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GIOVEDì
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 28 Aprile 2005 |
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Web alimentazione e benessere | |
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AUTOGRILL S.P.A. BILANCIO D’ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2004 DELIBERATA LA DISTRIBUZIONE DEL DIVIDENDO UNITARIO DI €· 0,20 PER AZIONE; “STACCO CEDOLA” IL 23 MAGGIO E PAGAMENTO A PARTIRE DAL 26 MAGGIO |
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L’assemblea degli Azionisti di Autogrill S.p.a. (Milano: Agl Im), riunitasi ieri sotto la presidenza di Gilberto Benetton, ha approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2004 così come presentato dal Consiglio di Amministrazione. Il 2004 si è chiuso con ricavi consolidati per € 3.182,1 milioni, in aumento dell’1,3% (+6,1% a cambi costanti) rispetto ai € 3.142,7 milioni del 2003. Un risultato cui ha contribuito principalmente la forte crescita in Nord America, dove le vendite hanno registrato un incremento del 12,2%, attestandosi a $ 2.005,6 milioni rispetto ai $ 1.786,9 milioni del 2003. Nell’esercizio la redditività è migliorata in tutte le macro regioni, riportando un Ebitda consolidato di € 435,9 milioni, +4,4% (+9,5% a cambi costanti) rispetto ai € 417,5 milioni del 2003. L’ebitda margin è passato dal 13,3% del 2003 al 13,7% del 2004 grazie alla continua ricerca di ottimizzazioni operative. Il risultato consolidato netto ha segnato un incremento del 5% (+8,2% a cambi costanti), chiudendo il 2004 a € 52,7% milioni rispetto ai € 50,2 milioni dell’esercizio precedente. Le crescenti capacità di generazione di cassa hanno consentito nei dodici mesi di ridurre l’indebitamento finanziario netto del Gruppo di € 109,9 milioni (€ 147 milioni a cambi costanti), chiudendo l’anno a € 609,3 milioni rispetto agli € 800,2 milioni del 2003**. Un risultato conseguito anche per effetto del deprezzamento del dollaro. La Capogruppo ha riportato ricavi per € 1.054,3 milioni, in aumento dell’1,5% rispetto ai € 1.039,2 milioni del 2003, e un Ebitda pari a € 154 milioni, in crescita dello 0,5% rispetto ai € 153,3 milioni del precedente esercizio. Il 2004 si è chiuso con un utile netto di € 77,2 milioni, rispetto ai € 13,5 milioni del 2003. L’assemblea degli Azionisti ha deliberato la distribuzione di un dividendo unitario di € 0,20 per azione, indicando il 23 maggio come data di “stacco cedola” e il 26 maggio come data di pagamento del dividendo. L’assemblea ha altresì autorizzato la proposta di acquisto e la successiva eventuale alienazione di azioni proprie nel numero massimo di 2.000.000 presentata dal Consiglio di Amministrazione. Il corrispettivo per l’acquisto delle azioni, inclusi gli oneri d’acquisto, sarà compreso fra un minimo di € 0,52 (pari al valore nominale unitario) e un massimo pari a un valore non superiore alla media dei prezzi ufficiali di Borsa delle 3 sedute precedenti l’acquisto, aumentata del 5%. Le azioni potranno essere successivamente alienate a un corrispettivo minimo non inferiore alla media ponderata dei prezzi ai quali le azioni proprie di volta in volta in portafoglio saranno state acquistate dalla Società. L’acquisto delle azioni proprie avverrà nei limiti dello stanziamento massimo della riserva acquisto azioni proprie di € 28 milioni. Alla data odierna, né la Società né le sue controllate possiedono azioni di Autogrill S.p.a. La durata dell’autorizzazione richiesta è di 18 mesi a partire dalla data in cui l’Assemblea adotterà la delibera. Nel corso dell’esercizio 2004 il Gruppo Autogrill ha attivato il progetto di conversione ai principi contabili internazionali (Ias/ifrs), che verranno adottati a partire dalla redazione della situazione consolidata trimestrale al 31 marzo 2005. Con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2004 si è concluso il mandato degli Amministratori in carica. Sulla base delle liste presentate dagli Azionisti, l’Assemblea ha provveduto a nominare gli 11 componenti del Consiglio di Amministrazione in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2007, di cui 3 espressione della lista di minoranza, che risulta così composto: Gilberto Benetton; Alessandro Benetton; Giorgio Brunetti; Antonio Bulgheroni; Marco Desiderato; Sergio De Simoi; Sergio Erede; Alfredo Malguzzi; Gianni Mion; Gaetano Morazzoni; Gianmario Tondato Da Ruos. A chiusura dell’Assemblea si è riunito il Consiglio di Amministrazione di Autogrill che ha proceduto alla formalizzazione delle cariche e alla definizione dei relativi poteri. Il Consiglio ha confermato Gilberto Benetton Presidente e Gianmario Tondato Da Ruos Amministratore Delegato, con le medesime funzioni e deleghe precedentemente attribuite. Accertata anche la sussistenza dei requisiti di indipendenza dei Consiglieri Giorgio Brunetti, Antonio Bulgheroni, Marco Desiderato, Alfredo Malguzzi e Gaetano Morazzoni. Altresì confermati i componenti dei Comitati per il Controllo Interno – Giorgio Brunetti (Presidente), Marco Desiderato e Alfredo Malguzzi – e per la Remunerazione – Gianni Mion (Presidente) , Antonio Bulgheroni e Sergio Erede e i membri dell’Organismo di Vigilanza – Gianluca Ponzellini (Sindaco), Alfredo Malguzzi e Silvio De Girolamo (Direttore Internal Audit). |
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PARTNERSHIP SCHOLTÈS E SLOW FOOD: AFFINITÀ ELETTIVE SUL FILO DELL’ ECCELLENZA |
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Da una parte un marchio sinonimo di passione per l’arte di cucinare e di cura dei dettagli, che da sempre dedica i suoi elettrodomestici a chi considera gusto e tecnica in cucina uno dei principali piaceri della vita. Dall’altra un movimento internazionale a sostegno della cultura enogastronomica, che rivendica con orgoglio il piacere e la cultura del cibo, facendosi portatore di una nuova educazione al gusto. Il loro incontro non è casuale. Il sodalizio che vede Scholtès sostenere concretamente le iniziative di Slow Food è iniziato più di un anno fa con la sponsorizzazione del Master of Food, progetto di “alfabetizzazione al gusto” che, con 23 corsi formativi, si prefigge di insegnare a conoscere, manipolare ed apprezzare i cibi di qualità scoprendone il significato culturale e sociale, oltre che la provenienza geografica e le fasi di produzione. Il sodalizio è proseguito in occasione del Salone del Gusto di Torino nell’ottobre del 2004. In questa occasione, Scholtès ha sponsorizzato il Teatro del Gusto, uno spazio allestito ad anfiteatro dove è stato possibile seguire in diretta il lavoro di grandi chef del calibro di Cracco Peck e Gualtiero Marchesi. Scholtès è stata inoltre sponsor ufficiale dei Tre Bicchieri, momento di celebrazione dei vini premiati dalla Guida Vini d’Italia 2005. Ai primi di aprile di quest’anno è stato inaugurato a Milano il nuovo locale “teatro7”, animato da una stella emergente della cucina internazionale, il giovane chef Rico Guarnieri. Il ristorante è stato realizzato in partnership con Scholtès, che ha sposato lo spirito del progetto. Si trova nel quartiere Isola (via Civerchio 9), un’area che sta attraversando una stagione di rinascita, con la presenza sempre più visibile del mondo artistico, dei locali e della moda. Il locale si sviluppa su una superficie di 120 metri quadrati con 35 posti a sedere. L’ambiente, curato da Rico Guarnieri in ogni minimo dettaglio, è improntato al minimalismo e all’essenzialità senza rinunciare al calore di una casa e all’atmosfera teatrale di un luogo che consacra il piacere del buon cibo. Da segnalare la libreria, cui gli ospiti possono accedere liberamente. Il nocciolo del progetto è quello di portare i sapori e le tecniche della ‘cucina di casa’ dentro uno spazio di ristorazione. I piatti vengono creati in una spettacolare cucina a vista allestita con blocchi in acciaio ed elettrodomestici Scholtès. Qui nascono pietanze ricercate, sempre a base di ingredienti freschissimi (la pasta è rigorosamente fatta in casa) che si accompagnano a pane artigianale e a oli e vini italiani doc rigorosamente selezionati da Alessandro Vicenti Orgnani e Rico Guarnieri. Le ricette rispondono a un bisogno di ritorno alle origini e di riscoperta dei sapori veri, semplici e naturali, partendo per lo più da ingredienti di stagione. Gli arrivi di carne, pesce, frutta, erbe, spezie e radici sono giornalieri. Un ricco calendario di appuntamenti - eventi, mostre, degustazioni, scuola di cucina - anima inoltre il locale. |
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LANCIO DELLA VERSIONE ITALIANA DEL SITO DEL CENTRE D’INFORMATION DES VIANDES (CIV) NEL DISCORSO DI DENIS SIBILLE |
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“Le mie trasferte in Italia sono sempre fonte, per me, di grande piacere. Da molti anni le nostre filiere sono ormai strettamente collegate e molti sono gli argomenti sui quali possiamo collaborare. Al riguardo, è con immenso piacere che scorgo in sala, qua e là, alcuni esponenti della filiera italiana. L’invito che Vi abbiamo rivolto oggi è alquanto singolare e forse avrà destato anche una certa sorpresa. Non si tratta per noi, in questa sede, di promuovere questo o quell’altro prodotto zootecnico francese, bensì di fornire il nostro contributo ad un’informazione che vogliamo obiettiva sulla carne bovina e sui metodi di produzione adottati al riguardo, in Europa. La comunicazione è un “must” in un ambiente caratterizzato dal moltiplicarsi delle voci di spesa delle famiglie e da un fiorire di prodotti, con novità immesse ogni giorno sul mercato a suon di messaggi pubblicitari. L'alimentazione non sfugge in nessun modo a questa tendenza. La quota di spesa delle famiglie dedicata all’alimentazione è in costante calo a vantaggio, tra l’altro, del tempo libero e delle nuove tecnologie. Nel frattempo, però, nuovi prodotti agroalimentari soni creati ogni giorno e finiscono col lasciare sempre meno spazio, nel carrello delle casalinghe, a prodotti poco lavorati come potrebbero essere la carne oppure la frutta e la verdura. Diventa quindi indispensabile, anche per noi, comunicare per difendere il nostro prodotto e valorizzare il lavoro tecnico e gli strumenti predisposti per garantirne la qualità. In generale, dobbiamo comunicare il nostro know how agli opinion leader, alla stampa e al grande pubblico. Questa necessità di comunicazione è ormai un obbligo su scala europea. Quale ruolo svolge, esattamente, la filiera bovina francese in Italia? Per molteplici ragioni pedoclimatiche, topografiche, ecc., la produzione italiana di carne bovina continua a non soddisfare tutta la domanda alimentare di un grande paese i cui abitanti, come i francesi del resto, sono degli epicurei e fini intenditori. Sono quindi indispensabili le importazioni e la Francia è, ovviamente, il primo fornitore naturale dell’Italia per via della vicinanza geografica e della notevole produzione sia di animali magri, destinati all’ingrasso in Italia, che di carne. Sul versante quantitativo, invece, gli italiani occupano il 5° posto nei consumi di carne bovina nella nuova Unione a 25, preceduti in classifica dagli irlandesi, i maltesi, i danesi e … i francesi. Dopo le crisi della Bse i consumi sono ripresi, anche se le tendenze di lungo periodo rimangono preoccupanti e giustificano gli sforzi compiuti da parte nostra per comunicare. Le ripercussioni di queste crisi hanno, ovviamente, colpito le forniture francesi in direzione dell’Italia, anche se queste si sono riprese e sono addirittura cresciute per quel che concerne gli animali da ristallo poiché la filiera ha manifestato la volontà di fornire più carne proveniente da animali allevati e macellati in Italia. Nel corso degli ultimi dodici anni la Francia ha fornito, mediamente all’Italia, 1 milione circa di broutard e oltre 80.000 tec di carne bovina all’anno. Ne consegue che il 30 / 40% della carne bovina commercializzata in Italia proviene da animali nati in Francia. Questo dato la dice quindi lunga su quanto sia importante l’Italia per gli allevatori francesi. Prima di entrare nel merito consentitemi, però, di spendere qualche parola per presentarvi l’Interbev, di cui sono il Presidente. Per esteso Interbev sta per Associazione nazionale interprofessionale per il bestiame e le carni, cosiddetta Associazione francese