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FESTEGGIATI
I 90 ANNI DELLALPINISTA RICCARDO CASSIN Milano,
21 dicembre 1998 Con una cerimonia svoltasi al Circolo della Stampa di Milano sono
stati festeggiati i 90 anni di attività di Riccardo Cassin. Soprattutto
nellambiente alpinistico, ma anche al di fuori, sono in molti a conoscere questo
alpinista, al suo nome, infatti, sono legate imprese e ricordi che lo pongono a fra coloro
che hanno scritto la storia di questo sport. A distanza di anni e nonostante gli attuali
materiali permettano salite più veloci e sicure, molti degli itinerari tracciati da lui
durante gli anni '30 sono ancora oggi un duro banco di prova per i praticanti di questa
disciplina L'alpinista Riccardo Cassin e limprenditore non sono due entità diverse,
ma fanno parte della stessa persona che si caratterizza per la determinazione, lo spirito
di sacrificio, la forza ed il coraggio. Di origine friulana (nato a S.Vito al Tagliamento
il 02.01.1909), poco più che ragazzo si trasferisce a Lecco in cerca di lavoro, dopo che
il padre è morto. L'amore per lalpinismo lo porta a fare le prime escursioni sul
Resegone , la montagna che corona la città di Lecco. Tra le innumerevoli nuove vie salite
sulle montagne di casa citiamo solo quella alla torre Costanza in Grignetta, alla Corona
di Medale e sull'imponente parete sud del Sasso Cavallo. Ma per uno scalatore del suo
calibro ben presto le Dolomiti diventano un obiettivo da raggiungere. Anche qui Cassin
dapprima ripete gli itinerari saliti da alcuni "mostri sacri" del tempo, ma ben
presto comincia a lasciare i segni del proprio passaggio: nel 1934 in compagnia di Vitali
e Pozzi sale per un nuovo itinerario sulla parete sud-est della Piccolissima Lavaredo ,
l'anno seguente è la volta di un capolavoro assoluto; in compagnia di Ratti sale lo
spigolo sud-est alla Torre Trieste. Ma non soddisfatto della grande impresa ed alla
notizia del tentativo di alcuni alpinisti tedeschi di salire la parete nord della Cima
Ovest di Lavaredo, Cassin in compagnia del fedele amico Ratti si precipita per questa
nuova grande sfida che li vedrà vincitori dopo una permanenza in parete di 60 ore. Quello
che verrà poi definito come il trittico delle Nord di Cassin viene proseguito nel 1937
dai monti pallidi alla selvaggio Val Bondasca nella vicinanza Svizzera, l'obbiettivo e'
l'inviolata parete Nord-Est del Pizzo Badile, una muraglia dì granito alta mille metri.
Ai Lecchesi Cassin, Ratti ed Esposito, si aggiungono anche due comaschi, Molteni e
Valsecchi, che attaccano l'ambita parete qualche ora prima dei tre. Giunta la sera,
durante il primo bivacco in parete Molteni chiede a Cassin di formare un'unica cordata. Il
secondo giorno d'arrampicata presenta notevoli difficoltà tecniche che aumentano a causa
dell'assoluto isolamento e delle frequenti scariche di sassi che scendono dallo spigolo
soprastante. Durante la notte del secondo bivacco si scateno un terribile temporale che
mette alla prova i cinque alpinisti e specialmente Molteni e Valsecchi, già duramente
affaticati dagli sforzi della salita. Il terzo giorno la parete è vinta dopo aver
arrampicato per parecchie ore sotto la pioggia, tramutatasi dapprima in grandine e poi in
una copiosa nevicata. La discesa per il versante italiano è resa oltremodo difficile dal
freddo, dalla scarsa visibilità e dal calare della luce: Molteni e Valsecchi stremati
fisicamente e psicologicamente non riusciranno a giungere a salvezza. L anno 1938 è
legato alla terza Nord, quella che conclude il trittico con un percorso che ha ricoperto
le intere Alpi: dopo le Dolomiti, è la volta del massiccio del Monte Bianco e più
precisamente della parete Nord delle Grandes Jorasses. L'itinerario impresso nei pensieri
