating Leases) totalled 693 million euros compared with 524 million euros in the year-earlier period – an increase of 32.3%. Operating income before aircraft disposals has gone from a loss of one million euros in the quarter ending 30 June 2003 to a profit of 156 million euros in the three months to 30 June 2004. After aircraft disposals, operating income came in at 157 million euros as against 12 million euros last time. Net interest charges reduced to 50 million euros, compared with 54 million euros in the quarter ending 30 June 2003, but financial result deteriorated (loss of 79 million euros in the quarter to 30 June 2004 compared with a loss of 12 million last year) due to foreign exchange losses of 14 million euros as against a foreign exchange gain of 31 million euros last year and to a provision of 15 million euros (of which 11 million euros relating to Opodo), compared with write-backs of 12 million euros in the quarter to 30 June 2003. After integrating 17 million euros in profits from companies consolidated under the equity method, and 30 million euros in goodwill amortization gains, Group net profit increased by 106.5% to 95 million euros, compared with a 46 million profit in the three months to 30 June 2003. Financial situation Investment over the period totaled 624 million euros. This was entirely financed out of operating cash flow in the amount of 633 million euros and by the proceeds from aircraft disposals, amounting to 25 million euros. On the basis of consolidated net debt of 5.5 billion euros and a shareholder equity of 5.0 billion euros, the Group’s debt/equity ratio comes in at 1.09. As at 30 June 2004 the Group totaled net cash and equivalent of 2.6 billion euros and a credit facility of 1 billion euros. Sector information Passenger business Over the period, passenger activity grew by 16.9% on a 12.9% increase in capacity, taking the seat-load factor 2.7 points higher to 77.7%. Passenger turnover totaled 3.55 billion euros, up 12.2%. Revenue per available seat kilometer was down 0,5% but increased by 1.5% at constant change rates. Unit costs fell by 4,8% and 5,2% at constant change rates and fuel costs. Operating income before aircraft disposals amounted to 121 million, compared with an operating loss of 18 million in the three months to 30 June 2003. Cargo business Cargo operations recovered strongly on an 11.7% increase in traffic. The load factor was down slightly, by 0.7 of a percentage point, at 67.7%, on a 12.8% capacity increase. Turnover came in at 537 million euros. Yield per revenue tonne-km fell by 2.7% and by 0.3% at constant change rates. Unit costs were down by 4,7% and 5,5% at constant change rates and fuel costs. Operating income before aircraft disposals in cargo operations amounted to 10 million euros, as against 3 million a year earlier. Maintenance business Third-party turnover from Mro operations increased by 5.7% to 185 million euros generating an operating profit of 10 million euros, compared with 5 million in the three months to 30 June 2003. Other activities Other activities generated turnover of 193 million euros, of which 44 million euros as a result of the 3-month additional consolidation of Servair. Operating income from other activities, including aircraft disposals, amounted to 16 million, (22 million in the quarter to 30 June 2003), of which 16 million from the Transavia subsidiary. Outlook for the current financial year The current quarter started off with a satisfactory level of activity, bolstered by the advanced bookings for the next few months, as well as a further steep increase in oil prices. Based on an average market price of 40 dollars per barrel of the rest of the 2004-05 financial year, and taking into account the fuel surcharges already implemented, the Air France-klm group confirms its target of a substantial rise in operating income before aircraft disposals. According to this assumption and, given our hedge over the next few months, any change of one dollar in the barrel price will have an estimated impact of 5 million dollars per month. |
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CRESCE LA PRESENZA AIR ONE IN FRIULI - VENEZIA GIULIA: AUMENTANO A TRE I VOLI QUOTIDIANI DA TRIESTE A ROMA |