del bestiame e delle carni. Questa associazione senza scopo di lucro, creata nel 1980, riunisce gli operatori delle filiere bovine ed ovine, alle quali si è di recente aggiunta anche la filiera equina. Abbiamo 12 soci tra federazioni nazionali, di produttori, commercianti di bestiame, macelli, cooperative, grossisti, macellai e grandi superfici. La nostra associazione riunisce tutti questi partner attorno allo stesso tavolo, come a formare una sorta di Onu del bestiame e delle carni. Ai sensi della legge, il governo francese riconosce la nostra organizzazione interprofessionale, interamente privata, che considera rappresentativa di queste filiere. Le mission che l’Associazione si è preposta sono rappresentate sulla diapositiva, di cui mi limiterò a citare le ultime due: Promuovere le carni francesi, Migliorare l’informazione riservata ai consumatori. Sin dalla data di creazione dell’Interbev abbiamo voluto distinguere chiaramente questi due versanti della comunicazione. Infatti, questi due messaggi sono, secondo noi, totalmente diversi. Anche gli scopi sono diversi. Lo scopo della promozione è relativamente semplice dato che vogliamo, innanzitutto, stimolare l’atto d’acquisto. Quanto all’informazione il caso è più complesso dato che si tratta di rimuovere gli ostacoli al consumo fornendo informazioni sul prodotto, vale a dire: Sul suo valore nutritivo, Sul suo valore gastronomico e culturale, sulla sua qualità sanitaria, ecc., Ma c’è dell’altro. Nell’ambito dell’informazione dobbiamo anche: Migliorare l’immagine della filiera e dei suoi settori di attività (spiegando le iniziative in termini di formazione degli operatori, delle procedure di qualità, di rintracciabilità ecc.) Promuovere le occasioni di consumo, Promuovere i segni di qualità, Le priorità di questi messaggi sono molto diverse. Quanto alla promozione dobbiamo tener conto delle priorità classiche della pubblicità, vale a dire della memorizzazione del messaggio ecc. Ma la priorità assoluta dell’informazione è indubbiamente la credibilità, che presuppone una vision a lunghissimo termine. Così, abbiamo ideato due sigilli diversi. La promozione è firmata Interbev, vale a dire dalla filiera. Le informazioni che diffondiamo portano invece la firma del Centre français d'Information des Viandes (Centro francese per le Informazioni sulle Carni – Civ), struttura creata con un unico obiettivo che vi presenterà il collega Pierre Chevalier tra un istante. Tenuto conto del suo obiettivo, cioè la promozione delle carni francesi, Interbev è particolarmente presente, ben inteso, sul mercato italiano e finanzia, da 20 anni circa, programmi di promozione collettiva della carne francese. Siamo in concorrenza con altri operatori che riforniscono il mercato, siano essi europei e provenienti dai Paesi Bassi, dalla Germania e dall’Irlanda, o originari di paesi terzi dell’America del Sud, in particolare. Le nostre azioni promozionali sono finalizzate agli operatori. Trattasi di opuscoli, pubbliredazionali, scambi tecnici di taglio ecc…e ai consumatori con promozioni presso i punti vendita, affissioni nel bacino di utenza, spot televisivi ecc… oltre agli opinion leader per i quali abbiamo un programma di pubbliche relazioni. Questi programmi promozionali dei prodotti zootecnici francesi non sono rimessi in discussione, ma non sono nemmeno al centro della nostra riunione odierna. Oltre alla promozione, infatti, ci occupiamo delle richieste di informazione che ci provengono regolarmente da parte degli attori della filiera italiana, dai consumatori italiani, dalla stampa italiana ecc…Ci occupiamo della diffusione regolare di informazioni su questo mercato organizzando, tra l’altro, seminari rivolti alla filiera oppure, come di recente, una campagna di informazione per il grande pubblico relativa alla nuova normativa sull’etichettatura della carne bovina che risale alla primavera del 2002. Questa campagna portava già la firma del Centre français d'Information des Viandes. Vi proponiamo oggi di segnare una nuova tappa lungo il percorso dell’informazione con un sito Internet. Riteniamo, infatti, che i canali pubblicitari tradizionali non siano appropriati per i messaggi informativi e non garantiscano loro la necessaria attendibilità. Internet, invece, offre numerose possibilità e consente di fornire il livello di dettaglio richiesto da un’informazione obiettiva. Tenuto conto dell’esperienza positiva fatta in Francia con il sito Internet del Civ, abbiamo deciso di conferirgli una veste maggiormente europea e di predisporne una versione in italiano incentrata, in un primo momento, sulla carne bovina. “ |
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TENDENZE A DRINKTEC 2005: CONFEZIONAMENTO ASETTICO PER BEVANDE E PRODOTTI A BASE DI LATTE IL CONFEZIONAMENTO IN CONDIZIONI ASETTICHE: LA STRADA IDEALE DELLA TECNOLOGIA DI RIEMPIMENTO PER BEVANDE
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Le preferenze dei consumatori per determinate bevande cambiano, e con esse anche le condizioni di confezionamento nelle aziende interessate. Le bevande non gassate stanno avanzando sul mercato. A causa dell’assenza di anidride carbonica queste bevande presentano un “pH” delicatissimo e sono quindi facilmente soggette al deterioramento microbiologico. Di conseguenza, nella fase di confezionamento, è necessario procedere alla distruzione di germi o a prevenirne la formazione. Questo è possibile da un lato con il travaso a caldo, dall’altro con il confezionamento asettico a freddo che non aggredisce il prodotto. I nuovi sviluppi pionieristici nel campo del confezionamento in asettico delle bevande saranno presentati dagli espositori di drinktec 2005, il principale salone mondiale delle tecnologie delle bevande e del liquid food che si svolgerà dal 12 al 17 settembre 2005 presso il nuovo Centro Fieristico di Monaco di Baviera. Da alcuni anni i produttori di bevande impiegano sempre più intensamente la tecnologia asettica, di pari passo con l’uso sempre più diffuso di confezioni in Pet e Hdpe. Inoltre la tecnologia di riempimento, la padronanza delle tecniche periferiche di processo e di controllo, viene sintonizzata con sempre maggior precisione, è più sicura e più elegante da gestire. Per numerosi produttori di bevande l’aggiornamento e il riadattamento tecnico dei loro impianti di riempimento per una produzione in condizioni asettiche è una delle più importanti sfide del presente. Bevande delicate in bottiglie di plastica. Sono le cosiddette bevande delicate, come i succhi e i nettari, i succhi di frutta non gassati, tè e caffé freddi, bevande per lo sport e energydrinks, acqua liscia, near water, bevande miste a base di latte e latte a lunga conservazione, che necessitano di un trattamento ad alta sterilizzazione durante la fase del confezionamento. Il riempimento asettico di queste bevande prevede da un lato l’uso di confezioni in cartone. Questo procedimento ormai collaudato da tempo opera con riempitrici di piccole dimensioni e a costi relativamente contenuti, dal punto di vista economico-aziendale e organizzativo presenta però lo svantaggio di offrire una limitata capacità di rendimento. Inoltre, la scelta del tipo di confezione per un particolare prodotto è anche una questione di marketing. Per le bevande delicate è andata definendosi chiaramente la tendenza delle bottiglie in Pet e dei contenitori in Pp o Hdpe. Stando a stime attendibili il riempimento asettico in contenitori di Pet crescerà nel prossimo futuro al ritmo di due cifre. Www.drinktec.de |
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NUOVE APPLICAZIONI DI CRYOVAC SLICEPAK L’INNOVATIVA CONCEZIONE CRYOVAC SLICEPAK, PER UNA PRESENTAZIONE FRESCHEZZA OTTIMALE, COMPRENDE ORA ANCHE I PRODOTTI A PROFILO ALTO |
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Un confezionamento ideale per prodotti affettati. La concezione, Cryovac Slicepak, presentata nel 2001, è un sistema di packaging innovativo per prodotti caseari affettati e carni lavorate/affumicate che ha rivoluzionato i criteri di presentazione dei prodotti freschi nei banchi gastronomia dei supermercati. Le confezioni Cryovac Slicepak adottano il principio Map e consistono di un supporto rigido in materiale espanso e di un film termoretraibile anticondensa per chiusura a lidding. Grazie allo spazio di testa ridotto queste confezioni ottimizzano lo sfruttamento volumetrico, consentono l’esposizione verticale, una massima visibilità del prodotto ed esercitano un forte impatto sul consumatore. Ulteriori vantaggi ed ampliamento dell’offerta Negli scorsi anni l’offerta Slicepak è stata estesa ai processi ad alta velocità, con soluzioni ad apertura facilitata, supporti in espanso colorati o metallizzati e nuove dimensioni che permettono all’industria dei generi alimentari un’efficace differenziazione della propria offerta. I vantaggi sono numerosi: informazioni ai consumatori, presentazione freschezza, ottimizzazione dei costi per confezione, riduzione del peso dei materiali di packaging e, conseguentemente dei rifiuti, sfruttamento ottimale dei lineari e conservabilità prolungata, grazie all’uso di materiali con proprietà barriera che garantiscono rigidità delle confezioni e sicurezza dei prodotti. Un’ampia gamma di nuove applicazioni. La concezione Slicepak Plus si estende ora ad un gran numero di nuove applicazioni che comprendono, ad esempio, prodotti avicoli ed ittici, carni bianche, sandwich, pizze, piatti pronti, pasta, dolciumi e frutta secca. Slicepak viene ora impiegato per prodotti a profilo medio, che superano il bordo del vassoio, e permette visibilità, differenziazione, esposizione verticale, ottimizzazione dello spazio, conservabilità prolungata, tutti aspetti di indubbio vantaggio per l’industria alimentare e la grande distribuzione. |
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QUALITA’ ALIMENTARE E SALUTE UMANA UN IMPIEGO INNOVATIVO NEL CAMPO MEDICO-SCIENTIFICO DEI PRODOTTI LOMBARDI DI QUALITÀ |
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Crescita della produzione agro-alimentare lombarda di qualità e attenzione alla salute dei cittadini: questo il binomio che sta alla base del progetto “Qualità alimentare e salute umana” realizzato da Unioncamere Lombardia e da Villa Beretta, centro di riabilitazione dell’Ospedale Valduce di Como, in collaborazione con i consorzi dei prodotti tipici e di qualità lombardi. I prodotti Dop, Igp, certificati e tracciati di produzione lombarda sono in costante crescita, con 14 Dop, 5 Igp e importanti filiere certificate, quali quella della carne; un traguardo importante raggiunto negli anni recenti grazie all’impegno delle istituzioni e dei diversi operatori del settore. Valorizzare la qualità dei prodotti e promuoverne il costante sviluppo sul mercato è l’obiettivo ambizioso della collaborazione tra il sistema camerale lombardo, le istituzioni locali e il mondo delle imprese che, unendo competenze e risorse, sono in grado di realizzare e promuovere iniziative al servizio dei cittadini. Con il progetto “Qualità alimentare e salute umana”, realizzato da Unioncamere Lombardia in collaborazione con Villa Beretta e con i consorzi si crea il “circolo virtuoso di un sistema integrato” tra la filiera produttiva e le strutture medico-scientifiche per una sperimentazione a favore dei pazienti ospedalizzati in primo luogo e, in senso allargato, al servizio della salute dei cittadini: “Il ruolo del sistema camerale nel realizzare questo progetto innovativo - afferma Gisellla Introzzi – Direttore Unioncamere Lombardia – è promuovere la stretta collaborazione tra realtà diverse, quella produttiva e quella medico-scientifica, per ottenere benefici sia per la salute dei cittadini, pazienti e non, sia per lo sviluppo delle imprese del territorio”. Il progetto Qualità alimentare e salute umana si articola in tre aree di intervento tra loro correlate: la ricerca in campo medico-scientifico con lo studio pilota Valutazione dell’efficacia di una dieta con prodotti tipici e di qualità lombardi nelle terapie riabilitative; la campagna di educazione alimentare rivolta ai cittadini lombardi e la campagna di sensibilizzazione rivolta agli operatori sanitari (medici di base, nutrizionisti e fisiatri). Nello studio pilota effettuato dal centro di riabilitazione Villa Beretta di Costamasnaga, nel