dei Cassin è una direttissima alla punta Walker. Con i compagni Esposito e Tizzoni
l'impresa è di quelle memorabili: ottantadue ore sulla montagna, delle quali trantacinque
di scalata effettiva lungo gelide fessure di granito intasate dalla neve e dal ghiaccio
che rendono la salita più infida e che richiedono l'uso dei ramponi. L'attività di
Cassin viene frenata dagli eventi bellici. Chiusa questa parentesi, le salite in tutto
l'arco alpino si susseguono con regolarità, l'amara esclusione della spedizione per il
K2, viene in parte alleviata dalle decisione della direzione generale del C.A.I., nel
1958, di affidargli la guida di una seconda spedizione italiana in Karakorum. Obiettivo
scelto l'inviolata parete del Gosherbrun IV, colosso che per soli venti metri non
raggiunge la fatidica quota degli ottomila metri. La grande esperienza accumulata in oltre
trent'anni di alpinismo estremo è di guida per Walter Bonatti e per il lecchese Carlo
Mauri. Il Gasherbrum IV è italiano. A tutt'oggi meno di dieci persone hanno messo piede
su questa vetta. Nel 1961 con la spedizione denominata "Città di Lecco",
Riccardo Cassin con i suoi allievi Alippi, Airoldi, Canali, Perego e Zucchi giunge in
vetta alla montagna più alta del Nord America: il Monte McKinley (m 6178), lungo la
parete Sud. Un grande successo per i Ragni di Lecco, che riceveranno pure un telegramma di
felicitazioni dal Presidente Kennedy. L'attività di Cassin sulle montagne del mondo si
estende: dall' Himalaya all'Alaska, dal Caucaso alle Ande dove guida una spedizione ai
6126 metri dello Jirishanca. In poco più di due settimane dall'installazione del campo
base tutti i componenti la spedizione raggiungono la cima. Cassin è poi chiamato nel 1975
alla guida di una spedizione che si pone come obiettivo una delle' più grandi sfide
himalayane ancora irrisolte: la parete Sud della quarta montagna più alta del mondo, il
Lhotse. Le difficoltà tecniche unite ai costanti pericoli di valanghe non ne hanno
permesso la vittoria. L'alpinismo di Riccardo Cassin è continuato ancora negli anni: non
va dimenticata la festa svoltasi nel 1987 in Val Bondasca per ricordare il 50° anniversario
della salita al Badile. All'età di 78 anni Riccardo sale per l'ennesima volta lungo la
sua via in compagnia degli amici di oggi è salito ricordando quei momenti così belli e
così difficili, ricordando i compagni di allora che non ci sono più. Oggi Riccardo
Cassin è presidente onorario della Sezione C.A.I. di Lecco, del gruppo Ragni, accademico
del C.A.I. , istruttore nazionale di alpinismo, socio onorario del Club Alpino Italiano,
del Groupe Haute Montagne francese, dell'Americon Alpine Club, del Club Accademico de
Montanismo Espanol, del Club Alpino Svizzero1 Sezione Bregaglia. E' decorato
con quattro medaglie d'Oro al valore atletico, nel dicembre del 1971 gli è stata
conferita l'onorificenza di Commendatore della Repubblica e nel 1976 la cittadinanza
onorario di Lecco. E' stato nominato Grande Ufficiale dello Repubblica. Nonostante abbia
lui stesso affermato di essere è stato un alpinista dilettante, poteva dare alla montagna
solo i fine settimana perché costretto a lavorare per mantenere la numerosa famiglia,
dopo la fine della seconda guerra decide che è giunto il momento di mettere in pratica la
sua esperienza sottoforma di attrezzi che lui stesso utilizzava durante le sue scalate. Il
retro del negozio a Lecco diventa così il suo laboratorio per i sempre più numerosi
praticanti degli sport di montagna. Comincia semplicemente così l'avventura di Riccardo
nella nuova veste di imprenditore, di fabbricante di attrezzatura specialistica per
l'alpinismo. Sin dallinizio i prodotti costruiti dalle sue mani erano di
unelevata qualità perché sottoposti ad un esasperante utilizzo e ad una prolungata
fase di sperimentazione. |