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Milano, 6 settembre 2004 - A partire dal primo ottobre Air One aumenterà da due a tre i suoi voli giornalieri da Trieste per Roma. Il terzo volo quotidiano consentirà ai passeggeri una maggiore flessibilità nell’organizzazione del loro tempo, offrendo in particolare un volo pomeridiano da Trieste in una fascia oraria totalmente sprovvista di collegamenti con Fiumicino, agevolando il rientro nella Capitale di coloro che abbiano impegni di lavoro a Trieste nella sola mattinata. Il volo delle 16.30 da Fiumicino contribuisce inoltre ad arricchire le frequenze di rientro da Roma per chi si muove per lavoro, terminando gli impegni nel primo pomeriggio, nonché la possibilità di sfruttare altri voli in coincidenza allo scalo romano. Le tariffe partono da un minimo di 39 euro (escluse tasse e surcharge sicurezza e carburante). Oltre a collegare Trieste con la capitale, i voli offrono buone coincidenze da Roma verso Catania, Palermo, Trapani, Alghero, Lamezia Terme, Torino e Genova. Grazie all’introduzione della concorrenza da parte di Air One su una rotta precedentemente operata in regime di monopolio, i cittadini e le imprese del Friuli Venezia Giulia hanno potuto beneficiare di tariffe più basse e di una maggiore scelta di servizi. Nei primi 75 giorni delle sue operazioni a Trieste, Air One ha trasportato oltre 26 mila passeggeri, più di 16.000 da e per Roma e circa 9.600 da e per Napoli. “La progressiva crescita della nostra presenza a Trieste esemplifica la strategia di Air One di mettere radici in una regione e gradualmente allargare la gamma di servizi, mano a mano che il mercato indica di apprezzarne la presenza; siamo ben consapevoli delle ulteriori esigenze di mobilità della regione, nonché della Slovenia e della Croazia, e non escludiamo in futuro l’introduzione di nuove destinazioni” spiega Giorgio De Roni, direttore divisione passeggeri di Air One. “Noto con particolare piacere che il 27% dei passeggeri che abbiamo trasportato finora sulle nostre due rotte da Trieste per Roma e Napoli provengono da Pordenone, a ulteriore testimonianza della centralità di Ronchi in un ampio bacino di utenza”. Oltre ad offrire un servizio conveniente e di qualità, Air One dà la possibilità ai suoi passeggeri di accumulare miglia nel programma di fidelizzazione “Miles & More” di Lufthansa. Infatti i voli Air One fanno parte di un grande sistema globale di trasporto aereo. Delle nove destinazioni collegate direttamente dall’aeroporto di Trieste con voli di linea, tre sono coperte da Air One e dal suo partner Lufthansa, che collega Trieste a Monaco di Baviera con tre voli giornalieri. I voli per Monaco e per Roma offrono coincidenze per tutto il mondo, integrandosi in modo ottimale nella rete di collegamenti operati da Lufthansa e dagli altri vettori Star Alliance, la principale alleanza mondiale tra compagnie aeree. |
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CRESCE LA PRESENZA AIR ONE IN FRIULI - VENEZIA GIULIA: AUMENTANO A TRE I VOLI QUOTIDIANI DA TRIESTE A ROMA |
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Milano, 6 settembre 2004 - A partire dal primo ottobre Air One aumenterà da due a tre i suoi voli giornalieri da Trieste per Roma. Il terzo volo quotidiano consentirà ai passeggeri una maggiore flessibilità nell’organizzazione del loro tempo, offrendo in particolare un volo pomeridiano da Trieste in una fascia oraria totalmente sprovvista di collegamenti con Fiumicino, agevolando il rientro nella Capitale di coloro che abbiano impegni di lavoro a Trieste nella sola mattinata. Il volo delle 16.30 da Fiumicino contribuisce inoltre ad arricchire le frequenze di rientro da Roma per chi si muove per lavoro, terminando gli impegni nel primo pomeriggio, nonché la possibilità di sfruttare altri voli in coincidenza allo scalo romano. Le tariffe partono da un minimo di 39 euro (escluse tasse e surcharge sicurezza e carburante). Oltre a collegare Trieste con la capitale, i voli offrono buone coincidenze da Roma verso Catania, Palermo, Trapani, Alghero, Lamezia Terme, Torino e Genova. Grazie all’introduzione della concorrenza da parte di Air One su una rotta precedentemente operata in regime di monopolio, i cittadini e le imprese del Friuli Venezia Giulia hanno potuto beneficiare di tariffe più basse e di una maggiore scelta di servizi. Nei primi 75 giorni delle sue operazioni a Trieste, Air One ha trasportato oltre 26 mila passeggeri, più di 16.000 da e per Roma e circa 9.600 da e per Napoli. “La progressiva crescita della nostra presenza a Trieste esemplifica la strategia di Air One di mettere radici in una regione e gradualmente allargare la gamma di servizi, mano a mano che il mercato indica di apprezzarne la presenza; siamo ben consapevoli