cuore verde della Brianza, si sperimenta per la prima volta un regime alimentare creato ad hoc, la “Dieta Bontà Lombarda”, a base di prodotti lombardi di qualità e certificati (carni, formaggi, pesce, salumi, frutta, latte e riso) nel trattamento nutrizionale di pazienti ospedalizzati in terapia riabilitativa a seguito di eventi critici, cardiovascolari o traumatici, per i quali lo stato nutrizionale svolge una funzione rilevante nel processo di recupero. Lo studio pilota interesserà nell’arco di 24 mesi, un gruppo di 60 pazienti. “Recenti studi hanno evidenziato nel 20-40% dei pazienti ospedalizzati uno stato di malnutrizione che non viene né riconosciuto né trattato. E, se un’alimentazione corretta costituisce un presupposto importante nei soggetti sani, lo è ancora di più nelle persone ospedalizzate o malate” - sostiene il professor Franco Molteni, primario del Centro riabilitativo Villa Beretta, responsabile dello studio pilota - ”L’alimentazione costituisce per l’individuo una necessità vitale e il mantenimento di un normale stato di nutrizione è essenziale per il benessere di un paziente per un suo più rapido recupero dello stato di salute”. L’impiego innovativo dei prodotti di qualità lombardi all’interno di una dieta bilanciata risponde a un duplice funzione: la valenza nutrizionale e al tempo stesso la valenza di una dieta appagante dal punto di vista psicologico che favorisce lo stimolo alla nutrizione. Accanto alla sperimentazione scientifica della “Dieta Bontà Lombarda”, Unioncamere Lombardia e la clinica Villa Beretta con la collaborazione dei consorzi, avvieranno nei prossimi mesi iniziative di educazione alimentare per valorizzare l’importanza di abitudini dietetiche corrette per la salute dei cittadini e per sensibilizzare gli operatori sanitari del territorio su questo importante tema. Vico Valassi, presidente della Camera di Commercio di Lecco, sottolinea come elemento qualificante del progetto la sua innovatività, anche in funzione dello sviluppo imprenditoriale: “Grazie alla ricerca in campo medico e tecnologico è possibile incentivare nuove idee imprenditoriali: penso ad esempio alla possibilità di introdurre e sviluppare biotecnologie nel settore della produzione di alimenti che, partendo da materie prime di qualità, consentano di ottenere cibi funzionali alle diverse esigenze del settore medico. Ma non solo: in una società caratterizzata da un’età media sempre più elevata aumenta necessariamente la domanda di prodotti e servizi innovativi per consentire ad ognuno di continuare ad esprimere le proprie capacità. La “Dieta Bontà Lombarda” nasce dalla professionalità e dall’impegno dei produttori agricoli lombardi che nel corso del tempo hanno conservato le tradizionali modalità produttive e hanno al contempo innovato le loro proposte per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori. Ad oggi hanno aderito allo studio pilota ben 13 consorzi e associazioni lombardi: Associazione Produttori Bovini da Carne (Bergamo), Consorzio Allevatori Carni Bovine Bresciane (Brescia), Consorzio Carne Bovina Documentata (Mantova), Consorzio Carni Bovine Scelte (Brescia), Consorzio Qualità della Carne Bovina (Milano), Consorzio per la Tutela del nome Bresaola della Valtellina, Consorzio Tutela Formaggio Gorgonzola, Consorzio Tutela Formaggio Taleggio, Consorzio Tutela Grana Padano, Consorzio Tutela Quartirolo Lombardo, Consorzio Tutela Valtellina Casera e Bitto, Consorzio Pera Tipica Mantovana, Consorzio del riso Vialone nano mantovano. |
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ALIMENTAZIONE: MONETE NELLA PIZZA, ROSPI NELL’INSALATA, TOPI NEI POP CORN, PIOMBO NEGLI OMOGENEIZZATI E MOSCHE NEL TONNO!! AUMENTANO I CASI DI PRODOTTI ALIMENTARI CONTAMINATI. ECCO I CASI PIU’ ASSURDI SEGNALATI AL CODACONS |
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Non solo prodotti alimentari scaduti e venduti normalmente negli scaffali dei negozi e dei supermercati. Le segnalazioni ricevute dal Codacons negli ultimi mesi e relative all’adulterazione di cibi e prodotti alimentari sono davvero preoccupanti. Alcuni casi sono addirittura inconcepibili. Ecco una divertente rassegna delle segnalazioni ricevute dal Codacons, spesso accompagnate da foto o relazioni mediche che attestano la veridicità dei fatti e le conseguenze per chi ha ingerito tali alimenti: una moneta da un centesimo in una pizza margherita (Marche), la punta di un trapano in un cornetto acquistato al bar (Roma), un rospo nella confezione di insalata surgelata (Trentino), un topo morto in un pacchetto di pop corn (Roma), una mosca tra il tonno in scatola (Piemonte), un verme nel vasetto di funghi della Sila (Calabria), un sasso tra le lenticchie (Lombardia) e uno in un torroncino (Lazio), una pallina di piombo in un vasetto di omogeneizzato (Lazio), una graffetta per pinzare nell’hamburger (Veneto), un pezzo di guanto nella bottiglia di acqua minerale (Roma). “Casi come questi – afferma il Presidente Codacons Carlo Rienzi – per quanto possano apparire assurdi, si verificano sempre più frequentemente. A dimostrare che evidentemente i controlli durante i processi produttivi presso le aziende sono insufficienti e il livello di igiene in alcuni bar e ristoranti è assai basso. Per questo – prosegue Rienzi – chiediamo ai Nas di attivarsi effettuando controlli a campione presso le aziende alimentari e presso i pubblici esercizi, sanzionando tutte le violazioni che possano arrecare danno ai consumatori”. Quando un consumatore trova un corpo estraneo all’interno della confezione di un prodotto alimentare – consiglia il Codacons - non deve assolutamente ingerirlo, ma portarlo, unitamente alla confezione, presso la Asl di zona o ai Nas. In questi casi inoltre è possibile chiedere un risarcimento danni alla ditta produttrice. Il Codacons ha già avviato in tutta Italia 10 cause in tal senso con la richiesta di 100.000 euro di risarcimento danni per ogni azienda, onde far fronte alla mancanza, nel nostro paese, del danno punitivo, che porterebbe le ditte e gli esercizi ad avere maggiore attenzione verso i consumatori. |
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DIETA EQUILIBRATA E APPETIBILE FONDAMENTALE PER PREVENZIONE E RIABILITAZIONE |
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L’équipe del Centro di Riabilitazione di Villa Beretta spiega l’importanza di una corretta alimentazione anche e soprattutto per le persone malate o ospedalizzate. Il nostro organismo è incessantemente impegnato a costruire, rinnovare e sviluppare gli organi e gli apparati di cui è composto. E’ questa una attività vitale, che andrebbe mantenuta in perfetto equilibrio per tutta la durata della vita. L’apporto costante di nutrienti che forniscano combustibile per la produzione di lavoro, calore, energia chimica (funzione energetica) e di nutrienti da utilizzare come materiale per la manutenzione di tessuti (funzione plastica) dovrebbe essere sempre equilibrato e corrispondente alle necessità del singolo individuo. E’ questo un presupposto fondamentale per mantenersi in salute. Se le calorie introdotte oltrepassano il fabbisogno, esse vengono trasformate in grassi di deposito e la persona aumenta di peso. Viceversa, quando l’apporto nutrizionale è insufficiente, l’organismo deve utilizzare le sue riserve e può arrivare a distruggere se stesso. Si crea progressivamente un severo stato malnutrizionale che ha gravi ripercussioni sulla funzionalità di tutti gli organi. Un'alimentazione corretta, equilibrata e varia contribuisce alla prevenzione di alcune patologie importanti, quali quelle di tipo metabolico e le malattie cardiovascolari. I principi nutritivi (proteine, grassi, zuccheri, vitamine, sali minerali, acqua) contenuti negli alimenti devono essere assunti in modo bilanciato e per ottenere ciò, occorre assumere giornalmente e nella giusta proporzione i cibi da ognuno dei gruppi alimentari fondamentali che sono rappresentati da: carne e pesce, uova, latticini, cereali, frutta e verdura. Se un'alimentazione corretta costituisce un presupposto importante nei soggetti sani, lo è ancora di più nelle persone malate o ospedalizzate. L'alimentazione dunque costituisce per l'individuo una necessità vitale e il mantenimento di un normale stato di nutrizione è essenziale per il benessere di un paziente e per un suo più rapido recupero dello stato di salute. Recenti studi sulla malnutrizione ospedaliera riportano una prevalenza del 20-40% di uno stato di malnutrizione nei pazienti ospedalizzati. Nella maggior parte dei casi la malnutrizione non viene riconosciuta né trattata. Diversi studi in letteratura confermano in modo allarmante che durante il ricovero ospedaliero la situazione nutrizionale del paziente peggiora! Causa di questo sono i ripetuti e prolungati digiuni a cui il paziente è sottoposto prima di esami diagnostici, una mancanza d’attenzione da parte del personale sanitario al consumo di cibo giornaliero, e una riduzione dell’apporto alimentare da parte del paziente per motivi diversi (ad esempio il paziente può non gradire la cucina ospedaliera ). In presenza di malnutrizione vi è un aumento di morbilità e mortalità, compromissione della qualità di vita e un aumento conseguente dei costi sanitari. E’ dunque fondamentale in ambito ospedaliero riconoscere e correggere il più tempestivamente possibile uno stato malnutritivo laddove presente e garantire a tutti i degenti una alimentazione adeguata, variata e appetibile. |
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OSSERVATORIO REGIONALE DELL'ARTIGIANATO L'OFFERTA TOSCANA DI PRODOTTI ALIMENTARI DI QUALITA’
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L'offerta agroalimentare della Toscana, specialmente quella artigiana, ha un'immagine forte sui mercati nazionali ed esteri, tuttavia la sua composizione settoriale (dove predomina la categoria dei panettieri e dei pasticceri e quella dei produttori di paste alimentari) e la struttura aziendale (1-2 addetti per lo più titolari) possono costituire elementi di debolezza nella competizione globale. A rilevarlo, è lo studio "Caratteri e dinamiche del settore alimentare artigianale in Toscana" dell'Osservatorio Regionale dell'Artigianato realizzato da Unioncamere Toscana e Regione Toscana, con la collaborazione delle Federazioni regionali di Cna, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil e curato da Artex. Una ricerca indirizzata ad una migliore conoscenza del sistema del settore, basata su una raccolta di dati statistici e qualitativi. Con 1.245 milioni di euro di esportazioni (83% di prodotti alimentari e 17% di prodotti agricoli), legate all'area del Nord America ed ai mercati Giapponese e dei Nics , la Toscana si trova di fatti ad occupare il 6° posto a livello nazionale per il valore delle esportazioni; ad avere una media di 597 euro di esportazioni per unita_ locale, superando l'Emilia-romagna ma rimanendo sotto al Piemonte, Veneto e Lombardia; a sopportare un saldo import/export non troppo negativo ed a soffrire di un deficit per abitante piu_ basso che altrove (3° posto tra le regioni italiane per minor deficit). La Toscana eccelle invece per la qualità dei prodotti offerti che la vede al 1° posto per i Prodotti Tradizionali del D.lgs 173/99 (per lo più agricoli anche se non mancano quelli gastronomici); al 2° posto per il numero di denominazioni di origine dei vini (alle spalle del solo Piemonte); ed al 4° posto per i prodotti Dop e Igp (dopo Emilia-romagna, Lombardia e Veneto). L'intero aggregato della "qualita_ certificata" pone, inoltre, la nostra regione al 1° posto con ben 457 referenze (circa un decimo del totale nazionale) seguita a ruota da Piemonte e Veneto. "Il dato toscano - spiega il Presidente di Unioncamere Pierfrancesco Pacini - è indicatore di una ricchezza di prodotti alimentari e gastronomici che indubbiamente rappresentano un retaggio culturale cui le imprese alimentari, e specialmente quelle artigiane, possono far ricorso anche per valorizzare altri prodotti e reinventare la propria offerta". "Tuttavia - continua Pacini - la sostanziale stabilità del settore alimentare, in termini di unità locali, di produzione e di addetti, e la mancata crescita della dimensione media non permettono alla struttura dell'offerta alimentare artigianale di assumere i connotati di