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TELEFONI:
TARIFFE ITALIANE FRA LE PIÙ CARE DEL MONDO Milano, 4 maggio 1999 - Secondo una indagine internazionale NUS, agenzia specializzata per i problemi dei costi delle utenze per servizi pubblici, nonostante i recenti ribassi, le tariffe telefoniche italiane interne e internazionali restano fra le più care del mondo: l'Italia è al primo posto tra i maggiori paesi industriali per le interurbane, con costo medio per tre minuti di conversazione di 982 lire, e al secondo posto per quelle internazionali (2085 lire) preceduta dal solo Belgio. I recenti forti ribassi delle tariffe, per effetto della liberalizzazione e dell'arrivo di nuovi operatori, non sono bastati ad allineare l'Italia con i maggiori paesi sviluppati: infatti, anche all'estero vi sono stati consistenti tagli delle bollette telefoniche. Inoltre, il percorso verso lo sviluppo della concorrenza in Italia appare ancora lungo e complesso, segnato da nodi quali lo snellimento delle strutture pubbliche, i problemi di interconnessione, il ribilanciamento tariffario e la necessità di sviluppare la qualità del servizio come fattore strategico. Lo scenario degli attuali e probabili futuri operatori italiani -prosegue la NUS- è ancora dominato dall'incertezza. Le revisioni tariffarie approvate e quelle annunciate sembrano quasi indurre il mercato ad una posizione attendista di chiarezza e trasparenza che ormai dura da troppo tempo: i recenti eventi non creano ottimismo sul ruolo delle istituzioni preposte al controllo di legittimità del mercato delle tlc. In pratica, la situazione si sta evolvendo da un monopolio italiano ad un oligopolio europeo dove British Telecom, France Telecom e Deutsche Telekom sono presenti nel 50% dei maggiori operatori di telefonia fissa, a differenza della Francia (dove operatori stranieri sono presenti solo nel 2% dei casi) e di Germania e Inghilterra (3% dei casi). Questo è lo scenario disegnato dalla NUS (National Utility Service) che dal 1933 è l'unica organizzazione mondiale che cura il controllo e il risparmio dei costi energetici e di telecomunicazioni delle aziende, monitorando le spese relative a telefoni, elettricità , acqua, gas e prodotti petroliferi. Il rapporto NUS ha analizzato in 10 Paesi sviluppati le tariffe applicate in media alle utenze d'affari nel febbraio 1999 comparandole con quelle dello stesso mese del 1998. L'Italia si conferma tuttavia "conveniente" per le tariffe urbane (media 126 lire): meno cari sono solo Canada e USA. Per riflettere i costi effettivi sono stati utilizzati solo i tipici sconti disponibili su scala nazionale. Tutte le telefonate sono calcolate per una durata standard di tre minuti e gli importi sono al netto dell'IVA. Secondo l'indagine, per le chiamate internazionali i paesi più cari sono il Belgio (2514 lire), l'Italia (2085) e l'Australia (1920). Le meno costose sono Svezia (1042 lire), Gran Bretagna (1009) e Olanda (1070). Il differenziale fra i paesi in testa e quelli in coda è di circa il doppio. L'hit parade delle telefonate interurbane, invece, vede in vetta l'Italia (982 lire) seguita da Australia (770) e Francia (735). Le tariffe più basse sono ancora in Svezia (279), Olanda (296) e Gran Bretagna (364). In questo segmento, tuttavia, il divario fra lo Stato più caro (l'Italia) e gli altri è davvero notevole e arriva a tre volte e mezzo rispetto alla nazione più economica. Nelle tariffe urbane, infine, la classifica del caro-telefono è guidata dal Belgio (238 lire), Australia (233) e Gran Bretagna (216). In coda vi è il Canada (chiamate gratuite), seguita da USA (112 lire) e Italia (126). Il 1998 è stato comunque un anno decisivo per il mercato delle telecomunicazioni con l'ingresso di nuovi operatori. Le aziende hanno così potuto beneficiare delle prime riduzioni dei costi. Secondo l'indagine NUS, le tariffe interurbane per chiamate fino a 200 km sono calate del 14%. Quelle internazionali sono scese del 23, 8%. Le chiamate locali, invece, sono rimaste invariate dopo i recenti "tagli". Grandi cambiamenti sono comunque in vista per le telecomunicazioni in Italia: intorno all'anno 2001 ci saranno più di 200 fornitori prima che il mercato inizi a consolidarsi attraverso fusioni e acquisizioni. In costante fermento è anche il mercato delle utenze mobili, dove operano per ora tre gestori (TIM, Omnitel e Wind). NUS osserva che questi operatori si affrontano a colpi di nuovi abbonamenti, nuove tariffe e contratti "aziendali". Questi contratti prevedono l'unificazione sotto una stessa rete mobile virtuale delle utenze cellulari dell'azienda e ciò permette di usufruire di tariffe diverse per i minuti di conversazione a seconda delle tipologie di chiamata, e di sconti sui volumi di spesa generati dalle utenze mobili inserite nel contratto. NUS sottolinea che le molte variabili in gioco fanno sì che non vi sia una offerta che prevalga sulle altre in tutte le situazioni. Ogni caso deve essere valutato attraverso una analisi del traffico generato sia dalla singola utenza cellulare sia dall'insieme delle utenze dell'azienda per cui il contratto che più si adatta alle esigenze specifiche spesso è l'insieme di più contratti. SAGA DI "GUERRE STELLARI": NUOVI GIOCHI HASBRO |