delle ulteriori esigenze di mobilità della regione, nonché della Slovenia e della Croazia, e non escludiamo in futuro l’introduzione di nuove destinazioni” spiega Giorgio De Roni, direttore divisione passeggeri di Air One. “Noto con particolare piacere che il 27% dei passeggeri che abbiamo trasportato finora sulle nostre due rotte da Trieste per Roma e Napoli provengono da Pordenone, a ulteriore testimonianza della centralità di Ronchi in un ampio bacino di utenza”. Oltre ad offrire un servizio conveniente e di qualità, Air One dà la possibilità ai suoi passeggeri di accumulare miglia nel programma di fidelizzazione “Miles & More” di Lufthansa. Infatti i voli Air One fanno parte di un grande sistema globale di trasporto aereo. Delle nove destinazioni collegate direttamente dall’aeroporto di Trieste con voli di linea, tre sono coperte da Air One e dal suo partner Lufthansa, che collega Trieste a Monaco di Baviera con tre voli giornalieri. I voli per Monaco e per Roma offrono coincidenze per tutto il mondo, integrandosi in modo ottimale nella rete di collegamenti operati da Lufthansa e dagli altri vettori Star Alliance, la principale alleanza mondiale tra compagnie aeree. |
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NOTIZIE STAMPA INESATTE CIRCA IL NUMERO DEI DIPENDENTI LUFTHANSA |
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Milano, 6 settembre 2004 - A seguito della pubblicazione da parte di numerosi quotidiani italiani di tabelle di confronto tra diversi vettori, Lufthansa precisa che al 31/12/2003 il numero di dipendenti delle linee aeree passeggeri era di 34.559. Questo è il dato che dovrebbe essere utilizzato per un corretto raffronto tra vettori. Lufthansa precisa inoltre che a livello di gruppo, la società contava al 31/12/2003 un totale di 93.246 dipendenti. Questi erano così suddivisi: Linee aeree passeggeri: 34.559; Logistica: 5,075; Mro (manutenzione etc…): 18.075; Catering: 31.734; Servizi informatici: 3.159; Società di servizi e finanziarie: 644. |
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NOTIZIE STAMPA INESATTE CIRCA IL NUMERO DEI DIPENDENTI LUFTHANSA |
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Milano, 6 settembre 2004 - A seguito della pubblicazione da parte di numerosi quotidiani italiani di tabelle di confronto tra diversi vettori, Lufthansa precisa che al 31/12/2003 il numero di dipendenti delle linee aeree passeggeri era di 34.559. Questo è il dato che dovrebbe essere utilizzato per un corretto raffronto tra vettori. Lufthansa precisa inoltre che a livello di gruppo, la società contava al 31/12/2003 un totale di 93.246 dipendenti. Questi erano così suddivisi: Linee aeree passeggeri: 34.559; Logistica: 5,075; Mro (manutenzione etc…): 18.075; Catering: 31.734; Servizi informatici: 3.159; Società di servizi e finanziarie: 644. |
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IN PARTENZA DA MILANO MALPENSA...BEN 12 VOLI FINNAIR! LA COMPAGNIA DI BANDIERA FINLANDESE AUMENTA IL NUMERO DELLE FREQUENZE SETTIMANALI NON STOP SULLA ROTTA MILANO-HELSINKI |
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Milano, 6 settembre 2004 - Per soddisfare la crescente domanda del traffico da e per l’Estremo Oriente, nonché le esigenze del mercato italiano, dal prossimo 5 Settembre 2004 Finnair porta a 12 i suoi voli nonstop sulla linea Milano-helsinki. La compagnia di bandiera finlandese ha infatti predisposto una nuova rotazione che consiste in un collegamento aggiuntivo da Helsinki il sabato, e che riparte la domenica dall’Italia secondo il seguente operativo: Ay795 Helsinki Milano 16.00 18.05 - ogni sabato; Ay794 Milano Helsinki 11.00 15.00 - ogni domenica. Tariffe di andata e ritorno a partire da 336,00 Euro, tasse escluse. Con un totale di 12 operativi da Milano Malpensa (doppia frequenza giornaliera nei giorni di mercoledì, giovedì, venerdì e domenica) e 6 da Roma Fiumicino sarà ancora più facile e comodo raggiungere l’elegante capitale finlandese, e grazie alle ottime coincidenze, anche le numerose destinazioni del Baltico e del Far East servite da Finnair. |
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IN PARTENZA DA MILANO MALPENSA...BEN 12 VOLI FINNAIR! LA COMPAGNIA DI BANDIERA FINLANDESE AUMENTA IL NUMERO DELLE FREQUENZE SETTIMANALI NON STOP SULLA ROTTA MILANO-HELSINKI |