sistema". Secondo i dati della ricerca, la mancata crescita dimensionale delle imprese alimentari artigiane interessa anche quella delle non-artigiane. Inoltre, si evidenzia come l'insieme delle piccole imprese stenti a farsi "sistema d'offerta alimentare regionale" collegato con la base produttiva agricola territoriale. Esistono inoltre problemi di ricambio generazionale causati da una scarsa propensione dei giovani a sacrifici "di vita" non indifferenti. Considerando i rispettivi mercati di riferimento, la ricerca evidenzia l'esistenza di mercati di nicchia per prodotti artigianali di alta qualità, atti a soddisfare una domanda radicata nella tradizione o che cerca la tradizione o è espressione di elite culturali globali; ovvero di altri mercati di prodotti artigianali generici, legati alla grande distribuzione che però soffrono della crisi dei consumi e della pressione dovuta all'offerta di prodotti industriali standardizzati. Oltre a questi mercati, assieme ad una miriade di casi intermedi, può essere aggiunto trasversalmente alle diverse categorie un mercato di servizio estremamente diffuso sul territorio. Sempre con un occhio rivolto ai mercati la forte presenza di micro-imprese, grazie anche al tessuto sociale di cui fanno parte, sembra essere però un utile mezzo per il mantenimento di tradizioni specifiche all'interno di un modello culturale locale che va a costituire una sorta di parziale barriera all'entrata di prodotti industriali standardizzati. Di contro, sussiste il pericolo della scomparsa di molte piccole aziende sotto la pressione di un'offerta standardizzata ma di buona qualità (ovvero percepita tale dai consumatori o almeno da questi valutata favorevolmente) per un più confacente rapporto prezzo/qualità. Quindi, secondo gli estensori della ricerca, di fronte ad una concorrenza industriale basata su qualità medio-alta - spesso sostenuta anche da immagini e richiami alla tradizionalità regionale e locale - e costi di produzione assai competitivi, l'impresa artigiana tradizionale si trova e si troverà sempre di più a comprimere i propri risultati reddituali fino a scomparire o, viceversa, a reagire potenziando la propria politica di qualità verso livelli di effettiva eccellenza grazie anche al supporto di una politica di vendita rivolta a nicchie di mercato allargate ai mercati internazionali. "Ma la competitività tra le imprese non si gioca solo sul piano individuale delle singole entità, - ha concluso Pacini - magari supportate da una politica saggiamente calibrata sulle esigenze complessive, bensì anche sulla capacità di instaurare accordi di collaborazione, promuovere scambi di prodotti o di servizi, passare a promozioni comuni, e in generale sviluppare forme associative e consortili a diverso grado di coinvolgimento". |
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L’INIZIATIVA “I SAPERI E SAPORI DEGLI INGREDIENTI MOLINO QUAGLIA” FRA GLI APPUNTAMENTI DI ALPE ADRIA COOKING FESTIVAL |
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Alpe Adria Cooking Festival, prestigioso congresso di alta cucina internazionale, affronterà, nell’arco di tre giorni, molti aspetti dedicati al mondo dell’alta cucina: la formazione, la ricerca, fino al confronto finale fra grandi chef internazionali. Nell’ambito di questa importante manifestazione avranno un ruolo preponderante la partecipazione di Molino quaglia e il laboratorio. Molino Quaglia è un’azienda che, da quasi un secolo, opera nel mondo molitorio e propone linee di prodotti di alto livello, qualitativo studiati ad hoc per panificatori, pasticcieri, chef e pizzaioli. Un’azienda che investe significativamente nella ricerca ma non solo per selezionare e trasformare in maniera più efficiente la materia prima, ma anche per affiancare i propri clienti in un percorso comune di creatività e sviluppo. Molino Quaglia ha dato vita, da alcuni anni, a “Il Laboratorio”: il primo centro in Italia per la diffusione della cultura dell’arte bianca. Presso “Il Laboratorio” si tengono numerosi corsi che, definire di aggiornamento per gli operatori del settore, sarebbe riduttivo. Gli incontri si prefiggono infatti non tanto l’obiettivo di aggiornare l’operatore attraverso la proposta di nuove ricette -o attraverso l’utilizzo di nuovi ingredienti- ma quanto di prepararlo ad affrontare in maniera più consapevole e “scientifica” la sua attività complessivamente. Vengono così esaminati i più recenti suggerimenti di nutrizionisti, le analisi dei consumi alimentari gli aspetti di marketing legati a questo settore e molti altri argomenti. Ecco quindi che le “lezioni”, tenute dai più importanti maestri del settore, spaziano dalle possibili diversificazioni su alcuni temi (la preparazione della pasta fresca ad esempio) fino al controllo di gestione dell’attività. L’incontro di mercoledì 27 nell’ambito dell’Alpe Adria Cooking Festival ad esempio, ha visto impegnato lo chef Marco Valletta –Segretario della Nazionale Italiana Cuochi- sul tema “Segreti, trucchi e curiosità sulla farina”. Sono trattate le diverse reazioni fra questa materia prima -così importante per gli chef- e gli altri ingredienti. Si sono suggeriti, ad esempio, empi e modalità di impasto diversi per la realizzazione di paste destinate a ripieni differenti, si sono proposti suggerimenti per personalizzare l’offerta del proprio locale, é stato possibile assistere alla realizzazione di menù a tema, e molto altro ancora. Tutto ciò per dimostrare ulteriormente che, un prodotto di alta qualità come le farine di Molino Quaglia, sono in grado di esaltare la creatività dell’artigiano e l’esperienza di questa azienda è in grado invece di aiutarlo e sostenerlo nel difficile compito di affrontare una situazione di mercato sempre più difficile. L calendario complessivo degli incontri organizzati da “Il Laboratorio” è reperibile sul sito internet www.Illaboratorio.it |
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PARMIGIANO-REGGIANO IN ASSEMBLEA CON L’ATTENZIONE AL MERCATO - NEL 2004 PRODOTTE 3.080.502 FORME (+3% SUL 2003) PER UN TOTALE DI CIRCA 117.000 TONNELLATE. IN FLESSIONE I CONSUMI |
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Sono state 3.080.502 (+3% rispetto all’anno precedente) le forme di Parmigiano-reggiano prodotte nel 2004, ottenute in 511 caseifici (erano 524 nel 2003), a cui fanno riferimento oltre 5.000 allevatori, per una produzione complessiva di circa 117.000 tonnellate (113.400 nel 2003). Questi dati sono stati presentati oggi a Reggio Emilia nel corso dell’annuale Assemblea dei Delegati del Consorzio, eletti nelle Assemblee delle Sezioni provinciali. “A fronte di questo incremento produttivo – ha dichiarato il presidente del Consorzio del Parmigiano-reggiano, Andrea Bonati – nel 2004 si è purtroppo registrata una flessione dei consumi. Un fenomeno che, seppur con proporzioni diverse, ha interessato tutto il settore alimentare (e non solo quello) ed è stato provocato dalla difficile congiuntura economica, che ha spinto i consumatori a privilegiare il prezzo rispetto alla qualità”. “Alla luce di questi fattori – ha proseguito Bonati – il prezzo all’origine del ‘re dei formaggi’ è diminuito progressivamente, perdendo addirittura il 20% in poco più di un anno (da novembre 2003 a gennaio 2005) e passando così da 9,80 a 7,80 euro al chilo. I prezzi al consumo, però, non hanno mostrato lo stesso trend e nel periodo considerato sono calati complessivamente soltanto del 3,7%. L’auspicio è che questa tendenza al ribasso dei prezzi al dettaglio possa consolidarsi per contribuire, insieme ad una maggiore valorizzazione di un prodotto di alta qualità come è il Parmigiano-reggiano, alla ripresa dei consumi”. Per ciò che riguarda i diversi canali commerciali, nel 2004 si è registrata una sostanziale tenuta di supermercati ed ipermercati, che hanno visto diminuire dello 0,8% i volumi di vendita, mentre nel piccolo dettaglio la flessione ha superato il 12%. Per quanto riguarda le esportazioni, i segnali sono positivi e la domanda dai mercati esteri è aumentata (+7%). Questo fenomeno ha interessato in particolare i mercati francese, tedesco e spagnolo. Fra i paesi extra Ue, quelli più importanti per il Parmigiano-reggiano sono Giappone, Stati Uniti e Canada, anche se nel 2004 nel mercato del Nord America si è risentito della rivalutazione dell’Euro sul Dollaro. “Per tentare di risolvere la difficile situazione di mercato che da oltre un anno caratterizza il Parmigiano-reggiano – ha dichiarato Bonati – insieme alle organizzazioni dei caseifici e dei produttori abbiamo recentemente indicato al ministro Alemanno alcuni urgenti provvedimenti da adottare per dare maggiore certezza a tutto il comparto: è necessario innanzitutto rispettare il sistema delle quote latte, minacciato dal comma 551 della Finanziaria, che attribuisce alla Magistratura ordinaria le competenze del Tar; inoltre, abbiamo fortemente sollecitato l’emanazione dei regolamenti applicativi del decreto sul potere sanzionatorio dei consorzi e degli organismi autorizzati per dare forza all’azione di vigilanza e di controllo; infine, è indispensabile poter gestire la produzione per adeguarla alla domanda. A questo proposito, i tentativi condotti negli ultimi tempi sono stati bloccati dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, contrariamente a quanto accade in altri paesi dell’Ue. Oltre ad analizzare l’andamento produttivo e commerciale, l’Assemblea è stata anche l’occasione per approvare il bilancio 2004, chiuso con oltre 21 milioni di euro per i servizi offerti ai soci, dei quali il 64% (circa 13 milioni di Euro) è rappresentato dall’attività di comunicazione e quasi il 15% dai costi complessivi per le attività istituzionali di marchiatura, vigilanza e controllo. L’assemblea ha anche approvato alcune modifiche dello Statuto del Consorzio, la più importante delle quali riguarda l’incompatibilità ad essere eletto nel Consiglio di Amministrazione per chi produce o commercializza formaggi concorrenti al Parmigiano-reggiano per oltre un terzo del proprio fatturato complessivo al fine di assicurare l’autonomia nelle scelte strategiche del Consorzio. |
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IL VIALONE NANO MANTOVANO VERSO IL MARCHIO DI INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA |
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La domanda presentata in Regione Lombardia. L’assessore provinciale all’Agricoltura, Carlo Orlandini, è cauto: «Tutto dipenderà dal nuovo assessore regionale». Il Consorzio del Vialone Nano Mantovano, presieduto da Bruno Fattori, incrocia le dita e rimane in attesa. I 30 soci dell’ente consortile mantovano possono contare su una produzione di circa 35mila quintali di riso, pari a oltre il 60% del Vialone Nano della provincia di Mantova. La domanda per il riconoscimento del marchio europeo di Indicazione Geografica Protetta è stata inoltrata agli uffici competenti della Regione Lombardia lo scorso settembre. «Vediamo cosa succederà. Non dovrebbero esserci problemi, i requisiti li abbiamo, ma i tempi per queste pratiche burocratiche sono piuttosto lunghi», commenta Bruno Fattori. Una valutazione all’insegna della prudenza anche per l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Mantova, Carlo Orlandini: «Bisognerà vedere chi sarà e come avrà intenzione di muoversi il nuovo assessore regionale». Vialone Nano Mantovano in stand-by, dunque, nell’attesa del via libera del Pirellone. Ad accelerare la pratica, tuttavia, potrebbe esserci una soluzione presa in esame in tempi recenti. È Orlandini a spiegare di cosa si tratta. «Si era fatta avanti l’ipotesi – ricorda l’assessore provinciale mantovano - di unificare la realtà mantovana con quella di Pavia, altra area “forte” nell’ambito della coltivazione del riso, per avere un marchio lombardo. Ma non era stata nemmeno esclusa l’ipotesi di “aprire” al Piemonte, come aveva suggerito l’assessore regionale alla partita, Viviana Beccalossi. Staremo a vedere». Proprio Orlandini non esclude queste ultime due ipotesi: un Igp sul Vialone Nano della Lombardia o di una macro-area che guarda ad ovest, abbracciando anche la zona risicola del Piemonte. «Bisogna essere realisti – commenta Orlandini – e in quest’ottica è bene sottolineare che un marchio Igp, sia pure non esclusivamente mantovano, è meglio di niente. Una volta ottenuto l’Igp, allora i produttori mantovani, il Consorzio del Vialone Nano Mantovano e tutti gli enti locali dovranno promuovere azioni mirate a valorizzare la peculiarità del nostro territorio». |
