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SALVACUORE ITALIANO: CLAMOROSO ANNUNCIO A NEW ORLEANS

Milano, 5 marzo 1999 - Alle ore 13. 00 del 9 marzo, presso Congress Center di via Montenapoleone, Milano, teleconferenza con la sede del Congresso dell' American College of Cardiology in corso a New Orleans, per il "clamoroso" annuncio dei risultati di una ricerca Gissi Prevenzione dalla quale risulterebbe la possibilità di "salvare i malati di cuore". Lo studio italiano è stato realizzato per oltre cinque anni dal Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell'Infarto, costituito dall'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri. In teleconferenza da New Orleans interverranno i professori Franco Valagussa, chairman dello studio, Nicola Mininni, presidente ANMCO, Enrico Geraci, ANMCO, dottor Roberto Marchioli (Consorzio Mario Negri Sud), i dottori Gianni Tognoni e Maria Grazia Franzosi (Istituto Mario Negri). A Milano sarà presente il prof. Silvio Garattini, direttore del Mario Negri

PIPÌ A LETTO: UNA INDAGINE ISPO/CIEN. LA MOLECOLA ANTIDIURETICA
Milano, 5 marzo 1999 - Presso il Palazzo Giureconsulti di Milano si è discusso il problema della "pipì a letto"con la presentazione dei risultati di una ricerca condotta in gennaio dall'Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione (ISPO), diretta dal prof. Renato Mannheimer, promossa dal Club Italiano Enuresi Notturna (CIEN), presieduto dal prof. Giacomo Passerini Glazel, urologo, docente all' Università di Padova. Il CIEN è una associazione scientifica multidisciplinare che ha, fra i propri obiettivi, quello di migliorare le conoscenze relative all'enuresi notturna, cioè , appunto della "pipì a letto". Il fenomeno risulta riguardare circa il 10% dei bambini tra 5 e 14 anni e l'1-2% ne rimane affetto anche da adulto. In Italia si stima circa un milione di enuretici, di cui 2/3 maschi e 1/3 femmine. La ricerca ha investito un campione di 5536 adulti, rappresentativo per età , titolo di studio, professione e area geografica della popolazione italiana adulta: un intervistato su dieci ha confermato di conoscere qualcuno con figli con il problema della pipì e uno su due ha indicato fino a tre anni l' età normale per un bambino nel bagnare il letto di notte. In generale il problema viene percepito come un fenomeno di origine psicologica e non organica (1 intervistato su 2). Un terzo del campione ritiene il bambino affetto dal problema "più bisognoso di aiuto e comprensione" che di cure. D'altra parte, è risultato anche che il problema dell'enuresi è considerato un tabù: se ne parla poco e, nel caso, solo con il medico, soprattutto pediatra (60% degli intervistati) oppure con i parenti più stretti (43%). Il pediatra affronta l'argomento con atteggiamento attendista: "Passerà " è il suo commento più frequente con l'obiettivo principale di tranquillizzare le mamme. Rari sono coloro che prendono in considerazione cure farmacologiche, per via della diffusa convinzione che per risolvere il problema siano disponibili solo psicofarmaci. Nel corso della conferenza stampa, la dott.ssa Maria Laura Chiozza, medico specialista in Urologia e Pediatria, Università di Padova, e segreteria scientifica del CIEN, e la prof.ssa Edvige Veneselli, specialista in neuropsichiatria infantile, Istituto Giannina Gaslini di Genova, hanno evidenziato che i bambini enuretici non sono indifferenti al proprio problema e "vivono spesso con vergogna, senso di colpa e frustrazioni questa loro situazione e col passare degli anni perdono la stime in se stessi e rischiano di trasformarsi in adolescenti frustrati e, quindi, in adulti insicuri". Il presidente della Società Italiana di Pediatria, prof. Liborio Giuffrè , docente di pediatria e primario al Policlinico di Palermo, ha detto di concordare sul fatto che i pediatri dovrebbero modificare l'approccio al problema enuresi, e ha rilevato che le più recenti acquisizioni scientifiche hanno dimostrato come l'enuresi sia nella grande maggioranza dei casi un problema di natura medica, non psicologica, e possa essere facilmente curato: infatti, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato come trattamento d'elezione per i bambini che soffrono di enuresi notturna una molecola, la desmopressina, attiva a livello renale in quanto capace di ridurre la produzione notturna di urina. Tre-sei mesi di terapia eliminerebbero il problema nel 70% dei casi. La molecola possiede il doppio della potenza antidiuretica ed una efficacia più prolungata rispetto alla vasopressina. Il farmaco viene somministrato per via intranasale (spray) ma presto sarà disponibile una confezione in compresse. Dopo una singola dose l'effetto antidiuretico si mantiene per 7-10 ore coprendo così tutta la durata del sonno del bambino. La terapia va proseguita per almeno 3-6 mesi. Nel corso della riunione milanese è stato anche riferito che dell'enuresi ci si preoccupò già nell'antico Egitto: il papiro di Ebers (nome dell'egittologo tedesco che lo ritrovò a Tebe e che, lungo circa 20 metri, è datato 1550 a. C. ) parla del trattamento di questo problema e indica, come terapia, la somministrazione di bacche di ginepro, cipresso e birra.

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