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Milano, 6 settembre 2004 - Per soddisfare la crescente domanda del traffico da e per l’Estremo Oriente, nonché le esigenze del mercato italiano, dal prossimo 5 Settembre 2004 Finnair porta a 12 i suoi voli nonstop sulla linea Milano-helsinki. La compagnia di bandiera finlandese ha infatti predisposto una nuova rotazione che consiste in un collegamento aggiuntivo da Helsinki il sabato, e che riparte la domenica dall’Italia secondo il seguente operativo: Ay795 Helsinki Milano 16.00 18.05 - ogni sabato; Ay794 Milano Helsinki 11.00 15.00 - ogni domenica. Tariffe di andata e ritorno a partire da 336,00 Euro, tasse escluse. Con un totale di 12 operativi da Milano Malpensa (doppia frequenza giornaliera nei giorni di mercoledì, giovedì, venerdì e domenica) e 6 da Roma Fiumicino sarà ancora più facile e comodo raggiungere l’elegante capitale finlandese, e grazie alle ottime coincidenze, anche le numerose destinazioni del Baltico e del Far East servite da Finnair. |
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PORTO DI GENOVA: TRAFFICO LUGLIO 2004 MERCE VARIA +3,6%, RINFUSE SOLIDE +4,1%, CONTENITORI +2,9%, TRAFFICO CONVENZIONALE +2,5%, TRAFFICO CONTAINERIZZATO +4,3%, TRAFFICO COMPLESSIVO +3,0% |
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Genova, 6 settembre 2004 - Anche il mese di luglio conferma la costante crescita di tutti i principali settori merceologici del porto di genova, crescita che trova conferma anche nei dati dei primi sette mesi dell’anno. I contenitori movimentati a luglio sono stati di 155.455 teu (+2,9%), così suddivisi nei principali terminal: Vte 84.861, Sech 34.702, Terminal Messina 24.406, Terminal Rebora 4.372 (record mensile del terminal), Terminal Grendi 3.629 (record mensile del terminal). Tale risultato porta a 982.295 i teu movimentati (+2,4%) nei primi sette mesi dell’anno così suddivisi: Vte 532.716, Sech 219.610, Terminal Messina 159.291, Terminal Rebora 26.629, Terminal Grendi 18.038. La merce varia prosegue il suo trend positivo dall’inizio dell’anno e nel mese di luglio segna un +3,6% (2.414.169 tonn.) e nei sette mesi 15.183.502 tonn. (+5,8%). Il traffico convenzionale a luglio è stato di 983.143 tonn. (+2,5%) e nel periodo gennaio-luglio di 5.752.203 tonn. (+6,6%). Nel comparto delle rinfuse solide i due terminal specializzati hanno avuto risultati positivi: il terminal di Ponte San Giorgio ha movimentato nel mese 256.967 tonn. (+4,1%), portando il risultato dei sette mesi a 1.509.158 (+22,0%). Le Acciaierie di Cornigliano a luglio hanno movimentato 622.486 tonn. (+10,4%) grazie al quale hanno ridotto il gap dei sette mesi a -1% (4.187.835 tonn.). Nel comparto delle rinfuse liquide nei primi sette mesi il porto petroli ha segnato un aumento del +2,0% (11.654.128 tonn.), mentre gli olii vegetali sono stati 315.296 tonn. (+19,6%). Il movimento passeggeri nel mese di luglio è stato di 533.098 unità (+0,8%), di cui 498.650 (+6,4%) al terminal traghetti, mentre al terminal crociere sono state 34.448 unità (-42,7%). Nei primi sette mesi il traffico passeggeri è stato di 1.496.861 unità (-8,0%) di cui 1.355.700 (+3,5%) al terminal traghetti e 141.161 unità (-55,5%) al terminal crociere. Il traffico complessivo del porto nel mese di luglio è stato di 5.157.557 (+3,0%) e nel periodo gennaio-luglio 33.881.493 tonn. (+4,2%). |
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PORTO DI GENOVA: TRAFFICO LUGLIO 2004 MERCE VARIA +3,6%, RINFUSE SOLIDE +4,1%, CONTENITORI +2,9%, TRAFFICO CONVENZIONALE +2,5%, TRAFFICO CONTAINERIZZATO +4,3%, TRAFFICO COMPLESSIVO +3,0% |
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Genova, 6 settembre 2004 - Anche il mese di luglio conferma la costante crescita di tutti i principali settori merceologici del porto di genova, crescita che trova conferma anche nei dati dei primi sette mesi dell’anno. I contenitori movimentati a luglio sono stati di 155.455 teu (+2,9%), così suddivisi nei principali terminal: Vte 84.861, Sech 34.702, Terminal Messina 24.406, Terminal Rebora 4.372 (record mensile del terminal), Terminal Grendi 3.629 (record mensile del terminal). Tale risultato porta a 982.295 i teu movimentati (+2,4%) nei primi sette mesi dell’anno così suddivisi: Vte 532.716, Sech 219.610, Terminal Messina 159.291, Terminal Rebora 26.629, Terminal Grendi 18.038. La merce varia prosegue il suo trend positivo dall’inizio dell’anno e nel mese di luglio segna un +3,6% (2.414.169 tonn.) e nei sette mesi 15.183.502 tonn. (+5,8%). Il traffico convenzionale a luglio è stato di 983.143 tonn. (+2,5%) e nel periodo gennaio-luglio di 5.752.203 tonn. (+6,6%). Nel comparto delle rinfuse solide i due terminal specializzati