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PREMIO PER LA “CULTURA ENOGASTRONOMIA DELL’ALTO ADIGE 2005” IL SETTORE VITIVINICOLO DELL’ALTO ADIGE E L’UNIONE ALBERGATORI E PUBBLICI ESERCENTI (HGV) PREMIANO I VINCITORI |
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In occasione della 83esima Mostra Vini di Bolzano sono stati assegnati i premi per la Cultura Enogastronomia dell’Alto Adige. Una giuria di esperti ha scelto quattro vincitori in un nutrito gruppo di candidati nelle categorie hotel, ristoranti, locali tipici, bar/enoteche. Vino e gastronomia sono ormai una matura realtà culturale del panorama altoatesino, ogni giorno capaci di sorprendere e soddisfare gli ospiti e i tanti appassionanti del buon bere e della cucina di questa terra. Con questo premio il settore Vitivinicolo dell’Alto Adige e l’Unione Albergatori e Pubblici Esercenti (Hgv) intendono far crescere la consapevolezza di quanti operano in questo settore e favorirne la conoscenza. Il premio viene assegnato ogni anno a chi si è particolarmente distinto nella diffusione della cultura enogastronomia all’interno della categorie Hotel, ristorante, locale tipico e bar/enoteca La giuria di esperti, composta dal giornalista enogastronomico Angelo Carrillo; dal vicepresidente dell’Hgv, Rudi Christoph; da Armin Dissertori per il Settore Vitivinicolo; da Christine Mayr Thaler dell’Associazione Sommelier dell’Alto Adige; dal giornalista enogastronomico Herbert Taschler, presieduta e coordinata dal giornalista Othmar Kiem ha svolto un lavoro particolarmente intenso. Dopo aver attentamente vagliato la documentazione inoltrata dai vari partecipanti ha visitato direttamente i locali e gli alberghi più interessanti. Tra i criteri di valutazione ha certamente giocato un ruolo centrale la carta dei vini ma anche la presentazione dei vini stessi. Nel giudizio finale ha contato inoltre la proposta gastronomica e l’abbinamento delle pietanze con i vini. Infine sono state prese in considerazioni le iniziative e i progetti dei vari esercizi mirati a promuovere l’immagine dei vini altoatesini. La giuria ha cercato di individuare quegli esercizi in cui questi vari elementi meglio si completano. Vincitori del premio “Cultura Enogastronomia dell’Alto Adige 2005”: l’Hotel Castel di Tirolo (Categoria Hotel), il ristorante Schöneck Falzes (Categoria Ristoranti), Gasthof Pretzhof di Val di Vizze (Categoria locali tipici), Vinotek am Damml di Silandro (Categoria Bar/enoteche). L’hotel Castel a Tirolo esercita da anni la sua missione di accoglienza ai più alti livelli tanto che l’albergo condotto dalla famiglia Dobitsch viene considerato oggi uno dei principali Hotel del panorama alpino. Il sommelier Peter Lechner e lo Chef Gerhard Wieser dimostrano insieme ai loro collaboratori che anche per gli ospiti abituati ai più alti standard internazionali il vino e la cucina altoatesina possono rappresentare una vera e propria esperienza dei sensi. Da anni il ristorante Schoneck di Falzes è un punto di ritrovo per intenditori dove i fratelli Baumgartner formano ormai una squadra molto affiatata. Se in cucina Karl, sa fondere la tradizione gastronomica altoatesina con la leggerezza della cucina mediterranea, Siegfried, in sala, sa consigliare il giusto abbinamento col vino pescando dalla ricca carta dei vini la bottiglia più adatta lasciando al cliente il piacere di scoprire sempre e ancora quali e quante sensazioni possa donare il l’abbinamento tra vino e cibo. La fama del Pretzhof in Val di Vizze si è estesa ormai ben al di la dei confini dell’Alto Adige. Il merito di aver trasformato l’isolato maso di montagna della famiglia Mair in un ritrovo per buongustai di tutta Europa va sicuramente ascritto all’ultimo discendente, Karl Mair. Il Pretzhof è al contempo ristorante e azienda contadina in cui la cucina, condotta con grazia e generosità da Ulli Mair, utilizza i prodotti della stalla e dell’orto di casa. Il padrone di casa ha raccolto nella sua rinnovata cantina un gran numero di vini importanti che ben si accompagnano a quanto disposto in cucina. Dieci anni fa Renate Reich si è messa sulla strada del vino aprendo la “Vinotek am Damml” a Silandro conquistandosi con grande impegno ed entusiasmo una fedele clientela. La sua attenzione ai vini della Val Venosta nonché le numerose manifestazioni da lei organizzate che si svolgono in tutta la valle sono apprezzate occasioni di incontro per amici e appassionati del buon vino e della buona gastronomia. Il premio è stato creato da Benno Simma componendo elementi quali l’uva, il legno di rovere e l’acciaio. |
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RIPARTE “DALLE SABBIE” LA PROMOZIONE DELLA STRADA DELL’ARCOLE DOC |
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La Strada dell’Arcole Doc e dei prodotti tipici riparte “dalle sabbie”: con un terno secco di appuntamenti promozionali l’associazione capitanata da Andrea Burato festeggia sul territorio il recentissimo riconoscimento regionale. Un grazie tintinnante, quello che la Strada rivolge alla Denominazione, ma anche, al contempo vetrina delle eccellenze dell’area e punto di partenza di un programma promozionale tutto da scrivere. Per il leggere, invece, basta andare in edicola e scoprire, nel volume voluto da Morganti e Consorzio Tutela e promosso da L’arena, tutti i segreti di duemila anni di vino. L’8 maggio, aderendo al progetto Fattorie aperte promosso da Coldiretti, la Strada dell’Arcole Doc ed il Consorzio tutela proporranno in degustazione, ai visitatori del percorso naturalistico guidato alla Palude del Brusà di Cerea, i vini Arcole Doc sposati ai salumi e agli insaccati del Basso veronese: la passerella, evidentemente, sarà tutta per loro, per i grandi rossi della Denominazione, come dire Merlot, Cabernet e Cabernet Sauvignon, Arcole Rosso, Riserva e Novello. Ci saranno, naturalmente, anche i bianchi, il Pinot Bianco e lo Chardonnay anche in versione frizzante, il Pinot grigio e l’Arcole Garganega, l’Arcole Bianco e lo spumante che, a loro volta, avranno però il posto d’onore al Maggio Arcolese: nel capoluogo della Denominazione e al cospetto della rievocazione napoleonica del 19 maggio i “vini delle sabbie” e i rinomatissimi asparagi convoleranno a gustose nozze nella magnifica cornice di Villa Ottolini. |
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I CALICI LETTERARI BRINDANO ALL'UNISONO. A MILANO L'AIS LOMBARDIA INSEGNA IL VINO AGLI SCRITTORI |
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E' stato organizzato il primo corso riservato ai soli narratori e poeti. L'obiettivo è di favorire l'intreccio tra cultura alta e cultura materiale. Soddisfazione da parte del presidente Ais Lombardia Luca Bandirali. L’idea è dello scrittore Luigi Caricato e del presidente Ais Lombardia Luca Bandirali. Alla domanda: cosa è possibile fare per rilanciare il vino in contesti nuovi, la risposta è stata una sola: riprendere l'antico legame tra letteratura e cultura materiale. Un tempo gli scrittori erano molto legati alla cultura della terra, vivendo spesso in campagna, o comunque idealmente vicini a una visione rurale della vita. Ora che la società è mutata, il rischio di perdere questo antico legame è molto forte. Così si è pensato di rinnovare questa tradizione inventando un'occasione per tenere i due mondi uniti tra loro. Ecco dunque il corso per sommelier riservato a poeti e scrittori. Conclusosi da pochi giorni con grande successo, già si pensa a una seconda edizione. Le lezioni di introduzione alla conoscenza dei vini e dei distillati è piaciuto, soprattutto quando di volta in volta si è passati dalle parole ai fatti, con le degustazioni guidate effettuate durante i quattro incontri. Tra i docenti, sommeliers professionisti come Luca Bandirali, presidente di Ais Lombardia, e a seguire Rossella Romani, vicepresidente nazionale dell’Ais, l’enologo Mario Maffi e il referente didattico per l’Ais regionale Lombardia Fiorenzo Detti. Appena terminato il corso, in fretta e furia la narratrice Bianca Garavelli, con un libro già in bozze, ha voluto aggiungere un riferimento ad alcuni vini nel suo nuovo romanzo-thriller, dal titolo Il passo della dea, in libreria proprio in questi giorni per l’editore Passigli. Soddisfatti anche alcuni prestigiosi autori Mondadori come Maurizio Cucchi, Giampiero Neri, Ermanno Krumm e altri ancora, giovani e non. Cucchi ha fra l'altro sottolineato come il vino sia il segno della grande intelligenza e laboriosità umana. "Ottenere dei vini secondo un profilo organolettico d'eccellenza non è così scontato, occorre tanta maestria, mestiere e passione", ha detto. Maurizio Cucchi è peraltro un nostalgico delle vecchie osterie, e le preferisce di gran lunga ai wine bar . “I vini della mia terra, la Lombardia, li ho sempre amati, tanto che per un certo tempo ho pure acquistato damigiane di San Colombano da imbottigliare con gli amici”. Anche Ermanno Krumm si dice contento. Per Mondadori è in uscita un libro di poesie dal titolo Respiro. Quando si parla di vino sorride con piacere. “Il vino – annuncia – mi dà un senso di benessere e di prosperità”. L’esperimento insomma ha funzionato. Gli scrittori coinvolti – da Giampiero Neri a Valeria Poggi, da Gabriella Cherubini a Giuseppe Casa, da Alberto Pellegatta a Mary Barbara Tolusso e Meeten Nasr ed altri ancora – sono rimasti colpiti dalla professionalità dei corsi Ais. “E’ stata – hanno detto gli scrittori di questa prima edizione – una vera e propria educazione sensoriale”. Sicuramente resterà traccia nei loro prossimi libri. "Per questo, informare le persone colte è molto importante", ammette Luca Bandirali. "La cultura ha bisogno di un respiro ampio, che scenda anche nelle piccole e pur straordinarie cose di ogni giorno", precisa. Un poeta tra i più apprezzati del nostro mondo letterario, Giampiero Neri, ha frequentato il corso con sincera passione, ricordando il glorioso passato dello zio negli anni Cinquanta, quando possedeva alcuni stabilimenti vinicoli a Squinzano, nel Salento. “Sono rimasto colpito dalla facondia dei sommeliers, sono per davvero dei bravi ed esperti professionisti. Ho trovato pertinenti le loro definizioni perché precise e aderenti alla realtà. Questo sapere diffuso a un pubblico vasto serve a qualificare anche i consumi del vino”, ammette Neri. Anche Luigi Caricato ritiene che l'iniziativa debba necessariamente proseguire: “L'ho concepita con un preciso obiettivo: fare in modo che la cultura alta non dimentichi la fatica della terra. Creare un vino di alta qualità equivale un po' a scrivere ogni volta pensando di raggiungere un preciso obiettivo: il capolavoro". "Sarebbe auspicabile – aggiunge infine il poeta Giampiero Neri – che anche il consumatore medio acquisisca tale sapere. La conoscenza aiuta a bere bene e a star bene anche con se stessi". Www.aislombardia.it www.Luigicaricato.net |
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DEGUSTAZIONI PER IL SECONDO “WINE DAY” DELLA CANTINA PRODUTTORI DI VALDOBBIADENE |
