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TESSILE LOMBARDO: MOLTE IMPRESE IN DIFFICOLTÀ . PERSI POSTI DI LAVORO

Milano, 24 febbraio 1999 Secondo dati dell'osservatorio sindacale Filta-Cisl Lombardia relativi al secondo semestre 1998 e provenienti dalle 2. 000 principali aziende regionali del settore tessile, 220 imprese sono in difficoltà : i lavoratori in cassa integrazione ordinaria nella Regione sono 5. 943, quelli in cassa straordinaria 1. 215, altri 734 sono coinvolti nei contratti di solidarietà e 225 in forme di part-time strutturale. Nell'ultimo semestre 40 aziende hanno espulso 762 persone, ponendole in mobilità . Altalenante l'andamento della cassa integrazione ordinaria: nel primo semestre 1996 i lavoratori coinvolti erano 9. 992, scesi a fine anno a 6. 541. Un anno dopo erano calati ancora a 3. 002 per poi riprendere a salire ai 5. 879 di metà dello scorso anno e ai quasi seimila attuali. Le aree più interessate alle crisi restano i territori di Como, con una forte flessione della stampa serica, Varese-Legnano e l'area mantovana per il comparto calze donna. Secondo Filta-Cisl, la situazione è dovuta alla dinamica del mercato interno che non è riuscita a compensare le perdite sui mercati esteri: a conferma di ciò si rileva un ampliamento degli stocks di magazzino che coinvolge quasi tutti i comparti. Per il 1999 le previsioni non sono del tutto negative: nonostante la ulteriore prevista flessione dei mercati asiatici e la pressione delle importazioni dai Paesi a basso costo del lavoro, si ritiene che le vendite in Europa permangano positive per tutto l'anno.

ABUSIVISMO E CONTRAFFAZIONE NELLA MODA: PERDITE PER 100 MLD $
Milano, 24 febbraio 1999 - Nell'ambito del convegno "Frodi, abusivismo, contraffazione: diritto, mercati, criminalità " è stata presentata una indagine della Camera di Commercio di Milano dalla quale risulta che il 75, 6% degli imprenditori commerciali milanesi del settore abbigliamento e pelletteria ritiene di aver subito danni da abusivismo e contraffazione. Carlo Sangalli, Presidente Camera di Commercio di Milano, ha detto che "l'abusivismo è un fenomeno che ha fatto registrare negli ultimi 10 anni in Italia un aumento del 1200% giungendo a rappresentare il 5/7% dell'intero commercio internazionale, e causando 100 miliardi di dollari di perdite. L'Italia è al primo posto in Europa e al terzo nel mondo dopo Corea del Sud e Taiwan come produzione, commercio e consumo di prodotti contraffatti. Il fatturato annuo dell'industria del falso è stimato tra 7 e 10mila miliardi di lire. Tra i settori maggiormente colpiti, dopo cinema e home-video, c'è la moda". Secondo l'indagine il 35% delle imprese milanesi ha subito un danno economico tra 6 e 20 milioni di lire; l'11, 9% oltre i 21 milioni. Pelletteria e calzature (57, 5%), abbigliamento esterno (47, 5%), abbigliamento sportivo (30%) ed accessori (27, 5%) sono le categorie merceologiche più colpite. Tra i marchi: Levì s (12%), Rolex (10, 4%), Lacoste (9, 6%), Prada (9, 6%). L'80% dei consumatori è consapevole e si serve in modo deliberato di forme di abusivismo e contraffazione, anche se ha scarsa percezione del danno economico complessivo. Nel 90% dei casi la ragione principale dell'acquisto di merce contraffatta è il costo più conveniente del prodotto. Al secondo posto "voler apparire-fare bella figura" (11%). Per il 3%, invece, la ragione è la somiglianza tra merce contraffatta e quella autentica. La percentuale più elevata (90%) riguarda il settore della pelletteria.

BANCA POPOLARE ANCONA: RISULTATI 1998
Bergamo, 24 febbraio 1999 Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Ancona (Gruppo Banca Popolare di Bergamo-C. V. ) ha esaminato i risultati 1998. La raccolta diretta da clientela ammonta a 4. 621 miliardi (+13, 5% rispetto a fine 1997). Impieghi 3. 726 miliardi (+25, 3%). L'utile netto è pari a 56, 5 miliardi (39, 1 miliardi nel 1997): da considerare che è stata svalutata per 19 miliardi la partecipazione detenuta nella controllata Popolare di Napoli a seguito di una perdita straordinaria. L'importo negativo di tali fatti sul bilancio si è attenuato grazie ai notevoli recuperi di redditività realizzati dalla controllata. È stata proposta all'assemblea la distribuzione di un dividendo di 1. 700 lire per azione (1. 650) con l'attribuzione a riserve di patrimonio di circa 14 miliardi (5).

CMC RAVENNA: RISULTATI 1998
Ravenna, 24 febbraio 1999 - Nel 1998 la CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti) Costruzioni di Ravenna ha realizzato un fatturato di 497 miliardi (+12, 1% rispetto al 1997) e un margine di contribuzione di 33, 5 miliardi (+29, 8%). Il ritorno all'utile per 4, 4 miliardi è stato raggiunto dopo ammortamenti per 38, 5 miliardi (nel 1997: perdita di 9, 5 miliardi e ammortamenti per 30, 8 miliardi). Al 31 dicembre 1998 il portafoglio ordini di C. M. C. era pari a 1. 084 miliardi di lire, di cui 773, 5 in Italia e 311, 3 all'estero. Per il 1999 il Gruppo stima di raggiungere un fatturato nel settore Costruzioni di 503 miliardi, un utile prima delle tasse di 7, 5 miliardi, ammortamenti per 42, 6 miliardi e un portafoglio ordini al 31/12/1999 di 1. 250 miliardi.

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