hanno avuto risultati positivi: il terminal di Ponte San Giorgio ha movimentato nel mese 256.967 tonn. (+4,1%), portando il risultato dei sette mesi a 1.509.158 (+22,0%). Le Acciaierie di Cornigliano a luglio hanno movimentato 622.486 tonn. (+10,4%) grazie al quale hanno ridotto il gap dei sette mesi a -1% (4.187.835 tonn.). Nel comparto delle rinfuse liquide nei primi sette mesi il porto petroli ha segnato un aumento del +2,0% (11.654.128 tonn.), mentre gli olii vegetali sono stati 315.296 tonn. (+19,6%). Il movimento passeggeri nel mese di luglio è stato di 533.098 unità (+0,8%), di cui 498.650 (+6,4%) al terminal traghetti, mentre al terminal crociere sono state 34.448 unità (-42,7%). Nei primi sette mesi il traffico passeggeri è stato di 1.496.861 unità (-8,0%) di cui 1.355.700 (+3,5%) al terminal traghetti e 141.161 unità (-55,5%) al terminal crociere. Il traffico complessivo del porto nel mese di luglio è stato di 5.157.557 (+3,0%) e nel periodo gennaio-luglio 33.881.493 tonn. (+4,2%). |
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FINCANTIERI SI AGGIUDICA ORDINE PER UN TRAGHETTO SUPERVELOCE |
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Trieste, 3 settembre, 2004 - Fincantieri, attraverso la propria Direzione navi militari, si è aggiudicata un ordine dell’armatore svedese Rederi A.b. Gotland per la costruzione di un traghetto ad alta velocità secondo il codice Imo Hsc 2000. La nave verrà realizzata nello stabilimento di Riva Trigoso (Genova) e sarà consegnata all’inizio del 2006. L’unità avrà una lunghezza di 122 metri, una larghezza massima di 16,65 metri, sarà dotata di due eliche di manovra, quattro motori diesel da 9.000 kW ciascuno e quattro idrogetti sterzanti e con inversione del moto, raggiungerà la velocità massima di circa 40 nodi e avrà una velocità di esercizio di 36 nodi. La portata massima sarà di circa 600 tonnellate, con una capacità di 800 passeggeri, oltre 160 autovetture e 8 autobus. La nave, che presterà servizio nel Mar Baltico, sarà costruita nel rispetto dei rigorosi requisiti imposti dall’Autorità marittima svedese. Per rispondere alle severe norme di protezione dell’ambiente in vigore nel Paese, la nave sarà dotata di marmitte catalitiche per abbattere il livello delle emissioni inquinanti. Per la progettazione e costruzione dell’unita’ verranno adottate tecnologie duali, in parte di derivazione militare, come già avvenuto con la serie di traghetti ad alte prestazioni costruiti negli stabilimenti della Direzione navi militari di Fincantieri nella seconda metà degli anni Novanta. Tali unita’ sono derivate per evoluzione dall’esperienza del “Destriero” che nel 1992 stabilì il record di traversata atlantica senza rifornimento, conquistando così il “Nastro azzurro” alla velocità media di oltre 53 nodi, con punte di quasi 70 nodi. Con questo nuovo traghetto saranno cinque le navi di questo tipo realizzate da Fincantieri in esercizio nel Mar Baltico; due sono attualmente operative per conto della finlandese Silja Line, altre due sono gestite dalla estone Tallink. Altri traghetti veloci costruiti da Fincantieri sono in esercizio in Gran Bretagna e in Italia. Con questo ordine Fincantieri consolida ulteriormente il rapporto con il mercato scandinavo, avendo acquisito, nel febbraio scorso, un contratto dalla finlandese Finnlines per la costruzione di tre grandi traghetti Ro-pax, con l’opzione per altre due unità. |
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FINCANTIERI SI AGGIUDICA ORDINE PER UN TRAGHETTO SUPERVELOCE |
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Trieste, 3 settembre, 2004 - Fincantieri, attraverso la propria Direzione navi militari, si è aggiudicata un ordine dell’armatore svedese Rederi A.b. Gotland per la costruzione di un traghetto ad alta velocità secondo il codice Imo Hsc 2000. La nave verrà realizzata nello stabilimento di Riva Trigoso (Genova) e sarà consegnata all’inizio del 2006. L’unità avrà una lunghezza di 122 metri, una larghezza massima di 16,65 metri, sarà dotata di due eliche di manovra, quattro motori diesel da 9.000 kW ciascuno e quattro idrogetti sterzanti e con inversione del moto, raggiungerà la velocità massima di circa 40 nodi e avrà una velocità di esercizio di 36 nodi. La portata massima sarà di circa 600 tonnellate, con una capacità di 800 passeggeri, oltre 160 autovetture e 8 autobus. La nave, che presterà servizio nel Mar Baltico, sarà costruita nel rispetto dei rigorosi requisiti imposti dall’Autorità marittima svedese. Per