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Prossimo appuntamento domenica 29 maggio con “Cantine Aperte”, la rassegna giunta alla sua 13° edizione organizzata dal Movimento Turismo del Vino, che da anni offre agli enoturisti un’occasione preziosa per conoscere il mondo del vino, il paesaggio, la cultura, l’arte e le tradizioni gastronomiche dei territori Doc d’Italia. Numerose le cantine che anche nel Trevigiano apriranno i battenti agli enoappassionati per celebrare il “Wine Day”, offrendo in degustazione i loro vini e favorendo un approccio diretto con enologi e produttori. Tra queste, la Cantina Produttori di Valdobbiadene, storica realtà cooperativa che con il suo marchio di punta “Val d’Oca” ha saputo valorizzare ed esportare nel mondo il Prosecco, un prodotto che riassume in sé in modo unico l’anima della terra veneta e che ha saputo conquistare, salvaguardandone la qualità, la tipicità e la genuinità. La Cantina Produttori di Valdobbiadene domenica 29 maggio festeggia il suo secondo “Wine Day” offrendo una immersione totale nel Prosecco e nel meraviglioso territorio che è la culla di questo autoctono di grande successo, dove la cultura del vino, del cibo e dell’accoglienza ha nobili e antiche tradizioni, oltre a un vino che ha conquistato milioni di consumatori e golose specialità gastronomiche. Particolarmente ricco e invitante il programma della giornata offerto dall’azienda di S. Giovanni in Valdobbiadene che per l’occasione rimarrà aperta al pubblico dalle ore 10.00 alle 18.00. Gli amanti delle bollicine potranno effettuare escursioni in fuoristrada tra i vigneti accompagnati dai due agronomi Giovanni Pascarella e Cinzia Tognon, che illustreranno storia, caratteristiche e fortune del vino portabandiera del territorio, e gli appassionati potranno passeggiare tra i filari di vite in compagnia dei viticoltori soci della Cantina. A tutti sarà offerta una merenda all’aperto a base di Prosecco, pane fatto in casa e salumi di un’azienda artigianale della zona. I gourmet in cerca di prelibatezze gastronomiche potranno imparare l’antica arte dell’affinamento dei formaggi iscrivendosi ai due seminari curati dall’affinatore Alberto Marcomini, collaboratore della rubrica del Tg5 “Gusto” , che condurrà la sua lezione proponendo l’assaggio di alcuni formaggi tipici veneti – il Morlacco e il Bastardo del Grappa, il Piave, l’Asiago d’allevo Dop e il Montasio Dop – in abbinamento al Prosecco e al Cartizze Val d’Oca. E-mail valdoca@valdoca.Com |
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IL PROVOLONE VALPADANA DOP SPONSOR DI “CANTINE APERTE” IN LOMBARDIA. |
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Domenica 29 maggio, il Consorzio per la Tutela del Provolone Valpadana Dop sponsorizza la 12° edizione di “Cantine Aperte in Lombardia”. Nelle oltre novanta aziende viti-vinicole che apriranno le loro porte agli appassionati e ai curiosi, sarà quindi possibile sperimentare il riuscito abbinamento tra i pregiati vini lombardi (Franciacorta, Valtellina, Oltrepo Pavese, Valcalepio, San Colombano al Lambro, Garda) e il formaggio Provolone Valpadana Dop. “L’abbinamento tra formaggio e vino è tra i più classici della tradizione, ha commentato il direttore del Consorzio, Vittorio Emanuele Pisani, e, in questo campo, il Provolone Valpadana Dop, offre un’ulteriore prova della sua versatilità. Quest’anno, la Regione prescelta per offrire i prodotti dei nostri associati è la Lombardia, ma il Provolone Valpadana Dop si sposa altrettanto bene con i vini di tutta Italia”. Tra le altre attività promozionali del Consorzio, la Vi Festa del Provolone Valpadana Dop, che avrà luogo dal 10 al 12 giugno prossimi, a Cavatigozzi in provincia di Cremona. La manifestazione avrà il patrocinio della Provincia e del Comune di Cremona, dove ha sede, dal 1975, il Consorzio per la Tutela del Provolone Valpadana Dop. I partecipanti alla Festa avranno la possibilità di assaggiare diversi tipi di Provolone Valpadana Dop, presentato nelle sue diverse tipologie, assai varie per dimensioni e peso delle forme, per tempi di stagionatura e, di conseguenza, per gusto. La manifestazione è organizzata in collaborazione con la Cooperativa Agropolis (che ha come missione l’organizzazione di corsi di formazione per disabili). Www.provolonevalpadana.it . Il Consorzio Tutela Provolone Valpadana nasce nel 1975 a Piacenza, ma viene subito trasferito a Cremona, che è da sempre la sede ufficiale. Il compito del Consorzio è di fornire servizi che garantiscano la tutela, la vigilanza e che migliorino la qualità stessa del prodotto e della sua commercializzazione. Grande importanza viene attribuita all’attività di ricerca e sviluppo, alla formazione per gli associati e alla promozione internazionale del formaggio Provolone Valpadana. I principali fruitori di questi servizi sono: gli Associati, le Aziende Private, gli Enti Pubblici e Privati che ne fanno richiesta. Dal 1996, infine, il Provolone Valpadana ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (Dop) da parte dell’Unione Europea. |
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UNA CENA ALL’ASPARAGO CREATA DALLO CHEF DEL VISCONTE CONCLUDE QUATTRO GIORNATE DEDICATE AD ARTE E CIBO ALL’UMANITARIA DI MILANO |
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Nella Sala degli Affreschi, Chiostri dell'Umanitaria, in Via Daverio, 7 a Milano, nell'ambito della manifestazione "Arte da Mangiare-mangiare Arte" giunta quest'anno alla sua decima edizione si svolgerà la cena dedicata all’asparago bianco di Cilavegna ed avrà per protagonista, accanto ad Alessandro Dehò - chef de "Il Visconte"- il talento della cucina internazionale di origini italiane Edwyn Ferrari, già riconosciuto (dopo l'esperienza come excecutive chef del prestigioso Nobu, di New York) come un "guru della cucina giapponese" e attualmente impegnato con il mastodontico progetto di The Borgata ad Atlantic City. Durante la cena - la seconda di tre appuntamenti conviviali tutti realizzati a cura di Visconti Art Fooding & Creative Banqueting - l'asparago bianco di Cilavegna, autentico "re dei re degli ortaggi", per il sapore delicato, per la candida forma quasi 'scultorea' e la limitatissima produzione annua, sarà presentato ai commensali abbinato a un'originale creazione dell'artista topylabrys, al secolo Ornella Piluso www.Artedamangiare.it |
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GRANA PADANO AL 62° OPEN D’ITALIA DI GOLF |
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Grana Padano: mille anni di qualità. Oggi come nel giorno in cui i monaci benedettini lavorarono la prima forma, nasce secondo un disciplinare rigoroso, solo da latte italiano e munto nella zona di produzione. Una storia ed un impegno che hanno portato il Grana Padano ad essere un grande patrimonio italiano fatto di valori autentici, come quelli dello sport, e soprattutto di una disciplina, il golf, che coniuga passione pura e amore per la natura. Anche nel 2005 Grana Padano sarà infatti sponsor degli Open d’Italia, con una partecipazione che si rinnova ed ha saputo caratterizzarsi in modo originale. Dal 2003, infatti, il vincitore riceve in premio una quantità di formaggio pari al suo peso. In quella edizione Mathias Gronberg ne ricevette 90 chili, mentre lo scorso anno 80 chilogrammi andarono a Graeme Mcdowell. Ed anche il campione 2005 riceverà un premio tanto gustoso quanto prezioso. Ma non sarà il solo ad apprezzare il sapore e la qualità del Grana Padano al 62° Open d’Italia di Golf. Tra una gara e l’altra, ai margini del green, i campioni e gli appassionati potranno infatti a loro volta gustarlo in tanti piacevoli appuntamenti con il gusto divenuti tradizionali ed irrinunciabili. In particolare, il 5, il 6 e il 7 maggio, alle 11,30, gli ospiti dell’Open potranno apprezzare insieme Grana Padano e Berlucchi, due grandi firme del gusto italiano. Le degustazioni, che si svolgeranno nel Salone del Castello di Tolcinasco, vedranno abbinati Grana Padano con 12 mesi di stagionatura a Cellarius Berlucchi, Grana Padano 18 mesi con il Cuvée Imperiale max rosé (vendemmia 2001) ed infine Grana Padano Riserva 24 mesi con Cuvée Imperiale vintage 1999. In ogni chilogrammo di Grana Padano è racchiusa la forza di oltre 15 litri di latte, che lo rendono ricco di proteine ad alto valore biologico. Cento grammi di formaggio, con 384 calorie, contengono quelle di 200 grammi di carne. Abbondano le vitamine – ben sette – ed i sali minerali. In 50 grammi di Grana Padano si trovano circa 600 milligrammi di calcio, il 60% del fabbisogno giornaliero di adulti e anziani ed il 50% di quello di un adolescente. Grana Padano ha uno dei suoi punti di forza nella stagionatura, per un periodo minimo di nove mesi per il “fresco”. Il sapore è dolce nel formaggio più giovane e si fa più marcato e sapido in quello maggiormente stagionato. Queste qualità hanno reso Grana Padano protagonista della cultura gastronomica: a scaglie, grattugiato o in bocconcini, da solo o in una ricchissima serie di abbinamenti dagli antipasti al dessert. E lo dimostrano le ricette di grandi ristoratori e di giovani chef. A garantire ogni forma è il Consorzio Tutela Grana Padano, che da oltre 50 anni vigila su tutte le fasi della produzione, protegge la qualità del formaggio Dop più consumato al mondo, lo difende dalle imitazioni e lo fa apprezzare, ponendosi sempre al servizio dei consumatori. |
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CHUPA CHUPS IL 31 MAGGIO COLLABORA CON LA GIORNATA MONDIALE SENZA FUMO. |
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Chupa Chups sceglie responsabilità e solidarietà con tutti coloro che approfitteranno della giornata mondiale senza fumo per prendere delle grandi decisioni. Senza imporsi, in modo sereno e con calma si presentano come un’alternativa colorata, gustosa, dolce, ma anche senza zucchero…alla sigaretta. In formato singolo, in pacchi da 10 o da 16 latte da 16 da 100 da 150…. Ci sono tante possibilità che trovare delle scuse per lasciare le sigarette ogni giorno diventa più difficile. Regalare Chupa Chups significa quel giorno regalare volontà regalare salute. Www.chupachups.com . Chupa Chups è distribuito in Italia da Haribo Italia S.p.a. |
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LA DIETA MEDITERRANEA: UN MODELLO ALIMENTARE CHE È TRADIZIONE, CULTURA, PIACERE, EQUILIBRIO NELLE INTERPRETAZIONI DI IMPERIA |
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La cucina è senza dubbio una parte importantissima della cultura italiana. Conosciuta in tutto il mondo, amata e continuamente adottata, è stata capace di elargire gioia e piacere di vivere a qualsiasi latitudine. Si tratta di una cucina povera ma genuina, nutriente e salutare, d’impronta soprattutto contadina, tramandata da secoli attraverso la cucina familiare, vicina alla nostra terra. Pomodoro, grano, olio, latte, sono i semplici ingredienti che compongono alcuni dei piatti tradizionali più gustosi e che rendono l’Italia rinomata e invidiata in tutto il mondo, enfatizzati dalla sapiente capacità della nostra cucina di esaltare, invece che coprire, ciascun singolo prezioso sapore contenuto. Da cosa dipende la loro bontà? E’ sicuramente il frutto della magica fusione tra le tre componenti fondamentali: una natura rigogliosa e pura avvolta da un sole radioso, fautore di sapori e aromi unici; una saggezza culinaria derivante da una tradizione secolare, fonte di consigli preziosi e insostituibili su tempi di cottura e bilanciamento delle singole componenti; e, infine, amore per ogni singolo aspetto della preparazione. A volte in cucina basta un dettaglio, una sfumatura, per oltrepassare i limiti di un risultato “normale” e far diventare un piatto un vero trionfo di gusto. La passione, dunque, è nella cucina italiana un requisito fondamentale senza il quale, come del resto in ogni aspetto della vita, non si va molto lontano..Cultura e tradizioni italiane all’estero: Imperia precursore del Made in Italy nel mondo. Imperia, azienda produttrice di macchine per pasta alimentare, nasce nel 1932 a Torino quando si costituisce come società, e comincia fin da subito un’avventura che la vede da settant’anni promotrice della cultura italiana all’estero. E’ il 1935 infatti l’anno in cui le prime macchine per la pasta vengono vendute oltre i confini nazionali, per raggiungere, insieme ai flussi migratori, le sponde oltreoceano dove nuove comunità di italiani le attendevano per poter gustare nuovamente tutto il sapore e il calore della madrepatria. Da allora lo spirito di intraprendenza e di amore per le proprie tradizioni non è cambiato: Io sviluppo dei mercati esteri è uno dei capisaldi della strategia commerciale adottata dal gruppo. Le macchine Imperia, distribuite attraverso il canale abituale dell’ingrosso e attraverso la distribuzione specializzata, hanno raggiunto ormai molte parti del mondo e vengono adottate quotidianamente anche per la preparazione di cibi caratteristici di diversi paesi del mondo (tortillas messicane, pane arabo, udong giapponesi...). Attualmente, Imperia è presente nei paesi dell’unione Europea, nel nord e nel sud dell’America, nel Medio ed Estremo Oriente, dove la gamma di prodotti proposta supera oramai i 40 articoli, facendo così ammontare l’export a un terzo del fatturato globale, che nel 2004 ammonta a 13 milioni di euro. A dimostrazione della qualità e della validità dei suoi prodotti: solo i materiali migliori e la tecnologia più contemporanea per creare macchine capaci di durare nel tempo tramandando così, dì generazione in generazione, di nazione in nazione, tutto il sapere della migliore imprenditoria italiana. Imperia con le sue macchine per lavorare pasta, pomodoro, formaggio e caffè è diventato illustre rappresentante e promotore affìdabile della migliore tradizione culinaria mediterranea nel mondo. Da questa filosofia Imperia ha sviluppato tutti i suoi modelli, a partire dalla mitica Sp15o, la macchina per tirare la sfoglia a mano, fino alla sua più attuale evoluzione: Imperia Pasta Presto, dove la tecnologia e il design si sposano con la cultura gastronomica italiana. Che rimane sempre il punto di riferimento principale: lo dimostrano prodotti come Solemio, lo spremipomodoro per la vera pummarola, Prestocheese, la grattugia per insaporire ogni piatto, e Mok@imperia, l’innovativa caffettiera per gustare il vero caffè all’italiana. |