rispondere alle severe norme di protezione dell’ambiente in vigore nel Paese, la nave sarà dotata di marmitte catalitiche per abbattere il livello delle emissioni inquinanti. Per la progettazione e costruzione dell’unita’ verranno adottate tecnologie duali, in parte di derivazione militare, come già avvenuto con la serie di traghetti ad alte prestazioni costruiti negli stabilimenti della Direzione navi militari di Fincantieri nella seconda metà degli anni Novanta. Tali unita’ sono derivate per evoluzione dall’esperienza del “Destriero” che nel 1992 stabilì il record di traversata atlantica senza rifornimento, conquistando così il “Nastro azzurro” alla velocità media di oltre 53 nodi, con punte di quasi 70 nodi. Con questo nuovo traghetto saranno cinque le navi di questo tipo realizzate da Fincantieri in esercizio nel Mar Baltico; due sono attualmente operative per conto della finlandese Silja Line, altre due sono gestite dalla estone Tallink. Altri traghetti veloci costruiti da Fincantieri sono in esercizio in Gran Bretagna e in Italia. Con questo ordine Fincantieri consolida ulteriormente il rapporto con il mercato scandinavo, avendo acquisito, nel febbraio scorso, un contratto dalla finlandese Finnlines per la costruzione di tre grandi traghetti Ro-pax, con l’opzione per altre due unità. |
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TRE NUOVI PIANETI IN SOLO DUE SETTIMANE: ACCELERA LA CORSA ALLA SCOPERTA DI NUOVI MONDI |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Gli astronomi statunitensi hanno scoperto due nuovi pianeti, della grandezza di Nettuno, che orbitano intorno a stelle al di fuori del sistema solare. L'annuncio è stato dato pochi giorni dopo che un team di scienziati europei aveva dichiarato di aver rilevato un terzo pianeta extrasolare della grandezza di Nettuno. I nuovi pianeti sono i mondi più piccoli che fino ad oggi sia stato possibile scoprire in rotazione attorno ad altre stelle, e gli scienziati considerano la scoperta un enorme progresso nella ricerca di altre Terre e della vita nello spazio. 'Può sembrare alquanto strano, ma non ragioniamo in termini di masse paragonabili a quella di Giove o di Saturno, ma a quella della Terra', ha detto Geoff Marcy, dell'università della California, membro di uno dei due gruppi che ha annunciato le scoperte. Nettuno ha una massa 17 volte superiore a quella della Terra, mentre Saturno e Giove sono rispettivamente 95 e 318 volte più grandi. Uno dei nuovi pianeti ha probabilmente una massa solo 14 volte superiore a quella terrestre. I nuovi pianeti sono anche differenti da quelli più grandi prima scoperti. 'Tutti i pianeti extrasolari fino ad ora trovati sono quasi certamente giganti gassosi, ma questi ultimi sono un vero rompicapo: potrebbero essere gassosi come Giove, ma potrebbero anche avere un nucleo duro di ghiaccio e una sottile atmosfera di idrogeno ed elio come Nettuno, o ancora una composizione mista di roccia e ghiaccio come Mercurio', ha detto Marcy. Infolink: http://www.Berkeley.edu/news/media/releases/2004/08/31_neptune.shtml |
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TRE NUOVI PIANETI IN SOLO DUE SETTIMANE: ACCELERA LA CORSA ALLA SCOPERTA DI NUOVI MONDI |
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Bruxelles, 6 settembre 2004 - Gli astronomi statunitensi hanno scoperto due nuovi pianeti, della grandezza di Nettuno, che orbitano intorno a stelle al di fuori del sistema solare. L'annuncio è stato dato pochi giorni dopo che un team di scienziati europei aveva dichiarato di aver rilevato un terzo pianeta extrasolare della grandezza di Nettuno. I nuovi pianeti sono i mondi più piccoli che fino ad oggi sia stato possibile scoprire in rotazione attorno ad altre stelle, e gli scienziati considerano la scoperta un enorme progresso nella ricerca di altre Terre e della vita nello spazio. 'Può sembrare alquanto strano, ma non ragioniamo in termini di masse paragonabili a quella di Giove o di Saturno, ma a quella della Terra', ha detto Geoff Marcy, dell'università della California, membro di uno dei due gruppi che ha annunciato le scoperte. Nettuno ha una massa 17 volte superiore a quella della Terra, mentre Saturno e Giove sono rispettivamente 95 e 318 volte più grandi. Uno dei nuovi pianeti ha probabilmente una massa solo 14 volte superiore a quella terrestre. I nuovi pianeti sono anche differenti da quelli più grandi prima scoperti. 'Tutti i pianeti extrasolari fino ad ora trovati sono quasi certamente giganti gassosi, ma questi ultimi sono un vero rompicapo: potrebbero essere gassosi come Giove, ma potrebbero anche avere un nucleo duro di ghiaccio e una sottile atmosfera di idrogeno ed elio come Nettuno, o ancora una composizione mista di roccia e ghiaccio come Mercurio', ha detto Marcy. Infolink: http://www.Berkeley.edu/news/media/releases/2004/08/31_neptune.shtml |