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UN NOME ICONA PER IL NUOVO CAFFÈ LAVAZZA: CARMENCITA UNA MISCELA INTENSA E CORPOSA, DALLA SPICCATA PERSONALITÀ PROPRIO COME IL PERSONAGGIO DA CUI PRENDE IL NOME
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Carmencita è un personaggio che non si dimentica facilmente. Moderna e dinamica, unica ed inimitabile, curiosa ed attenta, dotata di verve, molta simpatia e voglia di stupire. Lavazza ha chiamato così la sua nuova miscela, un caffè dalla spiccata personalità proprio come il suo personaggio. 50% arabica e 50% robusta, il caffè Carmencita è intenso e corposo, perfetto per incontrare i gusti più giovani ed esigenti, e che non mancherà di sorprendere ancora una volta gli abituali estimatori di Lavazza, avvezzi alla qualità e alla competenza in materia di caffè dell’azienda torinese. Carmencita è un caffè innovativo anche nel packaging, che raffigura la sua simpatica ispiratrice con Caballero, il fidanzato di sempre. Per la prima volta appare sul retro del pack la “carta di identità” del prodotto con le caratteristiche della miscela: composizione, grado di tostatura, profilo organolettico, contenuto medio di caffeina. Ma la grande novità è la preziosa tabella nutrizionale con informazioni relative a valore energetico, proteine, carboidrati e grassi, e anche consigli per una buona preparazione e conservazione del prodotto. Dedicato soprattutto alle donne, Carmencita è destinato a conquistare una fascia di mercato giovane, attenta alle novità e soprattutto sensibile ai culti della nostra epoca, offrendo al consumatore la qualità di Lavazza e la convenienza dell’offerta lancio. Carmencita si potrà trovare nei migliori ipermercati e supermercati da aprile 2005. Questo nuovo caffè, che completa la gamma moka Lavazza, assicura una pausa di puro piacere in ogni momento della giornata, e Lavazza lo ha dedicato a tutti gli appassionati di questa bevanda. I formati di Carmencita: pack da 250g, 2 pack da 250g, 4 confezioni da 250g |
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RISO BALDO INTEGRALE ALCE NERO: IL CEREALE DEL BENESSERE DALL’IDENTITA’ CERTA E BUONA |
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Dall’esperienza dei produttori Alce Nero nasce il Riso Baldo Integrale, una qualità di riso dal chicco grande prodotta nelle cascine tra Vercelli e Novara dai risicoltori Daniele Manzo e Giorgio Tinarelli. Una nuova referenza ideale per realizzare fresche e gustose insalate di riso ricche di ingredienti e fantasia. Il Riso Baldo Integrale si sposa ottimamente con verdure, uova, pesce, carne, per creare piatti freddi sani e naturali da consumare anche fuori casa, nelle calde giornate estive. Il Riso Baldo Integrale Alce Nero è un prodotto tracciato dal campo alla tavola e grazie alla carta d’identità presente sul retro delle confezioni, si possono seguire le tracce di ogni chicco. Sono, infatti, indicati il nome del produttore, della cascina e del comune di coltivazione, gli ettari coltivati nonché il numero progressivo della confezione rispetto al totale di quelle prodotte. Il Riso Baldo Integrale Alce Nero è coltivato nel rispetto dei metodi dell’agricoltura biologica che comporta la fertilizzazione organica dei terreni e la rotazione delle colture, si ottiene così un prodotto ricco di proprietà nutritive. Il Riso Baldo Integrale Alce Nero viene sbramato e privato così solo delle parti cruscali più esterne, in questo modo mantiene il classico colore scuro che lo differenzia dal candore tipico del riso sbiancato, è ricco di fibre ed ideale per un’alimentazione sana e leggera. |
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UNA PASSIONE CON RADICI PROFONDE: “XIV DUCA DI SALAPARUTA” PORTA NELLE NOSTRE CASE LA VERA TRADIZIONE SICILIANA
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E’ un rito semplice, forse ripetitivo, ma dolcissimo: rilassarsi, prendere un cucchiaino, aprire il freezer, scegliere una tra le deliziose specialità “Xiv Duca di Salaparuta” e a questo punto ecco che mille, inimitabili sensazioni percorrono il palato…Le ricette, tipiche della vera tradizione siciliana, risalgono agli archivi del Duca di Salaparuta del 1853. La qualità, la scelta degli ingredienti naturali, la lavorazione accurata si ritrovano ancora oggi in questo unico ed inimitabile marchio che identifica le specialità della gelateria siciliana ed è distribuito da Green Ice spa, società controllata dal gruppo Eurofood nata nel gennaio 2003 per la gestione dell'intera produzione del "freddo". Sorbetti, granite, creme gelato…la gamma di “Xiv Duca di Salaparuta” non può che catturare i golosi e gli estimatori dei prodotti della terra di Sicilia: i dolcissimi agrumi, la fresca ricotta di pecora, i rinomati pistacchi di Bronte, le castagne dell’Etna, il torrone e la cassata danno vita a una produzione naturale e gustosa. La gamma dei sorbetti nelle confezioni da 400 g e da 800 g è prodotta con vero succo di spremitura di arance, limoni o mandarino, zucchero ed acqua, senza l’utilizzo di coloranti o essenze artificiali ed è per questo il gelato più venduto nei mesi invernali. La pratica confezione impilabile permette di tenere una deliziosa scorta nel freezer sfruttando il maggior spazio disponibile. Ingredienti naturali e genuinità caratterizzano anche tutta la gamma delle vere granite siciliane, disponibili nel pratico formato da 240 g e nella vaschetta “formato famiglia” da 800 g. Che delizia assaporare il limone di Sicilia, l’aroma della menta, la fragranza del caffè o della mandorla e la ricchezza del cioccolato, senza aggiunta di coloranti o essenze artificiali, per una pausa freschissima, dissetante e assolutamente senza grassi. Forse solo il termine sontuose può descrivere le creme gelato, ricche e corpose. Nella vaschetta da 250 g le creme gelato riproducono la classica pasticceria siciliana con la ricotta di pecora di montagna, il pan di Spagna, il croccantino, il pistacchio e le castagne. Per gustare al meglio queste straordinarie specialità è consigliabile lasciarle fuori dal frigorifero per qualche minuto: solo allora la crema diventerà pastosa al punto giusto e sprigionerà il suo inconfondibile gusto sapido e fragrante. Infine, amata da piccoli e grandi, ecco il pratico tuttofrutto, la classica granita di agrumi su stecco. Per il Canale Horeca, vengono proposti i caratteristici frutti ripieni, svuotati secondo la tradizione e riempiti con sorbetto al limone, arancia o mandarino. Gustare e apprezzare i prodotti “Xiv Duca di Salaparuta” significa immergersi nella cultura gastronomica e nella tradizione siciliana, che si tramanda nelle nostre case grazie all’amore per la genuinità e alla passione per le cose buone di una volta. |
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CONDIVERDEPASTA ALLA LIGURE DA SACLÀ |
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Soluzione ideale per riproporre anche nella stagione più calda un classico della tavola italiana a cui nessuno ama rinunciare, la pasta, è gustarla fredda, ma con un condimento studiato ad hoc per esaltane gusto e freschezza. Verdissima è l’assoluta novità fra i condimenti per pasta Saclà: in un vellutato pesto alla genovese, preparato secondo la ricetta tradizionale, patate, piselli, asparagi e fagiolini trovano un’armonia originale e accattivante, nell’esclusivo Condiverdepasta alla Ligure. Sapori tradizionali in una veste contemporanea e versatile: in pochi minuti un piatto completo e per niente banale, con la garanzia di qualità che merita la corona Saclà da più di sessant’anni. |
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BRATZ: KISS ME, CARAMELLINE GOMMOSE A FORMA DI BOCCA DA DOLCI PREZIOSI |
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Sulla scia del successo delle mitiche bambole, un’altra novità per l’estate 2005 proposta da Dolci Preziosi: Kiss Me Bratz. Un pack davvero originale, rosa a forma di labbra, con tantissime caramelline gommose a forma di bocca, al gusto fragola. Ogni bustina - in formato da g. 20 - contiene un gadget molto impattante: un anellino trendy, per essere una vera Bratz alla moda. Nei colori verde, blu, bianco, rosa e glitterati, questi anellini di diverse forme si portano singoli o insieme in un mix divertente e molto fashion. |
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MAGNUM ALGIDA RISVEGLIA I SENSI CON 5 ECCITANTI NOVITA’ IN EDIZIONE LIMITATA |
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Magnum Algida ritorna con un’altra sorprendete edizione limitata: Magnum 5 sensi, 5 sorprendenti golosità che cattureranno già dal primo morso tentando il palato dei più golosi! Le novità 2005: Magnum Aroma e Magnum Touch, tendenzialmente disponibili per un periodo di tempo limitato. Magnum aroma: una delizia per l’olfatto e il palato. Non appena strappi l’incarto l’aroma del caffé ti avvolge e al primo morso i chicchi di cioccolato al caffè fanno risaltare il gusto del gelato al gusto di vaniglia, stuzzicano il palato. Magnum touch: un brivido di piacere sulle labbra e un piacere inimitabile quando lo si gusta. Gelato al gusto di nocciola, ricoperto di cioccolato al latte con golosi pezzetti di nocciole croccanti. |
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LA PREVENZIONE DELL’ALITOSI CON ONE DROP ONLY PULISCI LINGUA. CLINICAMENTE TESTATO E BREVETTATO |
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L’alito cattivo (alitosi) è un problema decisamente imbarazzante, nonché un fortissimo inibitore sociale in quanto costituisce un grave limite alla possibilità di successo in molte situazioni della vita. Alla base dell’alitosi, fenomeno biochimico tutt’altro che semplice o banale, vi è lo sviluppo di sostanze organiche solforate prodotte da particolari batteri che si annidano nelle cripte del pavimento della lingua e delle tonsille in seguito all’accumularsi di placca batterica e di detriti cellulari epiteliali (desquamazione degli epiteli). Queste sostanze solforate, dall’odore acre e caratteristico, essendo volatili, si liberano dal cavo orale e vengono emesse nell’ambiente esterno, venendo così percepite da chi ci circonda. Nell’ultimo decennio, si è molto insistito sull’importanza della profilassi orale volta a migliorare le condizioni del cavo orale nella sua globalità, andando oltre la semplice pulizia dei denti e l’utilizzo del filo interdentale e dello scovolino. In particolare, numerosi centri di ricerca, tra cui l’Università di Buffalo (Stati Uniti), in collaborazione con associazioni di categorie professionali, hanno indirizzato la loro attenzione sul miglioramento della profilassi orale tramite l’utilizzo di nuove pratiche igieniche e di nuovi strumenti per il miglioramento delle condizioni orali. Tra questi, la pratica della pulizia della lingua ha assunto un’importanza molto rilevante, tanto da essere consigliata come pratica quotidiana, al pari dello spazzolamento dei denti, sia dall’A.d.a. (American Dental Association) che dall’A.a.p. (American Accademyy of Periodontology), le più importanti Associazioni americane di dentisti e parodontologi. La lingua, infatti, è un vero e proprio ricettacolo di microrganismi, più ancora della superficie dei denti, delle gengive e dei tessuti molli del cavo orale. In particolare, il dorso della lingua, che si presenta spugnoso, è ricoperto da una patina dove vive più del 70% dei microrganismi presenti nel cavo orale. Alcune specie sono responsabili della carie, altre sono causa di gengiviti e parodontiti. Non solo. E’ proprio il biofilm del dorso della lingua ad essere indicato dagli studi scientifici come il principale responsabile dell’alito cattivo. Nonostante ciò, per gli italiani pulirsi la lingua è ancora una pratica poco frequente. Il dato emerge da una recente indagine Eurisko che ha preso in esame le abitudini di igiene orale di 2.000 persone. Solo il 39% di esse, infatti, oltre ai denti, pulisce anche la lingua; il restante 61% non lo fa perché non ci ha mai pensato oppure perché ritiene sufficiente lavarsi solo i denti. One drop only, pulisci lingua: la pulizia della lingua non e’ mai stata cosi’ efficace, facile e sicura. Nel programma di trattamento dell’alito cattivo (alitosi), oltre a un’adeguata e regolare igiene orale (utilizzo dello spazzolino, del dentifricio, del filo interdentale e del colluttorio) deve essere inclusa anche un’igiene quotidiana della lingua. La placca che si forma su di essa, infatti, è spessa circa 1 o 2 millimetri e deve essere rimossa perfettamente per evitare la proliferazione dei batteri anaerobi, principali responsabili dell’alito cattivo. One drop only pulisci lingua è lo strumento più semplice e pratico, clinicamente testato e brevettato in Europa e negli Stati Uniti, per una perfetta igiene della lingua. Grazie alla sua azione profonda, elimina efficacemente tutti i residui di cibo e i depositi batterici dalla superficie ruvida della lingua, evitando così la loro proliferazione, causa, sia dell’alito cattivo, sia di infiammazioni della bocca e delle gengive. I test clinici effettuati hanno dimostrato che One drop only Pulisci lingua è in grado di ridurre di ben un terzo la placca batterica presente sulla superficie della lingua. L’utilizzo quotidiano di One drop only Pulisci Lingua consente di: rimuovere i depositi di batteri da tutta la bocca e dalla zona della gola; prevenire l’alitosi; avere una sensazione immediata e duratura di benessere e di freschezza; conservare un’alito fresco, a lungo; migliorare notevolmente il senso del gusto. One drop only Pulisci Lingua, il sistema brevettato per mantenere l’alito fresco e rendere i cibi più gustosi, è in confezione blister. Prezzo al Pubblico € 5,90. In vendita in farmacia. |
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DIETE INUTILI SE NON PASSEGGI. L’ECCESSO DI FITNESS FA MALE. MEGLIO PASSEGGIARE ALL’ARIA APERTA |
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6 Italiani su 10 ‘soffrono’ di sedentarietà. Per prevenire i problemi di linea, ma anche patologie ben più gravi, correlate all’obesità, è fondamentale una sana attività fisica, associata ad una corretta alimentazione. La minaccia più subdola alla linea e alla salute non proviene tanto da quello che mangiamo, quanto dalla nostra sedentarietà. Ciò non significa libertà di concedersi tutti i piaceri della tavola, ma armonizzare le proprie scelte alimentari con un’equilibrata attività fisica. Per tornare in forma, infatti, è sufficiente passeggiare, a ritmo spedito, per 30 minuti al giorno, ridimensionando la propria dieta sul fabbisogno calorico legato agli odierni stili di vita. E’ quanto emerge dal volume ‘La dieta si fa contando i passi’ del Prof. Eugenio Del Toma – Primario medico, specialista in Gastroenterologia e Scienza dell’alimentazione - presentato a Roma, durante l’incontro promosso da Fructan, presso il Circolo Canottieri. “Tra le cause dell’obesità, in primo piano, c’è l’adozione di uno stile di vita sbagliato”, spiega il prof. Del Toma. “L’attività muscolare è diventata un optional e l’educazione alimentare proviene quasi esclusivamente dagli spot pubblicitari. I nostri ragazzi si stanno ammalando di sedentarietà”. Una conferma arriva anche da poche semplici riflessioni. Il ‘costo della vita’, in termini di calorie, è decisamente diminuito rispetto alle quantità di cibo assunte quotidianamente. Dal manager allo studente, sono, oramai, tantissimi gli Italiani per cui la sedentarietà è diventata lo stile di vita per eccellenza. Secondo una recente indagine Ue, il 60% degli italiani esplica un’attività fisica insufficiente per la propria salute, mentre è il 41,6% della popolazione (dati Istat 2003) a non praticare alcuna attività fisica. Tali percentuali diventano ancora più preoccupanti, se si considera la qualità della dieta osservata dalla maggior parte della popolazione, a base di grassi saturi, elevate fonti proteiche e dolciumi. ‘Spesso non ci si rende conto – presegue il prof. Del Toma - che l’aumento di peso è legato alla diminuzione del fabbisogno calorico richiesto tutti i giorni. Il prototipo mediterraneo resta, tuttora, un valido esempio di dieta salutare, ma non possiamo dimenticare che sono necessari degli adattamenti: primo tra tutti, calibrare le porzioni.” Per evitare di praticare uno scorretto regime alimentare e mantenere una buona forma fisica, ecco cinque regole d’oro da tenere sempre bene a mente: La prima regola: no alla vita sedentaria: piuttosto che affidarsi alle diete fai da te, è preferibile accompagnare una sana alimentazione con un’equilibrata attività fisica. Camminare per 30 minuti al giorno, di buon passo, dovrebbe diventare una buona abitudine per tutti. La seconda regola: si alla dieta mediterranea, ma riadattandola agli attuali ritmi di vita. Il modello alimentare della dieta mediterranea è ancora valido, ma occorre rivederlo alla luce del sovvertimento degli stili di vita degli ultimi anni. Via libera, dunque, a carboidrati, frutta e verdura, purché se ne rivedano le porzioni. La terza regola: limitare i grassi e gli zuccheri. Al posto dei grassi saturi, tanto dannosi per la salute, si dovrebbe cercare di privilegiare gli olii crudi. Mentre, per soddisfare la voglia di dolce, sarebbe preferibile utilizzare dolcificanti naturali, come il fruttosio, immagazzinando energia di immediato utilizzo. La quarta regola: variare la propria alimentazione. Per assicurare al nostro organismo l’apporto di tutti i nutrienti necessari ad una dieta equilibrata, bisogna diversificare la propria alimentazione, andando incontro anche alle esigenze del gusto. La quinta regola: mangiare lentamente e gustare il cibo. Non bisogna semplicemente soddisfare le esigenze nutrizionali, ma trasformare i pasti in piacevoli riti che aiutino a soddisfare anche la psiche. |
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LE PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DEL FIENO D’ALPEGGIO NEI CENTRI WELLNESS DEL ROSENGARTEN-LATEMAR |
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Ci sono bagni di fieno e bagni di fieno… Quelli offerti presso i centri wellness del Rosengarten-latemar sono speciali perché il fieno è quello fresco d’alpeggio. La cultura del bagno di fieno con il primo taglio stagionale dell’erba è tipica delle Dolomiti. Le proprietà terapeutiche del fieno derivano proprio dall’alta quota e dalla biodiversità alpina. Dai 1500 ai 2000 metri le erbe, infatti, possiedono principi particolari e contengono zuccheri, proteine, minerali, concianti e oli eterici provenienti anche dai tanti fiori come per esempio le nigritelle, le achillee di montagna, la genziana, l´arnica, le primule. Immergersi per 15-20 minuti in un bagno di fieno disintossica, rafforza il sistema immunitario, aiuta le funzioni della pelle, stimola la diuresi ed è in particolare indicato per alleviare i disturbi derivanti dalle forme reumatiche e osteoartrosiche. Come funziona un bagno di fieno. Il fieno viene accatastato nel fienile, o in un apposito ambiente fino a raggiungere il metro d´altezza e poi calpestato con i piedi. Affinché possa essere pigiato con delicatezza vengono impiegate anche delle tavole. Poi viene lasciato in questo stato per uno o due giorni, durante i quali inizia la fermentazione che genera all’interno del mucchio di fieno un riscaldamento. Più l’erba è umida, quando viene tagliata, più aumenta la temperatura durante la fermentazione. Può quindi succedere che all’interno del mucchio di fieno si superino i 60° C. Prima della definitiva preparazione del bagno gli addetti verificano manualmente la temperatura. Il fieno viene raccolto durante il mese di giugno in alta quota, perché la varietà di erbe alpine qui ha appunto particolari proprietà. I principi attivi dei bagni di fieno sono dovuti a fattori termici, meccanici e chimici. Il fattore termico consiste nel sovrariscaldamento del corpo con aumento della frequenza cardiaca e sudorazione. Il fattore meccanico è dovuto al fatto che essere a contatto interamente con un insieme di erbe e fiori di forme diversissime stimola le funzioni della pelle. Il fattore chimico è determinato dal contatto con il fieno che permette al corpo l’espulsione di acidi e tossine. La cura dei bagni di fieno è regolamentata da due decreti provinciali (Nr. 12/93 e Nr. 7/94), in particolare sono regolate le situazioni igieniche e l’uso appropriato del fieno. Il fieno deve provenire da malghe al di sopra dei 1500 metri e che distino almeno 150 metri dalla strada. Il personale nelle strutture deve essere qualificato. Normalmente il bagno di fieno tradizionale viene offerto durante i mesi estivi perché viene utilizzata l’erba fresca. L’erba può essere utilizzata dopo due giorni. Per poter continuare i trattamenti anche durante i mesi invernali sono state create delle vasche apposite. Info www.Rosengarten-latemar.com |
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YOGA ALLA CLINIQUE LA PRAIRIE: UNA SEDUTA DI BENESSERE IN EQUILIBRIO TRA CORPO E MENTE. |
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Una disciplina praticata da 5.000 anni, una sola lezione per trarre benefici permanenti: è questa la scommessa lanciata da Katia Garibov, l’insegnante di yoga con esperienza trentennale nel settore, che invita alla Clinique La Prairie per ritrovare l’armonia e la serenità della salute ‘Una sola lezione è sufficiente per trasformare lo stato emotivo, fisico ed energetico di una persona’ parola di Katia Garibov, istruttrice di yoga che, dalla scorsa estate, tiene corsi individuali e per classi di ogni livello presso l’Istituto svizzero Clinique La Prairie. Un solo incontro è sufficiente per aprire un nuovo mondo, dare ai pazienti maggiore consapevolezza del corpo a contatto con lo spirito, non si tratta di un miracolo o di una sfida impossibile, è piuttosto un’affermazione che sottolinea gli effetti di una buona meditazione e di una giusta respirazione sul metabolismo umano. La disciplina orientale ben si sposa con la filosofia olistica che ispira la Clinica di Clarens-montreux, da settant’anni referenza mondiale nel campo della ricerca scientifica al servizio del benessere e della cura di sé. Lo yoga, infatti, è l’anello di congiunzione tra salute, bellezza e giovinezza, una tecnica adatta a ogni paziente, capace di sciogliere le tensioni, aumentare il potenziale energetico e allenare la muscolatura, il tutto allo scopo di dare più vita alle diverse età della vita. Ogni ospite potrà sottoporsi a un esame preparatorio con la Garibov e prenotare un incontro introduttivo alla disciplina millenaria, starà a Katia illustrare le posizioni di rilassamento e le tecniche respiratorie appropriate per trovare un equilibrio psico-fisico ottimale. La sua voce profonda, a commento di ogni passaggio, traghetterà i pazienti in un viaggio alla scoperta di se stessi, per toccare con mano i propri limiti e consolidare le proprie potenzialità, una sorta di percorso in benessere verso la pace interiore da portare con sé anche nel quotidiano, perché come dice l’insegnante ‘Lo yoga non è solo una sequenza di esercizi, è soprattutto una maniera di concepire la vita, un modo per dare magia alla quotidianità’. Una magia complementare a ogni intervento praticato alla Clinique, l’unico istituto in grado di coniugare eccellenze in campo terapeutico con una struttura che offre un’area fitness, una struttura medica specializzata in ginecologia, andrologia, pneoumologia, endocrinologia, gastro-enterologia, oftalmologia, reumatologia, allergologia, e ancora una clinica privata per interventi di chirurgia plastica. Il tutto all’insegna di un unico assunto: il corpo con cui si nasce è per la vita. Clinique La Prairie. www.Laprairie.ch |
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