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LA FONDAZIONE SAN MINIATO OFFRE DUE BORSE DI STUDIO |
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Pisa, 6 settembre 2004 - Università di Pisa - Formazione Avanzata Economia. La Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato offre 2 borse di studio per il Master in Auditing e Controllo Interno orientamento Full Time Auditing & Governance per i candidati residenti nei seguenti comuni della Provincia di Pisa e di Firenze: San Miniato, Capannoli, Castelfranco di Sotto, Empoli, Fucecchio, Montopoli Val d'Arno, Ponsacco, Pontedera, S. Croce sull'Arno, S. Maria a Monte. Per informazioni: Lisa Pampana, Dipartimento di Economia Aziendale "E. Giannessi" Università di Pisa, via Cosimo Ridolfi, 10 - 56124 Pisa. Tel.: 050 598033. Fax : 050 9770067 |
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LA FONDAZIONE SAN MINIATO OFFRE DUE BORSE DI STUDIO |
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Pisa, 6 settembre 2004 - Università di Pisa - Formazione Avanzata Economia. La Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato offre 2 borse di studio per il Master in Auditing e Controllo Interno orientamento Full Time Auditing & Governance per i candidati residenti nei seguenti comuni della Provincia di Pisa e di Firenze: San Miniato, Capannoli, Castelfranco di Sotto, Empoli, Fucecchio, Montopoli Val d'Arno, Ponsacco, Pontedera, S. Croce sull'Arno, S. Maria a Monte. Per informazioni: Lisa Pampana, Dipartimento di Economia Aziendale "E. Giannessi" Università di Pisa, via Cosimo Ridolfi, 10 - 56124 Pisa. Tel.: 050 598033. Fax : 050 9770067 |
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I MASTER IN AUDITING E GOVERNANCE DEL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA DI PISA TRA I TOP TEN IN EUROPA |
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Pisa, 6 settembre 2004 - Una speciale classifica ha messo in fila le migliori proposte in materia di master post universitari. La graduatoria è stata realizzata monitorando le proposte di master in Italia e all’estero, secondo una serie di criteri cardine, importanti per testare la qualità dell’offerta formativa ed è stata pubblicata sul mensile Patrimoni. I dieci migliori master sono stati scelti considerando dunque il grado di innovazione, le prospettive occupazionali, le possibilità di stage, il prestigio, la selezione dei candidati, l’internazionalizzazione, il costo le agevolazioni, i benefit e le borse di studio. I master di Auditing e Governance del dipartimento di economia “E.giannessi” dell’Università di Pisa hanno ottenuto un ottimo punteggio, guadagnandosi il settimo posto nella graduatoria assoluta e addirittura il quarto posto, considerando i master italiani: il miglior master è quello del Politecnico di Torino, in Wireless System and related tecnologies; al secondo posto l’Mba Bocconi, al terzo Qualità alimentare e benessere dell’Università di Pisa; a seguire il master dello Iulm di Milano. Della speciale classifica fanno parte anche master dello Smurfit of Business of Dublin, dell’Eurec, del Cems e dell’I.a.e Lyon. Per il dipartimento di economia aziendale Giannessi di Pisa si tratta di un ottimo risultato ottenuto proprio in concomitanza della presentazione dei nuovi master che partiranno ad ottobre. L’iscrizione però va fatta entro il 20 settembre. Tra gli orientamenti part time, “Enti locali e aziende pubbliche”: il corso si concentra nel periodo ottobre 2004-giugno 2005, in sedici moduli didattici in aula e 10 giornate integrative, è riservato a 25 laureati ed è adatto all’approfondimento con alto livello di qualificazione per laureati e professionisti già occupati, attraverso la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione e l’analisi dei costi con valutazione delle performance delle aziende pubbliche. Part time anche il master, riservato a 20 laureati, “Banche, assicurazioni e intermediari finanziari” – da ottobre 2004 a luglio 2005 - che offre la possibilità di sviluppare competenze che riguardano il bilancio, la revisione contabile e gestionale, la progettazione e il monitoraggio dei sistemi di risk management, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno. “Auditing e controllo di gestione”, anch’esso part time, è riservato a 30 laureati e si propone di sviluppare competenze per la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno aziendale, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione, l’analisi dei costi e la valutazione delle performance aziendali. Full time, invece, il master “Auditing e Consulting, Auditing e Governance”, in programma da ottobre 2004 a febbraio 2005. Patrocinato dall’Aiia, Associazione italiana internal auditors, e dall’Assirevi, Associazione italiana delle società di revisione, è dedicato, principalmente, a figure professionali come il revisore contabile, l’internal auditor e il revisore consulente. Maggiori dettagli consultando il sito www.Masteraudit.it o all’indirizzo email: master.Audit@ec.unipi.ip , oppure rivolgendosi allo staff direzionale (via Cosimo Ridolfi, 10 - 56124 Pisa) tel: 0503157346. |
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I MASTER IN AUDITING E GOVERNANCE DEL DIPARTIMENTO DI ECONOMIA DI PISA TRA I TOP TEN IN EUROPA |
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Pisa, 6 settembre 2004 - Una speciale classifica ha messo in fila le migliori proposte in materia di master post universitari. La graduatoria è stata realizzata monitorando le proposte di master in Italia e all’estero, secondo una serie di criteri cardine, importanti per testare la qualità dell’offerta formativa ed è stata pubblicata sul mensile Patrimoni. I dieci migliori master sono stati scelti considerando dunque il grado di innovazione, le prospettive occupazionali, le possibilità di stage, il prestigio, la selezione dei candidati, l’internazionalizzazione, il costo le agevolazioni, i benefit e le borse di studio. I master di Auditing e Governance del dipartimento di economia “E.giannessi” dell’Università di Pisa hanno ottenuto un ottimo punteggio, guadagnandosi il settimo posto nella graduatoria assoluta e addirittura il quarto posto, considerando i master italiani: il miglior master è quello del Politecnico di Torino, in Wireless System and related tecnologies; al secondo posto l’Mba Bocconi, al terzo Qualità alimentare e benessere dell’Università di Pisa; a seguire il master dello Iulm di Milano. Della speciale classifica fanno parte anche master dello Smurfit of Business of Dublin, dell’Eurec, del Cems e dell’I.a.e Lyon. Per il dipartimento di economia aziendale Giannessi di Pisa si tratta di un ottimo risultato ottenuto proprio in concomitanza della presentazione dei nuovi master che partiranno ad ottobre. L’iscrizione però va fatta entro il 20 settembre. Tra gli orientamenti part time, “Enti locali e aziende pubbliche”: il corso si concentra nel periodo ottobre 2004-giugno 2005, in sedici moduli didattici in aula e 10 giornate integrative, è riservato a 25 laureati ed è adatto all’approfondimento con alto livello di qualificazione per laureati e professionisti già occupati, attraverso la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione e l’analisi dei costi con valutazione delle performance delle aziende pubbliche. Part time anche il master, riservato a 20 laureati, “Banche, assicurazioni e intermediari finanziari” – da ottobre 2004 a luglio 2005 - che offre la possibilità di sviluppare competenze che riguardano il bilancio, la revisione contabile e gestionale, la progettazione e il monitoraggio dei sistemi di risk management, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno. “Auditing e controllo di gestione”, anch’esso part time, è riservato a 30 laureati e si propone di sviluppare competenze per la verifica dei sistemi di comunicazione economico-finanziaria, l’analisi e la valutazione dei sistemi di controllo interno aziendale, la progettazione dei sistemi di controllo di gestione, l’analisi dei costi e la valutazione delle performance aziendali. Full time, invece, il master “Auditing e Consulting, Auditing e Governance”, in programma da ottobre 2004 a febbraio 2005. Patrocinato dall’Aiia, Associazione italiana internal auditors, e dall’Assirevi, Associazione italiana delle società di revisione, è dedicato, principalmente, a figure professionali come il revisore contabile, l’internal auditor e il revisore consulente. Maggiori dettagli consultando il sito www.Masteraudit.it o all’indirizzo email: master.Audit@ec.unipi.ip , oppure rivolgendosi allo staff direzionale (via Cosimo Ridolfi, 10 - 56124 Pisa) tel: 0503157346. |
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